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Con questo non voglio dire che il depresso e insicuro Charlie Brown, l’egoista e sadica Lucy, l’eccentrico filosofo Linus e l’ossessivo Schroeder (che soddisfa le sue ambizioni beethoveniane con un pianoforte giocattolo e una sola ottava) non siano tutti avatar di Schultz. Ma il suo vero alter ego è chiaramente Snoopy: l’imbroglione proteiforme che fonda la propria libertà sulla certezza di essere in fondo adorabile, il trasformista che, per puro divertimento, può diventare un elicottero, un giocatore di hokey o il Grande Brachetto, e poi di nuovo, in un lampo, prima che il suo virtuosismo possa annoiarvi o sminuirvi, tornare a essere il cagnolino vivace che aspetta solo la cena.
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