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Un'opera astratta, non avendo referenti nella real-tà, appare incomprensibile, eppure è spesso più comprensibile di un'opera figurativa, la quale pre-suppone una conoscenza storica specifica. La comprensione di un ritratto, di un soggetto mitologico o religioso, impone una conoscenza letteraria. Di fronte a un dipinto di Michelangelo o di Raffaello, occorre avere conoscenze più coltivate di quante ne occorrano per capire i dipinti di Pollock o di Mondrian, nei quali vediamo un'espressione quasi fisica dí sensibilità, di emotività che si scarica per il primo nel colore e per il secondo nella rigorosa razionalità della composizione, ma dove l'equivalente psicologico è immediatamente riconoscibile e ne costituisce l'estetica.
Il salto fra l'estetica tradizionale e l'estetica moderna è un salto dalla ragione all'emozione; è il passaggio da una costruzione con elementi che
hanno ciascuno una propria funzione a una libe-razione degli istinti. Se non si comprende questo snodo fondamentale, cioè l'irruzione dell'irrazio-nale nell'arte, è inutile porsi davanti a un quadro di un autore moderno.
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