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Il pastore augurò Buon Natale, il coro riprese a cantare e l’organo a suonare. Fu in quel momento che Maggie sentì che lui era vicino. Si girò appena e lo vide.
Se ne stava in piedi nel corridoio centrale, a qualche passo da lei, lo Stetson fra le mani, un’espressione indecifrabile sul volto.
Il sangue prese a correrle troppo veloce nelle vene e, per quanto faticasse ad ammetterlo, si sentì così felice che un sorriso le illuminò il volto, come se lui fosse tornato a casa dopo un lungo viaggio.
GiĂ , quale casa?
Mitch, invece, rimase di pietra, come se la chiamata di Maggie non fosse che un’altra scocciatura da risolvere.
Il sorriso si spense poco per volta sulle labbra di Maggie e gli occhi, prima ridenti, si strinsero in uno sguardo interrogativo.
Se il cowboy preferiva che fra loro ci fosse il gelo, che gelo fosse. Non era obbligata a sorridergli, in fondo, né a far conversazione. Lo avrebbe solo ringraziato per il passaggio e poi, estranei come prima.
Mitch le fece cenno con la testa di seguirla e, senza neppure aspettarla, ruotò su se stesso e si incamminò verso l’uscita del tempio. Maggie sentì il suo amor proprio reagire all’atteggiamento scostante di Mitch, ma decise di fingere un’indifferenza e una calma che non provava; si prese il tempo necessario per ringraziare i signori Curtis e per salutare le altre persone che, come lei, erano in fila verso l’uscita.
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