Punti Di Vista Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Punti Di Vista. Here they are! All 26 of them:

Hai imparato che quello che vedi tu non sempre è quello che accade, che al mondo ci sono diversi punti di vista, prospettive.
Elisa Erriu (Era del sole)
A dire il vero, sotto molti punti di vista poteva essere scambiata per una inglese autentica, costituiva un fulgido esempio del fatto che noi in realtà abbiamo tutto in comune con gli americani, fuorché naturalmente il linguaggio.
Oscar Wilde (The Canterville Ghost)
L’eroe necessita di un avversario. Due persone, due punti di vista. Ma per ciascun punto di vista, l’altro non è un eroe, bensì un nemico da abbattere. Quindi non esiste un eroe, perché nessuno è universalmente riconosciuto come tale !
Kane Banway (L'osteria e altre storie)
Una volta che si dice una bugia al mondo, bisogna continuare a mentire in eterno. Diventa necessario per far quadrare i conti. Non è affatto una cosa semplice, sia dal punti di vista psicologico che dal punto di vista pratico. Se qualcuno commettesse anche un solo errore, potrebbe essere fatale per tutti. Non lo pensa anche lei?
Haruki Murakami (1Q84 #1-2 (1Q84, #1-2))
Come ad Ilsa e Rick sarebbe rimasta sempre Parigi, a lui sarebbe rimasto sempre il cinema. Ma con chi avrebbe ammirato i capolavori del grande schermo e con chi si sarebbe goduto i film del piccolo schermo? Con chi si sarebbe consultato subito dopo la visione per confrontare le interpretazioni e scoprire punti di vista sempre nuovi?
Rossella Di Gioia (Ci sono un ebreo, un nero e un gay)
Che possano essere tuoi compagni di vita... ti aiuteranno a capire, ad avere mille punti di vista, a scoprire mondi mai visti o mai esistiti. Ti aiuteranno a conoscere vite diverse, alcune delle quali nemmeno avresti mai immaginato... ti aiuteranno a crescere, piangere e Che passano essere sorridere... Che possano essere tuoi compagni... i libri.
Valentina Macchiarulo (Leggera come lei)
Il crimine non era l’unica opzione per Vision. Esistevano altre possibilità da prendere in esame. Si sarebbe potuto rivolgere ad amici e famiglia. Ma era stanco, si sentiva abbandonato e [Jeffrey] Normington era convincente. Un’altra svolta, un altro errore. Max Vision, un bravo ragazzo sotto tutti i punti di vista, si ritrovò di nuovo in fondo al baratro. Al suo posto emerse Iceman, un cattivo ragazzo sotto tutti punti di vista, anche se con un alter ego, Vision, che aveva precedenti come collaboratore dei federali.
Misha Glenny (DarkMarket: Cyberthieves, Cybercops and You)
Dichiaro solennemente di non saperne nulla, ma dico che la vista delle stelle, mi fa sognare tanto semplicemente quanto quei punti neri che nelle carte geografiche rappresentano città e villaggi. E mi dico: perché i punti luminosi del firmamento dovrebbero esserci meno accessibili che i punti neri della carta di Francia?
Vincent van Gogh (Dear Theo)
La signora piacevole da tutti i punti di vista rispose chiaro e tondo che non lo sapeva. Non era capace di mentire: supporre qualcosa è un altro paio di maniche, e anche questo lo faceva soltanto se la supposizione era fondata su una convinzione interiore; se sentiva questa convinzione interiore, allora era capace di difendere il proprio punto di vista, e se un avvocato-testa d’uovo, rinomato per la capacità di confutare le opinioni altrui, avesse provato a rivaleggiare con lei, avrebbe visto cosa significa una convinzione interiore. E nel fatto che le due signore si convinsero definitivamente di ciò che prima supponevano fosse solo una supposizione, in questo non c’è niente di straordinario. Noialtri, fratelli, gente intelligente, come ci chiamiamo, ci comportiamo press’a poco nello stesso modo, e prova ne siano le convinzioni scientifiche. All’inizio lo scienziato vi si avvicina con una straordinaria vigliaccheria, comincia timidamente, con modestia, comincia con le questioni più umili: Forse l’origine è quella? Forse è da questo angolo che ha preso il nome il tal paese? O: Il tale documento non dipende forse da quell’altro, successivo nel tempo? O: Non bisogna, per il tale popolo, supporre il tale popolo? Cita senza indugio il tale e il talaltro scrittori antichi, e non appena trova qualche allusione, o quel che a lui semplicemente è sembrata un’allusione, ecco che accelera e si fa coraggio, dialoga confidenzialmente con gli scrittori antichi, fa loro delle domande e risponde lui stesso, dimenticando del tutto il fatto che aveva cominciato da una timida supposizione; già gli sembra che il fatto si veda, che sia un fatto chiaro, e il ragionamento si conclude con le parole: “Ecco allora quel che è successo, ecco il popolo che bisogna supporre, ecco il punto dal quale bisogna guardare la questione”. E poi a squarciagola, dalla cattedra, e la verità appena scoperta si mette a andare per il mondo, raccogliendo seguaci e ammiratori.
Nikolai Gogol (Dead Souls)
Un vento gelido spazza il ballatoio che corre esternamente allo spazio-porto. Ne copre l’intera circonferenza e da lì, al riparo di un’immensa bolla di vetro, si può osservare la Terra. Fa un certo effetto a stare là fuori: l’impressione è quella di camminare nell’infinito, circondati da milioni di punti luminosi conficcati su uno sfondo scuro del quale non è possibile scorgere i limiti. Come un’isola in mezzo a quel silenzioso paesaggio astrale, il pianeta di Roland spicca inconfondibile, variegato di verde e blu, avvolto in un’aura che alla vista appare impalpabile e quasi malinconica.
Monica Serra (Sangue alieno)
«Sei Jude St Francis. Sei il mio amico più caro, l’amico di una vita intera. Sei il figlio di Harold Stein e di Julia Altman. Sei l’amico di Malcolm Irvine, di Jean-Baptiste Marion, di Richard Goldfarb, di Andy Contractor […]. Sei un ottimo nuotatore. Sai cucinare. Adori leggere. Hai una voce bellissima, anche se non canti più. Sei un pianista eccellente. Collezioni opere d’arte. Mi scrivi messaggi bellissimi, quando sono fuori per lavoro. Sei paziente. Sei generoso. Sei il miglior ascoltatore che io conosca. Sei la persona più intelligente che io conosca, e la più coraggiosa, da tutti i punti di vista. Sei un avvocato. Dirigi l’ufficio contenzioso allo studio legale Rosen, Pritchard e Klein. Ami il tuo lavoro, e non ti risparmi di certo. […] Sei stato trattato in un modo orribile. Ma ne sei uscito, e sei sempre rimasto te stesso». Willem continua, all’infinito, finché la sua cantilena non riconduce Jude dentro se stesso: durante la giornata successiva – e a volte anche molti giorni dopo – gli tornano in mente frammenti di ciò che Willem ha detto, e se li tiene stretti, grato per le parole che ha usato e anche per quelle che ha evitato di usare, e per i tanti modi in cui non lo ha voluto definire. Ma di notte è troppo terrorizzato e sperduto per poter fare affidamento su quei ricordi. La sensazione di panico che prova è troppo reale e travolgente. «E tu, chi sei?» chiede a quell’uomo che lo tiene stretto descrivendogli una persona che Jude non è in grado di riconoscere, una persona che sembra abbia tutto e sia invidiata e amata dal mondo intero. «Chi sei, tu?». Ma l’uomo ha una risposta pronta anche per questa domanda. «Sono Willem Ragnarsson» dice. «E non ti lascerò andare, mai».
Hanya Yanagihara (A Little Life)
Si tratta di pensare in maniera diversa l'esistenza concreta della specie. Non che il tempo passa e noi invecchiamo: noi siamo protagonisti del nostro tempo e costruiamo la nostra vita, giorno per giorno, settimana per settimana, mese per mese, anno per anno, idea per idea, sentimento per sentimento, apprendimento per apprendimento, riflessione per riflessione, espressione per espressione. Allora abbiamo una visione più chiara: quando parliamo di interrelazione universale (lo ha detto anche Engels cercando di realizzare Hegel) non ci riferiamo a una interrelazione universale fatidica e fatale, tutta negativa, che quindi potrà realizzarsi solo attraverso bagni di sangue. Di vittoria in vittoria nascerà una nuova sconfitta, o di sconfitta in sconfitta cerchiamo la vittoria? Questo è il punto, il punto di partenza. Ecco perché non partiamo dal conflitto, non partiamo dalla negazione e non partiamo dalla negazione della negazione. Può sembrare una sfida eccessiva all'obbrobrio, all'oppressione, alla devastazione del sistema, ma è obbligatorio domandarsi: tutti coloro che sono partiti dal conflitto e lo hanno assolutizzato dove sono arrivati, a che conclusioni sono giunti, che strade ci hanno fornito, che chance ci hanno dato? Ci hanno insegnato molto, ma che obiettivo ci propongono? È possibile vincere continuando a partire dal conflitto? E il conflitto non è forse il terreno a cui l'avversario vuole costringerci, non è forse quello che dobbiamo rifiutare, che dobbiamo cercare di superare da tutti i punti di vista? Per esempio: il conflitto di genere c'è, addirittura abbiamo parlato di uno scontro necessario con il marxismo. Tuttavia questo è il punto di partenza o una conseguenza? Il vero punto di partenza è cercare di ricostruire a un livello più alto, nella logica dell'autosuperamento - che contiene profondamente opposizione, contrarietà, contrapposizione, conflitto, ma tende già a superarli -, l'unità della specie, la sua possibilità di sviluppo a un livello superiore. Su questo si gioca tutto. Cominciamo da un sì o cominciamo sui no? E dove andiamo a finire? Da che punto di vista partiamo e dove arriviamo, dove vogliamo arrivare? Questo è un problema filosoficamente molto profondo. Purtroppo Hegel ha fornito le ragioni maggiori di questa dialettica della negatività che dobbiamo cercare di superare d'entrata. Non è soltanto un desiderio (e se già lo fosse sarebbe una cosa molto grande), ha a che fare con tutto il modo in cui pensiamo alla nostra impresa, alla nostra causa, alla nostra vita.
Dario Renzi (Per una logica affermativa della specie. Corso introduttivo alla logica)
Nessuno era in grado di sfuggire al suo dono. O alla sua maledizione, dipendeva dai punti di vista. Sapere quando le persone mentivano non era una bella cosa, soprattutto quando si trattava di amanti o amici.
Anna Grieco e Fiorella Rigoni
Le esplosioni sono anche compressioni del tempo. I mutamenti osservabili nell’universo naturale sono tutti esplosivi, entro certi limiti e sotto certi punti di vista; altrimenti non li notereste. Un mutamento continuo e uniforme, se sufficientemente rallentato, non verrebbe notato da osservatori il cui arco di osservazione, nel tempo, è troppo breve. Perciò, io vi dico che ho visto mutamenti che voi non avreste mai notato.
Frank Herbert (Gli eretici di Dune (Il Ciclo di Dune, #5))
Lo scrittore deve saper raccontare la storia da vari punti di vista, sarà il lettore a decidere a quale aderire.
Sibyl von der Schulenburg (La porta dei morti)
Una grande opera d’arte (così come un grande avvenimento) vive attraverso un’infinita varietà di punti di vista e a diversi e mutevoli livelli di comprensione: nel tempo, nello spazio, da un individuo ad un altro, nel mutare delle condizioni in cui lo stesso individuo vi si accosta. E può vivere anche, per così dire, nell’aria, senza che direttamente la si conosca.
Leonardo Sciascia (Ore di Spagna)
Non bisogna decidere in fretta: quando si prendono decisioni che coinvolgono interessi rilevanti, bisogna pensare lentamente. Bisogna verificare le informazioni; cioè non dare nulla per scontato. Dare per scontate cose che non lo sono produce ragionamenti fallaci – cioè scorretti – per falsità delle premesse. Quando non si hanno gli strumenti sufficienti per valutare una specifica situazione bisogna consultare esperti disinteressati. Bisogna osservare la situazione prendendo in esame i punti di vista di tutte le parti coinvolte. Se diamo ragione a qualcuno, a qualcun altro dovremo dare torto. Occorre dunque essere consapevoli del fatto che anche la migliore deliberazione verrà percepita in buona fede da qualcuno come ingiusta. Bisogna considerare gli esiti possibili di una decisione soppesandone accuratamente i pro e i contro. Ciò vale soprattutto per le misure cautelari, che consistono sostanzialmente in un giudizio prognostico. L’articolo 274 lettera c del codice di rito attribuisce il potere di limitare la libertà personale sulla base di una prognosi, di un giudizio di tipo predittivo. Si arresta un indagato per gravi reati qualora si preveda che, se lasciato libero, commetterà ulteriori gravi reati. Inutile dire che si tratta di una norma necessaria, serve a evitare che soggetti pericolosi rimangano in libertà durante lo svolgimento del processo. Ma in questo caso, come in altri, dobbiamo ricordarci che l’uomo è un animale non molto bravo a fare previsioni. [...] Ci sono situazioni in cui formulare delle previsioni è inevitabile. La consapevolezza di quale materiale scivoloso esse siano deve però indurci alla cautela (qualunque mestiere facciamo, perché in ogni mestiere prendiamo decisioni e scommettiamo, spesso inconsapevolmente, sul loro esito), per contrastare cosí il nemico numero uno delle buone deliberazioni: le fallacie, errori nella formulazione di un ragionamento che rendono le argomentazioni non valide o non corrette. Spiegai che le fallacie impediscono a una discussione – sia pubblica sia privata – di progredire logicamente e che, di fatto, rendono inutili gli scambi di opinioni e invalide o scorrette le decisioni. Ne parlai piuttosto a lungo, e a un certo punto mi resi conto che dovevo stringere per mantenermi nei tempi. [...] In questa sede desidero prendere spunto dalla constatazione che spesso i nostri discorsi sono inficiati da errori procedurali del ragionamento sui fatti. Sono procedure scorrette in senso stretto quelle caratterizzate da violazioni delle norme sui termini, sulle decadenze, sulle motivazioni. Ma sono procedure scorrette (per violazione delle regole sui discorsi validi) anche quelle che portano ad argomentazioni fallaci, ne sia o meno consapevole l’autore. La funzione dell’avvocato è garantire che nessuno venga condannato in base a procedure scorrette, e la sintesi di questa funzione è in ciò che potremmo definire «l’atto del domandare dubitando». Porre domande, agli altri ma soprattutto a sé stessi, dubitando delle verità e delle regole all’apparenza consolidate. In ogni ambito – regole e fatti – come un esercizio dei nostri muscoli intellettuali ed etici. Non dando nulla per scontato. [...] Non ho risposte univoche e diffido di chi sostiene di averne. Molte domande che si presentano a chi fa i nostri mestieri – avvocato, pubblico ministero, giudice – non hanno una risposta univoca.
Gianrico Carofiglio (La misura del tempo (Guido Guerrieri #6))
Quando alla fine arriviamo all’auto, Royal mi rivolge un sorriso provocante. «Ti inviterei a casa mia, ma, sfortunatamente, sei riuscito a guadagnare solo ventitré punti.» «Pensavo di averne accumulati solo diciassette.» «Questo è il miglior appuntamento che io abbia mai avuto; vale sei punti.» «Ma davvero?» Mi avvicino, intrappolandolo contro la macchina. Il suo respiro soffia sulle mie labbra, odora di birra e sigarette, il che è molto più attraente di quello che dovrebbe essere. Si passa la lingua sulle labbra, bagnandole, e la mia resistenza è giunta al termine. Gli poso una mano sul retro del collo e lo trascino verso di me senza tante cerimonie. Royal geme contro le mie labbra quando ci tocchiamo. Ogni cellula del mio corpo prende vita mentre le sue labbra si schiudono, inducendomi ad approfondire il bacio. Quando spingo la lingua dentro la sua bocca, la sua è lì ad aspettarmi. Lunghi ed estasianti baci, che aumentano in fretta mentre lo tengo premuto contro il fianco della sua auto, coprendo il suo corpo col mio. La sagoma dura della sua erezione si allinea alla mia e Royal spinge i fianchi verso di me. Con grande sforzo, mi costringo a staccare la bocca dalla sua. Mi godo la vista delle sue labbra gonfie, delle sue pupille dilatate e del respiro affaticato. «Questo dovrà valere almeno due punti.» Royal annuisce e cerca le sue chiavi in tasca. «Casa mia?» «Visto che io non ne ho ancora preso una, sì,» concordo con una risata. «Giusto, scusa. Mi hai strapazzato il cervello»
K.M. Neuhold (Going Commando (Heathens Ink, #2))
«E quanto alla Brexit… Alcuni sono convinti che i cambiamenti radicali offrano anche grandi opportunità.» «Quindi, secondo te, noi due staremmo meglio se ci separassimo?» «Oddio, no. Stavo parlando del Paese.» Attraversano la strada. «Allora quali sarebbero le opportunità offerte dai cambiamenti radicali di cui parli?» chiede Louise. «Be’, non saremo più impantanati in tutta quella burocrazia. Potremo fare affari per conto nostro.» «Okay, adesso mi sono completamente persa. Non mi va di continuare a parlare del Paese. Sto cercando di capire perché, secondo te, una Brexit coniugale dovrebbe costituire una grande opportunità.» Tom alza le spalle. Ha lo sguardo sfuggente. «Con chi dovresti fare affari, tu? Per quanto ne so, non stai frequentando donne italiane o tedesche. E non credo che potresti avere più fortuna con delle cinesi o delle americane. Mi pare tutta una stupidaggine.» Sono arrivati alla porta di Canyon. «Voglio dire che non deve per forza essere la catastrofe di cui parla il Guardian.» Louise si ferma e lo guarda. Lui evita il suo sguardo, poi alza la mano per suonare il campanello. «Tu hai votato a favore della stramaledetta Brexit! Non toccare quel campanello! Ecco perché ti sei registrato per il referendum. Nonostante tutte le discussioni che abbiamo avuto sull’argomento.» «E ci sono volute due palle così, credimi. Perché tutti quelli che conosco continuavano a insistere che sarebbe stato un disastro.» «Ed è per questo che l’hai fatto? Perché tutti quelli che conosci la pensavano in maniera diversa?» «Era parte dell’attrattiva, sì. Però anche per alcuni complicati, ma molto difendibili, punti di vista socio-economici.» «Prova a difenderli.» «Non ho intenzione di difenderli fuori della porta di ‘Canyon’ un attimo prima della seduta.» Louise alza gli occhi al cielo, sentendogli sottolineare «Canyon». «Difendine almeno uno. Uno piccolo.» «Be’, nessuno è piccolo. Credimi, vorrei che lo fossero. Ma sono grandi. Grandi punti di vista. Grandi idee. Ma soprattutto volevo fare incazzare i tuoi amici.» «Ah, ci sei riuscito. Non ti rivolgeranno mai più la parola» dice Louise. «Non è un argomento di conversazione con gli amici. Come ti ho detto, si tratta di una faccenda privata.» «Come fai a fare incazzare i miei amici, se io non glielo dico?» «Li ho fatti incazzare in quel momento. Mentre votavo. Non voglio sbatterglielo in faccia. La nazione deve andare avanti. Guarire.» «Okay, ci vai tu a lavorare in un ospizio, con il minimo salariale, per rimpiazzare tutti quelli dell’Europa dell’Est che abbiamo perso.» «Sono pronto a fare la mia parte. Anche se non sono di grande utilità, quando c’è di mezzo la morte. O le malattie. O qualunque altra cosa abbia a che fare con un gabinetto.»
Nick Hornby (State of the Union: A Marriage in Ten Parts)
Si metteva manciate di terra nelle tasche, e la mangiava a granelli senza essere vista, con un confuso sentimento di felicità e di rabbia, mentre insegnava alle sue amiche i punti più difficili e parlava di altri uomini che non meritavano il sacrificio che si mangiasse per loro i calcinacci dei muri. Le manciate di terra rendevano meno remoto e più reale l'unico uomo che meritava quella degradazione, come se il suolo che egli calpestava coi suoi fini stivaletti di vernice in un altro luogo del mondo trasmettesse a lei il peso e la temperatura del suo sangue in un sapore minerale che lasciava un bruciore aspro in bocca e un sedimento di pace nel cuore.
Gabriel García Márquez (Cem anos de solidão)
Sa, Ministro, sono in disaccordo con Silente sotto molti punti di vista...però non si può negare che abbia stile.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Order of the Phoenix (Harry Potter, #5))
Scattava subito, pregiudizialmente, quali che fossero le persone che le rappresentavano, una irriducibile disparità di punti di vista tra le due istituzioni: l’arma dei carabinieri, il corpo di polizia. Un lungo, storico contenzioso li divideva: e tutti i cittadini che ci cadevano in mezzo finivano col dibattervisi drammaticamente
Leonardo Sciascia (Una storia semplice)
Non si può sopravvivere nella mente di qualcuno, tantomeno nella propria. Prima o poi si svanisce e si va nel nulla. O nell'infinito. Dipende dai punti di vista.
Giulia De Gaetano (AssenzA)
«Secondo la fortunata definizione del comparatista americano Henry H. Remak, «la letteratura comparata è lo studio della letteratura di là dai confini di un paese particolare e lo studio dei rapporti tra letteratura, da una parte, e, dall’altra, altre aree della conoscenza e delle opinioni, come le arti (per es. la pittura, la scultura, l’architettura, la musica), la filosofia, le scienze sociali (per es. la politica, l’economia, la sociologia), le scienze, la religione etc. In breve, è il confronto tra una letteratura e un’altra o altre, e il confronto tra la letteratura e altre sfere dell’espressione umana». Il comparatismo rivolge un’attenzione speciale alla dinamicità delle strutture e degli stili. Considera il testo nella sua instabilità temporale e quindi lo sottopone a continui test di verifica da punti di vista diversi: storico, linguistico, formale, morale, filosofico, estetico, antropologico. Lo vede formarsi, non formato, e lo considera parte di un certa cultura, non monade a sé stante di valori incondivisibili. Dunque, il comparatismo si applica altrettanto bene al singolo che alla coppia di autori (secondo il paradigma della synkrisis ellenistica, ripreso da Plutarco nelle sue Vite parallele) o a un periodo di tempo. È piuttosto un atteggiamento critico che un procedimento pratico. Di qui la varietà delle sue manifestazioni: sono ugualmente comparatisti, almeno oggi, tanto chi studia la formazione dei generi letterari attraverso l’evoluzione delle forme in una o più letterature quanto chi spiega i generi sessuali attraverso i procedimenti linguistici del narratore. In entrambi i casi si tratta di stabilire le tecniche dell’identità e i modi della rappresentazione (o, con il fortunatissimo termine di Aristotele, della mimesi). Il comparatismo è insito nell’esercizio stesso del leggere. Non si dà mai lettore così sprovveduto che non stabilisca di volta in volta, entrando in rapporto con la scrittura di altri, confronti con letture già fatte o anche solo con referenti reali (la sua vita e il suo universo di conoscenze), né scrittore così originale che non convogli nel suo testo suggestioni esterne, derivate dalla sua esperienza del mondo e di opere altrui. Comparare, dunque, pertiene alla natura stessa dell’esperienza letteraria, sia quella dell’autore che quella del fruitore, in quanto atto creativo della memoria. Tanto è vero che certe opere, lette dopo certe altre, assumono sensi e sovrasensi che, lette prima, non assumerebbero. Un atto comparativo, appunto, è la lettura per Virginia Woolf: «“We have only to compare” – with those words […] the true complexity of reading is admitted», «“dobbiamo solo essere comparativi” – con tali parole […] è riconosciuta la vera complessità della lettura» (How Should One Read a Book?, 1926, poi nel volume di saggi The Common Reader, 1932). In letteratura non c’è individuo che, a un’analisi approfondita, non riveli di appartenere contemporaneamente a più ordini di caratteristiche e di tempi e che quindi non si possa prestare a un’indagine comparatistica. Di qui anche la molteplicità dei metodi comparatistici. Al comparatista l’individuo, cioè il singolo testo o il singolo aspetto di un’opera, appare, insomma, non tanto come il punto di una retta quanto come il punto di intersezione di rette virtualmente infinite. Il modello della letteratura comparata non è la linea di una progressione, cioè il modello della storia letteraria e delle letterature nazionali, bensì la zona in cui insiemi diversi si sovrappongono. Tutte le più grandi personalità dell’arte e della letteratura giungono a determinare inconfondibilmente la loro fisionomia attraverso un ravvicinato confronto con l’opera dei contemporanei e dei predecessori e non attraverso l’isolamento e l’obliterazione dei contatti. Per questo alcuni autori sono particolarmente adatti alle indagini comparatistiche, anzi, con la loro complessità culturale, hanno determinato ... >>
Nicola Gardini (Letteratura comparata: Metodi, periodi, generi)
La locuzione "la verità" può essere anagrammata in una ventina di modi diversi. Tre di questi sono particolarmente significativi: relativa, rivelata, evitarla. [...] La verità relativa - nota che l'anagramma funziona anche al plurale: le verità relative - allude all'idea che stiamo cercando di definire: quella cioè che esistono punti di vista diversi, in generale rispettabili se praticati in buona fede, e che ciascuno di essi contiene qualcosa che può aiutarci. La verità, insomma, si dice al plurale e nasce dal confronto rispettoso dei punti di vista.
Gianrico Carofiglio (Con i piedi nel fango: Conversazioni su politica e verità (Italian Edition))
Finora abbiamo parlato dei tre aspetti della vita, l’esistenza temporanea, la non sostanzialità e la Via di mezzo. Questi tre termini, che stanno al cuore della filosofia buddista, sono spesso chiamati nel loro insieme le tre verità. Tuttavia è estremamente importante capire che stiamo parlando di un’unica realtà considerata da tre differenti punti di vista e non di tre realtà separate. La Via di mezzo sostiene ciò che è tangibile (esistenza temporanea) e ciò che è intangibile (non sostanzialità, o kū), ma questo non basta a spiegare interamente la natura della vita. La Via di mezzo appare come esistenza temporanea ed esiste come non sostanzialità. I tre aspetti operano insieme per produrre una singola vita. L’esistenza interdipendente delle tre verità e la loro completa fusione in un’unica realtà sono il principio ultimo del Sutra del Loto, chiamato “unificazione delle tre verità” (en’yū no santai).
Daisaku Ikeda (La vita: Mistero prezioso (Italian Edition))