Cazzo Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Cazzo. Here they are! All 100 of them:

Sei pazzo. Non lo ero. Ti piace. Non era vero. La vuoi. Assolutamente no. Non è tua. Col cazzo che non lo era.
Chiara Cilli (Per Addestrarti (Blood Bonds, #4))
Cosa cazzo c'era da interpretare in «FATE I BRAVI»?
John Niven (The Second Coming)
«Hai barato», l’accusai. Nessuno sano di mente avrebbe mai osato farlo. Sorrise. Mi sorrise, cazzo. «Ho vinto».
Chiara Cilli (Per Addestrarti (Blood Bonds, #4))
È perchè vuoi togliermi a Paul, vero? Per questo è così importante che venga con te." "È perchè ti amo, stronza. Non me ne frega un cazzo di Evans. Devo rinunciare a dare la caccia per convincerti? Chiedimelo. Lo farò.
Nina Pennacchi (Capitan Swing)
È impossibile odiarti quando mi fai sentire così vivo,” I start, slipping two fingers past her lips and hooking them over her teeth, bringing her closer. “Ed è esattamente per questo che voglio odiarti. Prima di incontrare te ero un sonnambulo. Cazzo, non ero pronto a svegliarmi.
H.D. Carlton (Does It Hurt?)
Ho bisogno soltanto di una buona notte di sonno. Ma tanto per incominciare, non c'è mai un cazzo di niente da leggere. Quando uno ha avuto una certa dose di buona letteratura, non ce n'è più, punto e basta. Bisogna scriversela da soli.
Charles Bukowski (The Captain is Out to Lunch and the Sailors Have Taken Over the Ship)
L'umanità mi sta sul cazzo da sempre - ecco il mio motto.
Charles Bukowski (Women)
Ci credo che al cuore non si comanda… non capisce un cazzo.
Diego De Silva
«Sam è un maschio.» «Lo so.» «Davvero?» «Certo. È molto delicato e femminile, ma si vede che è un maschio. Ha anche il pomo d'Adamo.» «Ma che cazzo!» sbottò Mason. «Tutti a parlare di pomo d'Adamo, anche i miei amici. Voi, quando andate in giro, guardate le gole delle persone? Non potete essere normali e guardare le tette .»
Susan Moretto (Anormale)
alla fine di tanti e tanti anni di illusioni sterili aveva cominciato a congetturare che non si vive, cazzo, si sopravvive, s'impara troppo tardi che perfino le vite più estese e utili non sono sufficienti ad altro che a imparare a vivere
Gabriel García Márquez (El otoño del patriarca)
E lei dice che non è una bambina e non è neanche più atomica.
Vasco Brondi (Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero)
...qui siedo sempre come un maestoso cazzo fra duoi coglioni. [...I always sit here like a majestic prick between two balls.]
Denis Diderot (Le Neveu de Rameau)
Cazzo! Stella! Non posso crederci. Porca puttana!" "Se dici un'altra parolaccia, e spedisci il modulo, vinci una pirofila.
Kat Sherman (Ti odio con tutto l'amore che ho (Italian Edition))
Per ogni uomo c'è un'area della vita compresa nel perimetro sacrosanto dei cazzi suoi.
Giorgio Faletti (Appunti di un venditore di donne)
Afferrò il viso di Jay tra le mani tenendolo fermo lì, dove lui voleva, mentre si saziava dei suoi respiri irregolari, del suo shock. Le labbra di Jay non si mossero, rimase lì, passivo. Kynk continuò il suo attacco e l’altro si arrese all’inevitabile. Il cazzo gli si fece di granito nelle mutande mentre divorava la bocca piena di Jay, gustandosi la dolce resa del suo amante.
Anya M. Silver (Pure Revenge (Lethal Men, #1))
«Se la memoria non mi inganna, è la prima volta che ho il piacere di ospitare i fratelli Lamaze al completo». Si posizionò davanti a noi e mi scoccò un sorrisetto del cazzo. «Perso qualcosa?»
Chiara Cilli (Uccidimi (Blood Bonds, #3))
He cups my chin, thumb grazing the corner of my mouth, tracing my lips as they slide along his cock. “Vedere il mio cazzo tra quelle belle labbra è una fantasia che mi ha perseguitato dal momento in cui ci siamo incontrati.
J.M. Darhower (Grievous (Scarlet Scars, #2))
- Hai finito di fare lo stronzo con me adesso? - Quasi. Tutto ciò che ho da dire è che non puoi fare il paladino degli oppressi di professione. Si, le cose sono migliorate per i neri e le donne e i gay, ma è stato grazie ai neri, alle donne e ai gay, non alle teste di cazzo come questo gruppetto qui. I bianchi e gli etero sono arrivati per dare una mano, va bene, dopo che i neri hanno detto "basta" e sono stati presi a botte in testa, e lo stesso vale per i gay e le donne. Sono i bianchi e gli etero che controllano le cose, e le avrebbero potute cambiare in ogni momento.
Joe R. Lansdale
Quando tutto sarà finito sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito, e rimpiangerò gli obbiettivi che ho abbandonato perché il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli. Questa vita è una puttana e probabilmente mi spezzerà il cuore, ma cazzo, sono innamorato.
Charles Bukowski
Mi guardo bene dal tenermi in gola le parole: ho passato gran parte della mia vita a non dire le cose che volevo dire, e me ne sono pentito. La nostra natura ci impone di mandare messaggi subliminali, comunicare con i gesti, perché abbiamo paura di esporci per come siamo. Anche a noi stessi. Quando tutto sarà finito sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito, e rimpiangerò gli obbiettivi che ho abbandonato perché il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli. Questa vita è una puttana e probabilmente mi spezzerà il cuore, ma cazzo, sono innamorato. Va così, rhum e pera, perché ci sono dei momenti forti che ti lasciano l’amaro in bocca, e altri talmente belli da farti dimenticare quel retrogusto sgradevole che ha la vita
Charles Bukowski
Non lo hai mai soffocato, mai. Ha solo fatto il coglione perché sapeva che ti avrebbe fatto male dicendolo. Quindi starai solo ad aspettare fino a che sprofonderà nella merda e si renderà conto di aver sbagliato?" Annuii "È tutto quello che posso fare" "E intanto muori lentamente con il cuore spezzato, mentre lui si prende il suo tempo facendo l'Idiota testardo, fingendo di andare avanti con la sua vita quando invece è troppo testa di cazzo per ammettere di aver sbagliato?" Non risposi. Non dovevo.
N.R. Walker (Through These Eyes (Blind Faith, #2))
«Ascolta, so come ti senti: sei prevenuto, hai paura, ti senti insicuro, credi che la felicità per te sia irraggiungibile. Ti assicuro che non è così. Io non ti lascerò mai, sarò sempre al tuo fianco, malgrado i tuoi sbalzi d’umore e la tua stronzaggine. Ci sarò per te, ci sono sempre stata. E ti amo, Elijah, dovresti saperlo.» Annuisce, ma l’espressione combattuta non va via dal suo viso. Non crede ancora di meritare la felicità. Non può vivere così, deve lasciarsi il passato alle spalle, prendere coscienza del fatto che da ora in poi la nostra vita sarà insieme, amarmi con tutto se stesso e mettersi in gioco. «Anche io ti amo e cercherò di dimostrartelo, di essere più ottimista. Mi fido di noi e so che il nostro amore è fortissimo, che siamo un’unica cosa e niente può separarci, nemmeno le mie insicurezze del cazzo.» Mi alzo sulle punte e assaggio le sue labbra con frenesia «Così ti voglio» mormoro. Si morde il labbro, incastrandomi con uno sguardo malizioso. «Io ti voglio in qualsiasi modo» esclama.
Debora C. Tepes (Sei tu il mio paradiso)
Requiescat come cazzo gli pare. Amen!
Giorgio Faletti (Yo mato)
Presa coscienza, la prima cosa che feci fu decidere di volare. E volai, perché potevo "È un sogno, cazzo! Vola!
Luca Leo Salzano (Sogno chi non c'è più: Il libro su come interpretare i sogni capire se stessi e affrontare il lutto)
Hey, stronzo, che cazzo fai?" Mario demands.
Debra Ginsberg (Waiting: The True Confessions of a Waitress)
Alla fine sorrido perché mi sono rotto il cazzo di spiegare perché sono triste.
Antonio Dikele Distefano (Bozze. Prima e seconda parte)
No, no, no. Cazzo madre di dio. The man from the club? The one who had sucked my brains out through my dick? It was Alessandro Ricci.
Mila Finelli (Mafia Target (The Kings of Italy, #4))
«Ci pensi mai che non siamo mai stati bambini?» [...] «Insomma, noi pensiamo che tutta questa storia sia normale perché ci siamo nati dentro, ma non lo è. Fuori c'è un cazzo di mondo»
Edith Joyce (Riot. Amore e lotta)
Che cosa comporta, di preciso, essere un uomo, uno vero? Repressione delle emozioni. Mettere a tacere la propria sensibilità. Vergognarsi della propria delicatezza, della propria vulnerabilità. Lasciare l'infanzia brutalmente, e definitivamente: gli uomini-bambini non hanno una buona reputazione. Essere angosciati per le dimensioni del proprio cazzo. Saper far godere le donne senza che queste sappiano o vogliano dare indicazioni su come fare. Non mostrare la propria debolezza. Imbavagliare la propria sensualità. Indossare abiti di colori spenti, portare sempre le stesse scarpe goffe, non giocare con i propri capelli, non portare troppi anelli, braccialetti eccetera, non truccarsi. Dover fare il primo passo, sempre. Non avere alcuna cultura sessuale per migliorare il proprio orgasmo. Non saper chiedere aiuto. Dover essere coraggiosi, anche senza averne la minima voglia. Valorizzare la forza qualunque sia il proprio carattere. Dar prova di aggressività. Avere un accesso limitato alla paternità. Riuscire socialmente, per pagarsi le donne migliori. Temere la propria omosessualità perché un uomo, uno vero, non deve essere penetrato. Non giocare con le bambole da piccoli, accontentarsi delle automobiline e di orribili armi di plastica. Non prendersi troppa cura del proprio corpo. Essere sottomessi alla brutalità di altri uomini, senza lamentarsi. Sapersi difendere, anche se si è dolci. Non essere in contatto con la propria femminilità, simmetricamente alle donne che rinunciano alla loro virilità, non in funzione dei bisogni di una situazione o di un carattere, ma in funzione di quello che il corpo collettivo richiede. Affinché, sempre, le donne facciano i figli per la guerra, e gli uomini accettino di andare a farsi ammazzare per salvare gli interessi di tre o quattro cretini che non vedono al di là del loro naso.
Virginie Despentes
Odio dovermi difendere come se fossi un cittadino di seconda categoria, come se le mie opinioni non contassero perché sono un cazzi di cieco. Sono un essere umano, cazzo, con dei diritti come tutti gli altri" strinsi la presa su di lui "Sei un incredibile essere umano Isaac. Non lasciare che gli stronzi ti buttino giù. Non ti conoscono come ti conosco io" Si mise a sedere, con fare improvvisamente nervoso. Si agitò sulla sedia e si voltò verso di me "Voglio vedere, Carter" Sbattei le palpebre, sorpreso. Non era ciò che aveva detto che mi aveva sorpreso, ma il modo in cui l'aveva detto "Lo so
N.R. Walker (Through These Eyes (Blind Faith, #2))
Cosa fanno le persone importanti in un cimitero? Dormono, anche loro dormono uguale uguale alle persone che non contarono un cazzo. E tutti nella stessa posizione: orizzontali. L’eternità è orizzontale.
Antonio Tabucchi (Il tempo invecchia in fretta)
Sangue sbagliato. Sangue non voluto. Guardai un'ultima volta il volto di Aleksandra con un unico, martellante pensiero in testa. Apri quei cazzo di occhi. Ma lei non lo fece. La odiai con tutto me stesso.
Chiara Cilli (Soffocami (Blood Bonds, #1))
«Il tuo amore non vale un cazzo.»«Ma volevo solo renderti felice.» C’era una supplica nella sua voce, ma la ignorai. «Perché non me lo hai permesso? Mi sono sempre detto che il problema eri tu, non io, che non ne eri in grado. Che eri troppo incasinato. Ma… ma adesso hai trovato qualcuno che ti fa felice, quindi il problema sono sempre stato io.» E poi cominciò a piangere: rochi, affannati, singhiozzi gli uscirono dalla gola senza alcun freno, quasi fossero sul punto di soffocarlo. Non lo avevo mai visto piangere. E quella notte non me ne importava. «Volevo solo… guarirti.» «Questo è quello che sono.» Infilai la chiave nella toppa. «Non ho bisogno di essere guarito.»
Alexis Hall (Glitterland (Spires, #1))
-Tu passi la vita a cercare di far colpo su gente che ha fatto colpo su di te, ecco perchè. -Dovrei forse cercare di fare colpo su gente di cui non me ne frega niente? -Forse la gente su cui vuoi fare colpo non vale un cazzo.
Bret Easton Ellis (Glamorama)
Ma tu ci pensi, Erica? A tutte le esistenze che potrebbero farci felici, se non fossimo sempre alle prese con la nostra? [...] Bisogna chiederselo, ogni tanto, Erica. Bisogna, cazzo: ma la vita è mia o è lei che sta vivendo me?»
Chiara Gamberale (Quattro etti d'amore, grazie)
«Senti» disse Shadow, «Non voglio semprare come se, cazzo, senti...» Fece una pausa per cercare di riordinare le idee. Stava morendo di freddo in mezzo a un bosco e parlava con un gigantesco uccellaccio nero che faceva colazione a base di Bambi.
Neil Gaiman (American Gods (American Gods, #1))
...e noi stiamo bene a sentirci italiani e ne siamo anche fieri e orgogliosi che capiamo che questi legami qui sono nati tra la gente che lavora mica trattati a tavolino tra diplomatici o ministri del cazzo, che di loro ci vergognamo sì,altrochè.
Pier Vittorio Tondelli (Altri libertini)
- Quel che riterrai giusto in terra, io riterrò giusto nel regno dei cieli! - Questo disse il Signore a Pietro... che per come la vedo io, vòr dire: - Tu e i tuoi discendenti siete liberi di fare un po' 'r cazzo 'he vi pare! - parola più parola meno
Don Zauker
E ora? Non mi ami più? Non senti il cuore battere come un cazzo di tamburo? Lo stomaco sottosopra e il cervello fuso? Non senti quel fuoco quando siamo così vicini, quella voglia di toccarmi, sbattermi contro un muro e baciarmi finché non abbiamo più fiato? Be’… io sì
Debora C. Tepes (Sono sempre stata tua)
Zeke inclinò la testa, come se stesse ponderando attentamente quanto Gabe gli diceva. «Perché, tu ce l’hai? Il buongusto estetico, intendo.» Gabe rimase spiazzato. Di tutte le risposte che poteva riceve, questa era l’unica che non si aspettava. E che lo faceva un po’ incazzare. «Sai una cosa, ragazzo d’oro? Il Principe Azzurro non ha mai insultato Cenerentola per il suo fottuto abito del ballo o per quelle cazzo di scarpette di cristallo. Quindi evita commenti sui vestiti della principessina.» Questo sembrò far vergognare Zeke, che arrossì e abbassò lo sguardo.
Susan Moretto (Principessina)
«Sai, se qualcuno tentasse di aprire un bordello in questo buco, statisticamente parlando…» Travis sospira. Io ansimo mentre stringo un secondo bullone. «Cazzo, dopo lo spogliarello, avrò diritto anche all'analisi statistica dei tassi di successo di un bordello, in un luogo dimenticato da Dio.» Travis ha detto più di dieci parole nella stessa frase. Dannazione, nevicherà di sicuro! Oppure ci faremo attaccare da un orso o da una bestia selvatica vista la rarità del momento. È pericoloso per la nostra sopravvivenza sentirlo parlare così perché ha irritato il destino asfaltando quel gatto
Amheliie (Road (French Edition))
Con le braccia che le bloccavano il busto e le gambe che tentavano di allargare quelle di Mery per impedirle di scalciare, per un istante il suo corpo partì per la tangente: lei era bionda, come Sam. Magra, come Sam. E slanciata, proprio come Sam. Poi Mery gli tirò una ginocchiata pericolosamente vicino all'inguine e Mason si ricordò che Mery non era Sam. Sam non era solo il suo corpo, i suoi capelli, il suo viso: Sam era Sam, dolce e delicata e sempre buona. E se Sam non era solo il suo corpo, significava che non era neanche solo il suo cazzo e che forse non aveva importanza cosa era, ma come era
Susan Moretto (Anormale)
Voleva che andassi avanti, disse. Voleva sapere come andava a finire. Le risposi che non sapevo un bel cazzo di niente di studentesse di liceo. Lei mi disse che mi avrebbe dato una mano. Aveva abbassato il mento e sorrideva in quel modo così accattivante. «Questa l'hai centrata», disse. «Lo dico sul serio.»
Stephen King (On Writing: A Memoir of the Craft)
Ciao, Bill. E buonasera a lei, detective Anderson. Vi sarei grato se uno dei due mi spiegasse perché avete arrestato l'uomo che nel 2015 è stato eletto cittadino dell'anno di Flint City. È stato un errore, a cui magari possiamo porre rimedio insieme, o i vostri cervelli del cazzo sono andati in pappa? Howard Gold era arrivato.
Stephen King (The Outsider)
«Come hai fatto a non accorgerti del pomo d'Adamo?» chiese Zeke, schiarendosi la voce. «Quando hai scoperto che è un ragazzo?» «Il pomo d'Adamo? Credi davvero che io le abbia guardato la gola?» Mason scosse la testa, incredulo. «Dopo la nuotata, la maglietta le si è attaccata al corpo. Ho visto la sagoma del... del suo...» «Cazzo,» lo aiutò Gabe. «Si chiama cazzo, Mason. Anche tu ne hai uno.» «Piantala, principessina!» gli abbaiò contro. «Non parlare così al mio ragazzo!» «Non parlare così a mio fratello!» «Volete smetterla, tutti e tre?» sbottò Mason. «Sono nella merda!» «Perché hai baciato un ragazzo?» chiese Gabe. «Non mi sembra così terribile: io lo faccio da una vita e non sono morto.»
Susan Moretto (Anormale)
Shane passava tutte le notti immerso in visioni di se stesso e Kayden insieme. Poi la mattina si svegliava per affrontare la realtà, quella in cui Kayden non solo non voleva avere nulla a che fare con lui, ma vedeva Shane come la classica e vecchia rock star che aveva sprecato il proprio talento e che non era per nulla degna delle capacità che possedeva. Era stato un duro colpo per il suo ego, come non gli era mai capitato di provare. E la cosa peggiore era che, se l’avesse detto chiunque altro, molto probabilmente non gliene sarebbe fregato un cazzo. Ma sentirselo dire da Kayden, un musicista che lui ammirava, qualcuno il cui rispetto desiderava a tutti i costi, era stato un calcio dritto nelle palle
Piper Vaughn (Moonlight Becomes You (Lucky Moon, #1))
Avresti voluto più internazionalità nella tua esistenza.
Vasco Brondi (Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero)
«Devo fare pipì.» Sì, anche le corde vocali avevano ripreso a funzionare a dovere. Zeke fece una piccola smorfia. «Credo che ti abbiano messo il catetere.» «Hai visto la mia pipì?» Le corde vocali funzionavano alla perfezione, capaci di produrre un tono di voce acuto e ansioso. Zeke abbassò per un attimo lo sguardo, vagamente imbarazzato, indicando qualcosa dall’altra parte del letto. «Sì. Dicono che il colore è perfetto. Neppure una traccia di sangue.» «Tu discuti della mia pipì con i dottori?» «In realtà è stata mia madre a chiedere.» Oh, cazzo! «Stupendo. Dimmi, c’è qualche altro aspetto imbarazzante di cui sei a conoscenza?» Zeke fece per aprire la bocca per rispondergli, poi preferì lasciar perdere
Susan Moretto (Principessina)
« Jane… nel mio mondo, se inviti un uomo a casa lui si aspetta che apri le gambe per lui.» Spero di scioccarla e farla incazzare, così farà lei quello che non posso fare io in questo momento, e cioè rendersi conto che si tratta di un disastro annunciato. Voglio offendere le sue nozioni d’amore e sensibilità, e farla fuggire da me. Invece, alza lo sguardo per incontrare il mio e sussurra: «Non era quello che ti stavo offrendo, Kyle. Forse più avanti, quando ci saremo conosciuti meglio, ma per ora… voglio davvero solo un bacio.» Dannazione.Cazzo lo voglio anch’io. E ne sarei ben più che felice, anche solo con un semplice tocco della sua bocca sulla mia, con la promessa di niente altro in cambio. Mi riterrei soddisfatto. Penso.
Sawyer Bennett (Finding Kyle)
«Ecco il problema, Nicky, vero?» «Cosa?» «A te non importa. Non ti è mai importato.»«Di cosa diavolo stai parlando?» «Quando voi ragazzi decideste di cogliere al volo l’occasione per buttare fuori a calci Jess dalla band, avete mai tenuto conto di come potevo sentirmi io al riguardo?» «Dio, sei così gay. Perché diamine avrebbe mai dovuto riguardarti la cosa? Ok, è stato uno schifo, ma vabbè. È così che funziona.» «Mi riguardava perché ero innamorato di lui, testa di cazzo. Lo ero, lo sono, lo sono da anni…» la voce di Shane si affievolì.Nick si bloccò. «Tu eri innamorato di… Jesse?» «Sì. E la faccia che stai facendo in questo momento è il motivo per cui non te l’ho mai detto. Voi ragazzi avete mandato tutto a puttane quando lo avete fatto fare a me.»
Piper Vaughn (Moonlight Becomes You (Lucky Moon, #1))
Che cazzo... -mormora Gesù. - Che ne è stato di <>? <> Ogni volta che Dio ripensa alla meravigliosa semplicità di quella frase, il Suo unico e originale comandamento, gli subentra in automatico un altro pensiero: quel coglione di Mosè. Che razza di arrogante testa di cazzo butta nel cesso l'unico comandamento che gli è stato dato e ne tira fuori dieci inventati di sana pianta?
John Niven (The Second Coming)
La sua espressione divenne più dura del granito, i suoi occhi più foschi delle tenebre. «Io non sono come Armand, perciò risparmiami la tua pietà. Non sai un cazzo di me, quindi non provare a psicanalizzarmi per metterti nei miei panni. Mio fratello può anche aver scelto di raccontarti la storia della nostra vita, ma non credere che questo cambi qualcosa. Sei qui per morire» sentenziò.
Chiara Cilli (Soffocami (Blood Bonds, #1))
«Non stai parlando di fama ma di rispetto» disse Cash. «La fama è il contrario del rispetto. Essere famoso significa farti interrompere quando vai fuori a mangiare, essere assillati da perfetti sconosciuti che ti chiedono favori quando cammini per la strada, sentirti chiedere dal tizio che sta cagando nel bagno vicino al tuo come si fa ad avere successo nel mondo dello spettacolo, essere criticato dal mondo intero e non avere mai occasione di difenderti!» Cash chiuse gli occhi, emise una lunga nuvola di fumo e contò fino a dieci per calmarsi. Gli altri lo guardarono come se si fosse trasformato in un lupo mannaro. «Mi dispiace» disse. «Non volevo entrare in modalità Cigno Nero subito dopo avervi conosciuto. Odio il fatto che la nostra società dia così tanto peso alla fama. Cioè, fatela finita, ok?!» Joey prese nota mentalmente di non riaprire più la questione. «Allora come ci si sente a essere rispettati?» «È l’unica cosa per cui vale la pena diventare famosi» disse Cash allegro. «Non che esista un manuale o roba simile. Credo che tante celebrità facciano fatica ad andare avanti perché non sono in grado di separare le due cose. Ma non sono mica un cazzo di psicologo.»
Chris Colfer (Stranger Than Fanfiction)
Che cazzo... -mormora Gesù. - Che ne è stato di Fate i Bravi? Fate i Bravi. Ogni volta che Dio ripensa alla meravigliosa semplicità di quella frase, il Suo unico e originale comandamento, gli subentra in automatico un altro pensiero: quel coglione di Mosè. Che razza di arrogante testa di cazzo butta nel cesso l'unico comandamento che gli è stato dato e ne tira fuori dieci inventati di sana pianta?
John Niven (The Second Coming)
« Sono serio, Jane,» dico, dandole un’altra stretta. So che quello che le ho appena detto era davvero intenso, ma cazzo… i miei sentimenti sono davvero intensi e ho bisogno di tirarli fuori. So anche che sta cercando di minimizzare, quindi non mi sento imbarazzato. Anzi, che si fotta l’imbarazzo.«Jane.» Abbasso il viso verso il suo. «Dimmi che hai capito tutto quello che ti ho detto e che sai che viene dal profondo del mio cuore.»I suoi occhi brillano. Mi sento una merda perché non volevo farla piangere, ma poi mi rivolge un sorriso così luminoso che quasi mi acceca. «Non dimenticherò mai una sola parola di quello che hai appena detto perché era la cosa più bella del mondo.»Le mie labbra trovano le sue, ed entrambi cerchiamo di convalidare le nostre parole e le nostre emozioni con il tocco e un’intimità fisica.
Sawyer Bennett (Finding Kyle)
Mi piacerebbe tornare indietro nel tempo, rivivere quello dell’anno scorso. Bright Side e Gracie erano qui, ma non etaforicamente. Intendo fisicamente, in questa stessa stanza con noi. A ridere e a mangiare cupcake fino a stare male. Adesso sorrido, al pensiero, ma mi si stringe lo stomaco. Non voglio mangiare i cupcake senza di loro. Basta con i compleanni. Basta con i ricordi. Cazzo quanto odio i ricordi
Kim Holden (Gus (Bright Side, #2))
«Jane,» dice burbero. Il calore nei suoi occhi indica forse più frustrazione che la promessa sessuale che avevo visto pochi secondi fa. «Non so cosa cazzo sia questo. So solo che ti voglio e sono stanco di combattere, quindi non ho intenzione di farlo. Sto per prendere quello che penso tu mi stia offrendo. Quindi, vuoi veramente saperne di più? Perché se è così, devi sapere che non ho risposte. Non ho risposte, quindi mi limiterò a metterti giù e a tornarmene a casa. Saremo solo amici e tornerà tutto come prima.» Solo il pensiero di lui che mi mette giù ed esce dalla mia porta mi spaventa, e involontariamente stringo le gambe e le braccia scuotendo la testa. Non c’è proprio nessuna urgenza quando dico: «No! Non mettermi giù. Non ho bisogno di risposte.» È una bugia bella e buona. Ho bisogno di risposte, ma mi limiterò ad aspettare per averle.
Sawyer Bennett (Finding Kyle)
«È stato davvero il loro padre? È questo che si dice a scuola: che suo padre lo ha riempito di botte. Giocava a football da giovane. C’è la sua cazzo di foto nella bacheca dei trofei in palestra. Per tutta la mattina c’è stato un fottuto pellegrinaggio davanti a quella teca, tutti che guardavano la faccia del mostro. Io sono come lui, in tutto e per tutto: giocatore di football, linebacker, e testa di cazzo. Ho avuto paura. Fra vent’anni potrei essere io quello che ammazza di botte il proprio figlio e non voglio.» Zeke non sapeva se stava per dire una bugia, ma parlò lo stesso, perché se non aveva dato fiducia a Mason quando era il momento, forse poteva dargliela ora. A volte una bugia può spingerci a essere migliori. «Non saresti mai stato come Lance Scott. Quello stronzo. Io lo so.» Mason scosse la testa. «Sono stato un vigliacco.» «Ora non più »
Susan Moretto (Principessina)
A quel punto, quasi contro la sua volontà, la voce di Stefano salì di tono: "Mo' mi stai rompendo il cazzo, Lina". Ripeté quella frase due o tre volte, sempre più forte, come per assimilare bene un ordine che gli veniva da molto molto lontano, forse addirittura da prima di nascere. L'ordine era: devi fare l'uomo, Ste'; o la pieghi adesso o non la piegherai più; bisogna che tua moglie impari subito che lei è femmina e tu maschio e che perciò dev'essere ubbidiente.
Elena Ferrante (The Story of a New Name (The Neapolitan Novels, #2))
Odio Mack, però non riesco a separarmi da lui. Qualcosa, forse una presenza soprannaturale sconosciuta, mi spinge a tenerlo con me… perché? Non ne so un fottuto niente, è un miscuglio di tutto quello che mi infastidisce e tutto quello che non sono, mischiato con tutto quello che mi eccita. Sembra stia diventando masochista, perché amo farmi del male ascoltandolo farneticare e guardarlo senza toccarlo. Andrà a finire che la frustrazione prenderà il sopravvento se non metto velocemente fine a quello che c’è tra noi. Mack è stato molto chiaro e anche se non lo conosco abbastanza da sapere se mantiene le sue promesse, quel po’ che so di lui mi porta a credere che sia un uomo di parola e soprattutto un fottuto testardo che non mollerà finché non avrà raggiunto il suo obiettivo. E il suo obiettivo, sono io. Cazzo, mi rifiuto di essere visto così, mi rifiuto di essere trattato di nuovo come una cavia, per il piacere di Sua Signoria.
Amheliie (Road (French Edition))
E' una di quelle notti in cui sei a bordo da cinque giorni egoisti che sembrano venti e tutto ciò che riguarda la terra sembra così lontano che non te ne frega un cazzo; e ti rendi conto che da un secolo non ascolti chiacchiere radiofoniche, non leggi un giornale, non guardi la tele, non ti parlano di politica nè di corruzione, non ti dicono sa com'è, e la vita continua il suo corso e non succede assolutamente nulla e ti domandi cosa si può fare, dove diavolo ha sbagliato l'Umanità.
Arturo Pérez-Reverte (Los barcos se pierden en tierra: Textos y artículos sobre barcos, mares y marinos (1994-2012))
«Non avrei dovuto farlo. Avrei dovuto seguire il mio istinto e raccontarti tutto. Avrei dovuto chiederti una spiegazione. Ma non sono molto razionale quando si tratta di te. Ho perso la testa.» Shane rimase in silenzio per un lungo istante, poi rise in modo sardonico. «Nemmeno io sono stato molto razionale in questi ultimi mesi. Ma riguardo a ciò che ho detto quella notte, non intendevo dire che non valeva la pena correre dietro a te. Solo… non sapevo come avvicinarmi a te. Credevo che fosse qualcosa che non saresti mai riuscito a perdonarmi.» «Avresti dovuto provare.» «Lo so. Cazzo se lo so.» «Ma non ha più importanza. Adesso abbiamo una seconda occasione. Possiamo ricominciare da capo.» Jesse allungò una mano e toccò la guancia di Shane, grattando le dita sulla barba corta e ispida di alcuni giorni. Shane si rendeva conto che molto probabilmente aveva un aspetto orribile, ma sembrava che a Jesse non importasse. «Voglio stare con te. Non ho mai smesso di desiderarlo.»
Piper Vaughn (Moonlight Becomes You (Lucky Moon, #1))
«Il mio problema?» «Sì! Il tuo problema. Perché sei mister Bravo Ragazzo con tutti gli altri e con me un maledetto stronzo?» «Non solo con te.»« Anche con Nicky. Cazzo. Mi puoi svelare cosa ha fatto uno di noi due a Sua Altezza Reale del rock ‘n’ roll per comportarti così?» «Con lui, è semplice: non mi piace. Con te, c’è molto di più.» «Cosa? Io non ti piaccio, e allora sono insulti su insulti? Ottimo.» «Tu sei un treno impazzito, okay? Un cliché. Sei l’incarnazione di ogni battuta mai detta sulle vecchie rock star sbandate, e non ti rendi nemmeno conto di quanto tu sia penoso. Sì, sono attratto da te. No, non voglio fare nulla. Odio che il mio corpo reagisca al tuo, perché non voglio avere niente a che fare con quel gran casino che è Shane Ventura. Niente.» Shane si mise comodo, poggiandosi ai cuscini del sedile, sotto shock. Dio, è orribile. Avrebbe voluto poter tornare indietro, non fare domande, scendere da quella cazzo di limousine, e non dover mai più vedere l’uomo che aveva davanti
Piper Vaughn (Moonlight Becomes You (Lucky Moon, #1))
Sta' zitto e ascoltami” ordinò con violenza. “Se vogliamo essere onesti, Jerry – e Chris e Steve e pure quel cazzo di Matt Brewer, e Maggie – sono tutte state seconde scelte. Tutti loro. Perché ogni volta che ho avuto una relazione, i volta che ho avuto una relazione, avevo l'immagine di questo brutto, grosso imbranato di uno Zach Tyler che ci aleggiava sopra. Quindi chiudi quella bocca a proposito di Maggie e Jerry e di qualsiasi altra persona che abbia guardato per più di una volta, e io ignorerò tutti quegli sconosciuti che ti sei scopato in dieci mesi, okay?” “Ti dà fastidio, vero?” chiese piano Zach. “Puoi scommetterci le chiappe. Merda, persino Mike Pritzger mi dà sui nervi, e credo di non aver mai conosciuto un uomo più etero di lui. Sono geloso di chiunque mi rubi la tua attenzione. Okay, così sembra che io sia un molestatore, e non lo sono, ma hai capito cosa intendo.” “Immagino voglia dire che mi ami.” “Be', sì.” “Okay,” disse Zach. "Ho capito. Sto facendo di nuovo lo stupido. E il paranoico. È solo che… penso di essere così pazzo di te che non capisco come mai non lo siano tutti gli altri.
Rowan Speedwell (Finding Zach (Finding Zach, #1))
Durante tutto il concerto Shane si era ritrovato in uno stato di assoluta euforia. Era ciò che aveva sempre desiderato, ciò che sognava da tanti anni. Solo in seguito, quando era tornato nel suo camerino e il livello di endorfine si era abbassato, un’ondata d’affanno lo aveva colpito con una tale intensità da piegarlo in due dal dolore. Perché quella notte era mancato qualcosa. Qualcuno. La persona che da subito aveva avuto un ruolo determinante nel richiamare l’attenzione di una casa discografica sui Luck. E come sempre riguardo a quel punto, Shane aveva ammesso di aver fatto un errore. Non avrebbe mai dovuto cedere, ma ormai era troppo tardi. Quello che aveva fatto era imperdonabile, anche se allora aveva creduto di fare la cosa giusta per garantire un futuro a suo fratello, per proteggerlo dai maltrattamenti di quella testa di cazzo del loro padre. Ma non si poteva tornare indietro. Mai più.E allora aveva pianto, tutto solo in quella stanza. In quello che sarebbe dovuto essere uno dei momenti più felici della sua vita, il peso di ciò che aveva perso lo aveva colpito duramente. No, non perso. Distrutto
Piper Vaughn (Moonlight Becomes You (Lucky Moon, #1))
Guardo Jane Cresson e mi rendo conto che ho perso di vista la realtà della vita. Sono stato completamente privato di quelle piccole cose che rendono l’esistenza degna di essere vissuta. I buoni amici e la famiglia, il senso di appartenenza e una vita piena di gioia. La mia finora non è stata altro che sopravvivenza, e non mi ha molto soddisfatto. Anche se ammettessi che questo è un appuntamento, non ho ancora una cazzo di idea di cosa farmene di questa rivelazione. Se fossi un uomo gentile e dolce, lascerei Jane fuori da casa sua con una stretta di mano e i miei migliori auguri per la sua vita. Poi mi barricherei nel mio cottage assicurandomi di non rivederla mai più. Ma non sono né gentile né dolce. Il più delle volte, sono stato definito un grandissimo stronzo da molte persone, e non si sono sbagliate. Sarebbe del tutto ripugnante incoraggiare Jane. Sarebbe quasi moralmente deviante da parte mia fare qualsiasi cosa che non sia allontanarla. Eppure, in questo preciso istante, mentre la sto riaccompagnando a casa, mi sto chiedendo se ho intenzione di baciarla o cercare di scoparmela quando arriveremo a casa.
Sawyer Bennett (Finding Kyle)
«Cioè, Flaca non è meno donna solo perché la gente la guarda e non la considera tale» continuò Julian. «Solo perché non prende chissà che ormoni, o perché non “passa”, non significa che tocca agli altri decidere chi è. E la stessa cosa vale per te.» Le guance di Yadriel presero fuoco. «Non devi niente a nessuno, cazzo» gli disse Julian, una rabbia burrascosa che si addensava in fondo ai suoi occhi scuri. Julian era un po’ uno stronzo. Uno stronzo irritante, a volte volgare, e senza molto tatto. Eppure, chissà perché, il cuore di Yadriel gli fremette lo stesso nel petto.
Aiden Thomas (Cemetery Boys (Cemetery Boys, #1))
«Non so in che anno pensa di vivere, ma per il resto del mondo è il 2017» disse Cash. «Quello che sta facendo è illegale e se non cambia atteggiamento chiamerò la polizia e racconterò quello che sta succedendo.» «E puoi dir loro che li saluta Johnny della stazione di servizio» disse l’uomo. «Vedi, io e i poliziotti abbiamo vedute simili. Se non vuoi finire in prigione per una settimana, io chiuderei quella boccaccia che ti ritrovi. Non so chi diavolo ti credi di essere, ragazzino, ma nessuno viene nella nostra città e pretende di insegnarci come vivere.» Cash lanciò un’occhiata al giornale che l’uomo stava leggendo. Come un segno del destino, vide una foto di se stesso accanto al titolo principale, che recitava: Cash Carter, la mina vagante: attore sviene durante un concerto. «In realtà sa benissimo chi sono» disse l’attore indicando l’articolo. «Sono la mina vagante di cui stava leggendo poco fa. Avrebbero potuto stampare una foto migliore, ma almeno ne hanno scelta una recente.» Il vecchio alternò lo sguardo tra Cash e il giornale, come fosse qualche sorta di trucco di magia. «Dato che ora ci conosciamo un po’ meglio, apri bene le tue orecchie del cazzo, Johnny» disse Cash. «Puoi anche essere amico della polizia locale, ma io sono amico della polizia di tutto il mondo: si chiamano fangirl, e ce ne sono quasi trenta milioni che seguono ogni mia mossa. Adesso chiedi scusa al mio amico e gli dai la chiave del bagno, perché se non lo fai racconterò a tutte le fangirl il trattamento che abbiamo ricevuto oggi e le scatenerò contro il tuo negozio come uno sciame di locuste! Ti tormenteranno, ti umilieranno e inseguiranno il tuo culo rugoso e razzista fino in capo al mondo, fino al giorno in cui la tua miserabile esistenza deciderà di giungere al termine! Sono stato abbastanza chiaro?»
Chris Colfer (Stranger Than Fanfiction)
«Ti amo… cazzo, sì, ti amo.» I nostri gesti si fermano. Ci accontentiamo di squadrarci, il respiro di entrambi corre veloce come un vento di tempesta. Le parole hanno questo impatto che nemmeno il corpo può dare; lo vedo ora nei suoi occhi, nel sorriso che gli nasce sulle labbra, fino a che punto l’ho toccato e lo sento nel più profondo del mio essere il sollievo di avergli detto quello che porto nel cuore, mi sembra, da fin troppo tempo. Mack si raddrizza, il suo viso arriva all'altezza del mio, le sue labbra gonfie dei nostri baci e i capelli in un disordine eccitante. Non dice niente e la paura sostituisce il sollievo. E se fosse troppo per lui? Se non è reciproco, se… oddio non lo so, ma se non era questo quello che voleva sentire, cosa ne sarà di noi? «Anche io ti amo, Travis.» Impiego alcuni secondi a registrare le sue parole, non me lo ha mai detto nessuno prima. Ho l'impressione che l'organo che batte nel mio petto, abbia appena preso una taglia in più, che si sia gonfiato per questo sentimento strano che qualcuno mi ami. Chiudo gli occhi e decido di smettere di pensare, di smettere di analizzare quello che provo e di concentrarmi su quello che il mio corpo vuole e capisco cos’è: il corpo di Mack
Amheliie (Road (French Edition))
Personalmente, penso che il sesso dovrebbe essere come la matematica. A scuola. Nessuno ci resta male, se fa schifo in matematica. Addirittura, c’è gente che va in giro a vantarsene: «Sì, scienze e letteratura non mi dispiacciono, ma in matematica faccio proprio cagare». E qualcun altro ride e risponde: «Sì, anch’io. Non capisco niente di quei logaritmi di merda». Bisognerebbe poter dire lo stesso anche del sesso. Dovremmo poter affermare, orgogliosi: «Sì, non capisco niente di quegli orgasmi del cazzo. Me la cavo in tutto il resto, ma, quando si tratta di quello, non so da che parte cominciare». Ma nessuno lo fa. Non si può. Non possiamo soprattutto noi uomini.
Markus Zusak (I Am the Messenger)
«Tu sei il mio mondo» disse, assicurandosi che ogni parola arrivasse a segno. «No. Rendo questo mondo crudele con la mia presenza. Ecco perché nessuno mi vuole intorno. È per questo che i miei genitori mi hanno cacciato. Ecco perché Vance mi ha mandato via…» continuò a mormorare tra sé e sé. Rafe scosse la testa di Pierce per riportare la sua attenzione su di lui. «Ascoltami, idiota. Chiunque ti voglia fuori dalla sua vita, non ti merita. Perché tu rendi questo mondo un posto più bello e più dolce. Rendi la mia vita migliore. La rendi degna di essere vissuta. Questa vita schifosa ci ha fatti trovare e, non so se l’hai notato, ma siamo una buona squadra, cazzo. Quindi, smettila di colpevolizzarti, rimetti le tue cose dov’erano e siediti. Perché tu non andrai da nessuna parte. Va bene? Se qualcuno deve lasciare questo posto, siamo noi due. Insieme. Okay?» gli gridò, gli occhi gli bruciavano ma non gli importava in quel momento. Tutto quello che voleva era riuscire a fermare Pierce. E lui lo fece. Lui smise di piangere e lo baciò. Fu un bacio salato, ma fu il loro bacio più forte. Si sedettero sul letto e Rafe asciugò gli occhi di entrambi prima di continuare: «Dal momento che la testa di cazzo ci vuole fuori, ho pensato che è giunto il momento di riprendere il nostro piano iniziale e trovare un posto in cui stare insieme.»
Chris Ethan (Il ragazzo con la valigia (C'era una volta un ragazzo, #1))
«Non so come impedirti di andare via. Ti amo e non so che cosa ci sia di così incasinato in me da non riuscire a vedere che anche tu mi ami. Capirò se te ne andrai. Mi si spezzerà il cuore, ma lo capirò. Non è facile stare con me. Penso che i miei genitori mi abbiano fottuto più di quanto credessi. Ma non è una scusa. Quindi, se devi andare, vai. L’unica cosa che posso dire per convincerti a rimanere è: “Ti prego, portami a casa”.» La stanza piombò nel silenzio. I pazienti che si erano svegliati stavano sicuramente guardando Rafe, perché poteva sentire i loro occhi indiscreti bruciargli la schiena. Anche il rumore della TV in sottofondo sembrava essersi zittito, in attesa della sua risposta. Era così stanco delle parole di Pierce. Di lui che si rendeva conto della sua stupidità e che si scusava. Di lui che lanciava “mi dispiace” in giro come fossero biscotti. Col cavolo che se ne sarebbe andato se lo stava implorando di portarlo a casa. «Va bene, estúpido» disse e si voltò. Come aveva intuito, tutti lo stavano guardando. E lo stava facendo anche Pierce. Ed era un cazzo di disastro. Ma lui amava quel disastro con tutto il cuore. Coprì la breve distanza che li separava e gli prese le mani. Lo baciò. Le persone nella stanza fecero sentire la loro presenza esultando, tutti e due le guardarono senza interrompere il bacio. Sì, stavano andando a casa. E casa era ovunque fosse l’altro. Anche se questo significava che sarebbero stati di nuovo per strada e che avrebbero dovuto dormire nei treni della metropolitana.
Chris Ethan (Il ragazzo con la valigia (C'era una volta un ragazzo, #1))
Dio non ci dà il dono della vita eterna. Il dono è la vita che abbiamo, e quando è finita è bell’e finita. [...] E tutto quello che abbiamo al mondo sono gli altri. E tutto quello che abbiamo con loro è l’amore. E non l’amore come in qualche canzoncina da coglionazzi. Ma l’amore che è prendersi cura a vicenda, e scoparci a vicenda, e lasciarci vivere a vicenda come vogliamo vivere. E proteggerci a vicenda da tutta la merda che la vita ci scarica addosso. Che ci viene addosso perché questa è la vita, non perché qualche deficiente di Dio vuole metterci alla prova, o prepararci per l’aldilà, o perché pensa che siamo abbastanza forti per sostenerlo. La merda semplicemente esiste. E senza nessun altro motivo a parte che questa è la vita. Non c’è nessun Dio del cazzo.
James Frey (The Final Testament of the Holy Bible)
«Sposami.» Le parole uscirono prima che Shane potesse fermarle. Jesse smise di suonare, con uno stridio dissonante di note, e fissò Shane con gli occhi spalancati dallo shock. «Come?» Shane sentì il calore aumentare a poco a poco dietro il collo. Non era sua intenzione lasciarselo scappare di bocca come aveva fatto. Ci pensava da settimane, cercando di trovare la proposta perfetta: dove farla, quando, se invitare o meno la famiglia di Jesse e fargli una sorpresa. Tutto il tempo passato a rimuginarci su e a buttare qua e là le varie idee, solo per rovinare ogni sorta di piano fastoso per esserselo fatto sfuggire senza pensare. E in quel momento non riusciva a leggere nessuna espressione sul viso di Jesse, a parte lo shock. Shane si tirò su a sedere con la schiena più dritta e si schiarì la gola. Non era quello il modo in cui aveva avuto intenzione di chiederglielo, ma ormai le parole gli erano sfuggite e non poteva di certo rimangiarsele. Non che lo volesse, in realtà. «Scusa, Jess,» disse imbarazzato. «Non intendevo dirtelo così, ma ci stavo pensando da un po’ di tempo. Come ti ho già detto, ci sei sempre stato tu. Per un po’, credevo fossi un’altra persona, e di questo mi dispiace. Non so come io abbia potuto non capirlo.» Shane fece una pausa per qualche secondo e deglutì il nodo in gola. «Ma devi capire che non c’è mai stato nessun altro. Anche quando stavi fingendo, anche quando non ne avevo una cazzo di minima idea, c’eri sempre, sempre tu. Non vorrò mai nessun altro, solo te. Non amerò mai nessun altro, solo te. Sarà così per sempre. Io e te»
Piper Vaughn (Moonlight Becomes You (Lucky Moon, #1))
«Parlami.» Riesco a dirlo così piano che non sono sicuro che mi abbia sentito, finché non sento le sue labbra distendersi in un sorriso sui miei addominali. «Travis, devi essere dannatamente malato per chiedermi una cosa simile.» La sua voce grave mi fa rabbrividire. È Mack, lui, con la sua bella bocca da cattivo ragazzo, la sua voce grave e calda che richiama il sesso. Scende sui miei addominali e la sua lingua continua a uccidermi dolcemente tra un bacio e l’altro, mi lecca l’ombelico e continua quello che sta facendo, facendomi impazzire. Vorrei toccarlo anche io, ma le mie mani sono inerti, il mio corpo è privo di energia e solo Mack e le sue carezze riescono a ravvivarmi. La sua bocca mi scivola sul petto, lecca ogni centimetro del mio corpo a sua disposizione e il suo sedere, il suo magnifico sedere si strofina sul mio cazzo già duro e dolorante a sentirlo così vicino, e tuttavia troppo lontano. Si raddrizza, sento i rumori dei suoi vestiti che cadono al suolo, poi ritorna su di me. Il dolore è sempre là, ma lui è riuscito a relegarlo in secondo piano, dietro tutto quel desiderio accumulato tra noi e il piacere che mi offre. Probabilmente dovrei respingerlo. Sì, dovrei proprio farlo se ne fossi capace, ma anche se fossi pienamente lucido, lo lascerei fare perché è semplicemente troppo bello. Di solito non faccio troppi preliminari, non in questo modo, non con tanta dolcezza da essere quasi doloroso aspettare la prossima carezza o la prossima sensazione che scatenerà la sua bocca su di me. Mi scopro ad apprezzare questo suo modo di fare, perché è Mack e anche se può essere focoso, è anche molto tenero e dolce
Amheliie (Road (French Edition))
«Volevo che vedessi che non mi avevi spezzato,» continuò Jesse. «È meschino, lo so, ma volevo sbatterti in faccia il mio successo. Non puoi nemmeno immaginare come mi sono sentito quel giorno, quando ti sei allontanato da me, come se noi due non avessimo significato nulla. Come se io non avessi significato nulla.» A Shane si ritorse lo stomaco nel sentire quelle parole, e fece ogni sforzo per mantenere un’espressione imperturbabile. Aveva ferito Jesse, lo sapeva. Non avrebbe mai dimenticato. Mai, ma Jesse aveva fatto molto di più. «Cazzo, e anch’io facevo parte del tuo giochetto?» Jesse abbassò lo sguardo. La vergogna sfrecciò attraverso i suoi lineamenti. «No. Non volevo che succedesse. Il piano era fare in modo che tu mi desiderassi, e ho persino cercato di resisterti quella notte. Ma quando mi hai baciato, io… io non sono riuscito a fermarmi. E così ho pensato che se fossi stato sopra, se fossi stato quello dominante, allora avrei avuto la situazione sotto controllo.» Alzò gli occhi e incrociò di nuovo lo sguardo di Shane, gli occhi grigi oscurati dal rimorso. «Mi dispiace. Sono stato uno stupido, e ho sbagliato. Il sesso non doveva farne parte, ma ho sempre avuto intenzione di rivelare chi ero a Chicago. All’inizio sembrava… giusto.» Shane fece un verso di scherno. «Già, scommetto. Farmi soffrire nello stesso posto in cui io ho fatto soffrire te.» Jesse diventò ancora più rosso dalla vergogna. «Sì,» ammise. «Il piano era quello. E ho continuato a pensare che fosse un buon piano finché non ho visto la tua reazione. Quando ho visto la tua faccia, quando ho visto che avevi capito, mi sono reso conto di quanto seriamente avessi rovinato le cose. Dopo tutti questi anni, dopo tutto il rancore che provavo per te, non pensavo che ferirti avrebbe fatto male anche a me.»
Piper Vaughn (Moonlight Becomes You (Lucky Moon, #1))
- Scusami, Brian, non sto ridendo per quello che mi hai detto, sono stupita che tu l’abbia fatto davvero, ma non sconvolta. Penso che Hale ti piaccia sul serio e, da quello che mi hai raccontato, forse anche lui prova qualcosa, e il fatto che siate due uomini vi trattiene dal lasciarvi andare. Ora so perché non accettavi mai gli appuntamenti che ti fissavo, evidentemente non eri abbastanza interessato alle ragazze. Con questo non voglio dire che tu sia gay, questo lo puoi sapere solo tu, ma non è così importante, Brian, se lo sei o no. Credo solo che Hale ti abbia colpito e, al di là del suo aspetto fisico, deve esserci qualcosa che ti ha fatto innamorare di lui - parlava con dolcezza, ma quell’ultima parola colpì Brian come un pugno in pieno stomaco. - Innamorato? Tu credi che sia innamorato di lui? Ti sbagli, si tratta solo di attrazione fisica, una pazzesca attrazione, ma niente di più! Quello stronzo non fa che stuzzicarmi, e non sono fatto di ferro, cazzo! - stava andando in iperventilazione, ed Hellen se ne accorse. - BRIAN! Calmati, non c’è niente di male a innamorarsi di una persona dello stesso sesso, diciamo che ti sei scelto una bella gatta da pelare, in un solo giorno mi ha fatto impazzire. Ma se pensi che ne valga la pena, combatti e smettila di torturarti, non si può decidere di chi innamorarsi. Perché non provi ad addomesticarlo un po’, invece? - Hellen rise dolcemente, e Brian sentì le sue viscere attorcigliarsi. - Non posso essere innamorato di lui, non di Hale! Tra tutte le persone di questo mondo, non lui! - peccato che il suo cuore impazzito tradisse le sue parole Era così? Era davvero innamorato di Hale? Chiuse gli occhi e il sorriso malizioso di Hale, il suo corpo peccaminoso, il suo cipiglio, tutto quello che riguardava Hale gli faceva venire le farfalle nello stomaco e battere il cuore. Era la cosa più terribile che potesse succedere, doveva solo stare attento a non farlo capire a Hale, o lo avrebbe preso per il culo senza pietà
Andrea Grady (Hale (Italian Edition))
«Possibile non ci sia niente che vi piace fare al punto di scommetterci su tutta la vita?» Come un mantra, lo ripeteva. E ancora, a me: «È incredibile, Tommaso, incredibile. Tu e gli altri parlate delle facoltà che avete scelto come di un altro posto di mare a caso dove andare a campeggiare, anziché per un’estate, per un po’ di anni, che tanto una spiaggia vale l’altra. Ma, cazzo, vi lascia così indifferenti la prospettiva di un lavoro che non abbia precisamente a che fare con la roba che nel profondo vi rode dentro, con quello che nel profondo siete? Io se non farò quello che voglio, se non diventerò una scrittrice, se i miei libri non verranno tradotti in tutto il mondo, già ho la piena consapevolezza, oggi e qui, che sarò una donna infelice, con gli occhi tipo punte di spillo: ce l’hai presenti, Tommaso? Le persone con quegli occhi lì. Sono tantissime, tantissime. Non fanno quello che sono nate per fare, non frequentano persone che mettono in gioco la loro parte più fastidiosa, quella che però fa la differenza fra loro e il resto del mondo, quella che uno la guarda e dice “io”: e si trascinano, per le strade e per le giornate, con i loro occhi spenti, con i loro occhi tristi».
Chiara Gamberale (L'amore quando c'era)
«Immagino che l’universo mi stia dicendo di tenerla.» “L’universo.” Cristo santo. È un credente. Crede nell’universo. E non voglio saltare alle conclusioni o che, ma che il ragazzo con la scatola creda nell’universo è decisamente un segno dell’universo. «Okay.» Il mio battito cardiaco accelera. «E se l’universo in realtà ti stesse dicendo di buttare via la sua roba?» «Non è così che funziona.» «Ah, davvero?» «Pensaci. Liberarsi della scatola è il piano A, giusto? L’universo non manda a monte il piano A solo perché io scelga un’altra versione del piano A. È evidente che l’universo caldeggia il piano B.» «E il piano B sarebbe...» «Accettare che l’universo è stronzo...» «L’universo non è stronzo!» «Lo è. Fidati.» «E come fai a saperlo?» «So che l’universo ha qualche piano del cazzo per questa scatola.» «Ma è proprio questo il concetto!» Lo guardo fisso. «Tu non lo sai davvero. Non hai idea di dove ti stia portando l’universo. Forse il motivo per cui ti trovi qui è perché l’universo voleva che incontrassi me, in modo che io ti potessi dire di buttare via la scatola.» Sorride. «Pensi che l’universo volesse che ci incontrassimo?» «Cosa? No! Voglio dire, non lo so. Questo è il punto. Non abbiamo modo di saperlo.»
Becky Albertalli (What If It's Us (What If It's Us, #1))
I fisici di questo cosa dicono? Niente di che. Perlopiú alzano gli occhi al cielo. Non sono tipi kantiani. Il problema con l'assoluto inconoscibile è che se si potesse dirne qualcosa non sarebbe piú l'asso- luro inconoscibile. Si può passare dal noumenico al feno- menico stando comodamente seduti in poltrona. In altre parole, niente può essere estratto dall'assoluto senza essere reso percettivo. Tenendo presente che attribuire real tà all'inconoscibile è già glossolalia. Il guaio con il mondo perfetto e oggettivo - di Kant o di chiunque altro - è che è inconoscibile per definizione. Anche se amo la fisica io non la confondo con la realtà assoluta. È la nostra realtà. I concetti matematici hanno una durata a scaffale conside- revole. Esistono nell'assoluto? E possibile? Mi sono chiesta. Ma poi la me che se l'è chiesto è diventata un'altra. Com'è giusto. E si è portata via la matematica. Il concetto. Un lungo periodo di incertezza. Quando sono tornata a connettere ero da un'altra parte. Quasi mi fossi sottratta al mio stesso cono luce. Fuggita in quello che un tempo chiamavano l'altrove assoluto. all'altro capo di quelle equazioni. Non capisco. Lo so. Nemmeno io. È solo che allora credevo non si potesse cavare qualcosa dall'assoluto senza cavarlo dall'assoluto. Senza convertirlo in qualcosa di fenome- nologico. Facendolo cosí diventare una nostra proprietà tutta ricoperta dalle nostre impronte digitali e a quel punto l'assoluto si è volatilizzato. Adesso non sono piú Cosí convinta. Possiamo parlare del Kid? Certo. E che cazzo.
Cormac McCarthy
I fisici di questo cosa dicono? Niente di che. Perlopiú alzano gli occhi al cielo. Non sono tipi kantiani. Il problema con l'assoluto inconoscibile è che se si potesse dirne qualcosa non sarebbe piú l'asso- luro inconoscibile. Si può passare dal noumenico al feno- menico stando comodamente seduti in poltrona. In altre parole, niente può essere estratto dall'assoluto senza essere reso percettivo. Tenendo presente che attribuire real tà all'inconoscibile è già glossolalia. Il guaio con il mondo perfetto e oggettivo - di Kant o di chiunque altro - è che è inconoscibile per definizione. Anche se amo la fisica io non la confondo con la realtà assoluta. È la nostra realtà. I concetti matematici hanno una durata a scaffale conside- revole. Esistono nell'assoluto? E possibile? Mi sono chiesta. Ma poi la me che se l'è chiesto è diventata un'altra. Com'è giusto. E si è portata via la matematica. Il concetto. Un lungo periodo di incertezza. Quando sono tornata a connettere ero da un'altra parte. Quasi mi fossi sottratta al mio stesso cono luce. Fuggita in quello che un tempo chiamavano l'altrove assoluto. all'altro capo di quelle equazioni. Non capisco. Lo so. Nemmeno io. È solo che allora credevo non si potesse cavare qualcosa dall'assoluto senza cavarlo dall'assoluto. Senza convertirlo in qualcosa di fenome- nologico. Facendolo cosí diventare una nostra proprie- tà tutta ricoperta dalle nostre impronte digitali e a quel punto l'assoluto si è volatilizzato. Adesso non sono piú cosí convinta. Possiamo parlare del Kid? Certo. E che cazzo.
Cormac McCarthy (McCarthy Cormac 2 Books Collection Set [The Passenger & Stella Maris] (The Passenger 2 book series))
Com’è il morale? In generale”. “Il morale è... eccellente,” disse Nigel, deglutendo con forza. “È un periodo interessantissimo, naturalmente. La Gran Bretagna è a un punto di svolta e noi siamo proprio nell’epicentro... nell’epicentro del turbine che sta... trasfigurando la realtà politica, indirizzandola verso uno sviluppo... decisamente sismico in cui... le placche tettoniche della nostra storia nazionale si stanno spostando, con il risultato di provocare una trasformazione... e io, in qualità di testimone...” All’improvviso si interruppe. Il suo sguardo si perse nel vuoto. Le spalle si afflosciarono. Per un minuto o due rimase a fissare la superficie schiumosa del suo caffè. Alla fine tornò ad alzare gli occhi e le sue successive parole furono le più sincere che Douglas avesse mai sentito uscire dalle sue labbra. “Siamo fottuti.” “Prego?” “Siamo completamente e irrimediabilmente fottuti. È un caos. Corriamo di qua e di là come polli decapitati. Nessuno ha la più pallida idea di quello che sta facendo. Siamo... siamo fottuti.” Rapidamente Doug tirò fuori il cellulare e cominciò a registrare. “È ufficiale?” chiese. “Che importa? Siamo fottuti, perciò che senso ha sapere se è ufficiale?” “Che tipo di caos? Chi corre di qua e di là come un pollo decapitato?” “Tutti. Nessuno escluso. Chi si aspettava un esito simile? Nessuno era pronto. Nessuno sa cosa sia la Brexit. Nessuno sa come attuarla. Un anno e mezzo fa tutti la chiamavano Brixit. Nessuno sa cosa voglia dire Brexit.” “Pensavo che Brexit significasse Brexit.” “Divertente. E come dovrebbe essere questa Brexit?” “Una Brexit rossa, bianca e blu, come dice la May,” citò Doug e di nuovo si dispiacque per Nigel, così infelice. “Ma di sicuro ci saranno frotte di consiglieri... esperti?...” “Esperti?” disse Nigel con amarezza. “Non crediamo più negli esperti. La catena di comando è semplicissima. Ciascuno riceve le sue direttive da Theresa, e Theresa le riceve dal ‘Daily Mail’. E anche da un paio di think tank così fanatici del libero scambio che non li lasceresti...” “Questi think tank...” disse Doug incuriosito. “Non mi dirai che una di loro è l’Imperium Foundation, vero?” “Mio Dio,” disse Nigel, la testa tra le mani. “Sono dappertutto... dappertutto. Sempre pronti a indire riunioni. A bombardarci di tabelle. Dimenticati della volontà del popolo. Sono questi i pazzi che hanno preso il potere.” “Cameron avrebbe saputo fronteggiarli meglio, secondo te?” “Cameron?” disse Nigel con una smorfia. “Un fesso di prima categoria! Un moccioso! Un coglione fatto e finito. Se ne sta nel suo capanno del cazzo a scrivere le sue memorie. Guarda che disastro si è lasciato alle spalle. Tutti pronti a pugnalarsi alle spalle. Gli stranieri vengono insultati per la strada. Aggrediti sull’autobus. Invitati a tornarsene da dove sono venuti. Se uno non riga dritto, ecco che subito diventa un traditore e un nemico del popolo. Cameron ha demolito questo paese, Doug. L’ha demolito ed è scappato.
Jonathan Coe (Middle England (Rotters' Club, #3))
La regola dice che se un uomo non ti chiama, è perché non vuole chiamarti. Se ti tratta come se non gliene fregasse un cazzo, è perché non gliene frega un cazzo. Se ti tradisce, è perché non gli piaci abbastanza. Non esistono uomini spaventati, confusi, disillusi. Non esistono uomini tragicamente segnati dalle passate esperienze, bisognosi d’aiuto, bisognosi di tempo. Gli uomini si dividono in due categorie soltanto: quelli che ti vogliono e quelli che non ti vogliono.Tutto il resto è una scusa. E Tu, tu Donna, di mestiere fai l’avvocato, la commessa, la cameriera, l’insegnante, la casalinga, la commercialista, la modella, la ragioniera, l’attrice, la studentessa. Non la crocerossina. Quindi… aspetta che sia lui a chiederti di uscire. Perché va bene la parità dei sessi, le quote rosa, e l’eguaglianza dei diritti, ma i tempi non sono poi così cambiati. Gli uomini restano pur sempre dei cavernicoli, sia pure incravattati, e come tali adorano il sapore della conquista. Tieniti lontana dagli uomini sposati. Non lasceranno la moglie per te. Meno che mai lasceranno i figli per te. E non credere alla storia dell’amica della sorella di tua cugina, appena convolata a nozze con quello divorziato. Tu non sei l’eccezione, TU sei la regola.
Al bando quelli che ti costringono ad aspettare ore accanto a un telefono che non suona: non hanno perso il tuo numero, non hanno investito un cane, non hanno appena scoperto di avere un tumore alla prostata… probabilmente sono al telefono con un’altra. Oppure sono gay.Fanculo quelli che non declinano i verbi al futuro. Non sono analfabeti. Semplicemente non vogliono impegnarsi. Perché non gli piaci abbastanza. Li riconosci facilmente. Girano con un cartello appeso al collo, e la scritta: ‘Ci stiamo frequentando’. Quando la senti, scappa.Non consumare le tue belle scarpe nuove (e neppure quelle vecchie) per correre dietro un uomo che non ti vuole. Usale, piuttosto, per prenderlo a calci in culo. Impara l’arte dell’essere donna. Impara l’arte di ottenere dagli uomini quello che desideri, non sbattendo i piedini, ma facendogli credere che siano stati loro a decidere.Impara a scegliere, invece che essere scelta.
La verità è che non gli piaci abbastanza
«Sì» esclama, e non riesco a fare a meno di immaginare il suo largo e disarmante sorriso. «Cazzo, Cris, ho anche ammesso di essermi fatto fottere il cervello da te! Non ti facevo così insicura, ragazza tremenda.»
Chiara Cilli (Sudden Storm (The MSA Trilogy, #1))
Ma in realtà è proprio il contrario, di più è di più è di più, più si sanguina più si dà. Queste cose, i dettagli, le storie e quant’altro, sono come la pelle di cui i serpenti si spogliano, lasciandola a chiunque da guardare. Che cosa gliene frega al serpente di dov’è la sua pelle, di chi la vede? La lascia lì dove ha fatto la muta. Ore, giorni o mesi dopo, noi troviamo la pelle e scopriamo qualcosa del serpente, quant’era grosso, quanto era lungo approssimativamente, ma ben poco altro. Sappiamo dove si trova il serpente adesso? A cosa sta pensando? No. Per quel che ne sappiamo, il serpente adesso potrebbe girare in pelliccia, potrebbe vendere matite a Hanoi. Quella pelle non è più sua, la indossava perché ci era cresciuto dentro, ma poi si è seccata e gli si è staccata di dosso, e lui e chiunque altro adesso possono vederla. "E tu saresti il serpente?" Certo. Io sono il serpente. E dunque, il serpente dovrebbe portare la pelle con sé, tenersela sempre sotto braccio? Dovrebbe farlo? "No?" No, certo che no! Non ha braccia, un serpente! Come cazzo fa a portarsi in giro la pelle? Per favore. Ma proprio come il serpente, io non ho braccia – metaforicamente parlando, voglio dire – per portare con me tutto quanto. E poi non sono più cose mie. Nessuna è mia. Mio padre non è mio, non in quel senso, almeno. La sua morte e quello che ha fatto non è roba mia. Né lo sono il modo in cui sono stato educato, né la mia città, né le sue tragedie. Come potrebbero essere mie cose del genere? Ritenermi responsabile di mantenere il segreto su queste cose mi parrebbe ridicolo. Sono nato in una città e in una famiglia, e questa città e questa famiglia mi sono capitate. Non le possiedo. Sono di tutti. In condivisione. E mi piace, mi piace l’idea di averne fatto parte, morirei o ucciderei per proteggere coloro che ne fanno parte, ma non reclamo nessuna esclusività. Eccovi tutto. Prendetevelo. Fatene ciò che volete. Fatene buon uso. È come ottenere elettricità dai rifiuti. Fin troppo bello per essere vero, l’idea di poter creare qualcosa di buono da roba come questa.
Dave Eggers (A Heartbreaking Work of Staggering Genius)
Festa di cazzo! Coglioni! Mostro!" "A minute ago I was a hero." Sympathetically, he blew on the sting. "Better in a minute. Let's deal with the rest." "Va via." "Would you mind cursing at me in English?" "I said go away. Don't touch me." "Come on, be a big, brave girl. I'll give you a lollipop after." He yanked the blanket aside, dealt quickly, ruthlessly with the other scrapes.
Nora Roberts (The Villa)
Problema della mia generazione è che ci sentiamo tutti dei geni del cazzo. Far qualcosa per noi non è abbastanza, e neanche vendere qualcosa, o insegnare qualcosa o solamente combinare qualcosa: no, noi dobbiamo essere qualcosa.
Nick Hornby (A Long Way Down)
Penso, quindi sono. E non faccio un cazzo.
Francesco Tullio Altan
Qual è stata la cosa che ti ha dato più fastidio in tutta la tua carriera? Strano che tu mi abbia costretto a farmi questa domanda. Già. È stato il fatto che mi abbiano definito postmoderno, figlio. Non sapevo nemmeno che cazzo significasse! Una volta un imbecille ha cercato di spiegarmelo, sostenendo che il mio lavoro parlava del processo di lavoro in sé e non della realtà oggettiva e della vita nel mondo. E tu cosa gli hai risposto? Dopo avergli detto di andare a farsi fottere, lui e il dannato ronzino che l'aveva portato fin lì, gli ho chiesto cos'era secondo lui la realtà oggettiva. Poi gli ho dato un pugno in faccia.
Percival Everett (Percival Everett by Virgil Russell)
Poi coloro che chiamavi rivoluzionari del cazzo, futuri seguaci dei fanatici, degli assassini che sparano revolverate in nome del proletariato e della classe operaia aggiungendo abusi agli abusi, infamie alle infamie, potere essi stessi. E guardali mentre alzano il pugno, gli ipocriti, con le loro barbette di falsi sovversivi, la loro grinta borghese di burocrati a venire, padroni a venire. Infine i preti, sintesi d’ogni potere presente e passato e futuro, di ogni prepotenza, di ogni dittatura. E guardali mentre si pavoneggiano nelle loro tonache oscure, coi loro simboli insensati, i loro turiboli d’incenso che annebbia gli occhi e la mente. In mezzo ad essi il Gran Sacerdote, il patriarca della chiesa ortodossa che ammantato di seta viola, grondante di ori e di collane, di croci preziose, zaffiri rubini smeraldi, salmodiava «Eonìa imì tu esù. Eterna sia la memoria di te»,
Oriana Fallaci (Un uomo)
Il più delle volte la vita non è che una recita noiosa e meschina, anche perché il suo autore non vale un cazzo, i suoi attori non sono altro che miserabili comparse ed il pubblico finisce sempre per rompersi i coglioni.
Carl William Brown (Aforismi geniali di William Shakespeare.)
Se la mia vita fosse stata una telenovela, allora la mia tipica giornata lavorativa altro non sarebbe stata che l’ennesima scena tediosa in mezzo a una serie infinita di episodi uno più demenziale dell’altro – ogni sceneggiatura la fotocopia scadente di quella che l’aveva preceduta. E ogni giorno sarebbe stata un’esperienza terrificante. Ogni singolo giorno. Niente divertimento, niente ragazzo, nessuna emozione. Troppo spaventato per rivolgere la parola a chicchessia. Troppo spaventato per stabilire un contatto. Troppo spaventato per essere me stesso. Sapevo che c’era un me diverso che strisciava sotto la superficie, un me migliore, un me divertente. Ma far uscire quest’altro me andava molto oltre le mie capacità. Cazzo, già facevo fatica a far finta di sembrare normale. La normalità vera era infinitamente al di là della mia portata. Per niente patetico, vero?
John Inman (Shy)
L'unica ragione per cui dici che la razza non è un problema è perché vorresti che non lo fosse. Tutti lo vorremmo, ma è falso. Vengo da un paese in cui la razza non è un problema ; non mi sono mai pensata nera e lo sono diventata solo al mio arrivo in America. Se sei nero in America e ti innamori di un bianco, la razza non è un problema finché siete da soli, perché siete solo voi e il vostro amore. Ma appena esci fuori la razza ha importanza eccome. Ma noi non ne parliamo. Non le diciamo nemmeno ai nostri partner bianchi, le piccole cose che ci fanno incazzare e quelle che vorremmo capissero meglio, perché abbiamo paura che ci rispondano che stiamo esagerando, o che siamo troppo sensibili. E non vogliamo che ci dicano: «Guarda quanti progressi abbiamo fatto, solo quarant'anni fa sarebbe stato illegale perfino essere una coppia, e bla bla bla», perché sai cosa pensiamo quando lo dicono? Pensiamo: « Ma perché cazzo avrebbe dovuto essere illegale, in fondo?» Ma non diciamo nulla del genere. Accumuliamo tutto dentro la testa e quando veniamo a simpatiche feste progressiste come questa, diciamo che la razza non è un problema perché è quello che ci si aspetta da noi, per far stare meglio i nostri simpatici amici progressisti. È la verità. Lo dico per esperienza.
Chimamanda Ngozi Adichie (Americanah)
«Ehilà, reginetta di bellezza, sei pronta?» la voce di Rhage lo raggiunse in bagno. «O hai in mente di depilarti le sopracciglia?» Qhuinn diede una rapida controllata alle basette con la mano. A posto. «Vaffanculo, Hollywood», strillò al di sopra del getto d'acqua. Chiuse il rubinetto e uscì dalla doccia, asciugandosi mentre tornava in camera da letto. Ritto accanto a un Tohr tutto sorridente, Rhage teneva le braccia dietro la schiena. «Bel modo di parlare al tuo cazzo di stilista.» Qhuinn li guardò torvo. «Se lì dietro avete un tessuto hawaiano vi uccido.» Rhage guardò Tohr, sogghignando. Quando l'altro fratello annuì, Hollywood tirò fuori quello che nascondeva dietro il corpo mastodontico. Qhuinn rimase impietrito. «Un momento… quello è uno…» «Smoking, credo che si chiami così», lo interruppe Rhage. «S–M–O–K–I–N–G.» «È della tua taglia», disse Tohr. «E Butch dice che lo stilista è il migliore su piazza.» «Ha lo stesso nome di un'automobile», bofonchiò Rhage. «Non ci si crede… uno tutto pieno di sé, con la puzza sotto il naso…» «Ehi, avete visto anche voi Honey Boo Boo?» chiese Lassiter, piombando nella stanza. «Woooow, bello smoking…» «Solo perché insisti ad accendere la tele su quell'orrore di reality nella sala del biliardo.» Hollywood si voltò proprio mentre V entrava dietro l'angelo. «Qhuinn non sapeva nemmeno cos'era, Vishous.» «Lo smoking?» V si accese una delle sue sigarette rollate a mano. «Per forza. È un vero maschio.» «Allora vuol dire che Butch è una ragazza», fece notare Rhage. «Perché l'ha comprato lui.» «Ehi, quanta gente, siamo già nel pieno della festa», esclamò Trez, sopraggiungendo insieme ad iAm. «Oh, bello smoking. Non è un Tom Ford?» «Non era un Dick Chrysler?», scherzò Rhage. «O un Harry GM… no, aspetta, questa suona come una battutaccia…» «Meglio che ti vesti, Raperonzolo.» V controllò l'orologio. «Non abbiamo molto tempo.» «Questo sì che è un signor smoking», sentenziò Phury, spalancando la porta insieme a Z. «Ne ho uno identico.» «Fritz ha già acceso le candele», annunciò Rehv alle spalle dei gemelli. «Ehi, bello smoking. Ne ho uno identico.» «Anch'io», ribadì Phury. «Il taglio è fantastico, vero?» «Le spalle, giusto? Tom Ford è il migliore…» Un pandemonio. Totale. Assoluto. Osservando la scena, con tutti quei vampiri che parlavano uno sopra l'altro, dandosi il cinque e scambiandosi pacche sul sedere, Qhuinn rimase per un attimo senza fiato. Poi abbassò gli occhi sull'anello che gli aveva regalato Blay. Avere una famiglia era… proprio, incredibilmente meraviglioso. «Grazie», disse piano. Tutti si bloccarono di colpo, voltandosi verso di lui e guardandolo, immobili, in perfetto silenzio. Fu Z a prendere la parola, con gli occhi gialli che brillavano. «Mettiti il vestito della festa. Ci vediamo giù di sotto, playboy.» Le pacche sulle spalle si sprecarono via via che tutti, uscendo, lo salutavano. Poi Qhuinn rimase da solo con il suo smoking. «Coraggio, diamoci una mossa», disse all'abito.
J.R. Ward (Lover at Last (Black Dagger Brotherhood, #11))
L'acqua era diventata fredda. Jaime apri' gli occhi, stava fissando il moncone della mano con cui un tempo impugnava la spada. "La mano che ha fatto di me lo Sterminatore di Re." Con quell'unico colpo, Vargo Hoat il Caprone gli aveva strappato la gloria e la vergogna. 'Lasciando che cosa? Chi sono io adesso?' Brienne appariva ridicola, con l'asciugamano stretto a coprire le inesistenti tette e le grosse gambe bianche torreggianti. "La mia storia ti ha lasciato senza parole? Avanti fa' qualcosa: maledicimi, baciami, chiamami bugiardo. Qualsiasi cosa." "Se tutto questo e' vero, come mai nessuno ne e' al corrente?" "I cavalieri della Guardia reale giurano di tenere i segreti del re. Non avresti voluto che io infrangessi il mio solenne giuramento, vero?" Jaime rise. "Credi davvero che il nobile lord di Grande Inverno fosse interessato ad ascoltare le mie futili spiegazioni? Un uomo cosi' onorevole, Eddard Stark. Gli basto' meno di un'occhiata per giudicarmi colpevole." Balzo' in piedi, mentre l'acqua ormai fredda gli ruscellava contro il petto. "Ma con quale diritto il lupo giudica il leone? Con quale diritto?" Jaime fu colto da un brivido violento. Mentre cercava di uscire dalla vasca, fini' con l'urtare il moncone contro il bordo. La sofferenza dilago'... e di colpo, i bagni di Harrenhal si misero a ruotare attorno a lui. Brienne lo affero' prima che potesse cadere. Le sue braccia, irte di pelle d'oca, erano viscide e gelide, le gambe inerti come un cazzo moscio. Ma la donzella era forte, e piu' delicata di quanto lui avrebbe creduto. 'Piu' delicata di Cersei...' Quel pensiero gli attraverso' la mente mentre Brienne lo aiutava a uscire dalla vasca. "Guardie! Guardie!" la udi' gridare. "Lo Sterminatore di Re..." 'Jaime... il mio nome e' Jaime
George R.R. Martin (A Storm of Swords (A Song of Ice and Fire, #3))
Probabilmente, non ti avremmo mai visto se non fosse stato per la tua dolce sorella" riprese il dorniano. "Non venivi mai portato al desco, ne' nella sale. Ma di notte, a volte, udivamo le grida di un neonato provenire dalle profondita' della rocca. Avevi una voce mostruosamente forte, questo te lo riconosco. Continuavi a urlare per ore, e nulla poteva acquietarti eccetto la tetta di una donna." [...] "Cersei arrivo' addiruttura a sciogliere i nodi dei tuoi pannolini per consentirci di vedere bene" continuo' il principe di Dorne. "In effetti, avevi un occhio malefico e la peluria nera sul capo. Forse la tua testa era piu' grande del normale... ma non c'era nessuna coda, nessuna barba, niente artigli ne' zanne, e niente tra le tue gambe tranne un piccolo cazzo rosa. Dopo tutti quei meravigliosi bisbigli, il Flagello di lord Tywin si era rivelato nient'altro che un orribile neonato, rosso e con le gambe leggermente tozze. Elia emise il tipico suono che le ragazze emettono di fronte a un infante, sono certo che sai di che cosa sto parlando. Quel verso che fanno anche davanti ai cuccioli di cane e ai gattini appena nati. Credo lei stessa, a dispetto della tua bruttezza, sia stata tentata di allattarti. Al mio commento che come creatura mostruosa tutto sommato valevi poco, tua sorella disse: 'Ha ucciso mia madre', dopo di che afferro' quel tuo piccolo cazzo e lo torse talmente forte da farmi temere che te lo avrebbe strappato via. Tu urlasti, ma Cersei abbandono' la presa solo dopo che tuo fratello Jaime disse: 'Lascialo stare, gli stai facendo male'. 'Tanto non importa" ci disse "lo sanno tutti che morira' presto. Non avrebbe neppure dovuto vivere cosi' a lungo.
George R.R. Martin (A Storm of Swords (A Song of Ice and Fire, #3))
«E' incredibile come si possa essere tanto felici per tanti anni, in mezzo a tante baruffe, a tante seccature, cazzo, senza sapere in realtà se quello è amore o no». Quando finì di sfogarsi, qualcuno aveva spento la luna.
Gabriel García Márquez (Love in the Time of Cholera)
Bullshit, la Sicilia non esiste, gli sentiamo dire in tono piuttosto agitato dalla cucina. Io lo so perché ci sono nato. Senza offesa, bro', ma è tutta la sera che dici cazzate. Cosa succede?, chiedo, portando in tavola il pesce che Pupetta ha preparato per secondo. Dice Sicilia, e tz, fa tz con la bocca, l'amico americano. E basta, cazzo. Ma non si possono più sentire queste storie sulla specialità di quest'isola di merda. Come se in Sardegna non ci fosse il mare, come se in Irlanda non avessero la campagna, come se in Australia non ci battesse il sole. Tesoro, sono cazzate. Ha bevuto un po' troppo, cerca di spiegare Pupetta al fidanzato. [...] No, no, lascialo continuare, dice però John, è interessante, quando i siciliani si arrabbiano è interessante, mi ricordano certi personaggi di Pirandello. Pirandello fa cacare, dice Gaga. Tomasi di Lampedusa fa cacare. E Camilleri, anche Camilleri fa cacare?, chiede l'americano. Camilleri è il male assoluto. Dovrebbero imprigionarlo e rileggerli tutti i romanzi di Montalbano fino a che non implori pietà. Bisognerebbe mettere mano alla pistola ogni volta che qualcuno dice della splendida decadenza de dell'irrimediabilità di questo posto, come fanno Camilleri Pirandello Tomasi. Bisognerebbe appiccare il fuoco, incendiare tutto, la, togliere ogni punto di riferimento agli isolani e al resto del mondo. Bisognerebbe, ecco, bisognerebbe che qualcuno si decidesse a scrivere un piccolo manuale per organizzare una guerra lampo, radere al suolo la Sicilia e resettare la mente di quelli un po' cretini come te. Senza offesa, tesoro, era solo un esempio.
Giuseppe Rizzo (Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia)
«Come cazzo hai potuto guardarmi negli occhi e mentirmi?» lo assalii. «Perché sapevo che cosa mi avresti chiesto di fare» fu l'inflessibile replica. Mi trattenni dal digrignare i denti per la rabbia montante. «E qual è la tua risposta?» Trasse un lungo respiro significativo. «Non posso iniziare una guerra all'interno di un'altra guerra per te, fratello».
Chiara Cilli (Uccidimi (Blood Bonds, #3))
«Il tuo argento è nostro. I vostri cavalli sono nostri. La tua cotta di maglia di ferro e la tua ascia e il coltello che hai alla cintura, tutto nostro. Non avete niente da darci al di fuori delle vostre vite. Dimmi, Tyrion figlio di Tywin, come vuoi morire?» «Nel mio letto, a ottant'anni, con la pancia piena di vino e le labbra di una fanciulla attorno al cazzo» ribatté Tyrion.
George R.R. Martin (A Game of Thrones (A Song of Ice and Fire, #1))