“
Senza aggiungere altro le passai davanti, inoltrandomi nel cunicolo.
Dovevo procedere adagio, anche per via della bicicletta il cui pedale di destra non faceva che urtare nella parete; e da principio, per tre o quattro metri almeno, fui come cieco, non vedevo nulla, assolutamente. Ma a una decina di metri dalla bocca d'ingresso («Sta' attento», gridò a questo punto la voce già lontana di Micòl, alle mie spalle: «bada che ci sono degli scalini!»), cominciai a distinguere qualcosa. Il cunicolo finiva poco più avanti: ce n'era per qualche altro metro di discesa soltanto. Ed era appunto di lì, a partire da una specie di pianerottolo attorno al quale indovinavo, già prima di esserci, uno spazio totalmente diverso, che avevano inizio gli scalini preannunciati da Micòl.
Raggiunto che ebbi il pianerottolo, sostai un momento.
All'infantile paura del buio e dell'ignoto che avevo provato nell'istante in cui mi ero separato da Micòl, si era venuto sostituendo, in me, a mano a mano che mi inoltravo nel budello sotterraneo, un senso non meno infantile di sollievo: come se, essendomi sottratto in tempo alla compagnia di Micòl, fossi scampato a un gran pericolo, al pericolo maggiore al quale un ragazzo della mia età («Un ragazzo della ma età» era una delle espressioni favorite di mio padre) potesse andare incontro. Eh, sì, pensavo: stasera, rincasando, il papà mi avrebbe magari picchiato. Però io le sue botte potevo ormai affrontarle tranquillamente. Una materia a ottobre: aveva ragione, Micòl, di riderci su. Che cos'era una materia a ottobre a paragone del resto - e tremavo – che laggiù, nel buio, sarebbe potuto succedere tra noi? Forse avrei trovato il coraggio di darle un bacio, a Micòl: un bacio sulle labbra. Ma poi? Che cosa sarebbe accaduto, poi? Nei film che avevo visto, e nei romanzi, i baci avevano voglia a essere lunghi e appassionati! In realtà, a confronto del resto, i baci non rappresentavano che un attimo in fondo trascurabile, se dopo che le labbra si erano congiunte, e le bocche quasi compenetrate una dentro l'altra, il filo del racconto non poteva il più delle volte essere ripreso prima del mattino successivo, o addirittura prima che fossero trascorsi vari giorni. Se io e Micòl fossimo arrivati a baciarci in quella maniera - e l'oscurità avrebbe certo favorito la cosa - dopo il bacio il tempo sarebbe continuato a scorrere tranquillo, senza che nessun intervento estraneo e provvidenziale potesse aiutarci a raggiungere la mattina seguente. Che cosa avrei dovuto fare, in tal caso, per riempire i minuti e le ore? Oh, ma questo non era accaduto, fortunatamente. Meno male che mi ero salvato.
”
”