Maestro Forte Quotes

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Ho riflettutto molto su come descriverlo, e questo è quel che ho deciso: «Nessuno l'ha mai definito un grande cane, o anche un buon cane. Era sfrenato come un ossesso e forte come un toro. Affrontava gioiosamente la vita, con un entusiasmo associato spesso a disastri naturali. È l'unico cane che sia mia stato espulso da un corso di aducazione all'obbedienza». Continuavo: «Marley era un divoratore di divani, un demolitore di porte a zanzariera, un dispensatore di saliva, un ribaltatore di coperchi di pattumiera. Quanto al cervello, lasciatemi dire che ha dato la caccia alla sua coda fino al giorno in cui è morto, apparentemente convinto di essere sull'orlo di una grossa svolta nel mondo canino». Ma c'era dell'altro in lui, e descrissi il suo intuito e la sua empatia, la sua dolcezza con i bambini, e il suo cuore puro. Quelo che volevo realtmente dire era come quest'animale aveva toccato le nostre anime e ci aveva insegnato alcune delle lezioni più importanti della vita. «Una persona può imparare molto da un cane, anche da un cane strambo come il nostro», scrissi. «Marley mi ha insegnato a vivere ogni giorno con sfrenata esuberanza e gioia, a cogliere il momento e seguire il mio cuore. Mi ha insegnato ad apprezzare le cose semplici: una passeggiata nei boschi, una fresca nevicata, un sonnellino in un raggio di sole invernale. E mentre diventava vecchio e malandato, mi ha insegnato l'ottimismo di fronte alle avversità. Sopprattutto mi ha insegnato l'amicizia, l'altruismo e una profonda devozione.» Era uno straordinario concetto che solo ora, sulla scia della sua morte, stavo assorbendo totalmente: Marley come mentore. Era un maestro e un modello di comportamento. Era possibile per un cane, qualsiasi cane, ma soprattutto un pazzo cane incontrollabile come il nostro, indicare agli umani le cose che contavano realmente nella vita? Direi di sì. Lealtà. Coraggio. Devozione. Semplicità. Gioia. E le cose che non contavano. A un cane non servono automobili lussuose o grandi case o vestiti di sartoria. Gli status symbol non significano niente per lui. Un bastone fradicio gli va altrettanto bene. Un cane giudica gli altri non dal colore, il credo o la classe ma da chi sono interioremente. A un cane non importa se sei ricco o povero, istruito o analfabeta, intelligente o stupido. Dagli il tuo cuore e lui ti darà il suo. Era molto semplice, eppure noi umani, così più saggi e più sofisticati, abbiamo sempre avuto difficltà a immaginare quel che conta e non conta realemente. Mentre scrivevo quest'articolo di addio a Marley, mi rendevo conto che era tutto lì di fronte a noi, se solo avessimo aperto gli occhi. A volte occorre un cane con un alito cattivo, pessime maniere, e intenzioni pure per aiutarci a vedere.
John Grogan (Io & Marley)
Et Aldous ouvrit le bal. Il leva bien haut sa batte, comme un chef d’orchestre sa baguette. Un grand silence suivit l’échauffement cacophonique des instruments. Chacun retint son souffle. Et musique, maestro ! Aldous abattit son arme, au hasard. A son signal, toutes les cordes vocales se mirent à vibrer et toutes les belles à tourner, tourner, et encore tourner. Réglé comme du papier à musique. Soulevés par un vent de terreur, les tissus se mêlèrent, se rapprochèrent, se croisèrent par vagues successives. Ce fut un ballet magnifique de voiles, un spectacle de derviches revisité par Pina Bausch. Aldous donna la cadence de la chorégraphie. Jason rythma la symphonie des hurlements, staccato, andante, mezzo forte, forte, fortissimo… Du Beethoven. Au blanc et noir de cette volière d’hirondelles secouée se mêla bientôt le rouge, d’abord par traces impressionnistes, puis par nappes fauves.
Antoine Buéno (Le Soupir de l'immortel)
Aiutalo tu, Tyrion" "Quale aiuto potrei dargli? Non sono un maestro come Luwin o come Aemon, non so come alleviare la sua sofferenza. Non ho incantesimi per ridargli le gambe" "Hai dato aiuto a me quando ne avevo bisogno" disse Jon "Parole, questo ti ho dato. Nient'altro che parole" "E allora da' le tue parole anche a Bran" "Tu stai chiedendo a uno zoppo di insegnare a uno storpio come si fa a ballare" Tyrion scosse il capo " Per quanto onesto possa essere quell'insegnamento, il risultato sarebbe solamente una cosa grottesca. Tuttavia, lord Snow, io so cosa significa amare il proprio fratello. Darò a Bran tutto l'aiuto che sarò in grado di dargli" "Ti ringrazio, mio lord Lannister" Jon si tolse il guanto e gli offrì la destra "Amico mio" Tyrion si sentì stranamente commosso "La maggior parte di quelli della mia risma sono dei bastardi" disse con un lieve sorriso "Ma tu sei il primo bastardo che ho per amico" Si tolse il guanto con i denti e afferrò la mano di Jon, carne a contatto di carne. La stretta del ragazzo era forte e sicura
George R.R. Martin (Il grande inverno (Le cronache del ghiaccio e del fuoco #2))
BEETHOVEN should by no means be offered as a model for directors of orchestras. The performers under him were obliged cautiously to avoid being led astray by their conductor, who thought only of his composition, and constantly laboured to depict the exact expression required by the most varied gesticulations. Thus, when the passage was loud, he often beat time downwards, when his hand should have been up. A diminuendo he was in the habit of making by contracting his person, making himself smaller and smaller; and when a pianissimo occurred, he seemed to slink, if the word is allowable, beneath the conductor's desk. As the sounds increased in loudness, so did he gradually rise up, as if out of an abyss; and when the full force of the united instruments broke upon the ear, raising himself on tiptoe, he looked of gigantic stature, and, with both his arms floating about in undulating motion, seemed as if he would soar to the clouds. He was all motion, no part of him remained inactive, and the entire man could only be compared to a perpetuum mobile. When his deafness increased, it was productive of frequent mischief, for the maestro's hand went up when it ought to have descended. He contrived to set himself right again most easily in the piano passages, but of the most powerful fortes he could make nothing. In many cases, however, his eye afforded him assistance, for he watched the movements of the bows, and, thus discovering what was going on, soon corrected himself.
Anton Schindler (Life of Beethoven)