Pubmed Quotes

Despite the growing clinical and research interest in dissociative symptoms and disorders, it is also true that the substantial prevalence rates for dissociative disorders are still disproportional to the number of studies addressing these conditions. For example, schizophrenia has a reported rate of 0.55% to 1% of the normal population (Goldner, Hus, Waraich, & Somers, more or less similar to the prevalence of DID. Yet a PubMed search generated 25,421 papers on research related to schizophrenia, whereas only 73 publications were found for DID-related research.

[In a] recent PubMed and PsychAbstracts search... as we could not find a single reference for recovered memory therapy apart from those writing about its dangers. Our experience suggests that an overwhelming majority of clinicians do not assume or suggest to clients that they must have buried traumas from their past. It is also our experience that most clinicians are careful not to assume the literal veracity of reported traumatic memories, whether newly remembered or not." Cameron, C., & Heber, A. (2006). Re: Troubles in Traumatology, and Debunking Myths about Trauma and Memory/Reply: Troubles in Traumatology and Debunking Myths about Trauma and Memory. Canadian journal of psychiatry, 51(6), 402.

The internet is my doctor.

The internet was a far better doctor than anyone I met in the medical profession.

pubmed/10837292

The cancer community has published an extraordinary 150,855 experimental studies on mice, according to a search of the PubMed database. Guess how many of them have led to treatments for cancer? Very few treatments and NO CURES. In fact, if you want to understand where the War on Cancer has gone wrong, the mouse is a pretty good place to start.[25]

As of December 2008 there were 89,095 total ethics postings in PubMed for the period from 1980 through 2005, which represents less than 1 percent of all PubMed postings for this period.

A quick search of “transdermal carbon dioxide therapy” on PubMed brings up more than 2,500 studies.

Essere come sono mi piace a metà. Una parte di me è soddisfatta della mia personalità, del mio modo di pensare e di vedere le cose. L’altra parte vorrebbe semplicemente che fossi uguale a tutti gli altri o anche peggio degli altri. Mi chiamo Michele, ho ventidue anni e qualche volta vorrei solo scomparire.

«Mi chiamo Michele, ho ventidue anni e qualche volta vorrei solo scomparire.» [...] «Mi chiamo Michele, ho ventitré anni e qualche volta vorrei ancora scomparire. Sono convinto però che adesso, tra tutti coloro che potrebbero cercarmi, qualcuno non si darebbe pace fino a quando non riuscirebbe a trovarmi, e quel qualcuno è Leonardo.»

«Mi chiamo Leonardo, ho ventun anni e non ho ancora capito chi o cosa sono.» [...] «Mi chiamo Leonardo, ho ventidue anni, e in questo oceano di costanti incertezze e ingombranti insicurezze, una cosa la so: io amo Michele.»

Mi sentivo così insicuro, così sbagliato, così fuori posto. Quella sensazione era talmente invadente che alcune volte mi dissociavo dalla realtà. Era come se tutto intorno a me si spegnesse e ci fossimo solo io e quella maledetta insicurezza, ingombrante come un macigno e rumorosa come uno sciame di voci che all'unisono tentavano di insinuare dentro di me una miriade di dubbi diversi.

Mi attirava come una calamita e non capivo bene il perché.

Era come se tutto quel senso di vuoto, quella mancanza venisse colmata dall’incrociarsi dei nostri sguardi nello stesso posto, nello stesso momento.

Una relazione a distanza è sicuramente più complessa di un rapporto "normale", ma credo che siano le persone all'interno di un rapporto a fare la differenza, con la loro forza di volontà, il loro carattere, la loro personalità e soprattutto con la loro capacità di dare e di ricevere fiducia.