Giorgio Bassani Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Giorgio Bassani. Here they are! All 24 of them:

In life, if one wants seriously to understand how the world works, he must die at least once.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
She could sense it very clearly: for me, no less than for her, the past counted far more than the present, remembering something far more than possessing it. Compared to memory, every possession can only ever seem disappointing, banal, inadequate ... She understood me so well! My anxiety that the present 'immediately' turned into the past so that I could love it and dream about it at leisure was just like hers, was identical. It was 'our' vice, this: to go forwards with our heads forever turned back.
Giorgio Bassani
Even in a city as small as Ferrara, you can manage, if you like, to disappear for years and years, one from another, living side by side like the dead
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
Things die, too, you know. And so, if they too have to die, well there it is, it is so much better to let them go
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
If only I'd done it then, when I should have, everything would have been easy. What a joke.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
She just kept on criticizing me, but for contradictory reasons.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
Da Fadigati a venire a parlare dell'omosessualità in genere il passo era stato breve. Malnate, in materia, aveva idee molto semplici [...] Per lui i pederasti erano soltanto dei "disgraziati", poveri "ossessi" dei quali non metteva conto di occuparsi che sotto il profilo della medicina o sotto quello della prevenzione sociale. Io, al contrario, sostenevo che l'amore giustifica e santifica tutto, perfino la pederastia; di più: che l'amore, quando è puro, cioè totalmente disinteressato, è sempre anormale, asociale, eccetera: proprio come l'arte - avevo aggiunto -, che quando è pura, dunque inutile, dispiace a tutti i preti di tutte le religioni, compresa quella socialista.
Giorgio Bassani
   'You said we were exactly alike,' I spoke again. 'In what way?'    But yes, yes we are — she exclaimed —in the way, like you, I've no access to that instinctive enjoyment of things that's typical of normal people. She could sense it very clearly: for me, no less than for her, the past counted far more than the present, remembering something far more than possessing it. Compared to memory, every possession can only ever seem disappointing, banal, inadequate...She understood me so well! My anxiety that the present 'immediately' turned into the past so that I could love it and dream about it at leisure was just like hers, was identical. It was 'our' vice, this: to go forwards with our heads forever turned back.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
One of the most odious forms of anti-Semitism was precisely this: to complain that Jews aren't sufficiently like other people, and then, the opposite, once they've become almost totally assimilated with their surroundings, to complain that they're just like everybody else, not even a fraction distinguished from the average.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
...la vida, la famosa vida...
Giorgio Bassani (The Heron)
Just like a character in a novel, he disappeared suddenly, without leaving the slightest trace behind.
Giorgio Bassani
E poi che cosa credeva, il signorino Bruno, che fare il calzolaio non presentasse dei lati interessanti? Qualsiasi attività umana ne presenta. Basta esercitarla con passione, riuscire a conoscerla nei suoi segreti.
Giorgio Bassani (Cinque storie ferraresi: dentro le mura)
Papà," domandò ancora Giannina, "perché le tombe antiche fanno meno malinconia di quelle più nuove?". Una brigata più numerosa delle altre, che occupava buona parte della carrozzabile, e cantava in coro senza darsi pensiero di cedere il passo, aveva costretto l'automobile quasi a fermarsi. L'interpellato ingranò la seconda. "Si capisce," rispose. "I morti da poco sono più vicini a noi, e appunto per questo gli vogliamo più bene. Gli etruschi, vedi, è tanto tempo che sono morti" - e di nuovo stava raccontando una favola -, "che é come se non siano mai vissuti, come se siano sempre stati morti.
Giorgio Bassani (Garden of the Finzi Continis)
Ma sì, ma sì - esclamò - e nel senso che anch'io, come lei, non disponevo di quel gusto istintivo delle cose che caratterizza la gente normale. Lo intuiva benissimo: per me, non meno che per lei, più del presente contava il passato, più del possesso il ricordarsene. Di fronte alla memoria, ogni possesso non può apparire che delusivo, banale, insufficiente... Come mi capiva! La mia ansia che il presente diventasse subito passato perché potessi amarlo e vagheggiarlo a mio agio era anche sua, tale e quale. Era il nostro vizio, questo: d'andare avanti con le teste sempre voltate all'indietro. Non era così?
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
How many years have passed since that far-off June afternoon? More than thirty. And yet, if I close my eyes, Micòl Finzi-Contini is still there, leaning over her garden wall, looking at me and talking to me. In 1929 Micòl was little more than a child, a thin, blond thirteen-year old with large, clear, magnetic eyes. And I was a boy in short trousers, very bourgeois and very vain, whom a small academic setback was sufficient to cast down into the most childish desperation. We both fixed our eyes on each other. Above her head the sky was a compact blue, a warm already summer sky without the slightest cloud. Nothing, it seemed, would be able to alter it, and nothing indeed has altered it, at least in memory.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
Per me, non meno che per lei, più del presente contava il passato, più del possesso il ricordarsene. Di fronte alla memoria, ogni possesso non può apparire che delusivo, banale, insufficiente...Come mi capiva! La mia ansia che il presente diventasse "subito" passato perché potessi amarlo e vagheggiarlo a mio agio era anche sua, tale e quale. Era il "nostro" vizio, questo: d'andare avanti con le teste sempre voltate all'indietro.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
Un giorno però era accaduto qualcosa. Essendomi capitato di leggere in uno dei taccuini stendhaliani queste parole isolate: "All lost, nothing lost", di colpo, come per miracolo, mi ero sentito libero, guarito. Avevo preso una cartolina, ci avevo scritto sopra la riga di Stendhal, quindi l'avevo spedita a Micòl, tale e quale, senza metterci niente, nemmeno la firma, ne pensasse pure quello che volesse. Tutto perduto, niente perduto. Come era vero! - mi dicevo -. E respiravo.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
Nella vita, se uno vuol capire, capire sul serio come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta. E allora, dato che la legge è questa, meglio morire da giovani, quando uno ha ancora tanto tempo davanti a sé, per tirarsi su e risuscitare...Capire da vecchi è brutto, molto più brutto.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
Nella vita, se uno vuol capire, capire sul serio come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta. E allora, dato che la legge è questa, meglio morire da giovani, quando uno ha ancora tanto tempo davanti a sé per tirarsi su e risuscitare... Capire da vecchi è brutto, molto più brutto. Come si fa? Non c’è più tempo per ricominciare da zero
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
Come erano tranquilli e beati gli altri, tutti gli altri! – tornava a ripetersi, riabbassata la testa sul piatto –. Come erano bravi a godersi la vita! La sua pasta si vede era diversa, inguaribilmente diversa, da quella della gente normale che una volta mangiato e bevuto non bada che a digerire. Accanirsi a mangiare e a bere a lui non sarebbe servito, no. (...) sarebbe ricascato in pieno a ruminare sulle sue solite cose, le vecchie e le nuove. Le sentiva in agguato, già pronte a saltargli addosso come prima, come sempre: e tutte quante insieme.
Giorgio Bassani (The Heron)
J'ai rencontré chez [Giorgio] Bassani des dilemmes similaires aux miens. Dans un contexte italien, certes, et traités avec une simplicité sereine, plutôt classique. De ce point de vue, sans doute, je suis plus proche de Max Blecher et de Bruno Schulz voire de [Saul] Bellow… [...] Je ne suis pas plus proche de [Max] Blecher que de Bassani seulement parce que Roman la ville de Blecher, est plus proche de Burdujeni [quartier de Suceava où est né Norman Manea] ou de Bucarest que Ferrara. Je communique différemment avec Schulz, parce que la Galicie n'est pas très éloignée de la Bucovine, mais pas seulement pour cette raison là. Je suis probablement plus réceptif à l'œuvre de Camil Petrescu qu'à celle d' [Ilya] Ehrenburg ou d'Anna Seghers. Je me suis énormément intéressé à Musil, qui n'a rien de judaïque, et moins à [Lion] Feuchtwanger par exemple même si j'ai lu certains de ses livres avec plaisir. (p. 57-58)
Norman Manea (Sertarele exilului. Dialog cu Leon Volovici)
Senza aggiungere altro le passai davanti, inoltrandomi nel cunicolo. Dovevo procedere adagio, anche per via della bicicletta il cui pedale di destra non faceva che urtare nella parete; e da principio, per tre o quattro metri almeno, fui come cieco, non vedevo nulla, assolutamente. Ma a una decina di metri dalla bocca d'ingresso («Sta' attento», gridò a questo punto la voce già lontana di Micòl, alle mie spalle: «bada che ci sono degli scalini!»), cominciai a distinguere qualcosa. Il cunicolo finiva poco più avanti: ce n'era per qualche altro metro di discesa soltanto. Ed era appunto di lì, a partire da una specie di pianerottolo attorno al quale indovinavo, già prima di esserci, uno spazio totalmente diverso, che avevano inizio gli scalini preannunciati da Micòl. Raggiunto che ebbi il pianerottolo, sostai un momento. All'infantile paura del buio e dell'ignoto che avevo provato nell'istante in cui mi ero separato da Micòl, si era venuto sostituendo, in me, a mano a mano che mi inoltravo nel budello sotterraneo, un senso non meno infantile di sollievo: come se, essendomi sottratto in tempo alla compagnia di Micòl, fossi scampato a un gran pericolo, al pericolo maggiore al quale un ragazzo della mia età («Un ragazzo della ma età» era una delle espressioni favorite di mio padre) potesse andare incontro. Eh, sì, pensavo: stasera, rincasando, il papà mi avrebbe magari picchiato. Però io le sue botte potevo ormai affrontarle tranquillamente. Una materia a ottobre: aveva ragione, Micòl, di riderci su. Che cos'era una materia a ottobre a paragone del resto - e tremavo – che laggiù, nel buio, sarebbe potuto succedere tra noi? Forse avrei trovato il coraggio di darle un bacio, a Micòl: un bacio sulle labbra. Ma poi? Che cosa sarebbe accaduto, poi? Nei film che avevo visto, e nei romanzi, i baci avevano voglia a essere lunghi e appassionati! In realtà, a confronto del resto, i baci non rappresentavano che un attimo in fondo trascurabile, se dopo che le labbra si erano congiunte, e le bocche quasi compenetrate una dentro l'altra, il filo del racconto non poteva il più delle volte essere ripreso prima del mattino successivo, o addirittura prima che fossero trascorsi vari giorni. Se io e Micòl fossimo arrivati a baciarci in quella maniera - e l'oscurità avrebbe certo favorito la cosa - dopo il bacio il tempo sarebbe continuato a scorrere tranquillo, senza che nessun intervento estraneo e provvidenziale potesse aiutarci a raggiungere la mattina seguente. Che cosa avrei dovuto fare, in tal caso, per riempire i minuti e le ore? Oh, ma questo non era accaduto, fortunatamente. Meno male che mi ero salvato.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
   That night I spent in turmoil. Fitfully, I slept, I woke up, I slept again, and every time I slept I kept on dreaming of Micòl.    I dreamt, for example, of finding myself, just like that very first day I set foot in the garden, watching her play tennis with Alberto. Even in the dream I never took my eyes off her for a second. I kept on telling myself how wonderful she was, flushed and covered with sweat, with that frown of almost fierce concentration that divided her forehead, all tensed up as she was with the effort to beat her smiling, slightly bored and sluggish older brother. Yet then I felt oppressed by an uneasiness, an embittered feeling, an almost unbearable ache.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)
Tenendosi a braccetto, alcune ragazze formavano a volte delle catene tutte femminili di cinque o sei. Strane, mi dicevo, guardandole. Nell'attimo che le incrociavamo, scrutavano attraverso i cristalli coi loro occhi ridenti, nei quali la curiosità si mescolava a una specie di bizzarro orgoglio, di disprezzo appena simulato. Davvero strane. Belle e Libere.
Giorgio Bassani (The Garden of the Finzi-Continis)