“
Le risoluzioni definitive si prendono sempre e soltanto per uno stato d'animo che non è destinato a durare.
”
”
Marcel Proust
“
Que no me vean caida. Muerta por dentro, pero de pie. Como un árbol.
”
”
Alejandro Casona (Los árboles mueren de pie)
“
The anthropological criminologists tell us that the typical criminal is ugly: monstrum in fronte, monstrum in animo [monstrous in appearance, monstrous in spirit].
”
”
Friedrich Nietzsche
“
El viejo toma confianza y empieza a husmear en nuestra biblioteca. Yo lo animo. Va haciendo gestos de asentimiento, de reconocimiento, de aprobación. De ésos que sólo puede hacer un lector frente a otros lectores, como si perteneciéramos a una secta.
”
”
Benito Taibo (Persona normal)
“
Llegara un tiempo, cuando todos nosotros estemos muertos. Todos nosotros. Llegara un tiempo cuando no quedaran más seres humanos para recordar que alguna vez existimos o que nuestra especie alguna vez hizo algo. No habrá nadie que quede para recordar a Aristóteles o a Cleopatra, por no hablar de ti. Todo lo que hicimos, construimos, escribimos, pensamos y descubrimos será olvidado y todo esto habrá sido inútil. Quizás ese tiempo venga pronto y quizás esta a millones de años lejos, pero incluso si sobrevivimos el desplome de nuestro sol, no sobreviviremos para siempre. Paso mucho tiempo antes que los organismos experimentaron la conciencia, y habrá tiempo después. Y si la inevitabilidad del olvido humano te preocupa, te animo a que lo ignores. Dios sabe que eso es lo que hacen todos.
”
”
John Green (The Fault in Our Stars)
“
Temo che il senso della vita sia estorcere la felicità a se stessi, tutto il resto è una forma di lusso dell'animo, o di miseria, dipende dai casi.
”
”
Alessandro Baricco (Una certa idea di mondo)
“
Ingentis animos angusto in pectore versant.
”
”
Virgil (The Georgics)
“
Ma è questo che ci si aspetta da noi donne, no? Dobbiamo dare, dare, e aiutare gli altri, qualunque sia il nostro stato d’animo. È stancante e ingrato, a volte”.
”
”
Tracy Chevalier (A Single Thread)
“
Nessuno ebbe animo di venire a vedere che cosa fanno gli uomini quando sanno di dover morire.
”
”
Primo Levi (If This Is a Man • The Truce)
“
I desideri non si possono evocare, né soffocare a piacimento. Essi nascono dalle profondità più remote del nostro animo, più nascosti di ogni altra intenzione, siano essi buoni o cattivi. E ha nostra insaputa.
”
”
Michael Ende
“
Quis scit an adiciant hodiernae crastina summae
tempora di superi?
Cuncta manus auidas fugient heredis, amico
quae dederis animo.
”
”
Horatius
“
— Le risoluzioni definitive si prendono sempre e soltanto per uno stato d’animo che non è destinato a durare.
— Chi l’ha detto?
— Marcel Proust. Non sbagliava mai, quello.
”
”
Alessandro Baricco (Mr Gwyn)
“
In sapientis quoque animo, etiam cum uulnus sanatum est, cicatrix manet." : "The wise man's mind will keep its scar long after the wound has healed
”
”
Seneca
“
[...] E ci dicese nell'animo, nuovo per noi, il dolore antico del popolo che non ha terra, il dolore senza speranza dell'esodo ogni secolo rinnovato.
”
”
Primo Levi (Se questo è un uomo: Versione drammatica di Pieralberto Marché e Primo Levi)
“
Le imprese più ardite vanno vissute con l'animo più semplice. (Cosimo Piovasco Barone di Rondò)
”
”
Italo Calvino (The Baron in the Trees)
“
Non era stata mia intenzione amarlo, e avevo fatto di tutto per estirpare dal mio animo i germi dell'amore che vi avevo scovato; e ora, non appena l'avevo rivisto, essi risorgevano spontaneamente più forti e più gagliardi! Anche senza che lo guardassi si faceva amare.
”
”
Charlotte Brontë
“
Iucundum, mea vita, mihi proponis amorem
hunc nostrum inter nos perpetuumque fore.
Di magni, facite ut uere promittere possit,
atque id sincere dicat et ex animo,
ut liceat nobit tota perducere vita
aeternum hoc sanctae foedus amicitiae.
”
”
Catullus
“
Eu adoro todas as coisas E o meu coração é um albergue aberto toda a noite. Tenho pela vida um interesse ávido Que busca compreendê-la sentindo-a muito. Amo tudo, animo tudo, empresto humanidade a tudo, Aos homens e às pedras, às almas e às máquinas.
”
”
Fernando Pessoa (Poemas de Álvaro de Campos)
“
Gli ricordò che i deboli non sarebbero mai entrati nel regno dell'amore, che è un regno inclemente e meschino, e che le donne si concedono solo agli uomini dall'animo risoluto, perché infondono loro la sicurezza che tanto bramano per affrontare la vita.
”
”
Gabriel García Márquez (Love in the Time of Cholera)
“
Il suicidio è una forma di omicidio. Omicidio premeditato. Non lo fai la prima volta che ti passa per la testa. Ti ci devi abituare. E ti servono mezzo, occasione e movente. Un suicidio riuscito esige buona organizzazione e sangue freddo, cose solitamente incompatibili con lo stato d'animo suicida. L'importante è coltivare il distacco. Un modo per farlo è esercitarsi a immaginarsi morta, o in punto di morte. Quando vedi una finestra, devi immaginarti il tuo corpo che cade dalla finestra. Quando vedi un coltello, devi immaginarti il coltello che ti lacera la pelle. Quando arriva un treno, devi immaginarti col torace schiacciato dalle ruote. Esercizi come questi servono a ottenere la giusta distanza.
”
”
Susanna Kaysen (Girl, Interrupted)
“
...la música compone los ánimos descompuestos y alivia los trabajos que nacen del espíritu.
”
”
Miguel de Cervantes Saavedra
“
Hay cosas que no se curan con un par de pociones
”
”
Iria G. Parente (Encuentros (Secretos de la luna llena, #2))
“
L'eccesso del dolore, come l'eccesso della gioia, sono stati d'animo violenti, che durano poco. Il cuore dell'uomo non può restare a lungo in estremo.
”
”
Victor Hugo (Notre-Dame de Paris: Tome 1)
“
Straordinario come ci si sente soli, laggiù nel profondo dell'animo, se manca un compagno di esultanze.
”
”
Elizabeth von Arnim (Father)
“
Ero sola nell'animo, lo ero sempre stata. Eppure lì, tra le braccia del mio carnefice, di colui che mi stava togliendo la vita come un bacio, mi sentii come se fossi finalmente a casa, al sicuro e protetta.
”
”
Diletta Brizzi (Elements Tales)
“
Il sostegno su cui poggia quella fermezza e costanza che cerchiamo nell'amicizia è la fiducia. Niente è stabile di ciò che è infido. Inoltre conviene scegliere un amico sincero, gentile e affine, cioé che sia mosso dai nostri stessi sentimenti. Tutte cose che hanno attinenza con la fiducia. Non può essere fidata, infatti, un'indole ambigua e tortuosa né, di certo, può essere fidato o costante chi non è mosso dai medesimo sentimenti e non è affine per natura. [...] Prima di tutto che non vi sia niente di finto o simulato: è di un animo nobile, infatti, persino odiare apertamente piuttosto che celare il proprio pensiero dietro un falso aspetto.
”
”
Marcus Tullius Cicero (L'amicizia)
“
Ogni atomo della sua carne mi è caro come la mia propria; l'amerei malata, l'amerei infelice.
Il suo animo è il mio tesoro e anche se si smarrisse continuerebbe ad esserlo. Se delirasse, le mie braccia la tratterrebbero, e non una camicia di forza; una sua stretta, anche se inconsapevole e feroce, mi alletterebbe e anche se lei mi si avventasse addosso furibonda come ha fatto stamane quella donna, l'accoglierei con un abbraccio energico sì, ma non meno tenero.
E quando fosse calma, non avrebbe altro guardiano, altra infermiera che me; saprei vegliarla con infinita tenerezza, anche se lei non potesse ricompensarmi con nessun sorriso e non mi stancherei di guardarla negli occhi anche se più non mi riconoscessero.
”
”
Charlotte Brontë (Jane Eyre)
“
Le persone felici cucinano bene e creano cose eleganti. Chi è felice non ha voglia di mangiare carne in scatola e frattaglie tritate. Ha voglia di mettere un vestito che gli doni, non scarpe vecchie e golfoni. Forse lo stato d'animo non influisce sul clima, ma non è detto.
”
”
Peter Cameron (Someday This Pain Will Be Useful to You)
“
…porque somos como elles; porque, bem como elles, nos persuadimos de que, varrendo todos os vestigios do Portugal antigo, poderemos esconder aos estranhos a nossa decadencia actual; porque, além disso, cremos que para ser deste seculo, é preciso renegar dos antepassados.
Todavia, ainda ha quem deplore a destruição das memorias venerandas de melhores tempos; ainda ha quem lucte contra a torrente de barbaria que alaga este paiz tão rico de recordações, recordações que tantos animos envilecidos pretendem fazer esquecer.
”
”
Alexandre Herculano
“
Non c'è niente di più pericoloso del demone della fantasia acquattato nell'animo femminile.
”
”
Isabel Allende (Daughter of Fortune)
“
È senza dubbio una disgrazia per un uomo che deve procurarsi da vivere, nascere con una natura realmente nobile. Un animo elevato condurrà un uomo all’ospizio di mendicità.
”
”
Thomas Hardy (A Pair of Blue Eyes)
“
…il tempo è fuggito tanto velocemente che l’animo non è riuscito ad invecchiare.
”
”
Dino Buzzati
“
Degeneres animos timor arguit:
”
”
Virgil (The Aeneid (Translated): Latin and English)
“
LETTERA 17 LA FILOSOFIA GIOVA IN OGNI CIRCOSTANZA DELLA VITA
Così non importa se un animo malato sia posto fra le ricchezze o nella povertà: lo seguirà sempre il suo male.
”
”
Seneca
“
La condizione più straziante per l'animo umano non è il dolore; è il dubbio!
”
”
Paul Mehis
“
Imperium terris, animos aequabit Olympos
”
”
Virgil (The Aeneid -Virgil Original Edition(Annotated(illustrated edition))
“
Ad Astra Per Aspera.
Vers les étoiles à travers les difficultés.
Devise des cogitabat animo.
”
”
Margot Dessenne (Les Mobilisés (Absolu, #1))
“
L'odio ha una sua concrezione strana, quando è definito e formulabile era già nato in noi, preesisteva in silenzio acquattato in una piega dell'animo
”
”
Antonio Tabucchi (Piccoli equivoci senza importanza)
“
Nessuna spesa è più nobile di quella che si fa per l'acquisto dei libri, ma nessuna spesa è meno giudiziosa di quella fatta per l'acquisto di troppi libri. A che serve una enorme quantità di volumi, dei quali, nella brevità della vita, si abbia appena il tempo di leggerne i titoli. Meglio leggere e rileggere pochi autori eccellenti che leggicchiarne migliaia.
”
”
Seneca (La pace dell'animo)
“
There is but one way in which the unity of Christians may be fostered, and that is by furthering the return to the one true Church of Christ of those who are separated from it; for far from that one true Church they have in the past fallen away. The one Church of Christ is visible to all, and will remain, according to the will of its Author, exactly the same as He instituted it.
”
”
Pope Pius XI (On Fostering True Religious Unity: Mortalium Animos)
“
Pero cuando el sol desciende, una confusa alegría invade todo mi cuerpo. Me despierto, me animo. A medida que crece la sombra me siento distinto, más joven, más fuerte, más activo, más feliz.
”
”
Guy de Maupassant (La noche)
“
Era solamente un animo adulatore, di quelli che non sopportano di essere antipatici a qualcuno, neppure a quelli che detestano, aspirano a essere benvoluti perfino a quelli a cui fanno del male.
”
”
Javier Marías (Fever and Spear (Your Face Tomorrow, #1))
“
Se è vero che non c’è maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria, è altrettanto vero che rievocare un’angoscia ad animo tranquillo, seduti quieti alla scrivania, è fonte di soddisfazione profonda.
”
”
Primo Levi (The Periodic Table)
“
El tiempo de los violentos ya se acabo ... y ahora es nuestro tiempo, el de la gente civil, el de la gente que quiere construir paz pero con firmeza. Somos suaves y dulces, pacificos y manzos, pero firmes hasta las ultimas consecuencias. Por eso hemos ganado sobre los violentos. Por eso ganaremos sobre la gente que no sabe dialogar. Hemos perdido el miedo desde hace muchos anos, porque nos atenazo demasiado. Animo ... fuerza.
”
”
Dante Liano
“
Que tú, dejados todos los asuntos, te apliques con tenacidad y te esfuerces en la sola tarea de hacerte cada día mejor, lo apruebo y me complazco de ello, y no sólo te animo a que perseveres, sino que además te lo ruego.
”
”
Seneca (I dialoghi - Lettere morali a Lucilio)
“
La libertà, che è esigenza dello spirito, che è ideale e dovere morale, non abbisogna di istituzioni giuridiche che la sanciscono e la proteggono, non ha d'uopo di vivere in questa o quella specie di società politica, autoritaria o parlamentare, tirannica o democratica; di una particolare economia liberistica o di mercato ovvero comunistica o programmata.
La libertà esiste se esistono uomini liberi; muore se gli uomini hanno l'animo di servi.
”
”
Luigi Einaudi (Lezioni di politica sociale)
“
LETTERA 28 È L'ANIMO CHE DEVI CAMBIARE, NON IL CIELO SOTTO CUI VIVI
Prima esercita la funzione di accusatore, poi quella di giudice; e in ultimo quella di avvocato difensore. All'occorrenza, sappi anche infliggerti una condanna.
”
”
Seneca
“
LETTERA 15: BISOGNA ESERCITARE LO SPIRITO, PIU' CHE IL CORPO
Né il freddo, né il caldo, e neppure la vecchiaia, potrà impedire di esercitare le forze dell'animo: cura dunque questo bene, che diventa migliore col passare del tempo.
”
”
Seneca
“
Ci vuole una forza d'animo straordinaria per alzarsi dal letto ogni mattino con l'idea che la vita sia una prova e vada affrontata sempre, anche quando si è sicuri di avere subito un'ingiustizia terribile e si ha paura di non farcela.
”
”
Massimo Gramellini (Fai bei sogni)
“
Di colpo egli capì ciò che dicevano, capì il significato del mondo visibile allorché esso ci fa restare stupefatti e diciamo "che bello" e qualcosa di grande entra nell'animo nostro. Tutta la vita era vissuto senza sospettarne la causa. Tante volte era rimasto in ammirazione dinanzi a un paesaggio, a un monumento, a una piazza, a uno scorcio di strada, a un giardino, a un interno di chiesa, a una rupe, a un viottolo, a un deserto. Solo adesso, finalmente, si rendeva conto del segreto.
Un segreto molto semplice: l'amore. Tutto ciò che ci affascina nel mondo inanimato, i boschi, le pianure, i fiumi, le montagne, i mari, le valli, le steppe, di più, di più, le città, i palazzi, le pietre, di più, il cielo, i tramonti, le tempeste, di più, la neve, di più, la notte, le stelle, il vento, tutte queste cose, di per sé vuote e indifferenti, si caricano di significato umano perché, senza che noi lo sospettiamo, contengono un presentimento d'amore.
”
”
Dino Buzzati (Un amore)
“
Oggi, mezzo gennaio, non è giornata allegra; cielo nubiloso, aritmie, il solito disordine che a farsi potabile richiede il tempo che una sardina impiega a farsi capodoglio. Ovvio che la sardina mi abbia orientato verso l’olio, e dunque l’Oglio, e l’ingrata patria, gli ossicini io non ti do. Ecco, in un giorno come questo è difficile fare l’unica cosa che io sappia veramente fare: comprare libri. Quando la primavera si sbizzarrisce, e i capri petulchi lasciviano pe’ prati, e l’odore della mortella – erba di cui ignoro tutto, e che quindi è puramente letteraria – impreziosisce l’aria, io vado ad acquistare libri. Badate: io non ho detto che vado ad acquistare libri che ho preventivamente scelto, che voglio assolutamente, che, acquistati, porterò golosamente a casa e leggerò, scrivendo poi un mirabile saggio critico, splendore di acutezza e di segreta poesia, destinato a procurarmi lettere di appassionati lettori, sconvolti e rigenerati. Macché. L’unica faccenda che mi sta a cuore è questa appunto: comprare libri. Ora, il quesito, la quaestio quodlibetalis è come segue: colui che acquista libri è per ciò stesso un lettore? Ovviamente, la maggioranza dei leggenti queste righe, se ve ne sono, penseranno che no; lettore è colui che legge. Quale errore. Non v’ha dubbio che è naturale che il lettore legga, ma contesto che per esser lettori si debba assolutamente leggere; e soprattutto che acquistare libri non sia gesto di lettore. Ma se il libro non lo leggi, che senso avrà mai che se ne stia nella tua biblioteca? E tu stesso lo dici: forse non lo leggerò mai, magari un giorno lo regalerò. Eh no, quest’ultima facezia me la fate dire voi, io i libri acquistati non letti, forse non mai letti, nemmeno li presto. Essi ‘mi servono’. Servono a che? Servono grazie alla naturale attività magica e umbràtile e stemmica che un libro esercita. Un libro lo si compra con animo che suppongo simile a quello con cui si dipingevano bovi e capri nelle caverne paleolitiche. Una mucca dipinta non si munge né si mangia, ma è ‘la mucca’, cosa che non è consentito ad alcuna altra mucca. E così il libro non letto, acquistato e depositato sugli scaffali, è ‘il libro’. Acquistare un libro ha un effetto nervino che nessun altro gesto può avere; è una scelta del tutto onirica, isterica, fantastica, e suppone un progetto di vita, e naturalmente più libri possono alludere a più progetti di vita.
”
”
Giorgio Manganelli (Discorso dell'ombra e dello stemma)
“
Non c'era dubbio, il suo viso era strettamente legato a qualcosa che conservavo nel cuore. Qualcosa che mi turbava. Chiusi le palpebre e scandagliai il fondo del mio animo offuscato. Sentii il silenzio ricoprirmi come pulviscolo impalpabile.
”
”
Haruki Murakami (Hard-Boiled Wonderland and the End of the World)
“
Sono posseduto da una passione inesauribile che finora non ho potuto né voluto frenare. Non riesco a saziarmi di libri. E sì che ne posseggo un numero superiore al necessario; (...) I libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di famigliarità attiva e penetrante; e il singolo libro non insinua soltanto se stesso nel nostro animo, ma fa penetrare in noi anche i nomi di altri, e così l'uno fa venire il desiderio dell'altro
”
”
Francesco Petrarca
“
Una di queste giovani madri non era che una ragazzina e mi fece male al cuore leggere quella sofferenza e pensare che scaturiva dall’animo di una bambina, un animo che non avrebbe dovuto ancora conoscere il dolore, ma soltanto la gioia del mattino della vita.
”
”
Mark Twain
“
Gli esseri umani accolgono ogni cambiamento del proprio animo in una confusione di cose buone e cattive, e da soli portano quel peso per tutta la vita.
Pregando, sempre da soli, di essere il più gentile possibile con le persone a cui vogliono bene e a cui sono vicini.
”
”
Banana Yoshimoto (Goodbye Tsugumi)
“
LETTERA 20 I FATTI DEVONO ANDARE D'ACCORDO CON LE PAROLE
Certo, il lettuccio e i panni rozzi non sono una prova sufficiente per dimostrare la buona disposizione d'animo, se non risulta chiaro che la povertà è stata scelta liberamente, non già tollerata per necessità.
”
”
Seneca
“
Chi disegna non deve perdersi d'animo, lasciarsi scoraggiare da un momento di stanchezza o di confusione. Deve insistere, perché la cosa giusta viene solo dopo il momento di disperazione. Invece a volte, appena lo scoraggiamento arriva, si smette, si abbandona il terreno. È un errore.
”
”
Saul Steinberg (Saul Steinberg)
“
Non v'è nulla di più doloroso per l'animo umano di quella calma mortale che segue alla grande agitazione di sensazioni e sentimenti provocata da una rapida successione di eventi, quel misto d'impotenza e rassegnazione che si produce quando al cuore mancano sia la speranza che il timore.
”
”
Mary Wollstonecraft Shelley (Frankenstein : the Modern Prometheus)
“
Non era stata mia intenzione guardarlo: chi mi legge sa quanto avessi combattuto per estirpare dal mio animo i germi dell'amore che vi avevo scoperto; e ora, appena lo avevo rivisto, i germi del mio amore risorgevano spontaneamente, vivi e forti. Anche senza guardarmi, mi costringeva ad amarlo.
”
”
Charlotte Brontë (Jane Eyre)
“
Forse noi viviamo troppo protesi verso un apice, dico noi che assorbiamo emozioni da mattina a sera, e di conseguenza non riusciamo a sentirci semplicemente contenti: noi dobbiamo essere o disperati o al settimo cielo e questi stati d'animo sono difficili da raggiungere in una relazione stabile e solida.
”
”
Nick Hornby (High Fidelity)
“
Ecco dove accadde. Lei è stata qui. Questi leoni di pietra, ora senza testa, l'hanno fissata. Questa fortezza, una volta inespugnabile, cumulo di pietre ora, fu l'ultima cosa che vide. Un nemico da tempo dimenticato e i secoli, sole, pioggia, vento, l'hanno spianata. Immutato il cielo, un blocco d'azzurro intenso, alto, distante. Vicine, ogg come ieri, le mura ciclopiche che orientano il cammino: verso la porta dal cui fondo non fiotta più sangue. Nelle tenebre. Nel macello. E sola.
Con questo racconto vado nella morte.
Termino qui, impotente, e niente, niente di quello che avrei potuto fare o non fare, volere o pensare, mi avrebbe condotto a una meta diversa. Più profondamente di ogni altro moto dell'animo, più profondamente persino della mia paura, mi impregna, mi corrode, mi avvelena l'indifferenza dei celesti verso noi terreni. Naufragata l'audace impresa di opporre il nostro debole calore alla loro gelidità.
”
”
Christa Wolf (Kassandra)
“
Avevo letto da qualche parte la parola 'nichilismo' e a scuola chiesi al mio insegnante di inglese cosa significasse. "Significa non credere in niente" mi rispose, e subito seppi di aver trovato un nome per il mio stato d'animo. Non era solo mancanza di qualcosa in cui credere, era non credere, di fatto, in niente.
”
”
Colin Wilson (Religion and the Rebel)
“
È una delle facoltà singolari e incomunicabili della religione cristiana, il poter indirizzare e consolare chiunque, in qualsivoglia congiuntura, a qualsivoglia termine, ricorra ad essa. Se al passato c'è rimedio, essa lo prescrive, lo somministra, dà lume e vigore per metterlo in opera, a qualunque costo; se non c'è, essa dà il modo di far realmente e in effetto, ciò che si dice in proverbio, di necessità virtù. Insegna a continuare con sapienza ciò ch'è stato intrapreso per leggerezza; piega l'animo ad abbracciar con propensione ciò che è stato imposto dalla prepotenza, e dà a una scelta che fu temeraria, ma che è irrevocabile
”
”
Alessandro Manzoni (I promessi sposi)
“
Da bambino amavo ciò che si vede, da adolescente quello che si sente: da uomo, non amo più nulla.
E tuttavia quante cose ho nell'animo, quanta intima forza e quanti oceani di collera e d'amore si urtano e s'infrangono in questo cuore così debole, così malato, così stanco, così inaridito!
Mi dicono di riprendere a vivere, di mescolarmi alla folla!... ma come può un ramo spezzato riprendere a dar frutti? Come può la foglia strappata dal vento e trascinata nella polvere rinverdire? E perché così giovane provo tanto disgusto? Cosa posso saperne? Forse era il mio destino vivere così, stanco prima ancora di aver portato il fardello, ansimante prima ancora di aver corso.
”
”
Gustave Flaubert (Memoirs of a Madman)
“
Tu vuoi sapere che cosa penso degli studi liberali: non stimo, non considero un bene studi che sfociano in un guadagno. Sono arti venali, utili se esercitano la mente, ma non la occupano del tutto. Bisogna dedicarvisi finché l'animo non è in grado di trattare una materia più impegnativa; sono il nostro tirocinio, non il nostro lavoro.
”
”
Seneca (Letters from a Stoic)
“
A nessuno importerà quali individui siano stati modificati per costruire un romanzo. Lo so, c’è sempre un certo tipo di lettore che si sentirà in dovere di chiedere: Ma che cosa è successo veramente? La risposta è semplice: gli amanti sopravvivono, felici. Finché resterà anche una sola copia, un unico dattiloscritto della mia stesura finale, la mia Arabella dall'animo sincero e il suo principe-dottore sopravviveranno per amarsi. Il problema in questi cinquantanove anni è stato un altro: come può una scrittrice espiare le proprie colpe quando il suo potere assoluto di decidere dei destini altrui la rende simile a Dio? Non esiste nessuno, nessuna entità superiore a cui possa fare appello, per riconciliarsi, per ottenere il perdono. Non c’è nulla al di fuori di lei. È la sua fantasia a sancire i limiti e i termini della storia. Non c’è espiazione per Dio, né per il romanziere, nemmeno se fossero atei. È sempre stato un compito impossibile, ed è proprio questo il punto. Si risolve tutto nel tentativo. [...] Mi piace pensare che non sia debolezza né desiderio di fuga, ma un ultimo gesto di cortesia, una presa di posizione contro la dimenticanza e l'angoscia, permettere ai miei amanti di sopravvivere e vederli riuniti alla fine. Ho regalato loro la felicità, ma non sono stata tanto opportunista da consentire che mi perdonassero, non proprio, non ancora.
”
”
Ian McEwan (Atonement)
“
Lui e Árni fanno il segno della croce su ciascuna lenza prima di metterla in acqua perché niente di malefico salga dagli abissi, e cosa potrebbe salire, del resto? Le profondità del mare sono prive di ogni vizio, sono solo vita e morte, mentre ci vorrebbero certo non uno, ma almeno diecimila segni della croce, se calassimo le lenze negli abissi dell’animo umano.
”
”
Jón Kalman Stefánsson (Heaven and Hell)
“
Le antiche leggende sanscrite narrano di amori predestinati, di connessioni karmiche fra anime destinate a incontrarsi, urtarsi e incastrarsi a vicenda. Le leggende dicono che l'amata si riconosce all'istante perchè si ama ogni suo gesto, ogni suo pensiero, ogni movimento, ogni suono e ogni stato d'animo che balena nei suoi occhi. La riconosciamo dalle sue ali - ali che solo no possiamo vedere - e dal fatto che lo struggimento per lei annienta ogni altro desiderio d'amore. Queste leggende avvertono anche che simili amori predestinati, possono possedere una e una sola, delle due anime che il destino ha fatto incontrare. Ma in un certo senso la saggezza è l'opposto dell'amore. L'amore sopravvive in noi proprio perchè non è saggio.
”
”
Gregory David Roberts (Shantaram)
“
I ragionamenti lo portavano a dubbi e gli impedivano di vedere quel che si doveva e quel che non si doveva fare. Quando invece non pensava, ma viveva, sentiva incessantemente nell'animo suo la presenza d'un giudice infallibile che decideva quale di due azioni possibili fosse migliore e quale peggiore, e, appena agiva non così come si doveva, lo sentiva immediatamente.
”
”
Leo Tolstoy (Anna Karenina)
“
Non sapevo ancora che l'insensibilità non è mai un progresso, difficilmente è un aiuto. Quanto tempo ci volle perché i miei sentimenti affluissero di nuovo nei luoghi deserti dell'animo. La rinascita mi restituì non solo il presente, quello che viene chiamata vita, mi schiuse di nuovo anche il passato, non deformato da offese, inclinazioni e avversioni e tutte le sensazioni di lusso da figlia di Priamo.
”
”
Christa Wolf (Cassandra)
“
-Che cos'è un essere umano?
- Mi scusi?
- Hai detto che hai studiato gli uomini, no? Hai scoperto qual è il valore di un uomo?
- Gli esseri umani sono indefinibili
- Non darti delle arie. Il valore di un uomo sta nell'apparenza. Al diavolo la convinzione che un uomo vada giudicato per il suo animo o la sua personalità. Gli uomini vengono definiti tali dall'aspetto del loro corpo, col quale possono osservare, sentire, odorare, toccare, gustare e avere contatti con gli altri; siamo uomini grazie proprio a questa carne a forma di uomo capace di comandare il nostro spirito. Mentiamo perché abbiamo la gola, feriamo gli altri perché abbiamo il corpo e ci facciamo osservare perché abbiamo gli occhi. Proprio perché possediamo una forma, ci facciamo tormentare da un brufolo di pochi millimetri, ci innervosiamo per un'irregolarità del corpo di pochi centimetri e ci facciamo prendere dal panico per aver perso un solo dente anteriore. Occhi più grandi di qualche millimetro attirano molti sguardi, mentre un naso più grande di qualche millimetro li distoglie. Donne più sottili di qualche centimetro vengono osservate e uomini più bassi di qualche centimetro non riescono a farsi notare.
Senza corpo gli uomini non soffrirebbero"
(Nakoshi Susumu)
”
”
Hideo Yamamoto (Homunculus 5)
“
Pero cuando el sol desciende, una confusa alegría invade todo mi cuerpo. Me despierto, me animo. A medida que crece la sombra me siento distinto, más joven, más fuerte, más activo, más feliz. La veo espesarse, dulce sombra caída del cielo: ahoga la ciudad como una ola inaprensible e impenetrable, oculta, borra, destruye los colores, las formas; oprime las casas, los seres, los monumentos, con su tacto imperceptible.
”
”
Guy de Maupassant (La noche)
“
Chi non conosce Monaco, non solo non conosce la Germania, ma neppure l'arte tedesca. Il grande amore mi aveva preso per questa città, mi prendeva la nausea ogni volta che ripensavo a ieri, a quella babilonia di razze. Il fatto che io ottenessi dalla sorte una vera contentezza interiore, è da attribuirsi alla magia che la meravigliosa residenza versa su tutti coloro i quali sono dotati non solo di intelligenza ma anche di animo sentimentale
”
”
Adolf Hitler (Mein Kampf)
“
Aklın kurallarına uyarak barbar diyebiliriz Yamyamlara, ama bize benzemiyorlar diye barbar diyemeyiz onlara; çünkü barbarlıktan yana onları her bakımdan aşmaktayız. Savaşları soylu ve yiğitçe bu insanların. Savaş denilen bu insan hastalığını biz haklı ve güzel görebiliriz de onlar niçin görmesinler? Kaldı ki onlarda savaş yalnız değer kıskançlığından ve yarışmasından doğuyor. Yeni topraklar kazanmak için savaşmıyor bu Yamyamlar; çünkü doğanın bereketi onlara her şeyi, çabasız, çilesiz öyle bol bol sağlıyor ki topraklarını genişletmenin bir gereği kalmıyor. Henüz doğal isteklerini doyurmakla yetindikleri mutlu bir dönemde yaşıyorlar: Bunun ötesindeki her şey gereksiz onlar için. Herkes kendi yaşında olanlara kardeş, kendinden genç olanlara evlat diyor ve bütün yaşlılar herkesin babası sayılıyor. Yaşlılar bütün varlıklarını hiç bölmeden herkese birden miras bırakıyorlar; doğanın bütün yaratıklarına verdiği her şey böylece herkesin oluyor. Komşuları dağları aşıp kendilerine saldıracak olurlarsa ve savaşı kazanırlarsa, zafer, onurdan başka bir şey sağlamıyor onlara; değer ve erdem bakımından üstünlüklerini göstermiş oluyorlar yalnız. Yenilenlerin malına mülküne ihtiyaçları olmadığı için kalkıp yurtlarına dönüyorlar ve orada hiçbir şeyin eksikliğini duymadan kendi varlıklarının tadını çıkarmasını, onunla yetinmesini biliyorlar. Savaşı berikiler kazanırsa onlar da öyle davranıyor. Tutsaklarından bütün istedikleri yenildiklerini kabul etmeleri yalnızca; ama yüzyılda bir olsun buna yanaşan çıkmıyor sözleri, davranışlarıyla yiğitliklerine en küçük bir toz kondurmaktansa ölmeyi yeğ görüyor hepsi. Öldürülüp etlerinin yenilmesini daha onurlu sayıyorlar. Tutsakları özgür bırakıyorlar ki, yaşamayı daha tatlı bulsunlar; nasıl ölecekleri, ne işkencelere uğrayacakları, nasıl parçalanıp yenilecekleri anlatılıyor, bunun için yapılan hazırlıklar gösteriliyor kendilerine. Bütün bunlar ağızlarından bir tek gevşek, onur kırıcı söz alabilmek, kaçmaya heveslendirip onları korkutmuş, dirençlerini kırmış olma üstünlüğünü kazanmak için! Çünkü, iyi düşünülürse, gerçek zafer budur aslında:
Victoria nulla est Quam quae confessos animo quo que subjuga hostes. (Claudianus)
Zafer zafer değildir
Yenilen düşman yenilgiyi kabul etmedikçe
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Montaıgne
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Fijar y des ribir siempre el objeto cuya imagen se presenta al espíritu, de suerte que se le ve lúcidamente, tal como es por naturaleza, desnudo, bajo diversos aspectos y decirse asi mismo su nombre y los nombres de los elementos que lo conforman y en los que se desintegrara. Nada en efecto contribuye a la grandeza del animo como poder comprobar con orden y exactitud cada uno de los objetos que representan la vida y verlos siempre de tal conformidad
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Marcus Aurelius (Meditations)
“
Fijar y describir siempre el objeto cuya imagen se presenta al espiritu, de suerte que se le ve placidamente, tal como es por naturaleza, desnudo, bajo diversos aspectos y decirse asi mismo su nombre y los nombres de los elementos que lo conforman y en los que se desintegrara. Nada en efecto contribuye a la grandeza del animo como poder comprobar con orden y exactitud cada uno de los objetos que representan la vida y verlos siempre de tal conformidad
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”
Marcus Aurelius (Meditations)
“
Nulla v’è di così insensibile, brutale o scatenato dalla rabbia che la musica, finché se ne prolunghi l’eco, non trasformi nella sua stessa natura. Colui che non può contare su alcuna musica dentro di sé, e non si lascia intenerire dall’armonia concorde di suoni dolcemente modulati, è pronto al tradimento, agli inganni e alla rapina: i moti dell’animo suo sono oscuri come la notte, e i suoi affetti tenebrosi come l’Erebo. Nessuno fidi mai in un uomo simile.
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William Shakespeare (The Merchant of Venice)
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La bellezza è una cosa terribile e paurosa. Paurosa, perché è indefinibile, e definirla non si può, perché Dio non ci ha dato che enigmi. Qui le due rive si uniscono, qui tutte le contraddizioni coesistono. Io, fratello, sono molto ignorante, ma ho pensato molto a queste cose. Quanti misteri! Troppi enigmi sulla terra opprimono l’uomo. Scioglili, se puoi, e torna salvo alla riva. La bellezza! Io non posso sopportare che un uomo, magari di cuore nobilissimo e di mente elevata, cominci con l’ideale della Madonna e finisca con l’ideale di Sodoma. Ancora più terribile è quando uno ha già nel suo cuore l’ideale di Sodoma e tuttavia non rinnega nemmeno l’ideale della Madonna, anzi, il suo cuore brucia per questo ideale, e brucia davvero, sinceramente, come negli anni innocenti della giovinezza. No, l’animo umano è immenso, fin troppo, io lo rimpicciolirei. Chi lo sa con precisione cos’è? Lo sa il diavolo, ecco! Quello che alla mente sembra un’infamia, per il cuore, invece, è tutta bellezza. Ma c’è forse bellezza nell’ideale di Sodoma? Credimi, proprio nell’ideale di Sodoma la trova l’enorme maggioranza degli uomini! Lo conoscevi questo segreto, o no? La cosa paurosa è che la bellezza non solo è terribile, ma è anche un mistero. E’ qui che Satana lotta con Dio, e il loro campo di battaglia è il cuore degli uomini. Già, la lingua batte dove il dente duole…E ora veniamo al fatto. Ascolta.
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Fyodor Dostoevsky
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Sebbene il suo spirito sia affranto, nessuno sa gustare più profondamente di lui le bellezze della natura. Il cielo stellato, il mare, ogni panorama offerto da queste regioni meravigliose sembrano avere ancora il potere di elevare il suo animo al di sopra delle cose terrene. Un uomo simile ha una duplice esistenza: può essere vittim del dolore, può essere travolto dalle sciagure, ma quando si chiude in se stesso è come uno spirito celeste chiuso in un alone nel cui cerchio né scoraggiamento né follia possono penetrare.
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Mary Wollstonecraft Shelley (The Story of Frankenstein)
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Credo che la prima sera che andai a casa di Gatsby, fossi uno dei pochi ospiti a essere stato effettivamente invitato. La gente non era invitata. Saltava su delle automobili dirette a Long Island e, chissà come, finiva alla porta di Gatsby. Una volta lì era presentato da qualcuno che lo conosceva e, da quel momento, si comportava come fosse a un parco giochi. Qualche volta capitava che arrivassero e ripartissero senza neanche aver conosciuto Gatsby, giunti al party con una semplicità d'animo tale che quasi valeva essa stessa come invito scritto.
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F. Scott Fitzgerald (The Great Gatsby)
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Penelope”. Intrappolato negli abissi del proprio spirito, Valo la stava chiamando.
In quella realtà priva di sostanza, a Penny non servì muovere le labbra per rispondere, il nome sgorgò direttamente dal suo cuore. “Valo”. Era incredibile come la sua voce fosse in grado di generare un’eco, sembrava quasi che il suono rimbalzasse sulle pareti incorporee dell’animo di Valo. “Sono qui, amore, sono venuta a salvarti”.
La discesa durò eoni. Un’eternità iniziata nell’attimo in cui il fuoco dei loro spiriti era divampato per la prima volta: dapprima sottoforma di un’unica fiamma selvaggia, che in seguito si era scissa, trovando equilibrio e armonia, in due fuochi gemelli. Uno tinto dell’azzurro cristallino dei ghiacci eterni e l’altro infuso del verde intenso delle luci evanescenti che risplendono talvolta sopra di essi. Due spiriti, una sola anima.
Cadere nel calore di Valo fu come abbracciare nuovamente la vita. Penny raggiunse la minuscola scintilla che aveva resistito, in attesa, nel nucleo originale del suo spirito e le fu sufficiente sfiorarla con il primo alito di potere per sentire l’energia divampare tra loro.
Erano insieme, finalmente.
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Aurora R. Corsini (Le Fiamme dell'Olimpo (Bacio Immortale, #3))
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Non occorre davvero dilungarsi molto sull’argomento: la maggior parte degli uomini è oggi pienamente consapevole che la matematica è entrata come un demone in tutti i settori della vita. Forse non tutti credono alla storia del diavolo al quale si può vendere l’anima; ma coloro che dell’anima un po’ devono intendersene, perché in qualità di preti, storici e artisti ne ricavano buoni profitti, attestano che essa è stata mandata in rovina dalla matematica e che dalla matematica è scaturita un’intelligenza malvagia, grazie alla quale l’uomo è sì divenuto signore della terra, ma anche schiavo della macchina. L’aridità d’animo, l’orribile mescolanza di rigore nei dettagli e di indifferenza per l’insieme, la spaventosa solitudine dell’uomo in un deserto di particolari, la sua inquietudine, la malvagità, l’insensibilità, la sua sete di denaro, la freddezza e la violenza che caratterizzano il nostro tempo sarebbero da questo punto di vista solo e soltanto la conseguenza dei danni che un pensiero rigorosamente logico arreca all’anima. E così già allora, quando Ulrich divenne matematico, c’erano persone che pronosticavano il crollo della civiltà europea perché nell’uomo non albergavano più né la fede né l’amore, né l’innocenza né la bontà; e significativamente costoro, da ragazzi, quando andavano a scuola erano stati tutti piuttosto scadenti in matematica.
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Robert Musil (The Man Without Qualities)
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EDIPO - Non venirmi più a dire che non ho fatto ciò che era meglio, non darmi più consigli. Io non so con quali occhi, vedendo, avrei guardato mio padre, una volta disceso nell'Ade, o la misera madre: verso entrambi ho commesso atti, per cui non sarebbe bastato impiccarmi. O forse potevo desiderare la vista dei figli, nati come nacquero? No davvero, mai, per i miei occhi; e neppure la città, né le mura, né le sacre immagini degli dèi: di tutto ciò io sventuratissimo, l'uomo più illustre fra i Tebani, privai me stesso, proclamando che tutti scacciassero l'empio, l'individuo rivelato agli dèi impuro e figlio di Laio. Dopo avere denunziato così la mia infamia, dovevo guardare a fronte alta questi cittadini? No, affatto: anzi, se fosse stato possibile otturare nelle mie orecchie anche la fonte dell'udito, non avrei esitato a sbarrare del tutto questo misero corpo, così da essere sordo, oltre che cieco. È dolce per l'animo dimorare fuori dai mali. Ahi, Citerone, perché mi accogliesti? Perché, dopo avermi preso, non mi uccidesti subito, così che io non rivelassi mai agli uomini da chi sono nato? O Polibo e Corinto, e voi, che credevo antiche dimore degli avi, quale bellezza colma di male nutrivate in me: ora scopro d'essere uno sventurato, nato da sventurati! O tre strade e nascosta vallata, o querceto e gola alla convergenza delle tre vie, che beveste il sangue di mio padre, il mio, dalle mie stesse mani versato, vi ricordate di me? Quali delitti commisi presso di voi, e quali altri poi, giunto qui, ancora commisi! O nozze, voi mi generaste: e dopo avermi generato suscitaste ancora lo stesso seme, e mostraste padri, fratelli, figli, tutti dello stesso sangue; e spose insieme mogli e madri, e ogni cosa più turpe che esiste fra gli uomini. Ma, poiché ciò che non è bello fare non bisogna neppure dire, nascondetemi al più presto, per gli dèi, via di qui, o uccidetemi, o precipitatemi in mare, dove non mi vedrete mai più. Venite, non disdegnate di toccare un infelice; datemi ascolto, non temete: i miei mali nessun altro mortale può portarli, tranne me.
Sofocle, Edipo Re [Esodo]
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Sophocles (Oedipus Rex (The Theban Plays, #1))
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Quella macchia laggiù, che rosseggiava al tramonto e che questo crepuscolo fa buia, riempie a volte il mio animo di un'indicibile angoscia. Eppure sappiamo con certezza che il Male, qualunque sia la sua astuzia, la sua potenza, non prevarrà. Tutto è possibile a Dio. Una forza dolce, paterna, può intervenire negli avvenimenti decisivi, perfino il miracolo, cioè un intervento visibile di Dio. Noi cristiani e credenti se sappiamo che una persona è in pericolo di morte,siamo pronti ad intervenire, e se non sarà la terra a smuoversi, muoveremo il cielo. Ecco cosa significa credere in Dio. L'eternità e il suo mistero d'amore. Respingere con tutte le proprie forze l'idea del nulla. É terribile, apre abissi l'idea del nulla.
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Ferruccio Parazzoli
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13 luglio.
No, non m'inganno: leggo nei suoi occhi neri un vero interesse per me, per la mia sorte. Io sento, e posso lasciar parlare il mio cuore, sento che lei... devo in queste parole esprimere la mia celeste felicità? sento che lei mi ama!
Mi ama! E come sono divenuto caro a me stesso! a te posso dirlo perché‚ hai l'animo atto a comprendermi. Come mi sento elevato ai miei propri occhi da quando lei mi ama!
E' forse presunzione? o è coscienza dei veri sentimenti che ci uniscono? Io non conosco nessun uomo di cui temere l'influenza sul cuore di Carlotta. Pure quando lei parla del suo fidanzato con tanto calore e con tanto affetto, mi sento come un uomo al quale si sottraggano tutti i suoi onori e le sue dignità, e a cui si porti via la sua spada.
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Johann Wolfgang von Goethe (The Sorrows of Young Werther)
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E fu inevitabile. In ogni rapporto con gli altri occorre trovare un moyen de vivre. Con te dovevo rinunciare a me stesso o a te. Non potevano esistere altre alternative. Per un profondo anche se malriposto affetto per te: per una grande pietà per i tuoi difetti di carattere e temperamento: per la mia stessa proverbiale bontà d’animo e la mia celtica pigrizia: per la mia avversione da artista alle scene volgari e alle cattive parole: per quell’incapacità a covare risentimenti di qualsiasi specie, tanto caratteristica a me in quei tempi: per il disgusto di vedere l’esistenza resa infelice e ingrata a causa di quelle che a me, con gli occhi intenti a ben altre cose, apparivano sciocchezze troppo banali per meritare più d’un minuto di riflessione o d’interesse: – per tutte queste ragioni, per quanto semplici possano parere, ti cedetti sempre.
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Oscar Wilde (De Profundis)
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Non troppi anni fa c'era un modo prefabbricato di essere vecchi, proprio come c'era un modo prefabbricato di essere giovani. Non sono più in vigore, né l'uno né l'altro. Sul permissibile c'è stata una grande lotta; e un grande ribaltamento. Nondimeno, un uomo di settantanni dovrebbe ancora lasciarsi coinvolgere nell'aspetto carnale della commedia umana? Essere, senz'alcuna contrizione, un vecchio secolare ancora sensibile a ciò che di umanamente eccitante lo circonda? Non è la condizione che una volta era simboleggiata dalla pipa e dalla sedia a dondolo. Forse è ancora un po' un affronto, per la gente, rifiutarsi di ubbidire al vecchio orologio della vita. Capisco di non poter contare sul virtuoso rispetto degli altri adulti. Ma cosa posso farci se, per quello che mi riguarda, non ci si mette mai l'animo in pace, mai, per vecchio che uno sia?
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Philip Roth (The Dying Animal)
“
Ode 4.7
Diffugere niues, redeunt iam gramina campis
arboribus comae;
mutat terra uices et decrescentia ripas
flumina praetereunt;
Gratia cum Nymphis geminisque sororibus audet
ducere nuda chorus.
Inmortalia ne speres, monet annus et almum
quae rapit hora diem.
Frigora mitescunt Zephyris, uer proterit aestas,
interitura simul
pomifer autumnus fruges effuderit, et mox
bruma recurrit iners.
Damna tamen celeres reparant caelestia lunae:
non ubi decidimus
quo pater Aeneas, quo diues Tullus et Ancus,
puluis et umbra sumus.
Quis scit an adiciant hodiernae crastina summae
tempora di superi?
Cuncta manus auidas fugient heredis, amico
quae dederis animo.
Cum semel occideris et de te splendida Minos
fecerit arbitria,
non, Torquate, genus, non te facundia, non te
restituet pietas;
infernis neque enim tenebris Diana pudicum
liberat Hippolytum,
nec Lethaea ualet Theseus abrumpere caro
uincula Pirithoo.
”
”
Horatius
“
Nos han anulado y nos han hecho creer que somos simples objetos para complacer al hombre. — inició Karen— "Desde que somos unas niñas, nos educan para ser buenas esposas y buenas madres pero no nos permiten formarnos y desarrollar nuestras habilidades como personas. Porqué sí, somos personas. Somos seres racionales, aunque muchos se empeñen en hacernos creer que no, seres capaces de hacer tanto o más que un hombre. Eres una "mujer", nos recuerdan cuando queremos hacer algo impropiamente femenino, como si la palabra "mujer" fuera algún tipo de peyorativo. Desde aquí y ahora, os animo a que digáis: ¡sí, soy mujer!— las féminas del lugar repitieron la frase con ímpetu provocando un clamor generalizado — "somos mujeres y vamos a hacer grandes cosas, no os preocupéis, seguiremos engendrando entretanto" —miró hacía los hombres que rieron por el humor de la Condesa— "hoy es un gran día para todas nosotras porqué , de una vez por todas, se nos permite graduarnos en medicina. ¡Sed bienvenidas!
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Maria Isabel Salsench Ollé (Ojos del Anochecer (Los Devonshire, #3))
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Non tutti possono essere padroni, né tutti i padroni avere fedeli servitori. Ne conoscerete parecchi di devoti e deferenti, rimbambiti a forza di servire, che passano la propria vita come l'asino del padrone, per un po' di biada, e da vecchi vengono messi da parte.
Onesti furfanti, da prendersi a frustate! Altri, con la meschina apparenza del dovere badano solo al proprio interesse, e facendo gran mostra di fedeltà verso i padroni, ne traggono gran frutto, e una volta riempitesi le tasche non rendono omaggio che a se stessi. Queste sono persone di talento, ed io mi professo uno di loro... Signore, quant'è vero che siete Roderigo, se io fossi il Moro, non vorrei esser Iago. Stando al suo servizio, servo me stesso.
Lo sa il cielo, non è né per amore né per dovere, ma solo in apparenza per i miei fini particolari. E quando le mie azioni esteriori riveleranno l'intima natura e intento del mio animo, allora sì mi mostrerò col cuore in mano per darlo in pasto alle tortorelle. Io non sono quel che sono.
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William Shakespeare (Othello)
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Chi tu sia, Lettore, quale sia la tua età, lo stato civile, la professione, il reddito, sarebbe indiscreto chiederti. Fatti tuoi, veditela un po’ tu. Quello che conta è lo stato d’animo con cui ora, nell’intimità della tua casa, cerchi di ristabilire la calma perfetta per immergerti nel libro, allunghi le gambe, le ritrai, le riallunghi. Ma qualcosa è cambiato, da ieri. La tua lettura non è più solitaria: pensi alla Lettrice che in questo momento sta aprendo anche lei il libro, ed ecco che al romanzo da leggere si sovrappone un possibile romanzo da vivere, il seguito della tua storia con lei, o meglio: l’inizio di una possibile storia. Ecco come sei già cambiato da ieri, tu che sostenevi di preferire un libro, cosa solida, che sta lì, ben definita, fruibile senza rischi, in confronto all’esperienza vissuta, sempre sfuggente, discontinua, controversa. Vuol dire che il libro è diventato uno strumento, un canale di comunicazione, un luogo d’incontro? Non per ciò la lettura avrà meno presa su di te: anzi, qualcosa s’aggiunge ai suoi poteri.
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Italo Calvino (If on a Winter’s Night a Traveler)
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La natura indomita dello spirito del tempo, però, è tale da abbattere chiunque cerchi di resistergli più di chi si pieghi al suo volere. Orlando era stata naturalmente incline allo spirito elisabettiano, allo spirito della Restaurazione, allo spirito del diciottesimo secolo, e quindi si era a mala pena resa conto del passaggio da un’epoca all’altra. Ma lo spirito del diciannovesimo secolo le era totalmente avverso e perciò ne fu soverchiata e spezzata, e fu consapevole della sua disfatta come non mai. Perché è probabile che l’animo umano abbia un suo posto assegnato nel tempo: alcuni sono figli di un’epoca, altri di un’altra. E ora che Orlando era diventata donna, e di fatto aveva superato di un anno o due la trentina, i tratti del suo carattere erano ben formati, e piegarli in una direzione contraria era intollerabile. Quindi rimase pensosa alla finestra del salotto […], gravata dal peso della crinolina che aveva ubbidientemente adottato. Era più pesante e triste di qualunque altro abito avesse mai indossato. Nulla l’aveva intralciata di più nei movimenti.
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Virginia Woolf (Orlando)
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Il Ka-Be è il Lager a meno del disagio fisico. Perciò, chi ancora ha seme di coscienza, vi riprende coscienza; perciò, nelle lunghissime giornate vuote, vi si parla di altro che di fame e di lavoro, e ci accade di considerare che cosa ci hanno fatti diventare, quanto ci è stato tolto, che cosa è questa vita. In questo Ka-Be, parentesi di relativa pace, abbiamo imparato che la nostra personalità è fragile, è molto più in pericolo che non la nostra vita; e i savi antichi, invece di ammonirci «Ricordati che devi morire», meglio avrebbero fatto a ricordarci questo maggior pericolo che ci minaccia. Se dall'interno dei Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui.
Quando si lavora, si soffre e non si ha tempo di pensare: le nostre case sono meno di un ricordo. Ma qui il tempo è per noi: da cuccetta a cuccetta, nonostante il divieto, ci scambiamo visite, e parliamo e parliamo.
La baracca di legno, stipata di umanità dolente, è piena di parole, di ricordi e di un altro dolore. «Heimweh» si chiama in tedesco questo dolore; è una bella parola, vuol dire «dolore della casa».
Sappiamo donde veniamo: i ricordi del mondo di fuori popolano i nostri sonni e le nostre veglie, ci accorgiamo con stupore che nulla abbiamo dimenticato, ogni memoria evocata ci sorge davanti dolorosamente nitida.
Ma dove andiamo non sappiamo. Potremo forse sopravvivere alle malattie e sfuggire alle scelte, forse anche resistere al lavoro e alla fame che ci consumano: e dopo? Qui, lontani momentaneamente dalle bestemmie e dai colpi, possiamo rientrare in noi stessi e meditare, e allora diventa chiaro che non ritorneremo.
Noi abbiamo viaggiato fin qui nei vagoni piombati; noi abbiamo visto partire verso il niente le nostre donne e i nostri bambini; noi fatti schiavi abbiamo marciato cento volte avanti e indietro alla fatica muta, spenti nell'anima prima che dalla morte anonima. Noi non ritorneremo. Nessuno deve uscire di qui, che potrebbe portare al mondo, insieme col segno impresso nella carne, la mala novella di quanto, ad Auschwitz, è bastato animo all'uomo di fare dell'uomo.
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Primo Levi (Survival in Auschwitz)
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«Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l’aspetto de’ suoi più familiari; torrenti, de’ quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d’essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell’ampiezza uniforme; l’aria gli par gravosa e morta; s’inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a’ suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell’avvenire, e n’è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que’ monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l’immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno! Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s’imparò a distinguere dal rumore de’ passi comuni il rumore d’un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l’animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov’era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l’amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de’ suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.»
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Alessandro Manzoni (I promessi sposi)
“
Quale è dunque la società, nella quale gli uomini si sentano veramente liberi e liberamente operino?
La risposta è venuta da Socrate, è venuta da Cristo. Non dalla società la quale circonda l'uomo viene la libertà, ma dall'uomo stesso.
L'uomo deve trovare in se stesso, nel suo animo, nella forza del suo carattere la libertà che va cercando. La libertà è spirito non è materia. Il prigioniero, il quale potrebbe acquistare la libertà se chiedesse grazia al tiranno e non la scrive perché non riconosce nel tiranno e nei suoi giudici la potestà di giudicarlo, è uomo libero. L'eretico, il quale potrebbe coll'abiura od anche solo colla dissimulazione, l'ebreo, il quale potrebbe, facendosi marrano, salvare la vita, ed invece confessa la sua fede e cammina diritto verso il rogo, è uomo libero. Il pensatore potrebbe dichiarare nel libro apertamente il suo pensiero, purché nella dedica, nella prefazione e nella chiusa avvertisse che i principi da lui esposti si muovono in un campo terreno ed astratto e non infirmano l'osservanza dovuta ai precetti della religione dominante od ai comandamenti della setta che è padrona dello stato. Se non scrive la dedica perché sente che il suo pensiero mina appunto quella religione o il potere di quella setta e non la scrive, pur sapendo di correre il rischio di prigionia o di morte, quegli è uomo libero.
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Luigi Einaudi (Lezioni di politica sociale)
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E intanto lo senti come attorno a te s'agita e turbina la folla umana in un vortice vitale, lo senti e lo vedi come vive la gente, che sta fuori dal sogno, lo vedi che la vita loro non si volatilizza come un sogno, una visione, che la loro vita si rinnova sempre, è sempre giovane, e non c'è un'ora che sia simile all'altra, laddove è così desolante e fino alla volgarità ossessivamente paurosa la fantasia, schiava dell'ombra, di un'idea, schiava della prima nuvola che all'improvviso vela il sole e stringe nell'angoscia un vero animo pietroburghese, chetanto ha a cuore il proprio sole, - e nell'angoscia altro che fantasia! La senti, finalmente, che nell'incessante tensione si sfianca, si esaurisce quest'inesauribile fantasia, perché, ecco, ti fai forte e cerchi di sopravvivere senza i tuoi vecchi ideali: che si schiantano, vanno in frantumi, in polvere; ma se non c'è un'altra vita, bisogna pur costruirsela con quegli stessi frantumi. E intanto l'anima chiede e vuole altro! Invano il sognatore fruga, come tra la cenere, in mezzo ai propri vecchi sogni, cercando in quella cenere anche una sola favilla su cui poter soffiare e riscaldare con fuoco rinnovellato il proprio cuore intirizzito e risuscitare in esso tutto ciò che un tempo era così dolce e commuoveva il cuore, ciò che faceva ribollire il sangue e strappava lacrime dagli occhi, e che tradiva con tanto scialo!
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Fyodor Dostoevsky (White Nights)
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Quando infine saremo sollevati da tutto ciò, nel contesto di una rinnovata semplicità di vita, avremo tempo per pensare al nostro lavoro, questo fedele compagno quotidiano, che nessuno si azzarderà più a definire una maledizione, perché certamente allora ne saremo felici, ognuno al suo posto, senz'alcuna invidia reciproca; e nessuno sarà costretto a essere il servo di un altro uomo, mentre ciascuno rifiuterà con sdegno di essere il padrone di un altro. E a quel punto gli uomini saranno senz'altro felici nel loro lavoro, e quella felicità promuoverà per certo un'arte decorativa nobile e popolare. Quell'arte renderà le nostre strade belle come i boschi, tali da suscitare, come la vista delle montagne, un sentimento di elevazione; sarà un piacere, e un ristoro per lo spirito, non un peso, giungere in città dall'aperta campagna; l'abitazione di ogni uomo sarà bela e dignitosa, tale da rasserenarne l'animo e assisterlo nel suo lavoro. Tutte le opere umane in mezzo alle quali viviamo e che maneggiamo saranno in armonia con la natura, sensate e belle, e tuttavia sempre semplici e stimolanti, non puerili né tali da infiacchirci; perché come dai nostri edifici pubblici non mancherà alcuna bellezza o splendore che rientri nelle capacità della mente e della mano dell'uomo, così nelle abitazioni private non vi sarà alcun segno di spreco, di pompa o di arroganza, e ognuno godrà della sua parte del meglio.
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William Morris (Opere)
“
It is the distinctive position of the Reformation with which, over against Rome, it stands or falls, that that which properly constitutes, defines, and perpetuates in unity a Church, is its doctrine, not its name or organization. While a Church retains its proper identity it retains of necessity its proper doctrine. Deserting its doctrine it loses its identity. The Church is not a body which bears its name like England, or America, which remain equally England and America, whether savage or civilized, Pagan or Christian, Monarchical or Republican. Its name is one which properly indicates its faith--and the faith changing, the Church loses its identity. Pagans may become Mohammedans, but then they are no longer Pagans--they are Mohammedans. Jews may become Christians, but then they are no longer Jews in religion. A Manichean man, or Manichean Church, might become Catholic, but then they would be Manichean no more. A Romish Church is Romish; a Pelagian Church is Pelagian; a Socinian Church is Socinian, though they call themselves Protestant, Evangelical, or Trinitarian. If the whole nominally Lutheran Church on earth should repudiate the Lutheran doctrine, that doctrine would remain as really Lutheran as it ever was. A man, or body of men, may cease to be Lutherans, but a doctrine which is Lutheran once, is Lutheran forever. Hence, now, as from the first, that is not a Lutheran Church, in the proper and historical sense, which cannot ex animo declare that it shares in the accord and unanimity with which each of the Doctrines of the Augsburg Confession was set forth.
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Charles Porterfield Krauth
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En cuanto al fin que nos proponen Plinio y Cicerón, la gloria, estoy muy lejos de tenerla en cuenta. La inclinación más contraria al retiro es la ambición. La gloria y el reposo no pueden alojarse en el mismo albergue. Por lo que veo, estos sólo tienen los brazos y las piernas fuera de la multitud; su alma y su intención continúan, más que nunca, atadas a ella: b | Tun’ uetule auriculis alienis colligis escas? [Entonces, viejo, ¿trabajas sólo para alimentar los oídos ajenos?] a | Se han echado atrás solo para saltar mejor, y para, con un movimiento más fuerte, penetrar más vivamente en la muchedumbre. ¿Queréis ver cómo se quedan cortos por un pelo?
Comparemos las opiniones de dos filósofos [Epicuro y Séneca], y de dos escuelas muy diferentes, uno escribiendo a Idomeneo, otro a Lucillo, amigos suyos, para apartarlos de la administración de los negocios y de las grandezas, y dirigirlos hacia la soledad. Hasta ahora has vivido —dicen— nadando y flotando; ven a morir al puerto. Has entregado el resto de tu vida a la luz, entrega esta parte a la sombra. Es imposible abandonar las tareas si no renuncias a su fruto; así pues, deshazte de toda preocupación por el nombre y por la gloria. Existe el peligro de que el brillo de tus acciones pasadas te ilumine en exceso, y te siga hasta el interior de tu guarida. Abandona, junto a los demás placeres, el que brinda la aprobación ajena; y, en cuanto a tu ciencia y capacidad, no te importe: no perderán su eficacia porque tú valgas más que ellas. Acuérdate de aquel que, cuando le preguntaron para qué se esforzaba tanto en un arte que no podía ser conocido por mucha gente, respondió: «Me basta con pocos, me basta con uno, me basta con ninguno». Tenía razón. Tú y un compañero sois teatro de sobra suficiente el uno para el otro, o tú para ti mismo. Que el pueblo sea para ti uno solo, y que uno solo sea para ti todo el pueblo. Es una ambición cobarde pretender obtener gloria de la ociosidad y del ocultamiento. Tenemos que hacer como los animales, que borran su rastro a la entrada de su guarida. No has de buscar más que el mundo hable de ti, sino cómo has de hablarte a ti mismo. Retírate en tu interior, pero primero prepárate para acogerte; sería una locura confiarte a ti mismo si no te sabes gobernar. Uno puede equivocarse tanto en la soledad como en la compañía. Hasta que no te hayas vuelto tal que no oses tropezar ante ti, y hasta que no sientas vergüenza y respeto por ti mismo, c | obuersentur species honestae animo [que se ofrezcan imágenes honestas al espíritu], a | represéntate siempre en la imaginación a Catón, Foción y Aristides, ante los cuales aun los locos ocultarían sus faltas, y establécelos como censores de todas tus intenciones. Si estas se desvían, la reverencia por ellos te devolverá al camino. Te retendrán en la vía de contentarte contigo mismo, de no tomar nada en préstamo sino de ti, de detener y fijar el alma en unos pensamientos definidos y limitados donde pueda complacerse; y, tras haber entendido los verdaderos bienes, que se gozan a medida que se entienden, de contentarse con ellos, sin ansias de prolongar la vida ni el nombre. Este es el consejo de la verdadera y genuina filosofía, no de una filosofía ostentosa y verbal, como es la de los dos primeros.
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Michel de Montaigne (The Complete Essays)
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Una recente statistica diceva che le donne forniscono 45 miliardi di ore di lavoro domestico contro i 43 miliardi di ore di lavoro salariato.
Il volume del lavoro domestico supera dunque di gran lunga il lavoro salariato. Se la società dovesse pagare quel lavoro è evidente che ciò aumenterebbe enormemente tutte le sue spese. È un grandissimo vantaggio per la società avere donne che fanno questo enorme lavoro per niente.
Come ottenere allora che la donna faccia questo lavoro? Bisogna condizionarla. Dato che è difficile convincerla che essa ha la vocazione di lavare i patti, si è trovato qualcosa di meglio.
Si esalta la maternità, perché la maternità offre il modo di tenere la donna in casa e di farle fare le faccende domestiche. Invece di dire alla bambina di due, tre o quattro anni: «Sei destinata a lavare i piatti» le si dice «Sei destinata ad essere madre»; le regalano bambole, si esalta la maternità, in modo che quando diventa una ragazza non pensa ad altro, pensa soltanto a sposarsi e ad avere bambini. La si è convinta che non sarà una donna completa se non avrà bambini. Quando una donna non ha figli, si dice: «Non è una vera donna», ma quando un uomo non ha figli non si dice: «Non è un vero uomo».
Bisogna dunque che la donna sia asservita alla maternità. Se almeno avesse la libertà di essere madre quando vuole, nella misura in cui lo vuole, pianificando le nascite dei figli, avrebbe molta piú libertà in tutti i campi. Potrebbe rivaleggiare con l’uomo sul piano professionale, non sarebbe per tutta la vita inchiodata in casa; e cosí si porrebbe il problema di perché non debba essere l’uomo a lavare i piatti.
Per evitare che ciò avvenga, bisogna dunque imporre la maternità alla donna e imporgliela suo malgrado. Per questa ragione da quando esiste la possibilità di controllare le nascite, non si è mai cercato di facilitarne la messa in pratica, al punto che in Francia attualmente c’è solo il 7 per cento di donne che si servono di metodi anticoncezionali. È anche per questo che il governo, in questo momento, sta ritirando tutte le sovvenzioni alla Pianificazione familiare, la sola organizzazione che si è occupata di informare le donne. Il governo, tuttavia, riconosce di non avere alcuna soluzione di ricambio; ed è una cosa molto grave. Non solo si sopprime la Pianificazione familiare e le si tolgono le possibilità di agire, ma non si prevede niente al suo posto. Si impedisce dunque alle donne di difendersi dal concepimento quando non lo desiderano. E cosí rimangono incinte loro malgrado.
Non resta allora altro che procurarsi l’aborto, e cosí fanno un milione di donne francesi ogni anno, malgrado questa legge che di fatto non impedisce niente e che quindi non ha alcun senso. Ogni tanto si dà ad essa un’apparenza di esistenza, accusando qualche donna, sempre scelta tra le piú diseredate, perché non si è mai vista la moglie di un magistrato, di un ministro o di un grande industriale seduta al posto in cui stanno le accusate di oggi.
Eppure si può essere sicuri che ci sono altrettanti aborti in quegli ambienti come negli altri. La legge opprime tutte le donne, anche quelle che sono privilegiate.
Nella mia vita ho visto arrivare a casa mia in lacrime non solo operaie o impiegate, ma donne borghesi che avevano denaro; una volta ho perfino aiutato la moglie di un grande direttore di banca. Nonostante tutto, le donne sono isolate; anche col denaro, non si hanno sempre gli indirizzi che occorrono e non si sa a chi rivolgersi.
Come dicevo in principio, si è inculcato nell’animo delle donne un tale senso di colpa, che l’aborto diviene per loro qualcosa di traumatizzante, mentre non lo sarebbe affatto se avvenisse in condizioni legali.
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Simone de Beauvoir (Quando tutte le donne del mondo...)