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Il leader leghista portava lo scompiglio, aizzava lo spread e pareva contento. Come se si stesse divertendo. Le sue dichiarazioni sempre più agguerrite e la sua banda di colonnelli antieuro hanno conti “nuato a causare danni alla reputazione italiana, già traballante, nei giorni successivi alla vittoria delle elezioni. E chi lo aiutava ad alzare la posta in palio, a rilanciare ancora? Naturalmente il suo fedele compare antieuro, Claudio Borghi, l’ex funzionario della Deutsche Bank di Milano che ormai si dava arie da profeta economico. Un membro della prima ora di quel gruppo di militanti antieuro che includeva Paolo Savona, Alberto Bagnai e in seconda battuta Francesca Donato e Antonio Maria Rinaldi.
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