“
Balla come se nessuno stesse guardando,
ama come se nessuno ti avesse mai ferito,
canta come se nessuno stesse ascoltando,
vivi come se il paradiso fosse sulla terra.
”
”
William W. Purkey
“
Great occasions do not make heroes or cowards; they simply unveil them to the eyes of men. Silently and perceptibly, as we wake or sleep, we grow strong or weak; and last some crisis shows what we have become.
”
”
Brooke Foss Westcott
“
Mar Português
Ó mar salgado, quanto do teu sal
São lágrimas de Portugal!
Por te cruzarmos, quantas mães choraram,
Quantos filhos em vão rezaram!
Quantas noivas ficaram por casar
Para que fosses nosso, ó mar!
Valeu a pena? Tudo vale a pena
Se a alma não é pequena.
Quem quere passar além do Bojador
Tem que passar além da dor.
Deus ao mar o perigo e o abismo deu,
Mas nele é que espelhou o céu.
”
”
Fernando Pessoa
“
Death is harder on those who are left behind.
”
”
Robert La Fosse (Nothing to Hide: A Dancer's Life)
“
Escrevo por não ter nada a fazer no mundo: sobrei e não há lugar para mim na terra dos homens. Escrevo porque sou um desesperado e estou cansado, não suporto mais a rotina de me ser e se não fosse a sempre novidade que é escrever, eu me morreria simbolicamente todos os dias. (A hora da estrela)
”
”
Clarice Lispector
“
Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via.
”
”
Cesare Pavese (The Moon and the Bonfire)
“
Eu não sabia lidar com indecisão, não era adepta do meio-termo, o morno nunca me satisfez.
Se ele fosse uma pergunta, a minha resposta seria sim
”
”
Bel Rodrigues (13 Segundos)
“
"Ter medo de errar é um erro. É sempre um erro. E é o único erro que não tem perdão. Sou maravilhado por quem erra. Por quem sabe que, por fazer, por tentar, pode errar. E são as melhores pessoas, convence-te disso, quem mais erra. São as pessoas que vão aos limites (e os ultrapassam sempre que lá chegam), que se testam como se não houvesse amanhã, como se o agora fosse tudo o que há para haver. E é: o agora é tudo o que há para haver.
”
”
Pedro Chagas Freitas (Eu Sou Deus)
“
Credo che non ti amerei tanto se in te non ci fosse nulla da lamentare, nulla da rimpiangere. Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita.
”
”
Boris Pasternak (Doctor Zhivago)
“
Ho un carattere ansioso, quindi mi preoccupo oltre misura per ogni più piccola cosa. Dal mio punto di vista, trovo però molto più strane le persone che vivono come se niente fosse in un mondo così poco sicuro
”
”
Takuji Ichikawa (Be With You 今会いにゆきます)
“
Quando se ama desesperadamente uma pessoa, nunca se aceita a sua perda. E acabamos por procurar em outras pessoas bocados daquela, como se fosse possível acabar um puzzle com peças de diferentes jogos.
”
”
Margarida Rebelo Pinto (Pessoas como Nós)
“
Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.
”
”
J.D. Salinger (Il giovane Holden)
“
«Io ho pochissimi amici, forse nessuno di veramente intimo. Ho delle conoscenze, dei ragazzi e delle ragazze come me, la mia amica che ti parlò ieri al telefono, per esempio, con i quali scherzo, ballo, studio, faccio i pettegolezzi, ci scambiamo le idee, facciamo gli scemi e le persone serie a seconda delle circostanze, ma dentro, dentro è diverso. Ci sono dei tasti che toccati una volta per conoscersi quali siamo, non si toccano più, non si va a fondo. Si resta amici, ma si sa che certi argomenti non si debbono più toccare. Ci si sopporta e stima a vicenda. Papà diceva: ci si aiuta a vivere. Guai se così non fosse. Ma l'amicizia, diceva papà, l'amicizia vera è un sentimento forte. È un volersi bene spietato, un guardarsi continuamente negli occhi...»
”
”
Vasco Pratolini (Un eroe del nostro tempo)
“
À igreja nunca se lhe pediu que explicasse fosse o que fosse, a nossa outra especialidade, além da balística, tem sido neutralizar, pela fé, o espírito curioso.
”
”
José Saramago (Death with Interruptions)
“
Sempre c’è un domani
e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene,
ma se mi sbagliassi
e oggi fosse tutto ciò che ci rimane,
mi piacerebbe dirti quanto ti amo,
che mai ti dimenticherò.
”
”
Gabriel García Márquez
“
Don't dance for the audience, dance for yourself.
”
”
Bob Fosse
“
Volevo una vita che fosse mia e di nessun'altro.
”
”
Satoshi Yagisawa (I miei giorni alla libreria Morisaki)
“
Então, que seja doce. Repito todas as manhãs, ao abrir as janelas para deixar entrar o sol ou o cinza dos dias, bem assim, que seja doce. Quando há sol, e esse sol bate na minha cara amassada do sono ou da insônia, contemplando as partículas de poeira soltas no ar, feito um pequeno universo; repito sete vezes para dar sorte: que seja doce que seja doce que seja doce e assim por diante. Mas, se alguém me perguntasse o que deverá ser doce, talvez não saiba responder. Tudo é tão vago como se fosse nada.
”
”
Caio Fernando Abreu
“
Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. È come se noi non fossimo mai esistiti. Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi non pensare a nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. È tempo. Tempo che passa. E basta...
”
”
Alessandro Baricco
“
Ci eravamo incontrati perché doveva succedere, e anche se non fosse stato quel giorno, prima o poi ci saremmo sicuramente incontrati da qualche altra parte.
”
”
Haruki Murakami (Norwegian Wood)
“
A companhia de verdade, achava ele, era aquela que não tinha por que ir embora e, se fosse, ir embora significaria ficar ali, junto.
”
”
Valter Hugo Mãe (O Filho de Mil Homens)
“
Come se nel cuore della natura di uno scrittore ci fosse la purezza. Il cielo aiuti un simile scrittore! Come se Joyce non avesse annusato oscenamente le mutande di Nora. Come se nell’anima di Dostoevskij non avesse mai bisbigliato Svidrigailov. Nel cuore della natura di uno scrittore c’è il capriccio. Curiosità, fissazioni, isolamento, veleno, feticismo, austerità, leggerezza, perplessità, infantilismo eccetera. Il naso nella cucitura di un indumento intimo: ecco la natura dello scrittore. L’impurità.
”
”
Philip Roth (Deception)
“
Stavo toccando con mano e vedendo con i miei occhi, per la prima volta, quanto fosse immenso il mondo e profondo l'oscurità e l'infinito fascino e solitudine di tutto ciò.
”
”
Banana Yoshimoto (Kitchen)
“
«Ho voluto credere che fosse a causa di un incantesimo quando eri sempre nei miei pensieri e mi scoprivo a cercarti tra la gente.Non avrei dovuto nemmeno guardarti e invece volevo cedere a ciò che desideravo,dopotutto chi ero io per oppormi a una forza più grande di me?».
”
”
Virginia De Winter (L'ordine della penna (Black Friars, #2))
“
Se la mia vita sentimentale fosse paragonabile al mercato immobiliare, posso tranquillamente dire che il mio cuore è in affitto: nessuna stabilità, nessuna certezza, nessun progetto lungo termine, nessun posto da chiamare casa.
”
”
Felicia Kingsley (Due cuori in affitto)
“
When the atmosphere encourages learning, the learning is inevitable.
”
”
Elizabeth Foss (Real Learning: Education in the Heart of the Home)
“
Così questo paese, dove non sono nato, ho creduto per molto tempo che fosse tutto il mondo. Adesso che il mondo l'ho visto davvero e so che è fatto di tanti piccoli paesi, non so se da ragazzo mi sbagliavo poi di molto.
”
”
Cesare Pavese (The Moon and the Bonfire)
“
Can you be happy when you are unhappy?
”
”
Jon Fosse (Nightsongs (Oberon Modern Plays))
“
cada homem é um universo, se não fosse não caberia tanto sofrimento dentro da cabeça de cada um.
”
”
Afonso Cruz (Flores)
“
...because if there was one thing he didn't like it was big words, they just lied and covered things up, those big words, they didn't let what really was live and breathe but just carried it off into something that wanted to be big, that's what he thought...
”
”
Jon Fosse (Aliss at the Fire)
“
Che idea, pensare che la Bestia fosse qualcosa che si potesse cacciare e uccidere! [...] Lo sapevi, no?… Che io sono una parte di te? Vieni vicino, vicino, vicino! che io sono la ragione per cui non c’è niente da fare? Per cui le cose vanno come vanno?
”
”
William Golding (Lord of the Flies)
“
Se o que vos dizem fosse verdade, se realmente vos esperasse a vida eterna após a morte… o que é que nos diferenciaria de vocês? Qual seria a diferença entre anjos e Deuses do Olimpo e Homens? Nenhuma. É esta a Ordem. Vocês adoram-nos e em troca nós oferecemos a esperança na forma de uma grande mentira reconfortante.
”
”
L.C. Lavado (O Diabo dos Anjos (Ed. Beta))
“
Io non ho mai sentito tanto di vivere quanto amando, benché tutto il resto del mondo fosse per me come morto. L’amore è la vita e il principio vivificante della natura, come l’odio il principe distruggente e mortale. Le cose son fatte per amarsi scambievolmente, e la vita nasce da questo.
”
”
Giacomo Leopardi (Zibaldone di pensieri)
“
...there inside the person is what will pass away and become one with what is invisible in everything...
”
”
Jon Fosse (The Other Name: Septology I-II)
“
família é quem deixa cada um ser como é, sem deixar de amar um só porque não corresponde ao que queríamos que fosse.
”
”
Miguel Esteves Cardoso (Como é Linda a Puta da Vida)
“
Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.
”
”
Cesare Pavese (La luna e i falò)
“
Não te amo como se fosse rosa de sal,topázio
ou flecha de cravos que
propagam o fogo:
te amo como se amam certas coisas obscuras,
secretamente,entre a sombra e a alma.
Te amo como a planta que não
floresce e leva
dentro de si,oculta, a luz daquelas flores,
e graças a
teu amor vive escuro em meu corpo
o apertado aroma que ascendeu da terra.
Te amo sem saber como,nem quando,nem onde,
te amo diretamente sem
problemas nem orgulho:
assim te amo porque não sei amar de outra maneira,
senão assim deste modo em que eu não sou nem és
tão perto que tua
mão sobre meu peito é minha
tão perto que se fecham meus olhos com meu
sonho.
”
”
Pablo Neruda
“
Era domingo. Se fumasse, acenderia agora um cigarro para ficar com ar de pessoa distraída. Mas assim tão sem vícios e portanto sem ter sobre o que derramar a distração que desejava, ai - assim ficava tão solta. Perdi até o sono, suspirou, como se o sono fosse a sua última reserva de segurança. E estou compreguiça de trabalhar e tenho vontade de falar uma palavrão, que merda também.
”
”
Caio Fernando Abreu (Inventário do ir-remediável)
“
Con te sarò nuovo. Ti dico queste parole nel periodo migliore della mia vita, nel periodo in cui sto bene, in cui ho capito tante cose. Nel periodo in cui mi sono finalmente ricongiunto con la mia gioia. In questo periodo la mia vita è piena, ho tante cose intorno a me che mi piacciono, che mi affascinano. Sto molto bene da solo, e la mia vita senza di te è meravigliosa. Lo so che detto così suona male, ma non fraintendermi, intendo dire che ti chiedo di stare con me non perché senza di te io sia infelice: sarei egoista, bisognoso e interessato alla mia sola felicità, e così tu saresti la mia salvezza. Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa, ma con te lo sarebbe ancora di più. Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l'alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare. Spero tu possa capire quello che cerco di dirti. Io sto bene da solo ma quando ti ho incontrato è come se in ogni parola che dico nella mia vita ci fosse una lettera del tuo nome, perché alla fine di ogni discorso compari sempre tu. Ho imparato ad amarmi. E visto che stando insieme a te ti donerò me stesso, cercherò di rendere il mio regalo più bello possibile ogni giorno. Mi costringerai ad essere attento. Degno dell'amore che provo per te. Da questo momento mi tolgo ogni armatura, ogni protezione... non sono solo innamorato di te, io ti amo. Per questo sono sicuro. Nell'amare ci può essere anche una fase di innamoramento, ma non sempre nell'innamoramento c'è vero amore. Io ti amo. Come non ho mai amato nessuno prima...
”
”
Fabio Volo (È una vita che ti aspetto)
“
...I just keep the mistakes and let them be wrong, because it’s often the mistakes that eventually lead to something right...
”
”
Jon Fosse (I Is Another: Septology III-V)
“
To compose poetry is about listening, ...not to contrive, it is, so to speak, about bringing forth something that already exists-this is why when one reads great poetry, when often gets this ‘I-new-all-of-this-already, I-just-didn’t-express-it’ feeling. Language listens to itself.
”
”
Jon Fosse
“
Quando gli ematomi si fossero riassorbiti e l'artigliata di Freya si fosse trasformata in cicatrice, Ofelia avrebbe rivisto il viso che conosceva. Lo sguardo però, non sarebbe più stato come prima. A forza di vedere illusioni aveva perso le proprie, e andava bene così. Quando le illusioni spariscono rimane solo la verità.
”
”
Christelle Dabos (Les Fiancés de l'hiver (La Passe-Miroir, #1))
“
Un soldato nemico non era mai solo - un essere umano di fronte a un altro - ma portava con sé una folla innumerevole di fantasmi, i fantasmi degli assenti e dei morti. Non ci si rivolgeva a un uomo ma a una moltitudine invisibile; così nessuna delle parole pronunciate era detta semplicemente e come tale ascoltata; si aveva sempre la strana sensazione che a parlare fosse soltanto una bocca, che parlava per tante altre, mute.
”
”
Irène Némirovsky (Suite Francaise)
“
A lembrança da vida da gente se guarda em trechos diversos, cada um com seu signo e sentimento, uns com os outros acho que nem não misturam. Contar seguido, alinhavado, só mesmo sendo as coisas de rasa importância. De cada vivimento que eu real tive, de alegria forte ou pesar, cada vez daquela hoje vejo que eu era como se fosse diferente pessoa. Sucedido desgovernado. Assim eu acho, assim é que eu conto.
”
”
João Guimarães Rosa
“
A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa? I miei grandi dolori, in questo mondo, sono stati i dolori di Heathcliff, io li ho tutti indovinati e sentiti dal principio. Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare ad esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverrebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di no farne più parte.
”
”
Emily Brontë (Wuthering Heights)
“
Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti"
-La luna e i falò-
”
”
Cesare Pavese
“
Perguntamo-nos o que viemos cá fazer, que lágrima foi que guardámos para verter aqui, e porquê, se as não chorámos em tempo próprio, talvez por ter sido então menor a dor que o espanto, só depois é que ela veio, surda, como se todo o corpo fosse um único músculo pisado por dentro, sem nódoa negra que de nós mostrasse o lugar do luto.
”
”
José Saramago (The Year of the Death of Ricardo Reis)
“
No, lui non apprezzava sentire la sporcizia sulle
sue mani, non gli piaceva sporcarsele, tranne in occasioni specifiche, quando il sangue versato
apparteneva a qualcuno che lui desiderava.
Uomo o donna che fosse, per Samael non era importante.
”
”
Anya M. Silver (Destroy Me (Lethal Men, #2))
“
Bella: Il legame che ci univa era più forte della distanza, dell'assenza e del tempo. Poco importava che fosse più speciale, bello, brillante o perfetto di me, ormai anche lui era coinvolto e condizionato in modo irreversibile. Era destinato a essere mio, per sempre, come io appartenevo a lui.
”
”
Stephenie Meyer (New Moon (The Twilight Saga, #2))
“
Dyslexia isn't a disease. It's a Community
”
”
Ben Foss (The Dyslexia Empowerment Plan: A Blueprint for Renewing Your Child's Confidence and Love of Learning)
“
Não importava que Deus no céu fosse católico, protestante ou hindu. O que importava era uma coisa mais profunda, mais antiga e mais forte do que qualquer imagem dessas: um conceito do bem baseado na afirmação da vida, na repulsa à destruição, à perversidade, ao uso e abuso do homem pelo homem. Era a afirmação do humano e do natural.
”
”
Anne Rice (The Witching Hour (Lives of the Mayfair Witches, #1))
“
The woods were made for the hunter of dreams,
The brooks for the fishers of song;
To the hunters who hunt for the gunless game
The streams and the woods belong.
There are thoughts that moan from the soul of pine
And thoughts in a flower bell curled;
And the thoughts that are blown with scent of the fern
Are as new and as old as the world.
”
”
Sam Walter Foss
“
Indeed taking all the evidence together, it is not too much to say that there is no single historic incident better or more variously supported than the Resurrection of Christ. Nothing but the antecedent assumption that it must be false could have suggested the idea of deficiency in the proof of it.
”
”
Brooke Foss Westcott
“
Avrei tanto voluto che la giornata fosse tutta come la colazione, quando le persone sono ancora sintonizzate sui loro sogni e non è previsto che debbano affrontare il mondo esterno. Mi sono reso conto che io sono sempre così; per me non arriva mai il momento in cui, dopo una tazza di caffè o una doccia, mi sento improvvisamente pieno di vita, sveglio e in sintonia col mondo. Se si fosse sempre a colazione, io sarei a posto.
”
”
Peter Cameron
“
This book is not about "homeschooling" at all. School is an artificial institution contrived by man. This book is about educating a child in the heart of the family given to that child by his Creator.
”
”
Elizabeth Foss (Real Learning: Education in the Heart of the Home)
“
...what's beautiful in life turns out bad in a painting because it's like there's too much beauty, a good picture needs something bad in it in order to shine the way it should, it needs darkness in it...
”
”
Jon Fosse
“
Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi. E qualcuno un padre, un amore, qualcuno capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume immaginarlo, inventarlo e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio. Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita. E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare. Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente, umano. Basterebbe la fantasia di qualcuno un padre, un amore, qualcuno. Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare. Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare.
”
”
Alessandro Baricco
“
In un altro tempo io ero il falco e vivevo di giorno: della vita vedevo le luci. Lui era il lupo e viveva di notte: della vita vedeva le ombre. Io ero sempre in ritardo, mentre lui correva alla velocità del suono. Com’è logico supporre, non ci saremmo mai potuti incontrare, se non si fosse creato uno squarcio nel tempo per cui ci trovammo nello stesso luogo nell’istante in cui io non ero ancora un falco, e lui aveva già smesso di essere un lupo. Per ventiquattro ore appena sovvertimmo l’ordine del tempo, finché il giorno divenne notte e la notte divenne giorno, e il falco vide attraverso le ombre, senza esserne aggredito, e il lupo guardò verso la luce, senza esserne accecato. Poi io mi rituffai nella lentezza dei miei giorni, e lui riprese a correre nella frenesia delle sue notti. E ora vorrei non desiderare di ricondurlo dentro al mondo insieme a me. Vorrei non osservare ogni suo gesto segreto cercando di capire se posso accettare quella segretezza dentro la mia vita, e conoscere già la risposta. Vorrei non provare vergogna di me stessa al pensiero che lui non mi avrebbe ancora chiesto niente di tutto questo. Mi fa rabbia la sua lucida follia, che sottintende un coraggio più grande del mio. Ci vuole coraggio per essere pazzi, perché il mondo non ce lo permette.
”
”
Sara Zelda Mazzini (I Dissidenti)
“
O Camilo começou a pensar que tantas coisas se aprendiam quando se ficava sozinho. Era importante que muita coisa fosse decidida nessa clausura da solidão, para que a natureza de cada um se pronunciasse livremente, sem estigmas. Pensou assim e achou que, não sendo um livro, era um pensamento capaz de eliminar o colesterol e segurar os tetos das casas todas.
”
”
Valter Hugo Mãe (O Filho de Mil Homens)
“
When I look at a child, I see a living, breathing person, made in God's image, for whom God has a plan. As parent educators, we need to embrace a new notion of learning...we need to engage the hearten order to effectively educate the child. Our vision of a well-educated child is a child who has a heart for learning, a child who has the tools he needs to continue to learn for a lifetime and a child who has the love to want to do it.
”
”
Elizabeth Foss (Real Learning: Education in the Heart of the Home)
“
Desde o princípio que nós não temos feito outra cousa que contradizer as realidade, e aqui estamos, Que irá dizer o papa, Se eu o fosse, perdoe-me deus a estulta vaidade de pensar-me tal, mandaria pôr imediatamente em circulação uma nova tese, a da morte adiada, Sem mais explicações, A igreja nunca se lhe pediu que explicasse fosse o que fosse, a nossa outra especialidade, além da balística, te sido neutralizar, pela fé, o espírito curioso
”
”
José Saramago (Death with Interruptions)
“
There are hermit souls that live withdrawn
In the place of their self-content;
There are souls like stars, that dwell apart,
In a fellowless firmament;
There are pioneer souls that blaze their paths
Where highways never ran-
But let me live by the side of the road
And be a friend to man. -
Let me live in a house by the side of the road,
Where the race of men go by-
The men who are good and the men who are bad,
As good and as bad as I.
I would not sit in the scorner's seat,
Or hurl the cynic's ban-
Let me live in a house by the side of the road
And be a friend to man. -
I see from my house by the side of the road,
By the side of the highway of life,
The men who press with the ardor of hope,
The men who are faint with the strife.
But I turn not away from their smiles nor their tears,
Both parts of an infinite plan-
Let me live in a house by the side of the road
And be a friend to man.
I know there are brook-gladdened meadows ahead
And mountains of wearisome height;
That the road passes on through the long afternoon
And stretches away to the night.
But still I rejoice when the travelers rejoice.
And weep with the strangers that moan,
Nor live in my house by the side of the road
Like a man who dwells alone. -
Let me live in my house by the side of the road-
It's here the race of men go by.
They are good, they are bad, they are weak, they are strong,
Wise, foolish- so am I;
Then why should I sit in the scorner's seat,
Or hurl the cynic's ban?
Let me live in my house by the side of the road
And be a friend to man.
”
”
Sam Walter Foss
“
Ensinar a ler é sempre ensinar a transpor o imediato. é ensinar a escolher entre sentidos visíveis e sentidos invisíveis. é ensinar a pensar no sentido original da palavra "pensar" que significava "curar ou "tratar" um ferimento.
”
”
Mia Couto (E Se Obama Fosse Africano?)
“
...one of the most important things when it comes to painting is being able to stop at the right time, to know when a picture is saying what it can say, if you keep going too long then more often than not the picture’ll be ruined...
”
”
Jon Fosse (I Is Another: Septology III-V)
“
and what the picture is in reality is this spirit, that’s what a picture really is, neither matter nor soul but both parts at the same time and together they make up what I think of as spirit, and maybe that’s why my good paintings, yes, all good paintings, have something to do with what I, what Christians, call The Holy Spirit, because all good art has this spirit, good pictures, good poems, good music, and what makes it good is not the material, not matter, and it’s not the content, the idea, the thought, no, what makes it good is just this unity of matter and form and soul that becomes spirit, that’s what culture is, probably, he says, it’s probably just one person being like another person that creates a culture, for example wearing a suit and tie, while what art is, yes, art is everyone just being like themselves, and totally themselves
”
”
Jon Fosse (Septology)
“
«Stai scherzando?» Il colore degli occhi di lui si vedeva anche al buio. «Per te è uno scherzo, Emma? Non capisci?» La voce gli si ridusse a un sibilo. «Io non vivo se tu muori!»
Gli scrutò il viso. «Jules, mi dispiace un sacco, Jules…»
La parete che di solito nascondeva la verità dentro agli occhi di lui si era sgretolata; adesso Emma vedeva il panico, vedeva la disperazione, il sollievo che aveva perforato le sue difese.
Continuava a tenerle il polso. Non capì se fosse stata lei ad avvicinarsi per prima a lui o viceversa. Forse lo avevano fatto insieme. Si scontrarono come due stelle in collisione. E un secondo dopo lui la stava baciando.
Jules. Julian. Che la baciava.
”
”
Cassandra Clare (Lady Midnight (The Dark Artifices, #1))
“
Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se, per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi. E qualcuno - un padre, un amore, qualcuno - capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume - immaginarlo, inventarlo - e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita. E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente, si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare. Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente, umano. Basterebbe la fantasia di qualcuno - un padre, un amore, qualcuno. Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio, in questa terra che non vuole parlare.
”
”
Alessandro Baricco (Ocean Sea)
“
Foi mais uma tarde de loucura e de sonho e, fosse qual fosse a faixa do tempo em que se encontrassem, sentiram-se, como todos os amantes, fora de qualquer espaço e de qualquer tempo. Fizeram um amor sagrado, um amor profano, um amor devoto, um amor transgressor, um amor nómada, um amor sedentário, um amor viajante, um amor de bichos, um amor de deuses."
Um homem precisa de liberdade para depois apreciar o conforto da casa.
”
”
Rosa Lobato de Faria (As Esquinas do Tempo)
“
Dialogo tra Levi Matteo e Satana (il mago Woland).
"Se vieni da me, perché non mi hai salutato, ex pubblicano?", replico Woland severo.
"Perché non voglio che tu stia in salute", rispose brusco il nuovo venuto.
"Ma dovrai rassegnarti a questo", replicò Woland e un sorriso increspò la sua bocca, "sei appena apparso sul tetto e già hai fatto una sciocchezza e ti dirò quale: è il tuo tono. Hai pronunciato le parole come se non riconoscessi le tenebre e il male. Sii tanto cortese da riflettere su questa domanda: che cosa sarebbe il tuo bene se non ci fosse il male, e come apparirebbe la terra se non ci fossero le ombre? Le ombre nascono dagli oggetti e dalle persone. Ecco l'ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Non vorrai per caso sbucciare tutto il globo terrestre buttando via tutti gli alberi e tutto ciò che è vivo per godere della tua fantasia della nuda luce? Sei uno sciocco."
(Il maestro e Margherita)
”
”
Mikhail Bulgakov
“
... eu corri para longe das pedras, parando no que achei que deveria ser uma distância segura. Não era. O som das pedras - um rugido desta vez, em vez de um som estridente - trovejou através de mim, parando minha respiração e quase meu coração também. Um círculo de dor apertou meu peito e eu caí de joelhos, cambaleando, impotente.
... e o interior de minha cabeça explodiu em fogo.
Muito tempo mais tarde, eu lentamente recobrei os sentidos, descendo das nuvens aos pedaços, como pedras de granizo. E me vi deitada, com a cabeça no colo de Jamie. E o ouvi dizer baixinho, para si mesmo e para mim:
- Por você, eu continuarei. Se fosse apenas por mim... eu não o faria.
”
”
Diana Gabaldon (A Breath of Snow and Ashes (Outlander, #6))
“
I picked up an old microscope at a flea market in Verona. In the long evenings, in my imitation of life science, I set up in the courtyard and examined local specimens. Pointless pleasure, stripped of ends. The ancient contadino from across the road, long since convinced that we were mad, could not resist coming over for a look.
I showed him where to put his eye. I watched him, thinking, this is how we attach to existence. We look through awareness’s tube and see the swarm at the end of the scope, taking what we come upon there for the full field of sight itself.
The old man lifted his eye from the microscope lens, crying.
Signore, ho ottantotto anni e non ho mai Saputo prima che cosa ci fosse in una goccia d’acqua. I’m eighty-eight years old and I never knew what was in a droplet of water.
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Richard Powers (Galatea 2.2)
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Ma l'incontro con la Laide gli aveva lasciato uno strano turbamento. Forse anche per il ricordo della tipa incontrata in corso Garibaldi. Come se qualcosa lo avesse toccato dentro. Come se quella ragazza fosse diversa dalle solite. Come se fra loro due dovessero succedere molte altre cose. Come se lui ne fosse uscito differente. Come se Laide incarnasse nel modo più perfetto e intenso il mondo avventuroso e proibito. Come se ci fosse stata una predestinazione. Come quando uno, senza alcun particolare sintomo, ha la sensazione di stare per ammalarsi, ma non sa di che cosa né il motivo. Come quando si ode dabbasso il cigolio del cancello e la casa è immensa, ci abitano centinaia di famiglie e all'ingresso è un continuo andirivieni eppure all'improvviso si sa che ad aprire il cancello è stata una persona la quale viene a cercarci.
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Dino Buzzati (Un amore)
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Voglio tornare bambino, voglio annusare la Coccoina, voglio spalmarmi il Vinavil e poi togliermelo come se fosse una pellicina. Voglio usare i pennarelli per poi avere tutte le dita piene di piccole striscette colorate. Voglio rubare la merenda ai grandi. Voglio credere che il mio soldatino si sposti all'ultimo momento e schivi il proiettile. Voglio credere che l'astronauta è un lavoro che si può fare solo di notte, perché di giorno non ci sono le stelle per atterrare. Voglio credere che un mio amico è un mio amico per sempre, e non ti tradisce mai. Ma soprattutto voglio credere che Babbo Natale il carbone te lo porta solo se sei stato cattivo.
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Fabio Volo (Esco a Fare Due Passi)
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Edward a Bella: Prima di te, Bella, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità... Poi hai attraversato il cielo come una meteora. All'improvviso, tutto ha preso fuoco: c'era luce, c'era bellezza. Quando sei sparita, la meteora è scomparsa dietro l' orizzonte e il buio è tornato. Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati. Non vedevo più le stelle. Niente aveva più senso.
C'era una sola cosa alla quale dovevo credere se volevo continuare a vivere: la certezza della sua esistenza. Per me era tutto. Al resto avrei saputo resistere. A patto che lui fosse ancora vivo e reale.
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Stephenie Meyer (New Moon (The Twilight Saga, #2))
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Nunca, porém, o tinham amado pelo que ele era, menino abandonado, aleijado e triste. Muita gente o tinha odiado. E ele odiara a todos. Apanhara na polícia, um homem ria quando o surravam. Para ele é este homem que corre em sua perseguição na figura dos guardas. Se o levarem, o homem rirá de novo. Não o levarão. Vêm em seus calcanhares, mas não o levarão. Pensam que ele vai parar junto ao grande elevador. Mas Sem-Pernas não para. Sobe para o pequeno muro, volve o rosto para os guardas que ainda correm, ri com toda a força do seu ódio, cospe na cara de um que se aproxima estendendo os braços, se atira de costas no espaço como se fosse um trapezista de circo.
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Jorge Amado (Capitães da Areia)
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— Quando a gente vai se encontrar outra vez?
Ela olha fixamente para o asfalto antes de erguer os olhos e me fitar. Suas pupilas dançam, inquietas, tenho a impressão de que seus lábios estão trêmulos. Então ela me apresenta um enigma com o qual ainda hei de quebrar muito a cabeça. Pergunta:
— Quanto tempo você consegue esperar?
Que diabo de resposta eu podia dar, Georg? Talvez fosse uma armadilha. Se dissesse "dois ou três dias", eu me mostraria impaciente demais. E se respondesse "a vida inteira" ela poderia pensar que eu não a amava tanto assim ou talvez que não fosse sincero. De modo que era preciso encontrar uma resposta intermediária. Eu disse:
— Agüento esperar até que o meu coração comece a sangrar de aflição.
Ela sorriu, insegura. Então roçou o dedo em meus lábios. E perguntou:
— E quanto tempo demora?
Desesperado sacudi a cabeça e resolvi dizer a verdade.
— Cinco minutos, talvez.
(A Garota das Laranjas)
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Jostein Gaarder
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Há qualquer coisa de libertador associada à perda de tudo. Primeiro chora-se, depois fica-se atordoado; em seguida enumera-se aquilo que se perdeu e reflecte-se sobre a dureza do futuro, pensando que nunca conseguiremos obter outras coisas como aquelas que desapareceram. Finalmente, depois de tudo isso, sente-se uma estranha leveza. Sem as coisas que sempre tivemos, passamos a ser outra pessoa, qualquer pessoa, ninguém. É uma sensação esquisita, como a de estarmos embriagados, abandonando-nos à embriaguez. (..) De repente senti-me capaz de qualquer coisa, por muito arrojada que fosse.
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Judith Merkle Riley (The Serpent Garden)
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Dal corridoio giunse una voce contrariata.
«Maledizione, l'ha ammazzato sul serio, adesso mi toccherà essere l'erede al trono al posto suo e indossare quel ridicolo mantello da cerimonia».
Bryce fece irruzione nello studio e considerò con un breve sguardo Alexis sulla poltrona e Axel fermo al centro della stanza con un bicchiere in pezzi ai piedi.
In faccia gli leggeva chiaramente che se fosse stato Alexis a tirarglielo dietro, avrebbe avuto tutta la sua comprensione.
«Arrivi a proposito», disse Axel, calmissimo.
«Ti spiacerebbe mandare qualcuno a chiamare Stephen Eldrige?».
«L'unica persona che manderò a chiamare è un esorcista», disse Bryce, esasperato. «Sperando che almeno lui possa fare qualcosa per te».
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Virginia De Winter (L'ordine della penna (Black Friars, #2))
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Ogni atomo della sua carne mi è caro come la mia propria; l'amerei malata, l'amerei infelice.
Il suo animo è il mio tesoro e anche se si smarrisse continuerebbe ad esserlo. Se delirasse, le mie braccia la tratterrebbero, e non una camicia di forza; una sua stretta, anche se inconsapevole e feroce, mi alletterebbe e anche se lei mi si avventasse addosso furibonda come ha fatto stamane quella donna, l'accoglierei con un abbraccio energico sì, ma non meno tenero.
E quando fosse calma, non avrebbe altro guardiano, altra infermiera che me; saprei vegliarla con infinita tenerezza, anche se lei non potesse ricompensarmi con nessun sorriso e non mi stancherei di guardarla negli occhi anche se più non mi riconoscessero.
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Charlotte Brontë (Jane Eyre)
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Onde terá ficado aquela criança que apenas conhece da fotografia e cuja memória há muito se perdeu na sedimentação dos dias? Não se recorda quando se separaram. Quando um deixou de ser o outro. Onde está nele aquela criança? O homem que é hoje é o resultado de todos os dias daquela criança? E se os dias tivessem sido outros, seria outro homem? Se ele pudesse apagar alguns dias, seriam todos os outros suficientes para para ele ser quem hoje é? Apagar alguns dias. Apagar um dia, que fosse aquele dia. Será o homem apenas o conjunto das suas memórias ou será antes a soma de todos os seus esquecimentos?
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Joaquim Mestre (O Perfumista)
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Quello che io penso, è che una parte di te vuole allontanarsi da me, è vero. E probabilmente avrai le tue ragioni per farlo. Ma un'altra parte di te desidera disperatamente avvicinarsi a me. Ne sono sicuro. Qualunque cosa tu mi dica qui adesso, io devo credere a quella parte di te che mi chiede di aiutarti e mi cerca. Puoi raccontarmi quello che vuoi, darmi tutte le ineccepibili ragioni che vuoi, io non posso semplicemente dimenticarti e cancellare dalla mia memoria gli anni passati con te. Sono qualcosa che è realmente avvenuto nella mia vita, e non mi è possibile eliminarli come se niente fosse. Sarebbe come eliminare la mia stessa persona.
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Haruki Murakami (The Wind-Up Bird Chronicle)
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(...)sentou-se para descansar e em breve fazia de conta que ela era uma mulher azul porque o crepúsculo mais tarde talvez fosse azul, faz de conta que fiava com fios de ouro as sensações. faz de conta que a infância era hoje e prateada de brinquedos, faz de conta que uma veia não se abrira e faz de conta que dela não estava em silêncio alvíssimo escorrendo sangue escarlate, e que ela não estivesse pálida de morte mas isso fazia de conta que estava mesmo de verdade, precisava no meio do faz de conta falar a verdade de pedra opaca para que contrastasse com o faz de conta verde-cintilante, faz de conta que amava e era amada, faz de conta que não precisava morrer de saudade, faz de conta que estava deitada na palma transparente de Deus, não Lóri mas o seu nome secreto que ela por enquanto ainda não podia usufruir, faz de conta que vivia e não que estivesse morrendo pois viver afinal não passava de se aproximar cada vez mais da morte, faz de conta que ela não ficava de braços caídos de perplexidade quando os fios de ouro que fiava se embaraçavam e ela não sabia desfazer o fino fio frio, faz de conta que ela era sábia bastante para desfazer os nós de corda de marinheiro que lhe atavam os pulsos, faz de conta que tinha um cesto de pérolas só para olhar a cor da lua pois ela era lunar, faz de conta que ela fechasse os olhos e seres amados surgissem quando abrisse os olhos úmidos de gratidão, faz de conta que tudo o que tinha não era faz de conta, faz de conta que se descontraía o peito e uma luz douradíssima e leve guiava por uma floresta de açudes mudos e de tranqüilas mortalidades, faz de conta que ela não era lunar, faz de conta que ela não estava chorando por dentro.
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Clarice Lispector
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Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.Marco entra in una città; vede qualcuno in una piazza vivere una vita o un istante che potevano essere suoi; al posto di quell’uomo ora avrebbe potuto esserci lui se si fosse fermato nel tempo tanto tempo prima, oppure se tanto tempo prima a un crocevia invece di prendere una strada avesse preso quella opposta e dopo un lungo giro fosse venuto a trovarsi al posto di quell’uomo in quella piazza. Ormai, da quel suo passato vero o ipotetico, lui è escluso; non può fermarsi; deve proseguire fino a un’altra città dove lo aspetta un altro suo passato, o qualcosa che forse era stato un suo possibile futuro e ora è il presente di qualcun altro. I futuri non realizzati sono solo rami del passato: rami secchi.
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Italo Calvino (Invisible Cities)
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«André», sussurrò trasecolata. Mi fissò come ipnotizzata, gli occhi traboccanti di gioia e speranza. «Sapevo che saresti venuto». Mi passò le mani sul torace, come per accertarsi che fossi reale. «Sapevo che stavi solo aspettando l’occasione giusta». Mi uccise vederla sorridermi. «Sei qui per me».
Mi imposi di tramutarmi in puro, indistruttibile ghiaccio. Di annullare qualsiasi sentimento e creare il vuoto assoluto. Di osservarla dall’alto in basso con tanta inflessibilità da stroncare la sua felicità.
Non importava scoprire che mi aveva aspettato, inutilmente. Non importava che ora fosse davanti a me, contro di me, dentro di me con quel suo sguardo magnetico.
Non potevo permettere che tutto si ripetesse.
Non potevo permettermi di essere di nuovo umano.
Per lei, con lei.
«No, Nadyia», dissi in tono lugubre. «Non sono qui per te».
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Chiara Cilli (Per Combatterti (Blood Bonds, #5))
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Se lui avesse potuto dire il suo nome ancora una volta, a voce così bassa da poterla sentire invece che ascoltarla.Se lo avesse fatto, così piano da non permettere alla veglia di ricordarle perché quel suono non poteva più renderla felice.Se solo non avesse mai smesso di piovere.Eloise, sei sveglia?Sì, e non voglio.Sotto la mano il cuscino era fresco e morbido, negli spazi tra le sue dita se ne insinuavano altre, calde e dure perché abituate a riempire di lusinghe l'elsa di una spada, non solo la pelle di una donna. Prendeva la sua una mano fatta per accarezzare e per uccidere.Una mano che l'aveva accarezzata, e poi uccisa.«Axel».Forse c'era stato uno scatto di esultanza profonda, perché ridestandosi aveva pronunciato per prima cosa il suo nome.Qualcosa che aveva a che fare col possesso e il riconoscimento.Qualcosa di così profondo che, se non si fosse opposta, avrebbe finito per precipitarvi dentro.Qualcosa che tra loro due era sempre esistito.L'aveva accarezzata.A quanto le avevano raccontato, lui era stata la prima cosa del mondo su cui aveva aperto gli occhi. Un fagottino di neonata, avvolta tra le braccia di un bambinetto di tre anni appena, che sollevava di colpo le palpebre incontrando per la prima volta due occhi blu pieni di amore e trionfo fissi su di lei.E poi uccisa.Una cicatrice che si risvegliava pulsando, lo spettro di dolore di un arto amputato, che esisteva solo nel ricordo dei nervi e bruciava, bruciava come fuoco.Lui era sete, tanta da accettare di annegare pur di riuscire a bere.«Axel».«Sono qui».
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Virginia De Winter (L'Ordine della spada (Black Friars, #1))
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Daniel emanava un’aura aspra e irregolare, ma era proprio quel modo di essere che l’aveva portata lontano dalla luce e le aveva lasciato intuire che amava la notte assai più del giorno. A nessuno piace capire di amare le tenebre, pensava. Possiamo accettarlo, infine, ma tutti noi vogliamo essere il contrario. Vogliamo il calore e la trasparenza della luce.
Se ognuno di noi vivesse davvero ogni giorno come se fosse l’ultimo, quante cose si svolgerebbero diversamente? Se questo fosse il mio ultimo giorno, se i Maya avessero ragione e l’apocalisse fosse vicina, io richiamerei Arthur. Senza dubbio. Viceversa, se fossi certa di un domani, non sono sicura che sarebbe assennato alcun tipo di gesto che porti a una ricaduta. La nostalgia costa carissima e va adoperata solo quando proprio non se ne può fare a meno. Okay, non ne posso fare a meno.
Vorrei dirgli che rimuginare è inutile. Non sappiamo come, né perché, ma a un certo punto della nostra vita perdiamo delle opportunità. Ed è una perdita irreversibile, non c’è niente da fare.
«In Giappone diciamo: domandare non costa che un istante di imbarazzo, non domandare è essere imbarazzati per tutta la vita.»
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Alessia Gazzola (Le ossa della principessa (Alice Allevi, #3))
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Ci chiamano usurpatori, loro, che hanno usurpato ogni speranza per ciascuna generazione a venire, loro che tutto prendono senza nulla chiedere. Noi che abbiamo avuto l’ardire di strappar loro un pezzetto di terra per viverci in pace, loro che la terra la vogliono tutta per farci la guerra. Ci chiamano usurpatori, senza ricordare che i primi usurpatori sono loro, loro che hanno commesso il peccato maggiore, quel peccato che noi cerchiamo di accomodare. Loro hanno strappato la terra alla terra, l’hanno imbrigliata nelle cartine geografiche, stampata sugli stivali e sulle borse, hanno ucciso per mangiare e mangiato per uccidere, senza rispettare nulla che non fosse la loro fame di cibo e di morte. Noi non chiediamo niente, se non di vivere la vita che vogliamo, la vita che lassù non ci permettevano, perché non c’era abbastanza spazio per tutti. Entro il 2015 servivano settantamila dottori, tutti gli altri non servivano a niente. Un tempo, signori, non si era liberi, e si faceva quello che ti dicevano di fare. Adesso si è liberi, così dicono, ma quello che ti dicono lo devi fare lo stesso. Perché se non fai il dottore, allora fai la fame. Se non sei ingegnere, non lavori. Se non t’iscrivi nel ramo dell’industria, uno stipendio poi chi te lo dà. E sbranarsi e sventolare bandiere e strillare come scimmie per un boccone di pensione, quando sei troppo vecchio per gustartela, perché gli anni migliori della tua vita li hai passati a lavorare per loro. Vuoi fare l’insegnante – perché non prendi Farmacia? Vuoi essere archeologo – ma cercati un lavoretto buono. Vuoi scrivere – tanto, se non sei famoso, non ti pubblicano. E soffocare soffocare soffocare le ambizioni perché l’ambizione è peccato e non porta pane, l’ambizione è tempo perso, braccia sottratte alla produzione. E sempre un livore un livore nel petto a fare quel che è giusto fare, ma non quello che si vuol fare. Siamo morti in partenza perché volare basso ci uccide.
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Chiara Pagliochini (Canto per ingannare l'attesa)
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[...] deixa eu te dizer antes que o ônibus parta que você cresceu em mim dum jeito completamente insuspeitado, assim como se você fosse apenas uma semente e eu plantasse você esperando ver nascer uma plantinha qualquer, pequena, rala, uma avenca, talvez samambaia, no máximo uma roseira, é, não estou sendo agressivo não, esperava de você apenas coisas assim, avenca, samambaia, roseira, mas nunca, em nenhum momento essa coisa enorme que me obrigou a abrir todas as janelas, e depois as portas, e pouco a pouco derrubar todas as paredes e arrancar o telhado para que você crescesse livremente, você não cresceria se eu a mantivesse presa num pequeno vaso, eu compreendi a tempo que você precisava de muito espaço [...] (Para uma avenca partindo, p. 46-47)
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Caio Fernando Abreu (Além do Ponto e Outros Contos)
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La mia vita mi spinge a immaginarmi come sarebbe stata la sua se le fosse toccato ciò che è toccato a me, che uso avrebbe fatto della mia fortuna. E la sua vita si affaccia di continuo nella mia, nelle parole che ho pronunciato, dentro le quali c'è spesso un'eco delle sue, in quel gesto determinato che è un riadattamento di un suo gesto, in quel mio di MENO che è tale per un suo di PIU', in quel mio di PIU' che è la forzatura di un suo di MENO senza contare ciò che non ha mai detto ma mi ha lasciato intuire, ciò che non sapevo e che poi ho letto nei suoi quaderni. Così il racconto dei fatti deve fare i conti con filtri, rimandi, verità parziali, mezze bugie: ne viene una estenuante misurazione del tempo passato tutta fondata sul metro incerto delle parole.
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Elena Ferrante (The Story of a New Name (Neapolitan Novels, #2))
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Não, agora nunca mais diria, de ninguém neste mundo, que eram isto ou aquilo. Sentia-se muito jovem; e, ao mesmo tempo, indizivelmente velha. Passava como uma navalha através de tudo; e ao mesmo tempo ficava de fora, olhando. Tinha a perpétua sensação, enquanto olhava os carros, de estar fora, longe e sozinha no meio do mar; sempre sentira que era muito, muito perigoso viver, por um só dia que fosse. Não que se julgasse inteligente, ou muito fora da comum. Nem podia saber como tinha atravessado a vida com os poucos dedos de conhecimento que lhe dera Fräulein Daniels. Não sabia nada; nem línguas, nem história; raramente lia um livro agora, exceto memórias, na cama; mas como a absorvia tudo aquilo, os carros passando; e não diria de Peter, não diria de si mesma: sou isto, sou aquilo.
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Virginia Woolf (Mrs. Dalloway)
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Subitamente, porém, quando transpúnhamos o portão, tive o choque de um alarme.
A casota do cão ficava a um canto do quintal, perto do alpendre onde se arrumavam os bois. Admiti bruscamente que o cão tivesse morrido. E, abandonando o grupo, fui sozinho até ao fundo do jardim. À luz da lua, espreitei para a casota, chamei o cão. Mondego não respondeu. Meti a mão dentro - o cão não estava. Presumi, absurdamente, que tivesse rebentado a corrente, se tivesse aninhado no alpendre. Fui para lá, mergulhei para um lado e outro no escuro, chamei: Mondego!
Nada. Mas eis que, ao voltar-me para sair, eu vi o cão, enfim: suspenso de uma trave enforcado no arame, Mondego recortava-se contra o céu, iluminado de lua e de estrelas. Dominei-me, não gritei. E corri para o grupo, que voltava atrás a procurar-me. Desculpei-me como pude e segui para a igreja, chorando duramente: quando Cristo nascia entre cânticos e luzes, Mondego balançava de uma trave o seu corpo leproso, banhado de luar...
No dia seguinte quiseram iludir-me: o cão teria aparecido morto à porta da casota. Não reagi. Levantei-me apenas e fui eu enterrar o animal, para que fosse amortalhado com ternura, para que a última voz da terra a falar-lhe fosse uma voz de aliança.
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Vergílio Ferreira (Aparição)
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Se ora penso agli anni di allora, mi colpisce quanto poco ci fosse in realtà da vedere, quante poche immagini illustrassero la vita e la morte nei Lager. Conoscevamo di Auschwitz il portale con la sua scritta, i pancacci di legno a più piani, i mucchi di capelli, occhiali e valigie; di Birkenau l'entrata con la torre, i corpi laterali e il passaggio per i treni; e da Bergen-Belsen ci venivano le montagne di cadaveri trovate e fotografate dagli alleati al momento della liberazione. Conoscevamo alcune testimonianze di detenuti, ma molti libri apparvero subito dopo la guerra e vennero ristampati solo negli anni Ottanta, visto che nel frattempo non rientrarono nei programmi delle case editrici. Ora ci sono così tanti libri e film che il mondo dei Lager è ormai parte dell'immaginario collettivo che completa il mondo reale. La fantasia lo conosce ormai bene, e a partire dalla serie televisiva Olocausto e da film come La scelta di Sophie e soprattutto Schindler's list si muove anche in quel mondo. E non ne prende solo atto, ma integra e abbellisce. Allora la fantasia stentava a muoversi; riteneva che allo sgomento di cui era debitrice al mondo dei Lager non si confacessero le movenze della fantasia. Quelle poche immagini che doveva alle foto degli alleati e alle testimonianze dei detenuti, le ha poi guardate riguardate, fino a farne dei cliché.
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Bernhard Schlink (The Reader)
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[...] quelli che erano nati negli anni venti, e che avevano vent’anni negli anni quaranta, avevan dovuto combattere perché c’era la guerra e servivano dei soldati. Quelli che eran nati negli anni trenta, e avevan vent’anni negli anni cinquanta, avevan dovuto lavorare perché c’era stata la guerra e c’era un paese da ricostruire. Quelli che eran nati negli anni quaranta, e che avevan vent’anni negli anni sessanta, avevan dovuto lavorare anche loro perché c’era il boom economico e una grande richiesta di forza lavoro. Quelli che eran nati negli cinquanta, e che avevan vent’anni negli anni settanta, avevan dovuto contestare perché il mondo cosí com’era stato fino ad allora non era piú adatto alla modernità o non so bene a cosa. Poi eravamo arrivati noi, nati negli anni sessanta e che avevamo vent’anni negli anni ottanta e l’unica cosa che dovevamo fare, era stare tranquilli e non rompere troppo i maroni.
Mi sembrava che noi, avevo detto, fossimo stata la prima generazione che, se ci davano un lavoro, non era perché c’era bisogno, ci facevano un favore.
Cioè era come se il mondo, che per i nostri genitori era stata una cosa da fare, da costruire, per noi fosse già fatto, preconfezionato, e l’unica cosa che potevamo fare era mettere delle crocette, come nei test.
E allora aveva anche senso, che proprio in quel periodo lí, negli anni ottanta, fossero comparsi in Italia i giochi elettronici, perché uno di vent’anni che passava sei o otto ore al giorno a giocare ai giochi elettronici, che negli anni cinquanta sarebbe stato un disadattato (Sei un delinquente, gli avrebbero detto i suoi genitori), a partire dagli anni ottanta andava benissimo, perché rispondeva al compito precipuo della sua generazione, di stare tranquillo e non rompere troppo i maroni.
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Paolo Nori (I malcontenti)
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Ogni volta che Dusk ripensava al suo sorriso, che tanto amava, non poteva evitare che un’espressione adorante gli comparisse in viso e che il suo cuore battesse più forte per la gioia. Comunque, la vita in tournée non era solo divertimento, sesso e giochi, infatti, a un certo punto dovette uscire dalla loro camera per le prove. Anche quando Lolly non era con lui, la sua attenzione continuava a spostarsi dalla musica al ragazzo e a quanto fosse bello rimanere accoccolati a letto dopo aver scopato la mattina presto. Una brezza piacevole scombinò i capelli di Dusk mentre stava sperimentando con la chitarra i nuovi accordi per le loro canzoni. La sua voce diventava un tutt’uno con la musica quando cantava e lui si perdeva nel mondo creato dalle parole di suo fratello. Alcune canzoni che Dusk conosceva benissimo, e che cantava da sempre, lo colpirono come mai prima d’ora. Non solo le canzoni di Dawn vibrarono in maniera diversa, ma gli diedero anche nuove idee. Milioni di parole invasero la sua mente, spingendolo a desiderare un foglio per scriverle. Era raro che componesse e, sebbene per il momento aveva solo piccoli frammenti di testo, non poté fare a meno di pensare di avere qualcosa di speciale tra le mani.
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K.A. Merikan (Manic Pixie Dream Boy (The Underdogs, #1))
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Lo so, lo so, ma ascoltami. Hai letto L’idiota, vero? Sì. Beh, L’idiota è un libro molto inquietante per me. Mi ha fatto così effetto che dopo non ho quasi più letto romanzi, a parte roba tipo ‘Uomini che odiano le donne’. Perché… provavo a intromettermi, …be’, magari me lo dici dopo, a cosa pensavi, lasciami finire di dirti perché l’ho trovato inquietante. Perché tutto quello che Myškin fa è buono… altruista… tratta tutti con compassione e comprensione e a cosa porta tutta quella bontà? Omicidi! Disastri! Una volta mi preoccupavo un sacco di questa cosa. Me ne stavo sveglio a letto di notte e mi preoccupavo! Perché – perché? Com'era possibile? Ho letto quel libro tre volte, pensando di non averlo capito. Myškin era gentile, amava la gente, era tenero, perdonava sempre, non faceva mai niente di sbagliato – ma si fidava di tutte le persone sbagliate, prendeva solo decisioni sbagliate, faceva soffrire tutti quelli che gli stavano intorno. Quel libro contiene un messaggio oscuro. “A che pro essere buoni?” Ma – questo è ciò che ho capito ieri notte, mentre guidavo. E se… se fosse più complicato di così? Se fosse vero anche il contrario? Perché se è vero che il male può discendere dalle buone azioni… dove sta scritto che da quelle cattive può venire solo il male? Magari a volte – il modo sbagliato è quello giusto? Magari prendi la strada sbagliata e ti porta comunque dove volevi? O vedila in un altro modo, certe volte puoi sbagliare tutto, e alla fine viene fuori che andava bene?
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Donna Tartt (The Goldfinch)
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Quest'uomo, meglio conosciuto sotto il nome di Tigre della Malesia, che da dieci anni insanguinava le coste del mar malese, poteva avere trentadue o trentaquattro anni.
Era alto di statura, ben fatto, con muscoli forti come se fili d'acciaio vi fossero stati intrecciati, dai lineamenti energici, l'anima inaccessibile a ogni paura, agile come una scimmia, feroce come la tigre delle jungla malesi, generoso e coraggioso come il leone dei deserti africani.
Aveva una faccia leggermente abbronzata e di una bellezza incomparabile, resa truce da una barba nera, con una fronte ampia, incorniciata da fuligginosi e ricciuti capelli che gli cavedano con pittoresco disordine sulle robuste spalle. Due occhi di una fulgidezza senza pari, che magnetizzavano, attiravano, che ora diventavano melanconici come quelli di una fanciulla, e che ora lampeggiavano e schizzavano come fiamme. Due labbra sottili, particolari agli uomini energici, dalle quali, nei momenti di battaglia, usciva una voce squillante, metallica, che dominava il rombo dei cannoni, e che talvolta si piegavano a un melanconico sorriso, che a poco a poco diventava un sorriso beffardo fino al punto di trovare il sorriso della Tigre della Malesia, quasi assaporasse allora il sangue umano.
Da dove mai era uscito questo terribile uomo, che alla testa di duecento tigrotti, non meno intrepidi di lui, aveva saputo in poco volger d'anni farsi una fama sì funesta? Nessuno lo avrebbe potuto dire. I suoi fidi stessi lo ignoravano, come ignoravano pure chi egli fosse.
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Emilio Salgari (Le tigri di Mompracem)
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Bor era appostato davanti all’entrata di casa, indossava il suo cappotto e un cappellino di lana. Le braccia erano incrociate sul petto e tutto di lui sembrava essere impaziente.
«L’appuntamento con la tua amica è alle dieci, muoviti dai!» esordì.
Asia non rispose e rimase a fissarlo per un tempo indefinito. Era sbigottita.
«E tu che ne sai?», chiese non appena si riprese dallo stupore.
«Tua madre stamattina presto è rientrata. Ti ha lasciato qualcosa da mangiare in cucina.» Cambiò discorso. Non guardava la ragazza mentre parlava, teneva lo sguardo fisso sulle braccia di Asia accartocciate in modo irrequieto.
«Non ho fame. È tua abitudine origliare le conversazioni altrui?» insistette lei con caparbietà.
Solo allora il Venator alzò gli occhi e catturò con il suo sguardo intenso la mente di lei. «Non origlio, sono entrato in camera tua mentre lo dicevi. Semplice. Se non devi mangiare allora copriti e andiamo.»
«Per quale assurda ragione dovresti venire con me?»
«Anche io voglio vedere come sta Nowak.»
Asia non osò ribattere. Afferrò con un moto di stizza il suo piumino e uscì seguendo il Venator. La nebbia copriva il fiume Vistola e rendeva tutto ovattato e silenzioso, nonostante non fosse più mattino presto.
Bor le porse il casco e si sedette sulla sua cavalcatura.
«L’ospedale dista dieci minuti a piedi, non vengo con te in moto. Voglio fare una passeggiata» rifiutò la proposta.
«Come vuoi» rispose secco lui intanto che scendeva e iniziava a camminarle davanti.
Asia rimase ferma per un istante e poi con una rapida corsa lo raggiunse posizionandosi al suo fianco.
«Guarda che la mia passeggiata doveva essere solitaria», affermò.
«Saprò essere invisibile e silenzioso.»
Cosa diavolo vuole questo cavernicolo da me? si domandò lei, mentre manteneva il passo svelto di Bor.
(brano tratto da R.I.P. Requiescat In Pace di Eilan Moon)
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Eilan Moon (R.I.P. Requiescat In Pace (The R.I.P. Trilogy, #1))
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Nel sole di marzo, mentre era seduto su una catasta di ceppi di faggio che scricchiolavano per il caldo, avvenne che egli pronunciasse per la prima volta la parola «legno». Aveva già visto il legno centinaia di volte, aveva sentito la parola centinaia di volte. La capiva anche, infatti d'inverno era stato mandato fuori spesso a prendere legna. Ma il legno come oggetto non gli era mai sembrato così interessante da darsi la pena di pronunciarne il nome. Ciò avvenne soltanto quel giorno di marzo, mentre era seduto sulla catasta. La catasta era ammucchiata a strati, come una panca, sul lato sud del capannone di Madame Gaillard, sotto un tetto sporgente. I ceppi più alti emanavano un odore dolce di bruciaticcio, dal fondo della catasta saliva un profumo di muschio, e dalla parete d'abete del capannone si diffondeva nel tepore un profumo di resina sbriciolata.
Grenouille era seduto sulla catasta con le gambe allungate, la schiena appoggiata contro la parete del capannone, aveva chiuso gli occhi e non si muoveva. Non vedeva nulla, non sentiva e non provava nulla. Si limitava soltanto ad annusare il profumo del legno che saliva attorno a lui e stagnava sotto il tetto come sotto una cappa. Bevve questo profumo, vi annegò dentro, se ne impregnò fino all'ultimo e al più interno dei pori, divenne legno lui stesso, giacque sulla catasta come un pupazzo di legno, come un Pinocchio, come morto, finché dopo lungo tempo, forse non prima di una mezz’ora, pronunciò a fatica la parola «legno». Come se si fosse riempito di legno fin sopra le orecchie, come se il legno gli arrivasse già fino al collo, come se avesse il ventre, la gola, il naso traboccanti di legno, così vomitò fuori la parola. E questa lo riportò in sé, lo salvò, poco prima che la presenza schiacciante del legno, con il suo profumo, potesse soffocarlo. Si alzò a fatica, scivolò giù dalla catasta, e si allontanò vacillando come su gambe di legno. Per giorni e giorni fu preso totalmente dall'intensa esperienza olfattiva, e quando il ricordo saliva in lui con troppa prepotenza, borbottava fra sé e sé «legno, legno», a mo' di scongiuro.
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Patrick Süskind (Perfume: The Story of a Murderer)
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Tante volte era rimasto in ammirazione di fronte a un paesaggio, a un monumento, a una piazza, a uno scorcio di strada, a un giardino, a un interno di chiesa, a una rupe, a un viottolo, a un deserto. Solo adesso, finalmente, si rendeva conto del segreto.
Un segreto molto semplice: l'amore. Tutto ciò che ci affascina nel mondo inanimato, i boschi, le pianure, i fiumi, le montagne, i mari, le valli, le steppe, di più, di più, le città, i palazzi, le pietre, di più, il cielo, i tramonti, le tempeste, di più, la neve, di più, la notte, le stelle, il vento, tutte queste cose, di per sé vuote e indifferenti, si caricano di significato umano perché, senza che noi lo sospettiamo, contengono un presentimento d'amore.
Quanto era stato stupido a non essersene mai accorto finora. Che interesse avrebbe una scogliera, una foresta, un rudere se non vi fosse implicata una attesa? E attesa di che se non di lei, della creatura che ci potrebbe fare felici? Che senso avrebbe la valle romantica tutta rupi e scorci misteriosi se il pensiero non potesse condurci lei in una passeggiata del tramonto tra flebili richiami di uccelli? Che senso la muraglia degli antichi faraoni se nell'ombra dello speco non potessimo fantasticare di un incontro? E l'angolo del borgo fiammingo che ci potrebbe importare o il caffè del 'boulevard' o il 'suk' di Damasco se non si potesse supporre che anche lei un giorno vi passerà, impigliandovi un lembo di vita? E l'erma cappelletta al bivio col suo lumino, perché avrebbe tanto patos se non vi fosse nascosta un'allusione? E a che cosa allusione se non a lei, alla creatura che ci potrebbe fare felici?
[...]
Le torri antiche, le nuvole, le cateratte, le enigmatiche tombe, il singhiozzo della risacca sullo scoglio, il piegarsi dei rami alla tempesta, la solitudine dei greti nel pomeriggio, tutto è un'indicazione precisa a lei, la donna nostra che ci incenerirà. Ogni cosa del mondo congiurando con le altre cose del mondo in complotto sapientissimo per promuovere la perpetuazione della specie.
Era una intuizione così bella e geniale che in altre circostanze egli ne avrebbe avuto soddisfazione. Ma, proprio per la sua esattezza, oggi a lui procurava solamente dolore. L'espressione degli alberi fuggenti corrispondeva infatti alla condizione del suo amore; il quale era stolto e disperato. Egli correva in direzione di lei benché sapesse che laggiù lo aspettavano soltanto nuovi affanni, umiliazioni e lacrime. Ma lui correva a perdifiato ugualmente, il piede premuto con tutta la forza sul pedale, per la paura di perdere un minuto.
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Dino Buzzati (Un amore)
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Eu espero alguém que não desista de mim mesmo quando já não tem interesse.
Espero alguém que não me torture com promessas de envelhecer comigo, mas sim que realmente envelheça comigo.
Espero alguém que se orgulhe do que escrevo, que me faça ser mais amigo dos meus amigos e mais irmão do meu irmão.
Espero alguém que não tenha medo do escândalo, mas tenha medo da indiferença.
Espero alguém que ponha bilhetinhos dentro daqueles livros que vou ler até o fim.
Espero alguém que se arrependa rápido de suas grosserias e me perdoe sem querer.
Espero alguém que me avise que estou repetindo a roupa na semana.
Espero alguém que nunca abandone a conversa quando não sei mais o que falar.
Espero alguém que, nos jantares entre os amigos, dispute comigo para contar primeiro como nos conhecemos.
Espero alguém que goste de dirigir para nos revezarmos em longas viagens.
Espero alguém disposto a conferir se a porta está fechada e o fogão desligado, se meu rosto está aborrecido ou esperançoso.
Espero alguém que prove que amar não é contrato, que o amor não termina com nossos erros.
Espero alguém que não se irrite com a minha ansiedade.
Espero alguém que possa criar toda uma linguagem cifrada para que ninguém nos recrimine.
Espero alguém que arrume ingressos de teatro de repente, que me sequestre ao cinema, que cheire meu corpo suado depois de uma corrida como se ainda fosse perfume.
Espero alguém que não largue as mãos dadas nem para coçar o rosto.
Espero alguém que me olhe demoradamente quando estou distraído, que me telefone para narrar como foi seu dia.
Espero alguém que procure um espaço acolchoado em meu peito.
Espero alguém que minta que cozinha e só diga a verdade depois que comi.
Espero alguém que leia uma notícia, veja que haverá um show de minha banda predileta, e corra para me adiantar por e-mail.
Espero alguém que ame meus filhos como se estivesse reencontrando minha infância e adolescência fora de mim.
Espero alguém que fique me chamando para dormir, que fique me chamando para despertar, que não precise me chamar para amar.
Espero alguém com uma vocação pela metade, uma frustração antiga, um desejo de ser algo que não se cumpriu, uma melancolia discreta, para nunca ser
prepotente.
Espero alguém que tenha uma risada tão bonita que terei sempre vontade de ser engraçado.
Espero alguém que comente sua dor com respeito e ouça minha dor com interesse.
Espero alguém que prepare minha festa de aniversário em segredo e crie conspiração dos amigos para me ajudar.
Espero alguém que pinte o muro onde passo, que não se perturbe com o que as pessoas pensam a nosso respeito.
Espero alguém que vire cínico no desespero e doce na tristeza.
Espero alguém que curta o domingo em casa, acordar tarde e andar de chinelos, e que me pergunte o tempo antes de olhar para as janelas.
Espero alguém que me ensine a me amar porque a separação apenas vem me ensinando a me destruir.
Espero alguém que tenha pressa de mim, eternidade de mim, que chegue logo, que apareça hoje, que largue o casaco no sofá e não seja educada a ponto de estendê-lo no cabide.
Espero encontrar uma mulher que me torne novamente necessário.
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Fabrício Carpinejar