“
Parlando di morale, Camus fa ridere quei cinici che, dopo aver letto Lenin, Trotskij e Stalin, primeggiavano per sofismi. Leon Trotskij, che ha creato l'Armata Rossa, che ha massacrato i marinai libertari di Kronstadt, scrive La loro morale e la nostra. Si tratta di un capolavoro per i dittatori di ieri, di oggi e di domani. Distinguendo tra morale borghese e morale rivoluzionaria impedisce di giudicare la rivoluzione con le categorie della morale borghese ed esige un giudizio secondo i criteri della morale rivoluzionaria. È così che fucilare, torturare, mandare al gulag sono azioni cattive per il borghese, ma per il rivoluzionario sono buone, perché, presentate come inezie dialettiche, pur nella loro negatività, sono chiamate a produrre il positivo avvento della rivoluzione proletaria, perlomeno per quei pochi che saranno sopravvissuti. La logica consequenziale e opportunista di questa morale rivoluzionaria priva di principi, stava bene tanto a Hitler, Lenin, Mussolini che a Stalin, Pétain, Trotskij, Franco e Mao, e stava bene persino a Sartre. Ma non è mai andata bene a Camus.
”
”