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La prima volta che ti ho mostrato la biblioteca, tu mi hai detto che il tuo libro preferito era II vasto, vasto mondo. Pensavo che magari ti avrebbe fatto piacere sapere che l'ho letto.’’
'‘E l'hai trovato di tuo gradimento?’’
‘‘Per niente. Penso che sia melenso e sentimentale.''
‘‘Bene, tutti i gusti sono gusti’’ replicò Tessa amabilmente, sapendo che lui stava cercando di stuzzicarla. ‘‘Il piacere dell'uno è il veleno dell'altro, non trovi?’’ Era la sua immaginazione, o sembrava deluso?
‘‘Hai qualche altra segnalazione di autori americani?’’
‘‘A che scopo, se disprezzi i miei gusti? Penso che dovreste riconoscere che siamo piuttosto lontani in fatto di letture, e cercare altrove delle segnalazioni, signor Herondale.’’ Le parole non le erano ancora uscite di bocca, che si morse la lingua. Aveva esagerato.
E infatti Will non gliela lasciò passare. ‘‘Signor Herondale! Io pensavo…’’
‘‘Cosa pensavi?’’ Il tono di Tessa era glaciale.
‘‘Che potessimo almeno parlare di libri.’’
‘‘E l'abbiamo fatto. Tu hai insultato i miei gusti’’ disse Tessa. ‘‘E sappi che II vasto, vasto mondo non è il mio libro preferito. È semplicemente una storia che mi è piaciuta, come La mano nascosta o... Sai, forse potresti suggerire tu qualcosa a me, in modo che possa giudicare i tuoi, di gusti.’’
Will si sedette sul tavolo più vicino, con le gambe penzoloni, riflettendo chiaramente sulla questione. ‘‘Il castello di Otranto…’’
‘‘Non è quel libro in cui il figlio dell'eroe muore schiacciato da un enorme elmo che cade dal cielo? E hai definito insulso II racconto di due città!’’ esclamò Tessa, che sarebbe morta piuttosto di ammettere che aveva letto II castello di Otranto e le era piaciuto.
‘‘Il racconto di due città…’’ Will annuì. ‘‘Dopo che ne abbiamo parlato, l'ho riletto. Avevi ragione: non è affatto sciocco.’’
‘’No?’’
‘‘No. C'è dentro troppa disperazione.’’
Tessa incrociò il suo sguardo, e le sembrò di cadere dentro quegli occhi azzurri come laghi. ‘’Disperazione?’’
‘‘Be', per Sydney non c'è futuro, con o senza amore, non trovi? Sa che senza Lucie non può salvarsi, ma tenerla accanto a sé significherebbe umiliarla.’’
Tessa scosse la testa. ‘‘Non è così che lo ricordo. Il suo sacrificio è nobile…’’
‘‘Non gli rimane altro’’ insistette Will. ‘‘Non ricordi cosa dice a Lucie? "Se per voi fosse stato possibile... ricambiare l'amore dell'uomo che vedete davanti a voi - di questo povero sciagurato che si è buttato via, di questo ubriacone senza redenzione - egli, nonostante la sua gioia, in questo istante sarebbe stato consapevole che vi avrebbe trascinato nell'infelicità, trascinato nella sofferenza e nel pentimento, che vi avrebbe fatto avvizzire, vi avrebbe rovinato facendovi precipitare con lui nel fango..."
Un ciocco cadde nel caminetto tra una pioggia di scintille, facendo trasalire entrambi e interrompendo Will.
Tessa ebbe un tuffo al cuore e guardò altrove. Stupida, si disse, stizzita. Ricordava come l'aveva trattata, e tuttavia permetteva che le ginocchia le diventassero molli sentendolo citare Dickens. ‘‘Ne hai imparato a memoria un bel po', non c'è che dire. Davvero impressionante.’’ Will scostò il colletto della camicia, scoprendo la curva armoniosa della clavicola. Tessa non si accorse subito che le stava mostrando un marchio collocato pochi centimetri sopra il cuore.
‘’Mnemosyne’’ disse il Nephilim. ‘‘La runa della Memoria. È fissa.’’ Tessa distolse lo sguardo. ‘‘È tardi. Devo ritirarmi... sono esausta.’’ Gli passò davanti e si avviò verso la porta.
‘‘Vathek, di William Beckford. Se hai trovato di tuo gradimento II castello di Otranto, credo che ti piacerà.’’
‘‘Oh, bene. Grazie. Me ne ricorderò’’ disse Tessa. Poi si rese conto di non aver affatto ammesso che II castello di Otranto le era piaciuto. Will non replicò. Era ancora accanto al tavolo. Aveva lo sguardo fisso a terra, il viso nascosto dai capelli scuri. Prima di potersi frenare Tessa disse: ‘‘Buonanotte, Will.’’ Lui alzò lo sguardo. ‘‘Buonanotte, Tessa.
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