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Trovo la televisione molto educativa. Ogni volta che qualcuno la accende, vado in biblioteca e leggo un buon libro.
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Groucho Marx
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Addio, Dann. Addio, piccolo signor Rail, che mi hai insegnato la vita. Avevi ragione tu: non siamo morti. Non è possibile morire vicino a te. Perfino Mormy ha aspettato che tu fossi lontano per farlo. Adesso sono io che vado lontano. E non sarà vicino a te che morirò. Addio, mio piccolo signore, che sognavi i treni e sapevi dov'era l'infinito. Tutto quel che c'era io l'ho visto, guardando te. E sono stata ovunque, stando con te. È una cosa che non riuscirò a spiegare mai a nessuno. Ma è così. Me la porterò dietro, e sarà il mio segreto più bello. Addio, Dann. Non pensarmi mai, se non ridendo. Addio.
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Alessandro Baricco (Castelli di rabbia)
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«Lo zio è arrivato. Vado a salutarlo. Tu rimani qua, se ti va.» «Scherzi? Se tu segui me, io posso seguire te, ragazzo di Harnee.» Bel rise e gli porse la mano. Lo attirò a sé e appoggiò le labbra sulla sua mascella, poi gli mordicchiò l’orecchio. «Provalo,» sussurrò. Si incamminò con Daniel al fianco, entrambi con un sorriso sul viso. Insieme, come era giusto che fosse.
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Lisa Henry (When All the World Sleeps)
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Oh povera, piccola Jane. Ti ho spaventato, vero? Sono proprio un cattivo ragazzo. Ma non piangere, angelo... non ho intenzione di abbattere la porta. Me ne vado subito. Ti dico solo una cosa: stai molto, molto attenta. Perché il mostro dietro l’angolo ti prenderà, prima o poi.
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Ann Owen (Schiava per vendetta)
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E sì, mi manca ancora. Per quanto incomprensibile possa essere, sento ancora la sua mancanza. La sento soprattutto in questo tipo di situazione, quando esco, quando mi siedo in un ristorante con qualcuno, quando viene un po’ di sole dopo che ha piovuto, quando la gente intorno parla del più e del meno, quando la normalità incalza. E’ soprattutto in quei momenti che mi domando cosa ci faccio lì. Perché rimango. Perché non me ne vado. E perché quello che mangio non sa di niente. E perché delle cose che mi dicono gli amici, cose per le quali dovrei provare un qualche interesse, non m’importi assolutamente nulla. E risponda per pura cortesia, sperando che se la bevano e pensando che se pure non se la bevono fa lo stesso. E perché quando mi sembra di cominciare a rilassarmi, finalmente, vengo subito assalito dal solito stormo di piccoli ricordi felici che vuole portarmi via da dove sto. E perché mi sembra di aver lasciato la vita da qualche parte. Ma dove?
Fanculo, va’.
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Diego De Silva (Sono contrario alle emozioni)
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Perché non vuoi che viva con te? Niente cazzate questa volta, Isaac. Voglio la verità"
Il mio cuore quasi si fermò. Non ero sicuro di voler sentire la risposta, ma sembrava che i miei piedi non riuscissero a muoversi.
La voce di Isaac era bassa "Non voglio che veda quanto sono cieco, quanto posso essere un peso. Se vivesse qui, vedrebbe quanto vado avanti a fatica"
"Oh, Isaac" disse Hannah "State insieme da un anno! Ti conosce"
Lui rispose così piano che quasi non lo sentii "Voglio essere normale per lui
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N.R. Walker (Through These Eyes (Blind Faith, #2))
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Quel che è in gioco qui, secondo me, è il sottile pudore universale che accompagna la soddisfazione dei propri desideri, il bisogno di spiegare proprio a tutti che la soddisfazione dei propri desideri non è in realtà soddisfazione dei propri desideri. Tipo: io non vado mai a farmi un massaggio semplicemente per farmi un massaggio, ci vado perché questo vecchio dolore alla schiena che mi sono procurato facendo sport mi sta ammazzando e allora mi obbliga a fare i massaggi; oppure: non è che voglio una sigaretta, io ho bisogno di una sigaretta.
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David Foster Wallace (A Supposedly Fun Thing I'll Never Do Again: Essays and Arguments)
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Oggi, mezzo gennaio, non è giornata allegra; cielo nubiloso, aritmie, il solito disordine che a farsi potabile richiede il tempo che una sardina impiega a farsi capodoglio. Ovvio che la sardina mi abbia orientato verso l’olio, e dunque l’Oglio, e l’ingrata patria, gli ossicini io non ti do. Ecco, in un giorno come questo è difficile fare l’unica cosa che io sappia veramente fare: comprare libri. Quando la primavera si sbizzarrisce, e i capri petulchi lasciviano pe’ prati, e l’odore della mortella – erba di cui ignoro tutto, e che quindi è puramente letteraria – impreziosisce l’aria, io vado ad acquistare libri. Badate: io non ho detto che vado ad acquistare libri che ho preventivamente scelto, che voglio assolutamente, che, acquistati, porterò golosamente a casa e leggerò, scrivendo poi un mirabile saggio critico, splendore di acutezza e di segreta poesia, destinato a procurarmi lettere di appassionati lettori, sconvolti e rigenerati. Macché. L’unica faccenda che mi sta a cuore è questa appunto: comprare libri. Ora, il quesito, la quaestio quodlibetalis è come segue: colui che acquista libri è per ciò stesso un lettore? Ovviamente, la maggioranza dei leggenti queste righe, se ve ne sono, penseranno che no; lettore è colui che legge. Quale errore. Non v’ha dubbio che è naturale che il lettore legga, ma contesto che per esser lettori si debba assolutamente leggere; e soprattutto che acquistare libri non sia gesto di lettore. Ma se il libro non lo leggi, che senso avrà mai che se ne stia nella tua biblioteca? E tu stesso lo dici: forse non lo leggerò mai, magari un giorno lo regalerò. Eh no, quest’ultima facezia me la fate dire voi, io i libri acquistati non letti, forse non mai letti, nemmeno li presto. Essi ‘mi servono’. Servono a che? Servono grazie alla naturale attività magica e umbràtile e stemmica che un libro esercita. Un libro lo si compra con animo che suppongo simile a quello con cui si dipingevano bovi e capri nelle caverne paleolitiche. Una mucca dipinta non si munge né si mangia, ma è ‘la mucca’, cosa che non è consentito ad alcuna altra mucca. E così il libro non letto, acquistato e depositato sugli scaffali, è ‘il libro’. Acquistare un libro ha un effetto nervino che nessun altro gesto può avere; è una scelta del tutto onirica, isterica, fantastica, e suppone un progetto di vita, e naturalmente più libri possono alludere a più progetti di vita.
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Giorgio Manganelli (Discorso dell'ombra e dello stemma)
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«Posso fare qualcosa?» Chiede Arthur.
«Stai qui con me?»
«Non vado da nessuna parte.»
Passano un paio di minuti senza che nessuno dei due dica qualcosa. Ma ho fiducia che, ovunque si trovi, Arthur è al telefono, a tenervi compagnia. Non se ne va.
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Becky Albertalli & Adam Silvera (What If It's Us (What If It's Us, #1))
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«Posso fare qualcosa?» Chiede Arthur.
«Stai qui con me?»
«Non vado da nessuna parte.»
Passano un paio di minuti senza che nessuno dei due dica qualcosa. Ma ho fiducia che, ovunque si trovi, Arthur è al telefono, a tenermi compagnia. Non se ne va.
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Becky Albertalli & Adam Silvera (What If It's Us (What If It's Us, #1))
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«Non vado da nessuna parte.»
«Dimmi che mi ami.»
Si conoscevano solo da due settimane. Forse era sciocco, ma Abaddon non esitò. «Lo sai già.»
Seth emise un gemito che sembrò di pianto, e lui lo strinse per un minuto, accarezzandogli i capelli, emettendo suoni confortanti finché Seth si calmò. Poi lo lasciò andare, ma solo perché il caos fra di loro stava diventando difficile da ignorare.
«Non volevo piangermi addosso,» disse Seth mentre si districavano l’uno dall’altro.
«Ne hai tutto il diritto.»
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Marie Sexton (Damned If You Do)
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Rivelerò un segreto: a volte sono contenta che Henry non ci sia. A volte mi piace stare sola. A volte, a tarda notte, passeggio per la casa e fremo di piacere all'idea di non dover parlare né toccare, di poter camminare e basta, o restarmene seduta o fare un bagno. A volte mi sdraio sul pavimento del soggiorno ad ascoltare i Fleetwood Mac, i Bangles, i B-52's, gli Eagles, gruppi che Henry non sopporta. A volte faccio lunghe passeggiate con Alba senza lasciare un biglietto per dire dove sono. A volte mi vedo con Celia per un caffè e parliamo di Henry, e di Ingrid, e di chiunque Celia stia frequentando quella settimana. A volte sto con Charisse e Gomez, non parliamo di Henry e riusciamo a divertirci. Una volta sono andata nel Michigan e al mio ritorno Henry non c'era ancora e io non gli ho mai detto di essere stata via. A volte chiamo una baby-sitter e vado al cinema o a fare un giro in bicicletta al calar della notte lungo la pista ciclabile che costeggia la spiaggia di Montrose senza luci; è come volare.
A volte sono contenta che Henry non ci sia, ma sono sempre contenta quando torna.
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Audrey Niffenegger (The Time Traveler's Wife)
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Io faccio il mio mestiere, capito? Io sono un libraio, vado in giro, vedo un sacco di gente, vendo i libri, scopro talenti nascosti sotto le montagne di carta… io propago idee. Il mio mestiere è il più rischioso del mondo, capito? Sono responsabile della diffusione dei pensieri, magari di quelli più scomodi.
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Luther Blissett (Q)
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Ecco dove accadde. Lei è stata qui. Questi leoni di pietra, ora senza testa, l'hanno fissata. Questa fortezza, una volta inespugnabile, cumulo di pietre ora, fu l'ultima cosa che vide. Un nemico da tempo dimenticato e i secoli, sole, pioggia, vento, l'hanno spianata. Immutato il cielo, un blocco d'azzurro intenso, alto, distante. Vicine, ogg come ieri, le mura ciclopiche che orientano il cammino: verso la porta dal cui fondo non fiotta più sangue. Nelle tenebre. Nel macello. E sola.
Con questo racconto vado nella morte.
Termino qui, impotente, e niente, niente di quello che avrei potuto fare o non fare, volere o pensare, mi avrebbe condotto a una meta diversa. Più profondamente di ogni altro moto dell'animo, più profondamente persino della mia paura, mi impregna, mi corrode, mi avvelena l'indifferenza dei celesti verso noi terreni. Naufragata l'audace impresa di opporre il nostro debole calore alla loro gelidità.
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Christa Wolf (Kassandra)
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E' Jun. E' Jun che se ne va. Ha un libro, in mano, che la sta portando lontano. Addio, Dann. Addio, piccolo signor Rail, che mi hai insegnato la vita. Avevi ragione tu: non siamo morti. Non è possibile morire vicino a te. Perfino Mormy ha aspettato che tu fossi lontano per farlo. Adesso sono io che vado lontano. E non sarà vicino a te che morirò. Addio, mio piccolo signore, che sognavi i treni e sapevi dov'era l'infinito. Tutto quel che c'era io l'ho visto, guardando te. E sono stata ovunque, stando con te. E' una cosa che non riuscirò a spiegare mai a nessuno. Ma è così. Me la porterò dietro, e sarà il mio segreto più bello. Addio, Dann.
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Alessandro Baricco (Castelli di rabbia)
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Non ti lascio, capito? Non vado da nessuna parte. E non ti odio. Non potrei. Sei il mio compagno e non ti lascerò mai.”
Heller tirò indietro la testa. “Mi dispiace tanto.”
Gli asciugai le lacrime dalle guance. “Chiariamo le cose. Ti sei comportato da stronzo, ma ora so perché. Mi hai ferito, ma ormai è acqua passata. Ti ho perdonato.”
“Davvero? Ma, ma…”
“Davvero. E adesso lascia andare tutto. È finita e non ce ne occuperemo più. Basta lacrime, sensi di colpa o qualsiasi altra cosa ti frulli per la testa.”
“Tutto qua?”
“Tutto qua. Ti sei messo in ginocchio per me, ricordi? Quindi sì, è finita. Va bene?”
“Sì, va bene.” Sul suo viso apparve un debole sorriso, quindi chinò la testa e mi baciò le dita.
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M.A. Church (Behind the Eight Ball (Fur, Fangs, and Felines #2))
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Penso di essere NATURALMENTE ATTIRATO DALLA GENTE CHE NON SEGUE IL CORSO NATURALE DELLE COSE. Quelli che la società dice di non essere in regola, sono le persone con cui mi sento maggiormente a mio agio. Mi sento più a mio agio quando vado nella parte peggiore delle città e parlo coi senzatetto, che quando sto seduto in qualche ristorante cazzuto con un gruppo di gente incravattata.
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Dennis Rodman (Bad as I Wanna Be)
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C’è una nota storiella che narra come due cani si incontrino a Mosca; l’uno è grasso e ben pasciuto, l’altro magro e affamato. Il cane affamato domanda all’altro: “come fai a trovare da mangiare?” e l’altro, con abilità zoosemiotica, risponde: “facilissimo. Ogni mattina a mezzogiorno vado all’Istituto Pavlov e mi metto a sbavare; ed ecco che a quel punto arriva uno scienziato condizionato che suona un campanello e mi porta un piatto di zuppa”.
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Umberto Eco (Trattato di semiotica generale)
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Io mi dico... qualche volta, Clov, bisogna che tu riesca a soffrire meglio di così, se vuoi che si stanchino di punirti... un giorno. Mi dico... qualche volta, Clov, bisogna che tu sia presente meglio di così, se vuoi che ti lascino partire... un giorno. Ma mi sento troppo vecchio, e troppo lontano, per poter formare nuove abitudini. Bene, e allora non finirà proprio mai, non partirò proprio mai. (Pausa). Poi, un giorno, all'improvviso, ecco che finisce, che cambia, io non capisco, ecco che muore, o forse sono io, non capisco neanche questo. Io lo domando alle parole che restano... sonno, risveglio, sera, mattina. Ma loro non sanno dirmi niente. (Pausa). Apro la porta del capannone e me ne vado. Sono talmente curvo che vedo solo i miei piedi, se apro gli occhi, e tra le gambe un po' di polvere nerastra. Mi dico che la terra si è spenta, benché io non l'abbia mai vista accesa. (Pausa). È facile andare. (Pausa). Quando cadrò, piangerò di gioia.
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Samuel Beckett (Endgame)
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MELANCHOLIA
(Alcuni anni prima)
Essendo un animale notturno, in genere vado a letto dopo lo spuntare dell'alba. E di regola non mi sveglio mai prima dell'una.
Perciò quel giorno fu un caso eccezionale. Intendo il giorno in cui mi arrivò il primo pacco da Ryuichiro.
Sì, quella mattina all'improvviso il mio fratellino entrò nella mia stanza sbattendo la porta e si mise a scuotermi con tutte le sue forze.
"Svegliati, Sakumi, svegliati! È arrivato un pacco!"
Sollevandomi a fatica, mormorai:
"Cosa?".
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Banana Yoshimoto (Amrita)
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«Passi la vita a mercanteggiare?» rilancia sospirando.
Sorrido ancora di più, e ancora non ha visto tutto. Mi raddrizzo per rispondergli.
«Amo negoziare, la vita è fatta di negoziati, di compromessi, di scelte, di scambi e di esperienze. Secondo me, non si può avere l’uno senza avere l'altro. Guardaci, hai fatto la scelta di prendermi con te pur non avendo l'aria di un ragazzo che imbarca il primo venuto. Ho fatto un compromesso affinché non dovessimo litigare di brutto in ogni momento. Vedi, questo è solo una parte di quello che è la vita. Ma la vita è piena di stupidi, di imbecilli, di regole stereotipate su come devono essere gli uomini, come devono comportarsi, che aspetto devono avere, a quale categoria devono appartenere. Anche quello che compriamo è deciso dalla società che ci circonda. La vita è anche fatta di incontri interessanti, di delusioni, di amicizie, di amori, un lavoro, una famiglia, un passato, un futuro, e l'influenza che ha tutto questo mix di cose sul nostro presente. Qualche volta la vita è noiosa, imperfetta, dura e triste, ma è comunque appassionante. La vita è l'uomo, e studiare la vita dell'uomo, il suo comportamento, le situazioni, il sapere il come e il perché, è capire cosa genererà su qualcuno la scelta che ha fatto in un preciso istante. Tutto questo è appassionante. La vita è appassionante, Travis, e sì, amo mercanteggiare, amo scambiare, e vivere di esperienze. Forse mi sono un po’ perso… ma sono così, parlo, parlo, spesso vado troppo lontano, e faccio fatica a fermarmi»
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Amheliie (Road)
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Ma ragazzi, sto pianificando di venire a vivere con voi e non conosco nemmeno i vostri cognomi? A cosa diavolo sto pensando?”
“No, non dire così,” replicò Tal. “Io mi chiamo Talise Martin. Possiedo un’impresa di costruzioni, ma lavoro soprattutto per la nostra colonia. Siamo in una trentina e viviamo nei pressi di West Falls. Mi piace mangiare un po’ di tutto, ma vado matto per gli hamburger. Il mio colore preferito è il nero.”
“Mi chiamo Dolfoon Hoyer e gestisco la parte amministrativa dell’impresa di Tal. Mi piace la bistecca con le patate e il mio colore preferito è il rosso.”
“Mi leggerete anche il vostro curriculum?”
“Se ti può aiutare a cavalcarmi meglio, te ne spedirò subito uno.”
Restai a bocca aperta.
La risata di Tal riecheggiò per la cucina. “Le cose si fanno interessanti. Dovrò iniziare a raccogliere le scommesse su chi di voi due avrà l’ultima parola.”
Dolf mi sorrise. “Al vincitore spetta il culo di Tal.”
“Ehi!”
Sorrisi e feci l’occhiolino a Dolf. “Per me va bene.”
“Ehi!”
Io e Dolf scoppiammo a ridere e mentre sedevamo a mangiare, ebbi la netta impressione che alla fine avrebbe funzionato.
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M.A. Church (Trouble Comes in Threes (Fur, Fangs, and Felines, #1))
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Ci sono giorni che mi sveglio e vorrei cambiare ogni cosa, scoppio di sicurezza e mi sento come Tony Manero quando esce di casa e dice "Vado a farmi il mondo". Poi magari il giorno dopo sono l'uomo più insicuro dell'universo, mi faccio mille domande e tutto diventa come un'enorme cartina geografica da ripiegare - una cosa che non sono mai stato capace di fare. Quando ne apro una rimane aperta sul sedile dietro della macchina per mesi. Tiene compagnia alle bottigliette d'acqua vuote che rotolandoci sopra mentre viaggio diventano passeggeri metaforici della mia vita e del mondo.
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Fabio Volo (Esco a Fare Due Passi)
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- Allora, mi vuoi dire perché ti preoccupi per me? E’ perché il sesso con me è incredibile e meraviglioso? - beh, almeno aveva fatto una battuta, era un inizio.
- Sì, in parte è anche per quello…- Brian tirò leggermente indietro la testa. Hale aveva alzato il viso così velocemente, che per poco le loro teste non cozzarono l’una contro l’altra.
- Hai trovato il sesso con me incredibile e meraviglioso? Mi stai prendendo per il culo? - eccolo, quel sorriso mozzafiato, quella luce negli occhi di Hale che lo confondeva e turbava.
- Beh, non avrei potuto nasconderlo neanche se avessi voluto, non credi? Tu ci sarai abituato, ma per me era la prima volta che lo facevo con un uomo, non riesco a credere che sia successo davvero. Ma il dolore al culo me lo ricorda continuamente - sorrise, leggermente imbarazzato per la sincerità di quella frase ma sentì la risata sommessa di Hale e si voltò a osservarlo di sbieco.
- Anche per me è la prima volta con un uomo, che vado fino in fondo, con qualcuno mi sono fermato a qualche pomiciata, ma il tuo culo era davvero troppo invitante - la voce di Hale iniziò a farsi leggermente roca.
- Possiamo smetterla di parlare del mio culo? -
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Andrea Grady
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«Perché dirti addio è l'unica cosa che mi rimane» disse lei. «Perché dopo dovrò continuare all'infinito a fare le stesse cose che ho sempre fatto, ecco perché, e niente resta uguale quando si è diversi».
«Ma non ha senso» disse lui. «Vuoi dire che io sono diverso perché vado via».
«Non capisci» disse lei. Poi: «Guarda, ci riprovo. Tu non sei più il ragazzo che amo. Tu sei il ragazzo che è stato richiamato alle armi. E a me cosa ne viene? Una manciata di minuti per dirti addio. Quando te ne andrai, non avrò più niente, a parte quello che mi lasci. Non voglio passare questi ultimi minuti con il ragazzo che amo che è stato richiamato alle armi».
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Shirley Jackson
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Esistono - di uno stesso testo - letture fatte per dovere, letture che registrano e sezionano, letture che sentono un fruscio di suoni mai uditi, che contano piccoli pronomi grigi per diletto o per istruzione e per un certo tempo non odono né oro né mele. Ci sono letture personali, che cercano di afferrare significati personali, io sono piena d'amore, o di disgusto, o di paura, e vado in cerca di amore, o disgusto, o paura. Ci sono - credetemi - letture impersonali - in cui l'occhio della mente vede le righe muoversi in avanti e l'orecchio della mente le sente cantare e cantare.
Di tanto in tanto ci sono letture che fanno rizzare e tremare i peli sul collo, il nostro vello inesistente, quando ogni parola brucia e splende aspra e chiara e infinita ed esatta, come pietre di fuoco, come stelle puntiformi nel buio - letture in cui la consapevolezza che conosceremo ciò che è scritto in maniera diversa o migliore o soddisfacente, precorre qualsiasi capacità di dire ciò che sappiamo, o come lo sappiamo. In tali letture, la sensazione che il testo sia interamente nuovo, mai visto prima, è seguita, quasi immediatamente, dalla sensazione che sia sempre stato là, che noi lettori sapevamo che c'era, e abbiamo sempre saputo che era così com'era, benché ora per la prima volta abbiamo riconosciuto, diventandone pienamente consapevoli, la nostra conoscenza.
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A.S. Byatt
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«Te l'ho detto, sono fatto così. Amo incontrare le persone, imparare a conoscerle, sapere come vivono. Voglio vivere un'esperienza e ritornare a casa avendo avuto un'idea di quello che è la vita in generale, delle situazioni più improbabili, dell'inatteso. Vivrò una vita semplice quando ritornerò, avrò un lavoro, un appartamento, una routine di merda dove non avrò la possibilità di incontrare persone che non facciano parte del mio ambiente sociale. E poi francamente, Travis, l’essere umano è così appassionante. Vedo questo viaggio come una lunga esperienza per il mio lavoro. Penso che tutte le esperienze siano degne di essere vissute, che siano la delusione, l'amore, la gioia, o la pena. Vivere significa conoscere ogni tappa sentimentale. Per esempio tutto è da provare, qualunque sia l'ordine, dobbiamo vivere la vita che ci detta il nostro destino, senza riflettere. E per farlo, bisogna incontrare delle persone, avere delle esperienze insolite come prendere lo zaino, la carta di credito e dirsi: “me ne vado per approfittare della mia gioventù prima di avere quarant' anni e realizzare che non ho vissuto”. Ecco io sono così, mi interesso alle persone, non è una cosa che si può spiegare altrimenti, è prendere o lasciare.»
«Okay.»
Un’unica parola di risposta, per tutto un monologo. Quando dico che questo ragazzo ha un contatore dev’essere senza dubbio vero
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Amheliie (Road)
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Charlie guardò con più attenzione il roditore che la bimba aveva sbattuto sul vassoio, quasi volesse renderne più tenera la carne. La testolina sembrava fradicia. "In bocca. Se lo è messo in bocca". Afferrò una salvietta di carta dal rotolo che teneva sul piano di lavoro e cominciò a strofinare l'interno dell bocca della bimba. Lei canticchiava mentre cercava di mangiare quel pezzo di carta, pensando fosse parte del gioco.
"In ogni caso, dov'è la signora Ling?"
"Lei deve andare a prendere la ricetta, così io guardo Sophie per un poco. E piccoli orsi sono felici, mentre io vado al bagno"
"Criceti, signora Korjev. Non orsi. Quanto tempo c'è rimasta?"
"Forse cinque minuti. Penso che ho strappo all'ano, a causa di spinte violente".
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Christopher Moore (A Dirty Job (Grim Reaper, #1))
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«Fammi vedere la mano» gli disse «e ti leggerò il futuro.» Lui fece come gli era stato detto. La donna prese nella vecchia mano quella di Richard e la tenne stretta, poi batté più volte le palpebre, come un gufo con
un topo nello stomaco che cominciasse ad avere qualcosa da obiettare sul fatto di essere stato inghiottito. «Hai davanti a te una strada molto lunga…» disse.
«Vado a Londra» ribadì Richard.
«Non solo Londra…» La vecchia signora fece una pausa. «E non la Londra che conosco io.» Iniziò a piovere, allora, appena appena.
«Mi dispiace» disse lei. «Comincia tutto con delle porte.»
«Porte?»
Lei annuì. La pioggia si fece più intensa, picchiettando sui tetti e sull’asfalto della strada. «Starei attento alle porte, se fossi in te.»
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Neil Gaiman (Neverwhere (London Below, #1))
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Di questa angoscia, Michele aveva un timore doloroso: avrebbe voluto non pensarci, e come ogni altra persona, vivere minuto per minuto, senza preoccupazioni, in pace con se stesso e con gli altri; "essere un imbecille" sospirava qualche volta; ma quando meno se l'aspettava una parola, un'immagine, un pensiero lo richiamavano all'eterna questione; allora la sua distrazione crollava, ogni sforzo era vano, bisognava pensare [...] "Tutta questa gente sa dove va e cosa vuole, ha uno scopo, e per questo s'affretta, si tormenta, è triste, allegra, vive, io... io invece nulla... nessuno scopo... se non cammino sto seduto: fa lo stesso". [...] avrebbe voluto avere uno scopo qualsiasi, anche ingannevole, e non scalpicciare così, di strada in strada, fra la gente che ne aveva uno. "Dove vado?
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Alberto Moravia (The Time of Indifference)
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Ad ogni costo bisogna che l'Amore rimanga nel mio cuore. Se vado in prigione senza Amore, che cosa accadrà della mia anima? Preferirei dire, o che si dicesse di me, che fui così tipicamente figlio della mia epoca da finire, nella mia perversità, e per amore di quella stessa perversità, col volgere il male i beni della mia vita, e i mali della mia vita in bene. Ciò che si dice, tuttavia, da parte mia o di altri, importa poco. Ciò che importa, ciò che ancora mi attende, ciò che ho da fare se non voglio rimanere mutilato, guasto e incompleto per il breve resto della mia vita, è di assorbire nella mia natura tutto quel che mi è stato fatto, farlo parte di me, accettarlo senza lamenti, paura o riluttanza. Il vizio supremo e la superficialità. Tutto ciò che è vissuto fino in fondo è giusto.
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Oscar Wilde (De Profundis)
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«Ora vado» dice Arthur. «Una volta che avrò cominciato a camminare non potrò più voltarmi. Ma tu non dovresti restare qui a guardare, nel caso che io imbrogli. Corri dentro e basta, okay?» Fa un passo indietro.
Io annuisco.
«Ti amo, Ben.»
«Te amo anch’io, Arthur.»
Le nostre dita si sganciano ed ecco. Arthur in qualche modo trova la forza per voltarsi e io mi sento più vuoto a ogni suo passo rapido. Quando arriva alla fine dell’isolato si ferma. Così a lungo che mi aspetto di vederlo ruotare su se stesso di centottanta gradi e correre indietro per un altro bacio. Ma riprende a camminare. Meglio così. Salgo di corsa i gradini della scuola e il mio telefono vibra. È Arthur che mi manda la foto di me che lo bacio davanti all’ufficio postale. La foto scatena i ricordi dell’estate e non mi sento più vuoto. Mi sento come se inspirassi speranza.
L’universo non ci avrebbe fatto incontrare solo per un’estate. Giusto?
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Becky Albertalli (What If It's Us (What If It's Us, #1))
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- SEI TU… sei tu, Hale, quello che mi interessa, so che mi sfotterai e riderai per questo, ma è la verità, non so nemmeno come possa essere successo. Non ti potevo sopportare, tu e la tua arroganza, mi facevi venire voglia di picchiarti… ma poi ci siamo baciati, e… non lo so. Non mi sono mai piaciuti gli uomini, per questo sono così confuso e scioccato, per questo non riesco a venire a letto con te e fingere che non me ne importi nulla - non si era mai sentito tanto imbarazzato, ma non aveva neanche mai detto ad un altro uomo che gli piaceva. Ma cosa aveva da perdere? La faccia, il lavoro? In quel momento non gliene importava niente, era solo felice di non doverlo più nascondere.
- Allora quella frase sull’amore… era rivolta davvero a me? Cioè, tu… sei innamorato di me? Mi stai prendendo per il culo? - il suo sguardo era pieno di diffidenza, ma Brian non si fece scoraggiare, si alzò e gli si mise di fronte.
- Credi che mi sarei reso ridicolo solo per ripicca? Se pensi questo di me, non hai capito niente. Sono davvero innamorato di te, anche se sei insopportabile e hai un carattere di merda. Ma non preoccuparti, lo so che tu non provi niente; sì, forse ti piace fare sesso con me, ma capisco che la cosa finisce lì. Forse è meglio che me ne vad…- non finì la frase, perché Hale gli mollò uno schiaffo. Rimase così scioccato che non riuscì a reagire.
- TU NON VAI DA NESSUNA PARTE, non mi lascerai come…- Hale tremava visibilmente, gli occhi sgranati. Brian dimenticò lo schiaffo e lo abbracciò di nuovo, tenendolo stretto
- Giura che non te andrai, promettimelo! - c’era un’urgenza quasi disperata nella sua voce.
- Te lo prometto, Hale, anche se mi farai incazzare, anche se vorrò picchiarti, non me ne andrò, almeno fino a quando non lo vorrai tu - cercò di scherzare e lo fece sdraiare, gli tolse le scarpe e la giacca e lo coprì con il lenzuolo. Quando si allontanò, Hale gli afferrò la mano.
- Dove vai? - il suo tono era spaventato e incerto.
- Vado da tua madre e le dico perché mi fermo nella tua camera - appoggiò la mano sulla sua e sorrise dolcemente.
- Puoi evitare, le ho già detto di noi - Hale riuscì a fare una parvenza di sorriso di fronte alla faccia sconvolta di Brian
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Andrea Grady (Hale (Italian Edition))
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Banga mostrò le zanne, mentre serrava talmente forte i pugni che gli artigli gli incisero la carne e il sangue colò denso. «Rashid» esordì ringhiando, «vado a riprendermi mio figlio.»
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Chiara Cilli (La promessa del leone)
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«Sarà meglio che tu vada a darti una sciacquata,» suggerì, «perché sono stanco e voglio dormire.»
Il pensiero che mi stesse mandando via fu come una stilettata al cuore.
Distolsi lo sguardo dal suo. «Me ne vado subito.»
Feci per scendere dal letto, quando lui mi bloccò, prendendomi la mano.
«Dove credi di andare? Tu dormi con me.»
Un sorriso mi incurvò le labbra dalla felicità. Speravo tanto me lo dicesse…
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Samantha M. (Impuro (Italian Edition))
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El clima era implacable. Durante las horas de sol, el calor resultaba opresivo, y el aire era denso y húmedo si no se estaba al amparo de las brisas de río. Vados hediondos subían día y noche de las cloacas, olores intensos a putrefacción que emanaban de las aguas estancadas como un perfume nauseabundo. No le parecía de extrañar que la fiebre amarilla asolara Nueva Orleans tan a menudo.
(…)
Me da mala espina. Esta ciudad, con el calor, los colores vivos, los olores los esclavos…Todo está muy vivo en Nueva Orleans, pero creo que por dentro hay enfermedad y podredumbre. En apariencia, todo es opulento y hermoso: la gastronomía, las costumbres, la arquitectura. Pero por debajo… Cada uno de esos patios tan hermosos tiene un pozo de aspecto exquisito, pero luego pasa las carretas que venden barriles de agua del río, y es que resulta que el agua de los pozos no se puede beber. Las salsas y las especias son deliciosas, hasta que se sabe que su objetivo es disimular que la carne se está pudriendo. Paséese por el mercado de San Luis y admire todo ese mármol, la hermosa cúpula, la luz que entra en la rotonda, para después enterarse de que es un famoso mercado de esclavos, donde se venden seres humanos como si fuera ganado. Aquí hasta los cementerios son bonitos: nada de tumbas sencillas y cruces de madera, sino grandiosos mausoleos de mármol, a cuál más altivo, con estatuas y bellos pensamientos poéticos grabados en la piedra. Pero dentro de cada uno hay un cadáver que se pudre, infestado de larvas y gusanos. Hay que encerrarlos en piedra porque la tierra no sirve ni para enterrar y las tumbas se llenas de agua. Y la pestilencia cubre como un rosario esta hermosa ciudad.
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George R.R. Martin (Sueño del Fevre)
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Se vado alle orge di Leo, se lascio che mi leghi e a volte mi picchi… la ragione, a parte uno strano piacere, è che sento di appartenere ai luoghi bui come quello. Appartengo agli uomini libidinosi che in realtà sono dei bambini piangenti. Io li provoco, e molto presto cominciano a chiamarmi mammina e ad affondarmi la testa in grembo e a piangere per la sofferenza … e allora devo essere io a dire loro cosa fare. A loro piace così, e il mio posto è fra loro. Deve essere così, altrimenti non sarei così abile
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Jennifer Lynch (The Secret Diary of Laura Palmer)
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Cammino tra le strade che mi conoscono dai tempi del liceo. Quando perdevo l'autobus e andavo da una fermata all'altra per guadagnare tempo e non stare impalata ad aspettare.
Al posto degli incroci adesso ci sono rotonde, i marciapiedi si sono allargati per far posto a piste ciclabili, gli alberi sono cresciuti e fanno più ombra. Le loro radici si sono fatte strada sotto al cemento e devo stare attenta a non inciampare.
Ma dove sono le mie radici? Sono qui, sono in California davanti a quell'albero enorme che vado sempre ad ammirare?
No, le radici sono sotto i miei piedi, come diceva la mia insegnante di yoga. Sono ovunque io le porti.
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Laura Di Gianfrancesco (Ti posso spiegare)
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Vado a letto tardi per poter dormire la maggior parte del giorno e risparmiare la colazione, a volte anche il pranzo.
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Ivan Kulekov (Senza titolo)
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Una sera di settembre l’Agnese tornando a casa dal lavatoio col mucchio di panni bagnati sulla carriola, incontrò un soldato nella cavedagna. Era un soldato giovane, piccolo e stracciato. Aveva le scarpe rotte, e si vedevano le dita dei piedi, sporche, color di fango. Guardandolo, l’Agnese si sentí stanca. Si fermò, abbassò le stanghe. La carriola era pesante.
Ma il soldato aveva gli occhi chiari e lieti, e le fece il saluto militare. Disse: – La guerra è finita. Io vado a casa. Sono tanti giorni che cammino –. L’Agnese si slegò il fazzoletto sotto il mento, ne rovesciò le punte sulla testa, si sventolò con la mano: – Fa ancora molto caldo –. Aggiunse, come se si ricordasse: – La guerra è finita. Lo so. Si sono tutti ubriacati l’altra sera, quando la radio ha dato la notizia –. Guardò il viso del soldato e sorrise, un sorriso rozzo e inatteso sulla sua faccia bruciata dall’aria. – Io credo che i guai peggiori siano ancora da passare, – disse improvvisamente, con la rassegnata incredulità dei poveri; e il soldato si fregò le mani: era un ragazzo molto allegro.
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Renata Viganò (L'Agnese va a morire)
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Quando vado in giro per Belleville, a qualunque ora della giornata, ho sempre la sensazione di essermi perso in uno degli album di Clara
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Daniel Pennac (Au bonheur des ogres)
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Dimmi che mi sbaglio e me ne vado subito. Lo ami?" Ci fissammo a lungo, senza parlare.
"Non lo so." sussurrò alla fine. "Non lo so."
"Qualcuno ha detto che nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta." affermai.
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Carlos Ruiz Zafón (The Shadow of the Wind (The Cemetery of Forgotten Books, #1))
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Questo libro mi permette di leggerne altri, di aprire la porta di una nuova lingua. Mi accompagna, ancora adesso, quando vado in vacanza, durante i viaggi. È diventato una necessità.
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Jhumpa Lahiri (In Other Words)
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Darnos a los demás tiene un gran poder, es una huella que dejamos en su interior.
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Nadia Vado (Elijo Crecer: Eleva tu poder interior, transforma tu vida (Spanish Edition))
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Addio, buon ladro” egli disse. “Io vado ora nelle sale di attesa a sedermi accanto ai miei padri, finché il mondo non sia rinnovato. Poiché ora l’oro e l’argento abbandono, e mi reco là dove essi non hanno valore, desidero separarmi da te in amicizia, e ritrattare quello che ho detto e fatto alla Porta”. Bilbo piegò un ginocchio a terra, pieno di dolore. “Addio, Re sotto la Montagna!” egli disse. “Amara è stata la nostra avventura, se doveva finire così; e nemmeno una montagna d’oro può essere un adeguato compenso. Tuttavia sono felice di aver condiviso i tuoi pericoli: questo è stato più di quanto un Baggins possa meritare”. “No!” disse Thorin. “In te c’è più di quanto tu non sappia, figlio dell’Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d’oro, questo sarebbe un mondo più lieto. Ma triste o lieto, ora debbo lasciarlo. Addio!”. Allora Bilbo si allontanò, e se ne andò in disparte; tutto solo si sedette avvolto in una coperta e, lo crediate o no, pianse finché i suoi occhi non furono rossi e roca la voce”.
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J.R.R. Tolkien
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L'estate non vado in villeggiatura. (...) Amo il mare d'un amore grande e totale, e credo, o mi illudo, di esserne ricambiato. Perciò non voglio ch'egli possa vedere, nel mio andare a lui, un atto comune e volgare quale compiono migliaia di indifferenti; non ammetto ch'egli possa confonder me con essi, il mio amore col loro capriccio; non tollero ch'egli sospetti di essere per me, appunto, una villeggiatura.
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Massimo Bontempelli (La vita intensa)
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- Ti voglio sempre così. Non voglio dover mai andire via.
Da te. Da NOI. Ti voglio baciare, adorare.
E tutto il resto. Sorridendo. Voglio stringerti quando siamo
felici, quando siamo sfaticati. Tristi. Quando sei cocciuta.
Quando sei coraggiosa. O quando sei arrabbiata. Quando ti
metti in ridicolo. Ma sempre accanto a me, ai miei malumori.
- Troppo facile.
- Allora sii difficile.
- Voglio lasciarti andire. TradisciCI.
DacCI il Tormento. Morti e Futuri diversi.
Poi voglio accoccolarmi con te nelle
Riconciliazioni. Abusi e Divergenze.
Anche quando arrivi. Quando ti senti sola.
Quando me ne vado io. E mi sento solo. Ma
sempre accanto a te, ovunque vogliamo.
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Mark Z. Danielewski (Only Revolutions)
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Quello che vado pensando, lo racconto un poco a me stesso, e poi lo sotterro. Poi, a poco a poco, non racconterò nemmeno piú niente a me stesso. Sotterrerò tutto subito, ogni vago pensiero, prima ancora che prenda forma. [...] succede a tanta di quella gente. Una persona, a un certo momento, non vuole piú vedere in faccia la propria anima. Perché ha paura, se la guarda in faccia, di non trovare piú il coraggio di vivere.
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Natalia Ginzburg
“
«Non tentare di prendermi per fesso, Fede. La mia sorellina è colei che a tutt’oggi ti solletica di più l’appetito» mi voltai verso di lui, gli rifilai una lunga occhiata da dietro le lenti scure e a bassa voce aggiunsi: «E non mi sto riferendo a niente di liquido e vermiglio.»
Federico scoppiò in una fragorosa risata. «Come preferisci. In un modo o nell’altro, è l’unica che riesce a mandarmi ai pazzi limitandosi a non rivolgermi la parola» affermò poi, facendomi l’occhiolino.
Con un movimento repentino tornai a guardare la strada e dissi le uniche parole che sapevo avrebbero dichiarato la fine di quel preciso argomento: «Forse verrà il momento in cui vorrò sapere cosa è davvero successo tra voi due.»
Federico tornò serio. «Ogni cosa a suo tempo. Oggi sono qui per te, e comunque non credo sarà mai la mia bocca a pronunciare quella verità. Forse un giorno Victoria stessa vorrà raccontarti la fine della nostra storia. Io posso solo dirti che di quella fine non vado fiero, ma questa è una cosa che sai già» disse, con un accenno di rimpianto.
"Federico
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Jo Rebel (Craving (#1))
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[...]Conservatemi bella, essenze dei morbidi fiori. Dato che voi esistete veramente come esisto io, gocce segrete conservate nel cavo delle mani delle fate, nel guscio delle ghiande, alla giuntura di due foglie, dove si bagna l'insetto, dato che voi esistete, o segreti, dirigetevi verso di me, venite ad aiutarmi! Io non so da dove vengo, sono incapace di immaginare da dove vengo. Voi che non conoscete la vostra strana potenza, voi che siete nati tali quali siete, mantentemi quale sono ora. Perché non so donde vengo, non so dove vado: sono qui.
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Valentine Penrose
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Il cardiologo gli aveva ordinato di non fare bagni troppo freddo, ma lui aveva bisogno di un bagno freddo, lascio che la vasca si riempisse di acqua fredda e vi si immerse. Mentra staba immerso n'lacqua si accarezzo a lungo il ventre. Pereira, si disse, una volta la tua vita e estata diversa. Si asciugo e si infilo il pigiama. ndo fino all'ingresso, si fermo davanti al ritrato di sua mogli e gli disse: stassera vedo Monteiro Rossi, non so perche no lo licenzio o non lo mando a quel paese, ha dei problemi e vuole scaricarli su di me, questo l'ho capito, tu cosa ne dici, cosa devo fare? Il ritratto di sua moglie gli sorrise con un sorriso lontano. Bene, disse Pereira, ora vado a fare una siesta, sentiro dopo cosa vuole quel giovanotto. E si ando a coricare.
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Antonio Tabucchi
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Fremetti quando mi lasciò le mani. «Sì.» Strinsi le dita sui bicipiti, irrigidendomi. «Non mi piace salutare le persone, quando vado via.» In effetti, non mi era mai capitato di doverlo fare. «Aidan, ho svolto e continuerò a svolgere una missione dopo l'altra. Ho fatto e farò cose che tu non puoi comprendere.» Boccheggiai, incapace di tenere ancora gli occhi fissi nei suoi. «Sono un soldato. Tu sei un Principe.»
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Chiara Cilli (I quattro Protetti (La guerra degli Dei, #1))
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Non puoi decidere — gli disse lei. — Tu non puoi decidere dove vado o quando ci vado.
Lo so. — Aveva la voce rotta. — Ho sempre saputo che sei così. E non so perché mi sono innamorato proprio di una persona ancora più testarda di me.
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Cassandra Clare (City of Fallen Angels (The Mortal Instruments, #4))
“
Di recente - aveva detto - ho dato al mio capo un ultimatum. O mi paga di più o me ne vado. - E com'è finita - aveva chiesto Musja. - Con un compromesso. Lui in definitiva lo stipendio non me l'ha aumentato e io, dal canto mio, ho deciso di non licenziarmi.
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Sergei Dovlatov (A Foreign Woman)
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I limiti, le trappole, le impossibilità mi sono necessari, vado loro incontro ogni giorno. Ritengo che la frusta sia necessaria, a condizione che a maneggiarla sia l'allievo, non il maestro.
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Philippe Petit (Trattato di funambolismo)
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Un giorno dirai a te stesso. Sono stanco, vado a sedermi, e andrai a sederti. Poi dirai a te stesso, Ho fame, ora mi alzo e mi preparo da mangiare. Ma non ti alzerai. Dirai a te stesso. Ho fatto male a sedermi, ma visto che mi sono seduto resterò seduto ancora un poco, poi mi alzerò e mi preparerò da mangiare. Ma non ti alzerai e non ti preparerai da mangiare. / Guarderai il muro per un poco, poi dirai a te stesso, Ora chiuderò gli occhi, forse dormirò un poco, dopo andrà meglio, e li chiuderai. E quando li riaprirai il muro non ci sarà più. Intorno a te ci sarà il vuoto infinito, tutti i morti di tutti i tempi non basterebbero, risuscitando, a colmarlo, e sarai come un sassolino in mezzo alla steppa. / Sì, un giorno saprai cosa vuol dire, sarai come me, solo che tu non avrai nessuno, perchè tu non avrai avuto pietà di nessuno e non ci sarà più nessuno di cui aver pietà.
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Samuel Beckett (Endgame)
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Era sorprendente: in diciassette anni di vita Masha non aveva mai incontrato nessuno che assomigliasse ad Anna Veniaminovna, e ora all’improvviso risultava che ce n’era un mucchio così, intellettuali, vestiti in modo scialbo e povero, con molte letture alle spalle, colti, spiritosi! Quest’ultima qualità non l’avrebbe mai e poi mai sospettata, non aveva alcun rapporto né con le barzellette, né con le battute. E dopo una bella arguzia nessuno si torceva dalle risate, giusto un lieve sorrisetto.
“Un maschio è una cosa stupenda, ma perché tenerselo a casa?” proprio sorridendo in quel modo Anna Veniaminovna poneva una domanda beffarda alla sua ex studentessa Zhenja, anche lei donna piuttosto anziana, alludendo alle complicate peripezie esistenziali dell’altre, che immediatamente le rispondeva: “Anna Veniaminovna, non vado mica dalla vicina a chiederle uno scaldino, il macinacaffè o il mixer, ne ho acquistati di miei. Perché mai dovrei prendere in prestito un maschio?”
“Zhenja cara! Come puoi paragonare un maschio a uno scaldino? Lo scaldino scalda quando vuole lei, mentre il maschio scalda quando vuole lui!” ribatteva Anna Veniaminovna.
E Masha si beava dei loro discorsi, magari neppure poi così divertenti […]
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Lyudmila Ulitskaya
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E' mia sorella." Gendry piazzo' una mano a tenaglia sulla spalla del vecchio e diede una stretta. "E tu la lasci in pace."
L'uomo si giro', pronto alla rissa, ma quando vide la stazza di Gendry ci ripenso'. "Tua sorella, eh? E allora che razza di fratello sei? Io mia sorella non ce la porterei mai in un posto come la Pesca, proprio no." Si alzo' dalla panca e se ne ando' mugugnando, alla ricerca di un'altra piccola pesca.
"Perche' hai detto cosi'?" Anche Arya balzo' in piedi. "Non sono tua sorella."
"Difatti." rispose lui con rabbia. "Sono troppo fottutatamente plebeo per essere all'altezza della mia lady, vero?"
Il furore che trapelava dalla sua voce colse Arya alla sprovvista. "Non e' questo che intendevo."
"Si, invece." Gendry si lascio' cadere sulla panca, rigirando una coppa di vino tra le dita. "Va' via. Voglio bere in pace il mio vino. E dopo magari vado a cercare quella ragazza dai capelli neri, e suono la sua campana."
"Ho detto va' via . Milady.
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George R.R. Martin (A Storm of Swords (A Song of Ice and Fire, #3))
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I can only breathe the air we share. I have pined for you, my Maris.” “It’s pitiful,” Niax drawled. Vados glared at him, torn between pleading his case to Maris and pummeling the male into the sea. No, he had priorities. Convince Maris she belonged to him, mate Maris, and then pummel Niax. His to-do list was complete.
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Erin Tate (Vados (The Ujal, #1))
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Le galassie sono terrificanti quanto le nostre cellule, l’infinitamente grande sgomenta quanto l’infinitamente piccolo. Ci penso ogni volta quando vado sulla terrazza, spegnendo tutte le luci del giardino, restando al buio a guardare la Via Lattea, e penso alle persone che amano guardare le stelle sulla volta celeste con uno sguardo ancora primitivo, e nella loro ignoranza astronomica, anziché sentirsene dilaniati dall’angoscia come lo sarebbero se avessero una vaga idea di cosa significa il cielo, stupidamente lo ammirano come una consolazione, una scenografia rassicurante, una promessa d’eternità.
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Massimiliano Parente (Trilogia dell'inumano)
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Dio, che mi hai dato questo cuore... mi sono chiesto molte volte... perché sia successo proprio a me. Molte volte ti ho odiato. Però... Ho dei genitori di cui vado molto fiero. Ho una ragazza che dice di amarmi. Dio... Io sono felice. Sono l'uomo... più felice del mondo.
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Kotomi Aoki (Boku no Hatsukoi wo Kimi ni Sasagu - Secret Unrequited Love (Volume 12))
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Viene del fondo del valle. Mucho antes de que atraviese el vado del río, de que la sombra recorte, como un lento parpadeo, el resplandor del agua entre los bancos de arena, sabemos que es un hombre.
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Violette Ailhaud (El hombre semen (Ad maiora) (Spanish Edition))
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Vado avanti per inerzia. E detesto ogni singolo istante.
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Elsie Silver (Hopeless (Chestnut Springs, #5))
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Quindi vado. Viaggio più lontano e più veloce e più tenace di quasi tutti, e leggo, e scrivo, e amo le città. Essere sola in mezzo a una folla, sentire la solitudine e l'appartenenza, mettere una distanza tra ciò che vedo e ciò che sono.
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Max Gladstone (This Is How You Lose the Time War)
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«Non vado in cerca di guai» disse Harry seccato. «Di solito sono i guai che trovano me.»
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J.K. Rowling (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban)
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«Io sono tua», mormoro nel nostro bacio. «Dico sul serio, anche se tu non ti fidi e non posso certo biasimarti. E non vado da nessuna parte».
«Perché a quanto pare non sono molto bravo a perdere le persone che amo e, quando si tratta di te, sono addirittura pessimo».
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Kennedy Ryan (Before I Let Go (Skyland, #1))
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Era là dove l'avevo lasciata, coricata su una spiaggia proprio sovrastante alle nostre teste, e non diceva nulla. Era del colore della Luna; teneva l'arpa al suo fianco, e muoveva una mano in arpeggi lenti e radi. Si distingueva bene la forma del petto, delle braccia, dei fianchi, così come ancora la ricordo, così come anche ora che la Luna è diventata quel cerchietto piatto e lontano, sempre con lo sguardo vado cercando lei appena nel cielo si mostra il primo spicchio, e più cresce più m'immagino di vederla, lei o qualcosa di lei ma nient'altro che lei, in centro in mille viste diverse, lei che rende Luna la Luna e che ogni plenilunio spinge i cani tutta la notte a ululare e io con loro.
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Italo Calvino
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Si no te gusta lo que llega a tu vida, es necesario ver lo que das. Hay personas que se sienten desdichadas y vale la pena pensar qué han sembrado y cómo han abonado la siembra.
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Nadia Vado (Elijo Crecer: Eleva tu poder interior, transforma tu vida (Spanish Edition))
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Ho preso la strada del grano tagliato. Il grido usciva dalle viscere della terra. Allodole, fuoco d’artificio raso terra, dove eravate? Camminavo a memoria, piangevo senza una lacrima. Ghirlanda di greggi sonnambule lungo i fili e le staccionate. Mi nascosi nell’aia, vidi un mondo in libertà. Scrivere. Sì, Maurice. Più tardi. La criniera piangeva sugli occhi del cavallo. Era lui il più assiduo, il più anonimo. La scrofa era troppo nuda, la pecora troppo vestita. Una gallina era innamorata di una vacca. La seguiva dappertutto, chiusa tra le sue quattro zampe. Me ne vado? Non mi sazierei mai della vista del pulcino che segue la mamma. Una giovenca si mise a correre, attesi il ritorno dell’armonia per decidermi ad andarmene. Lucidi scintillii dei gradini della metropolitana, non vi dimentico. Il poema che mi gonfierà la gola sino alla grossezza di un gozzo sarà il mio poema preferito. Possa io non morire prima che la musica degli astri mi basti.
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Violette Leduc
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Gli altri sono troppi, per me.
Ho un cuore eremita.
Sono impastata di silenzio e di vento.
Sono antica.
Mi pento ogni volta che vado
lontano dal mio stare lento
nelle velocità della sera,
nelle auto schizzate di pianto.
Col loro buio abitacolo.
E se sfreccio a volte
sulla modesta moto, è per cantare
a gola stesa l’ultimo del paradiso
fare il mio guizzo pericoloso
con tutto quel vento nel petto
seminare parole beate
nel panorama nervoso.
”
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Mariangela Gualtieri (Senza polvere senza peso)
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Vado in sala medici e presento Marcello ai colleghi. Rufo, elegante e profumato, fa un discorso alto sulla dignità della Psichiatria, sulla responsabilità del medico e la sacralità della relazione terapeutica. Quando ha concluso, si forbisce le labbra con un fazzoletto immacolato e io sussurro a Marcello: non ti fidare di quest’uomo. Edoardo, malvestito e sperso, fa un discorso critico verso la Psichiatria, si lamenta dei pazienti, suggerisce tartagliando di cambiare specialità perché questa è magra di soddisfazioni. Quando ha concluso, e si capisce solo dal fatto che non parla piú e guarda la finestra, io sussurro a Marcello: di questo ti puoi fidare.
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Paolo Milone (L'arte di legare le persone)
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Tu mi vorresti come uno dei tuoi gatti
castrati e paralleli: dormono in fila infatti
e fanno i gatti solo di nascosto
quando non li vedi. Ma io non sarò mai
castrata e parallela. Magari me ne vado,
ma tutta di traverso e tutta intera.
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Patrizia Cavalli (Pigre divinità e pigra sorte)
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«Voglio così tanto vederti, Lucas,» mormora quando arriva alla bocca. «Vederti davvero.»
«E mi vedrai,» rispondo, sentendo il cuore stringersi nel petto. «Ma facendo le cose come vanno fatte. Sono qui, Leon. Non vado da nessuna parte.»
«Promettimelo.»
«Tu mi vuoi qui con te?»
«Più di ogni altra cosa.»
«Allora te lo prometto.»
Mi fa alzare il mento e la sua bocca scivola leggera sulla mia. La mordicchia e mi scopro a desiderare di più. Baciare Leon è una delle cose più belle che mi siano mai capitate in tutta la vita.
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Sara Coccimiglio (Come il giorno e la notte)
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«Vado a letto, adesso, e finiremo di parlarne domani mattina, okay?»
Nash annuisce, ma non dice nulla, e mi fiondo in camera mia prima di fare altre cazzate.
Zade dorme ancora profondamente, ma appena alzo le coperte e mi stendo accanto a lui, si gira verso di me e mi avvolge tra le sue braccia.
Il mio cuore si stringe. Se due mesi fa mi avessero detto che Nash poteva essere bisessuale e che provava dei sentimenti per me, avrei fatto i salti di gioia. Parte di me salta ancora di gioia. Cioè, cazzo, amo quell’uomo da otto anni. È tutto ciò che pensavo di volere.
Però, qui tra le braccia di Zade, non è così facile come sembra essere felice di quello che prova Nash. Non conosco Zade da molto, ma i miei sentimenti per lui sono reali tanto quanto quelli per il mio migliore amico. Non posso scegliere tra loro due, sarebbe impossibile. Sono così diversi, ma sono esattamente ciò
di cui ho bisogno.
Zade è forte e fiero, ma ha bisogno di me per lenire qualcosa di profondo dentro di lui. È sarcastico e si lancia a capofitto in tutto. Non avrei mai pensato che avrei conosciuto un uomo che sarebbe stato disposto ad affrontare qualunque sfida io gli lanciassi, anche la più stupida, e che facesse altrettanto con me sfidando i miei limiti.
Poi c’è Nash. È il mio migliore amico, il mio eroe, l’uomo che mi ha rapito il cuore da quando avevo sedici anni. Nash è gentile e tranquillo. Acquieta il caos che adoro creare. Mi compensa. E anche lui ha bisogno di me.
Li voglio entrambi in ogni modo possibile. Non sarò mai capace di scegliere
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K.M. Neuhold (Going Commando (Heathens Ink, #2))
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«Non sono lo stesso uomo che hai conosciuto a Woodstock. Non so se sarò mai più lo stesso.»
«Allora dovrò conoscere il nuovo te,» risposi. Mi guardò come se gli avessi detto che il cielo non era blu. Sorrisi tra le lacrime. «Non puoi sbarazzarti di me così facilmente. Non vado da nessuna parte, okay?»
Lui iniziò a piangere di nuovo, come se non potesse permettersi di crederci.
Mi sporsi in avanti. «Richard, io ti amo. Non vado da nessuna parte. So che hai passato l’inferno. Non devi nascondermi nulla.»
Poi pianse di nuovo, ma rise anche; lasciò andare la mano di Kat per potersi asciugare gli occhi. Non lasciò mai la mia
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N.R. Walker (A Soldier's Wish)
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«Sto cazzeggiando al parco. Non voglio tornare a casa. È così vuota da quando sono fuori. Lì si sta bene solo quando c’è lui.» Nick si sentiva bene solo quando Luka era con lui, indipendentemente da dove si trovasse.
«È solo perché non sei da solo quando lui è lì, o perché sei con… Luka? Si chiama così?»
«Sì, Luka. Ed è per lui. Non voglio nessun altro vicino. Non ho più visto nessuno, Shaney. Nessuno. Voglio solo stare con lui, tipo sempre. Ho bisogno che lui torni da me.» Sapeva di dare l’idea di essere disperato, ma era troppo tardi per preoccuparsene.
«Wow. Finalmente, il mio fratellino si unisce a tutti noi nella terra dei sentimenti.» Aveva percepito il sorriso nella voce di Shane. «Amico, devi andare a sistemare le cose. Digli che ti dispiace. Sii convincente. Non aspettare troppo, come ha fatto quello stupido di tuo fratello.»
Nick aveva sorriso tristemente. «Si è risolto tutto alla fine, no?»
«Sì, ma quel periodo è stato una tortura. Non tornerei mai indietro.»
In quel momento, Nick immaginò suo fratello che si allungava per toccare i capelli di Jesse, o poggiava una mano sul suo petto: un promemoria del fatto che stavano insieme e non erano più soli. Un altro pezzetto di dolore lo aveva colto alla sprovvista.
«Quindi vado a chiedere scusa. Me la cavo con così poco?» Non si era mai scusato con nessuno, in vita sua. Assolutamente per nulla.
«Sì. E cerca di non essere… troppo te stesso, okay?»
Nick aveva sbuffato.
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Piper Vaughn (The Luckiest (Lucky Moon, #2))
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Le altre non hanno importanza perché non faccio altro che pensare a te. Dal momento in cui apro gli occhi la mattina fino a quando vado a dormire, penso solo a te e non è tutto. Sei anche nei miei sogni. Mio padre una volta mi ha detto che avrei capito chi fosse la mia anima gemella quando non sarei riuscito a togliermela dalla testa. E sai cosa? Aveva ragione. Ti amo, Brooke. Ti amo, cazzo.
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Kimberly Knight (Tattooed Dots (Halo, #1))
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Era completamente diverso con te ed Em, vi teneva sempre in braccio, parlava con voi come foste adulte. Non vado matta per queste cose e gli voglio bene tuttora, ma quando mi abbraccia è diverso da quando lo fa papà. Il mio vero papà è un disastro, ma ogni suo abbraccio mi fa sentire come se non volesse mai lasciarmi andare. Con David sembra sempre che stia domandandosi quando è il momento di lasciarmi andare.
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Philip Beard (Dear Zoe)
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Quello che faccio io non si può quasi più chiamare viaggiare, non si scopre più niente, si digita, controlla, smentisce e conferma, immagini e idee vengono confrontate con la "realtà", ciò che in ultima istanza vado a fare è vedere se il Giappone esiste davvero, come se uno spettatore al cinema potesse entrare nello schermo e sedersi a tavola con i protagonisti.
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Cees Nooteboom (Cerchi infiniti. Viaggi in Giappone)
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Non puoi decidere” gli disse lei. “Tu non puoi decidere dove vado o quando ci vado.”
“Lo so.” Jace aveva la voce rotta. “Ho sempre saputo che sei così. E non so perchè mi sono innamorato proprio di una persona ancora più testarda di me.
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Cassandra Clare (City of Fallen Angels (The Mortal Instruments, #4))
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Aspetta qua, - disse il Bandi al D’Andrea. - Vado a prevenirla. Se s’ostina ancora, entrerai per forza. Miopi tutti e due, parlavano vicinissimi, in piedi, l’uno di fronte all’altro. Parevano fratelli, della stessa età, della stessa corporatura: alti, magri, rigidi, di quella rigidezza angustiosa di chi fa tutto a puntino, con meticolosità. Ed era raro il caso che, parlando così tra loro, l’uno non aggiustasse all’altro col dito il sellino delle lenti sul naso, o il nodo della cravatta sotto il mento, oppure, non trovando nulla da aggiustare, non toccasse all’altro i bottoni della giacca. Parlavano, del resto, pochissimo. E la tristezza taciturna della loro indole si mostrava chiaramente nello squallore dei volti. Cresciuti insieme, avevano studiato ajutandosi a vicenda fino all’Università, dove poi l’uno s’era laureato in legge, l’altro in medicina. Divisi ora, durante il giorno, dalle diverse professioni, sul tramonto facevano ancora insieme quotidianamente la loro passeggiata lungo il viale all’uscita del paese. Si conoscevano così a fondo, che bastava un lieve cenno, uno sguardo, una parola, perché l’uno comprendesse subito il pensiero dell’altro. Dimodoché quella loro passeggiata principiava ogni volta con un breve scambio di frasi e seguitavano poi in silenzio, come se l’uno avesse dato all’altro da ruminare per un pezzo. E andavano a testa bassa, come due cavalli stanchi; entrambi con le mani dietro la schiena. A nessuno dei due veniva mai la tentazione di volgere un po’ il capo verso la
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Luigi Pirandello (Novelle per un anno)
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Al igual que sucede con la corrección de estilo, es imposible alcanzar la perfección de un texto aunque haya sido corregido por un/a profesional. De lo que se trata es de conseguir que el número de errores sea mínimo.
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Alberto del Vado (Corrección ortotipográfica: Los errores más frecuentes de los autores independientes (Yo me publico nº 3))
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Niente è giusto. Al massimo si può sperare che sia logico."
"E' questo che succede diventando grandi? Si smette di credere nelle cose, come lei?"
"No. Via via che si invecchia, la maggior parte della gente continua a credere a sciocchezze generalmente sempre più grandi. Io vado controcorrente perchè mi piace girarmi i pollici.
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Carlos Ruiz Zafón (The Angel's Game (The Cemetery of Forgotten Books, #2))
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«Io ti credo quando dici che mi proteggerai dai lupi del tuo branco. Saprai proteggermi anche da te stesso?»
Rimango pietrificato a guardarla senza sapere bene che cosa risponderle, perché ha assolutamente ragione. Posso proteggerla da tutti i lupi del mio branco, posso proteggerla da tutti i pericoli che ci sono fuori da questo castello. Ma proteggerla da me stesso sarà un’impresa molto difficile da attuare, perché mi attira in modo incontrollabile. Sto facendo uno sforzo tremendo per non avere un contatto con lei, a rimanere al mio posto. Non so per quanto riuscirò a farlo, anche se vado a sfogare il bisogno del mio corpo sulle mie lupe. Senza aggiungere nient'altro ci dirigiamo di nuovo dentro al castello. Nessuno dei due parla più. Per stasera ci siamo già detti abbastanza. Faith Grayson ha capito ogni cosa.
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Barbara Pedrollo (Il bacio del lupo (Italian Edition))
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Tu conosci le streghe, Mai?"
"Le streghe? Intendi quelle che si vestono di nero, volano sulle scope e usano la magia?"
"Sì. Be'. anche se suppongo che in realtà quasi nessuna volasse su una scopa."
"Eh? Le streghe sono esistite davvero? Non sono solo un'invenzione della televisione, dei manga e delle fiabe?"
"Be', forse erano un po' diverse dalle streghe che pensi tu, ma sono esistite davvero!"
[...]
"In che modo erano diverse? Eh, nonna?"
"Vediamo... Quando non ti senti bene, tu cosa fai?"
"Vado in ospedale!"
"E se vuoi sapere che tempo farà domani?"
"Ascolto le previsioni del tempo".
"Bene. Però, tanto tempo fa, quando non c'erano gli ospedali, né il servizio meteorologico, né la televisione, né la radio, né i giornali, prima ancora del cristianesimo, come pensi che facessero?"
"Il cristianesimo? Quindi dici prima della nascita di Cristo?"
"Sì. Anche a quei tempi c'erano tante persone. Anche se non tante quante oggi, naturalmente. Allora la gente viveva affidandosi alla saggezza e alle conoscenze tramandate dalle generazioni precedenti. Per esempio le nozioni riguardo le piante medicinali o i trucchi per convivere con una natura ostile. La capacità di evitare i problemi prevedibili o di superarli. Gli antichi erano molto più esperti degli uomini moderni. E tra loro c'era chi possedeva queste conoscenze in misura superiore agli altri. La gente andava da queste persone come un paziente va a chiedere aiuto a un medico, come i fedeli si raccolgono intorno a un religioso, come gli studenti vanno a lezione da un maestro. In breve tempo, ciò che queste persone speciali possedevano cominciò a venire naturalmente trasmesso da madre in figlia, da figlia a nipote. Non solo la saggezza e le conoscenze, ma anche alcuni poteri particolari".
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Kaho Nashiki (西の魔女が死んだ [Nishi no majo ga shinda])
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Sono romantico, Bernie. Odo voci gridare nella notte e vado a vedere che cosa succede. In questo modo non si guadagna un centesimo. Voi invece avete buon senso; chiudete le finestre e aumentate il volume del televisore. Oppure, se state guidando, premete l'acceleratore e vi allontanate il più rapidamente possibile. State alla larga dai guai altrui. Il meglio che possa capitare è uno smacco. L'ultima volta che vidi Terry Lennox bevemmo insieme una tazza di caffè che preparai io stesso in questa casa e fumammo una sigaretta. E così, quando seppi che era morto, andai in cucina, e preparai il caffè e riempii una tazza per lui e accesi per lui una sigaretta, e quando il caffè si fu raffreddato e la sigaretta fu consumata, gli augurai la buonanotte. In questo modo non si guadagna un centesimo. Voi non lo fareste. Ecco perché siete un abile poliziotto e io sono un investigatore privato.
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Raymond Chandler (The Long Goodbye (Philip Marlowe, #6))
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Dopo aver trascorso un anno a Roma torno per un mese in America. Lì, subito, sento la mancanza dell'italiano. Non poterlo parlare e ascoltare ogni giorno mi angoscia. Quando vado nei ristoranti, nei negozi, in spiaggia, m'infastidisco: come mai la gente non parla italiano? Provo un sentimento di nostalgia struggente.
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Jhumpa Lahiri
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«Quindi? Qual è la differenza? Sonny, Zeb, Cam… ti ho visto pomiciare con tutti loro. Perché per me è diverso? Si tratta di me? Sì, deve essere così. Tu puoi baciare i tuoi amici quanto ti pare, ma io sono solo una puttana, giusto? Un bel culo che puoi martellare durante una scena.»
La scelta di parole dell’altro colpì nel segno. Le sue convinzioni crollarono e per Kai fu come ricevere un pugno nello stomaco. «Non sei un bel culo.»
«Davvero? Allora non trattarmi come se lo fossi, cazzo, o come se fossi una puttana. Se pensi davvero che bacio chiunque come bacio te, allora non mi conosci
affatto.»
«Ma non sei nemmeno gay.»
«Non ho mai detto di esserlo.»
Lo stomaco di Kai si ribaltò. «Balli in un locale gay. Sei un pornoattore gay. Come fai a non essere gay, cazzo?»
«Perché devo esserlo per forza?» Matthew lanciò le mani per aria. «Sai cosa? Non devo spiegare nulla. Sono stanco e tu sei uno stronzo. Vado a casa, Kai. Ti auguro una buona vita.»
Matthew iniziò a voltargli le spalle. Kai gliene afferrò una. «Te ne stai andando? Sì, è davvero un comportamento molto maturo.»
«Maturo? Mi stai prendendo in giro?» Matthew si scrollò dalla sua presa e lo spinse forte. «Ho baciato la mia migliore amica per salutarla. Sì, quando ero un ragazzino ho fatto lo stupido con lei, ma sono cresciuto. Forse è ora che lo faccia anche tu, idiota.»
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Garrett Leigh (Bold (Blue Boy, #3))
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«Sei triste.»
«No, sono solo…» mi blocco, mordendomi la guancia. Ha ragione, però. Lo sono. «Delusa e triste.»
«Non mi piace.»
«Non ti piace?» ripeto, stupidamente.
«No, per nulla.» Mi passa un braccio intorno alla vita, prima di attirarmi a sé. «Ma possiamo rimediare.»
«Rimediare?» Sì, è definitivo. Sono diventata un pappagallo.
«Esatto.» Mi bacia la fronte e alza il volume della radio con la sua mano libera, prima di afferrare la mia. Fa un piccolo giro su sé stesso, portandomi con sé.
«Che diavolo stai facendo?» domando divertita.
«Non è chiaro?»
«Non avrei chiesto, altrimenti.»
«Stiamo ballando» risponde, prima di fare un altro movimento.
«Lo stiamo facendo?» Rido, quando mi fa girare su me stessa e vado quasi addosso al mobile della cucina.
«Ecco» mormora, prima di baciarmi sul naso. «Quello è proprio ciò che volevo vedere.»
«Cosa?»
«Il tuo sorriso.»
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Cecilia Claudi (Attraverso le fessure Vol. 1 (Attraverso le fessure #1))
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«È che…» Non trovava le parole per esprimere quello che gli si agitava nel petto. «Non voglio rimanere solo di nuovo.»
La mano dell’Alpha si posò bollente sulla sua nuca, tirandolo piano in avanti. Si fece sempre più vicino, finché Jordan non chiuse gli occhi e le loro bocche si incontrarono.
Aaron aveva le labbra secche, screpolate, e quando approfondirono il bacio, stringendosi un po’ di più, sentì il sapore metallico del sangue sulla lingua.
Quando si separarono, il cuore di Jordan batteva all’impazzata per un motivo ben diverso dalla paura.
«Non vado da nessuna parte.»
Jordan non rispose, unendo di nuovo le loro labbra. Si staccò velocemente, iniziando a tempestarlo di piccoli baci, simili a quelli che gli avrebbe regalato in forma di lupo
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Sonja Kjell (Soli contro il mondo (The Pack Vol. 1))
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La mappa dice che vado verso il Nord tra due regioni storiche, la Carelia e la Botnia. Due mondi diversi, parrebbe, ma a destra e sinistra vedo gli stessi laghi e gli stessi nevai
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Paolo Rumiz (The Fault Line: Traveling the Other Europe, From Finland to Ukraine)
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Ma quando vado a vedere un film di guerra, tutto mi sembra un po' falso. Lo stesso quando leggo un libro. O piuttosto, se non proprio falso non del tutto vero, non precisamente come andavano in realtà le cose.
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Svetlana Alexievich
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Gli uomini, però, mi cercano e la vita mi trascina via e io sono così indifferente a me stessa che vado avanti.
Cerco di scoprire dove sta il fondo della vita. Di che colore è. A cosa somiglia il punto di non ritorno che mi dirà finalmente chi sono.
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Ananda Devi (Eve out of Her Ruins)
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Quando cominciano a pregare me ne vado. Per che cosa abbiamo pregato, in questi anni? Per che cosa ci siamo inginocchiati, per che cosa ci siamo confessati, per che cosa abbiamo digiunato? Per che cosa abbiamo pregato, in questi anni? Proprio perché non accadesse questo. Abbiamo pregato affinché la Madonna ci risparmiasse dal vivere un momento simile. E allora, a che serve pregare ancora?
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Gian Marco Griffi (Ferrovie del Messico)