Machiavelli Il Principe Quotes

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Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu se
Niccolò Machiavelli (Il Principe)
E fu di tanta virtù, etiam in privata fortuna, che chi ne scrive, dice: quod nihil illi deerat ad regnandum praeter regnum.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Sono tanto semplici gli uomini, e tanto ubbidiscono alle necessità presenti, che colui che inganna, troverà sempre chi si lascerà ingannare.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Ma, per venire a quelli che per propria virtù e non per fortuna sono diventati principi, dico che li più eccellenti sono Moisè, Ciro, Romulo, Teseo e simili.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Quelli li quali per vie virtuose, simili a costoro, diventono principi, acquistono el principato con difficultà, ma con facilità lo tengano;
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
E debbasi considerare come non è cosa più difficile a trattare, né più dubia a riuscire, né più pericolosa a maneggiare, che farsi capo ad introdurre nuovi ordini.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
li quali non credano in verità le cose nuove, se non ne veggono nata una ferma esperienza.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Perché li uomini offendono o per paura o per odio.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Concluderò solo che a uno principe è necessario avere el populo amico: altrimenti non ha, nelle avversità, remedio.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Et esaminando le azioni e vita loro, non si vede che quelli avessino altro dalla fortuna che la occasione;
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Bisognava che Ciro trovassi e’ Persi malcontenti dello imperio de’ Medi, e li Medi molli et effeminati per la lunga pace.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Perché le iniurie si debbono fare tutte insieme, acciò che, assaporandosi meno, offendino meno: e’ benefizii si debbono fare a poco a poco, acciò che si assaporino meglio.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Sono questi dominii cosí acquistati, o consueti a vivere sotto uno principe, o usi ad essere liberi; et acquistonsi, o con le armi d’altri o con le proprie, o per fortuna o per virtù.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
E chi crede che ne’ personaggi grandi e’ benefizii nuovi faccino dimenticare le iniurie vecchie, s’inganna. Errò, adunque, el duca in questa elezione; e fu cagione dell’ultima ruina sua.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
In exemplis ci sono li Spartani e li Romani. Li Spartani tennono Atene e Tebe creandovi uno stato di pochi; tamen le riperderono. Romani, per tenere Capua Cartagine e Numanzia, le disfeciono, e non le perderono
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Di qui nacque che tutt’i profeti armati vinsono, e li disarmati ruinorono. Perché, oltre alle cose dette, la natura de’ populi è varia; et è facile a persuadere loro una cosa, ma è difficile fermarli in quella persuasione.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
mantenendosi loro le condizioni vecchie e non vi essendo disformità di costumi, li uomini si vivono quietamente; come s’è visto che ha fatto la Borgogna, la Brettagna, la Guascogna e la Normandia, che tanto tempo sono state con Francia;
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Di che si cava una regola generale, la quale mai o raro falla: che chi è cagione che uno diventi potente, ruina; perché quella potenzia è causata da colui o con industria o con forza; e l’una e l’altra di queste dua è sospetta a chi è diventato potente.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
E chi le acquista, volendole tenere, debbe avere dua respetti: l’uno, che il sangue del loro principe antiquo si spenga; l’altro, di non alterare né loro legge né loro dazii; talmente che in brevissimo tempo diventa, con loro principato antiquo, tutto uno corpo.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Ma, quando si acquista stati in una provincia disforme di lingua, di costumi e di ordini, qui sono le difficultà; e qui bisogna avere gran fortuna e grande industria a tenerli; et uno de’ maggiori remedii e più vivi sarebbe che la persona di chi acquista vi andassi ad abitare.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Nè creda mai alcuno Stato poter pigliare partiti sicuri; anzi pensi d'avere a prenderli tutti dubbi; perchè si trova questo nell’ordine delle cose, che mai si cerca fuggire uno inconveniente, che non s'incorra in un altro: ma la prudenza consiste in saper cognoscere la qualità degli inconvenienti, e prendere il manco tristo per buono.
Niccolò Machiavelli (Il Principe (Italian Edition))
Please do not throw Plato at me. I am a complete skeptic about Plato, and I have never been able to join in the customary scholarly admiration for Plato the artist. The subtlest judges of taste among the ancients themselves are here on my side. Plato, it seems to me, throws all stylistic forms together and is thus a first-rate decadent in style: his responsibility is thus comparable to that of the Cynics, who invented the satura Menippea. To be attracted to the Platonic dialogue, this horribly self-satisfied and childish kind of dialectic, one must never have read good French writers — Fontenelle, for example. Plato is boring. In the end, my mistrust of Plato goes deep: he represents such an aberration from all the basic Greek instincts, is so moralistic, so pseudo-Christian (he already takes the concept of "the good" as the highest concept) that I would prefer the harsh phrase "higher swindle" or, if it sounds better, "idealism" for the whole phenomenon of Plato. We have paid dearly for the fact that this Athenian got his schooling from the Egyptians (or from the Jews in Egypt?). In that great calamity called Christianity, Plato represents that ambiguity and fascination, called an "ideal," which made it possible for the nobler spirits of antiquity to misunderstand themselves and to set foot on the bridge leading to the Cross. And how much Plato there still is in the concept "church," in the construction, system, and practice of the church! My recreation, my preference, my cure from all Platonism has always been Thucydides. Thucydides and, perhaps, Machiavelli's Il Principe are most closely related to me by the unconditional will not to delude oneself, but to see reason in reality — not in "reason," still less in "morality." For that wretched distortion of the Greeks into a cultural ideal, which the "classically educated" youth carries into life as a reward for all his classroom lessons, there is no more complete cure than Thucydides. One must follow him line by line and read no less clearly between the lines: there are few thinkers who say so much between the lines. With him the culture of the Sophists, by which I mean the culture of the realists, reaches its perfect expression — this inestimable movement amid the moralistic and idealistic swindle set loose on all sides by the Socratic schools. Greek philosophy: the decadence of the Greek instinct. Thucydides: the great sum, the last revelation of that strong, severe, hard factuality which was instinctive with the older Greeks. In the end, it is courage in the face of reality that distinguishes a man like Thucydides from a man like Plato: Plato is a coward before reality, consequently he flees into the ideal; Thucydides has control of himself, consequently he also maintains control of things.
Friedrich Nietzsche
For myself, I thank Heaven that I am well rid of this same troublesome passion of love that likens one man to a lion and another to a fox.
Anthony Hope (The Chronicles of Count Antonio)