Io Sono L'amore Quotes

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-Io penso che l’amore sia un sacrificio sociale. E tu puoi dirmi che non è vero, ma questo è quello che ho visto. Mi guardo intorno ed è pieno di gente divorziata, di storie d’amore franate e io come faccio a stare con una persona e a credere che non finirò anch’io tra quelle macerie? -Io penso che un tuo bacio può valere le macerie in cui forse un giorno mi lascerai
Giulia Carcasi (Io sono di legno)
I buoni sentimenti sono fragili, con me l'amore non resiste. Non resiste l'amore per un uomo, non resiste nemmeno l'amore per i figli, presto si buca. Guardi nel foro e vedi la nebulosa delle buone intenzioni confondersi con quella delle cattive. [...] Voler bene scorre insieme al voler male, e io non riesco, non riesco a condensarmi intorno a nessuna buona volontà.
Elena Ferrante (The Story of the Lost Child (Neapolitan Novels, #4))
Non capiscono cos'è l'amore", rispose Adalana, "cosa vuol dire essere tenuti stretti e avere qualcuno a cui importa di te. Ho rubato io quel tempo. Sentivo l'alcol e le pillole di Ragen. Oh, fa male parlarne..." "Sì, ma dobbiamo parlarne", disse il dottor George, "ci aiuta a capire". "Sono stata io. E' un po' troppo tardi adesso per dire che mi dispiace, vero? Ho rovinato la vita dei ragazzi... Ma loro proprio non capivano..." "Non capivano che cosa?" chiese la Turner. "Cos'è l'amore. Il bisogno di amore. Essere tenuti stretti da qualcuno. Semplicemente sentirsi caldi e protetti. Non so cosa mi ha spinto a farlo
Daniel Keyes (The Minds of Billy Milligan)
«Tu sei il suo ragazzo?» La domanda fu pronunciata da Jessica, ma per un istante nessuno dei tre ragazzi capì a chi si stesse riferendo. Poi Mery scoppiò a ridere maligna e Gabe impallidì. «Sono solo un amico, più o meno.» Quella frase l’avrebbe perseguitato fino alla fine dei suoi giorni. «Zeke mi voleva vicino. Per aiutarlo.» «Nel caso io non avessi preso bene la notizia?» «Qualcosa del genere.» «Zeke, credevi davvero che sarebbe stato un problema?» chiese sconvolta. «Che il fatto che ti piacciono i ragazzi avrebbe cambiato l’amore che provo per te?» Lui scrollò le spalle fissando il tappeto ai suoi piedi e sua madre gli prese il mento, girandogli il viso nella sua direzione. «Niente, assolutamente niente in questo mondo potrebbe impedirmi di amarti. Hai capito?» Zeke annuì e lei gli scosse piano il capo. «Capito?» «Sì, mamma. »
Susan Moretto (Principessina)
Presi in disparte Ryan, sistemandogli la cravatta per non dare nell’occhio. «Fammi un favore. Resta qui e, quando mi girerò verso di te, fissami nella maniera più tenebrosa e scocciata che puoi». «Tenebrosa?». «Sì, beh… hai presente, no?». «No». Gli riassestai il bavero del cappotto, cercando una definizione che non scadesse nel solito stereotipo. «Guardami come se fossi un vampiro cattivo». Ryan si lasciò scappare una risata monosillabica alla Al Pacino. «Tu vuoi lo sguardo di un voivoda, e io non lo sono mai stato». «Improvvisa». Il vampiro piegò il capo in un gesto d’intesa. «Sei tu la stratega, Elizabeth». Masticò il mio appellativo, spolpandolo fino a raschiarne il nocciolo. Com’è che si dice? Se vuoi qualcosa, o qualcuno, prima devi far tuo il suo nome. Quel millenario, nel più assurdo dei momenti, e nel più sbagliato dei luoghi, aveva fatto l’amore con tutte e nove le lettere del mio.
Giorgia Penzo (Asphodel)
Perché io non sono fatta per la vita. In me tutto è incendio! [...] Io sono una creatura scorticata a nudo, e tutti voi portate la corazza. Tutti voi avete: l’arte, la vita sociale, le amicizie, le distrazioni, la famiglia, il dovere, io, nel profondo, non ho NUL-LA. Tutto cade come pelle, e sotto la pelle carne viva, o fuoco – io: Psiche. In nessuna forma trovo posto – neanche in quella, spaziosissima, dei miei versi! Non riesco a vivere. In me nulla va come negli altri. Riesco a vivere solo in sogno, nei semplici sogni che si fanno di notte: ecco che cado da un quarantesimo piano a San Francisco, ecco l’alba e qualcuno che mi insegue, ecco un estraneo e d’improvviso io lo bacio, ecco che stanno per uccidermi e io spicco il volo. Non sto raccontando favole, io faccio sogni terribili e stupendi, sogni con l’amore, sogni con la morte, è la mia vera vita, senza eventi casuali, tutta fatale, dove tutto si avvera.
Marina Cvetaeva
Chiudo gli occhi anche io. Non sono mai stato innamorato prima di lui, e tuttavia, so che quello che provo è forte, almeno per me, per una persona che non ha mai conosciuto niente dell'amore, questo è quello che più si avvicina alla sua definizione. È il bisogno di averlo vicino, di ascoltarlo farneticare sciocchezze, di sentire sempre quella voce così meravigliosa, di sentire la sua pelle, il suo odore, le sue mani che mi accarezzano, essere in lui come se potessi impregnarmi di quello che è e diventare una persona migliore, solo per lui. Il resto del mondo continua a non interessarmi, ma lui è diverso. Mi fa venire voglia di uscire dalle costrizioni che mi sono autoimposto, di aprirmi e di conoscere altro, perché nei suoi occhi tutto è più bello. Ma forse mi sbaglio, forse non è questo l'amore. Dopotutto non ne capisco niente, ma ho questo istinto viscerale che mi stritola il cuore all'idea di stare lontano da Mack, come un filo che mi connette a qualcuno, e che mi farebbe esplodere semmai cedesse
Amheliie (Road)
Ma ancora non sono dove vorrei essere,” disse. “Sono ancora – come dire? – sono ancora spaventato.” “Notizia dell'ultim'ora, scemo. Tutti abbiamo paura. Devi fartene una ragione e andare avanti.” Baciò Zach con gentilezza. “Impara ad accettare ciò che puoi e ciò che non puoi fare. Come già stai facendo.” “Non so come farò a Boston, senza di te,” disse Zach. David sbuffò. “Te la caverai benissimo. Abbiamo un intero anno di tempo per lavorare sulla tua autostima. Diamine, ragazzi molto più giovani di te vanno al college tutti da soli; ragazzi con le loro inibizioni e i loro problemi. Sarai in buona compagnia. Pensi che io fossi perfettamente a mio agio quando andai all'UCLA? Diavolo, no.” “No?” “No. Perché era passato appena un anno da quando avevo perso il mio migliore amico, e l'amore della mia vita.” Batté la fronte contro quella di Zach. “Tu non avrai questo problema, perché sai che non mi perderai mai. Io ci sarò.” “Insieme per sempre?” “Insieme per sempre,” gli fece eco David. Tirò Zach a sé e appoggiò la testa sulla sua spalla
Rowan Speedwell (Finding Zach (Finding Zach, #1))
«Tu…» «Tu,» lo blocco io. Non riconosco neanche più la mia voce debole e un po’ insicura. Di solito non sono così, dico sempre quello che penso e tanto peggio se non va a genio a qualcuno. Ma, anche se tengo a essere sincero con Mack, so anche che la sua reazione potrebbe farmi male. Cade di nuovo il silenzio nell’abitacolo. Apro gli occhi e giro la testa verso quella del mio compagno e vedo che i suoi occhi mi squadrano. Non riesco a capire cosa pensa delle mie parole, è chiuso quanto un'ostrica. Sento il mio cuore tamburellarmi nel petto, non pensavo che avrei sentito queste sensazioni dovute alla paura che possa rifiutarmi, le palpitazioni, la bocca secca nell'attesa delle sue parole, gli occhi che pungono come se stessi per piangere, e la tensione che mi ha invaso tutto il corpo, pronta a farmi esplodere le vene. Se l'amore somiglia a questo, non sono sicuro di volerlo provare. Ma posso lottare contro tutto ciò? Quello che ho preso per una semplice attrazione sessuale è diventato rapidamente altro, senza che io me ne rendessi conto, e in base a quel poco che so sull'argomento, non ho mai letto o sentito qualcuno dire: “ho scelto di amare questa persona”. Non per niente tutte le espressioni che possono essere ricondotte all’amore sono violente e senza remore: colpo di fulmine, morire d’amore, bruciare d’amore, innamorarsi
Amheliie (Road)
«Te l'ho detto, sono fatto così. Amo incontrare le persone, imparare a conoscerle, sapere come vivono. Voglio vivere un'esperienza e ritornare a casa avendo avuto un'idea di quello che è la vita in generale, delle situazioni più improbabili, dell'inatteso. Vivrò una vita semplice quando ritornerò, avrò un lavoro, un appartamento, una routine di merda dove non avrò la possibilità di incontrare persone che non facciano parte del mio ambiente sociale. E poi francamente, Travis, l’essere umano è così appassionante. Vedo questo viaggio come una lunga esperienza per il mio lavoro. Penso che tutte le esperienze siano degne di essere vissute, che siano la delusione, l'amore, la gioia, o la pena. Vivere significa conoscere ogni tappa sentimentale. Per esempio tutto è da provare, qualunque sia l'ordine, dobbiamo vivere la vita che ci detta il nostro destino, senza riflettere. E per farlo, bisogna incontrare delle persone, avere delle esperienze insolite come prendere lo zaino, la carta di credito e dirsi: “me ne vado per approfittare della mia gioventù prima di avere quarant' anni e realizzare che non ho vissuto”. Ecco io sono così, mi interesso alle persone, non è una cosa che si può spiegare altrimenti, è prendere o lasciare.» «Okay.» Un’unica parola di risposta, per tutto un monologo. Quando dico che questo ragazzo ha un contatore dev’essere senza dubbio vero
Amheliie (Road)
Amami perché l’amore non esiste e io ho provato tutto ciò che esiste. Ma la mia ultrabis-ultratriste-nonna non amava Yankel, almeno nel senso semplice e impossibile della parola. In effetti, sapeva ben poco di lui. E lui poco sapeva di lei. Ciascuno conosceva intimamente nell’altro aspetti di se stesso, ma l’altro no. Avrebbe mai potuto immaginare, Yankel, cosa sognasse Brod? E Brod, avrebbe potuto indovinare, se gliene fosse importato, dove andava Yankel di notte? Erano estranei come mia nonna e me. Ma... Ma ognuno era la cosa più prossima a un degno oggetto d’amore che potesse trovare l’altro. Così se lo profondevano a vicenda, per intero. Lui si sbucciava un ginocchio e diceva: Sono caduto anch’io. Brod si versava l’acqua sulle mutande perché Yankel non si sentisse solo. Lui le diede quella pallina. Lei la portò. E quando Yankel disse che sarebbe morto per Brod, di certo era sincero: ma ciò per cui sarebbe morto non era esattamente Brod, bensì il suo amore per lei. E quando lei diceva: Papà, sei il mio amore, non era né ingenua né ipocrita, ma al contrario: era abbastanza saggia e sincera da mentire. Si scambiavano a vicenda la grande bugia salvatrice – che il nostro amore per le cose sia più grande del nostro amore per il nostro amore per le cose – recitando di buon grado le parti che scrivevano per sé, creando di buon grado le finzioni necessarie alla vita, e credendoci." ― da "Ogni cosa è illuminata
Jonathan Safran Foer (Everything is Illuminated)
Pippa stessa è il gioco tra questi due opposti, l'amore e il non-amore, l'esserci e il non-esserci. Fotografie sul muro, un calzino arrotolato sotto il divano. Il momento in cui ho allungato la mano per toglierle qualcosa dai capelli e lei ha riso e si è scostata per evitare il mio tocco. E così come la musica è lo spazio tra le note, così come le stelle sono belle per il vuoto che le separa, così come il sole colpisce le gocce di pioggia da una certa angolazione e proietta un prisma di colori attraverso il cielo - allo stesso modo lo spazio in cui io esisto, e voglio continuare a esistere, e a essere franchi in cui spero di morire, è la zona di mezzo: dove la disperazione si è scontrata con la pura alterità e ha creato qualcosa di sublime.
Donna Tartt (The Goldfinch)
Sabati Là fuori c’è un tramonto, gemma oscura incastonata nel tempo, e una profonda città cieca di uomini che non ti videro. La sera tace o canta. Qualcuno libera gli aneliti crocifissi in un piano. Sempre, la numerosa tua bellezza. Anche quando non ami la tua bellezza prodiga il suo miracolo nel tempo. Sta in te la gioia come la primavera nella foglia tenera. Io non sono più niente, soltanto un desiderio smarrito nella sera. La delizia sta in te come la crudeltà sta nelle spade. La notte opprime l’inferriata. Nell’austero salone come ciechi si cercano le nostre solitudini. Sopravvive glorioso all’imbrunire il candore della tua pelle. Nel nostro amore c’è una pena che assomiglia all’anima. Tu, ieri soltanto tutta la bellezza sei anche tutto l’amore, adesso.
Jorge Luis Borges (Fervor de Buenos Aires)
Quando guardo Travis, ho l'impressione di conoscerlo da anni, sono riuscito a decifrare ciascuna delle espressioni del suo viso, a capire ciascuno dei suoi silenzi, e a interpretare ogni reazione del suo corpo. Non è più un segreto per me. E tuttavia, io custodisco ancora le mie parti d’ombra, quelle che lo spaventano. Lo vedevo nei suoi occhi, quando mi guardava senza dire niente, ci vedevo le sue domande. Quelle che gli bruciavano sulle labbra, ma che non osava mai pronunciare. Ma Travis ha rispettato la mia scelta, il mio silenzio, malgrado quello che desiderava lui. E abbiamo trascorso un mese insieme, un mese meraviglioso, un mese che non dimenticherò mai. In trentotto giorni accanto a lui ho appreso più sulla vita, sulle persone, sul mondo di quanto abbia fatto nei quattro anni di frequenza alla facoltà di sociologia. Travis Hamilton è la più bella esperienza umana che la vita mi ha dato. Lo so, perché viaggiare attraverso tutto il paese, e innamorarmi erano le due cose più meravigliose che volevo fare da quando ero bambino. Non potrò dimenticarlo mai. Malgrado le scelte immense che si offrono a noi, abbiamo deciso, per il bene di ciascuno, che le nostre strade si sarebbero separate. Avremmo potuto ritornare sulla nostra decisione, tentare di darci una possibilità, ma il risultato sarebbe stato lo stesso; talvolta l'amore non basta. Talvolta amarsi non ci permette di vincere la realtà. Talvolta le differenze sono talmente gigantesche che qualunque cosa si faccia, non si verrà mai a capo delle cose. Io e Travis siamo troppo diversi, e lo sappiamo. Ma questo non ci ha impedito di innamorarci, perché l'amore se ne fotte di tutto.
Amheliie (Road)
Sana: – Perciò capisci? Anche riguardo a Hayama… …pur se mi capita di pensare “forse è innamorato di me”… …un attimo dopo mi dico: “Ma no, probabilmente è solo una tua impressione”… …e mi convinco che è meglio non pensarci. … Dopotutto non si possono capire i sentimenti degli altri, finché non ti vengono espressi chiaramente. Tsuyoshi: – Ascolta… Tu che cosa provi nei confronti di Akito? Sana: – Eh…? Non riesco a capirlo nemmeno io…! … A tutti i miei amici maschi… Hayama, tu, Naozumi e anche Rei… Io voglio molto bene… …ma dove finisce l’amicizia e inizia l’amore… questo non lo so. Il solo fatto di baciare qualcuno non significa essere innamorati… Infatti non avrei problemi a girare la scena di un bacio. … Mi piacerebbe chiedere alle ragazze di tutto il mondo… …dove e come si sono rese conto di essere innamorate. […] L’amore è un sentimento che sfugge alla mia comprensione… …e per il momento non voglio pensarci.
Miho Obana (完全版こどものおもちゃ, 3)
Devo molto a quelli che non amo. Il sollievo con cui accetto che siano più vicini a un altro. La gioia di non essere io il lupo dei loro agnelli. Mi sento in pace con loro e in libertà con loro, e questo l'amore non può darlo, né riesce a toglierlo. Non li aspetto dalla porta alla finestra. Paziente quasi come una meridiana, capisco ciò che l'amore non capisce, perdono ciò che l'amore mai perdonerebbe. Da un incontro a una lettera passa non un'eternità, ma solo qualche giorno o settimana. I viaggi con loro vanno sempre bene, i concerti sono ascoltati fino in fondo, le cattedrali visitate, i paesaggi nitidi. E quando ci separano sette monti e fiumi, sono monti e fiumi che trovi sui ogni atlante. È merito loro se vivo in tre dimensioni, in uno spazio non lirico e non retorico, con un orizzonte vero, perché mobile. Loro stessi non sanno quanto portano nelle mani vuote. "Non devo loro nulla" – direbbe l'amore sulla questione aperta.
Wisława Szymborska
Cosa è piú bello, amore mio? L’amore mancato o l’amore trovato? Non ridere di me, amore. Lo so, sono goffo e ingenuo, io, sull’amore, e mi pongo domande da canzonetta. Eppure, non riesco a smettere. Questo dubbio mi travolge e mi corrode, amore. Trovare o mancare. Intorno a me, le persone non smettono di desiderare. Hanno trovato o hanno mancato? Io non lo so. Un orfano non lo sa. Un orfano è sprovvisto del primo amore. Quello per mamma e papà. Da qui ha origine la sua ingenuità, la sua goffaggine. Mi dicesti, su quella spiaggia deserta della California, «puoi accarezzarmi le gambe». E io non lo feci. Ecco, amore mio, l’amore mancato. Per questa ragione, da quel momento non ho mai smesso di chiedermi: dove sei stata? E dove sei adesso? E tu, bagliore della mia gioventú fallita, hai mancato o hai trovato? Io non lo so. E non lo saprò mai. Non ricordo piú il tuo nome, amore. E non ho la risposta. Ma mi piace immaginarla cosí, la risposta. Alla fine, amore mio, non abbiamo scelta. Dobbiamo trovare.
Paolo Sorrentino (Il peso di Dio. Il vangelo di Lenny Belardo)
«Possibile non ci sia niente che vi piace fare al punto di scommetterci su tutta la vita?» Come un mantra, lo ripeteva. E ancora, a me: «È incredibile, Tommaso, incredibile. Tu e gli altri parlate delle facoltà che avete scelto come di un altro posto di mare a caso dove andare a campeggiare, anziché per un’estate, per un po’ di anni, che tanto una spiaggia vale l’altra. Ma, cazzo, vi lascia così indifferenti la prospettiva di un lavoro che non abbia precisamente a che fare con la roba che nel profondo vi rode dentro, con quello che nel profondo siete? Io se non farò quello che voglio, se non diventerò una scrittrice, se i miei libri non verranno tradotti in tutto il mondo, già ho la piena consapevolezza, oggi e qui, che sarò una donna infelice, con gli occhi tipo punte di spillo: ce l’hai presenti, Tommaso? Le persone con quegli occhi lì. Sono tantissime, tantissime. Non fanno quello che sono nate per fare, non frequentano persone che mettono in gioco la loro parte più fastidiosa, quella che però fa la differenza fra loro e il resto del mondo, quella che uno la guarda e dice “io”: e si trascinano, per le strade e per le giornate, con i loro occhi spenti, con i loro occhi tristi».
Chiara Gamberale (L'amore quando c'era)
Che io lavorassi, guadagnassi e mantenessi la casa rappresentava un’offesa per mio marito. Mi sentivo in colpa e cercavo di ridurre il mio impegno al minimo, non facevo mai riferimento al mio lavoro in pubblico e se qualcuno affrontava l’argomento dicevo che era un passatempo per tenermi occupata e che, certamente, avrei smesso quando avessi avuto dei figli. Ma nel profondo non mi consideravo più impotente e inutile, perché mi ero resa conto della mia capacità di fare soldi. L’avevo ereditata da mio padre, con la differenza che io sono prudente e lui era spregiudicato. Io penso e calcolo, lui imbrogliava e tentava la fortuna. Perché muore l’amore? Me lo sono chiesta molte volte. Fabian non mi diede alcun motivo perché smettessi di volergli bene, anzi, era un marito ideale, non mi indisponeva e non pretendeva nulla. Era, ai tempi, e continuò a esserlo fino alla sua morte, un uomo squisito. Con quello che io guadagnavo e con l’aiuto che lui riceveva dalla sua famiglia vivevamo bene, avevamo una casa accogliente che venne anche fotografata su una rivista di architettura come esempio di costruzione prefabbricata; gli Schmidt-Engler mi accettarono al pari delle altre nuore e mi integrai nella colonia tedesca, anche se non
Isabel Allende (Violeta)
Non posso più ascoltare in silenzio. Devo parlarle usando i mezzi a disposizione che ho in questo momento. Lei strazia la mia anima. Provo a un tempo agonia e speranza. Non mi dica che è troppo tardi, che quei preziosi sentimenti son per sempre svaniti. Mi offro nuovamente a lei col cuore che è suo ancor più di quando lo ha quasi spezzato otto anni e mezzo fa. Non osi più dire che gli uomini dimenticano prima delle donne, che l'amore di un uomo muore più rapidamente. Ho amato solo lei. Posso essere stato ingiusto, debole, schiavo di risentimenti, ma mai incostante. Lei sola mi ha indotto a venire a Bath. Penso solo a lei, per lei sola faccio progetti per l'avvenire. Non se n'è accorta? È possibile che non abbia compreso i miei desideri? Non avrei atteso neppure questi dieci giorni se solo avessi potuto leggere nei suoi sentimenti, come lei, penso abbia visto in fondo ai miei. Quasi non riesco a scrivere. Ogni istante sento qualcosa che mi soggioga. Lei abbassa la voce, ma io so distinguerne toni che altri non saprebbero cogliere. Creatura troppo buona, troppo eccelsa! Lei ci rende davvero giustizia. Lei crede veramente che gli uomini possano provare vero amore ed essere costanti. Mi creda, in me questi sentimenti sono i più fervidi, i più incrollabili.
Jane Austen (Persuasion)
Il quadro mi ha anche insegnato che possiamo comunicare l’un l’altro a distanza di secoli. E sento di avere qualcosa di molto serio e urgente da dirti, mio inesistente lettore, e sento che devo dirtelo immediatamente come se ci trovassimo nella stessa stanza. Che la vita – qualunque cosa sia – è breve. Che il destino è crudele ma forse non casuale. Che la Natura (intesa come Morte) vince sempre, ma questo non significa che dobbiamo inchinarci e prostrarci al suo cospetto. Che forse anche se non siamo sempre contenti di essere qui, è nostro compito immergerci comunque: entrarci, attraversare questa fogna, con gli occhi e il cuore ben aperti. E nel pieno del nostro morire, mentre ci eleviamo al di sopra dell’organico solo per tornare vergognosamente a sprofondarvi, è un onore e un privilegio amare ciò che la Morte non tocca. Perché se disastro e oblio hanno inseguito il quadro attraverso il tempo – così ha fatto l’amore. Nella misura in cui il quadro è immortale (e lo è), io ho una minuscola, luminosa, immutabile parte in quell’immortalità. Esiste; e continuerà a esistere. E io aggiungo il mio amore alla storia delle persone che hanno amato le cose belle, e se ne sono prese cura, e le hanno strappate al fuoco, e le hanno cercate quand’erano disperse, e hanno provato a preservarle e a salvarle intanto che, letteralmente, se le passavano di mano in mano, chiamando dalle rovine del tempo la successiva generazione di amanti, e quella dopo ancora.
Donna Tartt (The Goldfinch)
Narciso gli disse: "Sono così contento che tu sia ritornato! Mi sei mancato tanto, ho pensato a te ogni giorno e spesso avevo paura che tu non volessi ritornare più." Boccadoro scosse la testa: "Via, la perdita non sarebbe stata grande". Narciso, a cui bruciava il cuore di dolore e di affetto, si chinò lentamente verso di lui e fece quello che in tanti anni della loro amicizia non aveva mai fatto, sfiorò con le sue labbra i capelli e la fronte di Boccadoro. Questi s'accorse di ciò che accadeva, prima con stupore, poi con commozione. "Boccadoro", gli sussurrò l'amico all'orecchio, "perdonami di non avertelo saputo dire prima. Avrei dovuto dirtelo allora, quando venni a cercarti nella tua prigione, nella residenza del vescovo, o quando vidi le tue prime figure, o qualche altra volta. Lascia che te lo dica oggi quanto ti voglio bene, quanto tu sei sempre per me, come hai arricchito la mia vita. Per te non avrà molta importanza. Tu sei abituato all'amore, esso non è nulla di strano per te, sei stato amato e viziato da tante donne. Per me è un'altra cosa. La mia vita è stata povera d'amore, mi è mancato il meglio. Il nostro abate Daniele mi diceva un giorno ch'io gli sembravo orgoglioso: forse aveva ragione. Io non sono ingiusto verso gli uomini, mi sforzo di essere giusto e paziente con loro, ma non gli ho mai amati. Di due eruditi che ci siano nel convento, il più erudito mi è più caro; a un debole scienziato non ho mai potuto voler bene, passando sopra alla sua debolezza. Se tuttavia so cos'è l'amore, è per merito tuo. Te ho potuto amare, te solo fra gli uomini. Tu non puoi misurare ciò che significhi. Significa la sorgente in un deserto, l'albero fiorito in un terreno selvaggio. A te solo debbo che il mio cuore non sia inaridito, che sia rimasto in me un punto accessibile alla grazia.
Hermann Hesse (Narcissus and Goldmund)
«Che cosa è l'amore?», disse Melmoth, «è questa la domanda? voi dubitate del mio amore», rispose Isidora; «ditemi allora, che cosa è Mi affidate un compito», disse Melmoth, sorridendo senza allegria, «cosi affine ai miei sentimenti e ai miei pensieri abituali, che lo svolgerò di certo in modo ineguagliabile. Amare, bella Isidora, è vivere in un mondo creato dal cuore, nel quale le forme e i colori sono lucenti quanto ingannevoli e irreali Per quelli che amano non c'è né giorno ne notte, né estate né inverno, né compagnia né solitudine. La loro deliziosa ma illusoria esistenza non ha che due momenti, cosi segnati nel calendario del cuore: presenza e assenza. Essi ostituiscono tutte le distinzioni della natura e della società. Il mondo per loro non contiene che un solo individuo, e quell'individuo è per loro il mondo intero e il suo unico abitante. L'atmosfera della sua presenza è la sola in cui possano respirare, e la luce dei suoi occhi è l'unico sole della loro creazione Allora io amo», disse Isidora dentro di sé Amare», continuò Melmoth, «è vivere un'esistenza piena di contraddi zioni, sentire che l'assenza è insopportabile, e soffrire quasi altrettanto in presenza dell'oggetto amato; avere mille pensieri quando siamo lontani da lui, immaginare come sarà bello confessarglieli, e quando viene il momento atteso sentire, per una timidezza opprimente e inspiegabile, che siamo inca paci di esprimerne anche uno soltanto; essere eloquenti in sua assenza e muti n sua presenza; attendere l'ora del suo ritorno come l'alba di una nuova esistenza, e quando arriva sentirsi privi delle facoltà alle quali doveva dare nuovo vigore; desiderare la luce dei suoi occhi come il viandante del deserto attende il levar del sole, e quando sorge abbagliante sul nostro mondo rinato essere sopraffatti dalla luce intollerabile e quasi desiderare che sia di nuovo notte... questo è amare».
Charles Robert Maturin
È stata la prima e l’ultima volta in cui ha cercato di chiarirmi il sentimento del mondo dentro cui si muoveva. Finora, disse – e qui riassumo a parole mie di adesso –, ho creduto che si trattasse di momenti brutti che venivano e poi passavano, come una malattia di crescenza. Ti ricordi quando ti ho raccontato che s’era spaccata la pentola di rame? E del capodanno del 1958, quando i Solara ci spararono addosso, ti ricordi? Gli spari furono la cosa che mi fece meno paura. Mi spaventò invece che i colori dei fuochi d’artificio fossero taglienti – il verde e il viola soprattutto erano affilati –, che ci potessero squartare, che le scie dei razzi strusciassero su mio fratello Rino come lime, come raspe, e gli spaccassero la carne, che facessero sgocciolare fuori da lui un altro mio fratello disgustoso che o rimettevo subito dentro – dentro la sua forma di sempre –, oppure mi si sarebbe rivoltato contro per farmi male. Per tutta la vita non ho fatto altro, Lenù, che arginare momenti come quelli. Mi faceva paura Marcello e mi proteggevo con Stefano. Mi faceva paura Stefano e mi proteggevo con Michele. Mi faceva paura Michele e mi proteggevo con Nino. Mi faceva paura Nino e mi proteggevo con Enzo. Ma proteggere che significa, è solo una parola. Dovrei farti, adesso, un elenco minuto di tutte le coperture grandi e piccole che mi sono costruita per starmene nascosta, e invece non mi sono servite. Ti ricordi quanto mi faceva orrore il cielo di notte a Ischia? Voi dicevate com’è bello, ma io non potevo. Ci sentivo un sapore di uovo marcio col tuorlo gialloverdognolo chiuso dentro l’albume e dentro il guscio, un uovo sodo che si spacca. Avevo in bocca stelle-uova avvelenate, la loro luce era di una consistenza bianca, gommosa, si attaccava ai denti insieme alla nerezza gelatinosa del cielo, la tritavo con disgusto, sentivo uno scricchiolio di granuli. Mi spiego? Mi sto spiegando? Eppure a Ischia ero contenta, piena d’amore. Ma non serviva, la testa trova sempre uno spiraglio per guardare oltre – sopra, sotto, di lato –, dove c’è lo spavento. Nella fabbrica di Bruno, per esempio, mi si spezzavano le ossa degli animali sotto le dita solo a sfiorarle e ne usciva un midollo rancido, ho provato una tale repulsione che ho creduto di essere malata. Ma ero malata, avevo veramente il soffio al cuore? No. L’unico problema è sempre stato l’agitazione della testa. Non la posso fermare, devo sempre fare, rifare, coprire, scoprire, rinforzare, e poi all’improvviso disfare, spaccare. Tu prendi Alfonso, mi ha messo ansia fin da quando era ragazzino, ho sentito che il filo di cotone che lo teneva insieme stava per rompersi. E Michele? Michele si credeva chissà chi, e invece è bastato trovare la linea di contorno e tirare, ah, ah ah, l’ho spezzato, ho spezzato il suo cotone e l’ho ingarbugliato con quello di Alfonso, materia di maschio dentro materia di maschio, la tela che tessi di giorno si disfa di notte, la testa trova il modo. Ma serve a poco, il terrore resta, se ne sta sempre nello spiraglio tra una cosa normale e l’altra. Se ne sta lì in attesa, l’ho sempre sospettato, e da stasera lo so di sicuro: non regge niente, Lenù, anche qua nella pancia, la creatura sembra che duri e invece no. Ti ricordi quando mi sono sposata con Stefano e volevo far ricominciare il rione punto e daccapo, solo cose belle, il brutto di prima non ci doveva essere più? Quant’è durato? I sentimenti gentili sono fragili, con me l’amore non resiste. Non resiste l’amore per un uomo, non resiste nemmeno l’amore per i figli, presto si buca. Guardi nel foro e vedi la nebulosa delle buone intenzioni confondersi con quella delle cattive. Gennaro mi fa sentire in colpa, questo coso qui dentro la pancia è una responsabilità che mi taglia, mi graffia. Voler bene scorre insieme al voler male, e io non riesco, non riesco a condensarmi intorno a nessuna volontà sana.
Elena Ferrante (The Story of the Lost Child (Neapolitan Novels, #4))
«Avrai sempre le mani legate con questa ragazza, – disse. – Non sarai mai tu ad avere il coltello per il manico. Qui c’è qualcosa – mi disse – che ti fa perdere la testa, e te la farà perdere sempre. Se non tagli definitivamente questo legame, alla fine quel qualcosa ti distruggerà. Non stai più semplicemente soddisfando un bisogno naturale, con lei. Questa è patologia nella sua forma più pura. Senti, – mi disse, – guardala come un critico, da un punto di vista professionale. Hai violato la legge della distanza estetica. Con questa ragazza hai sentimentalizzato l’esperienza estetica: l’hai personalizzata, l’hai trasportata nella sfera dei sentimenti, e hai perduto il senso della separazione indispensabile per il tuo godimento. Sai quando è successo? La sera che si è tolta l’assorbente. La necessaria separazione estetica è venuta meno non mentre tu la guardavi sanguinare – questo andava bene, non era questo il problema – ma quando non sei riuscito a trattenerti e ti sei inginocchiato. Ma cosa diavolo te l’ha fatto fare? Cosa c’è sotto la commedia di questa ragazza cubana che manda al tappeto uno come te, il professore di desiderio? Bere il suo sangue? Io direi che questo ha rappresentato l’abbandono di una posizione critica indipendente, Dave. Adorami, lei dice, venera il mistero della dea sanguinante, e tu lo fai. Non ti fermi davanti a nulla. Lo lecchi. Lo consumi. Lo digerisci. E’ lei che penetra te. Che altro la prossima volta, David? Un bicchiere della sua urina? Tra quanto la implorerai di darti le sue feci? Io non sono contrario perché è poco igienico. Non sono contrario perché è disgustoso. Sono contrario perché questo vuol dire innamorarsi. L’unica ossessione che vogliono tutti: l’“amore”. Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l’amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due. Quella ragazza era un corpo estraneo introdotto nella tua interezza. E per un anno e mezzo tu hai lottato per incorporarlo. Ma non sarai mai intero finché non l’avrai espulso. O te ne sbarazzi o lo incorpori con un’autodistorsione. Ed è questo che hai fatto, e che ti ha ridotto alla disperazione». (…) «L’attaccamento è rovinoso, ed è il tuo nemico. Joseph Conrad: chi si forma un legame è perduto. E’ assurdo che tu stia lì seduto con quella faccia. L’hai assaggiato. Non ti basta? Di cosa riesci mai ad avere più di un assaggio? E’ tutto quello che ci è dato nella vita, è tutto quello che ci è dato della vita. Un assaggio. Non c’è altro». (…)
L'animale morente, Philip Roth.
è stato uno degli anni più grandiosi e più difficili della mia vita. ho imparato che ogni cosa è passeggera. momenti. emozioni. persone. fiori. ho imparato che l’amore sta nel donare. tutto. e nel lasciare che mi dia dolore. ho imparato che la vulnerabilità è sempre la scelta giusta perché è facile essere insensibili in un mondo che rende tanto difficile restare teneri. ho imparato che tutte le cose esistono in coppia. vita e morte. dolore e gioia. sale e zucchero. io e te. è l’equilibrio dell’universo. è stato l’anno di un dolore bruttissimo ma di una vita bellissima. rendere amici gli estranei. rendere estranei gli amici. imparare che la stracciatella alla menta risolve quasi tutto e per i dolori che non risolve ci sono sempre le braccia di mia madre. dobbiamo imparare a concentrarci sull’energia calda. sempre. immergervi gli arti e diventare più bravi ad amare il mondo. perché se non sappiamo imparare a trattarci con gentilezza l’un l’altro come potremo mai imparare a trattare con gentilezza le parti più disperate di noi stessi
Rupi Kaur (The Sun and Her Flowers)
Io ho scelto la terra, pur avendo una bussola nel nome, perché questa è la ia idea di libertà. Non abituarti ad essere quel che gli altri si aspettano da te, ma tradire tutto, certe volte anche te stesso, per diventare quel che sei davvero. Capita che le persone che ti amano, quella roba lì, la vedano addirittura prima di te, e quelle sono le persone che ti amano sul serio.Altre volte invece l'amore di certe persone ti schiaccia, facendoti capire che ti ameranno solo se resterai perennemente il tuo principio, e chi lo ha provato sa bene quanto male faccia guardare negli occhi qualcuno che vede il tuo cambiamento come un'infedeltà, o non lo considera abbastanza, o gli piacevi di più prima. Ecco, in quei casi il problema non è che gli piacevi di più prima, è che non ti hanno amato mai.
Matteo Bussola (La vita fino a te)
Dopo che ho respinto Ander, lui ha incontrato l’amore della sua vita. Era stato un mio compagno di classe. Scotty era un casino, ma Ander si innamorò di lui follemente. In effetti si innamorarono l’uno dell’altro, il che era una cosa fantastica. Il motivo per cui Scotty era un casino era che suo padre era il peggiore degli stronzi. Usava la cintura per la disciplina e roba del genere.” Terry si fermò di nuovo. “Quello che disse Ander fu che doveva mettere i suoi segni sopra quelli che aveva lasciato il padre di Scott. Scott aveva bisogno di possedere quelle cicatrici, amarle, renderle sue, trasformare simbolicamente il dolore in piacere" Prese il polso di Red, sollevandogli il braccio dal letto. “È per questo che l’hai leccata?” “Sì. Ha lo stesso sapore di tutto il resto di te.” Si interruppe. “Non ti farei mai del male, e quello che Ander infligge è un dolore estremamente controllato, di cui il suo sub ha bisogno. Tu non ne hai bisogno, e anche se così fosse io non potrei dartelo. Ma quello di cui hai bisogno è sapere che queste cicatrici sono parte di te, proprio come quei tuoi incredibili occhi che diventano così scuri e profondi quando stai per venire, e quelle fossette sulle guance quando ti dimentichi di te stesso e fai un sorriso davvero ampio.” Si spostò lentamente più in basso lungo il corpo di Red, il suo torace liscio che sfregava sulla peluria sulla pancia dell’uomo. Accidenti, adorava quella sensazione. Per tutta la vita non ne avrebbe mai avuto abbastanza.
Andrew Grey (Fire and Water (Carlisle Cops, #1))
La prima volta che ti ho mostrato la biblioteca, tu mi hai detto che il tuo libro preferito era II vasto, vasto mondo. Pensavo che magari ti avrebbe fatto piacere sapere che l'ho letto.’’ '‘E l'hai trovato di tuo gradimento?’’ ‘‘Per niente. Penso che sia melenso e sentimentale.''
 ‘‘Bene, tutti i gusti sono gusti’’ replicò Tessa amabilmente, sapendo che lui stava cercando di stuzzicarla. ‘‘Il piacere dell'uno è il veleno dell'altro, non trovi?’’ Era la sua immaginazione, o sembrava deluso? ‘‘Hai qualche altra segnalazione di autori americani?’’ 
‘‘A che scopo, se disprezzi i miei gusti? Penso che dovreste riconoscere che siamo piuttosto lontani in fatto di letture, e cercare altrove delle segnalazioni, signor Herondale.’’ Le parole non le erano ancora uscite di bocca, che si morse la lingua. Aveva esagerato.
 E infatti Will non gliela lasciò passare. ‘‘Signor Herondale! Io pensavo…’’ 
‘‘Cosa pensavi?’’ Il tono di Tessa era glaciale. 
‘‘Che potessimo almeno parlare di libri.’’ 
‘‘E l'abbiamo fatto. Tu hai insultato i miei gusti’’ disse Tessa. ‘‘E sappi che II vasto, vasto mondo non è il mio libro preferito. È semplicemente una storia che mi è piaciuta, come La mano nascosta o... Sai, forse potresti suggerire tu qualcosa a me, in modo che possa giudicare i tuoi, di gusti.’’
 Will si sedette sul tavolo più vicino, con le gambe penzoloni, riflettendo chiaramente sulla questione. ‘‘Il castello di Otranto…’’
 ‘‘Non è quel libro in cui il figlio dell'eroe muore schiacciato da un enorme elmo che cade dal cielo? E hai definito insulso II racconto di due città!’’ esclamò Tessa, che sarebbe morta piuttosto di ammettere che aveva letto II castello di Otranto e le era piaciuto. 
‘‘Il racconto di due città…’’ Will annuì. ‘‘Dopo che ne abbiamo parlato, l'ho riletto. Avevi ragione: non è affatto sciocco.’’
 ‘’No?’’
 ‘‘No. C'è dentro troppa disperazione.’’ 
Tessa incrociò il suo sguardo, e le sembrò di cadere dentro quegli occhi azzurri come laghi. ‘’Disperazione?’’ ‘‘Be', per Sydney non c'è futuro, con o senza amore, non trovi? Sa che senza Lucie non può salvarsi, ma tenerla accanto a sé significherebbe umiliarla.’’ 
Tessa scosse la testa. ‘‘Non è così che lo ricordo. Il suo sacrificio è nobile…’’ ‘‘Non gli rimane altro’’ insistette Will. ‘‘Non ricordi cosa dice a Lucie? "Se per voi fosse stato possibile... ricambiare l'amore dell'uomo che vedete davanti a voi - di questo povero sciagurato che si è buttato via, di questo ubriacone senza redenzione - egli, nonostante la sua gioia, in questo istante sarebbe stato consapevole che vi avrebbe trascinato nell'infelicità, trascinato nella sofferenza e nel pentimento, che vi avrebbe fatto avvizzire, vi avrebbe rovinato facendovi precipitare con lui nel fango..." Un ciocco cadde nel caminetto tra una pioggia di scintille, facendo trasalire entrambi e interrompendo Will.
 Tessa ebbe un tuffo al cuore e guardò altrove. Stupida, si disse, stizzita. Ricordava come l'aveva trattata, e tuttavia permetteva che le ginocchia le diventassero molli sentendolo citare Dickens. ‘‘Ne hai imparato a memoria un bel po', non c'è che dire. Davvero impressionante.’’ Will scostò il colletto della camicia, scoprendo la curva armoniosa della clavicola. Tessa non si accorse subito che le stava mostrando un marchio collocato pochi centimetri sopra il cuore.
‘’Mnemosyne’’ disse il Nephilim. ‘‘La runa della Memoria. È fissa.’’ Tessa distolse lo sguardo. ‘‘È tardi. Devo ritirarmi... sono esausta.’’ Gli passò davanti e si avviò verso la porta. ‘‘Vathek, di William Beckford. Se hai trovato di tuo gradimento II castello di Otranto, credo che ti piacerà.’’ ‘‘Oh, bene. Grazie. Me ne ricorderò’’ disse Tessa. Poi si rese conto di non aver affatto ammesso che II castello di Otranto le era piaciuto. Will non replicò. Era ancora accanto al tavolo. Aveva lo sguardo fisso a terra, il viso nascosto dai capelli scuri. Prima di potersi frenare Tessa disse: ‘‘Buonanotte, Will.’’ Lui alzò lo sguardo. ‘‘Buonanotte, Tessa.
Cassandra Clare (Clockwork Angel (The Infernal Devices, #1))
Ci sono vite che si tengono per mano. Vite, legate ad un elastico, che si avvicinano e si allontanano, si allontanano e si avvicinano. Vite incatenate cosi forte da mischiarsi la pelle! E poi... poi ci sono vite che unite da un filo sottilissimo, spezzato dagli errori e dal dolore, riannodato con pazienza in più punti. Vite speciali, le chiamo io, perché hanno unto quel filo dell'incertezza di speranza e dedizione. Perché non hanno avuto paura di perdersi ma hanno rispettato il modo difficile aversi. L'amore annoda e ripara.
Valentina Macchiarulo (Leggera come lei)
Ofelinha, la ringrazio della sua lettera. Mi ha arrecato dolore e sollievo al medesimo tempo. Dolore, perché queste cose sono sempre dolorose; sollievo, perché, in verità, questa è l’unica soluzione - non prolunghiamo oltre una situazione che ormai non trova più la giustificazione dell’amore, né da una parte né dall’altra. Da parte mia, per lo meno, rimane una stima profonda, un’amicizia inalterabile. Ofelinha non mi negherà altrettanto, vero? Né Ofelinha, né io, abbiamo colpa in tutto questo. Solo il destino avrebbe colpa, se il destino fosse una persona a cui attribuire colpe. Il Tempo, che invecchia volti e capelli, invecchia anche, ma ancora più in fretta, gli affetti più coinvolgenti. La maggior parte delle persone, perché è stupida, non se ne rende conto, e crede di continuare ad amare perché ha l’abitudine di sentire se stessa che ama. Se così non fosse, al mondo non ci sarebbero persone felici. Le creature superiori, tuttavia, sono prive della possibilità di questa illusione, perché non possono credere che l’amore sia durevole, né, quando sentono che è finito, si ingannano interpretando come amore la stima, o la gratitudine, che esso ha lasciato. Queste cose fanno soffrire, ma la sofferenza passa. Se la vita, che è tutto, infine passa, perché non dovrebbero passare l’amore e il dolore, e tutte le altre cose, che non sono altro che parti della vita? Nella sua lettera è ingiusta con me, ma la capisco e la scuso; di sicuro l’ha scritta con rabbia, forse persino con dolore, ma la maggior parte delle persone - uomini o donne - avrebbe scritto, nel suo caso, con un tono ancora più aspro, e in termini ancora più ingiusti. Ma Ofelinha possiede un ottimo carattere, e anche la sua irritazione non riesce ad essere cattiva. Quando si sposerà, se non otterrà la felicità che merita, certamente non sarà per colpa sua. Quanto a me... L’amore è passato. Ma conservo per lei un affetto inalterabile, e non dimenticherò mai - mai, mi creda - né la sua graziosa figurina e i suoi modi da ragazzina, né la sua dolcezza, la sua dedizione, la sua adorabile indole. Può essere che m’inganni, e che queste qualità, che le attribuisco, fossero una mia illusione; ma neppure credo che lo fossero, né, se lo sono state, sarebbe scortese da parte mia attribuirgliele. Non so cosa desidera che le restituisca - lettere o che altro. Io preferirei non restituirle nulla, e conservare le sue letterine come memoria viva di un passato morto, come ogni passato; come qualcosa di commovente in una vita, come la mia, in cui l’avanzare degli anni va di pari passo con l’avanzare dell’infelicità e della delusione. Non faccia come la gente comune, che è sempre grossolana; non volti il capo dall’altra parte quando ci incontriamo, e non abbia di me un ricordo in cui entri il rancore. Rimaniamo, l’uno con l’altro, come due che si conoscono dall’infanzia, che si amarono un poco quando erano bambini, e ora, nella vita adulta, seguono altri affetti, e altre strade, e conservano sempre, in un angolino dell’anima, la memoria profonda del loro amore antico e inutile. Ma questi ‘altri affetti’ e ‘altre strade’ riguardano lei, Ofelinha, non me. Il mio Destino appartiene ad altra Legge, della cui esistenza Ofelinha è all’oscuro, ed è subordinato ogni volta di più all’obbedienza a Maestri che non permettono e che non perdonano. Non è necessario che comprenda questo. E sufficiente che mi conservi con affetto nel suo ricordo, così come io, inalterabilmente, la conserverò nel mio. Fernando
Fernando Pessoa (Cartas de Amor)
Perché anche la felicità deve fare così paura? Perché anche quando un sogno si avvicina c’è sempre da fare tornare i conti? Ho passato tanti anni della mia vita ad aspettare. Qualsiasi cosa. Se solo fossimo capaci di vivere mentre aspettiamo. Io non sempre ci sono riuscito. Ho aspettato l’amore di mio padre, ho aspettato che mi venissero riconosciute le mie qualità sul lavoro, ho aspettato troppe telefonate per troppo tempo che non sono neppure mai arrivate, ho aspettato di essere amato come avrei voluto, dimenticandomi che se qualcuno ci ama diversamente da come vorremmo non è detto che non ci ami. Poi ho aspettato per vedere realizzati i miei progetti come se il solo fatto di averli pensati bastasse per vederli concretizzarsi. E mi sono ingannato anche lì. L’attesa tempra, ma può anche sfinire se non supportata da un risultato. Ci sono miliardi di buone occasioni nella vita in cui si è costretti a inventarsi passatempi in attesa che arrivi il tuo tempo. Ma il tempo non è una scienza teorica. Affatto. A un certo punto, quando decide lui, arriva e ti disorienta. Allora tutto quello che hai sognato, se il tempo lo decide, ti si piazza davanti come un mostro gigantesco dalle mille teste e tu non hai più scampo. Hai smesso di sognare, in quel momento, e ti tocca vivere. E, casomai, vivere pure la felicità.
Niccolò Agliardi (Ma la vita è un'altra cosa)
Cioè, credo che in generale le persone sbaglino l’unità di misura. Non penso che la vita possa essere valutata nell’ordine di mesi o di anni; la vita è fatta di attimi. E io ci credo. La felicità non dura un anno e poi se ne va per due. Dura un attimo e poi magari ti lascia un po’ felice per qualche giorno... Poi basta. No? Cioè, il dolore non dura un mese, dura un po’ di più della felicità perché agli uomini piace piangersi addosso, ma comunque è sempre una questione di attimi. Le sensazioni importanti, diciamo le emozioni di serie A, tipo gioia, dolore, amore... sono tutte questione di un attimo. Poi si trasformano in qualcos’altro che dura un po’ di più: la gioia diventa serenità, il dolore ansia o malinconia e l’amore affetto. Non sono sentimenti puri, e comunque dopo un po’ finiscono pure quelli e devi aspettare nuovi attimi.
Alessandro Cattelan (Ma la vita è un'altra cosa)
«Voglio rifarlo, Corey.» Il giovane gli circondò la schiena con un braccio e lo strinse forte. «Anch’io. Gesù, anch’io.» «Pensi che...?» Angel lo abbracciò stretto. «Forse... ti piacerebbe scoparmi?» Corey aumentò la presa. «E tu? Faresti lo stesso con me?» Il ragazzo sorrise sulle sue labbra. «Non sarebbe proprio scopare, lo sai, vero? Ma fare l’amore. Perché mi sto innamorando di te... no, a dire la verità sono già innamorato di te.» «Vuoi stare con me tutto il tempo? Proprio come hai detto, quando ti ho chiesto di spiegarmi l’amore?» «Sì.» «E il futuro?» «Chissà cosa porterà, ma sì, vedo un futuro per noi.» «Anche se sono strano? O quando metto tutte le tue lattine in ordine alfabetico, o guardo i film della Marvel uno dietro l’altro?» «Specialmente in quel caso,» replicò Angel. «Beh, credo proprio di amarti anch’io, se ciò significa volerti toccare tutto il tempo, fissarti e desiderare che tu sia felice.» Angel lo baciò intensamente, tenendogli il volto con una mano e reggendosi con l’altra. «Tu mi rendi felice, Corey.» Si abbracciarono e non si mossero finché non arrivò l’ora di scendere, per raggiungere gli stilisti che avrebbero lavorato a un look coeso per la band. I due arrivarono tenendosi per mano. Scott approvò, annuendo. Non resero la cosa troppo ovvia, ma checché ne pensasse il mondo, Angel e Corey erano una coppia e sarebbero sopravvissuti alla settimana ventura grazie al talento e alla buona volontà.
R.J. Scott (Boy Banned)
LEI: Io mi alzo dopo di lui, lui va a letto prima di me. LUI: Lei va a letto dopo di me, io mi alzo prima di lei. LEI: Facciamo di tutto tranne l'amore. LUI: È sorprendentemente facile. LEI: Basta scordarti. LUI: Che hai quelle cosine lì. LEI: Per giocare a mamma e papà. LUI: Come Ken. LEI: Come Barbie. LUI: Anche se i nostri corpi non sono d'accordo. LEI: Anche se ci svegliano di notte. LUI: Anche se si cercano senza trovarsi, ciascuno girato dalla sua parte. LEI: Anche se ululano alla morte. LUI: O all'amore. LEI: O alla morte dell'amore. LUI: Qui giacciamo noi.
Régis de Sá Moreira (Comme dans un film)
Veloce é sorto e mi si é aperto attorno il luogo, la pace e la gioia e conoscenza che oltrepassa tutte le arti e le dispute terrene, ed io so che la mano di dio è la mano maggiore della mia, e so che lo spirito è il mio fratello maggiore, e che tutti gli uomini che siano mai nati sono miei fratelli e le donne mie sorelle ed amanti, e che una controchiglia della creazione è l’amore. (Walt Whitman)
Filippo Falzoni Gallerani (Il Respiro dell'Anima (Italian Edition))
C'è forse da stupirsi che io sia diventata quella che sono? Delaunay sostiene che fosse da sempre il mio destino... Forse ha ragione ma c'è una cosa che so con certezza: quando l'Amore mi ha scacciata, è stata la Crudeltà ad avere pietà di me.
Jacqueline Carey (Kushiel's Dart (Phèdre's Trilogy, #1))
Orrore! Non so essere incosciente, e rendendolo impossibile ho il pensiero aperto per tutto ciò che serve ad essere incoscienti. L'amore mi fa orrore: è abbandono, intimità, esibire [...] dell'essere. E io la timidezza ho del grande orgoglio e mi fa orrore aprirmi con qualcuno, confidare in qualcuno. Mi fa orrore che qualcuno osservi, leggermente o meno, i nascondigli del mio essere. Abbandonarmi fra braccia nude e belle (seppur che da esse amor venisse), solo ad immaginarlo mi atterrisce; sarebbe violare il mio essere profondo, avvicinarmi troppo agli altri uomini. La nudità, del corpo o dello spirito, mi terrorizza: presto mi abituai quando spogliavo il mio essere, a fissare occhi pudichi, coscienti del più. Pensare di dire "ti amo" e soltanto "ti amo", basta ad angosciarmi... Penso che anche quando rido espongo una parte intima di me; per poter amare sarebbe necessario scordare che sono Faust, il pensatore.
Fernando Pessoa
Ma evitando quel contatto mi sono isolato, e nell'isolarmi ho esacerbato la mia sensibilità già eccessiva. ... Non ho mai considerato il suicidio come una soluzione perché io odio la vita per l'amore che sento per essa. Mi ci è voluto del tempo a capire il penoso equivoco in cui vivo con me stesso. Una volta convinto mi sono addolorato, cosa che mi succede ogni volta che mi convinco di qualcosa, perché la convinzione per me è sempre la perdita di un'illusione.
Fernando Pessoa (The Book of Disquiet)
È facile rimpiangere le vite che non viviamo. Facile desiderare di aver sviluppato altri talenti, accettato altre offerte. Facile desiderare di aver lavorato di più, amato meglio, gestito le nostre finanze in maniera più accorta, di essere stati più popolari, essere rimasti nella band, essere andati in Australia, aver detto sì a un caffè e aver praticato di più il dannatissimo yoga. Non si fa nessuna fatica a sentire la mancanza di amici che non abbiamo mai conosciuto, lavori che non abbiamo fatto e persone che non abbiamo sposato e figli che non abbiamo avuto. Non è difficile guardarci attraverso le lenti di altre persone, e desiderare di essere tutte le caleidoscopiche versioni che gli altri si aspettano che tu sia. È facile provare rimpianto, continuare a provarlo, ad infinitum, finché di tempo non ce n’è più. Ma il vero problema non sono le vite che rimpiangiamo di non aver vissuto. È il rimpianto stesso. È il rimpianto che ci fa avvizzire e rinsecchire e appassire e ci fa sentire come il peggior nemico di noi stessi e degli altri. Non possiamo affermare se qualcuna di quelle versioni sarebbe stata peggiore o migliore. Quelle vite stanno accadendo, è vero, e tu con loro, ed è su questo che ci si deve concentrare. Va da sé che non possiamo visitare ogni luogo o incontrare ogni persona o fare qualunque lavoro, ma la maggior parte delle cose che proveremmo in ognuna di queste vite è ancora a portata di mano. Non è necessario giocare tutte le partite per rendersi conto di cosa significa vincere. Non è necessario sentire ogni brano musicale al mondo per capire la musica. Non è necessario aver assaggiato ogni varietà di uva di ogni vigneto per essere in grado di apprezzare il piacere del vino. L’amore e la risata e la paura e il dolore sono valute universali universali. Non dobbiamo fare altro che chiudere gli occhi e assaporare il gusto del bicchiere di fronte a noi e ascoltare la canzone che stanno suonando. Siamo completamente e assolutamente vivi come in qualunque altra vita e abbiamo accesso allo stesso identico spettro emozionale. Abbiamo bisogno di essere una sola persona. Abbiamo bisogno di un’unica esistenza. Non dobbiamo fare tutto per essere tutto perché siamo già infinito. Mentre siamo vivi conteniamo in noi un futuro di molteplici possibilità. E allora cerchiamo di essere gentili con le persone che ci troviamo accanto nella nostra vita. Di tanto in tanto alziamo lo sguardo dal luogo in cui siamo perché, in qualunque posto ci troviamo, il cielo sopra di noi si estende all’infinito. Ieri ero certa di non avere un futuro, e che sarebbe stato impossibile per me accettare la vita com’è adesso. E tuttavia oggi quella stessa vita ingarbugliata mi appare piena di speranza. Di potenziale. L’impossibile, io credo, avviene vivendo.
Matt Haig (The Midnight Library)
L’amore è anteriore alla conoscenza, e la seconda uccide il primo. Nihil volitum quim praecognitum, mi insegnò il P. Zaramillo: ma io sono arrivato alla conclusione opposta, cioè che nihil cognitum quim praevolitum. Conoscere è perdonare, dicono. No, perdonare è conoscere. Prima l’amore, poi la conoscenza. Ma come ho fatto a non accorgermi che mi faceva scacco matto sotto al naso? E per amare qualcosa, che ci vuole? Basta scorgerne soltanto un barlume! Un barlume: ecco cos’è l’intuizione amorosa, un barlume nella nebbia. Solo dopo i contorni si precisano, la visione diventa perfetta, e la nebbia si trasforma in gocce d’acqua o in grandine, o in neve, o in pietra. La scienza è una sassaiola.
Miguel de Unamuno (Niebla)
Penso che per l’amore ci voglia la fede, e io sono più uno scienziato che non un mistico.
Bianca Marconero (Lady Pride and Mister Prejudice)
«Per le battaglie navali, io ho inventato asta e arpione. Anche la tua giustizia può contare su aste e arpioni?» chiese. «Le aste e gli arpioni della mia giustizia sono migliori dei tuoi» ribatté con decisione Mozi. «L’amore è il mio arpione, il rispetto la mia asta. Se non si usa l’amore come arma d’attacco, l’affetto non sarà ricambiato; se non si usa il rispetto come arma di difesa, si diventa untuosi e l’affetto non sarà ricambiato. In questo modo, si finisce per rimanere isolati. Per questa ragione, se ci si ama e ci si rispetta a vicenda, questo è vantaggioso per entrambe le parti. Se tu attacchi una persona con l’arpione, costui a sua volta ti attaccherà con il suo arpione; se usi un’asta per difenderti da una persona, costui a sua volta userà un’asta per difendersi da te. Arpionarsi e respingersi a vicenda non fa altro che arrecare danno a entrambe le parti. Per questo motivo, l’arpione e l’asta della mia giustizia sono migliori dei tuoi.»
Lu Xun (Fuga sulla luna)
È convinta che anche l'amore sia un movimento di lancette che battono tempi diversi: le storie di due persone si sovrappongono per poco, poi ognuno si riprende la sua storia e la sua strada.
Giulia Carcasi (Io sono di legno)
Secondo me", dice tuo padre, "il problema è che ti aspetti troppo dalle relazioni". "Come troppo? Un po' di amore ti pare troppo?" "Non mi pare troppo l'amore, mi pare troppo come lo intendi tu". "Cioè, come lo intendo, scusa?" Tuo padre sospira. "A una persona puoi chiedere un po' di compagni. Ma non di fondersi con te, affidarti la sua vita e farne una cosa sola con la tua. Se chiedi questo all'amore, finisce che ti deludono tutti". "Papà, ma è una cosa tristissima". "Non direi" "Un po' di compagnia? Sei sposato da vent'anni ed è tutto lì?" "Senti", dice lui. "Io sto bene con tua madre. E sto bene con te, sono contento adesso che parliamo. Ma l'amore arriva fino a un certo punto, più in là non ci può andare.
Paolo Cognetti (Sofia si veste sempre di nero)
Cosa è piú bello, amore mio? L’amore mancato o l’amore trovato? Non ridere di me, amore. Lo so, sono goffo e ingenuo, io, sull’amore, e mi pongo domande da canzonetta. Eppure, non riesco a smettere. Questo dubbio mi travolge e mi corrode, amore. Trovare o mancare. Intorno a me, le persone non smettono di desiderare. Hanno trovato o hanno mancato? Io non lo so. Un orfano non lo sa. Un orfano è sprovvisto del primo amore. Quello per mamma e papà. Da qui ha origine la sua ingenuità, la sua goffaggine. Mi dicesti, su quella spiaggia deserta della California, «puoi accarezzarmi le gambe». E io non lo feci. Ecco, amore mio, l’amore mancato. Per questa ragione, da quel momento non ho mai smesso di chiedermi: dove sei stata? E dove sei adesso? E tu, bagliore della mia gioventú fallita, hai mancato o hai trovato? Io non lo so. E non lo saprò mai. Non ricordo piú il tuo nome, amore. E non ho la risposta. Ma mi piace immaginarla cosí, la risposta. Alla fine, amore mio, non abbiamo scelta. Dobbiamo trovare.
Paolo Sorrentino (Il peso di Dio. Il vangelo di Lenny Belardo)
«È questa la tua definizione dell’amore?», mi chiede leggendo la targhetta. Io deglutisco e annuisco. «“L’amore è bellissimo, devastante, commovente, tormentoso. L’amore è tutto”», legge lui. I suoi occhi balzano sui miei. «Chi può definire cos’è l’amore?» «Coloro che sono innamorati. Coloro che lo hanno avuto e lo hanno perso».
Claire Contreras (Kaleidoscope Hearts (Hearts, #1))
L’amore distrugge ogni cosa. L’amore ti distrugge. I rapporti sono destinati a logorarsi e a spezzarsi e a lasciarti senza soldi, anima e senza un cazzo di cuore. Ed io non voglio assolutamente sapere cosa si prova.
A.S. Kelly (Sweet Days (Four Days, #2))
Io sono molto attento a parlare dell’amore. Forse sono un uomo sfortunato, ma chi mi ha detto ‘ti amo’ mi ha reso la vita un lavoro usurante. Certo ci sono delle difficoltà, ma l’amore dovrebbe essere silenzio e accettazione, donazione totale. Invece lasciamo entrare paure, insicurezze, gelosia, senso del possesso. L’amore è una cosa seria.
Mauro Corona
Visto che non ho nessuno da odiare odio lui, visto che non c'è colpevole do a lui la colpa, visto che non c'è nemico faccio di lui il mio nemico. Visto che chi dovrei uccidere sono io, io uccido l'amore. Visto che non ho potuto dire a lei quanto la amo, lo dico al mondo.
Efraim Medina Reyes (Érase una vez el amor pero tuve que matarlo. Música de Sex Pistols y Nirvana)
Forse vi faccio orrore?" egli ripeté. Le labbra di lei si contorsero come se ella sorridesse. "Si," disse "il boia si fa beffe del condannato. Sono mesi che mi perseguita, che mi minaccia, che mi spaventa! Senza di lui, mio Dio, com'ero felice! È lui che mi ha gettato in questo abisso! O cielo! È lui che ha ucciso... è lui che l'ha ucciso! Mio Phoebus! A questo punto, scoppiando in singhiozzi e alzando gli occhi sul prete "Oh! miserabile! Chi siete! Che vi ho fatto! A tal punto dunque mi odiate? Ahimè! Che avete contro di me?" "Io ti amo!" gridò il prete. Le lacrime di lei si arrestarono immediatamente. Lo guardò con lo sguardo di chi non capisce. Lui era caduto in ginocchio e la covava con occhio infiammato. "Comprendi? Ti amo!" egli gridò ancora. "Quale amore!" disse la sventurata, fremente. Egli rispose: "L'amore di un dannato". Restarono entrambi qualche minuto in silenzio, schiacciati dal peso delle loro emozioni, lui come impazzito, lei come istupidita
Victor Hugo (Notre-Dame de Paris)
Che sciocchezze sono, queste?, disse El Goyo, sinceramente meravigliato. Tutto, si fa per i soldi! È un lavoro, sai, Pelu, un lavoro come tutti gli altri. Questi, per esempio – e si batté sulla tasca con un lieve tintinnio di monete – non sono forse soldi? E come li abbiamo guadagnati, se non giocando a pallone? Pelusa taceva. Poi disse: sì, è vero. Li abbiamo guadagnati col pallone. Ma la Tota, sai, mi dice sempre una cosa: puoi fare grandi cose, Pelusa, ma le più grandi le devi fare per amore. Perché l’amore è la cosa più grande del mondo, e le cose più belle sono fatte per amore. E allora io, Goyo, devo fare il gol più bello del mondo per amore, non per soldi.
Maurizio de Giovanni (Il resto della settimana)
Mio caro ragazzo, le persone superficiali sono quelle che amano una sola volta nella loro vita. Quella che essi chiamano lealtà o fedeltà, io la chiamo o letargia dell'abitudine o mancanza d'immaginazione. La fedeltà è, per la vita emotiva, quello che la coerenza è per la vita intellettuale: una semplice confessione di fallimento. Fedeltà! Un giorno dovrò analizzarla. C'è in essa l'amore per il possesso. Ci sono molte cose che getteremmo via se non temessimo che altri se ne impadronissero. [...]
Oscar Wilde (Il ritratto di Dorian Gray - Fiabe e racconti - Teatro)
Ed io ho guardato in su le prime stelle: l’infinito mi ha dilatato il cuore. (Gelosie, Milano, 15 maggio 1929) Cara Antonia, sono passati novantatré anni da quando scrivevi i suddetti versi. In quel periodo avevi la mia attuale età, 18 anni. Sto vivendo quei giorni in cui tutto il nostro essere sboccia e anela alla vita, in cui ogni influenza esterna lascia nell’anima una traccia indelebile, in cui ci torturiamo ricercando l’inizio della nostra via e l’indirizzo del nostro cammino nel mondo. Sono una giovane donna e in te mi identifico, leggendo i tuoi versi sento vicine le parole che un'amica carissima mi sussurra lentamente. Forse perché anch'io provo dei sentimenti lontani che forse non potranno avere concreta attuazione. Siamo anime delicate, sensibili, dolci e premurose che nascondono un affetto che ancora non abbiamo conosciuto. L'amore per la letteratura che scandisce gli interminabili secondi della nostra giornata, e quella passione che ancora non abbiamo condiviso con un'anima affine alla nostra ci tormentano per troppa vita che abbiamo nel sangue. Quanto mi fa male, talvolta, leggere le tue righe così sincere... A presto, tua Aurora
A. Pozzi, A.C.
Sono lieta, in mezzo alle mie tristezze mediterranee, di essere qui. E dirvi com'è bello pensare strutture di luce, e gettarle come reti aeree sulla terra, perché essa non sia più quel luogo buio e perduto che a molti appare, o quel luogo di schiavi che a molti si dimostra – se vengono a occupare i linguaggi, il respiro, la dignità delle persone. A dirvi come sia buona la Terra, e il primo dei valori, e da difendere in ogni momento. Nei suoi paesi, anche nei suoi boschi, nelle sorgenti, nelle campagne, dovunque siano occhi – anche occhi di uccello o domestico o selvatico animale. Dovunque siano occhi che vi guardano con pace o paura, là vi è qualcosa di celeste, e bisogna onorarlo e difenderlo. So questo. Che la Terra è un corpo celeste, che la vita che vi si espande da tempi immemorabili è prima dell’uomo, prima ancora della cultura, e chiede di continuare a essere, e a essere amata, come l’uomo chiede di continuare a essere, e a essere accettato, anche se non immediatamente capito e soprattutto non utile. Tutto è uomo. Io sono dalla parte di quanti credono nell'assoluta santità di un albero e di una bestia, nel diritto dell’albero, della bestia, di vivere serenamente, rispettati, tutto il loro tempo. Sono dalla parte della voce increata che si libera in ogni essere – al di là di tutte le barriere – e sono per il rispetto e l’amore che si deve loro. C’è un mondo vecchio, fondato sullo sfruttamento della natura madre, sul disordine della natura umana, sulla certezza che di sacro non vi sia nulla. Io rispondo che tutto è divino e intoccabile: e più sacri di ogni cosa sono le sorgenti, le nubi, i boschi e i loro piccoli abitanti. E l’uomo non può trasformare questo splendore in scatolame e merce, ma deve vivere e essere felice con altri sistemi, d’intelligenza e di pace, accanto a queste forze celesti. Che queste sono le guerre perdute per pura cupidigia: i paesi senza più boschi e torrenti, e le città senza più bambini amati e vecchi sereni, e donne al disopra dell’utile. Io auspico un mondo innocente. So che è impossibile, perché una volta, in tempi senza tempo e fuori dalla nostra possibilità di storicizzare e ricordare, l’anima dell’uomo perse una guerra. Qui mi aiuta Milton, e tutto ciò che ho appreso dalla letteratura della visione e della severità. Vivere non significa consumare, e il corpo umano non è un luogo di privilegi. Tutto è corpo, e ogni corpo deve assolvere un dovere, se non vuole essere nullificato; deve avere una finalità, che si manifesta nell'obbedienza alle grandi leggi del respiro personale, e del respiro di tutti gli altri viventi. E queste leggi, che sono la solidarietà con tutta la vita vivente, non possono essere trascurate. Noi, oggi, temiamo la guerra e l’atomica. Ma chi perde ogni giorno il suo respiro e la sua felicità, per consentire alle grandi maggioranze umane un estremo abuso di respiro e di felicità fondati sulla distruzione planetaria dei muti e dei deboli – che sono tutte le altre specie –, può forse temere la fine di tutto? Quando la pace e il diritto non saranno solo per una parte dei viventi, e non vorranno dire solo la felicità e il diritto di una parte, e il consumo spietato di tutto il resto, solo allora, quando anche la pace del fiume e dell’uccello sarà possibile, saranno possibili, facili come un sorriso, anche la pace e la vera sicurezza dell’uomo.
Anna Maria Ortese (Corpo celeste)
Una assenza momentanea fa bene, perché quando si è presenti le cose sembrano troppo uguali per distinguerle. Persino le torri da vicino hanno proporzioni nanesche, mentre le cose piccole e quotidiane, considerate da vicino, crescono fin troppo. Così è per le passioni. Piccole abitudini le quali con la vicinanza che esse impongono assumono forma appassionata, scompaiono non appena il loro oggetto immediato è sottratto alla vista. Grandi passioni che per la vicinanza del loro oggetto assumono la forma di piccole abitudini, crescono e raggiungono di nuovo la loro proporzione naturale per l'effetto magico della lontananza. Così è con il mio amore. Basta che tu mi sia allontanata solo dal sogno e io so immediatamente che il tempo è servito al mio amore per ciò a cui servono il sole e la pioggia alle piante, per crescere. Il mio amore, appena sei lontana, appare per ciò che è, un gigante in cui si concentra tutta l'energia del mio spirito e tutto il carattere del mio cuore. Io mi sento di nuovo un uomo, perché sento una grande passione, e la molteplicità in cui lo studio e la cultura moderna ci impigliano, e lo scetticismo con cui necessariamente siamo portati a criticare tutte le impressioni soggettive e oggettive, sono fatti apposta per renderci piccoli e deboli e lamentosi e irrisoluti. Ma l'amore non per l'uomo di Feuerbach, non per il metabolismo di Moleschott, non per il proletariato, bensì l'amore per te, fa dell'uomo nuovamente un uomo.
Karl Marx
[...] non è che se io mi sposto e tu no io sono più lontano da te. Cioè sì sono più lontano da te ma siamo sempre alla stessa distanza. Ecco perché si chiamano le relazioni a distanza perché comunque non cambiano anche se lei vive a Pistoia e tu a Molfetta non è che poi lei è più lontana da te che però la gente ti dice sempre uh ma lei è così lontana da te come fai a sopportare una relazione a distanza e io poi devo spiegare che non è una relazione a distanza ma è una relazione equidistante e che seppure io andassi a Pistoia a fare l'amore con lei comunque avremmo una relazione più ravvicinata ma sempre equidistante
Carrese Massimo Gerardo (SpuntiSunti)
Alma si sentiva terribilmente sola, affidò questo suo sentimento a una lettera. "Non ce la faccio più. Non sono mai riuscita a incontrare qualcuno che mi amasse. La vita mi è insopportabile!" e scrisse di seguito tutti i motivi per cui l'esistenza le appariva vuota e ingiusta. Era così sola che, ultimata la lettera, non seppe a chi mandarla. Aprì l'elenco telefonico, scelse un nome e un indirizzo a caso e spedì. La lettera venne ricevuta da Franco. L'uomo lesse tutto e decise di inviarle una risposta. "Non ce la faccio più nemmeno io" e proseguiva elencando tutte le ragioni per cui riteneva che la vita gli avesse fatto un torto. Alma, attraverso quello scambio, scoprì un'intimità che mai aveva conosciuto, Franco una confidenza che gli era sembrata irrimediabilmente perduta. Quando Franco morì, ad Alma sembrò di essere ripiombata nella sua vita precedente. Capì presto che sbagliava, perchè l'amore ricevuto illuminava comunque le sue giornate, anche se ora la luce era meno forte. Nei momenti in cui si sentiva particolarmente sola, affidava i suoi pensieri a una lettera. Gliel'aveva consigliato un'amica conosciuta in ospedale. "Scrivigli lo stesso, riuscirai sempre a trovarlo nelle tue parole, è lì che continuerà a vivere". Non aveva bisogno di spedirle a un indirizzo a caso, ora poteva finalmente custodire il suo dolore nel posto giusto.
Matteo Bussola
Tu sei lontano da me. E io accetto questa distanza dolorosa. E non so come tu mi ami. Non dirmelo. Difendi da me la tua vita, conservala per te. Ne hai il diritto. E se non l'avessi, questo diritto, dovresti conquistartelo. Ma io ti amo. Non te lo dirò. Lo dico a me stessa. Perché dovrei porre un freno a ciò che è così potente dentro di me? Ti amo. Forse per un tempo brevissimo, forse per sempre. Nessuno lo sa. Nell'amore non ci sono né perfezione né eternità prestabilite. L'amore batte secondo le pulsazioni del tempo, come battono tutte le cose viventi. Si rafforza e si sgretola, declina e si risolleva. Se è vivo può morire. Ed è questo il suo bello. Una cosa è grande e commovente solo quando contiene una possibilità di morte. Lotta e protezione, lotte congiunte del corpo e del cuore. Sconfitta o vittoria di un'ora sull'ora precedente... Andare avanti passo dopo passo... Rischi. Bellezza immutabile di un amore eterno e perfetto? Bellezza tragica di un amore che muore? Bellezza folgorante di un amore che nasce? Vertigine di un mondo nuovo... Sì, conosco... Ma a tutte quelle bellezze ne preferisco un'altra. Non è né immutabile né folgorante né tragica: è più gravosa, più ardua, più vera. E' la bellezza di un amore non nel momento in cui nasce o in cui muore, ma nel momento in cui vive...
Madeleine Bourdouxhe (À la recherche de Marie)
Chi amò l'anima mia, l'avete visto?" Un poco dopo averla oltrepassata, Ho trovato chi l'anima mia ama. L'ho stretto e non lo lascerò fin quando Non lo introduca in casa di mia madre, Nella stanza di chi mi ha generato. [...] La mia anima si è sciolta al suo parlare. [...] e la bocca Tua avrà il profumo proprio delle mele. [...] Perché io ti trovi fuori e ti dia baci Senza che più nessuno abbia a guardare? [...] Perché forte è l'amor come la morte, Dura come l'inferno la passione; Le vampe sue sono di fuoco e fiamme. Moltitudini d'acqua non poterono Estinguere l'amore, le fiumane Non saranno mai in grado di travolgerlo. Se un uomo per amore darà via Ogni sostanza della propria casa, Lo guarderanno come fosse un nulla. - DI SALOMONE, IL CANTICO DEI CANTICI
Federico Cinti (Il vero amore: da Platone ad Agostino)
chi ama le cose belle, che ama? - Possederle. [...] chi ama il bene, che cosa egli ama? - Possederlo, [...] - Questa voglia, questo amore, credi tu sia comune a tutti gli uomini, e che tutti bramino possedere il bene? [...] - E perché alcuni amano, altri no? [...] noi, salvando una specie dell'amore, a quella posiamo il nome del genere, e per le altre specie usiamo altri nomi. [...] - Brevemente, l'Amore è dunque desiderio di possedere sempre il bene. [...] - E se questo è in generale l'Amore, di', qual è, in coloro che ne sono presi, quella intenzion viva dell'animo, quell'atto desioso che propriamente chiamasi amore? Sai? - [...] partorimento nella bellezza, sia in maniera corporale, sia spirituale. - [...] Tutta la gente, Socrate mio, è gravida e del corpo e dell'anima; e, quando batte l'ora, vien la voglia di sgravarsi, e nessuno si può sgravare nel brutto, ma sibbene nel bello. - [...] l'Amore è anco Amore di generazione, ossia d'immortalità. [...] conviene a ogni uomo onorare l'Amore: e io l'onoro per parte mia e me la fo molto con lui, e conforto a fare il simigliante anco gli altri; e ora e sempre lodo la possanza sua e la sua fortezza. - DA PLATONE, IL CONVITO OVVERO DELL'AMORE
Federico Cinti (Il vero amore: da Platone ad Agostino)
Abbiamo inventato l’amore per descriverla, e perché bisogna pur dirlo, la coesistenza in un medesimo istante della gioia, della paura, della tenerezza e della vertigine. Tua madre e io ci siamo innamorati il giorno della tua venuta. I bambini devono pensare che i genitori sono sempre stati genitori. Ma non è così, noi eravamo ancora i bambini dei nostri genitori un istante prima del tuo arrivo. Da allora abbiamo cercato di fare del nostro meglio. Tua madre è perfetta. Io faccio quello che posso.
Antoine Leiris (La Vie, après)
Guardate i laici e tutti quelli che si sono innalzati al di sopra del popolo di Dio: non si sono alterati in essi il sembiante di Dio, e quel che in Dio è vero? Essi hanno la scienza, e nella scienza solo quello che è soggetto ai sensi. Invece il mondo spirituale, la più alta metà dell’essere umano è rifiutata del tutto, scacciata via con una sorta di trionfo, persino con odio. Il mondo ha proclamato la libertà, soprattutto in questi ultimi tempi, e che cosa vediamo in questa sua libertà? Soltanto schiavitù e suicidio! Poiché il mondo dice: “Hai dei bisogni, e per questo devi soddisfarli, poiché hai gli stessi diritti degli uomini più ricchi ed eminenti. Non temere di soddisfarli, ma piuttosto accrescili”, ecco quello che oggi predica il mondo. E proprio in questo vedono la libertà. E che cosa mai verrà da questo diritto di accrescere i bisogni? Per i ricchi, l’isolamento e il suicidio spirituale: e per i poveri, l’invidia e l’assassinio, perché i diritti sono stati dati, ma ancora non sono stati indicati i mezzi per soddisfare i bisogni. Assicurano che col passare del tempo il mondo si unirà sempre più, verrà a comporre un’unione fraterna e ciò ridurrà le distanze, e il pensiero si trasmetterà attraverso l’aria. Ahimè, non credete a una simile unità tra gli uomini. Intendendo la libertà come un aumento e un rapido appagamento dei bisogni, essi alterano la propria natura, poiché generano in se stessi una quantità di desideri sciocchi e insensati, di piccole abitudini e di assurdi pensieri. Vivono solo per invidiarsi a vicenda, per la lussuria e l’ostentazione. Pranzi, viaggi, carrozze, gradi e servitori sono ormai considerati una necessità, per la quale si sacrificano persino la vita, l’onore e l’amore per l’umanità, pur di soddisfarla, e si arriva persino a uccidere se la cosa risulta impossibile. E in quelli che non sono ricchi vediamo comunque la stessa cosa, mentre nei poveri il non soddisfacimento dei bisogni e l’invidia trovano uno sfogo nell’ubriachezza. Ma in breve invece di vino s’inebrieranno anche di sangue, è a ciò che vengono portati. Io vi chiedo: è libero un simile uomo?
Fyodor Dostoevsky (I fratelli Karamazov)
Ils sont tous ivres morts" dice de Foxâ a bassa voce, stringendomi il braccio. "Je commence à avoir peur". Allora io gli dico: "Non mostrare di aver paura, per l'amor di Dio! Se si accorgono che hai paura, sono capaci di offendersi. Non sono cattivi: ma quando hanno bevuto, diventano come bambini". "Non sono cattivi, lo so," dice de Foxâ "son come bambini. Ma io ho paura dei bambini.
Curzio Malaparte (Kaputt)
Perché non per astratto ragionamento, ma per un’esperienza che brucia attraverso tutta la mia vita, per una adesione innata, irrevocabile, del più profondo essere, io credo, Tullio, alla poesia. E vivo della poesia come le vene vivono del sangue. Io so che cosa vuol dire raccogliere negli occhi tutta l’anima e bere con quelli l’anima delle cose e le povere cose, torturate nel loro gigantesco silenzio, sentire mute sorelle al nostro dolore. Perché per me Dio è e non può essere altro che un Infinito, il quale, per essere perennemente vivo e quindi più Infinito, si concreta incessantemente entro forme determinate che ad ogni attimo si spezzano per l’urgere del fluire divino e ad ogni attimo si riplasmano per esprimere e concretare quella Vita che, inespressa, si annienterebbe. Ora Lei vede che un Dio così non si può né chiamare né pregare né porre lungi da noi per adorarLo; Lo si può soltanto vivere nel profondo, poi che è Lui l’occhio che ci fa vedere, la voce che ci fa cantare, l’amore, ed il dolore che ci fa insonni. E questa nostra vita irrimediabile, questo nostro cammino fatale, in cui ad ogni istante noi realizziamo, noi creiamo, per così dire, Dio nel nostro cuore, altro non può essere che l’attesa del gran giorno in cui l’involucro si spezzerà e la scintilla divina balzerà nuovamente in seno alla grande Fiamma. Ora, di questo Dio che non si lascia staccare dalla vita, dove possiamo avere più immediato il senso che nei momenti in cui più la lotta si acuisce tra lo spirito e le forme che inceppano il suo fluire? E non è la poesia uno di questi momenti? L’estasiata gioia del sogno non si sconta forse nel bisogno e nella fatica di gettare quel sogno in parole? e un po’ dell’assolutezza divina non riluce forse nell’atto di quella fatica? Io credo che il nostro compito, mentre attendiamo di tornare a Dio, sia proprio questo: di scoprire quanto più possiamo Dio in questa vita, di crearLo, di farLo balzare lucendo dall’urto delle nostre anime con le cose (poesia e dolore), dal contatto delle nostre anime fra di loro (carità e fraternità). Per questo, Tullio, a me è sacra la poesia; per questo mi sono sacre le rinunce che mi hanno tolto tanta parte della giovinezza, per questo mi sono sacre le anime ch’io sento, di là dalla veste terrena, in comunione con la mia anima.
Antonia Pozzi (L'Antonia. Poesie, lettere e fotografie di Antonia Pozzi scelte e raccontate da Paolo Cognetti)
Distruggimi, s-se devi, ma... ma non lasciarmi" disse piano, risalendo con dita insaponate lungo il collo tatuato del maggiore. Di fronte all'espressione sottomessa del giovane, Dunken ringhiò a labbra strette, penetrandolo con una sola spinta che fece boccheggiare Taylor, le cui unghie graffiarono le spalle dell'uomo, mentre un gemito di puro piacere sfuggiva alla sua bocca carnosa. "Non posso distruggerti, piccolo..." gemette Dunken, lasciando slittare il corpo del minore all'indietro, per poi spingersi fra le sue cosce, mordendo e baciando le labbra arrossate di Taylor, completamente rapito da ogni suo gesto. "Non posso farlo, perché sei già rotto, Taylor. E non posso rimetterti a posto, perché io sono marcio dentro, eppure, in qualche modo..." continuò, alzando il volto per potersi specchiare in quel verde azzurro che erano i suoi occhi, eccitandosi ancora di più alla vista della sua faccia stravolta dal piacere. Lo penetrò con più forza, sostenendolo contro il rivestimento della vasca, alla ricerca di un briciolo di fiato, un solo respiro per poter finire una frase che non avrebbe mai immaginato di poter pronunciare. Non credeva nell'amore, uno come lui non era neppure in grado di provarne, perlomeno non l'amore convenzionale provato dalle persone normali e sane di mente, perché Dunken si nutriva di sentimenti ben diversi, più oscuri, macabri e spaventosi. Ma la presenza di Taylor, quel loro essere fottuti fino al midollo, in qualche modo aveva dato vita ad un sentimento perverso e travolgente, qualcosa di nuovo perfino per lui. Un sentimento che certamente non poteva essere definito amore, ma era qualcosa di diverso, di profondamente sbagliato eppure così giusto, così giusto per loro. "Sei la mia rovina e al tempo stesso la mia dannata salvezza, sei mio, sei il mio piccolo fottuto diamante imperfetto" sussurrò, guardando l'altro negli occhi. Le lacrime di Taylor si mischiarono all'acqua, ma Dunken riuscì comunque a notarle.
Elena Grimaldi (Hunted: Tematica gay)
«Siamo lupi, Faith. Non ci serve tempo per capire le cose, lo sentiamo con l’istinto, lo fiutiamo tramite i nostri poteri. Lo senti che sono sincero, lo sai quanto ti voglio. Eppure, a te non basta.» Mi scosto della sua carezza, quello che dice è vero. Noi lupi non abbiamo bisogno di tempo per capire quello che prova un altro lupo e, forse non mi basta per perdonarlo. Però farò il mio dovere, farò quello che devo fare. Anche se mi fa molta paura. «No, hai ragione. Non mi basta per perdonarti, ma mi legherò a te e ti darò dei figli.» Il suo sguardo è durissimo e, poi scoppia a ridere. Di una risata però amara e triste e, io lo osservo mentre continua a parlarmi. «E come pensi di fare? Chiuderai gli occhi rimanendo inerme nel letto finché non ho finito?» «Io non…» Abbasso lo sguardo abbattuta da quello che ha appena detto. Lo so che in questo momento succederebbe proprio questo, io non lo so se sono in grado di permettergli di nuovo di avvicinarsi ancora al mio corpo in quel modo. Non so se sono in grado di rifare di nuovo l'amore con lui. Mi alza dolcemente il viso e i nostri occhi si incontrano nuovamente. «Faith, io ti voglio davvero. Guardarmi.» Rimango in silenzio e ascolto le altre parole che ha da dirmi. Con il cuore che mi batte fortissimo, per una serie di emozioni differenti. «Ti voglio come compagna. Voglio complicità, voglio fiducia e rispetto reciproci. Voglio sapere che ti senti davvero mia e che ti senti fiera di me come lupo e come leader.» «Io in questo momento ho solo tanta paura.»
Barbara Pedrollo (Il bacio del lupo (Italian Edition))
«È qui che ti sbagli, piccola Faith. Tu non sei assolutamente come tutte le altre, hai un grande cuore pulito e sincero e un’anima scintillante. La tua aura si avverte da distante perché tutto quello che ti riguarda è fatto solamente di luce e amore. E tutto questo amore mi ha avvolto facendo sciogliere tutta la freddezza che ho avuto nel mio cuore per tantissimo tempo.» Adesso i suoi occhi sono lucidi per la commozione, ma non potevo non dirle tutto quello che scatena dentro di me. Mi afferra il viso e mi bacia. Intensifico questo bacio trasformandolo in pura passione, in puro desiderio. Quando ci stacchiamo, stiamo ansimando entrambi. «Ti amo davvero tantissimo, Angus. Con tutta me stessa.» Le sorrido felice per la prima volta in tutta la mia esistenza. Lei non sa neanche che cosa ha fatto per me, quanto mi ha fatto cambiare, in che modo mi ha fatto conoscere il vero amore. Ma io le dimostrerò tutto quello che provo per lei ogni singolo giorno della nostra nuova vita insieme. La bacio nuovamente lasciandola senza respiro, assaporando il gusto inconfondibile della sua pelle. Mi stacco dalla sua bocca dicendole qualcosa che mi arriva dal cuore. «Sei un pezzo del mio cuore, piccola Faith.» Non ci diciamo più niente, perché non ce n'è assolutamente bisogno. Rimaniamo ancora abbracciati a lungo, parlando di tante cose, scherzando e facendoci confidenze. Faith è una creatura dolce e molto sensibile, ma è anche una donna con un carattere forgiato da un destino che non le è stato favorevole. Ma non si è mai abbattuta, ha sempre affrontato tutto a testa alta. Come ha affrontato quella notte in cui mi sono preso qualcosa che non mi spettava. Quando la guardo, quando la bacio, quando sto con lei, vedo quello che voglio diventare anch'io. Un lupo votato solamente ai sentimenti più puri e all'amore più grande. Faith è l'esempio lampante che l'amore ha tantissimo potere nelle nostre vite, dobbiamo solamente fidarci di quello che ci dicono i nostri sentimenti. Ho deciso che da oggi in poi voglio essere un lupo migliore e, lo voglio essere soprattutto per lei. Per la lupa che amo più di me stesso
Barbara Pedrollo (Il bacio del lupo (Italian Edition))
«Ti amo, mio bellissimo lupo. Ti amo più della mia stessa vita.» Faith per me rappresenta non soltanto il mio presente, ma soprattutto il mio futuro e devo a lei ogni cosa. «Mi hai salvato due volte. La prima insegnandomi ad amare e la seconda hai riportato letteralmente il mio cuore a battere. E credo, Faith Grayson, che il tuo amore mi salverà sempre.» Dagli occhi bellissimi di Faith scendono ancora molte lacrime che io raccolgo con un polpastrello. Le sorrido e lei allora si rilassa e mi sorride a sua volta, perché sa che sono vivo in tutti i sensi solamente grazie a lei e a tutto il suo amore. Quello che proviamo l'uno per l'altra è stato in grado di sconfiggere persino la morte. Le accarezzo lentamente il ventre e, lei appoggia la sua mano sulla mia. Entrambi sentiamo l'energia del figlio che sta crescendo dentro di lei e, io in questo preciso istante ho la consapevolezza che tutto può accadere, che tutto si può modificare e che nulla accade per caso. Il mio amore per Faith non cambierà mai, rimarrà esattamente com’è adesso. Immutato nel tempo, forte, passionale, ma anche gentile e tenero. Perché l'amore deve essere tutte queste cose messe insieme, un equilibrio perfetto di sensazioni e di emozioni. Alzo lo sguardo verso la mia compagna, verso tutto il mio mondo, verso la mia vita, e mi metto a ridere forte di una felicità che non credevo nemmeno esistesse
Barbara Pedrollo (Il bacio del lupo (Italian Edition))
«Guardarti ballare sotto la pioggia da solo, libero da qualsiasi preoccupazione… penso di essermi innamorato di te proprio in quel momento.» Si scostò per guardarmi negli occhi. «Davvero?» Annuii. «Sì, ho pensato: “Quest’uomo, quest’uomo bellissimo, deve essere mio.”» Richard tornò a rannicchiarsi contro di me. «Lo sono. Sono tuo.» Strinsi la presa su di lui. «Lo so. E io sono tuo.» Dopo un istante, Richard disse: «Mi sono innamorato di te non appena ti ho visto in quella tavola calda.» Ridacchiai. «Me lo hai scritto in una lettera» «È la verità. Mi hai chiesto se potevi sederti, e io ho alzato lo sguardo sulla faccia più bella che avessi mai visto. Con occhi nei quali avrei potuto perdermi e un sorriso molto gentile.» Rimase in silenzio per un istante. «O forse è stato quando hai fatto l’amore con me quella prima volta. Il modo in cui ti muovevi dentro di me. Non sapevo che gli uomini potessero amare in quel modo. Oppure è successo quando ho ricevuto la tua prima lettera, quando ero oltreoceano. Oppure, ancora, ogni lettera. Penso di essermi innamorato di te un po’ di più a ogni lettera che mi arrivava. Ma poi c’è stato quel momento in cui sei entrato in ospedale per la prima volta; avevo quasi perso la speranza, ma tu sei entrato. E quando mi hai visto, l’ho capito. Ho capito dall’espressione sulla tua faccia che non ci sarebbe mai stato un altro uomo per me.» Tirai il suo viso verso il mio e lo baciai, cercando di dirgli ciò che non riuscivo a esprimere a parole. Quando il bacio rallentò per poi interrompersi, lo attirai tra le mie braccia. «Ti amo,» dissi. «E sono così contento che tu sia qui.»
N.R. Walker (A Soldier's Wish)
Quando fu il turno di Jack, il cowboy fece appello a ogni briciola di sentimento nel proprio cuore. «Quando abbiamo deciso di rinnovare le promesse, mi ero preparato tutto un discorso, ma oggi mi ritrovo solo con due domande: come spiegare l'amore che provo per mio marito, e com'è cambiata la nostra unione da quando ci siamo scambiati le promesse nuziali? «E ho solo una semplice risposta: quando ci siamo sposati, non ti amavo. Non potevo. Mi dispiace di averti mentito, mamma, ma è la verità. Di te sapevo solo che eri il figlio del nemico giurato della nostra famiglia. Soltanto un nome, ecco cos'eri per me. Per questo oggi me ne sto qui con delle nuove promesse, grazie a tutto ciò che ho imparato da ogni singolo avvenimento degli ultimi mesi. Passando da una crisi all'altra, il mio amore si è evoluto. La mia nuova promessa, che forse non è poi tanto nuova, è che ti amo, che continuerò a tenerti nel cuore, nella mente e ad amarti per tutti gli anni che il buon Dio vorrà concederci. Io, Jackson Robert Campbell-Hayes, prendo te, Riley Nathaniel Campbell-Hayes, come mio sposo. Amo tutto ciò che so di te e confido in ciò che devo ancora scoprire, so che sarà fantastico.» Sogghignò. «Sono così eccitato al pensiero di avere una possibilità di crescere insieme, d'imparare a conoscere l'uomo che diventerai, e ogni giorno che passa m'innamoro sempre di più. Sappi, piccolo etero, che giuro di amarti per l'eternità. Non ho poesie da dedicarti, Riley, ma posso offrirti l'amore della mia famiglia, la mia terra e i miei cavalli, e voglio condividerne ogni aspetto con mio marito. Ti amo, Riley.» Tutto attorno gli argini si ruppero mentre i due si abbracciavano, scacciando con un bacio ogni dubbio che avrebbero mai potuto avere prima di scambiarsi le nuove promesse. La famiglia proruppe in
R.J. Scott (The Heart of Texas (Texas, #1))
Se fossi Thane, dove metterei le medicine del mio ragazzo? Una grande vergogna si trasforma in prurito sulla mia pelle quando mi guardo attorno e vedo il flacone dell’ossicodone sopra il comò. Non l’ha nascosto, perché si fidava del fatto che non l’avrei preso. Voglio essere la persona che lui pensa che io sia. Voglio essere forte e capace di affrontare tutto quanto. Voglio essere meritevole di tutto l’amore che Thane ha da dare. Ma nessuno di quei desideri è abbastanza da impedirmi di afferrare il flacone come se fosse una manna dal cielo. Mi ci vogliono tre tentativi per aprirlo, a cause del tremore alle mani. Non appena alcune piccole pillole bianche rotolano sul mio palmo, faccio un sospiro di sollievo. La parte di me che è abbastanza forte da resistere è relegata in un angolo silenzioso del mio cervello, incapace di fermare ciò che il resto di me vuole così disperatamente. Metto tre pillole in bocca e le ingoio a secco. Nel momento in cui le mando giù, esalo un sospiro dal profondo del petto. Che cosa ho fatto? Thane si fidava di me. Adam si fidava di me. Una voce sinistra in fondo al mio cervello sussurra che sarebbe meglio prenderle tutte. Farebbe sparire il dolore per sempre. Non dovrei affrontare la delusione negli occhi di Thane o di Adam quando scopriranno che ci sono ricaduto. Potrei finalmente dormire. Prima di rendermene conto, ingoio una manciata di pillole mentre le lacrime scorrono liberamente sul mio viso. Non voglio più sentire dolore, non voglio più sentire niente
K.M. Neuhold (Rescue Me (Heathens Ink #1))
In pochi minuti, Madden si addormenta sul mio petto, sbuffando e russando nel modo più adorabile possibile. Gli bacio velocemente la fronte e lui si accoccola ancora di più, sempre dormendo. Darei qualunque cosa per cancellare il suo dolore. Come sarebbero andate le cose se fosse finita diversamente quella notte? Permetto alla mia mente di vagare in un sogno a occhi aperti, dove non c’è stato alcun attentatore. Io e Madden saremmo andati a casa mia e avremmo fatto l’amore fino al sorgere del sole e poi avremmo dormito profondamente nel mio letto fino al pomeriggio. Ci saremmo svegliati e avremmo poltrito per tutto il pomeriggio parlando, conoscendoci a vicenda. Poi gli avrei chiesto il numero di telefono e avrei promesso di chiamarlo. Non avrei aspettato nemmeno un giorno per scrivergli e fargli sapere che era nei miei pensieri. Lo guardo adesso mentre dorme tra le mie braccia e ho una fitta al cuore. Avremo ancora modo di arrivare a quello che desidero prima o poi? Non ho alcuna fretta. Sono felice di aspettare tutto il tempo necessario, finché Madden starà bene, sia a livello fisico che mentale. E poi… forse un giorno… chissà
K.M. Neuhold (Rescue Me (Heathens Ink #1))
Con un gesto rapido si tolse la maglietta, rivelando i magnifici pettorali bruniti e i bicipiti scolpiti nell’acciaio. «Voglio te… Thomas. Ti desidero dal primo momento in cui ti ho visto, solo e impaurito in quella dannata cella. Ho maledetto ogni giorno la tua somiglianza con Alex e il fatto che Dragos ti volesse per sé, ma allo stesso tempo non ti avrei mai desiderato in altro modo. Ho ancora le ciocche dei capelli che sono stato costretto a tagliarti, non hai idea di quanto abbia sofferto nel farlo. Sei bellissimo Thomas, sexy da morire e con un cuore dolce e sensibile che sicuramente non merito, ma spero… io spero che deciderai di concedermi una possibilità. Voglio fare l’amore con te, voglio farti godere e urlare fino a che non avrai più voce e poi voglio chiacchierare, ridere, conoscerci meglio e fare di nuovo l’amore. E ancora e ancora… finché il Fato ce lo concederà
Agnes Moon (Polvere d'Oscurità (Legami di sangue Vol. 4) (Italian Edition))