Umid Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Umid. Here they are! All 10 of them:

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«Ora non riguarda più solo me e te.» Mi preme le labbra umide sulla guancia. «Ora voglio far soffrire anche lei.»
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Chiara Cilli (Radioactive Storm (The MSA Trilogy, #2))
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Ged issò la vela. Tutto aveva l'aria di essere stato usato a lungo, faticosamente, sebbene la vela rossocupa fosse rattoppata con grande cura e la barca fosse pulita e ben tenuta. erano come il loro padrone: erano andate lontano, e la vita non le aveva trattate con dolcezza. — Ora — disse Ged, — ora siamo partiti, ora siamo liberi, siamo andati, Tenar. Lo senti anche tu? Lei lo sentiva. Una mano tenebrosa aveva allentato la stretta che aveva serrato il suo cuore per tutta la vita. Ma non provava più gioia, come l'aveva provata invece tra le montagne. Abbassò la testa tra le braccia e pianse, e le sue guance erano umide e salmastre. Piangeva per lo spreco dei suoi anni, asserviti a un male inutile. Piangeva di dolore, perché era libera. Aveva incominciato ad apprendere il peso della libertà. La libertà è un fardello oneroso, un grande e strano fardello per lo spirito che se l'addossa. Non è agevole. Non è un dono ma una scelta, e la scelta può essere dura. La strada sale, verso la luce: ma il viandante oberato può anche non raggiungerla mai.
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Ursula K. Le Guin (The Tombs of Atuan (Earthsea Cycle, #2))
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Le beghine nerovestite, che passavano piĂą tempo nell'incensata chiesa che nelle loro umide case, giurarono e spergiurarono di non essere state loro a profanare e a diffondere il segreto del confessionale, quanto i golosi tarli del legno che infestano da tempo la mobilia della chiesa.
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Stefania Conte (La gatta che giocava con le farfalle)
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Oh, se c'è una cosa che impari alla scuola di cucina" rispose lei con un'alzata di spalle, "è che le croste bruciate e le basi troppo umide capitano anche ai migliori. Rimboccati le maniche e fai un altro dolce, dico io. Non ha senso lamentarsi di qualcosa a cui non c'è rimedio!
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J.K. Rowling (The Ickabog)
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Calano su di noi alcuni attimi di silenzio che mi ingoiano, la sua frase mi mangia, la sento azzannarmi, devo reagire e porre distanza. La mia vita non è la sua, la mia vita è mia, la mia vita mi compete, la costruisco io e io la distruggo, allora reagisco, come burattino inghiottito dalla balena insieme al plancton io salto e scalcio per uscire e tornare nel mare, affiorare, navigare a vista, non sarò pasto di questa asserzione, non cadrò nella sua gola di fonemi e parole. La guardo furibonda e mi alzo dalla sedia come se m’avessero punta tra le cosce, il pizzicore sale e s’infila nelle mutande, stringo i glutei e cerco di cacciarlo via, ma quel fastidio è già dentro, imbastisce un nido di vespe: la nostra vita, la nostra condizione, il nostro tetto, le nostre stoviglie, il nostro futuro, il nostro investimento, la nostra spesa per il pranzo, il nostro denaro che non c’è. La mia vita non è la tua, urlo con la voce alta, urlo dalle mie fondamenta, dalla piccola me, dalle viscere umide e sento la nostra terra aprirsi, gli alberi cadere – smottamenti e tonfi – ho la faccia calda, i capelli elettrici, le gambe prudono e c’è una creatura dentro di me, furente, ignobile, che non ne può più delle misure di contenimento.
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Giulia Caminito (L'acqua del lago non è mai dolce)
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E la casa aveva anche un odore particolare, un misto della sabbia cotta dal sole che la circondava, dell'argilla rossa dell'argine, del Perdido che scorreva oltre il terrapieno, dell'umiditĂ  trattenuta dalle mura spesse e dalle stanze grandi e buie, dei cibi preparati da Zaddie in cucina, e di qualcosa che era arrivato quand'era vuota e non se n'era mai andato. Persino nei mesi di siccitĂ , quando i raccolti avvizzivano nei campi e gli alberi delle foreste erano cosĂ­ secchi che bastava un fulmine per ridurre in cenere ettari di bosco in cinque minuti, la casa conservava quella nota di acqua di fiume, tanto che le tappezzerie sembravano umide al tatto, le buste nuove si incollavano da sole e l'impasto delle crostate lievitava male. Era come se l'intera casa fosse avviluppata in una foschia invisibile salita dal Perdido.
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Michael McDowell (Blackwater, Vol. 1: The Flood / The Levee / The House (Blackwater, #1–3))
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Scott gli prese il viso fra le mani, con la cura che nemmeno sua madre era in grado di esercitare, e lo baciò con lo stesso ardore della prima volta. Chiuse gli occhi per abitudine, ma avrebbe voluto tenerli aperti e osservare ogni più piccolo dettaglio di quel ragazzo meraviglioso e sfortunato che l’universo aveva portato fino al bosco dietro casa sua. Avrebbe voluto cancellare con i suoi baci tutti gli anni di dolore e sottomissione, tutte le false convinzioni, tutto l’amore opportunista di una madre indegna.Quando si staccò da lui e sentì le guance umide, non riuscì a capire a chi appartenessero quelle lacrime.«Dobbiamo andare,» li interruppe lo Sceriffo. Scott si voltò con rabbia, pronto a sfogare delusione e frustrazione su quell’uomo che lo odiava da sempre per ciò che era, ma ciò che vide sciolse il suo livore in un attimo. Thompson non era contrariato, e nemmeno disgustato. Li guardava con un’espressione che ricordava la stessa rassegnazione con cui Lucas stava affrontando il ricongiungimento con sua madre. Era come se non fosse più convinto di essere dalla parte del giusto, ma non avesse altra scelta che portare avanti la missione. Fino all’ultimo al servizio della legge. Dove fosse finito l’agente omofobo che rideva con i suoi quando era fuori servizio al bar, Scott non ne aveva idea. Lucas si vestì in pochi minuti, dopo che Scott lo convinse che non avrebbe sentito la mancanza di quei pochi abiti che sarebbe stato costretto a portarsi via. Scott lo accompagnò all’ingresso quando fu pronto. Gli afferrò un polso prima che potesse uscire
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Enys L.Z. (Villerouge)
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Al sorgere del sole le ombre umide della notte si ritiravano dal le falde deserte, lasciandovi pennellate azzurre; le messi ristorate frusciavano e gli uccelli vi svolazzavano in cerca di cibo. Il cielo acquisiva profondità e diventava blu intenso. Poi sbiancava, incandescente. Il sole a picco dominava e folgorava ogni cosa, inesorabile. Gli uccelli, stanchi e accecati dalla luce sfavillante, si rifugiavano dietro le pietre; erbe e piante ai bordi dei sentieri tratteneva no i profumi e abbassavano le foglie arse. Le ombre assetate della sera - lunghe, nette, rosse - risvegliavano insetti, uccelli e odori campestri. Il sole tramontava dietro le colline in una fantasmagorìa di rosso, giallo, amaranto, violetto. Poi la calma.
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Simonetta Agnello Hornby (La zia marchesa)
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Da una parte il cielo era tutto schiarito, e vi brillavano certe stellucce umide, sperdute nella sua grandezza, come in una sconfinata parete di metallo, da dove, sulla terra, venisse a cadere qualche misero soffio di vento.
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Pier Paolo Pasolini (The Ragazzi)
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Nick tremò per l’orgasmo, sussultando a ogni impulso di piacere che percorreva la lunghezza del suo uccello. Con una lunga carezza, passò le braccia attorno alla vita di Luka per abbracciarlo stretto. Non poteva lasciarlo andare. Non aveva mai voluto lasciarlo andare. Luka stava ansimando, il viso nascosto contro il suo collo, la pelle resa scivolosa dal sudore. Gli ci volle qualche minuto per rendersi conto che le sue spalle stavano tremando e che il punto in cui aveva appoggiato la testa era umido. Nick alzò la mano per toccargli i capelli. I loro corpi erano ancora uniti, per cui riusciva a sentire i leggeri tremiti che percorrevano i suoi muscoli. «Luka?» Lui scosse solo la testa. Insicuro su cosa dire, o se sarebbe stato meglio non parlare proprio, Nick attese tormentato. Ogni suono che faceva era come una pugnalata allo stomaco, perché sapeva che la colpa era tutta sua. «Shh. Luka… scusa. Mi dispiace davvero tanto.» Gli fece scorre le mani su e giù lungo la schiena, carezzandolo dolcemente finché, finalmente, i tremiti si attenuarono. Poi Luka si tirò indietro per incontrare il suo sguardo. Aveva il viso arrossato e le guance umide, però le lacrime erano cessate. Quello, tuttavia, non lo fece sentire meno stronzo. «Se ti azzardi a farlo di nuovo, io e te abbiamo chiuso.» Gli tremava leggermente la voce. «Questa è la tua ultima opportunità, Nicky. Non rovinare tutto.» Nick annuì e si protese per baciare Luka con dolcezza, avvertendo il gusto salato del sudore e delle lacrime. «Non succederà. Ti giuro su Dio che non succederà.»
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Piper Vaughn (The Luckiest (Lucky Moon, #2))