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Boccaccio definirà la Commedia «un pavone dai piedi sozzi di fango»; Dante sembra rispondergli in anticipo: col fango, dal fango vuole il suo risarcimento. Quel fango che tanto gli somiglia, che somiglia a ciò in cui si è trasformata la sua vita: un inferno, una tragedia, quella attraverso cui è costretto a passare ogni uomo sveglio. Tornare rinnegando la Commedia non avrebbe alcun senso. Ora non c’è più alcuna separazione tra lui e la Commedia, lui sta dentro alla Commedia, e chi rigetta la Commedia, in verità, rigetta lui.
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