Pozzo Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Pozzo. Here they are! All 54 of them:

POZZO: I am blind. (Silence.) ESTRAGON: Perhaps he can see into the future.
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
Pozzo: I don't seem to be able...(long hesitation) to depart. Estragon: Such is life.
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
Was I sleeping, while the others suffered? Am I sleeping now? Tomorrow, when I wake, or think I do, what shall I say of today? That with Estragon my friend, at this place, until the fall of night, I waited for Godot? That Pozzo passed, with his carrier, and that he spoke to us? Probably. But in all that what truth will there be? He'll know nothing. He'll tell me about the blows he received and I'll give him a carrot. (pause) Astride of a grave and a difficult birth. Down in the hole, lingeringly, the grave digger puts on the forceps. We have time to grow old. The air is full of our cries. But habit is a great deadener. At me too someone is looking, of me too someone is saying, He is sleeping, he knows nothing, let him sleep on. (Pause.) I can't go on! (Pause.) What have I said?
Samuel Beckett
Per lei, vedo, la bellezza non ha niente a che fare con la verità." "La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c'è più né sole né luna, c'è la verità.
Leonardo Sciascia (The Day of the Owl)
Ciò che abbellisce il deserto», disse il piccolo principe, «è che nasconde un pozzo in qualche luogo...»
Antoine de Saint-Exupéry (The Little Prince)
POZZO: I woke up one fine day as blind as Fortune. Sometimes I wonder if I'm not still asleep. VLADIMIR: And when was that? POZZO: I don't know. VLADIMIR: But no later than yesterday— POZZO: Don't question me! The blind have no notion of time . The things of time are hidden from them too. VLADIMIR: Well just fancy that! I could have sworn it was just the opposite.
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
POZZO: Non piange più. (A Estragone) In un certo senso l'ha sostituito lei. (Pensieroso) Le lacrime del mondo sono immutabili. Non appena qualcuno si mette a piangere, qualcun altro, chissà dove, smette. E così per il riso. (Ride) Non diciamo troppo male, perciò, della nostra epoca; non è più disgraziata delle precedenti. (Pausa) Ma non diciamone neanche troppo bene. (Pausa) Non parliamone affatto. (Pausa) È vero, però, che la popolazione è aumentata.
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
Estamos esperando. Estamos entediados (Levanta a mão) Não, não me conteste, estamos tremendamente entediados, é inegável. Bom. Aparece uma diversão e o que fazemos? Deixamos apodrecer. Vamos, ao trabalho (Avança em direção a Pozzo, para) Num instante, tudo se dissipará, estaremos sós mais uma vez, rodeados de solidão (Sonha)
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
La sera Blandine Guérin, di Vauncé si è svestita nelle scale. Poi, nuda come la parete di un'aula scolastica, si è annegata in un pozzo
Félix Fénéon (Novels in Three Lines)
Maybe Beckett's Pozzo is right. Maybe life is merely an "instant", too brief to consider.
Paul Kalanithi (When Breath Becomes Air)
POZZO: He speaks to me again! If this goes on much longer we'll soon be old friends.
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
POZZO: Which of you smells so bad? ESTRAGON: He has stinking breath and I have stinking feet.
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
Fui attratto da Londra, quel grande pozzo nero dal quale tutti i perdigiorno e gli sfaccendati dell'Impero vengono irresistibilmente inghiottiti.
Arthur Conan Doyle (A Study in Scarlet)
POZZO: I don’t seem to be able . . . (long hesitation) . . . to depart. ESTRAGON: Such is life.
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
POZZO: Have you not done tormenting me with your accursed time! It's abominable! When! When! One day, is that not enough for you, one day he went dumb, one day I went blind, one day we'll go deaf, one day we were born, one day we shall die, the same day, the same second, is that not enough for you? ( Calmer. ) They give birth astride of a grave, the light gleams an instant, then it's night once more. ( He jerks the rope. ) On!
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
La vostra gioia è il vostro dolore senza maschera, E il pozzo da cui scaturisce il vostro riso, è stato sovente colmo di lacrime. E come può essere altrimenti? Quanto più a fondo vi scava il dolore, tanta più gioia potrete contenere.
Kahlil Gibran (Il Profeta)
Mi accorgevo del corpo, del suo interno, accanto a lei: del battito del sangue a fior di polso, del rumore dell'aria nel naso, del traffico della macchina cuorepolmoni. Accanto al suo corpo esploravo il mio, calato nell'interno, sbatacchiato come il secchio nel pozzo.
Erri De Luca (I pesci non chiudono gli occhi)
¿Habré estado durmiendo mientras los otros sufrían? ¿Estaré durmiendo en este momento? ¿Qué diré mañana, cuando crea despertar, de este día? ¿Que he esperado a Godot, en este lugar, con mi amigo Estragón, hasta la caída de la noche? ¿Que ha pasado Pozzo, con su porteador, y que nos ha hablado? Sin duda. Pero, en todo esto, ¿qué habrá de verdad? (Estragón, que ha insistido vanamente en descalzarse, se ha vuelto a adormilar. Vladimir lo mira.) El no sabrá nada. Hablará de los golpes recibidos y yo le daré una zanahoria. (Pausa) A caballo sobre una tumba y un parto difícil. Desde el fondo del agujero, ensoñadoramente, el sepulturero prepara sus herramientas. Hay tiempo para envejecer. El aire está lleno de nuestros gritos. (Escucha.) Pero la costumbre los acallia. (Mira a Estragón.) A mí también me mira otro, diciéndose: «Duerme y no sabe que duerme.» (Pausa.) No puedo continuar. (Pausa.) ¿Qué he dicho?
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
Was I sleeping, while the others suffered? Am I sleeping now? To-morrow, when I wake, or think I do, what shall I say of to-day? That with Estragon my friend, at this place, until the fall of night, I waited for Godot? That Pozzo passed, with his carrier, and that he spoke to us? Probably. But in all that what truth will there be? (Estragon, having struggled with his boots in vain, is dozing off again. Vladimir looks at him.) He’ll know nothing. He’ll tell me about the blows he received and I’ll give him a carrot. (Pause.) Astride of a grave and a difficult birth. Down in the hole, lingeringly, the grave-digger puts on the forceps. We have time to grow old. The air is full of our cries. (He listens.) But habit is a great deadener. (He looks again at Estragon.) At me too someone is looking, of me too someone is saying, He is sleeping, he knows nothing, let him sleep on. (Pause.) I can’t go on! (Pause.) What have I said?
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
È tempo che lei cominci a prepararsi per affrontare la morte con dolcezza. Se lei continuerà a investire troppe energie solo nel vivere, non riuscirà a morire bene. Un poco alla volta è necessario fare questo cambiamento. In un certo senso vivere e morire si equivalgono, dottoressa." Quella sera, nel suo grande letto immacolato, Satsuki pianse. Riconobbe il fatto che si stava dolcemente avviando verso la morte. Riconobbe di avere una pietra bianca e dura dentro il suo corpo. Riconobbe che da qualche parte nel buio si nascondeva un serpente verde tutto ricoperto di squame. Pensò al bambino che non era mai nato. Lei se n'era liberata e l'aveva gettato in un pozzo senza fine. E aveva continuato a odiare un uomo per trent'anni. Gli aveva augurato di morire fra atroci dolori. Per quello nel fondo del cuore aveva sperato persino in un terremoto. In un certo senso, si disse, sono stata io a provocare quel terremoto. Lui ha trasformato il mio cuore e il mio corpo in una pietra. Le scimmie color cenere in quella montagna lontana l'avevano guardata in silenzio. In un certo senso vivere e morire si equivalgono, dottoressa.
Haruki Murakami (After the Quake)
Ci sono due modi per guardare il volto di una persona. Uno è guardare gli occhi come parte del volto. L'altro è guardare gli occhi e basta, come se fossero il volto. E' una di quelle cose che mettono paura quando le fai. Perchè gli occhi sono la vita in miniatura . Bianchi intorno, come il nulla in cui galleggia la vita, l'iride colorata, come la varietà imprevedibile che la caratterizza, sino a tuffarsi nel nero della pupilla che tutto inghiotte, come un pozzo oscuro senza colore e senza fondo.
Alessandro D'Avenia (Bianca come il latte, rossa come il sangue)
E cos’è che impararono gli allievi di Amalfitano? Impararono a recitare a voce alta. Mandarono a memoria le due o tre poesie che più amavano per ricordarle e recitarle nei momenti opportuni: funerali, nozze, solitudini. Capirono che un libro era un labirinto e un deserto. Che la cosa più importante del mondo era leggere e viaggiare, forse la stessa cosa, senza fermarsi mai. Che una volta letti gli scrittori uscivano dall’anima delle pietre, che era dove vivevano da morti, e si stabilivano nell’anima dei lettori come in una prigione morbida, ma che poi questa prigione si allargava o scoppiava. Che ogni sistema di scrittura è un tradimento. Che la vera poesia vive tra l’abisso e la sventura e che vicino a casa sua passa la strada maestra dei gesti gratuiti, dell’eleganza degli occhi e della sorte di Marcabruno. Che il principale insegnamento della letteratura era il coraggio, un coraggio strano, come un pozzo di pietra in mezzo a un paesaggio lacustre, un coraggio simile a un vortice e a uno specchio. Che leggere non era più comodo che scrivere. Che leggendo s’imparava a dubitare e a ricordare. Che la memoria era l’amore.
Roberto Bolaño (Woes of the True Policeman)
La disperazione e la muta isteria avevano avuto inizio quando si era resa conto che nulla sarebbe mai cambiato, che nessuno sarebbe mai venuto a salutarla. Adesso si sentiva come in fondo a un pozzo dove, per quanto gridasse e strillasse, nessuno l'avrebbe sentita. Ultimamente era stato un continuo susseguirsi di nottate nere e interminabili e di mattine grigie, in cui il senso del proprio fallimento la sopraffaceva come un'ondata oceanica. E aveva paura. Ma non era più la morte a spaventarla. Aveva guardato in fondo al pozzo nero della morte e aveva desiderato saltarvi dentro, e non una volta soltanto.
Fannie Flagg (Fried Green Tomatoes at the Whistle Stop Cafe (Whistle Stop #1))
Una delle cose che Ford Prefect aveva sempre trovato difficile comprendere a proposito degli umani, era che questi avevano il vizio di affermare e ripetere cose assolutamente ovvie, come risultava evidente da frasi quali Che bella giornata! o Come sei alto! o Oddio, mi sembra che tu sia caduto in un pozzo profondo nove metri: ti sei fatto male? In un primo tempo Ford si era fatto una sua teoria per spiegare questo strano comportamento. Aveva pensato che le bocche degli esseri umani dovessero continuamente esercitarsi a parlare per evitare di rimanere inceppate. Dopo avere osservato e riflettuto alcuni mesi, Ford aveva abbandonato questa teoria per un’altra. Aveva pensato che se gli esseri umani non si esercitavano in continuazione ad aprire e chiudere la bocca, corressero il rischio di cominciare a far lavorare il cervello.
Douglas Adams (The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy (The Hitchhiker's Guide to the Galaxy, #1))
Was I sleeping, while the others suffered? Am I sleeping now? Tomorrow, when I wake, or think I do, what shall I say of today? That with Estragon my friend, at this place, until the fall of night, I waited for Godot? That Pozzo passed, with his carrier, and that he spoke to us? Probably. But in all that what truth will there be? [Estragon, having struggled with his boots in vain, is dozing off again. Vladimir looks at him.] He'll know nothing. He'll tell me about the blows he received and I'll give him a carrot. [Pause.] Astride of a grave and a difficult birth. Down in the hole, lingeringly, the gravedigger puts on the forceps. We have time to grow old. The air is full of our cries. [He listens.] But habit is a great deadener. [He looks again at Estragon.] At me too someone is looking, of me too someone is saying. He is sleeping, he knows nothing, let him sleep on. [Pause.] I can't go on! [Pause.] What have I said?
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
Was I sleeping, while the others suffered? Am I sleeping now? Tomorrow, when I wake, or think I do, what shall I say of today? That with Estragon my friend, at this place, until the fall of night, I waited for Godot? That Pozzo passed, with his carrier, and that he spoke to us? Probably. But in all that what truth will there be? ( Estragon, having struggled with his boots in vain, is dozing off again. Vladimir looks at him. ) He'll know nothing. He'll tell me about the blows he received and I'll give him a carrot. ( Pause. ) Astride of a grave and a difficult birth. Down in the hole, lingeringly, the grave digger puts on the forceps. We have time to grow old. The air is full of our cries. ( He listens. ) But habit is a great deadener. ( He looks again at Estragon. ) At me too someone is looking, of me too someone is saying, He is sleeping, he knows nothing, let him sleep on. ( Pause. ) I can't go on! ( Pause. ) What have I said?
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
Noi non ci realizziamo mai. Siamo due abissi - un pozzo che fissa il cielo.
Fernando Pessoa (The Book of Disquiet)
Uyuyor muydum ben başkaları acı çekerken? Şu anda uyuyor muyum? Yarın uyanınca veya uyandığımı sandığımda, bugün hakkında neler söyleyeceğim? Dostum Estragon'la, burada gece olana kadar Godot'yu beklediğimi mi? Pozzo'nun hamalıyla birlikte geçip bizimle konuştuğunu mu? Muhtemelen. Ama bütün bunların içinde ne kadar doğruluk payı olacak? O hiçbir şeyin farkında olmayacak. Yediği tekmelerden söz edecek, ben de ona havuç vereceğim. Bir ayağımız mezarda, zor bir doğum doğrusu. Mezarcı çukurun dibinde forsepsi yerleştirir. İhtiyarlığa vakit var daha önümüzde. Hava çığlıklarımızla dolu. Ama alışkanlıklar duyarsızlaştırıyor insanı. Bana da bir başkası bakarak, uyuyor diyor. Kendisinin de uyuduğunun farkına varmadan uyuyor, hiçbir şey bilmiyor. Uyusun bakalım diyor, benim için. Böyle devam edemem. Ne dedim ben?
Samuel Beckett
Şu uğursuz zaman hikayelerinizle bana yeteri kadar işkence yapmadınız mı? Anlamsız bir şey bu! Ne zaman! Ne zaman! Günün birinde! Yetmez mi işte! Başka günlerden farksız bir gün dilsiz oldu, günün birinde de ben kör oldum. Günün birinde sağır olacağız. Günün birinde doğduk, günün birinde öleceğiz. Aynı gün, aynı an, size yetmiyor mu bu kadarını bilmek? Bir ayağımız mezarda dünayay getirirler bizi, güneş bir an parıldar, sonra yeniden gecedir.
Samuel Beckett
«Lei non è nata col camino, vero?» ha detto Pietro, porgendomi un bicchiere di vino apparso dal nulla. «No, io... credo di no». «Non è nata col camino, né col lume a petrolio, né col pozzo. Allora deve sapere che certe storie cambiano, a seconda del posto dove le ascolti. Se lei sente raccontare una favola da suo nonno a voce bassa, davanti al fuoco del camino, quando il nonno dice: "Ed ecco arriva il diavolo", ti sembra di vederlo che balla, tra i ceppi e le faville. E quando vai a letto a lume di candela, la storia viene sotto le lenzuola con te. Ma soprattutto, quando vai al pozzo di notte, da solo, a tirar su il secchio. Allora ogni storia diventa paurosa».
Stefano Benni (Margherita Dolce Vita)
Sognò che quella bestia lo gettava giù nel pozzo, quello che affondava nel suolo della grotta. Stava precipitando in esso, privo di forma e senza peso, non però in un baratro sotterraneo o un lago nel sottosuolo, ma nello spazio esterno, verso il cosmo. Accelerò attraverso i campi stellari oltre il potente sguardo del telescopio Hubble. La sua proiezione astrale zoomò verso una macchia di nera oscurità fra scintillanti punti luminosi e, nell’avvicinarsi, la chiazza si allargò in un vasto e terrificante alone esteso in lungo e in largo a comprendere in esso molti sistemi solari; una galassia minore e indipendente che gorgogliava avvolta su se stessa. Un ondeggiante coagulo contenente schiere di mondi morti, ognuno nel suo guscio sottilissimo. Dentro a quei vuoti pianeti, ben al di sotto delle superfici sterili, regnavano le tenebre. Mari di caldo sangue ne ricolmavano gli antri più interni. I Figli dell’Antica Sanguisuga, il cui autentico nome era soltanto un ringhio incomprensibile che riecheggiava dentro alla sua mente, vivevano nei sanguinolenti flutti torcendosi su rive d’ossa dure come il diamante, e in milioni di tunnel intarsiati e decorati di altre ossa, quelle mietute a uno stuolo di vittime in verdi e azzurri mondi maturi al punto giusto, proprio come la Terra. I Figli colavano e si contorcevano in rumorosi tumuli, e persino nel sogno Don ringraziava Dio di non poterne scorgere che un’impressione vaga. Poiché erano composti della stessa sostanza di cui sono fatti gli incubi; abominazioni verminose in possesso di vili e incalcolabili intelletti che indossavano carni e spine dorsali d’uomini, e di bestie, per schermarsi dal sole e poter camminare in posizione eretta anziché limitarsi allo strisciare..
Laird Barron (The Croning)
Philippe Pozzo, tetrapléjico desde 1993 por un accidente de parapente e inspirador de la exitosa película francesa Intocable, que «lo bueno es el café de la mañana cuando te levantas. No podemos olvidar el café de la mañana; si no, vamos por mal camino». Claro que sí, el café de la mañana le da la bienvenida al día y ese acto inaugural de algo tan trascendente como la vida cotidiana debería ser nuestro primer episodio consciente de optimismo, de fe en que lo que resta del día merece la pena.
Jorge Valdano (Los 11 poderes del líder: El fútbol como escuela de vida)
POZZO.— Lo que yo me pregunto es qué puedo hacer para que el tiempo se les haga menos largo. Les he dado huesos, les he hablado de multitud de cosas, les he explicado el crepúsculo, de acuerdo. Pero veamos: ¿es esto suficiente…, esto es lo que me tortura…, es suficiente?
Anonymous
POZZO.— No acabo… (Vacila.) de marcharme. ESTRAGÓN.— ¡Así es la vida! (Silencio.)
Anonymous
Dall'archivio magnetico del signor Alex D. Alla fine, l'equilibrio interiore non é da cercare. Forse ce l'abbiamo già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro, e più ce ne alltonatniamo. Il fatto é che a parlare di equlibrio interiore mi sento un povero stronzo. Mi sembra uno di quei termini che si usano nelle sedute di psicoanalisi liberatoria collettiva o nei rifugi per donne violentate. Okay. Tutto mi dice di essere forte, determinato negli scopi, capace di andare avanti nella Vita, ma se uno sente che é arrivato il momento di cambiare un pò rotta o anche solo il bisogno di fermarsi a ragionare sul serio per proprio conto? Voglio dire: e i cazzi di sette e mezzo in latino, per esempio, che da semplici strumenti sono diventati una specie di fine ultimo?... Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi permetta di strappare abbastanza soldi per strappare una qualche cavolo di serenità tutta guerregiata e ferita e massacrata dagli sforzi inauditi per raggiungerla. Cioè, uno dei fini ultimi é questa cavolo di serenità martoriata. Il ragionamento é così. Non ci vuole un genio. E allora, perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono incontro spontaneamente lungo la strada? Perché dovrei buttarli in un pozzo, se fanno parte anche loro del fine a cui tendere? Se un pomeriggio posso andare a suonare o uscire con una ragazza che mi piace, perché cavolo devo starmene in casa a trascrivere le versioni dal traduttore o far finta di leggereil sunto di filosofia? La realtà é che mi trovo a sacrificare il me diciassettenne felice di oggi pomeriggio a un eventuale me stesso calvo e sovrappeso, cinquantenne soddisfatto, che apre la porta del garage col comando a distanza e dentro c'ha una bella macchina, una moglie che probabilmente gli fa le corna col commercialista e due figli gemelli con i capelli a caschetto identici in tutto ai bambini nazisti della kinders. Tutti dentro il garage, magari, no. Diciamo più o meno intorno. Cioè, circondato. Dovunque la domanda è: un orrore di queste proporzioni vale più del sole e del gelato di oggi pomeriggio? Più di qualunque ragazza? Più di Valentina che arriva sorridendo all'appuntamento con dieci minuti di ritardo e una maglietta blu con dentro quel ben di Dio sorprendente?
Enrico Brizzi (Jack Frusciante Has Left the Band: A Love Story- with Rock 'n' Roll)
هذه الأيام نحن نعيش وضع السيد لوكي (Lucky) أمام السيد بوتزو (Pozzo) في المسرحية العبثية لذلك لم نعد نبكي ثورتنا الصغيرة بل نمارس الشفقة على بلدتنا وهي تدخل نفقا مظلما. سيقول لنا مروجو الأوهام من ساستنا إن نورا يلوح في آخر النفق وسنقول لهم هو ضوء قطار الدهر يعترض مسيرتنا الفاشلة. فمن يهن يسهل الهوان عليه.
نورالدين العلوي
In fin dei conti, non è tutta la vita un'unica lotta per ottenere qualcosa, e l'impossibilità di conservarlo?
Regīna Ezera (Il pozzo (Narrativa) (Italian Edition))
Le pareti del mio appartamento merdoso sembrano richiudersi su di me. Le droghe non sono più sufficienti per attenuare il dolore. Il pensiero di vivere in questo modo ancora per un altro giorno è un’agonia. L’unica cosa che mi ha impedito di prendere una lametta e trascinarla sui miei polsi è stato proprio Inked. Non capisco perché, ma a lui importa se vivo o muoio. O, almeno, così sembra. Per una qualche inspiegabile ragione non voglio deluderlo. Voglio trovare un modo per uscire da questo pozzo di disperazione, piuttosto che soccombervi dentro. Ma, cazzo, se non sembra uno degli ostacoli più insormontabili. Sono come un ragno in un lavandino, che lotta per un appiglio, ma che inevitabilmente viene tirato giù nello scarico
K.M. Neuhold (From Ashes (Heathens Ink #3))
A poco a poco arriveranno, soprattutto le donne, con le loro confidenze: sono disponibile, si sa dove trovarmi (!), ho tutto il tempo del mondo, e ascolto.
Philippe Pozzo di Borgo (A Second Wind: A Memoir)
Desideravo un terremoto, un qualche cataclisma della natura che affondasse il faro nel mare. Volevo una metamorfosi, un mutamento in pesce, in leviatano, per ingoiare ogni cosa in un'immensa boccata. Volevo veder la città sepolta mille leghe nel cuore del mare. Volevo starmene in una caverna a leggere a lume di candela. Volevo quell'occhio estinto sì da avere un mutamento che mi permettesse di conoscere il mio corpo, i miei desideri. Volevo restar solo mille anni per riflettere su quel che avevo visto e sentito, e per dimenticare. Volevo qualcosa dalla terra che non fosse fattura d'uomo, qualcosa assolutamente staccato dall'umano di cui ero sazio. Volevo qualcosa di puramente terrestre e di assolutamente spoglio dell'idea. Volevo sentire il sangue scorrermi nelle vene, anche a rischio di annientamento. Volevo scrollare dal mio sistema la pietra e al luce. Volevo la buia fecondità della natura, io pozzo profondo dell'utero, il silenzio, o almeno le nere acque lambenti della morte. Volevo essere quella notte che illuminava l'occhio senza rimorso, una notte trapunta di stelle e di traccianti comete. Appartenere a una notte così terribilmente tacita, così totalmente incomprensibile ed eloquente al tempo stesso. Mai più parlare o ascoltare o pensare. Essere inglobato e racchiuso, e inglobare e racchiudere al tempo stesso. Non più pietà, non più tenerezza. Essere umano solo terrestramente, come una pianta o un verme o un ruscello. Essere decomposto, destituito di pietra o di luce, variabile come la molecola, durevole come l'atomo, spietato come la terra medesima.
Tropico del Capricorno, Henry Miller.
«Questo sta a lei scoprirlo, se ne ha voglia. Oppure può fermarsi alla forma che hanno fatto prendere all'acqua». «Non ho capito, mi scusi». «Io non sono siciliana, sono nata a Grosseto, sono venuta a Montelusa quando mio padre ne era prefetto. Possedevamo un pezzetto di terra e una casa alle pendici dell'Amiata, ci passavamo le Vacanze. Avevo un amichetto, figlio di contadini, più piccolo di me. Io avevo una decina d'anni. Un giorno vidi che il mio amico aveva messo sull'orlo di un pozzo una ciotola, una tazza, una teiera, una scatola di latta quadrata, tutte colme d'acqua, e le osservava attentamente. «"Che fai?" gli domandai. E lui, a sua volta, mi fece una domanda. «"Qual è la forma dell'acqua?"». «"Ma l'acqua non ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene data"».
Andrea Camilleri (The Shape of Water (Inspector Montalbano, #1))
Stanotte ho saputo che c'eri: una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d'un tratto, in quel buio, s'è acceso un lampo di certezza: sì, c'eri. È stato come sentirsi colpire in petto da una fucilata. Mi si è fermato il cuore. E quando ha ripreso a battere con tonfi sordi, cannonate di sbalordimento, mi sono accorta di precipitare in un pozzo dove tutto era incerto e terrorizzante
Oriana Fallaci (Letter to a Child Never Born)
E di nuovo gridò: «La mia anima è sovraccarica dei suoi frutti maturi; Sovraccarica è la mia anima dei suoi frutti maturi. Chi ora verrà a mangiarne e a saziarsene? La mia anima trabocca del suo vino. Chi vorrà versarne e berne e rinfrescarsi del caldo del deserto? Meglio sarebbe se io fossi un albero senza fiori e senza frutti, Giacché la pena dell’abbondanza è più amara d’ogni sterilità, E il dolore del ricco da cui nessuno prende È più grande dell’afflizione del mendicante al quale nessuno dà Meglio se io fossi un pozzo, asciutto e inaridito, e, dentro, la gente mi gettasse pietre; Giacché questo sarebbe più agevole da tollerare, piuttosto che essere una fonte d’acqua viva Mentre la gente passa e non ne beve. Meglio se io fossi una canna calpestata sotto i piedi, Giacché ciò sarebbe preferibile all’essere una lira dalle corde d’argento In una casa il cui padrone non ha dita E i cui figli sono sordi».
Khalil Gibran (Il profeta - Il giardino del profeta)
Was I sleeping, while the others suffered? Am I sleeping now? Tomorrow, when I wake, or think I do, what shall I say of today? That with Estragon my friend, at this place, until the fall of night, I waited for Godot? That Pozzo passed, with his carrier, and that he spoke to us? Probably. But in all that what truth will there be? He'll know nothing. He'll tell me about the blows he received and I'll give him a carrot. (pause) Astride of a grave and a difficult birth. Down in the hole, lingeringly, the grave digger puts on the forceps. We have time to grow old. The air is full of our cries. But habit is a great deadener. At me too someone is looking, of me too someone is saying, He is sleeping, he knows nothing, let him sleep on. (Pause.) I can't go on! (Pause.) What have I said?
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
Pozzo: The tears of the world are a constant quantity. For each one who begins to weep, somewhere else another stops. The same is true of the laugh. Let us not the speak ill of our generation, it is not any unhappier that its predecessors Let us not speak well of it either. It is true the population has increased.
Samuel Beckett (Waiting for Godot)
«Ah, caro Pérez, l’erudito è per sua natura un ladruncolo: glielo dico io, io, io che lo sono. Noi eruditi passiamo il tempo a rubarci l’un l’altro le nostre piccole ideuzze e a impedire che un antagonista ci superi». «Si capisce: chi possiede un magazzino si preoccupa dei suoi articoli assai più di chi possiede una fabbrica; bisogna difendere l’acqua del pozzo, non quella della fonte».
Miguel de Unamuno (Niebla)
La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c'è più né sole né luna, c'è la verità.
Leonardo Sciascia (Il giorno della civetta)
durata del turbamento di una donna; la profondità del pozzo non è sempre la stessa.
John Gray (Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere)
Il significato della sua vita era un'inafferrabile vena d'acqua centinaia di metri sotto la superficie, e periodicamente lui calava un secchio nel pozzo, lo riempiva, lo tirava su e beveva. Ma questo non lo sosteneva molto a lungo.
Dave Eggers (A Hologram for the King)
Il pretesco si insinua dappertutto, specie nel suo contrario, il classico mangiapreti comunista alla (don) Peppone più prete dei preti che mangia – a parole – finché i don Camillo non gli danno un’ostia bella sostanziosa da mettersi sotto i denti. A me potrebbero offrire anche il soglio pontificio e lo accetterei, ma so solo io perché. Posso scendere a patti con un cattolico di Destra, ovvio che con una mano egli lavi quell’altra, sono entrambe mani e entrambe uguali per lui, uno specchio non se la prende col suo riflesso, ma non voglio avere niente a che fare con un cattolico di Sinistra: il primo so dove può arrivare e me lo aspetto – quindi mi dà la possibilità sia di abbassare la testa e adeguarmi sia di mettermi ai ripari sia di prepararmi a contrattaccare –, il secondo no, è un vero pozzo di San Patrizio di occulta e sorprendente malignità, poiché è mancino e destrorso allo stesso tempo ma la sua destra non sa mai cosa fa la sua sinistra. Se anche lui lo sapesse, figurati se lo viene a dire a te o se, una volta che te l’ha detto, se ne ricorda e non fa il contrario. Va dove tira il vento, e il vento non tira mai a Sinistra a meno che uno non si sfiati soffiandogli dietro con tutti i suoi polmoni perché non prenda una brutta piega: la solita. Il cattolico di Sinistra, incommensurabilmente infido, voltagabbana per vocazione incerta tra vinti e vincitori, soprattutto se i vincitori non sono stati ancora decisi, è spergiuro di ogni principio libertario ventilato finché non viene eletto e assurge a un qualche potere. Fedele all’idea nel tempo in mancanza di fatti e traditore all’occasione in presenza di cose: sinistro sempre.
Aldo Busi (Manuale del perfetto Gentilomo)
Quando aveva tirato fuori l'acqua dal pozzo a molti usi si era guardato un momento nello specchio del secchio e si era trovato a posto, con quella benda nera sull'occhio destro che ormai serviva a ricordare più che a curare la ferita al sopracciglio buscata tre mesi fa ai combattimenti di Palermo; con quell'altro occhio azzurro che sembrava aver assunto l'incarico di esprimere la malizia anche di quello temporaneamente eclissato; col filetto scarlatto al di sopra della cravatta che discretamente alludeva alla camicia rossa che aveva portato.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa (The Leopard)
Laurie: Ti ricordi di quel tipo che faceva finta di essere un supercriminale solo per farsi malmenare? Dreiberg: Parli di Capitan Carnage? Ah ah ah! Era incredibile! Laurie: Lo dici a me? Una volta lo avevo beccato fuori da una gioielleria. Non sapevo ancora che ci marciava. Comincio a picchiarlo e penso: "Senti che respiro pesante, non avrà mica l'asma?". Dreiberg: Ci ha provato anche con me, ma lo conoscevo di fama e non me lo sono filato. Mi ha seguito per strada... in pieno giorno, per di più! E diceva: "Puniscimi!". E io: "No! Lasciami in pace!". Laurie: Che ne è stato di lui? Dreiberg: Ci ha provato con Rorschach e lui l'ha buttato giù dal pozzo di un ascensore.
Alan Moore
Sopra la mia testa è sospeso un cerchio di luce. È il cielo serale. Guardandolo, penso al mondo in questo pomeriggio d’autunno. Il mondo dove si svolge presumibilmente la vita degli uomini. Devono camminare per le vie, nella debole luce autunnale, andare a far spese, preparare la cena, prendere il treno per tornare a casa. E pensano, se mai ci pensano, che siano tutte cose molto naturali, sulle quali non c’è bisogno di riflettere. Proprio come facevo io una volta. Sono esseri anonimi che vengono chiamati «la gente», e anch’io sono stato uno di loro. Si accettano gli uni con gli altri, in quella luce, e tra loro deve crearsi una sorta di intimità, che duri per sempre o per un breve istante. Ma io non faccio più parte di loro. Loro si trovano sulla superficie del suolo, io in fondo a un pozzo. Loro hanno la luce, io sto per perderla. A volte penso che non riuscirò mai a tornare in quel mondo; che non sarò mai più in grado di provare quel senso di pace che dà il fatto di essere immersi nella luce; che non potrò mai più tenere fra le braccia il corpo morbido del mio gatto. A questo pensiero provo un dolore pungente nel petto, come se qualcosa dentro di me venisse schiacciato.
Haruki Murakami
Ci diciamo che nel giusto siamo noi io do a voi la colpa e poi Di notte sto coi sensi di colpa che mi mangiano il cranio Non riesco a dartela vinta ho il cuore più freddo del titanio Ho la testa tra le mani, rimorsi grossi come titani E la ragione che affonda come il Titanic I drammi di una donna che si mischiano coi miei Io in torto, con l'odio in corpo, che incolpo lei Troppo narcisista per prendermela con lo specchio Troppo egoista per odiare me stesso Non mi accollo i pesi del dolore Mi depersonalizzo, la bella vita è un brutto vizio Se dire " ho torto " è solo l'inizio dell'umiltà Ho sbagliato indirizzo ma sono capitato qua Nella vita si fanno parecchi errori, pensa ai tuoi Io penso ai miei e li ammetto prima o poi E se facciamo sbagli Diamo la colpa agli altri Vestiti da sciacalli Ci crediamo eroi E più facciamo sbagli Più continuiamo a farli Per non pensare che L'inferno siamo noi L'inferno siamo noi L'inferno siamo noi Quindi guardi a un pozzo petrolifero, convinti di essere i giusti come Lucifero L'inferno è questa vita non negare Tengo dentro tutta l'aria per non annegare La vita è insipida fatti dare un po' di sale che più stiamo qua Più diventiamo matti da legare (già) La colpa è un po' di tutti e forse di nessuno Non te lo chiedi tu continui a fare il duro Sono molti meno quelli a cui hai chiesto scusa di quelli che hai mandato a fare in culo "L'inferno" Emis Killa, Deleterio, J-Ax
Emis Killa