Mio Quotes

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ma gia volgena il mio disio e'l velle si come rota ch'igualmente e mossa, l'amor che move: i sole e l'altre stelle ...as a wheel turns smoothtly, free from jars, my will and my desire were turned by love, The love that moves the sun and the other stars.
Dante Alighieri (Paradiso (The Divine Comedy, #3))
Dios mio, I think my brother lost his balls somewhere between here and Mexico. Or maybe Brittany has them zipped inside that fancy purse (of hers).
Simone Elkeles (Rules of Attraction (Perfect Chemistry, #2))
And what do you want right now?" Right now I itch to heal his wounds and forget my own. He touches my cheek with the tips of his fingers. My breath hitches. "Do you want to kiss me, Alex?" I whisper. "Dios mio, I want to kiss you ... to taste your lips, your tongue." He gently traces my lips withthe tips of his fingers. "Do you want me to kiss you? Nobody else would know but the two of us.
Simone Elkeles (Perfect Chemistry (Perfect Chemistry, #1))
Per te aspetterei per sempre, amore mio.
Ana Huang (King of Wrath (Kings of Sin, #1))
Oh dios mio, she makes me burn, she makes me need. She is etching herself into mi alma
P.T. Macias (Hot & Spicy (De La Cruz Saga, #1))
Famiglia isn’t always blood, mio caro. Famiglia is built on bridges of love. Famiglia is there for you without condition. Famiglia supports you in your darkest moment of need.
Tillie Cole (Sweet Fall (Sweet Home, #2; Carillo Boys, #1))
Mi-am spus: ceea ce mă atrăgea la el era impresia pe care mi-o dădea că e singur, nenorocit, că unicul lui stimulent in viaţă sunt eu, că sunt singura lui bucurie, unica lui preocupare. Dacă nu-i aşa, nu mă interesează. Nu mă interesează un bărbat decât în măsura în care cred că-l stăpânesc ca femeie, în care cred că sunt pentru el, într-un moment din viaţă, o fiinţă unică, de neînlocuit.
Cella Serghi (Pânza de păianjen)
Tutto quello che c'era io l'ho visto guardando te. E sono stata ovunque, stando con te. E' una cosa che non riuscirò mai a spiegare a nessuno, ma è così. Me la porterò dietro e sarà il mio segreto più bello.
Alessandro Baricco (Ocean Sea)
Mai in vita mia Dimenticherò la tua presenza. Tu mi hai presa quando ero spezzata E mi hai riparata Su questa terra troppo piccola Dove potrei mai voltare il mio sguardo? Così immenso, così profondo! Non c'è più tempo. Non c'è più nulla. Distanza. C'è soltanto la realtà. Quello che è stato, è stato per sempre.
Frida Kahlo (Diego et Frida)
Amigos mios, ha llegado la hora de darnos cuenta de que la moral debería ser la base de la religión y no esta la base de la moral
Marquis de Sade (La filosofía en el tocador)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede. Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr'occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.
Eugenio Montale (Satura, 1962-1970: Poems (English and Italian Edition))
Amavo il tuo sorriso, ma ho preferito il mio.
Marilyn Monroe
Ho un carattere ansioso, quindi mi preoccupo oltre misura per ogni più piccola cosa. Dal mio punto di vista, trovo però molto più strane le persone che vivono come se niente fosse in un mondo così poco sicuro
Takuji Ichikawa (Be With You 今会いにゆきます)
Un uomo senza un segreto, è un uomo senza identità.
Zerocalcare (Dimentica il mio nome)
La prima cosa è il mio nome, la seconda quegli occhi, la terza un pensiero, la quarta la notte che viene, la quinta quei corpi straziati, la sesta è la fame, la settima orrore, l'ottava i fantasmi della follia, la nona è carne e la decima è un uomo che mi guarda e non mi uccide.
Alessandro Baricco (Ocean Sea)
Il volersi bene si costruisce. Ma l’amore quello vero, no. L’amore lo senti immediato, non ha tempo. É dire “ti sento”. Un contatto di pelle, un abbraccio, un bacio. Mantenersi, il mio verbo preferito, tenersi per mano. Ti può bastare per la vita intera, un attimo, un incontro. Rinunciarvi è folle,sempre e comunque.
Erri De Luca (I pesci non chiudono gli occhi)
Slowly he turned into the curve of her palm, cut lip pressed against her skin. She heard two whispered words, felt them kissed into her flesh: amore mio. My love. Two words: the shock of them held her still.
Alison Goodman (The Dark Days Pact (Lady Helen, #2))
Ricorda, amico mio, che non è tanto importante quello che ti succede, ma come reagisci agli eventi.
Bruce Lee (Il Tao del Dragone: Verso la liberazione del corpo e dell'anima)
Da mio padre avevo imparato, molto tempo dopo avere smesso di seguirlo sui sentieri, che in certe vite esistono montagne a cui non è possibile tornare. Che nelle vite come la mia e la sua non si può tornare alla montagna che sta al centro di tutte le altre, e all'inizio della propria storia. E che non resta che vagare per le otto montagne per chi, come noi, sulla prima e più alta ha perso un amico.
Paolo Cognetti (Le otto montagne)
Fondare biblioteche è un pò come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.
Marguerite Yourcenar (Memoirs of Hadrian)
You can't push me away, mio cuore. You can't!
Olga Goa (Fateful Italian Passion)
Ve l'ho detto, Axel, e ve l'ho dimostrato: il mio amore non è il peggiore degli inferni." Lui si mosse le labbra, lottando contro la disperazione. "Così avete reso inferno un amore che mi ha accompagnato per tutta la mia esistenza".
Virginia De Winter (L'Ordine della chiave (Black Friars, #0.5))
Cosa farei senza libri? Ne ho la casa piena, eppure non mi bastano mai. Vorrei avere una giornata di trentasei ore per poter leggere a mio piacere. Tengo libri di tutte le dimensioni: da tasca, da borsa, da valigia, da taschino, da scaffale, da tavolo. E ne porto sempre uno con me. Non si sa mai: se trovo un momento di tempo, se mi fanno aspettare in un ufficio, che sia alla posta o dal medico, tiro fuori il mio libro e leggo. Quando ho il naso su una pagina non sento la fatica dell'attesa. E, come dice Ortega y Gasset, in un libro mi "impaeso", a tal punto che mi è difficile spaesarmi. Esco dai libri con le pupille dilatate. Lo considero il piacere più grande, più sicuro, più profondo della mia vita.
Dacia Maraini (Chiara di Assisi: Elogio della disobbedienza)
Every day,” he whispered, “I’ll take you like this. In the morning, before coffee, I fuck you. At night, I fuck you harder. In our bedroom, our living room, our kitchen, I’ll love you in every room. Amore mio, I’ll break you with my love and put you back together. And when I retire, you still call me Capo because you’re mine. Always mine.
C.D. Reiss (Spin (Song of Corruption, #1))
No sé adonde voy, pero sé con quién voy. No sé dónde estoy, pero sé que estoy en mi. No sé qué es Dios, pero Dios sabe lo que soy. No sé lo que es el mundo, pero sé que es mio. No sé lo que valgo, pero sé no compararme. No sé lo que es el amor, pero sé que gozo tu existencia. No puedo evitar los golpes, pero sé como resistirlos. No puedo negar la violencia, pero puedo negar la crueldad. No puedo cambiar al mundo, pero puedo cambiarme a mi mismo. No sé lo que hago, pero sé que lo que hago me hace. No sé quién soy, pero sé que soy el que no sabe.
Alejandro Jodorowsky (La danza de la realidad)
Il mio gatto fa quello che io vorrei fare, con meno letteratura.
Ennio Flaiano (Frasario essenziale per passare inosservati in società)
If I’m the devil, amore mio, cast stones at the one who made me.
Emily McIntire (Twisted (Never After, #4))
Per te aspetterei per sempre, amore mio.” “Spero non ci vorrà così tanto.
Ana Huang (King of Wrath (Kings of Sin #1))
Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sè, sono vuote?...E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele, e io nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d'intenderci, non ci siamo intesi affatto.
Luigi Pirandello (Uno, nessuno e centomila - Quaderni di Serafino Gubbio operatore)
Se la mia vita sentimentale fosse paragonabile al mercato immobiliare, posso tranquillamente dire che il mio cuore è in affitto: nessuna stabilità, nessuna certezza, nessun progetto lungo termine, nessun posto da chiamare casa.
Felicia Kingsley (Due cuori in affitto)
Brace d'inverno, I capelli tuoi, Dove il mio cuore brucia.
Stephen King (It)
Potresti essere la mia perdita di equilibrio. L'equazione del mio caos.
Fabio Volo (Il giorno in più)
A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e'l velle sì come rota ch'igualmente è mossa, l'amor che move il sole e l'altre stelle.
Dante Alighieri
Se non scrivo quello che vedo effettivamente accadere su questo globo infelice racchiuso nei contorni del mio teschio penserò che il povero Dio mi abbia mandato sulla terra per niente.
Jack Kerouac
Perché se Dio non gioca con i dadi – ed è tutto da dimostrare che non lo faccia –, poco ma sicuro che i dadi sono la chiave di ogni partita di D&D e, in certa misura, la chiave del destino. Come gli avventurieri del mio corto, anche noi siamo personaggi di un gioco di ruolo; da qualche parte c’è qualcuno che tiene conto dei Punti Ferita. Tutto si riduce a questo, temo. Lanci fortunati, lanci sfortunati. Non è un fatto di merito o talento. È un fatto di posti e momenti. Questione di dadi, insomma.
Bianca Marconero (La prima cosa bella)
«Ancora sangue. Ancora il mio sangue sulle tue mani.»
Chiara Cilli (Per Combatterti (Blood Bonds, #5))
Mi chiedono spesso se amo e rispondo che amo a modo mio perché l'amore per me non è un concetto univoco, esso ingloba varie forme e una di queste, la più potente, è silente.
Kira Shell (Let the game begin (Kiss me like you love me, #1))
La nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste nel vedermi servita, desiderata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne...
Carlo Goldoni (La locandiera)
Sempre caro mi fu quest'ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quiete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi
Sono egoista, impaziente e un po' insicura. Commetto errori, sono fuori controllo e, allo stesso tempo, difficile da gestire. Ma se non sei in grado di gestire il mio lato peggiore, allora certamente non sarai in grado di gestire quello migliore.
Marilyn Monroe
LA MADRE E il cuore quando d'un ultimo battito avrà fatto cadere il muro d'ombra per condurmi, Madre, sino al Signore, come una volta mi darai la mano. In ginocchio, decisa, Sarai una statua davanti all'eterno, come già ti vedeva quando eri ancora in vita. Alzerai tremante le vecchie braccia, come quando spirasti dicendo: Mio Dio, eccomi. E solo quando m'avrà perdonato, ti verrà desiderio di guardarmi. Ricorderai d'avermi atteso tanto, e avrai negli occhi un rapido sospiro.
Giuseppe Ungaretti (Sentimento del tempo)
When I was a young man, I had liberty, but I did not see it. I had time, but I did not know it. And I had love, but I did not feel it. Many decades would pass before I understood the meaning of all three. And now, the twilight of my life, this understanding has passed into contentment. Love, liberty, and time: once so disposable, are the fuels that drive me forward. And love, most especially, mio caro. For you, our children, our brothers and sisters. And for the vast and wonderful world that gave us life, and keeps us guessing. Endless affection, mia Sofia. Forever yours, Ezio Auditore.
Ezio Auditore da Firenze
Ah, Dio. Era il mio Peter Pan e io la sua Wendy. Tutto per lui era una fantastica avventura, qualcosa da affrontare con le mani al cielo come sulle montagne russe. Mi stava insegnando a credere nei sogni e nei pensieri felici. Mi stava regalando la polvere di fata per spiccare il volo.
Glinda Izabel (Shades of Life)
El tiempo sigue su curso, pero la vida se para un montón de veces dentro de sí y se convierte en algo irreconocible".
Paola Predicatori (Il mio inverno a Zerolandia)
Sono l'anello che si fa i cazzi suoi nella catena alimentare.
Zerocalcare (Dimentica il mio nome)
Era incredibile come il semplice gesto di cercare qualcuno svelasse quanto si conosceva di quella persona. Volevo trovarlo, volevo che capisse che io c'ero. Trovarlo era il mio: 'volevo vederti ballare' , era il mio sapere cosa stesse leggendo, il mio augurio di buon compleanno. E forse lui non sapeva neanche cosa significasse per me interessarmi così a qualcuno, ma per una volta volevo essere io a tenere lui al sicuro, dietro una tenda, e danzare con i suoi fantasmi.
Rossana Soldano (Come anima mai)
Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c'è speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, ti tiene all'erta.
Tiziano Terzani (La fine è il mio inizio)
«Non c'è onore nell'uccidere un abominio come te, Henri». Mi raschiò la barba con le unghie, raccapricciandomi a tal punto che mi tirai indietro. Ma lei riportò il mio volto a un nonnulla dal suo, tenendomi fermo per il mento. «La tua vita non ha valore, se non per chi ha il tuo stesso sangue».
Chiara Cilli (Uccidimi (Blood Bonds, #3))
Volevo il movimento, non un'esistenza quieta. Volevo l'emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita tranquilla
Leo Tolstoy (Felicitat conjugal. El diable)
Non consorte, non moglie. Feyre è la Signora Suprema della Corte della Notte. La mia pari in ogni senso; avrebbe portato la mia corona, si sarebbe seduta su un trono accanto al mio. Mai destinata a partorire e a organizzare feste a ad allevare i figli. La mia regina.
Sarah J. Maas
Voi credete di conoscervi se non vi costruite in qualche modo? E ch'io possa conoscervi, se non vi costruisco a modo mio? E voi me, se non mi costruite a modo vostro? Possiamo conoscere soltanto quello a cui riusciamo a dar forma. Ma che conoscenza può essere? È forse questa forma la cosa stessa? Sì, tanto per me, quanto per voi; ma non così per me quanto per voi: tanto vero che io non mi riconosco nella forma che mi date voi, né voi in quella che vi do io.
Luigi Pirandello (Uno, nessuno e centomila)
Con te sarò nuovo. Ti dico queste parole nel periodo migliore della mia vita, nel periodo in cui sto bene, in cui ho capito tante cose. Nel periodo in cui mi sono finalmente ricongiunto con la mia gioia. In questo periodo la mia vita è piena, ho tante cose intorno a me che mi piacciono, che mi affascinano. Sto molto bene da solo, e la mia vita senza di te è meravigliosa. Lo so che detto così suona male, ma non fraintendermi, intendo dire che ti chiedo di stare con me non perché senza di te io sia infelice: sarei egoista, bisognoso e interessato alla mia sola felicità, e così tu saresti la mia salvezza. Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa, ma con te lo sarebbe ancora di più. Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l'alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare. Spero tu possa capire quello che cerco di dirti. Io sto bene da solo ma quando ti ho incontrato è come se in ogni parola che dico nella mia vita ci fosse una lettera del tuo nome, perché alla fine di ogni discorso compari sempre tu. Ho imparato ad amarmi. E visto che stando insieme a te ti donerò me stesso, cercherò di rendere il mio regalo più bello possibile ogni giorno. Mi costringerai ad essere attento. Degno dell'amore che provo per te. Da questo momento mi tolgo ogni armatura, ogni protezione... non sono solo innamorato di te, io ti amo. Per questo sono sicuro. Nell'amare ci può essere anche una fase di innamoramento, ma non sempre nell'innamoramento c'è vero amore. Io ti amo. Come non ho mai amato nessuno prima...
Fabio Volo (È una vita che ti aspetto)
Ad aver dato fastidio alle organizzazioni criminali è il mio lettore, non sono io. Il mio lettore è ciò che loro non vogliono, il fatto che in questo momento ne stiamo parlando, che ne hanno parlato tutti i giornali, che continuano ad uscire libri, che continuano a nascere documentari, è tutto questo che loro non vogliono, è l'attenzione su di loro, sui loro nomi, soprattutto sui loro affari.
Roberto Saviano (Gomorra)
Il mio sguardo cercò quello che mi stava incendiando. Lo trovò. Lo tenne per quella frazione di secondo che mi servì per invaderla. Per quella frazione di secondo che le bastò per calamitarmi a sé. Mi mossi. Piano. Un passo alla volta. Ero suo.
Chiara Cilli (Distruggimi (Blood Bonds, #2))
​Per me si va ne la città dolente, Per me si va ne l'etterno dolore, Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore: Fecemi la divina potestate La somma sapienza e'l primo amore Dinanzi a me non fuor cose create se non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogni speranza, voi ch'intrate.
Dante Alighieri (The Divine Comedy)
Accade che le affinità d'anima non giungano ai gesti e alle parole ma rimangano effuse come un magnetismo. Ѐ raro ma accade. Può darsi che sia vera soltanto la lontananza, vero l'oblio, vera la foglia secca più del fresco germoglio. Tanto e altro può darsi o dirsi. Comprendo la tua caparbia volontà di essere sempre assente perché solo così si manifesta la tua magia. Innumeri le astuzie che intendo. Insisto nel ricercarti nel fuscello e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre nel vuoto: in quello che anche al trapano resiste. Era o non era la volontà dei numi che presidiano il tuo lontano focolare, strani multiformi multanimi animali domestici; fors'era così come mi pareva o non era. Ignoro se la mia inesistenza appaga il tuo destino, se la tua colma il mio che ne trabocca, se l'innocenza è una colpa oppure si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me, di te tutto conosco, tutto ignoro.
Eugenio Montale (Satura, 1962-1970: Poems (English and Italian Edition))
Anche in questo siamo uguali. L'unica cosa che ci fa differenti è che tu, quando hai finito di parlare con loro, hai la possibilità di sentirti stanco. Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia. Io no. Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa mai." "E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?" "Io uccido...
Giorgio Faletti (Io uccido)
Dunque, pare che alle anime viventi possano toccare due sorti: c'è chi nasce ape, e chi nasce rosa... Che fa lo sciame delle api, con la sua regina? Va, e ruba a tutte le rose un poco di miele, per portarselo nell'arnia, nelle sue stanzette. E la rosa? La rosa l'ha in se stessa, il proprio miele: miele di rose, il più adorato, il più prezioso! La cosa più dolce che innamora essa l'ha già in se stessa: non le serve cercarla altrove. Ma qualche volta sospirano di solitudine, le rose, questi esseri divini! Le rose ignoranti non capiscono i propri misteri. La prima di tutte le rose è Dio. Fra le due: la rosa e l'ape, secondo me, la più fortunata è l'ape. E l'Ape Regina, poi, ha una fortuna sovrana! Io, per esempio, sono nato Ape Regina. E tu, Wilhelm? Secondo me, tu, Wilhelm mio, sei nato col destino più dolce e col destino più amaro: tu sei l'ape e sei la rosa.
Elsa Morante (L'isola di Arturo)
Nel tardo inverno dei miei sedici anni mia madre ha deciso che ero depressa, presumibilmente perché non uscivo molto di casa, passavo un sacco di tempo a letto, rileggevo infinite volte lo stesso libro, mangiavo molto poco e dedicavo parecchio del mio tempo libero a pensare alla morte.
John Green (The Fault in Our Stars)
Bella: Il legame che ci univa era più forte della distanza, dell'assenza e del tempo. Poco importava che fosse più speciale, bello, brillante o perfetto di me, ormai anche lui era coinvolto e condizionato in modo irreversibile. Era destinato a essere mio, per sempre, come io appartenevo a lui.
Stephenie Meyer (New Moon (The Twilight Saga, #2))
My Dearest Theresa, I have read this book in your garden, my love, you were absent, or else I could not have read it. It is a favourite book of mine. You will not understand these English words, and others will not understand them, which is the reason I have not scrawled them in Italian. But you will recognize the handwriting of him who passionately loved you, and you will divine that, over a book that was yours, he could only think of love. In that word, beautiful in all languages, but most so in yours, Amor mio, is comprised my existence here and thereafter. I feel I exist here, and I feel that I shall exist hereafter – to what purpose you will decide; my destiny rests with you, and you are a woman, eighteen years of age, and two out of a convent, I wish you had stayed there, with all my heart, or at least, that I had never met you in your married state. But all this is too late. I love you, and you love me, at least, you say so, and act as if you did so, which last is a great consolation in all events. But I more than love you, and cannot cease to love you. Think of me, sometimes, when the Alps and ocean divide us, but they never will, unless you wish it.
Lord Byron
Una strada c'è nella vita, e la cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici «Oh, ma guarda, c'è un filo!». Quando vivi, non lo vedi, il filo, eppure c'è. Perché tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, tu credi, dal tuo libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che innanzitutto è il tuo istinto.
Tiziano Terzani (La fine è il mio inizio)
A che scopo esisterei, se fossi tutta contenuta in me stessa? I miei grandi dolori, in questo mondo, sono stati i dolori di Heathcliff, io li ho tutti indovinati e sentiti dal principio. Il mio gran pensiero, nella vita, è lui. Se tutto il resto perisse e lui restasse, io potrei continuare ad esistere; ma se tutto il resto durasse e lui fosse annientato, il mondo diverrebbe, per me, qualche cosa di immensamente estraneo: avrei l'impressione di no farne più parte.
Emily Brontë (Wuthering Heights)
Addio, Dann. Addio, piccolo signor Rail, che mi hai insegnato la vita. Avevi ragione tu: non siamo morti. Non è possibile morire vicino a te. Perfino Mormy ha aspettato che tu fossi lontano per farlo. Adesso sono io che vado lontano. E non sarà vicino a te che morirò. Addio, mio piccolo signore, che sognavi i treni e sapevi dov'era l'infinito. Tutto quel che c'era io l'ho visto, guardando te. E sono stata ovunque, stando con te. È una cosa che non riuscirò a spiegare mai a nessuno. Ma è così. Me la porterò dietro, e sarà il mio segreto più bello. Addio, Dann. Non pensarmi mai, se non ridendo. Addio.
Alessandro Baricco (Castelli di rabbia)
«Il tuo diventerà un diario da sballo. Passerà alla storia. Sarà meglio che tu ti prepari, perché tra poco tutti parleranno di noi». Era di nuovo il Logan giocoso, finalmente libero dalla tensione che avevamo condiviso qualche attimo prima. Mi sentii più leggera, mentre le lacrime che avevo soffocato si asciugavano tra le mie ciglia. Abbozzai un sorriso. «Come fai a esserne sicuro? Mi hai appena incontrata». «Lo dico perché mi fido del mio istinto». «E cosa ti dice di me?». «Che assieme faremo scintille».
Glinda Izabel (Shades of Life)
Quando hai un problema fermati, fermati, fermati. Ascoltalo e cerca di trovare la risposta dentro di te. Perchè c'è. Dentro di te c'è qualcosa che ti tiene insieme, che ti aiuta, c'è una vocina. Ascoltala.
Tiziano Terzani (La fine è il mio inizio)
Se ti ricordi tutto, volevo dirgli, e se sei davvero come me, allora domani prima di partire o quando sei pronto per chiudere la portiera del taxi e hai già salutato gli altri e non c'è più nulla da dire in questa vita, allora, una volta soltanto, girati verso di me, anche per scherzo, o perché ci hai ripensato, e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo, e chiamami col tuo nome.
André Aciman (Call Me by Your Name)
Jag är så rädd att få ett hjärta av sten, för jag tror att det skaver i bröstet och gör ont.
Astrid Lindgren (Mio, My Son)
Then he turned to the Master Rose Gardener and said something even more peculiar, “I enjoy the birds singing. I enjoy the music of the silver poplars.
Astrid Lindgren (Mio, My Son)
Tu non le sai, povero ubriaco filosofo, queste cose; non ti passano neppure per la mente. Ma la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, la democrazia, cioè il governo della maggioranza. Perché quando il potere è in mano d’uno solo, quest’uno sa d’essere uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar se stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà.
Luigi Pirandello (The Late Mattia Pascal)
Il dolore aveva un suo modo di scomporre il tempo. Pensavo al minuto successivo, all'ora successiva. Non c'era abbastanza spazio nella mia mente per mettere insieme tutti quei pezzi, per trovare le parole per riassumerla nella sua interezza. Ma la parte dell'"andare avanti", per quella le parole le avevo. 'Trova un modo per andare avanti' dissi. 'Non deve necessariamente essere buono, o nobile. Basta che sia un motivo.' Conoscevo il mio: c'era una fame dentro di me e c'era sempre stata. Una fame più forte del dolore, più forte dell'orrore. Continuava a mordere anche dopo che ogni altra cosa dentro di me si era arresa. E quando finalmente le diedi un nome, scoprii che era qualcosa di molto semplice: desiderio di vivere.
Veronica Roth (Carve the Mark (Carve the Mark, #1))
Ombrosa non c’è più. Guardando il cielo sgombro, mi domando se è davvero esistita. Quel frastaglio di rami e foglie, biforcazioni, lobi, spiumii, minuto e senza fine, e il cielo a sprazzi irregolari e ritagli, forse c’era solo perché ci passasse mio fratello con suo leggero passo di codibugnolo, era un ricamo fatto di nulla che assomiglia a questo filo d’inchiostro, come l’ho lasciato correre per pagine e pagine, zeppo di cancellature, di rimandi, di sgorbi nervosi, di macchie, di lacune, che a momenti si sgrana in grossi acini chiari, a momenti si infittisce in segni minuscoli come semi puntiformi, ora si ritorce su se stesso, ora si biforca, ora collega grumi di frasi con contorni di foglie o di nuvole, e poi si intoppa, e poi ripiglia a attorcigliarsi, e corre e corre e si sdipana e avvolge un ultimo grappolo insensato di parole idee sogni ed è finito.
Italo Calvino (The Baron in the Trees)
We were close to him as never before, and this night was the night of our battle. I wondered if they knew, all those who had waited for thousands and thousands of years. I wondered if they knew that this was the night of the battle, and if they thought about me.
Astrid Lindgren (Mio, My Son)
In un altro tempo io ero il falco e vivevo di giorno: della vita vedevo le luci. Lui era il lupo e viveva di notte: della vita vedeva le ombre. Io ero sempre in ritardo, mentre lui correva alla velocità del suono. Com’è logico supporre, non ci saremmo mai potuti incontrare, se non si fosse creato uno squarcio nel tempo per cui ci trovammo nello stesso luogo nell’istante in cui io non ero ancora un falco, e lui aveva già smesso di essere un lupo. Per ventiquattro ore appena sovvertimmo l’ordine del tempo, finché il giorno divenne notte e la notte divenne giorno, e il falco vide attraverso le ombre, senza esserne aggredito, e il lupo guardò verso la luce, senza esserne accecato. Poi io mi rituffai nella lentezza dei miei giorni, e lui riprese a correre nella frenesia delle sue notti. E ora vorrei non desiderare di ricondurlo dentro al mondo insieme a me. Vorrei non osservare ogni suo gesto segreto cercando di capire se posso accettare quella segretezza dentro la mia vita, e conoscere già la risposta. Vorrei non provare vergogna di me stessa al pensiero che lui non mi avrebbe ancora chiesto niente di tutto questo. Mi fa rabbia la sua lucida follia, che sottintende un coraggio più grande del mio. Ci vuole coraggio per essere pazzi, perché il mondo non ce lo permette.
Sara Zelda Mazzini (I Dissidenti)
Non tentarmi, il mio cuore è fragile Consumato, ferito. Batte A fatica per me, non può batter per due Scegli bene le parole tue Una sola e si potrebbe spezzare Non voglio più amare, ricordalo Troppo amore ho voluto sprecare Mi è caduto a terra, si è rotto Parla pure, ripara ed incolla Il mio fauno non corre, barcolla Prega le ninfe che gli stanno intorno: “Non scappate da me così in fretta” Ma le ninfe ridono e fuggono Ed è giusto. E’ la loro vendetta.
Stefano Benni (Di tutte le ricchezze)
Mia cara, il tuo piccolo cuore è ferito; non giudicarmi crudele perché obbedisco all’irresistibile legge della mia forza e della mia debolezza. Se il tuo piccolo cuore è ferito, anche il mio sanguina con il tuo. Nell’estasi della mia grande umiliazione, io vivo nella tua calda vita e tu morirai.., morirai dolcemente.., nella mia vita. Non posso farne a meno; come io mi avvicino a te, così tu, a tua volta, ti accosterai ad altri, e capirai l’estasi di questa crudeltà che è sempre amore; così, per ora, non cercare di sapere più niente di me e di te, ma abbi fiducia in me con tutta la tua anima appassionata».
J. Sheridan Le Fanu (Carmilla)
È sempre stata attribuita allo sport, in ogni epoca e soprattutto da ogni governo, un’importanza grandissima, per la buona ragione che lo sport intrattiene e obnubila e rimbecillisce le masse, e in primo luogo le dittature sanno bene perché sono sempre e in ogni caso favorevoli allo sport. Chi è per lo sport ha le masse a suo fianco, chi è per la cultura ha le masse contro, diceva mio nonno, e per questo tutti i governi sono sempre per lo sport e contro la cultura. Come ogni dittatura, anche la dittatura nazionalsocialista è diventata potente e quasi padrona del mondo servendosi dello sport di massa. In ogni epoca e in tutti gli Stati le masse vengono accalappiate mediante lo sport, e non c’è Stato che possa dirsi così piccolo e insignificante da non sacrificare tutto allo sport.
Thomas Bernhard
Tutta quella città… non se ne vedeva la fine… / La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine? / E il rumore / Su quella maledettissima scaletta… era molto bello, tutto… e io ero grande con quel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi, era garantito che sarei sceso, non c’era problema / Col mio cappello blu / Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino / Primo gradino, secondo gradino, terzo gradino / Primo gradino, secondo / Non è quel che vidi che mi fermò / È quel che non vidi / Puoi capirlo, fratello?, è quel che non vidi… lo cercai ma non c’era, in tutta quella sterminata città c’era tutto tranne / C’era tutto / Ma non c’era una fine. Quel che non vidi è dove finiva tutto quello. La fine del mondo / Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu, sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi fare. Loro sono 88. Tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu / Ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me / Ma se io salgo su quella scaletta e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi / Milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai e questa è la vera verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita / Se quella tastiera è infinita, allora / Su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. Ti sei seduto su un seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio / Cristo, ma le vedevi le strade? / Anche solo le strade, ce n’era a migliaia, come fate voi laggiù a sceglierne una / A scegliere una donna / Una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire / Tutto quel mondo / Quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce / E quanto ce n’è / Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell’enormità, solo a pensarla? A viverla… / Io sono nato su questa nave. E qui il mondo passava, ma a duemila persone per volta. E di desideri ce n’erano anche qui, ma non più di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicità, su una tastiera che non era infinita. Io ho imparato così. La terra, quella è una nave troppo grande per me. È un viaggio troppo lungo. È una donna troppo bella. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare.
Alessandro Baricco (Novecento. Un monologo)
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. [...] Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove e indizi.
Pier Paolo Pasolini
Ed io resto lì, con lui, ad accarezzare con la mente le sue ferite, procurandogli quel sollievo che solo un cuore spezzato come il mio è capace di donargli. Ed io resto lì, mentre la sua mano scivola lentamente verso la mia. Le nostre dita si toccano e non c’è un’emozione talmente completa e disarmante capace di eguagliare questo momento. Ed io la stringo, stringo la sua mano, e sento che è l’unica mano che voglio stringere, adesso, qui, e domani, ovunque. Ed io resto lì, con lui. In lui. Trattenendo il fiato e l’amore che sta crescendo in un istante, qui, nel mio petto.
A.S. Kelly (Tre minuti solo per me (Tre minuti di me, #2))
Facevo due tre passi nel corridoio e mi raggiungeva la temuta voce: "Dino". Tornavo indietro. "Ci sei a colazione?" "Sì." "E a pranzo?" "E a pranzo?" Dio mio, quanto innocente e grande e nello stesso tempo piccolo desiderio c'era nella domanda. Non chiedeva, non pretendeva, domandava soltanto un'informazione. Ma io avevo appuntamenti cretini, avevo ragazze che non mi volevano bene e in fondo se ne fregavano altamente di me, e l'idea di tornare alle otto e mezzo nella casa triste, avvelenata dalla vecchiaia e dalla malattia, già contaminata dalla morte, mi repelleva addirittura, perché non si deve avere il coraggio di confessare queste orribili cose quando sono vere? "Non so" allora rispondevo "telefonerò". E io sapevo che avrei telefonato di no. E lei subito capiva che io avrei telefonato di no e nel suo "Ciao" c'era uno sconforto grandissimo. Ma io ero il figlio, egoista come sanno esserlo soltanto i figli.
Dino Buzzati (La boutique del mistero)
Mi diressi dalla metro verso il South Dock, attraversai il South Quay Footbridge e lo ritrovai in pochi minuti di cammino. Ogni volta che visitavo l'ex area portuale, da quand'era stata trasformata in centro direzionale dagli splendidi grattacieli in vetro e acciaio, non potevo non restare colpita dallo sforzo che era stato fatto per abbracciare la modernità senza sacrificare la bellezza. Il grattacielo dove viveva Edy, in South Quay Plaza, non faceva eccezione, anche se la zona era un po' troppo densa di cemento per i miei gusti. Mi fermai alla base dell'edificio, lasciando che il mio sguardo cercasse di raggiungere la sommità della torre di vetro. In fondo, era ovvio che Edy Thor vivesse lassù, quasi a guardare noi mortali dall'alto.
Chiara Santoianni (Missione a Manhattan)
Forse è vero, come sosteneva mia madre, che ognuno di noi ha una quota prediletta in montagna, un paesaggio che gli somiglia e dove si sente bene. La sua era senz'altro il bosco dei 1500 metri, quello di abeti e larici, alla cui ombra crescono il mirtillo, il ginepro e il rododendro, e si nascondono i caprioli. Io ero più attratto dalla montagna che viene dopo: prateria alpina, torrenti, torbiere, erbe d'alta quota, bestie al pascolo. Ancora più in alto la vegetazione scompare, la neve copre ogni cosa fino all'inizio dell'estate e il colore prevalente è il grigio della roccia, venato dal quarzo e intarsiato dal giallo dei licheni. Lì cominciava il mondo di mio padre. Dopo tre ore di cammino i prati e i boschi lasciavano il posto alle pietraie, ai laghetti nascosti nelle conche glaciali, ai canaloni solcati dalle slavine, alle sorgenti di acqua gelida. La montagna si trasformava in un luogo più aspro, inospitale e puro: lassù lui diventava felice. Ringiovaniva, forse, tornando ad altre montagne e altri tempi. Anche il suo passo sembrava perdere peso e ritrovare un'agilità perduta.
Paolo Cognetti (Le otto montagne)
Orfeo: Io cercavo, piangendo, non più lei ma me stesso. Un destino, se vuoi. Mi ascoltavo. [...] Il mio destino non tradisce. Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo. [...] Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti... Non vale la pena. [...] E voi godetela la festa. Tutto è lecito a chi non sa ancora. È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno. L'origine del mio destino è finita nell'Ade, finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte. Bacca: E che vuol dire che un destino non tradisce? Orfeo: Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; più profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza. nessun dio può toccarlo.
Cesare Pavese
Ogni atomo della sua carne mi è caro come la mia propria; l'amerei malata, l'amerei infelice. Il suo animo è il mio tesoro e anche se si smarrisse continuerebbe ad esserlo. Se delirasse, le mie braccia la tratterrebbero, e non una camicia di forza; una sua stretta, anche se inconsapevole e feroce, mi alletterebbe e anche se lei mi si avventasse addosso furibonda come ha fatto stamane quella donna, l'accoglierei con un abbraccio energico sì, ma non meno tenero. E quando fosse calma, non avrebbe altro guardiano, altra infermiera che me; saprei vegliarla con infinita tenerezza, anche se lei non potesse ricompensarmi con nessun sorriso e non mi stancherei di guardarla negli occhi anche se più non mi riconoscessero.
Charlotte Brontë (Jane Eyre)
Forse crescere significa anche questo. Accettare che quel monte che protegge la vallata ha anche un altro versante, nascosto. Che il terreno non è tutto uguale,ci sono zone più fertili, altre più aride.Alcune parti sono addirittura a rischio frana. Ci sono angolazioni e scorci che non avresti mai potuto scorgere dalla tua prospettiva iniziale.E' così che si diventa uomo o donna? Accettando che una montagna è l'insieme di quelle prospettive, sennò è solo un fondale teatrale?
Zerocalcare (Dimentica il mio nome)
Devo tuttavia confessare che, nel mio sentimentalismo, sono profondamente commosso e ammirato di fronte a quel lupo che “non può” azzannare la gola dell’avversario, e ancor più di fronte all’altro animale, che conta proprio su questa sua reazione! Un animale che affida la propria vita alla correttezza cavalleresca di un altro animale! C’è proprio qualcosa da imparare anche per noi uomini! Io per lo meno ne ho tratto una nuova e più profonda comprensione di un meraviglioso detto del Vangelo che spesso viene frainteso, e che finora aveva suscitato in me solo una forte resistenza istintiva: «Se qualcuno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra...». L’illuminazione mi è venuta da un lupo: non per ricevere un altro schiaffo devi offrire al nemico l’altra guancia, no, devi offrirgliela proprio per impedirgli di dartelo!
Konrad Lorenz (King Solomon's Ring (Routledge Classics))
Daniel emanava un’aura aspra e irregolare, ma era proprio quel modo di essere che l’aveva portata lontano dalla luce e le aveva lasciato intuire che amava la notte assai più del giorno. A nessuno piace capire di amare le tenebre, pensava. Possiamo accettarlo, infine, ma tutti noi vogliamo essere il contrario. Vogliamo il calore e la trasparenza della luce. Se ognuno di noi vivesse davvero ogni giorno come se fosse l’ultimo, quante cose si svolgerebbero diversamente? Se questo fosse il mio ultimo giorno, se i Maya avessero ragione e l’apocalisse fosse vicina, io richiamerei Arthur. Senza dubbio. Viceversa, se fossi certa di un domani, non sono sicura che sarebbe assennato alcun tipo di gesto che porti a una ricaduta. La nostalgia costa carissima e va adoperata solo quando proprio non se ne può fare a meno. Okay, non ne posso fare a meno. Vorrei dirgli che rimuginare è inutile. Non sappiamo come, né perché, ma a un certo punto della nostra vita perdiamo delle opportunità. Ed è una perdita irreversibile, non c’è niente da fare. «In Giappone diciamo: domandare non costa che un istante di imbarazzo, non domandare è essere imbarazzati per tutta la vita.»
Alessia Gazzola (Le ossa della principessa (Alice Allevi, #3))
Il mio regno è grande come il mondo, perché non sono né italiano né francese né indiano né americano né spagnolo: io sono cosmopolita. Nessun paese può dire di avermi visto nascere; Dio solo sa quale terra mi vedrà morire. Io adotto tutti i costumi, parlo tutte le lingue; [...] Dunque capirete che non essendo di alcun paese, non domandando protezione, non riconoscendo alcun uomo per mio fratello, non un solo scrupolo che arresta i potenti, non un solo ostacolo che paralizza i deboli, può arrestarmi e paralizzarmi. Ho solo due avversari, non dico due vincitori, perché li sottometto con la tenacia: la distanza e il tempo. Il terzo, ed è il più terribile, sta nella mia condizione di mortale. Ciò solo può fermarmi nella strada che percorro, e prima che abbia conseguito lo scopo a cui miro; tutto il resto l'ho calcolato. Ciò che gli uomini chiamano capricci della fortuna, ossia la rovina, i cambiamenti, le eventualità, li ho previsti tutti, e se qualcuno può colpirmi, nessuno può rovesciarmi. A meno che non muoia, sarò sempre ciò che sono.
Alexandre Dumas (The Count of Monte Cristo)
L'ingresso di Edy zum Thor nell’open space mi distolse dai miei pensieri. Silenzioso come un gatto, dopo la consueta pausa caffè mi era scivolato alle spalle e si era seduto alla sua scrivania, proprio accanto alla mia. Lo salutai con un cenno del capo e mi rimisi immediatamente al lavoro. Se c'era qualcuno capace di farti sentire in colpa con uno sguardo, anche quando sapevi di non aver fatto nulla di sbagliato, quello era Edy Thor. Forse per via delle sue origini anglo-tedesche, che lo rendevano un uomo tutto d'un pezzo, aveva sempre stampata in viso l'espressione di chi è a posto con la coscienza ma potrebbe, quando meno te lo aspetti, cogliere te in fallo. Quando Edy lavorava vicino a me − attività che, per fortuna, era interrotta da frequenti riunioni nell'ufficio del nostro direttore editoriale − mi sentivo costantemente sotto osservazione. Non che lui badasse mai al mio operato: era anzi perennemente immerso nello schermo del computer, intento a rendere qualsiasi testo dovessimo pubblicare non un po' migliore, ma il suo capolavoro.
Chiara Santoianni (Missione a Manhattan)
«Benvenuto nel Cimitero dei Libri Dimenticati, Daniel. ... «Questo luogo è un mistero, Daniel, un santuario. Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un'anima, l'anima di chi lo ha scritto e di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza. Molti anni fa, quando mio padre mi portò qui per la prima volta, questo luogo era già vecchio, quasi come la città. Nessuno sa con certezza da quanto tempo esista o chi l'abbia creato. Ti posso solo ripetere quello che mi disse mio padre: quando una biblioteca scompare, quando una libreria chiude i battenti, quando un libro viene cancellato dall'oblio, noi, i custodi di questo luogo, facciamo in modo che arrivi qui. E qui i libri che più nessuno ricorda, i libri perduti nel tempo, vivono per sempre, in attesa del giorno in cui potranno tornare nelle mani di un nuovo lettore, di un nuovo spirito. Noi li vendiamo e li compriamo, ma in realtà i libri non ci appartengono mai. Ognuno di questi libri è stato il miglior amico di qualcuno. Adesso hanno soltanto noi, Daniel. Pensi di poter mantenere il segreto?»
Carlos Ruiz Zafón
La ce sunt bune cărţile? Îmi vine să răspund: la totul şi la nimic. Poţi trăi foarte bine fără să citeşti. Milioane de oameni n-au deschis niciodată o carte. A vrea să le explici ce pierd e totuna cu a explica unui surd frumuseţea muzicii lui Mozart. În ce mă priveşte, mă număr printre cei care nu pot trăi fără cărţi. Sunt un vicios al lecturii. Am nevoie să citesc aşa cum am nevoie să mănânc şi să beau. Hrana pe care mi-o oferă lectura îmi este la fel de indispensabilă ca şi aceea materială. Resimt fiecare zi fără o carte ca pe o zi pierdută.
Nicolae Manolescu (Cititul şi scrisul)
[...]finché non siamo arrivati al cancello, al, al cancello, ho visto un treno e binari. Ma non un treno come ho visto quando arrivavo qui a Dachau, ma un treno con...per passeggeri, per gente [cane guaisce in sottofondo]. Non per, ehm, per cani o per ehm, cavalli. Ma questo, questo non può essere per noi, forse Gestapo arriva anche. No...il treno era per noi! E lì, prima di entrare su treno, tutti ricevevano una scatola. Una scatola da Croce rossa svizzera, e io l'ho acchiappata, e sono entrato su treno. Ho aperto la scatola; c'era molte cose, qualche sigaretta, un pezzo di pane, un pezzo di cioccolata. Marmellata. Oh, era un grande, grande tesoro per me. E questo, e il treno ha cominciato a muoversi. Un treno...la prima volta che entravo in un treno dove sta la gente. Persone viventi. E il treno ci ha preso; siamo andati per qualche giorno, non ricordo quanto, mi sentivo molto male, qualche volta un poco meglio, ma questo mi aiutava, quello che avevo. Ma io...dovevamo stare molto attenti; di notte potevo dormire, ma non dormivo per causa del mio tesoro quale avevo. Perché rubavano. Altra gente finiva tutto in una notte, o in un giorno, così non avevano; hanno rubato ad altri. Io stavo sdraiato sopra e tenevo. E qualche volta di notte acchiappavo qualcuno che voleva rubare il mio, il mio tesoro. Certo, se avevo molto più da dormir, mi sentirei molto meglio. Ma non potevo dormire, perché questo era più per me che dormire. Sapevo che con questo posso sopravvivere. Metamaus, Art Spiegelman
Art Spiegelman (MetaMaus: A Look Inside a Modern Classic, Maus)
Io so cosa vuol dire essere felice nella vita e la bontà dell'esistenza, il gusto dell'ora che passa e delle cose che si hanno intorno, pur senza muoversi, la bontà di amarle, le cose, fumando, e una donna in esse. Conosco la gioia di un pomeriggio d'estate a leggere un libro d'avventure cannibalesche seminudo in una chaiselongue davanti a una casa di collina che guardi il mare. E molte altre gioie insieme; di stare in un giardino in agguato e ascoltare che il vento muove le foglie appena (le più alte) di un albero; o in una sabbia sentirsi screpolate e crollare infinita esistenza di sabbia; o nel mondo popolato di galli levarsi prima dell'alba e nuotare, solo in tutta l'acqua del mondo, presso a una spiaggia rosa. E io non so cosa passa sul mio volto in quelle mie felicità, quando sento che si sta così bene a vivere: non so se una dolcezza assonnata o piuttosto sorriso. Ma quanto desiderio d'avere cose! Non soltanto mare o soltanto sole e non soltanto una donna e il cuore di lei sotto le labbra. Terre anche! Isole! Ecco: io posso trovarmi nella mia calma, al sicuro, nella mia stanza dove la finestra è rimasta tutta la notte spalancata e d'improvviso svegliarmi al rumore del primo tram mattutino; è nulla un tram: un carrozzone che rotola, ma il mondo è deserto attorno e in quell'aria creata appena, tutto è diverso da ieri, ignoto a me, e una nuova terra m'assale.
Elio Vittorini
De citit, citeam la întîmplare, pe apucate, şi n-am studiat nimic serios. Singura mea specialitate adevărată era plictiseala pe care mi-o provoca învăţătura sistematică. Îmi pregăteam însă cu grijă totdeauna cîteva citate pe care la momentul oportun le debitam ca din întîmplare, ca să forţez o impresie favorabilă; şi au fost cîţiva profesori care s-au lăsat înşelaţi, ba chiar au văzut în mine o speranţă, ceea ce mă făcea să rîd în sinea mea cu recunoştinţă deoarece, sărmanii de ei, îmi dădeau fără voie încredere în capacitatea mea de escroc; cel puţin la acest capitol nu eram cu desăvîrşire mediocru; învăţasem ceva din războiul cu tata, din lecţia dură a şcolii de corecţie şi din ipocrizia bine însuşită la spital. Azi nu mă mai mir decît de curajul şi luciditatea cu care am constatat atunci că nu eram bun de nimic. Cum am ajuns să-mi pierd ulterior această luciditate e aproape o taină pentru mine. La Belle Arte îmi spuneam aproape cu satisfacţie: "Avantajul meu faţă de ceilalţi mediocri, şi slavă Domnului nu sînt deloc singur, e important: eu ştiu! De aceea ei vor fi mereu în inferioritate faţă de mine". Şi totuşi am uitat asta. Singura explicaţie pe care mi-o dau e că în orice ins mediocru există primejdia de a se crede într-o bună zi genial.
Octavian Paler (Un om norocos)
«Incolpi la gente di credere in Dio considerandola una massa di poveri illusi. Tu ti conforti nella scienza che fa solo congetture. Quali prove concrete hai a sostegno della tua tesi della malattia da cinquecento milioni di dollari?». Scossi la testa come per dire che non ne avevo, ed era la verità. Ipotesi più accreditata non è sinonimo di certezza. È solo più facile per me da accettare, com’è più semplice per chi ha fede pensare che i vampiri siano i dannati terreni che Dio non vuole nemmeno all’inferno. Una lacrima mi rigò la guancia e immediatamente Adam sciolse la presa ad un passo da quella che sarebbe potuta essere la mia fine. Rimasi sdraiata nella stessa posizione in cui mi aveva costretto, supina, e ricominciai a respirare gradualmente senza allontanare i miei occhi dai suoi. Era bello tornare a vivere sotto il suo sguardo. Si avvicinò ulteriormente al mio viso parlandomi sopra le labbra. Le sfiorò più volte con le sue, senza il minimo proposito di baciarmi. «Forse potrebbe essere la morte la vera malattia e noi la legittima cura. Guardami, Elizabeth» bisbigliò alzandomi il mento col pollice. «Ho quasi duecentocinquanta anni e non ne dimostro nemmeno trenta. Magari tra qualche anno scoprirete le origini della patologia che ammorba gli angeli, e allora la rivenderete a coloro che vorranno volare».
Giorgia Penzo (Red Carpet)
Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire partecipare. Chi vive veramente non può non essere cittadino partecipe. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Io partecipo, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, partecipo. Perciò odio chi non partecipa, odio gli indifferenti.
Antonio Gramsci
«Io non mi sposo, se mi dici che mi ami e vuoi stare con me» azzardai, con il respiro strozzato in gola e le mani gelide per la tensione. Lui si volse verso di me. «Qui non si tratta di me, Serena» iniziò lui, ed ebbi un brivido di paura: non mi chiamava mai con il mio nome completo. «Non si tratta di Christian o di quello che provo per te. Se ti dicessi che ti amo e tu lo lasciassi e poi tra noi non funzionasse? La colpa sarebbe mia che ti ho portato via da lui.» «Non capisco» tentai di stimolarlo a spiegarsi meglio. «Tu devi lasciarlo perché vuoi farlo, non perché ci sono io di mezzo.» Il silenzio si fece pesante e denso. «Tu vuoi un figlio e vuoi sposarti, io questo non posso farlo» aggiunse lui dopo, distogliendo lo sguardo dal mio che si stava riempiendo di lacrime. «Ho paura di restare sola» bisbigliai. «Tutti abbiamo paura di restare soli, ma non si sposano solo per quel timore.» Pensai che avevo avuto ragione. Nico non sarebbe mai stato mio marito e forse non avremmo avuto dei bei bimbi cicciotti che correvano per casa, ero disposta a rinunciare a quello per lui? «Io sono innamorata di te, anche se non volevo accadesse. Ma tu cosa provi davvero per me?» Nico tornò a fissarmi. Era strano, sembrava assente e lontano, freddo come il ghiaccio e pericoloso come la punta di un coltello, e con quello sguardo mi colpì al cuore, dritto, affondando la lama sino all’impugnatura. «Sei importante per me». Tutto qui? Pensai subito. Solo quello, io ero importante, come poteva esserlo un cane o un animale domestico. Con le lacrime agli occhi guardai le fiamme spietate nei suoi occhi, fiamme che mi stavano divorando l’anima e tutti i sentimenti che avevo dentro. «Anche se provassi qualcosa per te, non te lo direi mai. Io sono così e sarò sempre così» aggiunse lui, poco dopo, scostandosi dal mio contatto, non solo da quello visivo. «Se devi piangere vai a farlo da un’altra parte, per favore» commentò lui, la voce fredda, priva di inflessioni che mi fece così male da farmi sentire i polmoni collassare. Tutto lì. Niente Addio, Serena, niente Chiamami quando starai meglio, niente Scusami, sono un cretino. Mi asciugai le lacrime dal viso, gli girai intorno, raccogliendo i miei vestiti che infilai velocemente e uscii dalla porta come ero entrata: sola.
Eilan Moon (Il mio lieto fine)
«Ascolta, so come ti senti: sei prevenuto, hai paura, ti senti insicuro, credi che la felicità per te sia irraggiungibile. Ti assicuro che non è così. Io non ti lascerò mai, sarò sempre al tuo fianco, malgrado i tuoi sbalzi d’umore e la tua stronzaggine. Ci sarò per te, ci sono sempre stata. E ti amo, Elijah, dovresti saperlo.» Annuisce, ma l’espressione combattuta non va via dal suo viso. Non crede ancora di meritare la felicità. Non può vivere così, deve lasciarsi il passato alle spalle, prendere coscienza del fatto che da ora in poi la nostra vita sarà insieme, amarmi con tutto se stesso e mettersi in gioco. «Anche io ti amo e cercherò di dimostrartelo, di essere più ottimista. Mi fido di noi e so che il nostro amore è fortissimo, che siamo un’unica cosa e niente può separarci, nemmeno le mie insicurezze del cazzo.» Mi alzo sulle punte e assaggio le sue labbra con frenesia «Così ti voglio» mormoro. Si morde il labbro, incastrandomi con uno sguardo malizioso. «Io ti voglio in qualsiasi modo» esclama.
Debora C. Tepes (Sei tu il mio paradiso)
La ce sunt bune cărţile? Îmi vine să răspund: la totul si la nimic. Poţi trăi foarte bine fără să citeşti. Milioane de oameni n-au deschis niciodată o carte. A vrea sa le explici ce pierd e totuna cu a explica unui surd frumuseţea muyicii lui Mozart. În ce mă priveşte, mă număr printre cei care nu pot trăi fără cărţi. Sunt un vicios al lecturii. Am nevoie să citesc aşa cum am nevoie să mănânc şi să beau. Hrana pe care mi-o oferă lectura îmi este la fel de indispensabilă ca şi aceea materială. Resimt fiecare zi fără o carte ca pe o zi pierdută. Înainte de a mă culca seara, îndată ce mă trezesc dimineaţa, în călătorii, ba chiar şi în tramvai, pretutundeni şi oricând citesc. Nu mă pot închipui fără să ţin în mână o carte. Îmi e uneori de ajuns să o răsfoiesc. Gestul mecanic al cititului mă satisface adesea. Când era foarte bătrân, tata nu mai citea decât romane poliţiste: aceleaşi, de mai multe ori. Le uita şi le relua. Aşa fac şi eu cu unele cărţi. Am uitat uneori ce am citit în ele. Am uitat alteori că le-am citit. Plăcerea lecturii rămâne de fiecare dată întreagă. În cele mai multe cazuri le ţin minte perfect şi aş putea să vorbesc la nesfârşit despre ele, fără să le am dinainte, fără să le deschid şi să le ordonez [...]. Pe cele noi le aştept cu sufletul la gură. Curiozitatea nu m-a părasit niciodată. O carte nouă e lucrul cel mai frumos care mi se poate intampla. Sufletul mi-e vesel, oho, pentru că n-am citit toate cărţile.
Nicolae Manolescu