Ma Ferguson Quotes

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la lettura di Delitto e castigo lo cambiò, Delitto e castigo fu il fulmine che si abbatté dal cielo e lo mandò in frantumi, e quando riuscí a riprendersi Ferguson non ebbe piú dubbi sul futuro, se un libro poteva essere questo, se un romanzo poteva fare questo al tuo cuore, alla tua mente e ai tuoi sentimenti piú profondi sul mondo, allora scrivere romanzi era senz’altro la cosa migliore che potevi fare nella vita, perché Dostoevskij gli aveva insegnato che le storie inventate potevano andare ben oltre il semplice divertimento e lo svago, potevano rivoltarti come un calzino e scoperchiarti il cervello, potevano scottarti e gelarti e metterti completamente a nudo e scaraventarti tra i venti furiosi dell’universo e da quel giorno in poi, dopo aver annaspato per tutta l’infanzia, perso nei miasmi sempre piú fitti dello smarrimento, finalmente Ferguson capí dove stava andando, e negli anni successivi non tornò mai sulla sua decisione, nemmeno in quelli piú duri, quando gli sembrò quasi di cadere dai confini della terra. Aveva solo quindici anni, ma aveva già sposato un’idea, e il giovane Ferguson decise di onorarla, nella buona o nella cattiva sorte, in ricchezza o in povertà, in salute o in malattia, per tutta la vita.
Paul Auster (4 3 2 1)
Se Dio non lo puniva, significava che non poteva punirlo, e quindi non esisteva. O almeno così immaginava Ferguson, ma adesso che era sul punto di perdere Dio per sempre, si chiese: E se fossi stato già punito abbastanza? E se la morte di suo padre fosse stata una punizione talmente grande, una tragedia dagli effetti così mostruosi e incessanti da indurre Dio a risparmiargli qualunque altra punizione futura?
Paul Auster (4 3 2 1)
La madre di Ferguson fotografava sempre i soggetti nel loro ambiente, si recava nei luoghi in cui vivevano e lavoravano, portandosi dietro stativi portatili per le luci, paraventi pieghevoli e ombrelli telescopici, fotografava gli scrittori nel loro studio pieno di libri o seduti alla scrivania, i pittori fra gli schizzi e lo scompiglio del loro atelier, i pianisti seduti alla tastiera o in piedi accanto al loro lucente Steinway nero, gli attori davanti allo specchio del camerino o seduti soli sul nudo palcoscenico, e per qualche ragione i suoi ritratti in bianco e nero sembravano catturare la loro vita interiore meglio degli altri fotografi che ritraevano le stesse celebri figure, una qualità che forse non dipendeva dall’abilità tecnica ma da un certo non so che nella madre di Ferguson, che si preparava sempre per i suoi lavori leggendo i libri, ascoltando i dischi e guardando i quadri dei suoi soggetti, per avere qualcosa di cui parlare con loro durante le lunghe sedute, e siccome era una brava conversatrice, sempre molto affascinante e attraente, sempre restia a parlare di sé, quegli artisti vanitosi e complicati finivano per rilassarsi in sua presenza, avvertendo un genuino interesse per la loro persona e per quello che rappresentavano, un interesse vero o quasi, quasi sempre, e quando la seduzione riusciva e abbassavano la guardia, la maschera che portavano sul viso scivolava via un po’ alla volta e nel loro sguardo affiorava una luce diversa.
Paul Auster (4 3 2 1)
La conformazione dei villaggi giapponesi ha origine da una necessità che l'Occidente ha sempre ampiamente trascurato come una forma di debolezza: il bisogno della compagnia umana e la tristezza dell'essere lasciati soli.[...] In Occidente siamo ossessionati dall'individualismo. Ci fa sentire forti. [...] ma come qualunque adesione a un ideale, richiede anche dei sacrifici. E noi, in Occidente, abbiamo sacrificato il nostro senso di appartenenza. In Giappone, è la privacy a essere sacrificata.
Will Ferguson
È così semplice che risulta quasi banale: nella vita non esistono viaggi lineari, perchè qualunque viaggio è essenzialmente un cerchio. Se vuoi, puoi anche partire e lasciarti il tuo io alle spalle, ma alla fine è lì che ritorni sempre, come uno che si perde nella foresta, come un cane legato al guinzaglio. Se si è inchiodati al centro, qualunque viaggio diventa un cerchio, e i cerchi sono sempre autoreferenziali, poichè tornano sempre al punto di partenza, come Emon saburo alla disperata ricerca di una risposta.
Will Ferguson
Sei ancora in tempo: qualche domanda?" mi chiese, un po' per scherzo. "Che so, gli antichi segreti giapponesi, cose del genere. Quello che vuoi." "Sì, a dire il vero una cosa ci sarebbe, una cosa che avrei sempre voluto chiedere. Dentro di loro, nel profondo, sotto la scorza esterna, i giapponesi sono arroganti o insicuri? Voglio dire, nel loro intimo". Alzò le spalle. "Be', insicuri,chiaramente." "Ecco, lo vedi?" "Cosa?" "Il modo in cui l'hai detto, quel chiaramente: era molto arrogante." "Davvero? Be', mi spiace. Non volevo." "Ora invece sembri insicuro." Si mise a ridere. "Lo humour americano" osservò, ma io non stavo scherzando affatto.
Will Ferguson (Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan)
Prima di arrivare in Giappone, avevo un rispetto tremendo per i giapponesi, però non mi piacevno un granché. Adesso, dopo cinque anni in questo paese irritante ed eccentrico, dopo aver viaggiato da un capo all'altro, dopo aver lavorato e vissuto e giocato con i giapponesi, dopo aver visto oltre gli stereotipi, dopo essermi confrontato con le loro ossessioni e le loro paure, le loro insicurezze e la loro arroganza, la loro gentilezza e le loro manie, dopo aver sperimentato in prima persona le numerose contraddizioni che sono il Giappone, ho scoperto di non rispettare più i giapponesi come prima, ma in compenso mi piacciono molto di più.
Will Ferguson (Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan)
Perché dovresti farlo?" mi chiesero, giustamente perplessi. "Non c'è motivo di fare l'autostop. Abbiamo costruito apposta l'alta velocità." Altri si preoccupavano per la mia incolumità. "Ma", ribattevo io "il Giappone è uno stato assolutamente sicuro, no?" "Oh, sì. Sicurissimo. Il più sicuro del mondo." "E allora perché non dovrei fare l'autostop?" "Perché il Giappone è pericoloso". E via così.
Will Ferguson (Hokkaido Highway Blues: Hitchhiking Japan)
1924, the first two women were elected governors, and both were uninspiring stand-ins for their husbands. Nellie Tayloe Ross, the widow of the governor of Wyoming, had not even wanted her husband to run for office, and when he died suddenly, the Democrats nominated her to fill out his term without her permission. “Ma” Ferguson of Texas ran for office when her husband was impeached. Her signature achievement as governor was to pardon an average of 100 criminals a month in what critics claimed was a fee-for-freedom scheme. For
Gail Collins (America's Women: 400 Years of Dolls, Drudges, Helpmates, and Heroines)