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«Puoi baciarmi, se vuoi» lo invitò provocante.
Per un attimo parve che il cuore e il respiro di Aeron si fermassero, mentre i suoi occhi si accendevano di una luce infuocata. «Non dovrei. Sei un angelo.»
«Caduto» gli ricordò lei per l’ennesima volta. «L’altro giorno sarei potuta morire. Sarei potuta morire anche oggi e in tal caso sarei morta senza conoscere il tuo sapore. Che peccato, dal momento che è tutto quello che desidero.»
«Non dovrei» ripeté lui. Si chinò in avanti, ma purtroppo si fermò appena prima di sfiorarla.
Olivia cercò di soffocare un grido di frustrazione. «Spiegami perché.»
«Non ho bisogno di distrazioni.» Be’, almeno non si era tirato indietro. «Non ho bisogno di una donna. Non ho bisogno di niente.»
In effetti, nessun uomo pareva così deciso a restare solo. «Be’, io ho bisogno di distrarmi» dichiarò Olivia invece di mettersi a discutere. Gli posò una mano sul collo e lo attirò a sé.
Aeron avrebbe potuto opporre resistenza e fermarla, ma non lo fece e cadde su di lei. Rimasero a guardarsi negli occhi a lungo: il corpo di lui la inchiodava al letto e nessuno dei due sembrava in grado di respirare.
«Aeron» sussurrò Olivia infine.
«Sì?»
«Non so cosa fare» ammise lei.
«Io sì» rispose lui di slancio. Poi le coprì la bocca con la propria.
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