Mike Piazza Quotes

I’d better make a list of all the things that make me feel good. Lists save lives. They keep our memories alive, as Umberto Eco says in The Infinity of Lists. Here goes: Laura’s voice message letting me know she’s at an LGBT+ rights demo like she’d tell me she was popping down to the shops, and warning me not to pick up if her boyfriend calls; he’s looking for her, and fretting because he can’t find her, and anyway he ‘doesn’t even know the difference between gay and straight’ Raffaella’s voice messages and her joy when she receives our books Maicol tearing through the cobbled streets of Lucignana, drunk on life My great-niece Rebecca joining the bookshop family and the certainty her cynicism will blossom into something completely unexpected My father’s existence The coffee I’m about to have with Tessa, who’s on her way to us on her motorbike with a box full of bookmarks, our official bookmarks she’s been gifting us since that day after the fire, with a quote from her mother Lynn Emanuele Trevi and Giovanni Giovannetti absconding from the literary conference in Lucca, later found smoking weed in a car in Piazza San Michele by a security guard, who happened to be the writer Vincenzo Pardini, so he let them go Ernesto and Mum cuddling on the sofa Daniele’s Barbara and Maurizio’s Barbara Ricchi e Poveri Donatella being sure Romano fancies her My mother trying to escape her hospital bed as soon as I look the other way Tina’s mother Mike quickly wrapping a towel around his waist as I walk into his garden and Mike leaving Brighton with two large boxes of tea stashed in his boot, concocting a story for the customs officers The anglers reading Louise Glück and Lawrence Ferlinghetti on the Segone The words I only ever hear in Lucignana: lollers and slackies and ‘bumming down’ to pee My own continued, miraculous existence.

Non che le sarebbe stato riconoscente, comunque. Era arrivato a un punto in cui la gratitudine non rappresentava più un peso, ma un gesto spontaneo [...]. Nemico, amico, amante... - Certo. Viene al ristorante un paio di volte la settimana. Lo fa anche col te. Legge le foglie di te. Il ponte galleggiante Doveva esserci decisamente troppo da mangiare, e i discorsi a tavola dovevano vertere per lo più sul cibo, con gli ospiti che ripetevano quanto fosse squisito e che, sollecitati a prenderne ancora, giurando di non potercela fare, sazi com'erano, per poi cedere a un bis, gli uomini, e prenderne ancora un boccone, le zie, dicendo che non avrebbero proprio dovuto, che si sentivano scoppiare. Mobili di famiglia Nina si era informata per l'acquisto di una sedia a rotelle. E lui non si era opposto. Tra di loro non parlavano più di quella che avevano battezzato la Serrata Generale. Conforto Di come il mio intero territorio si sarebbe modificato, come se una frana ci si fosse riversata sopra, facendo piazza pulita di ogni significato tranne che della perdita di Mike. Ortiche Le ricordavano certi segni leggeri che a volte si notavano sui marciapiedi in primavera: ombre lasciate da foglie rimaste incollate per terra l'anno precedente. Post and Beam Poi sarebbe venuto il tragitto nell'antiquata gabbia dell'ascensore, azionata da un vecchio - o forse da una vecchia, un'invalida magari, scaltra serva del vizio. Quello che si ricorda Il pesante trucco alla Cleopatra e l'ombretto viola le rimpicciolivano anziché ingrandirle gli occhi, come se si nascondessero apposta. Aveva i buchi alle orecchie, trafitti da due tondeggianti cerchi d'oro. Queenie Nel centro abitato vicino a Lagoverde trovò un fioraio e comprò un grosso bouquet. Non aveva mai regalato fiori a Fiona. Né a nessun altra. Fece il proprio ingresso nell'edificio come uno spasimante disperato o un marito colpevole da fumetto. The Bear Come Over the Mountain