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In discesa l'unico motore è la forza di gravità. O, nelle parole di Kjetil André Aamodt e Lasse Kjus: «Se sei grasso scendi come un sasso».
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Aksel Lund Svindal (Più grande di me. Un racconto autobiografico)
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Decidere cosa è un gioco e cosa no spetta ai bambini, non agli adulti. Gli adulti sono bravissimi a rovinare un gioco, trasformando un allenamento in qualcosa di troppo rigido o poco coinvolgente. Non sono gli esercizi a stabilire se un'attività è un gioco o meno, ma l'atteggiamento dei partecipanti.
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Aksel Lund Svindal (Più grande di me. Un racconto autobiografico)
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Avere obiettivi è stupendo: sono traguardi da raggiungere e, con una meta chiara, la strada da percorrere per arrivarci si intravede più facilmente. Bisogna solo prendere le decisioni che portano nella direzione giusta. Il percorso non è mai lineare, ma con una destinazione chiara in testa esiste sempre uno stimolo che spinge ad andare avanti.
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Aksel Lund Svindal (Più grande di me. Un racconto autobiografico)
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Herminator. Una leggenda a cui non avevo mai guardato come un modello da seguire, non perchè non lo ammirassi, ma solo perchè era così formidabile da essere irraggiungibile. Kjetil André Aamodt per me era un modello migliore: lui era quasi umano. Herman Maier veniva da un altro pianeta. Indomabile e intrepido come nessuno.
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Aksel Lund Svindal (Più grande di me. Un racconto autobiografico)
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La Streif però non accetta la prudenza. Chi vuole vincere deve osare e sciare al limite del raccomandabile.
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Aksel Lund Svindal (Più grande di me. Un racconto autobiografico)
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«Non gareggerò a Kitzbühel nel fine settimana», gli dico. «Ma sarò alla partenza dei Mondiali di Åre a febbraio. Chiuderò lì la mia carriera». Nel dirlo, diventa realtà.
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Aksel Lund Svindal (Più grande di me. Un racconto autobiografico)
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La pista di Åre è stata teatro della mia ultima discesa in compagnia dei miei grandi modelli da seguire, Aamodt e Kius, ed è stata anche l'arena della mia ultima gara con The Attacking Vikings.
Gira anche una fotografia scattata proprio dopo il mio arrivo al traguardo. Mi ritrae con entrambe le braccia al cielo, la testa all'indietro e lo sguardo puntato in alto. Credo illustri bene l'emozione che ho provato in quel momento. La riconoscenza per tutte le esperienze vissute e per le persone incontrate. L'amore per uno sport che ha significato tutto per me dal momento in cui assieme a mio fratello ho imparato a sciare sulla pista vicino alla baita dei nonni materni più di trent'anni prima.
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Aksel Lund Svindal (Più grande di me. Un racconto autobiografico)