Euro 96 Quotes

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Ciucci lascia l’Anas l’ultima frana travolge anche lui Il presidente rimette il mandato nelle mani di Delrio Si era autolicenziato da dg: 1,8 milioni di buonuscita Pietro Ciucci, classe 1950, presidente dell’Anas 564 parole Chissà, magari sperava di superare anche questa tempesta. Ma la verità è che c’è da meravigliarsi come abbia fatto Pietro Ciucci - classe 1950, da 45 anni nelle aziende di Stato - a resistere fino a ieri, contro la logica, contro il buonsenso. Al termine dell’incontro in cui Ciucci ha rimesso nelle mani del neoministro delle Infrastrutture Graziano Delrio il suo mandato, all’Anas dicono che «l’incontro era previsto da tempo», e che la decisione di dimettersi è stata presa «spontaneamente e da tempo» dallo stesso Ciucci. Ma sappiamo che la discussione è stata molto dura, e che Delrio ha chiesto con forza a Ciucci di fare un passo indietro, dopo il disastro incredibile della frana che ha spezzato in due l’autostrada Palermo-Catania. Ora resterà in sella solo fino a metà maggio, quando verrà approvato il bilancio 2014. Collezionista di cariche Pietro Ciucci è entrato nel sistema pubblico a soli 19 anni, nella società Autostrade. Romano Prodi nel 1987 lo fa entrare nella direzione finanza dell’Iri, di cui diventa capo nel 1993. È un accumulatore straordinario di cariche, mette un piede in tutti i Cda delle società di Stato, gestisce la liquidazione di Iri. Nel ’96 diventa direttore generale di Anas, carica mantenuta fino all’estate 2013. Nel 2002 Silvio Berlusconi lo mette alla guida della Stretto di Messina. Romano Prodi nel 2006 blocca il ponte, ma lo nomina presidente e ad di Anas. Lo confermano su questa poltronissima, nell’ordine, Silvio Berlusconi (2009), Enrico Letta (2013), Matteo Renzi (2014). Evidentemente Ciucci ha molte qualità che finora gli hanno meritato tante promozioni e riconferme. Ad esempio, lo «straordinario» risultato che riguarda la Salerno-Reggio Calabria: nel dicembre 2012 annuncia che sarà completata nel 2013. «Pensiamo di farcela», dice. In dieci anni l’Anas ha realizzato solo 250 chilometri, ne mancano ancora 100. Sempre nel 2012 Ciucci «dimenticò» di avvertire l’allora ministro dello Sviluppo Corrado Passera che stava per scadere il termine per ricusare il contratto con il consorzio Eurolink: oggi c’è il rischio di dover pagare penali per il Ponte sullo Stretto. Che per Ciucci «è un’opera necessaria». Gli stipendi d’oro Ma il suo capolavoro risale all’estate del 2013. A 63 anni di età, Ciucci sa bene che difficilmente nel 2016 verrà confermato alla guida dell’Anas. E in più teme il taglio dello stipendio a 300mila euro annui. Così, il «presidente» Pietro Ciucci firma il pensionamento del «direttore generale» Pietro Ciucci (incidentalmente, dimenticando il «mancato preavviso»). Se ne va in pensione, riceve una buonuscita di 1,8 milioni, e lo stipendio da 240mila euro annui da presidente. Negli ultimi mesi tiene duro, indifferente a tutto: indagato per abuso d’ufficio per gli appalti della statale Maglie-Lecce. Coinvolto nell’inchiesta «Sistema», che costa la poltrona a un altro superboiardo, Ercole Incalza, e a un politico che lo ha sempre stimato, Maurizio Lupi. I ministri Padoan e Delrio fanno dimettere i loro rappresentanti nel cda Anas. Nulla. Delrio non è Lupi. L’ennesima frana costa il posto a Pietro Ciucci.
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