Dino Buzzati Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Dino Buzzati. Here they are! All 100 of them:

It was at this period that Drogo realised how far apart men are whatever their affection for each other, that if you suffer the pain is yours and yours alone, no one else can take upon himself the least part of it; that if you suffer it does not mean that others feel pain even though their love is great: hence the loneliness of life.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
What a terrible mistake, thought Drogo, perhaps everything is like that — we think there are beings like ourselves around us and instead there is nothing but ice and stones speaking a strange language; we are on the point of greeting a friend but our arm falls inert, the smile dies away because we are completely alone.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Nel sogno c'è sempre qualcosa di assurdo e confuso, non ci si libera mai della vaga sensazione ch'è tutto falso, che un bel momento ci si dovrà svegliare.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Everything goes by — men, the seasons, the clouds, and there is no use clinging to the stones, no use fighting it out on some rock in midstream; the tired fingers open, the arms fall back inertly and you are still dragged into the river, the river which seems to flow so slowly yet never stops.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Difficile è credere in una cosa quando si è soli, e non se ne può parlare con alcuno. Proprio in quel tempo Drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangano sempre lontani; che se uno soffre, il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l'amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
But at a certain point we turn round, almost instinctively, and see that a gate has been bolted behind us, barring our way back (...) Then we understand that time is passing and that one day or another the road must come to an end.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Because it may be fine to die in the open, with one’s body still young and healthy amidst the triumphant echoes of the bugles; but it is a sadder fate to die of wounds in a hospital ward after long sufferings, and it is more melancholy still to meet one’s end in one’s bed at home in the midst of fond laments, dim lights and medicine bottles. But nothing is more difficult than to die in some strange, indifferent spot, in the characterless bed of an inn, to die there old and worn and leave no one behind in the world.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe (Canons))
Il tempo intanto correva, il suo battito silenzioso scandisce sempre più precipitoso la vita, non ci si può fermare neanche un attimo, neppure per un'occhiata indietro. "Ferma, ferma!" si vorrebbe gridare, ma si capisce ch'è inutile. Tutto quanto fugge via, gli uomini, le stagioni, le nubi; e non serve aggrapparsi alle pietre, resistere in cima a qualche scoglio, le dita stanche si aprono, le braccia si afflosciano inerti, si è trascinati ancora nel fiume, che pare lento ma non si ferma mai.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
A una certa età tutti voi, uomini, cambiate. Non rimane più niente di quello che eravate da piccoli. Diventate irriconoscibili. Anche tu colonnello, un giorno, dovevi essere diverso...
Dino Buzzati
What if he were an ordinary man who has been rightfully allotted no more than a mediocre destiny?
Dino Buzzati (Il deserto dei Tartari)
Twenty-two months are a long time and a lot of things can happen in them- there is time for new families to be formed, for babies to be born and even begin to talk, for a great house to rise where once there was only a field, for a beautiful woman to grow old and no one desire her any more, for an illness- for a long illness- to ripen (yet men live on heedlessly), to consume the body slowly, to recede for short periods as if cured, to take hold again more deeply and drain away the last hopes; there is time for a man to die and be buried, for his son to be able to laugh again and in the evening take the girls down the avenues and past the cemetery gates without a thought. But it seemed as if Drogo’s existence had come to a halt. The same day, the same things, had repeated themselves hundreds of times without taking a step forward. The river of time flowed over the Fort, crumbled the walls, swept down dust and fragments of stone, wore away the stairs and the chain, but over Drogo it passed in vain- it had not yet succeeded in catching him, bearing him with it as it flowed.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Ogni vero dolore viene scritto su lastre di una sostanza misteriosa al paragone della quale il granito è burro.
Dino Buzzati (La boutique del mistero)
Muhakkak farklı birşeyler olagelmeli,öyle bir şey ki insan:Artık sonuna gelmiş olsam bile beklemeye değmiş diyebilmeli.
Dino Buzzati
I no longer aspire to a career. A post with no worries is all I need.
Dino Buzzati (Il deserto dei Tartari)
The page is slowly turned, falls over to join the others, the ones already finished. It is still only a thin layer. Those still to be read are inexhaustible in comparison. But it is always another page finished, a portion of your life.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Così una pagina lentamente si volta, si distende dalla parte opposta, aggiungendosi alle altre già finite, per ora è solamente uno strato sottile, quelle che rimangono da leggere sono in confronto un mucchio inesauribile. Ma è pur sempre un'altra pagina consumata, signor tenente, una porzione di vita.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Twenty-two months had passed without bringing anything fresh and he had stayed there waiting, as if life could not but be specially lenient with him.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Mari sunt satisfacţiile unei vieţi laborioase, aşezate şi liniştite, dar şi mai mare este atracţia abisului.
Dino Buzzati
Щяха да са ѝ достатъчни две думи преди вечеря (аз, седнал на диванчето, тя – легнала в леглото), някои и друга дреболия за живота ми и за работата.
Dino Buzzati (Le K)
...всичко е блаженство и утре пак ще е блаженство, същото, както и вдругиден, и в деня след него, блаженство до гуша, до безкрай, и така - во веки веков. Ох.
Dino Buzzati (Le K)
And yet the winds of time were blowing; heedless of mankind they blew to and fro in the world preying upon beauty; and no one could escape them, not even children so newly born as to be still unnamed.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
I've learned how to be content," said the major, as he realized what Giovanni was thinking. "Year after year I've learned how to desire less and less.
Dino Buzzati (Il deserto dei Tartari)
She looked at him with what remained of her love.
Dino Buzzati (The Stronghold)
Аз съм адвокат, художник, счетоводител или нещо подобно, общо взето – човек.
Dino Buzzati (Le K)
…каква напаст беше Коледа!
Dino Buzzati (Le K)
Защото животните, неподвластни на тази зла участ, самотата, са способни да си играят без компания, но човекът не може и ако се опита да го направи, скоро се натъжава дори повече.
Dino Buzzati (Le K)
L'amore? È una maledizione che piomba addosso e resistere è impossibile.
Dino Buzzati (Un amore)
Ma una decisione bisognava pur prenderla, e ciò gli dispiaceva. Egli avrebbe preferito continuare l'attesa, rimanere assolutamente immobile, quasi a provocare il destino affinché si scatenasse davvero.
Dino Buzzati (Il deserto dei Tartari)
Facevo due tre passi nel corridoio e mi raggiungeva la temuta voce: "Dino". Tornavo indietro. "Ci sei a colazione?" "Sì." "E a pranzo?" "E a pranzo?" Dio mio, quanto innocente e grande e nello stesso tempo piccolo desiderio c'era nella domanda. Non chiedeva, non pretendeva, domandava soltanto un'informazione. Ma io avevo appuntamenti cretini, avevo ragazze che non mi volevano bene e in fondo se ne fregavano altamente di me, e l'idea di tornare alle otto e mezzo nella casa triste, avvelenata dalla vecchiaia e dalla malattia, già contaminata dalla morte, mi repelleva addirittura, perché non si deve avere il coraggio di confessare queste orribili cose quando sono vere? "Non so" allora rispondevo "telefonerò". E io sapevo che avrei telefonato di no. E lei subito capiva che io avrei telefonato di no e nel suo "Ciao" c'era uno sconforto grandissimo. Ma io ero il figlio, egoista come sanno esserlo soltanto i figli.
Dino Buzzati (La boutique del mistero)
Ma l'incontro con la Laide gli aveva lasciato uno strano turbamento. Forse anche per il ricordo della tipa incontrata in corso Garibaldi. Come se qualcosa lo avesse toccato dentro. Come se quella ragazza fosse diversa dalle solite. Come se fra loro due dovessero succedere molte altre cose. Come se lui ne fosse uscito differente. Come se Laide incarnasse nel modo più perfetto e intenso il mondo avventuroso e proibito. Come se ci fosse stata una predestinazione. Come quando uno, senza alcun particolare sintomo, ha la sensazione di stare per ammalarsi, ma non sa di che cosa né il motivo. Come quando si ode dabbasso il cigolio del cancello e la casa è immensa, ci abitano centinaia di famiglie e all'ingresso è un continuo andirivieni eppure all'improvviso si sa che ad aprire il cancello è stata una persona la quale viene a cercarci.
Dino Buzzati (Un amore)
E la sera, dalla mia stanza di bambina, guardo I lumi della città sul mare. E certe volte ho l’impressione di essere ancora quella di una volta, e che gli anni non siano mai passati. E penso : laggiù è la vera vita, laggiù il mondo, l’avventura, il sogno ! E fantastico un giorno o l’altro di partire. Lo vede dunque che non è mai finita ?
Dino Buzzati
C'è, nel motivo popolaresco della musica, semplice come uno stecco eppure carico di secoli, qualcosa che precisamente diceva addio, con potenza d'amore per quello che fu e mai ritornerà e nello stesso tempo un confuso presentimento di cose che un giorno verranno, forse, perché la musica vera è tutta qui nel rimpianto del passato e nella speranza del domani, la quale è altrettanto dolorosa. Poi c'è la disperazione dell'oggi, fatta dell'uno e dell'altra. E fuori di qui altra poesia non esiste.
Dino Buzzati (Un amore)
Dio mio possibile che non riuscisse a pensare ad altro? la mente era fissa lì, sempre sullo stesso argomento tormentoso, e all'altezza del palazzo di Brera lo prese lo sgomento perché in questo preciso istante ha capito di essere completamente infelice senza nessuna possiblità di rimedio, una cosa assurda e idiota, tuttavia così vera e intensa che non trovava più requie.
Dino Buzzati (Un amore)
Ho detto il Natale più bello che ricordo. Perché bello non significa soltanto bello ma può significare anche terribile e profondo. Anzi. Le più grandi bellezze, in questo mondo, forse stanno proprio qui. Nel dolore, nel rimpianto di ciò che è stato e non sarà più, nella nostra solitudine, della quale noi in genere non ci accorgiamo, o preferiamo non pensarci. Ma verrà il giorno.
Dino Buzzati (Il panettone non bastò)
Solo adesso, finalmente, si rendeva conto del segreto. Un segreto molto semplice: l’amore. Tutto ciò che ci affascina del mondo inanimato, i boschi, le pianure, i fiumi, le montagne, le valli, le steppe, di più, di più, le città, i palazzi, le pietre, di più, il cielo, i tramonti, le tempeste, di più, la neve, di più, la notte, le stelle, il vento, tutte queste cose, di per sé vuote e indifferenti, si caricano di significato umano perché, senza che noi lo sospettiamo, contengono un presentimento d’amore.
Dino Buzzati
But why was the room suddenly becoming so dark? It was the middle of the afternoon. With a supreme effort Giuseppe Corte, who felt himself paralyzed with a strange lethargy, looked at the clock on the nightstand beside the bed. It was 3:30. He turned his head in the other direction and saw that the shutters, in obedience to some mysterious command, were closing slowly, blocking the passage of light.
Dino Buzzati (Sessanta racconti)
Выходит, пел не солдат, не человек, способный чувствовать холод, наказание, любовь; пели враждебные ему горы. Какая обидная ошибка, подумал Дрого, может, и в жизни все вот так: мы считаем, что вокруг нас люди, такие же, как мы, но вместо них только холод, только камни, с их непонятным языком. Хочешь пожать руку друга, но твоя протянутая рука безвольно опускается и улыбка гаснет: оказывается, рядом – никого и ты так одинок.
Dino Buzzati (Il deserto dei Tartari)
life would be unbearable, even in the happiest conditions, if we were denied the possibility of suicide. No one thinks about it, you understand. But can you imagine what the world would be like if one day we knew that no one could dispose of his own life? A terrifying prison. Crazy, we’d become.
Dino Buzzati (The Singularity)
Автомобилът! Не малката кола за ежедневна употреба, която е достатъчно криво-ляво да се придвижва, а породистото превозно средство като символ на успеха, утвърждаване на личността, превес над света, придатък към Аз-а, средство за авантюри, накратко: емблема на стандартните форми на щастие в наши дни.
Dino Buzzati (Le K)
..henüz genç ve sağlıklı bir bedene sahipken,zafer borularının öttüğü anda ölmek güzel olabilir; ama bir hastane koğuşunda uzun uzun acı çektikten sonra ölmek daha kötüdür herhalde, evde, sevgi dolu inlemeler, hafif ışıklar ve ilaç şişeleri arasında ölmek daha melankoliktir. ama bilinmeyen, yabancı bir diyarda, sıradan bir han odasında, yaşlı ve çirkinleşmiş bir biçimde, dünyada, arkada hiç kimsenin kalmadığını bilerek ölmek kadar zor hiç bir şey olamazdı.
Dino Buzzati
Ona "Dikkat et Giovanni Drogo!" diyecek hiç kimse yoktu.Gençliğinin solmaya başlamış olmasına rağmen ,inatçı bir yanılsama sonucu ,yaşam bitmek bilmezmiş gibi görünüyordu gözüne.Ama Drogo,zamanın ne olduğundan habersizdi.Önünde tanrılar gibi,yüzlerce gençlik yılı olsa dahi,ona düşen pay hep küçücük olacaktı.
Dino Buzzati
Sì certo, complessivamente una storia ridicola, una vicenda come tante, banale, storta, comica, meschina. Era tanto semplice capirlo, non poteva che finire così, su, coraggio, buonanotte, a domani, non ne vorrà fare una tragedia spero, raddrizzi il nodo della cravatta piuttosto. Una doverosa risata. Buonanotte.
Dino Buzzati (Un amore)
Del resto, questa forse è la notte famosa in cui tu finirai di essere bambino. Non so se qualcuno te l'ha detto. Di questa notte i più non si accorgono, non sospettano nemmeno che esista, eppure è una netta barriera che si chiude d'improvviso. Capita di solito nel sonno. Sì, può darsi che sia la tua volta. Tu domani sarai molto più forte, domani comincerà per te una nuova vita, ma non capirai più molte cose: non li capirai più, quando parlano, gli alberi, né gli uccelli, né i fiumi, né i venti. Anche se io rimanessi, non potresti, di quello che dico, intendere più una parola. Udresti sì la mia voce, ma ti sembrerebbe un insignificante fruscio, rideresti anzi di queste cose.
Dino Buzzati (Il segreto del Bosco Vecchio)
Only his step awoke her – not that it was loud, for Giovanni went on tiptoe. There was no special reason for it, except that he was her son.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Un po' più in là della tua solitudine, c'è la persona che ami
Dino Buzzati
…il tempo è fuggito tanto velocemente che l’animo non è riuscito ad invecchiare.
Dino Buzzati
Demek ki yaşam bir tür şakaydı: kibrinden, girdiği bir iddia yüzünden her şeyi yitirmişti.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Енрико Роко, 31-годишен, управител на търговска фирма, влюбен, се затвори в кабинета си ..." 50. "Любовно писмо
Dino Buzzati (Sessanta racconti)
... Прокара ръка по вече прошарените си коси. - Кога съм успял да напиша подобни глупости? И коя беше тази Орнела? 50. "Любовно писмо
Dino Buzzati (Sessanta racconti)
Детето застина втрещено, а по личицето му се изписа такова дълбоко страдание, че небето по цялата Земя започна да помръква.
Dino Buzzati (Le K)
Бях готов да продължа цялата вечер и нощ, докато не натрупам милиарди. Но по някое време силите ме напуснаха.
Dino Buzzati (Le K)
Ilude-se com uma gloriosa desforra a longo prazo, acredita possuir ainda uma imensidão de tempo disponível,
Dino Buzzati (O deserto dos tártaros)
Fino allora egli era avanzato per la spensierata età della prima giovinezza, una strada che da bambini sembra infinita, dove gli anni scorrono lenti e con passo lieve, così che nessuno nota la loro partenza. Si cammina placidamente, guardandosi con curiosità attorno, non c'è proprio bisogno di affrettarsi, nessuno preme dietro e nessuno ci aspetta, anche i compagni procedono senza pensieri, fermandosi spesso a scherzare. Dalle case, sulle porte, la gente grande saluta benigna, e fa cenno indicando l'orizzonte con sorrisi di intesa; così il cuore comincia a battere per eroici e teneri desideri, si assapora la vigilia delle cose meravigliose che si attendono più avanti; ancora non si vedono, no, ma è certo, assolutamente certo che un giorno ci arriveremo. Ancora molto? No, basta attraversare quel fiume laggiù in fondo, oltrepassare quelle verdi colline. O non si è per caso già arrivati? Non sono forse questi alberi, questi prati, questa bianca casa quello che cercavamo? Per qualche istante si ha l'impressione di sì e ci si vorrebbe fermare. Poi si sente dire che il meglio è più avanti e si riprende senza affanno la strada. Così continua il cammino in un'attesa fiduciosa e le giornate sono lunghe e tranquille, il sole risplende alto nel cielo e sembra non abbia mai voglia di calare al tramonto. Ma a un certo punto, quasi istintivamente, ci si volta indietro e si vede che un cancello è stato sprangato alle spalle nostre, chiudendo la via del ritorno. Allora si sente che qualcosa è cambiato, il sole non sembra più immobile ma si sposta rapidamente, ahimè, non si fa in tempo a fissarlo che già precipita verso il confine dell'orizzonte, ci si accorge che le nubi non ristagnano più nei golfi azzurri del cielo ma fuggono accavallandosi l'una all'altra, tanto è il loro affanno; si capisce che il tempo passa e che la strada un giorno dovrà pur finire. Chiudono a un certo punto alla nostre spalle un pesante cancello, lo rinserrano con velocità fulminea e non si fa in tempo a tornare.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Le storie che si scriveranno, i quadri che dipingeranno, le musiche che si comporranno, le stolte pazze e incomprensibili cose che tu dici, saranno pur sempre la punta massima dell'uomo, la sua autentica bandiera [...] quelle idiozie che tu dici saranno ancora la cosa che più ci distingue dalle bestie, non importa se supremamente inutili, forse anzi proprio per questo. Più ancora dell'atomica, dello sputnik, dei razzi intersiderali. E il giorno in cui quelle idiozie non si faranno più, gli uomini saranno diventati dei nudi miserabili vermi come ai tempi delle caverne.
Dino Buzzati (Le K)
Dormire, dormire; ecco l'unica tregua. Ma poi al risveglio, svaniti gli ultimi brandelli del sogno in corso, quel senso di angoscia, di condanna. Il pensiero cerca subito intorno: perché? perché? Lei! E allora il cuore prende a battere, il cervello si riempie di quel pensiero ossessionante, fisso, profondo, che invade tutta la coscienza e la chiude senza lasciare scampo. A qualsiasi cosa pensi, o meglio cerchi di pensare, c'è sempre lei di mezzo, che sbarra la strada. Egli si dice: è assurdo, non vale la pena, non merita, sì sì, tutti ottimi argomenti. Ma il giorno che rinunciasse, che non insistesse più, che trasformasse l'ansia in dolore cocente, quel giorno che cosa gli resterebbe? Il vuoto, la solitudine, la prospettiva di un futuro sempre più squallido e morto. Dio, aiutami!
Dino Buzzati (Un amore)
Drogo s’aperçut à quel point les hommes restent toujours séparés l'un de l'autre, malgré l'affection qu'ils peuvent se porter ; il s'aperçut que, si quelqu'un souffre, sa douleur lui appartient en propre, nul ne peut l'en décharger si légèrement que ce soit ; il s'aperçut que, si quelqu'un souffre, autrui ne souffre pas pour cela, même si son amour est grand, et c'est cela qui fait la solitude de la vie.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Di colpo egli capì ciò che dicevano, capì il significato del mondo visibile allorché esso ci fa restare stupefatti e diciamo "che bello" e qualcosa di grande entra nell'animo nostro. Tutta la vita era vissuto senza sospettarne la causa. Tante volte era rimasto in ammirazione dinanzi a un paesaggio, a un monumento, a una piazza, a uno scorcio di strada, a un giardino, a un interno di chiesa, a una rupe, a un viottolo, a un deserto. Solo adesso, finalmente, si rendeva conto del segreto. Un segreto molto semplice: l'amore. Tutto ciò che ci affascina nel mondo inanimato, i boschi, le pianure, i fiumi, le montagne, i mari, le valli, le steppe, di più, di più, le città, i palazzi, le pietre, di più, il cielo, i tramonti, le tempeste, di più, la neve, di più, la notte, le stelle, il vento, tutte queste cose, di per sé vuote e indifferenti, si caricano di significato umano perché, senza che noi lo sospettiamo, contengono un presentimento d'amore.
Dino Buzzati (Un amore)
- [...] Я кажи още нещо, но искрено, моля те. Като влезеш в някоя книжарница и видиш... - И видя стените покрити до тавана с книги от всякакъв тип, хиляди томове, всички публикувани през последните няколко месеца... Това ли имаш предвид? И се сетя, че и аз самият пиша нова книга, и ми потънат гемиите... все едно съм пристигнал на огромен пазар, където с километри се точат гигантски камари от плодове и зеленчуци, за да се опитам да пробутам някакво смотано картофче, това ли имаш предвид? - Именно...
Dino Buzzati (Le K)
D'improvviso si rende conto di quello che forse sapeva già ma finora non ha mai voluto crederci. Come chi da tempo avverte i sintomi inconfondibili di un male orrendo ma ostinatamente riesce a interpretarli in modo da poter continuare la vita come prima ma viene il momento che, per la violenza del dolore, egli si arrende e la verità gli appare dinanzi limpida e atroce e allora tutto della vita repentinamente cambia senso e le cose più care si allontanano diventando straniere, vacue e repulsive, e inutilmente l'uomo cerca intorno qualcosa a cui attaccarsi per sperare, egli è completamente disarmato e solo, nulla esiste oltre la malattia che lo divora, è qui se mai l'unico suo scampo, di riuscire a liberarsi, oppure di sopportarla almeno, di tenerla a bada, di resistere fino a che l'infezione col tempo esaurisca il suo furore.
Dino Buzzati (Un amore)
Tante volte era rimasto in ammirazione di fronte a un paesaggio, a un monumento, a una piazza, a uno scorcio di strada, a un giardino, a un interno di chiesa, a una rupe, a un viottolo, a un deserto. Solo adesso, finalmente, si rendeva conto del segreto. Un segreto molto semplice: l'amore. Tutto ciò che ci affascina nel mondo inanimato, i boschi, le pianure, i fiumi, le montagne, i mari, le valli, le steppe, di più, di più, le città, i palazzi, le pietre, di più, il cielo, i tramonti, le tempeste, di più, la neve, di più, la notte, le stelle, il vento, tutte queste cose, di per sé vuote e indifferenti, si caricano di significato umano perché, senza che noi lo sospettiamo, contengono un presentimento d'amore. Quanto era stato stupido a non essersene mai accorto finora. Che interesse avrebbe una scogliera, una foresta, un rudere se non vi fosse implicata una attesa? E attesa di che se non di lei, della creatura che ci potrebbe fare felici? Che senso avrebbe la valle romantica tutta rupi e scorci misteriosi se il pensiero non potesse condurci lei in una passeggiata del tramonto tra flebili richiami di uccelli? Che senso la muraglia degli antichi faraoni se nell'ombra dello speco non potessimo fantasticare di un incontro? E l'angolo del borgo fiammingo che ci potrebbe importare o il caffè del 'boulevard' o il 'suk' di Damasco se non si potesse supporre che anche lei un giorno vi passerà, impigliandovi un lembo di vita? E l'erma cappelletta al bivio col suo lumino, perché avrebbe tanto patos se non vi fosse nascosta un'allusione? E a che cosa allusione se non a lei, alla creatura che ci potrebbe fare felici? [...] Le torri antiche, le nuvole, le cateratte, le enigmatiche tombe, il singhiozzo della risacca sullo scoglio, il piegarsi dei rami alla tempesta, la solitudine dei greti nel pomeriggio, tutto è un'indicazione precisa a lei, la donna nostra che ci incenerirà. Ogni cosa del mondo congiurando con le altre cose del mondo in complotto sapientissimo per promuovere la perpetuazione della specie. Era una intuizione così bella e geniale che in altre circostanze egli ne avrebbe avuto soddisfazione. Ma, proprio per la sua esattezza, oggi a lui procurava solamente dolore. L'espressione degli alberi fuggenti corrispondeva infatti alla condizione del suo amore; il quale era stolto e disperato. Egli correva in direzione di lei benché sapesse che laggiù lo aspettavano soltanto nuovi affanni, umiliazioni e lacrime. Ma lui correva a perdifiato ugualmente, il piede premuto con tutta la forza sul pedale, per la paura di perdere un minuto.
Dino Buzzati (Un amore)
چه اشتباه غم‌انگیزی! چه بسا احساس‌های ما همه همین‌گونه باشند. خود را میان موجوداتی شبیه به خود می‌پنداریم، اما جز یخبندان و سنگستانی که به زبانی برای ما نامفهوم سخن می‌گویند چیزی در اطراف‌مان نیست. می‌خواهیم به دوستی درود بگوییم و دست پیش می‌بریم که دستی را بفشاریم، اما دست به لختی فرو می‌افتد. لبخند بر لب‌مان می‌خشکد زیرا در می‌یابیم که دوستی نیست و کاملا تنهاییم.‏
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Защото дивна е властта на пустините на Ориента, направени от камъни, пясък и слънце, където дори най-тесногръдият ще проумее собствената си нищожност на фона на необятното Творение и бездните на Вечността, но още по-могъща е пустинята на градовете, направени от тълпи, врява, колела, асфалт, електрически светлини и часовници, които вървят заедно и произнасят в хор една и съща присъда.
Dino Buzzati (Le K)
В града, където живея, разправят, че едно време да караш кола било простичко. Пешеходците се отдръпвали, велосипедите минавали встрани, улиците били почти празни, само тук-таме се зеленеели купчинките, оставени от конете. Можело да спираш където си щеш, дори по средата на площадите, и единствените затруднения възниквали поради богатия избор. Така разказват старците с тъжни усмивки, натежали от спомени. ... Днес обаче, скъпи приятели, животът е сражение. Градът е направен от асфалт и желязо, целият в остри ръбове, които стърчат застрашително и казват: тук не, тук не. Железни трябва да сме и ние, за да го обитаваме, а в тялото си да имаме не нежни, топли вътрешности, а бетонни блокове и неодялан камък с тегло кило и половина на мястото на така нареченото ни сърце (този смехотворен демодиран инструмент).
Dino Buzzati (Sessanta racconti)
That’s silly, it always happens at the last moment – it’s so tiresome packing,’ said Drogo purposely, as if he had not understood her undertone of feeling. It needed a word, a simple phrase to tell her that he was sorry she was leaving. But Drogo did not want to ask for anything – at that moment he was really not capable of it, he would have felt he was lying. So he said nothing and gave a vague smile.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Difficile è credere in una cosa quando si è soli, e non se ne può parlare con alcuno. Proprio in quel tempo Drogo si accorse come gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani; che se uno soffre il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; che se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l'amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita.
Dino Buzzati
Perché meravigliosa è la forza dei deserti d'Oriente fatti di pietre, di sabbia e di sole, dove anche l'uomo più gretto capisce la propria pochezza di fronte alla vastità del creato e agli abissi dell'eternità, ma ancora più potente è il deserto delle città fatto di moltitudine, di strepiti, di ruote, di asfalto, di luci elettriche, e di orologi che vanno tutti insieme e pronunciano tutti nello stesso istante la medesima condanna. (L'umiltà)
Dino Buzzati (La boutique del mistero)
They had reached the top of a hill. Drogo turned back to look at the city against the light. Plumes of smoke were rising from roofs. He saw his own house in the distance. He identified the window of his room. It was probably open; the women were tidying up. They would strip the bed, put things away in the closet, then bolt the shutters. For months and months no one would enter, except for the patient dust and on sunny days faint streaks of light. There, shut up in darkness, would lie the little world of his boyhood. His mother would preserve it so that on his return he would find everything the same, enabling him to remain a boy in that room, even after his long absence. She was no doubt deluding herself; she believed she could preserve intact a happiness that had vanished forever, holding back the flight of time, so that when doors and windows were reopened at her son's return, things would revert to the way they were before.
Dino Buzzati (Il deserto dei Tartari)
For months and months no one would enter except the patient dust and, on sunny days, thin streaks of light. There it was, shut up in the dark, the little world of his childhood. His mother would keep it like that so that on his return he could find himself again there, still be a boy within its walls even after his long absence – but of course she was wrong in thinking that she could keep intact a state of happiness which was gone for ever or hold back the flight of time, wrong in imagining that when her son came back and the doors and windows were reopened everything would be as before.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe (Canons))
— Şi totuşi ce? albi zâmbetul oblic al lui Schiassi. — Şi totuşi, spusei, chiar şi când nu va mai fi nici un singur om care să citească poveştile pe care le scriem, bine sau rău, când expoziţiile de artă vor rămâne pustii şi compozitorii îşi vor cânta creaţiile lor înaintea şirurilor de scaune goale, lucrurile pe care le vom face, nu spun eu, cei care au meseria mea.:. — Hai, hai, curaj, împungea sarcastic amicul meu. — Da, poveştile care se vor scrie, tablourile care se vor picta, bucăţile muzicale care se vor compune, tâmpitele ticnitele confuzele şi inutilele lucruri de care spui, vor fi totuşi mereu culmea cea mai înaltă a omului, flamura sa adevărată. — Mă înspăimânţi, exclamă Schiassi. Dar, nici măcar eu nu ştiu cum, eram incapabil să mă opresc. Eram cuprins de o mânie fără margini; şi-mi năvălea din piept, şi nu izbuteam s-o reţin. — Da, spusei, idioţeniile alea despre care spui vor fi tot ceea ce ne deosebeşte mai mult de animale, indiferent dacă sunt cu totul şi cu totul inutile, ba poate tocmai pentru asta. Mai mult chiar decât atomica, decât sputnicele şi decât rachetele intersiderale. Şi în ziua în care idioţeniile acelea nu se vor mai face, oamenii vor fi devenit nişte viermi nenorociţi ca în timpul cavernelor. Căci diferenţa dintre un furnicar de termite sau un dig de castori şi miracolele tehnicii moderne e o diferenţă minoră, un lucru de nimic faţă de cea care deosebeşte acelaşi furnicar de... de... —De o poezie ermetică de zece versuri, poate? sugeră cu răutate Schiassi. — Desigur, faţă de o poezie, chiar dacă aparent este indescifrabilă, chiar şi de numai cinci versuri. Ar ajunge încercarea de-a o scrie, chiar dacă eşuează... poate greşesc, dar numai în direcţia asta există pentru noi unica scăpare. Şi dacă... Aici Schiassi se abandonă într-un superb şi nesfârşit hohot de râs.
Dino Buzzati
Changed?” replied Drogo. “No, absolutely not.” “You’re just saying that because you don’t find me as attractive as before. Tell the truth!” Was it really Maria speaking? Wasn’t she teasing him? Drogo listened to her words, hardly believing what she said. From one moment to the next he hoped she would drop that elegant smile, that sweet manner, and burst out laughing. “Of course! I find you most unattractive,” Giovanni would have replied in the good old days as he slid an arm around her waist, and she would have pressed against him. But now? It would’ve been absurd, a joke in poor taste. “I don’t think that at all,” said Drogo. “You’re exactly the same, I swear.
Dino Buzzati (The Stronghold)
Vorrei con te passeggiare, un giorno di primavera, col cielo di color grigio e ancora qualche vecchia foglia dell'anno prima trascinata per le strade dal vento, nei quartieri della periferia; e che fosse domenica. In tali contrade sorgono spesso pensieri malinconici e grandi; e in date ore vaga la poesia, congiungendo i cuori di quelli che si vogliono bene. Nascono inoltre speranze che non si sanno dire, favorite dagli orizzonti sterminati dietro le case, dai treni fuggenti, dalle nuvole del settentrione. Ci terremo semplicemente per mano e andremo con passo leggero, dicendo cose insensate, stupide e care. Fino a che si accenderanno i lampioni e dai casamenti squallidi usciranno le storie sinistre della città, le avventure, i vagheggiati romanzi. E allora noi taceremo sempre tenendoci per mano, poiché le anime si parleranno senza parola. Ma tu - adesso mi ricordo - mai mi dicesti cose insensate, stupide e care. Né puoi quindi amare quelle domeniche che dico, né l'anima tua sa parlare alla mia in silenzio, né riconosci all'ora giusta l'incantesimo delle città, né le speranze che scendono dal settentrione. Tu preferisci le luci, la folla, gli uomini che ti guardano, le vie dove dicono si possa incontrare la fortuna. Tu sei diversa da me e se venissi quel giorno a passeggiare, ti lamenteresti d'essere stanca; solo questo e nient'altro.
Dino Buzzati (Sessanta racconti)
La camera si è riempita di buio, solo con grande fatica si può distinguere il biancore del letto, e tutto il resto è nero. Fra poco dovrebbe levarsi la luna. Farà in tempo, Drogo, a vederla o dovrà andarsene prima? La porta della camera palpita con uno scricchiolio leggero. Forse è un soffio di vento, un semplice risucchio d'aria di queste inquiete notti di primavera. Forse è invece lei che è entrata, con passo silenzioso, e adesso sta avvicinandosi alla poltrona di Drogo. Facendosi forza, Giovanni raddrizza un po' il busto, si assesta con una mano il colletto dell'uniforme, dà ancora uno sguardo fuori della finestra, una brevissima occhiata, per l'ultima sua porzione di stelle. Poi nel buio, benché nessuno lo veda, sorride.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Dio mio possibile che non riuscisse a pensare ad altro? La mente era fissa lì, sempre sullo stesso argomento tormentoso, e all'altezza del palazzo di Brera lo prese lo sgomento perché in questo preciso istante ha capito di essere completamente infelice senza nessuna possibilità di rimedio, una cosa assurda e idiota, tuttavia così vera e intensa che non trovava più requie. Ora si accorge che, per quanto egli cerchi di ribellarsi, il pensiero di lei lo perseguita in ogni istante millimetrico della giornata, ogni cosa persona situazione lettura ricordo lo riconduce fulmineamente a lei attraverso tortuosi e maligni riferimenti. Una specie di arsura interna in corrispondenza della bocca dello stomaco, su su verso lo sterno, una tensione immobile e dolorosa di tutto l'essere, come quando da un momento all'altro può accadere una cosa spaventosa e si resta inarcati allo spasimo, l'angoscia, l'ansia, l'umiliazione, il disperato bisogno, la debolezza, il desiderio, la malattia mescolati tutti insieme a formare un blocco, un patimento totale e compatto. E capire che la faccenda è ridicola, stolta e rovinosa, che è la classica trappola in cui cadono i cafoni di provincia, che chiunque gli avrebbe dato dell'imbecille e che perciò da nessuno può attendersi consolazione, aiuto, o pietà, consolazione e aiuto possono venire unicamente da lei ma lei di lui se ne frega, non per cattiveria o gusto di far soffrire solo che per lei egli non è che un cliente qualsiasi, del resto cosa ne sa Laide che Antonio è innamorato? Non le può passare neppure per la mente, un uomo di ambiente così diverso, un uomo di quasi cinquant'anni. E gli altri? La mamma, gli amici? Guai se sapessero. Eppure anche a cinquant'anni si può essere bambini, esattamente deboli smarriti e spaventati come il bambino che si è perso nel buio della selva. L'inquietudine, la sete, la paura, lo sbigottimento, la gelosia, l'impazienza, la disperazione. L'amore ! Prigioniero di un amore falso e sbagliato, il cervello non più suo, c'era entrata la Laide e lo succhiava.
Dino Buzzati (Un amore)
Vorrei che tu venissi da me una sera d'inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo. Per gli stessi sentieri fatati passammo infatti tu ed io, con passi timidi, insieme andammo attraverso le foreste piene di lupi, e i medesimi genii ci spiavano dai ciuffi di muschio sospesi alle torri, tra svolazzare di corvi. Insieme, senza saperlo, di là forse guardammo entrambi verso la vita misteriosa, che ci aspettava. Ivi palpitarono in noi, per la prima volta pazzi e teneri desideri. "Ti ricordi?" ci diremo l'un l'altro, stringendoci dolcemente, nella calda stanza, e tu mi sorriderai fiduciosa mentre fuori daran tetro suono le lamiere scosse dal vento. Ma tu - ora mi ricordo - non conosci le favole antiche dei re senza nome, degli orchi e dei giardini stregati. Mai passasti, rapita, sotto gli alberi magici che parlano con voce umana, né battesti mai alla porta del castello deserto, né camminasti nella notte verso il lume lontano lontano, né ti addormentasti sotto le stelle d'Oriente, cullata da piroga sacra. Dietro i vetri, nella sera d'inverno, probabilmente noi rimarremo muti, io perdendomi nelle favole morte, tu in altre cure a me ignote. Io chiederei "Ti ricordi?", ma tu non ricorderesti.
Dino Buzzati (Sessanta racconti)
O zamana değin, çocukken insana sonsuz gibi görünen bir yolda yılların yavaş yavaş ve hafifçe geçtiği, böylece hiç kimsenin akıp gittiklerinin ayırdına varmadığı bir yolda, hep ilk gençliğinin kaygısızlığıyla ilerlemişti, insan bu yolda, sakin sakin, çevresine merakla bakarak ilerlerdi, aceleye gerçekten hiç gerek yoktu, ne arkanızda sizi sıkıştıran ne de tabii, bekleyen birileri bulunurdu, arkadaşlarınız da kaygısız, oynamak için sık sık durarak ilerlerlerdi. Evlerinin kapısından büyükler size dostça selam verir ve suç ortaklığı dolu gülüşlerle ufku gösterirlerdi; böylece yürek yiğitçe ve tatlı arzularla çarpmaya başlar ve insan kendisini az ötede bekleyen harikulade şeylerin umudunu tadar; gerçi o şeyler henüz uzaktadır ama bir gün onlara ulaşılacağı kesin, tartışmasız bir biçimde kesindir. Daha çok yol var mıdır? Yoo, şu ilerideki nehri geçmek, şu yeşil tepeleri aşmak yeterlidir. Belki de varmışızdır bile. Şu ağaçlar, kırlar, şu beyaz ev belki de bizim aradığımız şeylerdir. Bir an, bunun doğru olduğuna inanıp, orada durmak isteriz. Sonra, kulağımıza ileride daha iyisinin olduğu çalınır ve tasasız bir biçimde yeniden yola koyuluruz. İnsan, böylelikle, umut dolu, kendi yolunda gider durur; günler uzun ve sakindir, güneş yukarıda gökyüzünde parlamakta ve akşam bastığında üzülerek yok olmaya yüz tutmaktadır. Ama bir noktada, belki de içgüdüsel olarak, insan geri döner ve arkasında bir kapının kapanarak dönüşü olanaksız kıldığım fark eder. İşte o zaman bir şeylerin değişmiş olduğunun ayırdına varırız, güneş eskisi gibi kıpırtısız değildir, hızla hareket etmektedir; ne yazık ki, henüz bakmaya bile fırsat bulamadan, onun ufkun ucuna doğru hızla kaydığını, bulutların da gökyüzündeki mavi koylarda hareketsiz durmadığını, birbirlerinin üzerine çıkarak kaçtıklarını, iyice acele ettiklerini görürüz; zamanın geçtiğini ve günü gelince yolun zorunlu olarak son bulacağını anlarız. Belirli bir zamanda, arkamızda bir kapı kapanır, kapanır ve bir şimşek hızıyla kilitlenir; geri dönecek zaman kalmamıştır.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Nominato ufficiale, Giovanni Drogo partì una mattina di settembre dalla città per raggiungere la Fortezza Bastiani, sua prima destinazione. Si fece svegliare ch'era ancora notte e vestì per la prima volta la divisa di tenente. Come ebbe finito, al lume di una lampada a petrolio si guardò nello specchio, ma senza trovare la letizia che aveva sperato. Nella casa c'era un grande silenzio, si udivano solo piccoli rumori da una stanza vicina; sua mamma stava alzandosi per salutarlo. Era quello il giorno atteso da anni, il principio della sua vera vita. Pensava alle giornate squallide all'Accademia militare, si ricordò delle amare sere di studio quando sentiva fuori nelle vie passare la gente libera e presumibilmente felice; delle sveglie invernali nei cameroni gelati, dove ristagnava l'incubo delle punizioni. Ricordò la pena di contare i giorni ad uno ad uno, che sembrava non finissero mai. Adesso era finalmente ufficiale, non aveva più da consumarsi sui libri né da tremare alla voce del sergente, eppure tutto questo era passato. Tutti quei giorni, che gli erano sembrati odiosi, si erano oramai consumati per sempre, formando mesi ed anni che non si sarebbero ripetuti mai. Sì, adesso egli era ufficiale, avrebbe avuto soldi, le belle donne lo avrebbero forse guardato, ma in fondo - si accorse Giovanni Drogo - il tempo migliore, la prima giovinezza, era probabilmente finito. Così Drogo fissava lo specchio, vedeva uno stentato sorriso sul proprio volto, che invano aveva cercato di amare. Che cosa senza senso: perché non riusciva a sorridere con la doverosa spensieratezza mentre salutava la madre? Perché non badava neppure alle sue ultime raccomandazioni e arrivava soltanto a percepire il suono di quella voce, così familiare ed umano? Perché girava per la camera con inconcludente nervosismo, senza riuscire a trovare l'orologio, il frustino, il berretto, che pure si trovavano al loro giusto posto? Non partiva certo per la guerra! Decine di tenenti come lui, i suoi vecchi compagni, lasciavano a quella stessa ora la casa paterna fra allegre risate, come se andassero a una festa. Perché non gli uscivano dalla bocca, per la madre, che frasi generiche vuote di senso invece che affettuose e tranquillanti parole? L'amarezza di lasciare per la prima volta la vecchia casa, dove era nato alle speranze, i timori che porta con sé ogni mutamento, la commozione di salutare la mamma, gli riempivano sì l'animo, ma su tutto ciò gravava un insistente pensiero, che non gli riusciva di identificare, come un vago presentimento di cose fatali, quasi egli stesse per cominciare un viaggio senza ritorno.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
For the first time in years he raised his eyes to the windows and saw, beyond the frozen roofs and under the crystal clear sky, the distant mountains gleaming, white with snow. They looked like silver clouds sailing gaily along, slow-moving, above the worries of the earth. He looked at them: for how long had he been oblivious to their existence? He thought, how different they are from us men, God, how pure and beautiful.
Dino Buzzati (Catastrophe: And Other Stories)
In lei, Laide, viveva meravigliosamente la città, dura, decisa, presuntuosa, sfacciata, orgogliosa, insolente. Nella degradazione degli animi e delle cose, fra suoni e luci equivoci, al'ombra tetra dei condominii, fra le muraglie di cemento e di gesso, nella frenetica desolazione, una specie di fiore.
Dino Buzzati (Un amore)
Devia ser uma tarde de felicidade, mesmo para os homens de uma sorte mediana.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
არც არავინ ჰყავდა იქ ვინმე, მისთვის რომ ეთქვა: „ფრთხილად, ჯოვანნი დროგო!“ სიცოცხლე ამოუწყავი ეჩვენებოდა, აკვიატებული ილუზია და ეს მაშინ, როცა სიჭაბუკეს უკვე შეჰპარვოდა ჭკნობა. მაგრამ დროგო ხომ დროს არ სცნობდა. ცხვირწინ ასობით და ასობით წლის ხანგრძლიობის ახალგაზრდობაც რომ დაედოთ მისთვის, ღმერთებს რომ გააჩნიათ, ისიც კი უბადრუკობად ეჩვენებოდა. არადა, მხოლოდ ერთი, უბრალო და ნორმალური სიცოცხლე გააჩნდა, ერთი ადამიანური სიჭაბუკე, ის ძუნწი ძღვენი, რასაც ხელის თითებზეც კი ჩამოთვლის კაცი და რაც ისე უმალ ჰქრება, რომ მის აღქმასაც ვერ ასწრებს ადამიანი. აუჰ, რამდენი დრო მაქვს კიდევ წინ, ფიქრობდა. და სხვათა შორის, ისეთებიც ყოფილან - მათ შესახებ სმენია რამ - ვინც რაღაც მომენტში (ამის თქმაც კი უცნაურია!), სიკვდილს უწყებდნენ ლოდინს. და ეს ცნობილი და აბსურდული რამ, შეუძლებელიც იყო რომ მას დამართნოდა. ამაზე ფიქრისას, დროგოს ეღიმებოდა და ამასობაში, სიცივით შეწუხებული, სიარულს მოჰყვა.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Si è messo in mente che la Fortezza è importante, che deve succedere qualcosa.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Zaman elini sizden daha çabuk tuttu, sizinse artık her şeye yeniden başlama hakkınız yok.
Dino Buzzati (Il Deserto dei Tartari e Dodici Racconti)
Ben azla yetinmeyi öğrendim," diyordu binbaşı, Drogo'nun düşüncelerini sezerek. "Her yıl biraz daha kanaatkâr olmayı öğrendim. Her şey yolunda giderse, evime albay rütbesiyle döneceğim." "Ya sonra?" diye soruyordu Drogo. "Sonra mı? Sonrası bu kadar," diyordu Ortiz, boyun eğen bir gülümsemeyle. "Sonra biraz daha bekleyeceğim... İşte gerek tiği biçimde yapılan görevin ödüllendirilmesi bu kadardır..." diye tamamlıyordu sözlerini şaka yaparak.
Dino Buzzati (Il Deserto dei Tartari e Dodici Racconti)
El caballo trota alegremente, el día es bueno, el aire tibio y ligero, la vida aún larga por delante, casi está por empezar. [...] Se vuelve así lentamente una página, se extiende al lado opuesto, agregándose a las otras ya acabadas, por ahora es sólo una capa fina, las que quedan por leer son, en comparación, un montón inagotable. Pero de todos modos es siempre una página gastada, mi teniente, una porción de vida.
Dino Buzzati (Il Deserto dei Tartari e Dodici Racconti)
Onların talihleri, serüven, herkesin yaşamında en az bir kez çalan o mucize anı, kuzeyden gelecekti. Zamanla gitgide belirsizleşen bu uzak olasılık uğruna, koskoca yetişkin adamlar yaşamlarının en güzel bölümünü burada tüketiyorlardı.
Dino Buzzati (Il Deserto dei Tartari e Dodici Racconti)
Até então ele passara pela despreocupada idade da primeira juventude, uma estrada que na meninice parece infinita, onde os anos escoam lentos e com passo leve, tanto que ninguém nota a sua passagem. Caminha-se placidamente, olhando com curiosidade ao redor, não há necessidade de se apressar, ninguém empurra por trás e ninguém espera, também os companheiros procedem sem preocupações, detendo-se frequentemente para brincar. Das casas, a porta, a gente grande cumprimenta-se benigna e aponta para o horizonte com sorrisos de cumplicidade; assim o coração começa a bater por heroicos e suaves desejos, saboreia-se a véspera das coisas maravilhosas que aguardam mais adiante; ainda não se veem, não, mas é certo, absolutamente certo, que um dia chegaremos a elas. Falta muito? Não, basta atravessar aquele rio lá longe, no fundo, ultrapassar aquelas verdes colinas. Ou já não se chegou, por acaso? Não são talvez estas árvores, estes prados, esta casa branca o que procurávamos? Por alguns instantes tem-se a impressão que sim, e quer-se parar ali. Depois ouve-se dizer que o melhor está mais adiante, e retoma-se despreocupadamente a estrada. Assim, continua-se o caminho numa espera confiante, e os dias são longos e tranquilos, o sol brilha alto no céu e parece não ter mais vontade de desaparecer no poente. Mas a uma certa altura, quase instintivamente, vira-se para trás e vê-se que uma porta foi trancada às nossas costas, fechando o caminho de volta. Então sente-se que alguma coisa mudou, o sol não parece mais imóvel, desloca-se rápido, infelizmente, não dá tempo de olhá-lo, pois já se precipita nos confins do horizonte, percebe-se que as nuvens não estão mais estagnadas nos golfos azuis do céu, fogem, amontoando-se umas sobre as outras, tamanha é sua afoiteza; compreende-se que o tempo passa e que a estrada, um dia, deverá inevitavelmente acabar. A um certo momento batem às nossas costas um pesado portão, fecham-no a uma velocidade fulminante, e não há tempo de voltar. Será então como um despertar. Olhará à sua volta, incrédulo; depois ouvirá um barulho de passos vindo de trás, verá as pessoas, despertadas antes dele, que correm afoitas e o ultrapassam para chegar primeiro. Ouvirá a batida do tempo escandir avidamente a vida. Nas janelas não mais aparecerão figuras risonhas, mas rostos imóveis e indiferentes. E se perguntar quanto falta do caminho, ainda lhe apontarão o horizonte, mas sem nenhuma bondade ou alegria. Entretanto, os companheiros se perderão de vista, um porque ficou para trás, esgotado, outro porque desapareceu antes e já não passa de um minúsculo ponto no horizonte. Além daquele rio — dirão as pessoas —, mais dez quilômetros, e terá chegado. Ao contrário, não termina nunca, os dias se tornam cada vez mais curtos, os companheiros de viagem, mais raros, nas janelas estão apáticas figuras pálidas que balançam a cabeça. Então já estará cansado, as casas, ao longo da rua, terão quase todas as janelas fechadas, e as raras pessoas visíveis lhe responderão com um gesto desconsolado: o que era bom ficou para trás, muito para trás, e ele passou adiante, sem dar por isso. Ah, é demasiado tarde para voltar, atrás dele aumenta o fragor da multidão que o segue, impelida pela mesma ilusão, mas ainda invisível, na branca estrada deserta. Ai, se pudesse ver a si mesmo, como estará um dia, lá onde a estrada termina, parado na praia do mar de chumbo, sob um céu cinzento e uniforme, sem nenhuma casa ao redor, nenhum homem, nenhuma árvore, nem mesmo um fio de erva, tudo assim desde um tempo imemorável.
Dino Buzzati (Il Deserto dei Tartari e Dodici Racconti)
Obcy, krążył po mieście szukając starych przyjaciół. Dowiedział się, że są bardzo zajęci własnymi interesami, wielkimi przedsięwzięciami, karierą polityczną. Mówili mu o sprawach poważnych i ważnych, zakładach przemysłowych, kolejach, szpitalach. Ktoś go zaprosił na obiad, kto inny się ożenił, każdy poszedł swoją drogą i w ciągu czterech lat odeszli od siebie daleko. Choć bardzo się starał (ale może i on już nie potrafił), nie udawało mu się wskrzesić dawnych rozmów, żartów, sposobu mówienia. Krążył po mieście szukając starych przyjaciół - a było ich wielu - ale w końcu został sam na chodniku, a przed nim było tyle pustych godzin aż do wieczora. (tłum. Alojzy Pałłasz)
Dino Buzzati
— Ты ранил меня, и это подло, — сказала сорока, помолчав. — Наверняка я умру. Но прежде чем умереть, я хочу прочесть стихотворение. — Стихотворение? — Да, — с грустью промолвила сорока. — Поэзия — единственная моя отрада.
Dino Buzzati (Il segreto del Bosco Vecchio)
لم يكن الانتظار عبثيا وبلا معنى، لم تسفك دماء السنين عبثا، وها هو ذا الحصن القديم يبدو أخيرا وكأن لوجوده معنى ما.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Così una pagina lentamente si volta, si distende dalla parte opposta, aggiungendosi alle altre già finite, per ora è solamente uno strato sottile, quelle che rimangono da leggere sono in confronto un mucchio inesauribile. Ma è pur sempre un’altra pagina consumata, signor tenente, una porzione di vita.
Dino Buzzati (Il Deserto Dei Tartari)
İnsanın, tek başına olduğu ve hiç kimseyle konuşamadığı zaman bir şeye inanması çok zordur. İşte tam da o dönemde, Drogo, insanların her zaman birbirlerinden uzakta olduklarını fark etti, birisi acı çektiğinde, acısı sadece kendisine ait oluyor, hiç kimse o acıyı birazcık olsun dindiremiyordu; bir insan acı çektiğinde diğerlerinin, duydukları sevgi ne denli büyük olursa olsun, bu yüzden acı çekmediklerini ve yaşamdaki yalnızlığı işte bu durumun oluşturduğunu fark etti.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Ama bir noktada, belki de içgüdüsel olarak, insan geri döner ve arkasında bir kapının kapanarak dönüşü olanaksız kıldığını fark eder. İşte o zaman bir şeylerin değişmiş olduğunun ayırdına varırız, güneş eskisi gibi kıpırtısız değildir, hızla hareket etmektedir; ne yazık ki, henüz bakmaya bile fırsat bulamadan, onun ufkun ucuna doğru hızla kaydığını, bulutların da gökyüzündeki mavi koylarda hareketsiz durmadığını, birbirlerinin üzerine çıkarak kaçtıklarını, iyice acele ettiklerini görürüz; zamanın geçtiğini ve günü gelince yolun zorunlu olarak son bulacağını anlarız.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
stranger, he wandered the city in search of old friends. He learned they were deeply engaged in business deals, major initiatives, political careers. They spoke to him of serious, important things—factories, railroads, hospitals. Someone invited him to dinner, someone else had gotten married, they had all gone their separate ways, and in four years they had grown distant. No matter how hard he tried (perhaps he himself was no longer capable), he couldn’t revive conversations from the past, the jokes, the turns of phrase. He wandered the city in search of old friends—and there were many—but in the end he found himself alone on a sidewalk with so many vacant hours before nightfall.
Dino Buzzati (The Stronghold)
Who knows, thought Giovanni, whether this first meeting might have turned out differently after such a long separation. Perhaps we can meet again. I have two months free. You can’t draw any conclusions from a brief encounter. She may still love me and I may never return to the Fortezza. But the girl said, “What a shame! In three days I’m leaving with mamma and Giorgina. We’ll be away a few months, I think.” The mere idea made her burst with joy. “We’re going to Holland.” “To Holland?” The girl now launched into an account of the journey, waxing enthusiastic about the friends who would accompany her, her horses, the parties she had attended during carnival, her life, and her companions. She was oblivious of Drogo. She now felt completely at ease and seemed more beautiful. “A magnificent idea,” said Drogo, who felt a bitter knot closing his throat. “I’ve heard this is the best season in Holland. They say entire fields are blooming with tulips.
Dino Buzzati (The Stronghold)
Altădată ea îi auzea pașii până și prin somn, ca și cum ar fi fost un semnal dinainte stabilit. Toate celelalte zgomote din noapte, chiar mult mai puternice, nu izbuteau s-o trezească – nici vehiculele care treceau pe stradă, nici plânsul unui copil, nici urletele câinilor, nici cucuvelele, nici obloanele care se izbeau, nici vântul șuierând printre streșini, nici ploaia sau trosnetul mobilelor. Numai pasul lui o deștepta, nu pentru că ar fi fost zgomotos (dimpotrivă, Giovanni mergea în vârful picioarelor). Nu exista nici un motiv anume, ci doar pentru că el era fiul ei.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Nimeni, cât avea să fie noaptea de lungă, nu va veni să-l salute; nimeni, în toată Fortăreața, nu se sinchisea de el, și nu numai în Fortăreață, probabil chiar în întreaga lume nu se afla nici o singură ființă care să se gândească la Drogo; fiecare își are propriile sale griji, fiecare abia are timp și putere pentru sine;
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Noaptea, în dormitor, polițele pe care stau ranițele, rastelele pentru puști, înseși ușile și chiar ferestrele mobile din nuc masiv din camera domnului colonel, toată lemnăria Fortăreței trosnea în întuneric. [...] Iată, asta e vremea când în șipcile bătrâne reînvie un îndărătnic dor de viață. Cu foarte mulți ani în urmă, în zilele fericite, ele cunoscuseră acel flux tineresc de căldură și forță, când din ramuri țâșneau puzderii de mlădițe; Apoi copacul a fost doborât. Iar acum, o dată cu sosirea primăverii, în fiecare părticică a lui se mai trezește încă, dar infinit mai slabă, o tresărire de viață. Cândva, frunze și flori; acum doar o vagă amintire, atât cât să se frângă, cu trosnet sec - și apoi totul se pierde în uitare până la primăvara următoare.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Noaptea, în dormitor, polițele pe care stau ranițele, rastelele pentru puști, înseși ușile și chiar ferestrele mobile din nuc masiv din camera domnului colonel, toată lemnăria Fortăreței trosnea în întuneric. [...] Iată, asta e vremea când în șipcile bătrâne reînvie un îndărătnic dor de viață. Cu foarte mulți ani în urmă, în zilele fericite, ele cunoscuseră acel flux tineresc de căldură și forță, când din ramuri țâșneau puzderii de mlădițe; Apoi copacul a fost doborât. Iar acum, o dată cu sosirea primăverii, în fiecare părticică a lui se mai trezește încă, dar infinit mai slabă, o tresărire de viață. Cândva, frunze și flori; acum doar o vagă amintire, atât cât să se frângă, cu trosnet sec - și apoi totul se pierde în uitare până la primăvara următoare.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)
Perché con tutta la tua intelligenza tu sei l'uomo più stupido che io abbia mai incontrato. [...]
Dino Buzzati
(...) o que era bom ficou para trás, muito para trás, e ele passou adiante, sem dar por isso. Ah, é demasiado tarde para voltar; atrás dele aumento o fragor da multidão que o segue, impelida pela mesma ilusão, mas ainda invisível na branca estrada deserta.
Dino Buzzati (The Tartar Steppe)