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«Resta.» sussurrò, a testa bassa.
«Ma io…»
«Non hai nessuno ad aspettarti a casa, no?»
Emily cercò di scorgere il suo sguardo sfuggente. Sembrava triste.
«No.»
«Allora resta.»
«Castiel…»
Le mise entrambe le mani sulle spalle. Erano fredde, e la sua presa era forte e irremovibile.
«Ascolta.» le sussurrò sommessamente. «Vorrei soltanto che questa notte passasse in fretta. Non manca molto all’alba ormai. Resta con me.»
Lo aveva detto in un modo tremendamente dolce e seducente.
«Non mi sembra una buona idea.» obiettò ancora.
Castiel alzò il viso con un’espressione fiera e decisa. La spinse contro il muro, e tenendole le braccia ferme la baciò famelico, più volte, fino a toglierle il respiro.
Emily si sentiva trascinata da un uragano. La stanza intorno a sé cominciò a vorticare come in una spirale. Il corpo di Castiel era così vicino, e aveva messo una gamba tra le sue, come a impedirle di scappare.
Lei aprì la bocca per riprendere aria, e sentì la sua lingua farsi strada con prepotenza. Castiel le prese le mani e intrecciò le proprie dita con le sue. Erano gelide, ma le sue labbra scottavano.
Era impossibile resistere a un bacio tanto passionale. Emily si arrese, e lasciò che continuasse per alcuni lunghissimi e interminabili secondi, fino a quando, senza fiato, tirò indietro la testa.
Non sapeva cosa dire. Aveva scoperto un lato incredibilmente sensibile di Castiel, qualcosa che lui non aveva mai mostrato prima. Le aveva trasmesso il suo stato d’animo in ogni sfumatura, la solitudine, il rancore, i rimorsi.
«Castiel… perché?» boccheggiò, con le guance rosse.
Lui le lasciò le mani, le cinse la vita e l’attirò a sé. Rispose con un sussurro impercettibile, e tornò a cercare le sue labbra.
«Non lo so.»
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