Gaylord Nelson Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Gaylord Nelson. Here they are! All 6 of them:

The ultimate test of man's conscience may be his willingness to sacrifice something today for future generations whose words of thanks will not be heard.
Gaylord Nelson
Our goal is not just an environment of clean air and water and scenic beauty. The objective is an environment of decency, quality and mutual respect for all other human beings and all other living creatures.
Gaylord Nelson
Not an “Issue,” a Frame” “The link between challenging corruption and lowering emissions is just one example of how the climate emergency could—by virtue of its urgency and the fact that it impacts, well, everyone on earth—breathe new life into a political goal for which there is already a great deal of public support. The same holds true for many of the other issues discussed so far—from raising taxes on the rich to blocking harmful new trade deals to reinvesting in the public sphere. But before those kinds of alliances can be built, some very bad habits will need to be abandoned. Environmentalists have a long history of behaving as if no issue is more important than the Big One—why, some wonder (too often out loud), is everyone wasting their time worrying about women’s rights… when it’s blindingly obvious that none of this matters if the planet decides to start ejecting us for poor behavior? When the first Earth Day was declared in 1970, one of the movement’s leaders, Democratic senator Gaylord Nelson, declared that the environmental crisis made “Vietnam, nuclear war, hunger, decaying cities, and all other major problems one could name . . . relatively insignificant by comparison.” Which helps explains why the great radical journalist I. F. Stone described Earth Day as “a gigantic snowjob” that was using “rock and roll, idealism and non-inflammatory social issues to turn the youth off from more urgent concerns which might really threaten our power structure. They were both wrong. The environmental crisis—if conceived sufficiently broadly—neither trumps nor distracts from our most pressing political and economic causes: it supercharges each one of them with existential urgency.
Naomi Klein (This Changes Everything: Capitalism vs. The Climate)
L’estinzione dello statista Gary Hart* | 805 parole Per quelli di noi che hanno avuto il privilegio di servire nel Congresso degli Stati Uniti alcuni anni fa, ci sono notevoli differenze tra i migliori dei nostri colleghi di allora e molti degli attuali membri delle due Camere. Le differenze hanno a che fare con la levatura e le doti di statista. Come si spiega questa differenza? Ha in gran parte a che fare con la rivoluzione nei media. Le tre principali tribune trent’anni fa o giù di lì erano i programmi delle interviste della domenica mattina mandate in onda sui network e, in misura minore, i programmi quotidiani del mattino. Cronisti politici di lungo corso e intervistatori erano ben versati nelle questioni del giorno e avevano accumulato anni di esperienza sulle vicende nazionali e internazionali. Ci si aspettava che i personaggi politici, in particolare tra i candidati ad incarichi nazionali, sapessero di che cosa stessero parlando, e se così non era, le loro pecche erano evidenti. Le interviste e le discussioni erano serie, ma raramente conflittuali e certamente non di parte. Più di recente, le cose sono cambiate. Adesso abbiamo trasmissioni non-stop via cavo, network partigiani, intervistatori che si distinguono solo per il sensazionalismo e le polemiche, conduttori pieni di sé abili nell’arte del comizio, batterie di sconosciuti «strateghi» politici con poca o nessuna esperienza al di là di una precedente campagna (e un parrucchiere) domande conflittuali che sottintendono la malafede dell’intervistato, e un generale disprezzo per i personaggi politici basata sulla superiorità dell’intervistatore. In breve, i media - i mezzi con cui gli eletti comunicano con i cittadini - sono ora un quarto ramo del governo e si ritengono uguali se non superiori rispetto ai rappresentanti eletti e si auto-attribuiscono il ruolo di tribuni della plebe. E in cima a questo, la compressione dei media - la necessità di comunicare con slogan di otto secondi e con i 140 caratteri di un tweet. Il risultato è che si privilegiano politici loquaci, brillanti, affascinanti e semplici rispetto a quelli del passato più inclini a essere riflessivi, determinati, sostanziali e diplomatici. Questo processo sacrifica gli statisti, uomini e donne istruiti, e con esperienza nell’arte del governo. L’ulteriore risultato è la divisione della nazione in fazioni avverse servite da media di parte che riciclano pregiudizi diffusi e dogmi e con poco riguardo per un’analisi ponderata dei complessi temi nazionali e internazionali che richiedono senso della storia, impegno per l’interesse nazionale a lungo termine e il prevalere del senso dello Stato sullo spirito di parte. Si sbaglierebbe, tuttavia, a credere che la massiva trasformazione dei media sia la sola responsabile per la diminuita statura dei leader. E’ colpa anche della conversione dei legislatori in cacciatori di fondi a pieno tempo e la costante opposizione di eserciti di lobbisti. Anche i senatori, che restano in carica per sei anni, sprecano una parte di ogni giorno di quei sei anni a questuare contributi. È umiliante per loro e per la nazione che servono. A rischio di farne una questione personale, mettete a confronto (se avete una certa età) l’attuale generazione di politici che aspirano a un incarico di rilievo nazionale con, per esempio, Abe Ribicoff, Stuart Symington, Mike Mansfield, Gaylord Nelson, Charles Mathias, Jacob Javits Clifford Case, Ed Muskie, William Fulbright, Hubert Humphrey, e molti, molti altri. Andati. Tutti andati. Nell’America di oggi ci sono di certo figure di uguale statura. Ma pochi di loro si sottoporrebbero al frullatore mediatico, all’umiliante ricerca di fondi e alla lotta nel fango dell’arena politica che viene definito percorso legislativo. E’ troppo aspettarsi a breve termine il ritorno a un processo politico più serio. C’è troppo denaro dei media e potere in gioco, nel sistema attuale. E non ci sarà mai carenza di perso
Anonymous
There's a lot more to be done.
Gaylord Nelson
We must recognize that we're all part of a web of life around the world.
Gaylord Nelson