Mela Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Mela. Here they are! All 95 of them:

Remember, Lily, the opposite of love is nothingness—indifference. Hate and love are two sides of the same magic stone. What to worry about in this life is lack of feeling. Feeling nothing.
Heidi R. Kling (Devil's Frost (The Spellspinners of Melas County, #3))
Ma qualcosa mi manca. Ti ricordi? È sempre stato così, lo sento da come respiro la vita. Sento che mi manca come se mi fosse già appartenuta e qualcuno me l'avesse portata via. Ma non so esattamente cos'è. C'è chi cerca l'altra metà della mela, io sto cercando ancora la mia mezza. Sono uno spicchio di me stesso.
Fabio Volo (Esco a Fare Due Passi)
Luke mentioned that a lot of people go to the Kumbh Mela festival to ‘find themselves’. That’s a saying I’ve never understood. If I did want to find myself, I don’t think I’d find me at a festival with 20 million other people. I hate crowds. The
Karl Pilkington (An Idiot Abroad: The Travel Diaries of Karl Pilkington)
Parlare di casa nostra, dei nostri cari, delle nostre ragazze, dei nostri monti; degli amici. Ti ricordi, Rino, quella volta che l’insegnante di francese ci disse: – Una mela guasta può far marcire una mela sana, ma una mela sana non può sanare una mela guasta?
Mario Rigoni Stern (Il sergente nella neve)
Per essere isolati non bisogna rimanere soli, basta non avere vicino le persone che ami, basta rimanere accanto a quelle sbagliate, quelle che pur chiedendoti: come stai?, non potranno mai sapere come ti senti.
Antonio Romagnolo (E adesso rubami un'altra mela)
«Lo sai perché ho creato il desiderio?» Si era quasi dimenticata della presenza di D e rispose sovrappensiero: «Per garantire la riproduzione del genere umano?» «Ma no, per quello sarebbe bastato mandarvi in calore come gli animali. E non spiegherebbe gli omosessuali.» Si voltò a guardarlo, incuriosita dall’evolversi della conversazione. «Molte religioni sostengono che tu non accetti l’omosessualità...» lo provocò con uno dei pregiudizi che aveva sempre detestato. «E perché mai l’avrei creata, allora? Io non faccio errori. Beh, tranne la questione della mela, ma si è trattato di un fraintendimento. E qualche problema con i vegetali e altri animali, ma mai con voi. No, io ho creato tutti i tipi di desiderio, eterosessuale ed omosessuale, e sai perché?» Grace alzò le mani in segno di resa, attendendo la risposta e iniziando in cuor suo a pensare che D non sarebbe stato affatto male come Dio. Forse, all’alba dei tempi, avrebbero dovuto fare delle libere elezioni. O almeno delle audizioni. «Per farvi riconoscere. Mi sembrava un buon sistema, al tempo, anche se ho avuto dei dubbi già con la storia di Davide e Bestabea...» «Riconoscere?» «Tra anime compatibili. Il primo indizio è il desiderio. È quando è anche l’unico, che le anime non sono compatibili, proprio come nella storia di Davide e Bestabea.»
Mirya (Trentatré)
Non riesco a trattenere un sorriso, al pensiero di un gioco che vuol farsi chiamare “football” pur calciando la palla coi piedi. Una palla sferica. Europei.
Alain Voudì (Indipendenza violata)
Kūryba yra melas. Aprašinėji, kaip kentėjai, bet juk nė velnio nekentėjai.
Marcelijus Martinaitis
She could read the patterns, knew at a glance a Melas from a Konya, a Ladik from a Sivas. She loved the Ladik.
Ann Patchett (The Magician's Assistant)
Perché non riusciamo ad essere felici da soli? Perché ci serve sempre qualcosa per essere felici? Cosa ci manca? Dov'è l'altra metà della mela? Esiste? Riusciremo mai a trovarla?
Manuel Caboni (Contai le stelle per parlarti)
Istorija yra nugalėtojų melas, tik reikia pridurti, jog tai ir nugalėtųjų saviapgaulė.
Julian Barnes (The Sense of an Ending)
Anche il giardino dell'Eden non era nient'altro che una grande gabbia di lusso" dice Adam. "Resterai uno schiavo per il resto della tua vita, a meno che tu non morda la mela.
Chuck Palahniuk (Survivor)
Vinayak proclaimed in both Mitra Mela and Abhinav Bharat that their true caste and religion is humanity and humanity alone.
Vikram Sampath (Savarkar: Echoes from a Forgotten Past, 1883–1924)
essere donna è così affascinante. È un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esistesse potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c'è un'intelligenza che urla d'essere ascoltata.
Oriana Fallaci
Yulin, a festival in China where thousands of dogs are slaughtered for feast. Gadhimai Mela, a festival in Nepal where buffaloes, pigs, goats, chickens, and pigeons are slaughtered in large scale Eid, a festival observed throughout world where animals of various categories are sacrificed. Come to the land of gods, India, where women are slaughtered each year, each month, everyday. STOP female foeticide!
Debajani Mohanty
MELA Ojciec przecież łokciami ludzi nie roztrąca. ZBYSZKO Bo ojciec wybrał dogodniejszą drogę. Mama za niego łokciami się przez świat przepycha, a on za nią. MELA po chwili To wszystko bardzo jakieś smutne. ZBYSZKO Koń by zapłakał. MELA Ty ze wszystkiego się śmiejesz. ZBYSZKO Tak śmieją się wisielce.
Gabriela Zapolska (Moralność pani Dulskiej)
heart was racing.
Heidi R. Kling (Witch's Brew (The Spellspinners of Melas County, #1))
E lei ora desidera. È uscito del letargo della sua rassegnata solitudine, ha scoperto la fame del suo cuore, sa che la mela è proibita, ma desidera. Non avrà più pace, né dieta. [...] Soffrirà, il suo cuore, lo stomaco e le viscere andranno in subbuglio, il suo istinto di Homo erectus potrà essere temprato, ma non vinto. La mela è caduta dall'albero del destino.
Stefano Benni (Di tutte le ricchezze)
MELA Tak. Mnie się także zdaje, że ja się wszystkim usuwam, że mnie lada chwila ktoś potrąci, że… ZBYSZKO To źle. Panna Dulska powinna iść naprzód tak... rozumiesz. Ktoś potrąci — ty jego… to powinna być nasza zasada. Jak najwięcej miejsca. Für die obere zehn tausend milionen kołtunen! MELA Zbyszko! dlaczego ty nas wszystkich tak nie lubisz? ZBYSZKO Za mało „nie lubisz”. Ja was wszystkich nienawidzę i siebie razem z wami.
Gabriela Zapolska (Moralność pani Dulskiej)
Be', c'è questo Dio, il vostro Dio, che piazza un melo in mezzo al giardino e dice: "Ragazzi, fate quello che volete, ma non mangiate le mele". Caso straordinario, loro addentano una mela, ed ecco che lui ti salta fuori da dietro un cespuglio gridando: "Vi ho beccati, vi ho beccati!". Non avrebbe fatto molta differenza se non avessero mangiato la mela. [...] quando hai a che fare con quel tipo di dei, in trappola ci cadi sempre.
Douglas Adams (The Restaurant at the End of the Universe (The Hitchhiker's Guide to the Galaxy, #2))
MELA Hesiu, nie gwiżdż! HESIA Aha! ziemia się trzęsie — co? — no, a teraz walca — moja brylantowa. (obejmuje ją — walcują.) MELA Dlaczego mnie tak ściskasz? HESIA Bo ja jestem mężczyzna. MELA Ale ja nie mogę oddychać. HESIA Właśnie — a jak za kobietę, to tak! o! (przerzuca się na rękę Meli) odmlewająco! omdlewająco! a potem w oczy... w oczy... Ja tak zawsze robię... MELA Ty?! HESIA Ja! powiadam ci — studenty czerwienią się, jak buraki.
Gabriela Zapolska (Moralność pani Dulskiej)
Of course I didn't read James and sit down and say, Now I'll write a story about that “lost soul.” It seldom works that simply. I sat down and started a story, just because I felt like it, with nothing but the word “Omelas” in mind. It came from a road sign: Salem (Oregon) backwards. Don't you read road signs backwards? POTS. WOLS nerdlihc. Ocsicnarf Nas... Salem equals schelomo equals salaam equals Peace. Melas. O melas. Omelas. Homme helas. “Where do you get your ideas from, Ms Le Guin?” From forgetting Dostoyevsky and reading road signs backwards, naturally. Where else?
Ursula K. Le Guin (The Wind's Twelve Quarters)
Of course I didn’t read James and sit down and say, Now I’ll write a story about that “lost soul.” It seldom works that simply. I sat down and started a story, just because I felt like it, with nothing but the word “Omelas” in mind. It came from a road sign: Salem (Oregon) backwards. Don’t you read road signs backwards? POTS. WOLS nerdlihc. Ocsicnarf Nas . . . Salem equals schelomo equals salaam equals Peace. Melas. O melas. Omelas. Homme hélas. “Where do you get your ideas from, Ms Le Guin?” From forgetting Dostoyevsky and reading road signs backwards, naturally. Where else?
Ursula K. Le Guin (The Ones Who Walk Away from Omelas)
In calce all’ultimo capitolo del copione della Contessa era scritta la nostra prossima meta: la base di Sebastopoli, in Crimea, ora in mano ai tedeschi dopo la grande avanzata seguita al collasso della Russia. Lì avremmo fatto il pieno di carburante e proseguito verso la nostra, ancora sconosciuta meta.
Paolo Ninzatti (Missione Medea)
...una fila di donne nude, dalle carni bianche, come appare la pelle quando viene spogliata dei vestiti, d'inverno. Una nudità così non l'ho mai veduta. Una nudità che, nel suo rivelarsi ultimo, arreso, si fa lieve, trasparente e muta. Le teste sono incassate nelle spalle, i petti incurvati in avanti, le mani a coprire i sessi. Sono i dannati che si avviano, senza ribellarsi, verso l'estrema condanna, pur sapendo di essere innocenti. C'è un marchio che li inchioda al loro destino di martiri. Sono colpevoli di vivere, di essere se stessi. Anche se non hanno ascoltato il serpente, se non hanno morsicato la mela della tentazione, sono lì a subire l'umiliazione del rifiuto divino. Per sempre, dicono, quei corpi curvi, per sempre. Ma perchè?
Dacia Maraini (Il treno dell'ultima notte)
Sono cattivi esploratori quelli che pensano che non ci sia terra se vedono solo mare, disse Francis Bacon con centinaia d’anni di anticipo. Francis non sapeva quanto le sue parole riflettessero l’indole delle generazioni future, e settecento anni dopo che il suo inchiostro si era mescolato alla carta, l’uomo si era dimenticato di lui. Ma le sue parole erano lì, sotto gli occhi di tutti.
Raffaele A. Garzone (Il settore 9)
Eccola dunque col pensiero laggiù. Le par d’essere ancora fanciulla, arrampicata sul belvedere del prete, in una sera di maggio. Una grande luna di rame sorge dal mare, e tutto il mondo pare d’oro e di perla. La fisarmonica riempie coi suoi gridi lamentosi il cortile illuminato da un fuoco d’alaterni il cui chiarore rossastro fa spiccare sul grigio del muro la figura svelta e bruna del suonatore, i visi violacei delle donne e dei ragazzi che ballano il ballo sardo. Le ombre si muovono fantastiche sull’erba calpestata e sui muri della chiesa; brillano i bottoni d’oro, i galloni argentei dei costumi, i tasti della fisarmonica: il resto si perde nella penombra perlacea della notte lunare. Noemi ricordava di non aver mai preso parte diretta alla festa, mentre le sorelle maggiori ridevano e si divertivano, e Lia accovacciata come una lepre in un angolo erboso del cortile forse fin da quel tempo meditava la fuga. La festa durava nove giorni di cui gli ultimi tre diventavano un ballo tondo continuo accompagnato da suoni e canti: Noemi stava sempre sul belvedere, tra gli avanzi del banchetto; intorno a lei scintillavano le bottiglie vuote, i piatti rotti, qualche mela d’un verde ghiacciato, un vassoio e un cucchiaino dimenticati; anche le stelle oscillavano sopra il cortile come scosse dal ritmo della danza. No, ella non ballava, non rideva, ma le bastava veder la gente a divertirsi perché sperava di poter anche lei prender parte alla festa della vita. Ma gli anni eran passati e la festa della vita s’era svolta lontana dal paesetto, e per poterne prender parte sua sorella Lia era fuggita di casa… Lei, Noemi, era rimasta sul balcone cadente della vecchia dimora come un tempo sul belvedere del prete.
Grazia Deledda (Reeds in the Wind)
My whole life I’d lived off the one wretched ambition that still possessed me: to be more than I was; to reject and despise everything that was in my reach and to set goals I was incapable of reaching; to chase after emotions I was incapable of feeling; to seek out adventures I couldn’t live up to; to have a friendship that was no friendship, a love that was no love; ambitions yoked to a weak will, a will stuck in the mire of unfulfilled desire.
Mela Hartwig (Am I a Redundant Human Being? (German and Austrian Literature Series))
On March 17 Napoleon held a consuls’ meeting, which he did most days at this time, a Conseil d’État, which he did every couple of days, and then a military strategy session with his chief cartographer, General Bacler de l’Albe, kneeling on huge large-scale maps of Piedmont spread out on the floor and covered in red and black wax-tipped pins to show the positions of the armies. (Sometimes, when crawling around the floor together on the maps, Napoleon and de l’Albe would bump heads.) In the strategy meeting he allegedly asked Bourrienne where he thought the decisive battle would be fought. ‘How the devil should I know?’ answered his Brienne-educated private secretary. ‘Why, look here, you fool,’ said Napoleon, pointing to the plains of the River Scrivia at San Giuliano Vecchio, explaining how he thought Melas would manoeuvre once the French had crossed the Alps.3 It was precisely there that the battle of Marengo was fought three months later.
Andrew Roberts (Napoleon: A Life)
XI Dico che quand' ella apparía da alcuna parte, per la speranza de la mirabilo salute neun nemico mi rimanea, anzi mi giugnea una fiamma di caritade, la quale mi facea perdonare a chiunque m'avesse effeso: e chi allora m'avesse domandato di cosa alcuna, la mia risponsione sarebbe stata solamente: « Amore », con viso vestito d'umiltà. E quand'ella fosse alquanto propinqua al salutare, uno spirito d'Amore distruggiendo tutti gli altri spiriti sensitivi, pingea fori li deboletti spiriti del viso, e dicea loro: " andate a onorare la donna vostra", ed elli si rimanea nel luogo loro. E chi avesse voluto conoscere Amore, fare lo potea mirando lo temore degli occhi miei. E quando questa gentilissima salute salutava, non vhe amore fosse tal mezzo, che potesse obumbrare a mela intollerabile beatitudine, ma elli quasi per soverchio di dolcezza diventa tale, che 'l mio corpo, lo quale era tutto allora sotto 'l suo reggimento, molte volte si movea come cosa grave inanimata. Sì che appare manifestamente che ne le sue salute abitava la mia beatitudine, la quale molte volte passava e redundava la mia capacitate.
Dante Alighieri
Tina sognava acque placide e un sole nascosto da fronde e nuvole che non esistevano. Il sole d’improvviso si è fatto notte, una notte guasta e pesante. L’acqua si è infettata, agitandosi torbida intorno a lei, trasformando un lieve nuotare in un isterico annaspare in cerca d’aria. I riflessi sono diventati tenebre e la solitudine minaccia. Presenze ovunque intorno a lei, dietro ombre che prima nemmeno esistevano. Centinaia di occhi la scrutano malevoli, centinaia di ansiti, tutti appartenenti ad un unico padrone. Lei l’unico oggetto della sua attenzione.
Paolo Ferrara (L’orrore numero 91)
Josephine è uno e molti. È fatta di respiri, ricordi, paure. Sogni, anche. Il suo nome è sconosciuto ai più, ma chi la incontra sa riconoscerla. Ha tanti volti. I suoi occhi ciechi esplorano intensamente tutti i mondi. E ha un’anima per ogni universo. Josephine vive su una stella. O nel fango delle paludi. O tra gli sterminati campi di grano delle praterie. Su ruvide montagne di roccia o tra le sabbie rosse di pianeti lontani. Sopra di lei, un cielo carico di oscuri presagi. Intorno, ombre dense e un corposo silenzio. Acque fluide la avvolgono e la cullano. Josephine è ovunque, e in nessun luogo.
Monica Serra (Le Mele Avvelenate)
Sono sovraccarico di tensione, irritato ed irritabile. Con le persone, con gli oggetti. Il pensiero più disturbante? Che sia stato io stesso ad alimentare qualcosa che forse non c’era. Ora sicuramente quel coltello che mi scava dentro non è più un illusione. Gli occhi e le orecchie invisibili a cui è affidata la mia persona non avranno mancato di tradurre i miei nuovi atteggiamenti in paragrafi e capitoli, corredati di suggerimenti e domande, a dubbi legati alla mia affidabilità ed efficienza. Un giorno non mi spiacerebbe avere accesso ai rapporti compilati e incasellati a mio nome. Avrei l’occasione di leggere il diario segreto che qualcuno ha scritto su di me.
Paolo Ferrara (L’orrore numero 91)
L’animale assomigliava a una lucertola, ma aveva le zampe più lunghe e leggermente palmate. Non erano adatte all’acqua, tutt’altro. L’evoluzione aveva imposto alle piccole creature di Haren dei canoni standard per poter navigare in quella sabbia finissima senza affondare. La lucertola saggiava l’aria torrida con la lingua. Era immobile da due ore, speranzosa che un paio di piccole ali trasparenti gli svolazzassero sotto i denti. La sua attenzione fu attratta da qualcosa nel cielo: un oggetto imponente, faceva rumore, ed era più caldo dell’aria. Nulla che promettesse qualcosa di buono. L’istinto prevalse sulla poca ragione dell’animale, e la strana creatura scattò via mulinando le zampe sulla sabbia.
Raffaele A. Garzone (Il settore 9)
Ticchettio d'ingranaggi. Rumore di pistoni. Sbuffi di vapore. Boyle. Rufus Leddy Boyle, lo scienziato pazzo. Henry sentì crescere dentro di sé la paura, come albume d'uovo montato a neve. In che mani era finito? Tentò ancora di muoversi, ma invano. L'ombra dell'uomo che aveva appena parlato gli coprì il viso. «So che potete sentirmi, lord Demison. Sono il colonnello Comask». Pausa. Anche l'uomo chiamato “dottor Boyle” entrò nel campo visivo di Henry. Poi il colonnello proseguì: «Avete servito egregiamente la corona, ma date le circostanze, credo che sia opportuno congedarvi. Non c'è urgenza di recuperare i documenti. E, almeno per il momento, la vostra missione è compiuta». Fece un saluto militare. «Ci rivedremo a Londra». Salutò il dottore e se ne andò. Henry era ancora impossibilitato a muoversi. Vide il dottor Boyle farsi più vicino e togliersi gli occhialini di protezione. Gli lesse negli occhi una strana mescolanza di orgoglio e compassione. «Bentornato tra i civili, lord Demison», disse l'uomo con insolita dolcezza. «E benvenuto nella vostra nuova vita».
Monica Serra (Evaporismi)
Il cacciatore calò il pugnale, disegnando una falce di luna nell’aria, e colpì il torace, proprio al centro, scavandosi la strada tra le scaglie dai mille colori che impallidivano man mano che il sangue defluiva. Squarciò e lacerò. Ci fu dolore, così tanto dolore da riecheggiare oltre le montagne, fino al cielo, eppure il drago non si mosse. Continuò a fissarlo, mentre la terra sotto di loro tremava. L’uomo dovette spostarsi per mantenere l’equilibrio, quando il mondo intero fu travolto da un’onda potentissima. Il drago sentì quella marea trascinarlo fuori dal suo corpo. Poi la lama si fermò e il drago morì. Eppure non era davvero morto. Era ancora lì, esisteva, ma fuori dalla magnifica carcassa che aveva solcato per secoli i cieli. E vide ogni cosa, attraverso una specie di nebbia. La valle inondata di sole. L’essere odioso e meschino che gettava via il pugnale imbrattato di sangue scuro e denso. Il proprio corpo straziato. La coda squamosa che percuoteva il terreno un’ultima volta, prima di crollare inanimata. E nell’istante in cui il cacciatore estrasse con le mani avide il cuore pulsante, ogni luce si spense e il drago divenne leggenda.
Monica Serra (La Canzone del Drago)
Con l’adolescenza i gesti d’affetto della figlia erano diventati rari – un bacetto sulla guancia, un mezzo abbraccio svogliato – e per questo ancora più preziosi. Era così che andavano le cose, si era detta Mia, ma quanto era dura. Un abbraccio di tanto in tanto, la testa appoggiata per un istante sulla tua spalla, quando la cosa che avresti voluto più di ogni altra era cingerli tra le braccia e tenerli talmente stretti da diventare una cosa sola e inseparabile. Era come allenarti a vivere del solo profumo di una mela quando in realtà avresti voluto divorarla, affondarvi i denti e consumarla fino ai semi, al torsolo, tutto quanto.
Celeste Ng (Little Fires Everywhere)
Don’t cry, honey bee, the world isn’t all sunshine. Only after the thunder, the storms and the floods do we truly appreciate the sun.” Restart- The Encounter by Mela Wagner
Mela Wagner (Die Begegnung (Restart, #1))
Spero che tu abbia capito che vivo da solo nella foresta,” urlò James, con un tono ansioso malamente rivestito di rimprovero. “Se dovessi cadere e farti male, non potrò curarti con della polvere di fata.” Peter mise alla prova la resistenza di un altro ramo. “Non mi farò male,” rispose mentre si tirava su verso la prossima intersezione e allungava una mano per afferrare la mela più vicina. “Sono lo spirito della gioventù e della gioia, non ti ricordi?” “Sei un uomo adulto e un vero tormento.” “Sono il tuo tormento,” disse Peter e poi fece una pausa, imbarazzato con sé stesso e felice d’essere troppo in alto fra i rami perché James potesse vederlo. Anche lui, però, era stranamente rimasto in silenzio finché Peter non cominciò a lanciargli delle mele. Quando ebbe raccolto abbastanza mele da bastare a entrambi, Peter cominciò a scendere dall’albero con ben poca cautela, scivolando fra i rami e graffiandosi le mani contro la corteccia. Sbagliò a valutare l’altezza dell’ultimo salto e atterrò al suolo un po’ pesantemente cadendo fra le braccia di James che aveva lasciato andare le mele per riuscire ad afferrarlo. “Grazie,” gli disse Peter sorridendo. Le guance di James erano rosse e aveva una buffa espressione a metà fra l’incantato e l’infastidito e stava sorridendo pur cercando di restare serio. Aveva messo le braccia intorno alla vita di Peter e lo raddrizzò rimettendolo in piedi. Quando si mosse per tirarsi indietro, Peter gli prese la camicia fra le dita. In questo mondo, le sue labbra erano più soffici, senza il sapore di rum e sale, ma qualcosa dell’odore dell’oceano inondò Peter quando si baciarono
Austin Chant (Peter Darling)
There is a small valley ten kilometers from the joint Mars colony, not visible from the surrounding desert, in the heart of the Melas Chasma in the Valles Marineris. As you approach it you will see three crosses -- one a traditional Latin cross, and two Celtic crosses. One of the Celtic crosses is next to the Latin cross. The other Celtic cross sits off to the side. It's obviously a small graveyard. And you're the first person to see this lonely place since I was there in 1985. You want to know what I know about it? I know everything. I dug those graves. By hand.
Lou Antonelli (Another Girl, Another Planet)
Se si avvelena una mela, non si può ignorare che i suoi semi presto o tardi faranno nascere un raccolto di veleno e pestilenza.
Alice Chimera (Infelici e scontenti)
Kumbha Mela is held every third year, successively, in Hardwar, Allahabad, Nasik, and Ujjain, returning to Hardwar to complete a twelve-year cycle. Each city holds Ardha (half) Kumbha in the sixth year after its Kumbha; thus Kumbha and Ardha Kumbha are held, in different cities, every three years.
Paramahansa Yogananda (Autobiography of a Yogi (Complete Edition))
„Melas - tai išdavystė. Kaip pavojinga liga, kuri vis plečiasi, nes vieną melą dažniausiai lydi kitas. Nekaltas melas, lyg nuo kalno paleista gniūžtė, netrunka virsti viską šluojančia lavina.
Donata Kontenienė „Kažkas naujo, ar 47A."
Didieji pasikeitimai, tikrieji pasikeitimai vyksta ten, giliai, žmogaus sieloje, kur įvairiais pavidalais grumiasi gėris ir blogis, tiesa ir melas, laisvė ir prievarta.
Justinas Marcinkevičius (Dienoraštis be datų)
...mi ritrovavo a terra e una voce di ragazza rideva in un tintinnio argentino. Mi alzai e lei era davanti a me, la mela d’oro ancora stretta tra le dita delicate. La sua pelle era un diamante liquido, un cristallo levigato che scorreva e si rimodellava e rubava il colore al mondo tutt’intorno: oro dalla mela per tingere di giallo e scintille le mani, verde dall’erba su cui posavano i suoi piedi, grigio e vermiglio dal sole che tramontava tra le nubi all’orizzonte attraverso il suo corpo, azzurro dal cielo per colorare i capelli che sembravano spuma marina. Era nuda, minuta e flessuosa. Ed era bella, estremamente bella. La bellezza terribile che hanno gli angeli e le catastrofi. Mi guardò sorridendo, poi mosse un passo che era anche un volteggio e mi prese per mano, come se volesse danzare con me. Ma io non mi mossi «Questo è un sogno…» Lei rise di nuovo, una risata sincera che trasmetteva gioia. «Sì, come tutto ciò che hai vissuto fino ad ora.» La fissai negli occhi, e fu come guardare nel cuore nucleare di due stelle in procinto di esplodere. Distolsi subito lo sguardo, ma la vertigine non si fermò.
Luca Tarenzi (Il sentiero di legno e sangue)
I remember an interesting example of how flexibility in these rules was offered to loyal munims who had to remain away from their families for months. Once, when a munimji returned, I was asked to take a report on the expenditure from him and submit it to my grandfather. This particular munimji was very meticulous. He started dictating the list of expenses for about two months of his travel. I was dutifully noting these down and tallying the figures. One of the items he listed was Rs 15 for ‘change of oil’. This was a bit perplexing for me, as he did not use any vehicle. So I asked him, ‘Munimji, ye kiska tel badalwaya tha? Koi truck tha kya?’ (What was the oil change for? Was it for some truck?) He looked away and did not reply. But my grandfather heard. He gently but firmly told me to write it down but not question the munimji. The matter ended there for the moment. But the question remained with me. I couldn’t understand why a meticulous person like my grandfather would allow a suspicious-looking expense without questioning. The answer came to me some days later. The munimji had been away from his home and family for more than two months. So this sum of Rs 15 had been spent as entertainment. But this was not the cost of some movie or mela. He had probably visited a kothewali, a lady of the night. Such expenses were allowed as Dadaji was pragmatic about it. The only issue was that such expenses had to be listed under other categories.
Subhash Chandra (The Z Factor: My Journey as the Wrong Man at the Right Time)
Mela Winslow, the first time i saw you my heart whispered that you were the one." ...Mela cocks her eyebrow. "OK," Jackson concedes "The very first time i saw you my heart said 'she's going to f**king kill you.' But after that passed and you became the pain in my a** that you still are... it whispered you were the one.
Kristi Pelton (Scars and Tats)
The way I see it, religion, has done our family more harm than good. For me, faith has never been a source of comfort... For herself, Mela always missed having that sense of identity. She had a longing to belong... Long ago, we found that compromise.
Ralph Webster (A Smile in One Eye: a Tear in the Other)
Mane įžeidžia tik melas, o nuoširdus patarimas - niekada.
George R.R. Martin (A Storm of Swords (A Song of Ice and Fire, #3))
Quando alzai la testa, ormai fradicia, ero di nuovo davanti alla centrale. Non mi ero nemmeno accorto che la sigaretta si fosse spenta a causa della pioggia; solo quando mi fermai l’odore acre del mozzicone bagnato che avevo tra le labbra raggiunse pungente le narici, disgustandomi. Lo sputai lontano, come a volermi liberare di un qualcosa che mi assillava da anni, ma quell’amaro che sentivo in bocca non se ne andò, anzi, sembrò restare per ricordarmi il sapore della realtà. Lo stomaco mi si rivoltò dallo schifo. Guardai il mio riflesso in una pozzanghera agitata dall’acqua che cadeva, e per la prima volta sentii il peso di ciò che era diventata la mia vita: un qualcosa di cui non mi sarei mai potuto liberare. Mi resi conto che tutto questo avrebbe finito per consumarmi e dopo tanti anni mi sentii di nuovo solo.
Diego Collaveri (Anime assassine: La vendetta del Cigno Nero)
Guardando Gundam si ha la sensazione di assistere a una fiction televisiva corale, in cui uomini e donne fatti di carne e sangue combattono, muoiono, vivono e amano all'interno di un palcoscenico che seppur fittizio non ci appare affatto inverosimile. Le vicende legate all'Universal Century di Gundam, la linea temporale all'interno della quale trovano posto sia gli avvenimenti narrati nella serie classica sia le altre produzioni a essa collegate, ci conducono per mano tra i meandri di un altro universo.
Claudio Cordella (Anime Robotiche)
«Per la Dea Madre. Sergente, che cos’è mai quest’abominio?» chiese un fante. Avevano abbattuto uno dei robot indigeni, una specie di ragno cibernetico. Quel coso stava procedendo diritto come un missile verso la loro base, forse si trattava di un kamizake. Dopo aver svuotato i caricatori, arrestando una volta per tutte la sua corsa, l’avevano aperto come una scatoletta di tonno.
Claudio Cordella (50 sfumature di Sci-Fi)
Helen mi prese la mano, come se fosse impaurita. Mi ricordava lo sguardo di una bambina in cerca del proprio padre. Scossi la testa e la abbracciai. Lei era sola almeno quanto me, la comprendevo.
Laura Buffa (Gli ultimi giorni del Corvo)
Rileggendo quelle poche frasi come sotto ipnosi, tardai ad accorgermi che la mia compagna virtuale aveva proiettato in un angolo del parabrezza la propria icona, cercando di attirare la mia attenzione in maniera il più possibile garbata e discreta. Scacciai quella pagina con la mano, archiviandola, come se non volessi mostrarle quanto la specie che l’aveva creata fosse andata vicina ad annientarsi da sola, neanche cent’anni prima.
Serena M. Barbacetto (My little lady)
Guardo Edith, ormai avanti negli anni: dopo avermi cercato con gli occhi e trovato ai margini di quel giardino solatio, intento a scrivere sul mio solito quaderno rilegato di pelle lista e scolorita, mi scruta da lontano, lasciando affiorare un sorriso che le increspa appena le labbra. È lì e aspetta, come sempre, seduta nella sua poltrona preferita sotto il portico della candida villa in cui viviamo da vent’anni, immersa nel verde e nei fiori. Vorrei dirle che il problema non è nostro, ma del mondo, che non ama le cose semplici. Il mondo è un caos d’idee complicate che si fanno la guerra fra loro, senza lasciare spazio alla ragionevolezza, e a coloro che si lanciano in fantasticherie idealistiche non offre che buche in cui seppellirle, quando giunge il momento di raccoglierne i pezzi. Adesso che anche l’ultimo grande sogno è finito, un’altra Grande Guerra è alle porte. Se sarà ancora peggiore della precedente, probabilmente sarà l’ultima. (...) Sostando in piedi all’ombra del grande albero, Edith fissa un punto lontano, all’orizzonte, appoggiandosi alla staccionata bianca, e continua a fissarlo fin quasi a farsi lacrimare gli occhi.
Serena M. Barbacetto (My little lady)
Restai con lo sguardo fisso a osservare quella figura che si allontanava, fino a sparire; finché non mi accorsi che, nel punto dove stavo guardando, ormai non c’era più nessuno.
Diego Collaveri (Anime assassine: La vendetta del Cigno Nero)
Lo sfrigolio delle foglie di una vecchia quercia riempiva il silenzio che galleggiava intorno. L’odore dell’erba saturava le narici fin quasi a inebriare la mente. Il corpo giaceva rilassato alla frescura dell’austero tronco, immerso nell’aria serena della primavera. Karen, sdraiata accanto a lui, si avvicinò al suo orecchio, sorridendogli dolce. «Jonathan, è ora di svegliarsi» sussurrò. «Devi andare al lavoro». L’uomo si destò, aprendo gli occhi nella penombra della stanza metallica. Fece un lungo sospiro, riempiendosi i polmoni di aria stagnante prima di sedersi sul letto e togliersi le cuffie telepatiche che controllavano il sonno. Guardò la moglie distesa accanto a lui, ancora beatamente immersa nel sogno immaginario; aveva programmato la sveglia olografica con le sue fattezze per rendersi più dolce il risveglio in una realtà così diversa.
Diego Collaveri (La riconquista di Eden)
«Guardami!» gli ordinò «Io sono Isabelle Morens. Il mio cognome è sinonimo di traditore, la mia famiglia è stata uccisa e i nostri beni confiscati, cosa pensi che direbbero a Corte se annunciassi che hai intenzione di sposare la figlia dei traditori? In questi mesi ho sempre avuto la speranza di ritrovarti e ricominciare da dove ci eravamo lasciati, ma pensavo di avere a che fare con un uomo normale, un borghese come me». «Isabelle, non mi importa chi sono, non mi importa chi la gente creda che tu sia…» disse lui avvicinandosi. Isabelle non si oppose. «Un modo l’avremmo trovato… Lo possiamo an-cora trovare!». La ragazza scosse la testa e abbassò lo sguardo.
Marta Savarino (La Vendetta di Isabelle)
Il suo sguardo, spento e lucido, si volse semi-febbricitante verso il tavolo. «Ma questa è la regola! Se la deve guadagnare!» La sua mano stavolta ebbe un sussulto, mentre fissava con un accenno di lacrime e frenesia la fotografia.
Laura Locatelli (Wolf)
Il sorriso di Helen mi tranquillizzò; in fondo era una delle persone che amava leggere per prima i miei lavori. Intinsi la punta nell'inchiostro e scrissi le prime parole: Il cuore rivelatore.
Laura Buffa (Gli ultimi giorni del Corvo)
Nella mia terra natale, lo Yamato, io consacrai il mio corpo e la mia vita alla nostra imperatrice-dea, l’immortale Amaterasu-ō-mi-kami. I servi del suo ordine, in cambio di un servizio che durava una vita intera, ricevevano un corpo artificiale. Si trattava di un involucro meccanico costruito grazie alle conoscenze protoculturiane, provenienti da quella stessa civiltà che aveva costruito eoni prima la medesima Amaterasu.
Claudio Cordella (Gatha)
Ma un rivolo, di Sogurdr discende le gote cupo come sangue rappreso, nel ricordo di chi un tempo con lui condivise il fato, di chi, una notte, spartì con lui l’amore, in un letto di scudi, spade e altresì lance.
Fabrizio Corselli (Il Portatore di Corni)
«Non sottovalutare i nemici del Faraone, figlio mio. Gli Ittiti sono barbari, certo, ma forti e astuti. E anche se le loro chiome sono lunghe, i loro carri da guerra sono temibili e le loro scuri affilate. Per anni hanno conteso il dominio della Siria ai figli del Nilo».
Christian Antonini (Le prime gocce)
Assottiglia Gundjr la moltitudine di nodi che veste la propria barba bruna, incolta, mentre Tarek avido ne sorseggia un altro dopo aver terso con la lingua quelle serpi bionde, che infuriano sopra la sua bocca; irrora ancora più ebbro il proprio corno Hengherest, ripassando con le sue falangi le figure istoriate al pari di superbe rune.
Fabrizio Corselli (Il Portatore di Corni)
Quei due mondi erano specchi deformanti: si riflettevano a vicenda e gettavano luci e ombre l’uno sull’altro, come se s’interrogassero e ponessero in dubbio reciprocamente. L’illusione era così perfetta che dovevo ripetermi in continuazione che una di quelle dimensioni era reale, mentre l’altra non lo era.
Serena M. Barbacetto (My little lady)
Ecco: adesso la Luna mi parla. È un volto freddo e luminoso che galleggia là fuori nel buio, e queste sono le sue prime parole, un segnale limpido e sintetico di fredda, incontaminata intelligenza che giunge alla mia consolle attraverso l’etere. «Inizializzazione rete neurale…» Guardo le stelle, nel riquadro della finestra, e quell’algido sorriso di luce che rischiarerà le notti a venire. «Aggiornamento subroutine in corso…» Tutto ciò che desidero… ciò che tutti desideriamo è uno sguardo che ricambi il nostro, là fuori, e una voce che ci risponda. «Avvio del sistema» Ascolto il primo vagito della mia creatura, lassù, sola nel vuoto, e so che presto diverrà un muto dialogo fra macchine, un silenzioso scambio di dati e rilevazioni che non richiederà alcuna supervisione umana. «Verifica periferiche della bioarchitettura Tycho-1 in corso…»
Serena M. Barbacetto (50 sfumature di Sci-Fi)
L'anima si ribella mentre gli occhi si chiudono. Il buio la inghiotte e niente disturba più il suo sonno. Voleva rispondere al bacio, voleva davvero farlo. Ma adesso non importa. Ora si gode la pace trovata. In quel limbo dov'è rinchiusa niente la turba, niente. E le paure scivolano via. Perdono consistenza, spariscono. Una pace artificiale l'ammanta e la stringe piano. La culla e le sussurra dolci parole placando la sua rabbia. Lucy rimane inerme tra le braccia di Nico che ancora la stringe. Oltre le palpebre chiuse un mondo fatto di foschia accarezza la sua mente stanca e provata. Lucy si lascia trasportare in quel vuoto. Grata di annullarsi e poter dimenticare. Lascia andare i suoi timori. Le sue ansie e i suoi tormenti. Tutto si confonde e tutto si trasforma. Adesso nulla è più come prima. Nemmeno i ricordi.
Fiorella Rigoni (Lucy)
Un colpo secco squarciò il velo di silenzio adagiato sulla casa abbandonata e la grande porta bianca precipitò, trascinando con sé tutta la rabbia, il rancore e la frustrazione di quei folli giorni che sarebbero rimasti nella Storia. La quiete di un mondo dorato ormai al crepuscolo si frantumò nelle voci rozze dei quattro giovani bolscevichi ansiosi di vedere il lusso e di portarsi a casa qualche ricordo di una vita che non avrebbero mai vissuto. «Finalmente! Sono dure queste porte, eh?» ghignò uno di loro. «Non sono più dure di noi! Niente è più forte del popolo!» gridò un altro, trascinato dall’entusiasmo. Varcarono la soglia della dimora signorile come se fossero i padroni, con il loro incedere sbruffone e meravigliato al tempo stesso. Scarponi sporchi e di grossolana fattura calpestarono con noncuranza il pavimento di marmo bianco striato di venature nere, battendo la marcia sostenuta e incessante della rivoluzione.
Francesca Rossi (Il Palazzo d'Inverno)
Quando mi voltai, mi trovai dinanzi a una figura avvolta in una cappa nera, lunga fino ai piedi. Urlai, indietreggiando per lo spavento. Mi scontrai involontariamente contro un quadro, facendolo cadere con un tonfo. Sentii il rumore del vetro che si rompeva in mille pezzi. - Il buio vi proteggerà, Poe - disse l'ombra con una voce roca che graffiava i timpani. Non pensavo che sarebbe ritornato. Non stasera.
Laura Buffa (Gli ultimi giorni del Corvo)
Sako, jog nutylėta tiesa taip pat gali būti melas.
Herbjørg Wassmo
If one refers to the texts, it is undeniably clear that the dead individual becomes a tutelary spirit of a specific location. In the Celtic sphere, the Triads in the medieval Welsh manuscript Llyfr Coch Hergest (Red Book of Hergest) say that the head of Llyr’s son, Bran the Blessed, was hidden in the White Hill of London with its head turned facing France. As long as it remained in that position, the Saxons could not oppress the island. The remains of Gwerthefyr (Guorthemir) the Blessed were hidden in the principal ports of this island and so long as they remained concealed there was no fear the Saxons would invade the country.11 Pomponius Mela tells how the Philaeni brothers had themselves buried beneath a dune to ensure Carthage took possession of a contested territory and, certainly, in order to become tutelary spirits. The place took the name of Arae Philaenorum.
Claude Lecouteux (Demons and Spirits of the Land: Ancestral Lore and Practices)
Juk niekas negali žinoti, kas dedasi kito žmogaus širdyje? Išmintinga moteriškė moka, kai reikia, patylėti.
Donna Woolfolk Cross (Pope Joan)
Sir,’ I commented, ‘I have been thinking of the scientific men of the West, greater by far in intelligence than most people congregated here, living in distant Europe and America, professing different creeds, and ignorant of the real values of such melas as the present one. They are the men who could benefit greatly by meetings with India’s masters. But, although high in intellectual attainments, many Westerners are wedded to rank materialism. Others, famous in science and philosophy, do not recognize the essential unity in religion. Their creeds serve as insurmountable barriers that threaten to separate them from us forever.’ ‘I saw that you are interested in the West, as well as the East.’ Babaji’s face beamed with approval. ‘I felt the pangs of your heart, broad enough for all men, whether Oriental or Occidental. That is why I summoned you here. ‘East and West must establish a golden middle path of activity and spirituality combined,’ he continued. ‘India has much to learn from the West in material development; in return, India can teach the universal methods by which the West will be able to base its religious beliefs on the unshakable foundations of yogic science.
Paramahansa Yogananda (Autobiography of a Yogi)
It reminds him that beyond stale predictability lies hidden moments, random and beautiful… Beyond depressing comfort zones of stagnation are happy meadows of growth… Beyond tears are laughs waiting to be laughed and beyond darkness is light waiting to unravel itself… Beyond it all is life waiting to be lived… Kumbh taught me how to be alone in a swarm of people. To find your little islets of peace amidst a sea of teeming people. How you have to find your way even where there are a million others around you trying to find theirs. How you do not necessarily have to stop and ask each time you feel lost. Kumbh had planted its magic that was to blossom in the days that followed…
Rasal (I Killed the Golden Goose : A COLLECTION OF THOUGHTS, THOUGHTLESSNESS, SILENCES, POEMS & SOME ‘SHOT’ STORIES)
Savęs nesuvokiantis individas geriau save realizuoja. Tiesa ar melas?
Clarice Lispector (Near to the Wild Heart)
Me too,” Mela said. “I remember it too.” “Some memories shape a heart forever,” Peter said. “So that nothing else can ever quite fit it.
Nellie Brooks (Seaside Friends (Bay Harbor Beach #1))
If you haven’t done anything, you don’t have a reason to celebrate.
Havard Mela (How to Thrive in the 21st Century - By Avoiding Porn and Other Distractions)
Si capitò così, lungo il fiume, in un luogo che mi colpì immediatamente: era una specie di bosco dentro cui però occhieggiava una casupola, anzi i resti di una casupola abbandonata. Si trovava quasi sulle sponde del fiume ma era però chiusa da alberi, pioppi, salici, gelsi, in qualche cosa al tempo stesso di famigliare e di selvatico per cui le grandi fronde di alberi non potati nascondevano alla vista alberi da frutto da cui pendevano pesche e ciliegie. Immersi in quella vegetazione si intravedevano dei piccoli vigneti da cui pendeva l’uva, dei fichi, da cui pendevano frutti neri e pronti per essere colti, piccole mele verdi e aspre, dal sapore aspro e vergine, come nessun’altra mela che avevo mangiata da anni.
Goffredo Parise (L'odore del sangue)
ZBYSZKO Proszę cię o jedno. Nie wtrącaj ty się w te sprawy. Głowa cię boli. Idź — połóż się. MELA Ja tylko tak z dobrego serca. ZBYSZKO Ja wiem. MELA wstaje — nieśmiało I… nie gniewasz się? ZBYSZKO Nie. Chodź — pocałuj mnie. MELA całuje go To… ty mnie nie nienawidzisz? ZBYSZKO głaszcze ją Nie. Teraz nie.
Gabriela Zapolska (Moralność pani Dulskiej)
MELA Hesiu! ty nie będziesz tak strzelała oczami na tego wysokiego studenta. HESIA Będę robiła, co mi się podoba. MELA Mnie za ciebie wstyd. HESIA To się wstydź! A spróbuj co powiedzieć przed mamą, to ja zaraz powiem, że ty zamiast spać w nocy, wzdychasz. Mama się będzie za to więcej gniewała, jak za studenta. MELA To wątpię. HESIA Ale ja nie. Mama mnie zna i wie, że ja znam granice i że ja się nie zapomnę… MELA Jak ty to rozumiesz? HESIA Ja już wiem, co mówię, o lelijo z pól rodzinnych!
Gabriela Zapolska (Moralność pani Dulskiej)
Today, we get the best outcomes by delaying gratification.
Havard Mela (How to Thrive in the 21st Century - By Avoiding Porn and Other Distractions)
Mela was born in Bayamo. And a quick look at history would tell you that growing up there at that time was rough. In Cuba, the ration book for 1968, the year of his birth, for example, allowed each person to buy two shirts and two pairs of shoes a year, three pounds of rice and twenty cans of evaporated milk a month, three-quarters of a pound of meat and three ounces of coffee a week, and a liter of fresh milk a day for each child.
Emily Balcetis (Clearer, Closer, Better: How Successful People See the World)
Bihar Mahila Udyog Mela is Not Just A Fair, It Reflects The Emerging Power Of Women In Bihar!
Ranjan Mistry
The druids, the priests of Ireland’s pre-Christian tradition, figure hugely in the Patrick legends, but we don’t know a great deal about them. It seems that an important role of the druid was to serve as a repository of the culture ’s lore and history. According to Caesar, they were also arbiters of justice. Their training, wrote Pomponius Mela, lasted up to twenty years and consisted of memorizing huge amounts of secret lore. They wrote none of their learning down, but passed it orally from druid to druid.9 According to Pliny the Elder, the word druid means “oak-knower,” but this was a false etymology. Still, it does seem likely that the religion of the druids was animistic and included some communication with and through the phenomena of the natural world. Classical writers, including Caesar, described human sacrifice as being part of the druids’ priestly duties. The classical writers aren’t always reliable on the subject of Celtic culture, but there is ample archaeological evidence of human sacrifice in the pre-Christian rituals of the British Isles.
Jonathan Rogers (Saint Patrick (Christian Encounters))
Sarnia, completed after Ireland had spent a year living on Guernsey,14 is closely connected to the pagan origins of Guernsey’s store of prehistoric burial chambers and rock monuments, imagining the kind of rites and jamborees that might have occurred round the tumbled stones such as Le Trépied. The score for the first part, ‘Le Catioroc’, contains a passage from De Situ Orbis, a text by Roman writer Pomponius Mela dating from 50 BCE: ‘All day long, heavy silence broods, and a certain hidden terror lurks there. But at nightfall gleams the light of fires; the chorus of Ægipans [fauns] resounds on every side: the shrilling of flutes and the clash of cymbals re-echo the waste shores of the sea.’ That mini-narrative encapsulates the motion of many of Ireland’s pieces, as a calm surface is overrun by more mysterious elemental forces, beings or visions.
Rob Young (Electric Eden: Unearthing Britain's Visionary Music)
Lei si siede nell’angolo del divano. Discreta come se fosse solo di passaggio. Vedendola seduta lì, vicino a me, capisco che da troppo tempo non la guardo. Ho conservato in me anche i minimi dettagli dei suoi tratti. La sua bellezza è sempre stata un mistero per me. Un’entità che non ho mai saputo scomporre. Un tutto, sensuale e femminile, desiderabile e materno, fragile e incrollabile. Più di una volta avrei voluto mangiarla. La sua pelle, la sua carne di mela e il suo sapore zuccherino. Ho scritto il mio primo racconto e l’ho divorata, l’ho inghiottita, senza lasciare niente. Ho posato il suo corpo sulle mie pagine e il libro si è richiuso. Quello che mi aveva impedito di fare dodici anni prima posando la sua mano sulla mia l’avevo fatto alle sue spalle, senza che lei potesse dire niente, senza che potesse farmi ragionare. Oggi che la nostra storia è diventata una storia, che i nostri personaggi vivono in autonomia, è tempo di ritrovarla.
Antoine Leiris (La Vie, après)
Il vestito era quello che aveva trovato in fondo al secondo baule e che fin dall’inizio l’aveva attirata come la mela aveva attirato Eva.
Winston Graham (Ross Poldark (Poldark, #1))
Homer used two adjectives to describe aspects of the colour blue: kuaneos, to denote a dark shade of blue merging into black; and glaukos, to describe a sort of ‘blue-grey’, notably used in Athena’s epithet glaukopis, her ‘grey-gleaming eyes’. He describes the sky as big, starry, or of iron or bronze (because of its solid fixity). The tints of a rough sea range from ‘whitish’ (polios) and ‘blue-grey’ (glaukos) to deep blue and almost black (kuaneos, melas). The sea in its calm expanse is said to be ‘pansy-like’ (ioeides), ‘wine-like’ (oinops), or purple (porphureos). But whether sea or sky, it is never just ‘blue’. In fact, within the entirety of ancient Greek literature you cannot find a single pure blue sea or sky.
Maria Michela Sassi
My hand went pocket diving. It pulled out Detective Melas's business card. Black on white. Nothing fancy. Definitely not American Psycho quality.
Alex A. King (Disorganized Crime (Kat Makris, #1))
Kad ir kiek stengtumeisi, skausmingiausi tavo gyvenimo tarpsniai iš atminties neišdyla. Širdgėla nepranyksta. Laikas negydo. Tai melas. Prie skausmo tiesiog pripranti. Daugiau nieko.
Liz Nugent (Unraveling Oliver)
- Ho la testa piccola e denti aguzzi, il mio davanti è snello, ma dietro termino con un gran culone obeso. Sa perchè? - Perchè? - La mia testa è la ragione, la ratio, il cogito, con gli aguzzi denti dell'argomentazione filosofica. Pensare e ripensare mi consuma, mi leviga e la mia testa è affusolata, niente grasso superfluo di luoghi comuni e pigre spiegazioni. Poi però ci sono il cuore, lo stomaco e la pancia. E loro non capiscono la filosofia della parte davanti, si espandono e si allargano in beata assenza di razionalità. Sa cosa faccio quando esco dal letargo? - No, dottor Meles. - Desidero, professore, desidero. Desidero mangiare, divorare, strippare, ingollare, dopo mesi di astinenza. Desidero mele, tuberi, lucertole, bacche, serpi, anche lumache con il guscio se le trovo. Istinto, biologia aggressiva, irrazionale brama, ecco cosa mi guida. Ha un bel pensare la testa, la ragione non conta più nulla. E lei ora desidera. E' uscito dal letargo della sua rassegnata solitudine, ha scoperto la fame del suo cuore, sa che la mela è proibita, ma desidera. Non avrai più pace, né dieta. Non c'è filosofo che possa venirle aiuto, nessun libro, nessuna saggezza. Soffrirà, il suo cuore, lo stomaco e le viscere andranno in subbuglio, il mio istinto di Homo erectus potrà essere temprato, ma non ha vinto. La mela è caduta dall'albero del destino. si prepari.
Stefano Benni (Di tutte le ricchezze)
Tiesa gali sukelti daugiau skausmo nei melas. Kai kurias paslaptis geriau palikti paslaptimis.
Liz Nugent (Unraveling Oliver)
Prima di essere dimesso viene visitato da un dottore umano, non da qualche genere di robot paramedico, un tipo sbrigativo e cordiale. Lì per lì, quello imbastisce una piccola conferenza sulle microscopiche nano-macchine che scorrono nelle vene di Aldous, sui benefici alla salute che comportano, compreso un considerevole allungamento della vita.
Claudio Cordella (Restituzione)
D’un tratto gli androidi prodotti dalla Hoffman & Sons parevano più umani degli umani stessi, si mescolavano nel grigio di Londra, tra le carrozze a scoppio e il vapore denso, lasciando in mostra protesi meccaniche come le persone esibivano tratti animali. E non era finita lì, molta gente stava ancora mutando, spariva dalla circolazione per qualche tempo e poi saltava fuori con un aspetto sorprendente. Cominciai a chiedermi quando sarebbe venuto il mio turno, quale aspetto avrei preso e quanto avrebbe condizionato le nostre vite.
Letizia Loi (La Grande Mutazione)
Žiemos vakarais, kol židinyje kaisdavo sriubos katilėlis, seniokas ilgėdavosi savo karšto galinio kambarėlio knygyne, saulės siaudimo dulkinoje migdolų medžių lajoje, garvežio švilpimo, drumsčiančio mieguistą siestą, - kaip Makonde ilgėdavosi žiemos židinyje kaistančios sriubos, kavos pupelių pardavėjo šauksmų gatvėje ir pavasarį pralekiančių vieversių. Draskomas šių dviejų nostalgijų, kurios atspindėdavo viena kitą kaip du priešais sustatyti veidrodžiai, galiausiai jis patarė savo draugams apleisti Makondą, užmiršti, ką juos buvo mokinęs apie pasaulį ir žmogaus širdį, spjauti į Horacijų ir, kad ir kur jie būtų, visada prisiminti, jog praeitis – melas, jog atminčiai nėra kelio atgal, jog kiekvienas prabėgęs pavasaris nesugrįžta ir jog pati beprotiškiausia ir tvirčiausia meilė tveria tik akimirką.
Gabriel García Márquez (One Hundred Years of Solitude)