K Sera Sera Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to K Sera Sera. Here they are! All 21 of them:

What would come, would come...and you would have to meet it, when it did.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Goblet of Fire (Harry Potter, #4))
My sense of self has expanded and contracted like a schizophrenic accordion. I have questioned everything, and I have felt nothing. I have told the universe to f**k off, and I have fallen down weeping at its compassionate response.
Sera J. Beak (The Red Book: A Deliciously Unorthodox Approach to Igniting Your Divine Spark)
Ecoute, maman, […] Si demain le Poudlard Express déraille et qu’on est tués tous les deux, George et moi, imagine dans quel état tu seras en pensant que, la dernière fois que tu nous as adressé la parole, c’était pour nous accuser injustement ?
J.K. Rowling
Ho seguito le istruzioni di mio padre, mi sono tolto i vestiti e ho messo tutto in un sacco, e poi ho pulito con uno straccio la piccola pozza di sangue sul sedile posteriore. Adesso tutto quello che mi rimane è il tempo. Il tempo per immaginarmi come sarebbero potute essere diverse le cose per lei al momento. Non posso essere condannato per essermi fermato ad aiutare una donna con uno pneumatico sgonfio. Quella fu una scelta giusta, innocente. Ma ogni altra scelta che ho fatto dopo quella… Avrei potuto dirle che la marmitta era danneggiata andandomene via subito dopo dalla sala d’attesa dei clienti. Avrei potuto restare con il culo sul divano a guardare il baseball invece di andare al The Cellar quella seconda sera. Avrei potuto dire di no alla Barracuda che Viktor mi agitava davanti agli occhi. Avrei potuto lasciare che l’assistenza stradale si occupasse di lei quando rimase senza benzina. Avrei potuto non darle il mio numero di telefono; avrei potuto evitare di andare in quell’albergo… Così tante scelte, e ho continuato a fare quella sbagliata. Tutto perché ho permesso a una ragazza senza volto di baciarmi sul ciglio di una strada. E poi però, forse non ha mai contato sul serio quello che ho fatto o quello che ho scelto. Forse la verità è che eravamo destinati a trovarci. Una verità semplice che avrebbe continuato a cercare la sua strada per raggiungerci nonostante le difficoltà, indipendentemente da quale via avrei cercato di evitare. Indipendentemente da quanto avrei seppellito nel profondo i sentimenti che lei mi aveva scatenato dentro con un solo dannato bacio. Se aspetti abbastanza a lungo, la verità trova sempre la sua strada nonostante le difficoltà. Proprio come quel ruscello. Proprio come l’acqua."[99 giorni]
K.A. Tucker (Burying Water (Burying Water, #1))
Il Primo Ministro fissò disperato entrambi per un attimo, poi le parole che aveva faticosamente represso tutta la sera esplosero all’improvviso: «Ma per l’amor del cielo… voi siete maghi! Voi fate magie! Siete in grado di risolvere… be’… tutto!» Scrimgeour si voltò lentamente e scambiò uno sguardo incredulo con Caramell. Questi riuscì a produrre un vero sorriso e rispose con dolcezza: «Il guaio è che anche gli altri fanno magie, Primo Ministro».
J.K. Rowling
La vista di quella creatura lo costrinse ad appoggiare la schiena mentre gli ingranaggi del suo cervello iniziavano a muoversi, cercando con difficoltà di adattarsi alle nuove parti aggiunte al meccanismo. Sembrava quasi che fossero trascorsi anni e non mesi dalla sua scomparsa, e andò su tutte le furie con sua madre perché aveva un maledetto cane e non tanto per il fatto che non lo avesse ancora notato. Comunque, era anche vero che lui non aveva fatto una sola mossa per scendere dall’auto e rincorrerla. Che cazzo di problema aveva? «Non sapevo che avessero un cane,» sussurrò. «Cos’è? Un Pomerania?» Taron si voltò verso di lei, ma la donna stava tornando in casa. Si strinse nelle spalle, lasciando Colin a tormentarsi le dita. Era un quartiere tranquillo e, a quell’ora della sera, era quasi un mortorio, ma per qualche ragione il silenzio in auto divenne più confortevole dell’atmosfera pacifica che lo aspettava fuori. «Credi che lo abbia preso dopo la mia scomparsa?» riprovò Colin. Taron sospirò. “Forse. Vali di più di un cane, Colin.” Colin deglutì e si aggrappò al tessuto dei pantaloni troppo grandi per lui. «Non lo so. A volte ho la sensazione che non mi abbiano mai voluto davvero, ed è per questo che mi hanno cresciuto i miei nonni finché non sono diventato abbastanza grande da soddisfare le loro aspettative.»
K.A. Merikan (Wrong Way Home)
Taron gli strinse una mano, e restò a fissarlo per qualche secondo, ma poi si avvicinò per un bacio, e gli strinse il volto tra le mani. Imparava in fretta, perché, dal loro primo bacio, il primo in assoluto per Taron, le sue labbra erano diventate una droga per Colin. Avevano pomiciato ogni giorno. Taron riversò tutta la sua passione in quel bacio, ma prolungò la sua agonia. Colin si allontanò, respirando a fatica non appena tornò a sedersi. Il buio della sera regalava una luce sufficiente affinché si vedessero, e si sentì in imbarazzo al pensiero che Taron potesse vederlo con il viso contorto dal dolore. Ancora una volta, Colin non si fidò della propria voce, così usò il linguaggio dei segni per dire: “Ti amo.” “Credevo che mi odiassi,” rispose Taron senza sorridere. Non batté ciglio, come se non volesse perdersi nemmeno un secondo della presenza di Colin. Colin cercò di spiegarsi, anche se con difficoltà, ma alla fine disse: “Sono uno stupido. Ero arrabbiato. Mi dispiace di averti ferito.” “Capisco che la tua vita sia là fuori, ma se qualche volta ti andasse di farmi visita…» Colin si sporse e gli afferrò le mani. Aveva un disperato bisogno che capisse. «No. Mi sento veramente me stesso solo quando sono con te. Se mi vuoi ancora… ti prego, portami a casa,» sussurrò. Taron sorrise e avvicinò le mani di Colin per baciarle. Dovette lasciarlo per comunicare, ma impiegò secoli prima di rispondere. “Non sei un peso. Ti amo. Quando sto con te, non mi preoccupo solamente della fine del mondo. Adesso sento il bisogno di vivere il futuro.” Colin annuì e gli allacciò le braccia attorno al collo, conficcandosi il freno a mano nel fianco. Si sentì in pace con se stesso non appena Taron lo strinse, e strofinò il viso contro la sua guancia, desiderando marchiarlo con il suo odore, anche se non c’era nessuno che avesse intenzione di portargli via il suo uomo. Forse quel cazzo di audio libro non si era sbagliato. Forse il cambiamento era un bene, anche se era difficile.
K.A. Merikan (Wrong Way Home)
Mi sentivo scivolare Dalle labbra tutti i miei taboo Sempre di più Rossetto rosso amarena Rosso amarena Che mi hai lasciato quella sera Dura da una vita intera Quella bocca amarena Mi toccava a mala pena Pelle d'oca sulla schiena Indelebile, ti ho su di me Mille notti aspetto Di trovare un'altra te Un'altra stella nel mio letto Brucia come cenere A sapere che poi l'alba Ti avrebbe portata via Avrei detto a quelle labbra "Tu sei mia" Tu ti avvicinavi e io dicevo sì Alla fine varrà la pena arrivati fino a qui Sussurravi vestita di brividi Rosso amarena
Baby K
Tous les gamins des rues que j'ai connus, tous les orphelins et les vagabonds, tous les laissés pour compte à qui le monde fait comprendre dès le début qu'ils ne sont pas les bienvenus, qu'ils ne sont rien et qu'en raison de cela, rien ne leur sera pardonné, tous ceux qui sont nés des cruautés que sèment l'or et l'acier, tiennent debout parce qu'ils sont parvenus à se rêver autrement.
Patrick K. Dewdney (La Maison des veilleurs (Le cycle de Syffe, #4))
Que sera, sera.
m.k
«Ti ho desiderato dal momento in cui ti ho visto,» sussurrò Tank, proprio prima di mordergli il collo. Clover restò a bocca aperta, euforico per quella confessione. Si sentì al settimo cielo. Tank non era il genere di uomo che parlava a sproposito. Diceva qualcosa solamente quando ci credeva sul serio. Gli massaggiò le spalle ampie, sconvolto dall’emozione travolgente nella voce dell’amante mentre l’eccitazione tra di loro cresceva sempre di più, come un’onda pronta a colpire la costa. Non si trattava di uno scambio. La passione tra di loro era genuina, e lui aveva smesso di fingere che fosse vero il contrario. Se Tank era sincero con lui, allora aveva intenzione di accogliere tutto ciò che quel ragazzone era disposto a dargli. Gli massaggiò i muscoli imponenti delle braccia e disse: «Potresti schiacciarmi, ma so che non lo farai mai.» Gemette quando sentì le molle arrugginite del materasso sotto di loro. «Adoro che tu sia così grosso. Mi fa sentire protetto.» «Oppure schiacciato da un macigno,» rispose Tank con voce roca, spingendo lentamente i fianchi. «Voglio venire su di te per impregnarti del mio profumo fino a domani sera.»
K.A. Merikan (Their Bounty (Four Mercenaries, #1))
À Poudlard une aide sera toujours apportée à ceux qui la demandent.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Chamber of Secrets (Harry Potter, #2))
«Draco, fallo o spostati. Uno di noi...» strillò la donna, ma in quel preciso istante la porta si spalancò ancora una volta e apparve Piton, la bacchetta in pugno. Guardò la scena, da Silente accasciato contro il muro ai quattro Mangiamorte, a Malfoy. «Abbiamo un problema, Piton» disse il goffo Amycus, senza distogliere da Silente lo sguardo e la bacchetta. «Il ragazzo non sembra in grado...» Ma qualcun altro aveva pronunciato il nome di Piton, con dolcezza. «Severus...» Quel suono atterrì Harry più di ogni altra cosa che aveva vissuto quella sera. Per la prima volta, Silente supplicava. Piton non rispose. Avanzò e spinse rudemente Malfoy di lato. I tre Mangiamorte si ritrassero senza una parola. Perfino il lupo mannaro era intimorito. Piton scrutò per un attimo Silente, e incisi nei suoi duri lineamenti c’erano disgusto e odio. «Severus... ti prego...» Piton levò la bacchetta e la puntò contro Silente. «Avada Kedavra!»
J.K. Rowling (Harry Potter and the Half-Blood Prince (Harry Potter, #6))
Il M° Vitaliano Gallo il 5 Agosto 21,15 dirigerà la Banda Cittadina Pasquale Anfossi in piazza T. Chierotti ad Arma Taggia. Programma: K. J. Alford: Colonel Bogey D. Shostakovitch: The Second Waltz A. Mizzi: The King G. Bizet: Carmen P. Mascagni: Cavalleria Rusticana Intermezzo L. Bernstein: West Side Story M. Dalprà: El Cocorito Paso Doble G. Gershwin: Summertime E. John: The Lions King J. Fucik: Florentiner Marsch Note di sala: “E tanta gente dai portoni cantando sbucò e tanta gente in ogni vicolo si riversò e per la strada quella povera gente marcia felice dietro la sua banda Se c'era uomo che piangeva sorrise perché sembrava proprio che la banda suonasse per lui in ogni cuore la speranza spuntò quando la banda passò cantando cose d'amor La banda suona per noi La banda suona per voi” Chico Buarque de Hollanda “cantando coisas de amor” La canzone vinse il Festival de Música Popular Brasileira del 1966. In Italia fu portata al successo l’anno seguente da Mina nella cover dallo stesso titolo firmata da ‎Antonio Amurri, poi inclusa nell’album “Sabato sera - Studio Uno '67”.‎ Prossimo appuntamento 10 Agosto Molini di Triora
vitaliano gallo
«Ti amo, Nox, puoi dirmi qualunque cosa. Si tratta della stronzata dello stalker? O hai difficoltà con la tua dipendenza?» «Tu mi ami?» chiedo meravigliato. «Certo che ti amo.» «Pensavo…» Faccio un respiro profondo e poi espiro, prima di guardarlo finalmente negli occhi. «Pensavo che lo avessi detto per via del sesso, l’altra sera.» Adam continua a sembrare confuso per diversi secondi, prima di comprendere. «Oh, no, uccellino.» Mi stringe ancora più forte. «Mi dispiace di averti fatto dubitare, ma tu sei importante per me. Tu, non il tuo corpo e non il sesso.» Sento un nodo che mi chiude la gola. Come può tutto ciò essere reale? Come può un uomo come lui provare questo per me? «Cosa c’è che non va?» chiede Adam, tirandomi su il mento così che possa guardarlo di nuovo. «Puoi avere di meglio, rispetto a me. Forse pensi di amarmi adesso, ma in futuro…» «Lennox Dalton, ascoltami bene.» Il suo tono deciso mi invia un brivido lungo la schiena. «Te lo ripeterò finché non mi crederai: tu sei incredibile. Potrai aver avuto un inizio difficile nella tua vita, ma è questo che ti rende meraviglioso. Amo ogni cicatrice e ogni imperfezione sul tuo corpo, perché mostrano la tua forza e il tuo coraggio. Ci sono molte persone là fuori che sono false e vuote, sono superficiali. Tu hai profondità e sostanza. Riesci ad avere senso dell’umorismo e una prospettiva luminosa alla faccia di tutto il resto. Tu sei il mio eroe.» «Ti amo.» È tutto ciò che riesco a dire prima di affondare la faccia di nuovo sul suo petto. Le braccia di Adam sono una presenza solida e calda intorno a me; sono la mia àncora
K.M. Neuhold (From Ashes (Heathens Ink #3))
La sera dell’incarico misterioso, sfumature rosso lampone colorarono il tramonto e, anche se Pyro aveva continuato a scherzare sul nuovo ruolo che aveva lui nel gruppo, l’umore generale era rimasto cupo tutto il giorno. Anche Drake, che aveva concordato che lui dovesse gettarsi nella mischia, sembrava teso in maniera insolita, quindi Clover aveva deciso di alleggerire l’atmosfera. Eppure, seduto accanto a Tank sui sedili anteriori del loro furgoncino, cominciò ad agitarsi. Sebbene avesse imparato a sparare contro una sagoma, non gli era mai piaciuto uccidere o fare del male agli altri. Tuttavia, la pistola al suo fianco significava che era in grado di farlo. Aveva il potere e quello cambiò il modo in cui guardò il mondo che lo circondava. Se era abbastanza veloce e in grado di schivare i colpi, con un’arma a distanza poteva sconfiggere persone molto più grosse di lui. Sarebbe andata bene. Era il suo primo lavoro, quindi i ragazzi gli avrebbero guardato le spalle Diede un bacio a Tank su una guancia nel tentativo di placare la tensione nata tra di loro dopo la lotta di qualche giorno prima. L’atteggiamento di Tank esprimeva quanto ci tenesse ma, anche se Clover sapeva che il suo uomo lo faceva per il suo bene, aveva bisogno di fargli capire che non poteva restare per sempre in una bolla come un ragazzo premio. Sebbene amasse la protezione del suo Paparino, era un uomo in grado di prendere delle decisioni importanti. Non poteva restare per sempre ai margini della loro piccola famiglia. Era meglio per tutti che Tank lo capisse al più presto
K.A. Merikan (Their Obsession (Four Mercenaries #2))
«Sei irrequieto. È la riunione di famiglia che ti innervosisce? So che non ti piacciono.» Nemmeno il bacio delicato sull’orecchio riuscì a diminuire il suo nervosismo. «Mi è passata, e poi ormai sono un orfano,» rispose, anche se strinse il braccio sul suo petto. Boar aveva un buon odore quella sera. Come una coperta morbida con cui voleva avvolgersi Nemmeno a me piace pensare alla famiglia che ho perso, ma ci possiamo sostenere a vicenda, anche questa è una famiglia, no? Anche se strana, criminale e incestuosa.» Appoggiò la fronte sulla spalla di Boar e lo abbracciò. «Sei folle. Posso essere così soltanto con te. Forse è questo che ti rende la mia famiglia, se insisti che debba averne una.» «Certo che ne hai bisogno.» Boar intrecciò le dita con le sue e, in quel giardino, sotto le stelle, in quella casa tranquilla, Pyro lasciò libere le sue fantasie. Immaginò loro due a ottant’anni, a bere cocktail tutto il giorno, al casinò e, diamine, forse anche con un pavone bianco, perché no, cazzo? «Ti amo. Solamente tu puoi vedere questa parte di me,» mormorò Pyro, nascondendo il viso nell’incavo del collo di Boar. Era l’unico che non rideva mai di lui o si approfittava della sua debolezza. Inoltre, era quello di cui aveva bisogno. Funzionava alla grande
K.A. Merikan (Their Obsession (Four Mercenaries #2))
«Mi sono comportato un po’ di merda con Nash ieri sera. Mi sono sentito in colpa quando l’ho baciato, perché non volevo ferirti, così… beh, diciamo che sono scappato da lui. Mi aveva appena confessato che poteva essere bisessuale e io l’ho abbandonato, proprio come temeva che avrei fatto.» «Va bene, ora ti farò il caffè da portare via, poi andrai all’Heathens e troverai il tuo uomo, e chiarirai le cose con lui,» dice Zade con autorità. «Pensavo che fossi tu il mio uomo,» scherzo, pizzicandogli una natica. «Lo sono.» Avvolge un braccio intorno alla mia vita e mi tira a sé, baciandomi fiero. Le parole ‘ti amo’ sono sulla punta della mia lingua, ma mi sembra troppo presto. Così lo bacio più intensamente lasciando che sia il mio corpo a esprimere ciò che la mia mente non riesce ancora a dire.
K.M. Neuhold (Going Commando (Heathens Ink, #2))
Il mio corpo trema e ho i nervi a fior di pelle quando arrivo all’Heathens Ink. E se avessi combinato un casino ieri sera e adesso Nash non volesse più riparlarne? E se Nash non fosse così entusiasta all’idea come lo è Zade e volesse farmi scegliere? Come potrei? Ora che Zade mi ha sventolato in faccia l’idea di averli entrambi, la sento come una necessità. Non voglio accontentarmi di avere solo metà del mio cuore. Durante la lunga notte di riflessione, mi sono reso conto di quella che è la verità: Nash e Zade sono due metà del mio cuore
K.M. Neuhold (Going Commando (Heathens Ink, #2))
«A volte vorrei non essere andato in quel locale, quella sera. Ma poi mi rendo conto che non ti avrei mai incontrato. Quindi è stato tipo un compromesso. Lo sai, vero?» «Già.» Gli occhi di Thane vagano sul mio viso, mentre appoggia una mano sulla mia mascella, facendo scorrere il pollice sulla barba della giornata. «Cosa pensi che sarebbe successo se non ci fosse stata la sparatoria? Se fossimo andati a casa mia e avessimo fatto sesso tutta la notte, pensi che saremmo comunque qui adesso?» «Senza dubbio. Qui è dove siamo destinati a essere. E tutti gli ostacoli e le cadute lungo la strada ne sono valsi la pena.» Thane mi stringe più forte e mi bacia tutto il viso finché non rido e mi dimeno tra le sue braccia. «Voglio che tu faccia l’amore con me.» Inizio a togliermi i boxer ancora prima che risponda. «Come se dovessi chiederlo»
K.M. Neuhold (Rescue Me (Heathens Ink #1))
Un bicchiere di birra alle sei del mattino è male. Un piatto di farinata è orribile alle otto di sera. Ai miei occhi, lo spettacolo dei demagoghi che mandano a morire milioni di persone, condannando il mondo alla deriva tra guerre sante e spargimenti di sangue, distruggendo intere nazioni in virtù di una "verità" religiosa o politica è…» scrollò le spalle. «Osceno. Schifoso. Comunismo, fascismo, sionismo opinioni di individui assolutisti inculcate a interi continenti. Senza che questo abbia niente a che fare con l'onestà del condottiero. O dei seguaci. Il fatto che ci credano rende la cosa ancor più oscena. Il fatto che possano uccidersi a vicenda o morire volontariamente per discorsi insensati…» Si interruppe. «Le vedi le squadre di ricostruzione; sai che potremo dirci fortunati se riusciremo mai a riedificare.» «Ma la polizia segreta… sembra talmente spietata e… be', cinica.» Lui annuì. «Suppongo che il Relativismo sia cinico. Sicuramente non è idealista. È il punto d'arrivo di chi è stato ucciso, ferito, ridotto in miseria e a lavorare duramente per le vuote parole. È il prodotto delle generazioni che gridavano slogan, marciavano con le vanghe e le armi, cantavano e scandivano inni patriottici, rendevano omaggio alle bandiere.» «Ma voi le sbattete in prigione. Queste persone che non sono d'accordo con voi - non permettete loro di dissentire… guarda il ministro Jones.» «Jones può benissimo dissentire. Può credere a quello che vuole; può credere che la terra è piatta, che Dio è una cipolla, che i bambini nascono nelle buste di plastica. Può avere l'opinione che preferisce; ma quando comincia a spacciarla per Verità Assoluta…» «Lo sbattete in prigione» disse Nina rigida. «No» la corresse Cussick. «Tendiamo la mano, diciamo semplicemente: dimostra o stai zitto. Conforta i fatti quello che vai dicendo. Se vuoi dire che gli ebrei sono la radice di tutti i mali - devi provarlo. Lo puoi dire, se riesci a dimostrarlo. Altrimenti, fila ai lavori forzati.»
Philip K. Dick (The World Jones Made)