Acqua Alta Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Acqua Alta. Here they are! All 22 of them:

Oh, so seldom does fate cast our enemy into our hands, to do with as we will
Donna Leon (Acqua Alta (Commissario Brunetti, #5))
Forse è vero, come sosteneva mia madre, che ognuno di noi ha una quota prediletta in montagna, un paesaggio che gli somiglia e dove si sente bene. La sua era senz'altro il bosco dei 1500 metri, quello di abeti e larici, alla cui ombra crescono il mirtillo, il ginepro e il rododendro, e si nascondono i caprioli. Io ero più attratto dalla montagna che viene dopo: prateria alpina, torrenti, torbiere, erbe d'alta quota, bestie al pascolo. Ancora più in alto la vegetazione scompare, la neve copre ogni cosa fino all'inizio dell'estate e il colore prevalente è il grigio della roccia, venato dal quarzo e intarsiato dal giallo dei licheni. Lì cominciava il mondo di mio padre. Dopo tre ore di cammino i prati e i boschi lasciavano il posto alle pietraie, ai laghetti nascosti nelle conche glaciali, ai canaloni solcati dalle slavine, alle sorgenti di acqua gelida. La montagna si trasformava in un luogo più aspro, inospitale e puro: lassù lui diventava felice. Ringiovaniva, forse, tornando ad altre montagne e altri tempi. Anche il suo passo sembrava perdere peso e ritrovare un'agilità perduta.
Paolo Cognetti (Le otto montagne)
Why, then, do you go there at such a season?" my editor asked me once, sitting in a Chinese restaurant in New York, with his gay English charges. "Yes, why do you ?" they echoed their prospective benefactor. "What is it like there in winter ?" I thought of telling them about acqua alta; about the various shades of gray in the window as one sits for breakfast in one's hotel, enveloped by silence and the mealy morning pall of newlyweds' faces; about pigeons accentuating every curve and cornice of the local Baroque in their dormant affinity for architecture; about a lonely monument to Francesco Querini and his two huskies carved out of Istrian stone, similar, I think, in its hue, to what he saw last, dying, on his ill-fated journey to the North Pole, now listening to the Giardini's rustle of evergreens in the company of Wagner and Carducci; about a brave sparrow perching on the bobbing blade of a gondola against the backdrop of a sirocco-roiled damp infinity. No, I thought, looking at their effete but eager faces; no, they won't do. "Well, I said, "it's like Greta Garbo swimming.
Joseph Brodsky (Watermark)
South. `But no name?, 'No, Guido. But I'll keep
Donna Leon (Acqua Alta (Commissario Brunetti #5))
Why, then, do you go there at such a season?" my editor asked me once, sitting in a Chinese restaurant in New York, with his gay English charges. "Yes, why do you ?" they echoed their prospective benefactor. "What is it like there in winter ?" I thought of telling them about acqua alta; about the various shades of gray in the window as one sits for breakfast in one's hotel, enveloped by silence and the mealy morning pall of newlyweds' faces; about pigeons accentuating every curve and cornice of the local Baroque in their dormant affinity for architecture; about a lonely monument to Francesco Querini and his two huskies carved out of Istrian stone, similar, I think, in its hue, to what he saw last, dying, on his ill-fated journey to the North Pole, now listening to the Giardini's rustle of evergreens in the company of Wagner and Carducci; about a brave sparrow perching on the bobbing blade of a gondola against the backdrop of a sirocco-roiled damp infinity. No, I thought, looking at their effete but eager faces; no, they won't do. "We;;, I said, "it's like Greta Garbo swimming.
Joseph Brodsky (Watermark)
La bellezza è una forma di genio. Anzi, è più alta del genio, perché non richiede spiegazioni. E' uno dei grandi fatti del mondo, come la luce del sole, la primavera, o il riflesso in un'acqua cupa di quella conchiglia d'argento che chiamiamo luna. Non può essere messa in discussione, e possiede un suo diritto divino di sovranità; rende dei re quelli che la possiedono. [...] A volte, la gente dice che la bellezza è solo superficiale: può anche darsi, ma almeno non è così superficiale come il pensiero. Per me la bellezza è la meraviglia delle meraviglie. Solo le persone superficiali non giudicano dalle apparenze. Il vero mistero del mondo è il visibile, non l'invisibile!
Oscar Wilde (The Picture of Dorian Gray)
La reazione di Shane fu immediata. La voce di Berlin lo travolse, smorzando i suoi bollori meglio di una secchiata d’acqua ghiacciata in faccia. La bellezza di quella voce tenorile, intensa e gutturale, gli fece correre un brivido lungo la spina dorsale. Per un istante, gli ricordò Jesse, anche se la voce del ragazzo era più alta e meno delicata. Secondo Shane, loro due,Jesse e Berlin, sarebbero stati grandiosi se avessero avuto l’opportunità di cantare insieme. Un dolore acuto allo stomaco accompagnò quella riflessione. Non avrebbe dovuto pensare a lui, non quando era tutta colpa sua se Jesse non era con lui e non avrebbe mai avuto la possibilità di duettare con Berlin, o chiunque altro, del resto. Perché Shane e gli altri lo avevano maltrattato. E Shane più di chiunque altro. Era lui che Jesse aveva guardato con occhi carichi di dolore e tradimento, Shane e nessun altro
Piper Vaughn (Moonlight Becomes You (Lucky Moon, #1))
A ogni passo del suo cammino Siddharta imparava qualcosa di nuovo, poiché il mondo era trasformato e il suo cuore ammaliato. Vedeva il sole sorgere sopra i monti boscosi e tramontare oltre le lontane spiagge popolate di palme. Di notte vedeva ordinarsi in cielo le stelle, e la falce della luna galleggiare come una nave nell'azzurro. Vedeva alberi, stelle, animali, nuvole, arcobaleni, rocce, erbe, fiori, ruscelli e fiumi; vedeva la rugiada luccicare nei cespugli al mattino, alti monti azzurri e diafani nella lontananza; gli uccelli cantavano e le api ronzavano, il vento vibrava argentino nelle risaie. Tutto questo era sempre esistito nei suoi mille aspetti variopinti, sempre erano sorti il sole e la luna, sempre avevano scrosciato i torrenti e ronzato le api, ma nel passato tutto ciò non era stato per Siddharta che un velo effimero e menzognero calato davanti ai suoi occhi, considerato con diffidenza e destinato a essere trapassato e dissolto dal pensiero, poiché non era realtà: la realtà era al di là delle cose visibili. Ma ora il suo occhio liberato s'indugiava al di qua, vedeva e riconosceva le cose visibili, cercava la sua patria in questo mondo, non cercava la " Realtà ", né aspirava ad alcun al di là. Bello era il mondo a considerarlo così: senza indagine, così semplicemente, in una disposizione di spirito infantile. Belli la luna e gli astri, belli il ruscello e le sue sponde, il bosco e la roccia, la capra e il maggiolino, fiori e farfalle. Bello e piacevole andar così per il mondo e sentirsi cosi bambino, così risvegliato, così aperto all'immediatezza delle cose, così fiducioso. Diverso era ora l'ardore del sole sulla pelle, diversamente fredda l'acqua dei ruscelli e dei pozzi, altro le zucche e le banane. Brevi erano i giorni, brevi le notti, ogni ora volava via rapida come vela sul mare, e sotto la vela una barca carica di tesori, piena di gioia. Siddharta vedeva un popolo di scimmie agitarsi su tra i rami nell'alta volta del bosco e ne udiva lo strepito selvaggio e ingordo. Siddharta vedeva un montone inseguire una pecora e congiungersi con lei. Tra le canne di una palude vedeva il luccio cacciare affannato verso sera: davanti a lui i pesciolini sciamavano a frotte rapidamente, guizzando e balenando fuor d'acqua impauriti; un'incalzante e appassionata energia si sprigionava dai cerchi precipitosi che l'impetuoso cacciatore tracciava nell'acqua. Tutto ciò era sempre stato, ed egli non l'aveva mai visto: non vi aveva partecipato. Ma ora sì, vi partecipava e vi apparteneva. Luce e ombra attraversavano la sua vista, le stelle e la luna gli attraversavano il cuore.
Hermann Hesse (Siddhartha)
Al Paese ci conoscevano tutti. I Senzaniente, continuavano a chiamarci, per via dei miei nonni, i genitori di mio padre, che dopo la guerra il poco che avevano se l’erano perso. No che non te lo do un litro, aveva detto la vecchia della latteria a Rocco. Mio fratello ha tre giorni e mia madre non ha latte. Le tette secche si curano, basta massaggiarle con un panno d’acqua calda. C’ha provato, non esce niente, c’ha la febbre alta. MI dispiace, io il latte però non te lo posso da’, sennò finisce come quand’era nata l’altra sorella tua, latte e latte per voi e mai una lira per me. Ha detto papà che entro domenica ti fa ave’ tutti i soldi, pure quelli di due anni fa. Allora quando li vedo ti do il latte e un’altra bottiglia ve la regalo io. Dopo tre giorni la madre di Rocco sarebbe morta e Rocco dopo ventidue anni sarebbe diventato mio padre, allora ne aveva nove. Da quelli non si entra, mi diceva, quando passavamo davanti allo spaccio in cui si era trasformata la latteria. A costo di non fare la spesa lì, se l’altro spaccio del Paese per qualche motivo era chiuso, prendevamo la corriera e andavamo al Paese Vicino. La macchina era arrivata quando facevo la prima elementare, un giorno sono tornata da scuola e l’ho trovata parcheggiata davanti a casa nostra, blu.
Chiara Gamberale (Il grembo paterno)
No stinting here, not on the after-breakfast champagne.
Donna Leon (Acqua Alta (Commissario Brunetti, #5))
A differenza di tante altre province in Italia e in Europa, Bergamo è sopravvissuta alla deindustrializzazione degli anni Ottanta e Novanta. Morti i giganti industriali, una nuiva generazione di imprese li ha sostituiti. Sono quelle che gli studiosi di economia chiamano le <>, un fenomeno tipico del <>. Si tratta di aziende di medie dimensioni con qualche centinaio di dipendenti, abbastanza grandi da poter far ricerca e sviluppo, in grado di competere sui mercati internazionali con prodotti di alta qualità, ma sufficientemente piccole per potersi adattare ai cambiamenti del mercato e mutare a seconda dei tempi, come aziende più grandi e lente farebbero fatica a fare. La Val Seriana, la grande valle larga e dritta a est di Bergamo che ospita cittadine come Alzano Lombardo e Nembro, è divenuta il cuore del quarto capitalismo bergamasco e ospita aziende come il gruppo Radici, che produce resine e polimeri, oppure la Italgen, che produce energie rinnovabili e ha installato impianti solari ed eolici in Tunisia, Marocco e Turchia. Ma anche la tortuosa e selvaggia Val Brembana non è da meno. A San Pellegrino si imbottiglia un'acqua minerale famosa in tutto il mondo, mentre in una diramazione laterale, la Val Brembilla, c'è la più alta concentrazione di imprese per abitanti di tutto il paese. E' con queste imprese che il grande aeroporto di questa piccola città produce le migliori sinergie.
Davide Maria De Luca (Bergamo e la marea)
A differenza di tante altre province in Italia e in Europa, Bergamo è sopravvissuta alla deindustrializzazione degli anni Ottanta e Novanta. Morti i giganti industriali, una nuova generazione di imprese li ha sostituiti. Sono quelle che gli studiosi di economia chiamano le multinazionali tascabili, un fenomeno tipico del quarto capitalismo italiano. Si tratta di aziende di medie dimensioni con qualche centinaio di dipendenti, abbastanza grandi da poter far ricerca e sviluppo, in grado di competere sui mercati internazionali con prodotti di alta qualità, ma sufficientemente piccole per potersi adattare ai cambiamenti del mercato e mutare a seconda dei tempi, come aziende più grandi e lente farebbero fatica a fare. La Val Seriana, la grande valle larga e dritta a est di Bergamo che ospita cittadine come Alzano Lombardo e Nembro, è divenuta il cuore del quarto capitalismo bergamasco e ospita aziende come il gruppo Radici, che produce resine e polimeri, oppure la Italgen, che produce energie rinnovabili e ha installato impianti solari ed eolici in Tunisia, Marocco e Turchia. Ma anche la tortuosa e selvaggia Val Brembana non è da meno. A San Pellegrino si imbottiglia un'acqua minerale famosa in tutto il mondo, mentre in una diramazione laterale, la Val Brembilla, c'è la più alta concentrazione di imprese per abitanti di tutto il paese. E' con queste imprese che il grande aeroporto di questa piccola città produce le migliori sinergie.
Davide Maria De Luca (Bergamo e la marea)
Avrei voluto che arrivasse presto il mattino. Volevo bagnare il mio corpo nella sua luce abbagliante, quella che purifica ogni cosa, come facevo adesso nell'acqua di quel bagno termale. Perché mi rendevo conto che, come succede quando si ha la febbre alta e non si riesce a ricordare la vita normale, per il momento non potevo vivere al di fuori di quella notte.
Banana Yoshimoto (Hardboiled & Hard Luck)
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Donna Leon (Acqua Alta (Commissario Brunetti, #5))
A San Daniele dove il prosciutto unisce tre culture La chiesa La trecentesca chiesa di Sant’Antonio Abate, i cui affreschi, di due secoli successivi, costringono alla sosta pure il viaggiatore più goloso, è in cima al colle di San Daniele, che domina il bacino idrico del Tagliamento, uno dei pochi fiumi europei che ancora segua il proprio corso naturale, ricco di laghi e insenature da scoprire, e raccoglie il vento fresco di Carnia Federico Francesco Ferrero | 670 parole Non esiste un’altra regione d’Italia dove si possa percepire in maniera così chiara il concetto di «diversità». Il Friuli Venezia Giulia costituisce, da secoli, uno spazio di complesso contatto culturale, linguistico, gastronomico. Le basi dell’attuale variabilità sono da ricondurre a fatti storici di immigrazione e insediamento, che hanno collocato, uno a fianco all’altro, i romani, i germani e gli slavi, generando comunità che, ancora oggi, risultano solo apparentemente integrate. Italiano, «marilenghe» («lingua madre» o friulano), veneto, germanico e slavo, sono gli indicatori di una complessa realtà geografica, che si può riconoscere nel piatto prima ancora che nell’accento. Il clima Il baricentro e l’apice gastronomico di quest’area, si potrebbero indicare issando un vessillo sulla collinetta di San Daniele, proprio accanto alla trecentesca chiesa di Sant’Antonio abate, i cui affreschi, di due secoli successivi, costringono alla sosta pure il viaggiatore più goloso. La recente nevrosi meteorologica poi ci ha insegnato come solo alla provincia di Udine e a quella di Cuneo appartenga, per la loro collocazione in pianure strette tra monti e mare, una singolare specificità climatica. Copiose precipitazioni nevose e persistenza di venti freschi e asciutti, alternati a refoli umidi e salmastri, sono le condizioni ideali per la stagionatura di Sua Maestà il Prosciutto, la vetta più alta della gastronomia italiana, a torto umiliata dall’omologo spagnolo. Questo colle, che domina il bacino idrico del Tagliamento, uno dei pochi fiumi europei che ancora segua il proprio corso naturale, ricco di laghi e insenature da scoprire, raccoglie il vento fresco di Carnia. Bisogna avventurarsi tra quelle cime per scoprirne la bellezza austera, l’abbondanza di fiori e di tradizioni millenarie, tra cui una delle cucine più interessanti d’Italia, magistralmente ridotta a canone tradizionale e propulsore per l’innovazione, dal grande scomparso Gianni Cosetti. E lì, a Sauris, si trova un altro grande prosciutto, che la penuria di sale legata al dazio aveva costretto a conservare con una leggera affumicatura: ecco un primo esempio di diversità da scoprire. Nei boschi carnici il vento raccoglie i sentori resinosi che a San Daniele incontrano i profumi salmastri della laguna e della costa. Nel vicino Mare Adriatico si pescano molluschi e naselli impareggiabili e i bassi fondali garantiscono, già in primavera, lunghe, ristoratrici, passeggiate nell’acqua iodata. Luce dell’Est Per trovare un grande prodotto da gustare e da portare a casa sono necessarie però molte prove, finché si troverà, da un piccolo appassionato artigiano, una coscia di maiale che abbia riposato con il proprio piedino per almeno 24 mesi, da affettare al coltello e consumare a temperatura ambiente. Non è il pane ma l’asparago bianco di queste pianure, appena scottato in acqua dolce, il complemento più interessante. E una volta giunti fin qui non si può rinunciare a raggiungere la pianura di Cormons, per mettere alla prova un altro grande rivale: il prosciutto affumicato al camino in maniera artigianale. Il suo sapore avvolgente accompagnerà mirabilmente i grandi bianchi della regione circostante. Anche qui però i vicini di origine slava non sarebbero d’accordo. Alla coscia preferiscono la spalla, bollita a lungo sulla stufa, affettata spessa e condita con una generosa grattugiata di «cren», il rafano. E bisogna spingersi ancora più a Est, nelle collin
Anonymous
Is it starting here?’ Clearly, rhetorical. ‘I thought that sort of thing happened only in America.
Donna Leon (Acqua Alta (Commissario Brunetti, #5))
We are forever changed, inspired by Venice and by its way of life, its serenity, and its sense of community. Troubles will visit us in life, as the Acqua Alta visits Venice, but as all Venetians know, the tides have a natural ebb and flow, and life soon returns to normal. As we learned each time we walked out of our Venetian apartment, it’s not the destination that’s important, it’s the people we meet along the way that make all the difference. And no road, no calle, no canal seems too long, no tide too high, when friends line the way.
Barry Frangipane (The Venice Experiment: A Year of Trial and Error Living Abroad)
Be kind and then be kind and then be kind,”’ she said in English.
Donna Leon (Acqua Alta (Commissario Brunetti, #5))
Calano su di noi alcuni attimi di silenzio che mi ingoiano, la sua frase mi mangia, la sento azzannarmi, devo reagire e porre distanza. La mia vita non è la sua, la mia vita è mia, la mia vita mi compete, la costruisco io e io la distruggo, allora reagisco, come burattino inghiottito dalla balena insieme al plancton io salto e scalcio per uscire e tornare nel mare, affiorare, navigare a vista, non sarò pasto di questa asserzione, non cadrò nella sua gola di fonemi e parole. La guardo furibonda e mi alzo dalla sedia come se m’avessero punta tra le cosce, il pizzicore sale e s’infila nelle mutande, stringo i glutei e cerco di cacciarlo via, ma quel fastidio è già dentro, imbastisce un nido di vespe: la nostra vita, la nostra condizione, il nostro tetto, le nostre stoviglie, il nostro futuro, il nostro investimento, la nostra spesa per il pranzo, il nostro denaro che non c’è. La mia vita non è la tua, urlo con la voce alta, urlo dalle mie fondamenta, dalla piccola me, dalle viscere umide e sento la nostra terra aprirsi, gli alberi cadere – smottamenti e tonfi – ho la faccia calda, i capelli elettrici, le gambe prudono e c’è una creatura dentro di me, furente, ignobile, che non ne può più delle misure di contenimento.
Giulia Caminito (L'acqua del lago non è mai dolce)
Sospesa nella notte, con le torri immerse nella Via Lattea, una formidabile cittadella galleggiava al di sopra della foresta senza nulla che la collegasse al resto del mondo. Era uno spettacolo da pazzi, un enorme formicaio espulso dalla terra, un intreccio tortuoso di torrioni, ponti, feritoie, scale, archi rampanti e comignoli. La città innevata si ergeva sopra un fossato ad anello che la circondava gelosamente, i cui deflussi dell’acqua si erano ghiacciati nel vuoto. Disseminata di finestre e lampioni, rifletteva le sue mille e una luce sullo specchio di un lago. La torre più alta arpionava la falce di luna.
Dabos Christelle
There was no vanity here, only the calm acceptance of her own worth and of her own talent, and he knew enough about her past to realize how hard that must have been to achieve.
Donna Leon (Acqua Alta (Commissario Brunetti, #5))
Il piatto di carote e tofu di mamma Ingredienti per 4 persone Carico di fragranti semi di sesamo tostati, questo miscuglio di carote e tofuè uno dei miei piatti preferiti. Si tratta di una creazione di mia madre; durante il liceo fu un contorno importante nel mio cestino del pranzo. Sebbene lo mangi spesso caldo con il riso appena fatto, è squisito anche freddo, specie sul pane integrale tostato! 2 pani di usu-age tofu (tofu fritto sottile) da 8 x 13 cm 2 cucchiai di aceto di riso 2 cucchiaini da tè di zucchero semolato 2 cucchiaini da tè di sake 2 cucchiaini da tè di salsa di soia a basso contenuto di sodio 1 cucchiaino da tè di sale 1 cucchiaio di olio di semi di mais 600 gr di carote tagliate a fiammifero 26 gr di semi di sesamo tostati e macinati (vedere pag. 105) 2 cucchiaini da tè di olio di semi di sesamo tostati Mettete a bollire una piccola pentola d’acqua. Aggiungete l’usuage tofu e lasciatelo cuocere gentilmente a fuoco medio per un minuto, mescolando di tanto in tanto, poi scolate: servirà a rimuovere l’olio in eccesso. Tagliate il tofu a metà sul lato lungo, quindi affettatelo in strisce sottili. Aggiungete aceto, zucchero, sake, salsa di soia e sale in una piccola ciotola e mescolate fino a quando lo zucchero non si sarà completamente disciolto. Scaldate l’olio in un’ampia padella a fiamma alta. Aggiungete le carote e i bocconi di usu-age tofu e fateli rosolare per circa 3 minuti o fin quando le carote risulteranno croccanti e tenere. Abbassate la fiamma e aggiungete la miscela di soia. Continuate la cottura per altri 2 minuti o finché il tutto non risulterà tenero. Spegnete il fuoco; spargete i semi di sesamo e spruzzate dell’olio di semi di sesamo tostati. Trasferite il tutto in un piatto da portata.
Naomi Moriyama (Sempre giovani e magre I segreti in cucina delle donne giapponesi)