Vita Nuova Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Vita Nuova. Here they are! All 100 of them:

In that book which is my memory, On the first page of the chapter that is the day when I first met you, Appear the words, ‘Here begins a new life’.
Dante Alighieri (Vita Nuova)
Apparuit iam beatitudo vestra,
Dante Alighieri (Vita Nuova)
Le donne sono fatte così. Ogni giorno che sorge porta loro una nuova interpretazione del passato. Dev'essere una vita poco monotona la loro.
Italo Svevo (Zeno's Conscience)
In quella parte del libro de la mia memoria dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice: INCIPIT VITA NOVA
Dante Alighieri (Vita Nuova)
I say that when she appeared, in whatever place, by the hope embodied in that marvelous greeting, for me no enemy remained, in fact I shone with a flame of charity that made me grant pardon to whoever had offended me: and if anyone had then asked me anything my reply would only have been: ‘Love’, with an aspect full of humility.
Dante Alighieri (Vita Nuova)
Ecce deus fortior me, qui veniens dominabitur michi.
Dante Alighieri (La vita nuova)
E chi avesse voluto conoscere Amore, fare lo potea mirando lo tremare de li occhi miei.
Dante Alighieri (Vita Nuova)
I have set foot in that region of life where it is not possible to go with any more intention of returning.
Dante Alighieri (La Vita Nuova)
Hear me and then consider: am not I The keep and key Of all the torments sorrow can combine?
Dante Alighieri (Vita Nuova)
Incipit vita nuova, he said. So begins a new life, said Evelyn.
Sarah Winman (Still Life)
Time and again the thought comes to my mind of the dark condition Love imparts to me; then the pity of it strikes me, and I ask: “Could ever anyone have felt the same?” For Love’s attack is so precipitous that life itself all but abandons me: nothing survives except one lonely spirit, allowed to live because it speaks of you. With hope of help to come I gather courage, and deathly languid, drained of all defenses, I come to you expecting to be healed; and if I raise my eyes to look at you, within my heart a tremor starts to spread, driving out life, stopping my pulses’ beat.
Dante Alighieri (Dante's Vita Nuova: A Translation and an Essay)
Hai mai pensato di andare via e non tornare mai più? Scappare e far perdere ogni tua traccia, per andare in un posto lontano e ricominiciare a vivere, vivere una vita nuova, solo tua, vivere davvero. Ci hai mai pensato?
Luigi Pirandello (Il fu Mattia Pascal)
«L’amore è la mia ragione che scende a compromessi con il mio cuore per il mio progetto di vita con te, ovunque e comunque.»
Dilhani Heemba (Nuova Terra: Gli occhi dell'erede (Nuova Terra, #1))
Names are the consequences of things.
Dante Alighieri (Vita Nuova)
Sai qual è l'errore che si fa sempre? Quello di credere che la vita sia immutabile, che una volta percorso un binario lo si debba percorrere fino in fondo. Il destino ha molta più fantasia di noi. Proprio quando credi di trovarti in una situazione senza via di scampo, quando raggiungi il picco di disperazione massima, con la velocità di una raffica di vento tutto cambia, si stravolge e da un momento all'altro ti trovi a vivere una nuova vita.
Susanna Tamaro (Follow Your Heart)
L'amore raccolse e ricompose ogni parte di noi." Suggerita da Sheila Mazzei e Regin La Radiosa O'Polke
Dilhani Heemba (Nuova Vita: La speranza dell'erede (Nuova Terra, #2))
«L’amore rende folli.» «L’amore rende vivi; quando lo perdi, muori.» Suggerita da Sheila Mazzei e Regin La Radiosa O'Polke
Dilhani Heemba (Nuova Vita: La speranza dell'erede (Nuova Terra, #2))
Forse il tempo cura le ferite, ma non porta via certe cicatrici, non ti ridà i giorni persi senza chi ami, non ti dà indietro nulla." Suggerita da Sheila Mazzei
Dilhani Heemba (Nuova Vita: La speranza dell'erede (Nuova Terra, #2))
C'è qualcosa di terribilmente tenero nell'insicurezza di un uomo forgiato da una vita crudele." Suggerita da Sheila Mazzei e Jenny Jay
Dilhani Heemba (Nuova Vita: La speranza dell'erede (Nuova Terra, #2))
Ho imparato che l'uomo deve sopportare per sempre il peso e il destino della sua vita: quando tentiamo di disfarcene, essi ci ritornano addosso con nuova e più terribile violenza.
Robert Louis Stevenson (Dr. Jekyll and Mr. Hyde)
Allegro mi sembrava Amor tenendo meo core in mano, e ne le braccia avea madonna involta in un drappo dormendo.
Dante Alighieri (Vita nuova)
Then I call on Death as to a sweet and gentle refuge: and I say: 'Come to me' with such love, that I am envious of all who die
Dante Alighieri (la vita Nuova)
Incipit vita nuova." - "Yeni bir yaşam başladı.
Regaip Minareci (Kızıl)
Incipit vita nuova"... Yeni bir yaşam başladı...
Dante Alighieri
È incredibile come gioia e dolore abbiano gli stessi sintomi: lo stomaco che si stringe, il cuore a mille, le lacrime che vorrebbero affollarsi sulle palpebre." Suggerita da Sheila Mazzei
Dilhani Heemba (Nuova Vita: La speranza dell'erede (Nuova Terra, #2))
«Le grandi acque non possono spegnere l'amore, né i fiumi travolgerlo», mormorò cintando il passo del Cantico dei Cantici. «È così, Shay. Per tutta la vita.» Le mie gambe lo cinsero e lo trattennero. «La vita è troppo breve. Oltre, abbiamo detto oltre, vero?»
Dilhani Heemba (Nuova Terra: Gli occhi dell'erede (Nuova Terra, #1))
A volte penso che per i libri bisognerebbe inventare una parola nuova, signor Corso. Una parola che non esiste. E questa parola dovrebbe essere il contrario di cimitero e indicare un luogo dove si conserva la vita, non la morte, e non si mette a giacere niente.
Fabio Stassi (La lettrice scomparsa)
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.Marco entra in una città; vede qualcuno in una piazza vivere una vita o un istante che potevano essere suoi; al posto di quell’uomo ora avrebbe potuto esserci lui se si fosse fermato nel tempo tanto tempo prima, oppure se tanto tempo prima a un crocevia invece di prendere una strada avesse preso quella opposta e dopo un lungo giro fosse venuto a trovarsi al posto di quell’uomo in quella piazza. Ormai, da quel suo passato vero o ipotetico, lui è escluso; non può fermarsi; deve proseguire fino a un’altra città dove lo aspetta un altro suo passato, o qualcosa che forse era stato un suo possibile futuro e ora è il presente di qualcun altro. I futuri non realizzati sono solo rami del passato: rami secchi.
Italo Calvino (Invisible Cities)
Devo tuttavia confessare che, nel mio sentimentalismo, sono profondamente commosso e ammirato di fronte a quel lupo che “non può” azzannare la gola dell’avversario, e ancor più di fronte all’altro animale, che conta proprio su questa sua reazione! Un animale che affida la propria vita alla correttezza cavalleresca di un altro animale! C’è proprio qualcosa da imparare anche per noi uomini! Io per lo meno ne ho tratto una nuova e più profonda comprensione di un meraviglioso detto del Vangelo che spesso viene frainteso, e che finora aveva suscitato in me solo una forte resistenza istintiva: «Se qualcuno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra...». L’illuminazione mi è venuta da un lupo: non per ricevere un altro schiaffo devi offrire al nemico l’altra guancia, no, devi offrirgliela proprio per impedirgli di dartelo!
Konrad Lorenz (King Solomon's Ring (Routledge Classics))
To every heart which the sweet pain doth move, And unto which these words may now be brought For true interpretation and kind thought, Be greeting in our Lord’s name, which is Love. Of those long hours wherein the stars, above, Wake and keep watch, the third was almost nought, When Love was shown me with such terrors fraught As may not carelessly be spoken of. He seemed like one who is full of joy, and had My heart within his hand, and on his arm My lady, with a mantle round her, slept; Whom (having wakened her) anon he made To eat that heart; she ate, as fearing harm. Then he went out; and as he went, he wept.
Dante Alighieri (Vita Nuova)
Del resto, questa forse è la notte famosa in cui tu finirai di essere bambino. Non so se qualcuno te l'ha detto. Di questa notte i più non si accorgono, non sospettano nemmeno che esista, eppure è una netta barriera che si chiude d'improvviso. Capita di solito nel sonno. Sì, può darsi che sia la tua volta. Tu domani sarai molto più forte, domani comincerà per te una nuova vita, ma non capirai più molte cose: non li capirai più, quando parlano, gli alberi, né gli uccelli, né i fiumi, né i venti. Anche se io rimanessi, non potresti, di quello che dico, intendere più una parola. Udresti sì la mia voce, ma ti sembrerebbe un insignificante fruscio, rideresti anzi di queste cose.
Dino Buzzati (Il segreto del Bosco Vecchio)
Io so cosa vuol dire essere felice nella vita e la bontà dell'esistenza, il gusto dell'ora che passa e delle cose che si hanno intorno, pur senza muoversi, la bontà di amarle, le cose, fumando, e una donna in esse. Conosco la gioia di un pomeriggio d'estate a leggere un libro d'avventure cannibalesche seminudo in una chaiselongue davanti a una casa di collina che guardi il mare. E molte altre gioie insieme; di stare in un giardino in agguato e ascoltare che il vento muove le foglie appena (le più alte) di un albero; o in una sabbia sentirsi screpolate e crollare infinita esistenza di sabbia; o nel mondo popolato di galli levarsi prima dell'alba e nuotare, solo in tutta l'acqua del mondo, presso a una spiaggia rosa. E io non so cosa passa sul mio volto in quelle mie felicità, quando sento che si sta così bene a vivere: non so se una dolcezza assonnata o piuttosto sorriso. Ma quanto desiderio d'avere cose! Non soltanto mare o soltanto sole e non soltanto una donna e il cuore di lei sotto le labbra. Terre anche! Isole! Ecco: io posso trovarmi nella mia calma, al sicuro, nella mia stanza dove la finestra è rimasta tutta la notte spalancata e d'improvviso svegliarmi al rumore del primo tram mattutino; è nulla un tram: un carrozzone che rotola, ma il mondo è deserto attorno e in quell'aria creata appena, tutto è diverso da ieri, ignoto a me, e una nuova terra m'assale.
Elio Vittorini
I say most truly that at that moment the spirit of life, which hath its dwelling in the secretest chamber of the heart, began to tremble so violently that the least pulses of my body shook therewith; and in trembling it said these words: Ecce deus fortior me, qui veniens dominabitur mihi, (“Here is a deity stronger than I ; who, coming, shall rule over me.”)
Dante Alighieri (Vita Nuova)
Ma come può essere tanto forte l'amore, se non si adatta ai cambiamenti della vita?" Suggerita da Sheila Mazzei
Dilhani Heemba (Nuova Vita: La speranza dell'erede (Nuova Terra, #2))
Le sue adorate mani erano seta su un cuore ferito, petali di rose che mi rendevano sua." Suggerita da Sheila Mazzei
Dilhani Heemba (Nuova Vita: La speranza dell'erede (Nuova Terra, #2))
La speranza; la speranza è un'agonia. Un'illusione dai risvolti violenti." Suggerita da Angharad Eldrige
Dilhani Heemba (Nuova Vita: La speranza dell'erede (Nuova Terra, #2))
La speranza, un frutto dolce amaro; deve essere figlia del diavolo tentatore, ma com'è angelica la sua fiamma!" Suggerita da Eylai Aadre Nó Eglantine
Dilhani Heemba (Nuova Vita: La speranza dell'erede (Nuova Terra, #2))
...la quale fue chiamata da molti Beatrice li quali non sapeano che si chiamare.
Dante Alighieri (Vita Nuova)
E quando mi domandavano: «Per cui t'ha così distrutto questo Amore?», ed io sorridendo li guardava, e nulla dicea loro.
Dante Alighieri (Vita nuova)
e così dimorai alquanti dì con disiderio di dire e con paura di cominciare.
Dante Alighieri (Vita nuova)
Donne ch'avete intelletto d'amore,
Dante Alighieri (Vita nuova)
Stava tornando nel luogo dove si ritira ogni ragazzo costretto al coraggio e alla prontezza: una nuova vita. Ovunque fosse diretto, non aveva paura.
Bret Easton Ellis (Lunar Park)
It must be that Love lives within this lady who makes me go weeping so
Dante Alighieri (La Vita Nuova)
I had set foot in that part of life beyond which one cannot go with any hope of returning.
Dante Alighieri (Vita Nuova)
Di colpo tutto ciò che era creduto essenziale si rivela inutile. E questa nuova e fatale consapevolezza, unita all’incapacità di fare qualcosa con le mani, dissemina il terrore tra la gente.
Mauro Corona (La fine del mondo storto)
apparvero a me certi visi di donne scapigliate, che mi diceano: «Tu pur morrai»; e poi, dopo queste donne, m'apparvero certi visi diversi e orribili a vedere, li quali mi diceano: «Tu se' morto».
Dante Alighieri (Vita nuova)
Un libro, quando è diventato un libro, è una cosa nuova, una cosa che prima non c'era, non c'era in natura e adesso esiste, come un essere umano al primo vagito, come una pianta, come ogni genere di cosa che cresce.
Paolo Di Paolo (Mandami tanta vita)
A volte si apre un abisso fra il passato e il futuro. Quando una persona si è incamminata nella valle all'ombra della morte, e ne torna fuori alla luce del sole...è allora, mon cher, che comincia una nuova vita. Il passato non serve più.
Agatha Christie (Sad Cypress (Hercule Poirot, #22))
Ora sono pronta. Sono pronta alla vita. Non l’attendo più tra le lenzuola, a testa in giù, con i piedi issati sulla spalliera del letto. Non la pretendo, come fosse un diritto. La vivo, semplicemente. Vivo la mia di vita, così piena e imprevedibile, senza chiedermi se un giorno sarà anche capace di moltiplicarsi e generare nuova vita. Mi prendo cura di lei come farei con una pianta, forte ma provata, senza sapere se quando germoglia è di quelle specie che danno anche frutti.
Simona Sparaco (Nessuno sa di noi)
Questo sonetto ha due parti principali; che ne la prima intendo chiamare li fedeli d'Amore per quelle parole di Geremia profeta che dicono: "O vos omnes qui transitis per viam, attendite et videte si est dolor sicut dolor meus", e pregare che mi sofferino d'audire;
Dante Alighieri (Vita nuova)
Many a time the thought returns to me: What sad conditions Love on me bestows! And moved by Pity I say frequently: 'Can there be anyone who my state knows?' For Love takes hold of me so suddenly My vital spirits I am near to lose. One only of them all survives in me, Staying to speak of you, as Love allows. To aid me then my forces I renew And pallid, all my courage drained long since, I come to you to remedy my plight; But if I raise my eyes to look at you So vast a tremor in my heart begins My beating pulses put my soul to flight.
Dante Alighieri (La Vita Nuova (Vita Nova - The New Life))
Nove fiate già appresso lo mio nascimento era tornato lo cielo de la luce quasi a uno medesimo punto, quanto a la sua propria girazione, quando a li miei occhi apparve prima la gloriosa donna de la mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice, li quali non sapeano che si chiamare.
Dante Alighieri (Vita nuova)
In quella parte del libro de la mia memoria, dinanzi a la quale poco si potrebbe leggere, si trova una rubrica la quale dice: "Incipit vita nova". Sotto la quale rubrica io trovo scritte le parole le quali è mio intendimento d'asemplare in questo libello; e se non tutte, almeno la loro sentenzia.
Dante Alighieri (Vita nuova)
My soul, why dost thou not depart from me? The torments which perforce will burden thee Here in the world which hateful to thee grows My mind with fearful apprehension To Death then I appeal As to a sweet, benecent repose: ‘Come now to me,’ with so much love I cry That I am envious of all who die.
Dante Alighieri (Vita Nuova)
This was no coincidence. The best short stories and the most successful jokes have a lot in common. Each form relies on suggestion and economy. Characters have to be drawn in a few deft strokes. There's generally a setup, a reveal, a reversal, and a release. The structure is delicate. If one element fails, the edifice crumbles. In a novel you might get away with a loose line or two, a saggy paragraph, even a limp chapter. But in the joke and in the short story, the beginning and end are precisely anchored tent poles, and what lies between must pull so taut it twangs. I'm not sure if there is any pattern to these selections. I did not spend a lot of time with those that seemed afraid to tell stories, that handled plot as if it were a hair in the soup, unwelcome and embarrassing. I also tended not to revisit stories that seemed bleak without having earned it, where the emotional notes were false, or where the writing was tricked out or primped up with fashionable devices stressing form over content. I do know that the easiest and the first choices were the stories to which I had a physical response. I read Jennifer Egan's "Out of Body" clenched from head to toe by tension as her suicidal, drug-addled protagonist moves through the Manhattan night toward an unforgivable betrayal. I shed tears over two stories of childhood shadowed by unbearable memory: "The Hare's Mask," by Mark Slouka, with its piercing ending, and Claire Keegan's Irishinflected tale of neglect and rescue, "Foster." Elizabeth McCracken's "Property" also moved me, with its sudden perception shift along the wavering sightlines of loss and grief. Nathan Englander's "Free Fruit for Young Widows" opened with a gasp-inducing act of unexpected violence and evolved into an ethical Rubik's cube. A couple of stories made me laugh: Tom Bissell's "A Bridge Under Water," even as it foreshadows the dissolution of a marriage and probes what religion does for us, and to us; and Richard Powers's "To the Measures Fall," a deftly comic meditation on the uses of literature in the course of a life, and a lifetime. Some stories didn't call forth such a strong immediate response but had instead a lingering resonance. Of these, many dealt with love and its costs, leaving behind indelible images. In Megan Mayhew Bergman's "Housewifely Arts," a bereaved daughter drives miles to visit her dead mother's parrot because she yearns to hear the bird mimic her mother's voice. In Allegra Goodman's "La Vita Nuova," a jilted fiancée lets her art class paint all over her wedding dress. In Ehud Havazelet's spare and tender story, "Gurov in Manhattan," an ailing man and his aging dog must confront life's necessary losses. A complicated, only partly welcome romance blossoms between a Korean woman and her demented
Geraldine Brooks (The Best American Short Stories 2011)
Di solito non parlo con gli sconosciuti. Non mi piace parlare con chi non conosco. E non per via della famosa frasa Non Dare Confidenza Agli Sconosciuti che ci ripetono continuamente a scuola, che tradotto vuol dire non accettare caramelle o un passaggio da uno sconosciuto perché vuole fare sesso con te. Non è questo che mi preoccupa. Se un estraneo mi toccassse lo colpirei immediatamente, e io so colpire molto forte. Come per esempio quella volta che ho preso a pugni Sarah perché mi aveva tirato i capelli e l’ho fatta svenire e le è venuta una commozione cerebrale e avevano dovuto portarla al pronto soccorso. E poi ho sempre con me il mio coltellino svizzero che ha una lama a seghetto in grado di tranciare le dita a un uomo. Non mi piacciono gli estranei perché non mi piacciono le persone che non conosco. Sono difficili da capire. È come essere in Francia, dove andavamo qualche volta in campeggio quando mio madre era ancora viva. E io odiavo la Francia perché se entravo in un negozio o in un ristorante o andavo in spiaggia non capivo quel che dicevano, e la cosa mi terrorizzava. Ci metto un sacco di tempo per abituarmi alle persone che non conosco. Per esempio, quando c’è una persona nuova che viene a lavorare a scuola non le parlo per settimane e settimane. Rimango a osservarla finché non sono certo di potermi fidare. Poi le faccio delle domande su di lei, sulla sua vita, del tipo se ha degli animali e qual è il suo colore preferito e cosa sa dell’Apollo e le chiedo di disegnarmi una piantina della sua casa e voglio sapere che macchina ha, così imparo a conoscerla. Da quel momento in poi non mi preoccupo più se mi capita di trovarmi nella stessa stanza con questa persona e non sono più obbligato a stare all’erta.
Mark Haddon (The Curious Incident of the Dog in the Night-Time)
[Sonetto XVIII] "Primo cominciamento" Era venuta ne la mente mia la gentil donna che per suo valore fu posta da l’altissimo signore nel ciel de l’umiltate, ov’è Maria. [Vita Nuova XXXIV 7] "Secondo cominciamento" Era venuta ne la mente mia quella donna gentil che piange Amore, entro ’n quel punto che lo suo valore vi trasse a riguardar quel ch’eo facia. Amor, che ne la mente la sentia, s’era svegliato nel destrutto core, e diceva a’ sospiri: "Andate fore"; per che ciascun dolente si partia. Piangendo uscivan for de lo mio petto con una voce che sovente mena le lagrime dogliose a li occhi tristi. Ma quei che n’uscian for com maggior pena, venian dicendo: "Oi nobile intelletto, oggi fa l’anno che nel ciel salisti".
Dante Alighieri
Una nuova intimità s’era creata fra loro. Era un’intimità simile all’inizio di un nuovo amore, e quasi senza pensarci, Stoner ne comprese la ragione. Si erano perdonati per il male che si erano fatti l’un l’altra, ed erano rapiti dall’idea di come sarebbe potuta essere la loro vita insieme. Stoner la guardava ormai senza rimpianti. Nella luce morbida del tardo pomeriggio il suo viso sembrava giovane e senza rughe. Se fossi stato più forte, pensava. Se avessi saputo di più. Se avessi potuto comprendere. E alla fine, spietato, pensò: se l’avessi amata di più. Come percorrendo una distanza lunghissima, la sua mano attraversò il lenzuolo che lo copriva e toccò quella di lei. Edith non si mosse; e dopo un po’, Stoner cadde in un sonno profondo.
John Williams (Stoner)
Color di perle ha quasi, in forma quale convene a donna aver, non for misura: ella è quanto de ben pò far natura; per essemplo di lei bieltà si prova. De li occhi suoi, come ch’ella li mova, escono spirti d’amore inflammati, che feron li occhi a qual che allor la guati, e passan sì che ‘l cor ciascun retrova: voi le vedete Amor pinto nel viso, là ‘ve non pote alcun mirarla fiso.
Dante Alighieri (Vita nuova (Italian Edition))
«Portaci indietro fino al rottamaio» le ordinò. «Se quest’auto non ti convincerà che è meglio vivere la vita al posto di guida, niente ci riuscirà.» «Non ho la patente» disse lei. «Non ho la patente!» la prese in giro Cash. «Non ho soldi per il college! Mio padre non mi capisce! Non voglio deluderlo e seguire la strada che mi farebbe più felice! Sai quanta gente in questo momento vorrebbe tirarti una sberla? Zitta e guida!» Ancora una volta, Cash sapeva esattamente quale tasto toccare. Mo fissò l’autostrada sgombra e gli occhi le brillarono di una luce nuova. Strinse le dita attorno al volante e schiacciò l’acceleratore col piede, lanciando l’auto sportiva sulla strada a tutta velocità. Era divertente essere il passeggero sulla Porsche, ma guidarla era un’esperienza del tutto diversa. Cash controllava ancora la leva del cambio, ma per il resto l’automobile era in mano sua e questo fece provare a Mo una sensazione inebriante: stava comandando lei, e ci stava prendendo gusto! «È fantastico!» esclamò Mo. «Te l’ho detto» osservò Cash. «È così che dovrebbe sembrarti la vita!» «Fanculo a Stanford!» gridò Mo al cielo. «Sì, così!» la incitò Cash.
Chris Colfer (Stranger Than Fanfiction)
I fell to thinking about my own life, now so debilitated, and reecting how short this life is, even in health, I began to weep about our wretched state. Sighing deeply, I said to myself: ‘One day, inevitably, even your most gracious Beatrice must die.’ This thought threw me into such a state of bewilderment that I closed my eyes, and I began, like a person who is delirious, to be tormented by these fantasies.
Dante Alighieri (Vita Nuova)
Donne ch’avete intelletto d’amore, i’ vo’ con voi de la mia donna dire, non perch’io creda sua laude finire, ma ragionar per isfogar la mente. Io dico che pensando il suo valore, Amor sì dolce mi si fa sentire, che s’io allora non perdessi ardire, farei parlando innamorar la gente. E io non vo’ parlar sì altamente, ch’io divenisse per temenza vile; ma tratterò del suo stato gentile a respetto di lei leggeramente,
Dante Alighieri (Vita nuova (Italian Edition))
Quando si è giovani-parlo per me almeno-si vogliono provare sentimenti simili a quelli di cui leggiamo nei libri. Passioni che ti sconvolgono la vita, che creano e definiscono una realtà nuova. Più tardi, mi pare, vogliamo dai sentimenti qualcosa di più pratico e modesto: che siano di sostegno alla nostra vita per come è diventata e si manifesta. Vogliamo che ci garantiscano che va tutto bene. E che c'è di male in questo? da "Il senso di una fine
Julian Barnes
Sai qual è un errore che si fa sempre? Quello di credere che la vita sia immutabile, che una volta preso un binario lo si debba percorrere fino in fondo. Il destino invece ha molta più fantasia di noi. Proprio quando credi di trovarti in una situazione senza via di scampo, quando raggiungi il picco di disperazione massima, con la velocità di una raffica di vento tutto cambia, si stravolge, e da un momento all'altro ti trovi a vivere una nuova vita.
Susanna Tamaro (Follow Your Heart)
L'artista è il creatore di cose belle. Rivelare l'arte e nascondere l'artista è il fine dell'arte. Il critico è colui che può tradurre in diversa forma o in nuova sostanza la sua impressione delle cose belle. Coloro che trovano brutti significati nelle cose belle sono corrotti senza essere affascinanti. Questo è una colpa. Coloro che scorgono bei significati nelle cose belle sono le persone colte. Per loro c'è speranza. Essi sono gli eletti: per loro le cose belle significano solo bellezza. Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è quanto. La vita morale dell'uomo è parte del contenuto dell'artista, ma la moralità dell'arte consiste nell'uso perfetto di un mezzo imperfetto. Nessun artista ha intenti morali. In un artista un intento morale è un imperdonabile manierismo stilistico. Nessun artista è mai morboso. L'artista può esprimere qualsiasi cosa.
Oscar Wilde (Il ritratto di Dorian Gray)
Probabilmente ci sono delle parole rivolte giusto alla nostra condizione che, se le potessimo davvero sentire e capire, sarebbero e potrebbero forse rivelare il volto diverso delle cose. Quanti uomini hanno dato inizio a una nuova epoca della propria vita dalla lettura d'un libro! Esiste forse anche per noi un libro che mette in luce i nostri miracoli e ne rivela di nuovi. Le cose che adesso ci sembrano inesprimibili possiamo trovarle espresse altrove.
Henry David Thoreau (Walden: Or Life in the Woods)
Gli sembrava di avere una leggera febbre. C'è troppo da sottolineare e ricordare. Troppo, sul serio. Per un lettore, una delle rivelazioni più elettrizzanti della vita è quella di essere davvero tale. Non in grado di leggere, ma incapace di smettere perché catturato da un amore folle. Esagerato. Il primo libro che riesce in una simile impresa non verrà mai dimenticato, con ogni pagina ad accompagnare una nuova verità, perentoria ed esaltante: Sì! Proprio così!
Stephen King (Finders Keepers (Bill Hodges Trilogy, #2))
She appeared dressed in the most patrician of colors, a subdued and decorous crimson, her robe bound round and adorned in a style suitable to her years. At that very moment, and I speak the truth, the vital spirit, the one that dwells in the most secret chamber of the heart, began to tremble so violently that even the most minute veins of my body were strangely affected; and trembling, it spoke these words: “Here is a god stronger than I who comes to rule over me.
Dante Alighieri (Vita Nuova)
Spesse fiate vegnonmi a la mente le oscure qualità ch’Amor mi dona, e venmene pietà, sì che sovente io dico: «Lasso!, avviene elli a persona?»; ch’Amor m’assale subitanamente, sì che la vita quasi m’abbandona: campami un spirto vivo solamente, e que’ riman perché di voi ragiona. Poscia mi sforzo, ché mi voglio atare; e così smorto, d’onne valor voto, vegno a vedervi, credendo guerire: e se io levo li occhi per guardare, nel cor mi si comincia uno tremoto, che fa de’ polsi l’anima partire.
Dante Alighieri (Vita nuova (Italian Edition))
Ne li occhi porta la mia donna Amore, per che si fa gentil ciò ch’ella mira; ov’ella passa, ogn’om ver lei si gira, e cui saluta fa tremar lo core, sì che, bassando il viso, tutto smore, e d’ogni suo difetto allor sospira: fugge dinanzi a lei superbia ed ira. Aiutatemi, donne, farle onore. Ogne dolcezza, ogne pensero umile nasce nel core a chi parlar la sente, ond’è laudato chi prima la vide. Quel ch’ella par quando un poco sorride, non si pò dicer né tenere a mente, sì è novo miracolo e gentile.
Dante Alighieri (Vita nuova (Italian Edition))
Amore e ‘l cor gentil sono una cosa, sì come il saggio in suo dittare pone, e così esser l’un sanza l’altro osa com’alma razional sanza ragione. Falli natura quand’è amorosa, Amor per sire e ‘l cor per sua magione, dentro la qual dormendo si riposa tal volta poca e tal lunga stagione. Bieltate appare in saggia donna pui, che piace a gli occhi sì, che dentro al core nasce un disio de la cosa piacente; e tanto dura talora in costui, che fa svegliar lo spirito d’Amore. E simil face in donna omo valente.
Dante Alighieri (Vita nuova (Italian Edition))
Fu un momento indimenticabile. Andammo verso via Caracciolo, sempre più vento, sempre più sole. Il Vesuvio era una forma delicata color pastello ai piedi della quale si ammucchiavano i ciottoli biancastri della città, il taglio color terra di Castel dell'Ovo, il mare. Ma che mare. Era agitatissimo, fragoroso, il vento toglieva il fiato, incollava i vestiti addosso e levava i capelli dalla fronte. Ci tenemmo dall'altro lato della strada insieme a una piccola folla che guardava lo spettacolo. Le onde ruzzolavano come tubi di metallo blu portando in cima la chiara d'uovo della spuma, poi si frangevano in mille schegge scintillanti e arrivavano fin sulla strada con un oh di meraviglia e timore da parte di tutti noi che guardavamo. Che peccato che non c'era Lila. Mi stenti stordita dalle raffiche potenti, dal rumore. Avevo l'impressione che, pur assorbendo molto di quello spettacolo, moltissime cose, troppe si spampanassero intorno senza lasciarsi afferrare. Mio padre mi strinse la mano come se temesse che sgusciassi via. Infatti avevo voglia di lasciarlo, correre, spostarmi, attraversare la strada, farmi investire dalle scaglie brillanti del mare. In quel momento così tremendo, pieno di luce e di clamore, mi finsi sola nel nuovo della città, nuova io stessa con tutta la vita davanti, esposta alla furia mobile delle cose ma sicuramente vincitrice: io, io e Lila, noi due con quella capacità che insieme - solo insieme - avevamo di prendere la massa di colori, di rumori, di cose e persone, e raccontarcela e darle forza".
Elena Ferrante (My Brilliant Friend (Neapolitan Novels, #1))
«Tutti questi uomini sono eroi,» continuò Jay, scorrendo le slide successive, che ci ritraevano tutti insieme, in gruppo. «Non solo perché hanno combattuto una guerra e rischiato le loro vite per il loro Paese. Sono eroi perché ogni notte combattono contro i loro incubi e ogni mattina si svegliano pronti ad affrontare una nuova giornata. Sono eroi perché non si sono arresi, quando sarebbe stato così semplice… smettere e basta. Sono eroi perché si preoccupano per gli altri, anche quando la loro vita è un casino. La loro battaglia non è finita quando sono tornati dalla guerra; in quel momento era appena iniziata. Eppure, affrontano ogni giorno con determinazione, con la speranza che sarà meglio di quello prima. E domani ci sarà meno dolore nascosto dietro il loro sorriso. A una settimana da oggi, gli incubi diverranno meno frequenti. Ma se questo non dovesse succedere?» La slide cambiò un’ultima volta, tornando alla foto di gruppo con cui Jay aveva cominciato. «Continueranno a combattere, perché è questo che fanno gli eroi.»
Teodora Kostova (Cookies (Cookies, #1))
E al risveglio improvviso dal sonno secolare noi vedemmo raggiare un altro cielo; udimmo altre voci, altri canti; udimmo tutti i pianti umani, tutti i pianti umani che la Terra nel suo cerchio rinserra. Udimmo tutti i vani gemiti e gli urli insani e le bestemmie immani. Udimmo taciturni la querela confusa. Ma ne l'anima chiusa l'antichissimo sogno, che fluttuava ancòra, ebbe una nuova aurora. E vivemmo; e ingannammo la vita ricordando quella morte, cantando dei miseri veduti, degli amori goduti, degli aromi bevuti. - "I poeti
Gabriele d'Annunzio (Poema paradisiaco)
E' una piccola compressa bianca, ovale, divisibile.. Non crea né trasforma; interpreta. Ciò che era definitivo, lo rende passeggero; ciò che era ineluttabile, lo rende contingente. Fornisce una nuova interpretazione della vita - meno ricca, più artificiale, e improntata a una certa rigidità. Non dà alcuna forma di felicità, e neppure di vero sollievo, la sua azione è di tipo diverso: trasformando la vita in una serie di formalità, permette di raggirare. Pertanto aiuta gli uomini a vivere, o almeno a non morire - per qualche tempo.
Michel Houellebecq (Serotonin)
So long have I been subject to Love's sway And grown accustomed to his mastery That where at first his rule seemed harsh to me Sweet is his presence in my heart today. Thus when all fortitude he takes away, So that my frail spirits seem to flee, Then I am lost in sweetness utterly And pallid looks my fainting soul display. Love marshals then against me all his might;Routed, my spirits wander, murmuring, And to my lady bring Petition for new solace in my plight. Thus by her merest glance I am unmanned, And pride so humbled, none could understand. 
Dante Alighieri (La Vita Nuova (Vita Nova - The New Life))
E tu troverai alla sinistra delle case di Ade una fonte, e accanto a essa un bianco cipresso diritto: a questa fonte non accostarti neppure, da presso. E ne troverai un'altra, fredda acqua che scorre dalla palude di Mnemosine: e davanti stanno i custodi. Di' loro: Sono figlio di Terra e di Cielo stellante, inoltre la mia stirpe è Celeste; e questo sapete anche voi. Sono riarsa di sete e muoio: ma date, subito, fredda acqua che scorre dalla palude di Mnemosine. Ed essi ti lasceranno bere dalla fonte divina, e in seguito tu regnerai assieme agli altri eroi. Di Mnemosine, questo è il sepolcro..." Laminetta trovata a Petelia Oblio e memoria sono i due strumenti del dissetamento. Se si beve dalla corrente dell'oblio si dimentica tutto e si rinasce a una nuova vita, cioè la sete è soltanto ingannata, e l'arsura non tarda a ripresentarsi in una nuova individuazione. Ma se si beve dalla fonte di Mnemosine, come testimoniano queste laminette, la memoria fa recuperare la conoscenza del passato e dell'immutabile, l'uomo riconosce la sua origine divina e si identifica in Dioniso, e l'arsura non viene spenta, ma dissetata, da una gelida, divina, prorompente conoscenza.
Giorgio Colli (La sapienza greca, I. Dioniso, Apollo, Eleusi, Orfeo, Museo, Iperborei, Enigma)
Cinque sono le cose che un uomo rimpiange quando sta per morire. E non sono mai quelle che consideriamo importanti durante la vita. Non saranno i viaggi confinati nelle vetrine delle agenzie che rimpiangeremo, e neanche una macchina nuova, una donna o un uomo da sogno o uno stipendio migliore. No, al momento della morte tutto diventa finalmente reale. E cinque le cose che rimpiangeremo, le uniche reali di una vita. La prima sarà non aver vissuto secondo le nostre inclinazioni ma prigionieri delle aspettative degli altri. Cadrà la maschera di pelle con la quale ci siamo resi amabili, o abbiamo creduto di farlo. [...] Il secondo rimpianto sarà aver lavorato troppo duramente, lasciandoci prendere dalla competizione, dai risultati, dalla rincorsa di qualcosa che non è mai arrivato perché non esisteva se non nella nostra testa, trascurando legami e relazioni. Per terzo rimpiangeremo di non aver trovato il coraggio di dire la verità. Rimpiangeremo di non aver detto abbastanza "ti amo" a chi avevamo accanto, "sono fiero di te" ai figli, "scusa" quando avevamo torto, o anche quando avevamo ragione. Abbiamo preferito alla verità rancori incancreniti e lunghissimi silenzi. Poi rimpiangeremo di non aver trascorso tempo con chi amavamo. Non abbiamo badato a chi era sempre lì, proprio perché era sempre lì. Eppure il dolore a volte ce lo aveva ricordato che nulla resta per sempre, ma noi lo avevamo sottovalutato come se fossimo immortali, rimandando a oltranza, dando la precedenza a ciò che era urgente anziché a ciò che era importante. E come abbiamo fatto a sopportare quella solitudine in vita? L’abbiamo tollerata perché era centellinata, come un veleno che abitua a sopportare dosi letali. E abbiamo soffocato il dolore con piccolissimi e dolcissimi surrogati […]. Per ultimo rimpiangeremo di non essere stati più felici. Eppure sarebbe bastato far fiorire ciò che avevamo dentro e attorno, ma ci siamo lasciati schiacciare dall’abitudine, dall’accidia, dall’egoismo.
Alessandro D'Avenia (Ciò che inferno non è)
Connell tace di nuovo. Si china a baciarla sulla fronte. Io non ti farei mai del male, ok? dice. Mai. Lei annuisce e non dice niente. Mi fai molto felice, dice lui. Le passa la mano sui capelli e aggiunge: Ti amo. Non lo dico per dire, ti amo davvero. A lei tornano a riempirsi gli occhi di lacrime e li chiude. Questo momento le sembrerà di unintensità insopportabile anche nei ricordi, ma ne è già consapevole fin d'ora, mentre sta accadendo. Non si è mai considerata degna di essere amata da qualcuno. Adesso però ha una nuova vita, di cui questo è il primo istante, e anche dopo tanti anni penserà ancor: Sì, proprio così, quello è stato l'inizio della mia vita.
Sally Rooney (Normal People)
Aveva parlato, per anni, di uccidersi. Nessuno gli credette mai. Quando veniva da me e da Leone mangiando ciliegie, e i tedeschi prendevano la Francia, già allora ne parlava. Non per la Francia, non per i tedeschi, non per la guerra che stava investendo l’Italia. Della guerra aveva paura, ma non abbastanza per uccidersi a motivo della guerra. Continuò tuttavia ad avere paura della guerra, anche dopo che la guerra era da tempo finita: come, del resto, tutti noi. Perché questo ci accadde, che appena finita la guerra ricominciammo subito ad aver paura di una nuova guerra, e a pensarci sempre. E lui temeva una nuova guerra più di tutti noi. E in lui la paura era più grande che in noi: era in lui, la paura, il vortice dell’imprevisto e dell’inconoscibile, che sembrava orrendo alla lucidità del suo pensiero; acque buie, vorticose e venefiche sulle rive spoglie della sua vita.
Natalia Ginzburg (Lessico famigliare)
La semplicità di vita, che genera semplicità di gusto, cioè amore per ciò che è dolce e nobile, è fra tutte le cose la più necessaria per far nascere quell'arte nuova e migliore alla quale aspiriamo: semplicità ovunque, nel palazzo come nel cottage. E ancor più necessari sono ovunque la pulizia e la decenza, nel cottage come nel palazzo; la loro mancanza è infatti un serio aspetto del costume che dovremmo correggere, e assieme a essa tutte le disuguaglianze che esistono nel modo di vivere e il plurisecolare accumularsi dell'incuria e del disordine che ne sono la causa. Ma finora sono ben pochi coloro che hanno cominciato a pensare a un rimedio di portata generale. E non sembra esservi nessuno che tenga conto neppure dell'aspetto più particolare della questione, quel deturpamento delle nostre grandi città provocato da tutto ciò che il commercio si porta dietro, o che cerchi di tenere a freno il loro spaventoso squallore.
William Morris (Opere)
Finché l’umanità continuerà a brancolare nella sua nebbia millenaria di superstizioni e di venerande sentenze, finché sarà troppo ignorante per sviluppare le sue proprie energie, non sarà nemmeno capace di sviluppare le energie della natura che le vengono svelate. Che scopo si prefigge il vostro lavoro? Io credo che la scienza possa proporsi altro scopo che quello di alleviare la fatica dell’esistenza umana. Se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, ed ogni nuova macchina non sarà fonte che di nuovi triboli per l’uomo. E quando, coll’andar del tempo, avrete scoperto tutto lo scopribile, il vostro progresso non sarà che un progressivo allontanamento dall’umanità. Tra voi e l’umanità può scavarsi un abisso così grande, che ad ogni vostro eureka rischierebbe di rispondere un grido di dolore universale…
Bertolt Brecht (Galileo)
Oggi, il dolore, la curiosità, l’eccitazione per una persona nuova, la promessa di una gioia immensa a portata di mano, il goffo tentativo di sondare chi potrei fraintendere ma che non voglio perdere e di cui ogni volta devo prevedere le mosse, l’astuzia disperata che uso con chiunque desidero e voglio mi desideri, le barriere che innalzo come se tra me e il mondo ci fossero non uno, ma molti strati di porte scorrevoli in carta di riso, l’urgenza di criptare e decriptare ciò che, in realtà, non è mai stato codificato… tutto questo iniziò l’estate in cui Oliver venne a casa nostra. È inciso in ogni canzone che spopolava allora, in ogni romanzo che ho letto durante e dopo il suo soggiorno, in ogni cosa, dal profumo del rosmarino nelle giornate calde al frinire concitato delle cicale di pomeriggio: odori e suoni, in mezzo ai quali ero cresciuto e con cui fino ad allora avevo convissuto ogni anno della mia vita ma che poi d’un tratto riscoprivo eccitanti, arricchiti di una sfumatura particolare, per sempre colorata da ciò che accadde quell’estate.
André Aciman (Call Me By Your Name (Call Me By Your Name, #1))
Ticchettio d'ingranaggi. Rumore di pistoni. Sbuffi di vapore. Boyle. Rufus Leddy Boyle, lo scienziato pazzo. Henry sentì crescere dentro di sé la paura, come albume d'uovo montato a neve. In che mani era finito? Tentò ancora di muoversi, ma invano. L'ombra dell'uomo che aveva appena parlato gli coprì il viso. «So che potete sentirmi, lord Demison. Sono il colonnello Comask». Pausa. Anche l'uomo chiamato “dottor Boyle” entrò nel campo visivo di Henry. Poi il colonnello proseguì: «Avete servito egregiamente la corona, ma date le circostanze, credo che sia opportuno congedarvi. Non c'è urgenza di recuperare i documenti. E, almeno per il momento, la vostra missione è compiuta». Fece un saluto militare. «Ci rivedremo a Londra». Salutò il dottore e se ne andò. Henry era ancora impossibilitato a muoversi. Vide il dottor Boyle farsi più vicino e togliersi gli occhialini di protezione. Gli lesse negli occhi una strana mescolanza di orgoglio e compassione. «Bentornato tra i civili, lord Demison», disse l'uomo con insolita dolcezza. «E benvenuto nella vostra nuova vita».
Monica Serra (Evaporismi)
Osmond aveva l’attaccamento della conoscenza vecchia, e Isabel lo stimolo di quella nuova, che sembrava assicurarle un avvenire in cui la percezione della bellezza avrebbe raggiunto un livello assai alto. Il desiderio di spazi interminati era stato sostituito nella sua anima dal senso che la vita è vuota se non si ha qualche obbligo personale che possa far convergere le energie in un punto solo. Aveva detto a Ralph di aver «visto la vita» per un anno o due, e di essere stanca ormai, non dell’azione di vivere, ma di quella di stare a guardare. Che ne era stato di tutti i suoi ardori, delle sue aspirazioni, delle sue teorie, dell’alta stima che faceva della propria indipendenza e della sua incipiente certezza di non sposarsi mai? Queste cose erano state assorbite in una più primitiva esigenza, una esigenza che a soddisfarla spazzava via innumerevoli questioni, e tuttavia appagava infiniti desideri. Essa semplificava la situazione di colpo, cadeva dall’alto come la luce delle stelle, e non aveva bisogno di spiegazione alcuna. C’era una spiegazione sufficiente nel fatto che egli era l’innamorato suo, proprio suo, e che lei avrebbe potuto essergli utile. Poteva arrendersi a lui con una specie di umiltà, poteva sposarlo con una specie di orgoglio; non prendeva soltanto, donava anche.
Henry James (The Portrait of a Lady)
Intanto il compito di tutti coloro che considerano le arti con serietà è semplicemente quello di fare del loro meglio per salvare il mondo da quella che nel migliore dei casi sarà una perdita, risultante dall'ignoranza e dalla sconsideratezza: impedire il più scoraggiante fra tutti i mutamenti, quello che a una brutalità estinta ne sostituisce un'altra; anzi, anche se coloro che hanno veramente a cuore le arti sono così deboli e pochi da non poter fare nient'altro, il loro ufficio può esser quello di mantenere viva una traccia di tradizione, di memoria del passato, in modo tale che quando la nuova vita giungerà possa non disperdersi più di tanto nel conferire forme del tutto nuove al proprio spirito. Dove si volgeranno allora per chiedere aiuto, coloro che ben comprendono quale vantaggio una grande arte possa apportare al mondo, e quali danni alla pace e al quieto vivere derivino da una sua assenza? Penso che essi dovranno cominciare col riconoscere che l'arte antica – l'arte dell'intelligenza inconscia, come la si dovrebbe chiamare, che cominciò in una data imprecisata, remota almeno quanto lo sono quegli strani e magistrali graffiti sulle ossa di mammut e oggetti di tal genere ritrovati or è poco nelle stratificazioni del terreno – che quest'arte dell'intelligenza inconscia è definitivamente scomparsa.
William Morris (Opere)
L’educazione dovrebbe essere proprio questo: il principale strumento a nostra disposizione non per radicarci nelle nostre convinzioni, bensì per mettere in discussione ciò che pensiamo di sapere. Dovrebbero educarci a smettere di credere solo in ciò che pensiamo. Un principio cruciale della nostra vita è l’essere consci della complessità insita nel tentativo di comprendere l’altro. Quando non comprendiamo l’altro, spesso è perché l’abbiamo ridotto al più detestabile aspetto della sua persona. Dovremmo invece guardarlo nella bellezza della sua complessità e nella molteplicità delle sue manifestazioni. Dovremmo venire educati alla sensibilità, che è quella qualità che ci consente di entrare in relazione con l’altro riconoscendolo come un altro me stesso, anziché essere distorti dall’intolleranza che ci induce e vedere in lui la diversità. È proprio la complessità del nostro Mondo Ordinario, dilaniato da tensioni sociali e crisi economico-valoriali, ci richiede di manifestare questa nuova abilità ora. Dobbiamo esprimere un più alto livello di ascolto e maturare nuove comprensioni, sapendo riconoscere tutta la ricchezza che c’è nella diversità. O noi impariamo a convivere nella differenza, ma senza indifferenza, o diventeremo dei barbari. Ogni persona che incontriamo sta forse combattendo una battaglia di cui non sappiamo niente. Dovremmo solo per questo essere gentili, sempre
Oscar Di Montigny (Il tempo dei nuovi eroi)
L'artista è colui che crea cose belle. Lo scopo dell'arte è rivelare l'arte e nascondere l'artista. Il critico è colui che può tradurre in un modo diverso o in un materiale nuovo l'impressione che le cose belle suscitano in lui. La più alta e la più bassa modalità di critica sono entrambe una forma di autobiografia. Quelli che nelle cose belle trovano significati brutti sono corrotti e niente affatto attraenti: questa è una colpa. Quelli che nelle cose belle trovano significati belli sono persone colte: per loro c'è speranza. Gli eletti sono quelli per i quali le cose belle significano soltanto bellezza. [...] la moralità dell'arte sta nell'utilizzo perfetto di un mezzo imperfetto. Nessun artista vuole dimostrare qualcosa. Anche le cose vere possono essere dimostrate. [...] L'artista può esprimere tutto. Il pensiero e il linguaggio sono per l'artista gli strumenti di un'arte. Il vizio e la virtù sono per l'artista materiali di un'arte. [...] Tutta l'arte è insieme superficie e simbolo. [...] In realtà è lo spettatore, non la vita, ciò che l'arte rispecchia. La divergenza di opinioni a proposito di un'opera d'arte dimostra che l'opera è nuova, complessa e vitale. Quando i critici sono discordi e danno giudizi anche molto diversi su un'opera, l'artista è d'accordo con se stesso. Un uomo può essere perdonato per aver fatto una cosa utile, a patto che non la ammiri. L'unica scusa per chi fa una cosa inutile è che egli la ammiri intensamente. Tutta l'arte è perfettamente inutile.
Oscar Wilde (The Picture of Dorian Gray)
Sembra che nel libro “La mia religione”, Tolstoj insinui che si sarà accanto ad una violenta rivoluzione una rivoluzione intima e segreta nell'intimo delle persone, da cui verrà fuori una nuova religione o piuttosto qualcosa di completamente nuovo che non avrà un nome definito e pure avrà lo stesso effetto, di consolare e di rendere la vita possibile, il che spettava in altri tempi alla religione cristiana. [...] Come ci si arriverà? Sarebbe straordinario poterlo già predire; ma è certo preferibile avere simili intuizioni che vedere nell'avvenire nient'altro che catastrofi; anche se queste, tuttavia, potranno abbattersi come terribili fulmini sul mondo moderno e sulla civiltà, traverso una rivoluzione, una guerra o la bancarotta degli stati in disfacimento. Se studiamo l'arte giapponese, ci troviamo di fronte a persone incontestabilmente sagge, amanti della filosofia e intelligenti, le quali trascorrono il loro tempo non a calcolare la distanza dalla terra alla luna, né a definire la politica di Bismark, ma a compiere studi su di un sol filo di erba. Ma questo filo di erba li porta poi a disegnare tutte le piante e quindi le stagioni, le grandi linee del paesaggio, gli animali e infine la figura umana. Così trascorre la sua vita l'artista giapponese e la vita gli sembra troppo breve per riuscire a fare tutto. Quel che ci insegnano questi giapponesi tanto semplici e che vivono nella natura come se essi fossero dei fiori, ha molto di una vera religione. E non si potrebbe, mi sembra, studiare l'arte giapponese senza diventare molto più gai e più felici. Occorre rifarci alla natura a dispetto della nostra educazione e del nostro lavoro impostato in un mondo di convenzioni.
Vincent van Gogh (Dear Theo)
Così Stefano aveva continuato col suo lavoro senza difendere l’onore della sua promessa sposa, Lila aveva continuato con la sua vita di fidanzata senza ricorrere al trincetto o ad altro, i Solara avevano continuato a diffondere oscenità. La lasciai, ero stupefatta. Cosa stava accadendo? Non capivo. Mi sembrava più chiaro il comportamento dei Solara, mi sembrava coerente con il mondo che conoscevamo fin da bambini. Lei e Stefano invece cosa avevano in mente, dove pensavano di vivere? Si comportavano in un modo che non si trovava nemmeno nei poemi che studiavo a scuola, nei romanzi che leggevo. Ero perplessa. Non reagivano alle offese, anche a quella veramente insopportabile che gli stavano facendo i Solara. Sfoggiavano gentilezza e cortesia con tutti, come se fossero John e Jacqueline Kennedy in visita a un quartiere di pezzenti. Quando uscivano a passeggio insieme, con lui che le teneva un braccio intorno alle spalle, sembrava che nessuna delle vecchie regole valesse per loro: ridevano, scherzavano, si stringevano, si baciavano sulle labbra. Li vedevo sfrecciare nella decappottabile, da soli anche la sera, sempre vestiti come attori del cinema, e pensavo: se ne vanno chissà dove senza sorveglianza, e non di nascosto ma col consenso dei genitori, col consenso di Rino, a fare le cose loro senza dar peso a ciò che dice la gente. Era Lila a piegare Stefano a quei comportamenti che ne stavano facendo la coppia più ammirata e più chiacchierata del rione? Era quella l’ultima novità che s’era inventata? Voleva uscire dal rione restando nel rione? Voleva trascinarci fuori da noi stessi, strapparci la vecchia pelle e imporcene una nuova, adeguata a quella che si stava fabbricando lei?
Elena Ferrante (My Brilliant Friend (Neapolitan Novels, #1))
L'amore è un gioco serissimo. Per questo, nei momenti di serio pericolo scompare. Non esiste essere più felice di chi ha l'agio di giocare con l'amore. L'amore è serio. E, poiché è serio, è profondo, E, allo stesso tempo, l'amore è un gioco. E, poiché è un gioco è superficiale. Quello che è profondo e, allo stesso tempo, superficiale, sono le alghe del fondo degli oceani e l'amore dei ragazzi. [...] L'amore è illusione. Ma è anche illuminazione. L'amore assorbe dentro di sé tutte le cose dell'universo e dà subito loro una nuova vita. Per questo è illusione. Quando si guarda con gli occhi dell'amore, tutto ciò che esiste è, senza eccezione, oro. l'universo riflesso nel cuore innamorato è un universo di profonda benevolenza. Per questo l'amore è illuminazione. Ma coloro che respirano l'aria dell'amore, non conoscono né illusione né l'illuminazione: semplicemente attraggono una persona e ne sono attratti. La natura aborrisce il vuoto, l'amore odia la solitudine. [...] L'amore prova una profonda compassione per sé stesso. Ma, dal momento che è troppo profonda, solo nel caso in cui il soggetto che ama senta il proprio piacere appagato, egli riuscirà ad andare oltre sé stesso, riuscendo a provare più compassione del normale anche per gli altri. E proprio perché è troppo profonda, quando l'amore dovesse finire, egli andrebbe oltre sé stesso, riversando sugli altri un odio superiore al normale. Le persone che hanno successo in amore si considerano sempre buoni. E anche colore che falliscono in amore, si considerano buoni. Indipendentemente dal successo o dal fallimento di un rapporto, l'amore non cambia: giudica qualsiasi cosa solo in base ai propri parametri. Un amore vittorioso è un cavallo che traina un carro carico di compassione. Un amore sconfitto è un cavallo che traina un carro carico d'odio. L'amore è quanto di più egoista possa esistere.
Natsume Sōseki (Nowaki)
Ti scrivo mentre tu sei da qualche parte a comprare la Coca-Cola. È la prima volta in vita mia che scrivo una lettera a qualcuno seduto accanto a me su una panchina. Ma se non facessi così dubito che riuscirei a farti arrivare quello che ti voglio dire. Perché tu non ascolti niente di quello che dico, prova a dire che non è vero. “Se può interessarti, oggi tu hai fatto una cosa molto grave nei miei confronti. Non ti sei neanche accorto che ho cambiato pettinatura. Piano piano, con sacrificio, avevo aspettato che mi crescessero i capelli e lo scorso week-end finalmente mi sono fatta fare un taglio femminile. Ma tu non ci hai fatto neanche caso. Ero così sicura di essere carina nella mia nuova pettinatura che non vedevo l'ora di farti una sorpresa, tanto più che era la prima volta che ci vedevamo da tanto tempo. E tu non te ne sei nemmeno accorto! Ti rendi conto di che vuoi dire? Figuriamoci, se è per questo probabilmente non sapresti dire neanche com'ero vestita. Ma guarda che io sono una donna. Per quanti pensieri tu possa avere, potresti almeno degnarmi di uno sguardo. Sarebbe bastato poco. Se solo mi avessi detto, non dico tanto, qualcosa tipo “Carina, questa pettinatura‟, ti avrei lasciato fare come volevi, immergerti nei tuoi pensieri quanto volevi. “Perciò sto per dirti una bugia. Ti dirò che ho un appuntamento a Ginza con mia sorella. Non è vero. Pensando di restare stanotte a dormire da te mi ero portata perfino il pigiama. Sì, se lo vuoi sapere nella mia borsa ci sono pigiama e spazzolino da denti. Mi viene da ridere, se penso a quanto sono cretina. A te l'idea di invitarmi a casa tua non ti ha sfiorato nemmeno. Ma non importa. Visto che ci tieni tanto a startene da solo fregandotene altamente di me, rimani pure da solo e pensa a tutti i tuoi problemi quanto vuoi senza nessuna interferenza da parte mia. “Il guaio è che non riesco nemmeno ad avercela con te. Mi sento soprattutto sola. In fondo sei sempre stato gentile con me mentre io per te non ho fatto niente. Tu sei sempre chiuso nel tuo mondo e ogni volta che io provo a bussare e a chiamarti tu mi lanci al massimo un'occhiata e subito ti richiudi in te stesso. “Eccoti che torni con la Coca-Cola. Vieni verso di me tutto sprofondato nei tuoi pensieri. Quanto vorrei che inciampassi! Ma non inciampi, ti siedi accanto a me come prima e bevi la tua Coca. Avevo un residuo di speranza che tornando notassi qualcosa e dicessi: “Di' un po‟, ma hai cambiato pettinatura?‟ Invece niente. Se te ne fossi accorto anche in ritardo avrei strappato questa lettera e ti avrei detto: “Dai, andiamo a casa tua. Ti cucinerò una cena favolosa e poi andremo a letto felici e contenti‟. Ma tu sei ottuso come un pezzo di legno. Sayonara. P.S. La prossima volta che ci vediamo a lezione evita di rivolgermi la parola.
Haruki Murakami (Norwegian Wood)
«Come stai?» «Bene.» Ma lui lo sapeva che replicare bene non significava nulla, che bene non è mai bene e basta, che bene è il risultato di un mo-mento e, ancora più spesso, la menzogna di una vita. Suggerita da Regin La Radiosa O'Polke
Dilhani Heemba (Bruci il mare (Nuova Terra, #2.5))
Si tratta di pensare in maniera diversa l'esistenza concreta della specie. Non che il tempo passa e noi invecchiamo: noi siamo protagonisti del nostro tempo e costruiamo la nostra vita, giorno per giorno, settimana per settimana, mese per mese, anno per anno, idea per idea, sentimento per sentimento, apprendimento per apprendimento, riflessione per riflessione, espressione per espressione. Allora abbiamo una visione più chiara: quando parliamo di interrelazione universale (lo ha detto anche Engels cercando di realizzare Hegel) non ci riferiamo a una interrelazione universale fatidica e fatale, tutta negativa, che quindi potrà realizzarsi solo attraverso bagni di sangue. Di vittoria in vittoria nascerà una nuova sconfitta, o di sconfitta in sconfitta cerchiamo la vittoria? Questo è il punto, il punto di partenza. Ecco perché non partiamo dal conflitto, non partiamo dalla negazione e non partiamo dalla negazione della negazione. Può sembrare una sfida eccessiva all'obbrobrio, all'oppressione, alla devastazione del sistema, ma è obbligatorio domandarsi: tutti coloro che sono partiti dal conflitto e lo hanno assolutizzato dove sono arrivati, a che conclusioni sono giunti, che strade ci hanno fornito, che chance ci hanno dato? Ci hanno insegnato molto, ma che obiettivo ci propongono? È possibile vincere continuando a partire dal conflitto? E il conflitto non è forse il terreno a cui l'avversario vuole costringerci, non è forse quello che dobbiamo rifiutare, che dobbiamo cercare di superare da tutti i punti di vista? Per esempio: il conflitto di genere c'è, addirittura abbiamo parlato di uno scontro necessario con il marxismo. Tuttavia questo è il punto di partenza o una conseguenza? Il vero punto di partenza è cercare di ricostruire a un livello più alto, nella logica dell'autosuperamento - che contiene profondamente opposizione, contrarietà, contrapposizione, conflitto, ma tende già a superarli -, l'unità della specie, la sua possibilità di sviluppo a un livello superiore. Su questo si gioca tutto. Cominciamo da un sì o cominciamo sui no? E dove andiamo a finire? Da che punto di vista partiamo e dove arriviamo, dove vogliamo arrivare? Questo è un problema filosoficamente molto profondo. Purtroppo Hegel ha fornito le ragioni maggiori di questa dialettica della negatività che dobbiamo cercare di superare d'entrata. Non è soltanto un desiderio (e se già lo fosse sarebbe una cosa molto grande), ha a che fare con tutto il modo in cui pensiamo alla nostra impresa, alla nostra causa, alla nostra vita.
Dario Renzi (Per una logica affermativa della specie. Corso introduttivo alla logica)
A la vérité, si Dante est imprégné de la pensée arabe (il serait plus exact de dire islamique), ce n’est pas seulement par l’averroïsme mais aussi et surtout par l’ésotérisme çufi, et en particulier par l’enseignement de Ibn Masârra et de Mohyiddîn Ibn Arabî. Les travaux de Miguel Asin Palacios ont montré l’influence indiscutable d’oeuvres comme les Futûhât el-Mekkyiah et le Kitâb el-Isrâ sur la Divine Comédie, la Vita Nuova et le Convito (121). Le mot « imprégné » est juste en ce qu’il sous-entend un partage intellectuel se situant aux sources mêmes de la pensée, et dont l’ésotérisme incontesté des oeuvres respectives suffit à exclure tout caractère extérieur ou « profane ». René Guénon a fait observer combien est significatif à cet égard le silence gardé par Dante sur celui auquel il a emprunté le principal du symbolisme de la Divine Comédie, alors qu’il ne se fait pas faute de nommer dans ses oeuvres nombres d’auteurs exotériques comme Avicenne, Averroès, Alfarabi, Albumazar, Al Fergani, Al-Ghazzâli (ce dernier, bien que Maître çufi, était surtout connu en Occident comme docteur), etc.
Pierre Ponsoye (L'Islam e il Graal)
«Sott'acqua è un'esplosione di vita, come se il mondo fosse rovesciato e ciò che è fuori si fosse trasferito dentro: pesci e coralli che riempiono ogni spazio, come se improvvisamente ti trovassi nel centro di una metropoli sovraffollata. Colori impossibili e suoni che non hai mai sentito prima, perché il mare non è affatto silenzioso come pensi: è vivo» proseguì Diego con entusiasmo. Guardò Alice che lo fissava con l'espressione di una bambina che mentre presta attenzione a una favola non sta realmente ascoltando: vive in quella storia. «Sei sospeso: non avverti più il tuo peso, acquisti una nuova consapevolezza del tuo spazio. L'aria che hai nei polmoni e la dimensione del tuo torace, braccia e gambe si muovono per trovare equilibrio prima di generare movimento». Diego sentì crescere in sé la memoria di quelle sensazioni. «Compare uno squalo o una murena. Ti ricordano che non sei al cinema dove il debole innocente trionfa sul forte e astuto colpevole. Sopravvive il più forte o il più veloce… il più scaltro. Non c'è nulla che ti protegga: c'è il mare, la sua bellezza e il suo pericolo. Sei da solo senti solo... Sei semplicemente libero».
Emilio Alessandro Manzotti (Freccia)
Le città sono come un libro che bisogna leggere per intero, diversamente si rischia di non afferrarne il senso. La periferia, i margini e le zone di nuova espansione: nella mia vita sono andato a finire sempre un po' più in là. In effetti, sono le zone che mi interessano di più. E se è vero, come ribadisco incessantemente, che la città è come un grande corpo dilatato, incommensurabile, per capirci qualcosa bisogna avere pazienza, tenere a bada quel sentimento di conquista, quella vertiginosa sensazione di possesso che un'immagine troppo rapida e furtiva può restituire.
Gabriele Basilico (Architetture, Città, Visioni: Riflessioni Sulla Fotografia)
Bartók példái nem voltak a legjobbak. Liszt művészete tükör előtt betanult művészet volt, mint Wagneré. Az egésznek a zenéhez alig van köze, mert minden azon múlik, hogy miképpen szól. Debussy pálmakert harmóniáival inkább parfüm, mint zene. Végül Sztravinszkij kiokumlált infantilizmusával („az infantilizmus a csőd stílusa") és mal-fait technikájával, amely azzal kápráztat, hogy virtuóz bravúrral a dolgot elrontja (Adorno). Az egész művészet lázadása téves, mert a rebellió, nem a vita nuova jegyében áll. Ezért a modern zene csak bizonyos részében zene, nagyobb részében tiltakozás a korszak ellen. Bartók – a Zenét húros hangszerekre, ütőkre és cselesztára, de még sokkal inkább a Kétzongorás szonátát kivéve – fejét az organizált kriminalizmus ellen való szenvedélyes ellenállásból kiemelni alig tudta. A modern zene számára alig maradt más, mint szorongás és agresszió. Az egyetlen téma Bartóknál is az eredménytelen küzdelem a démonokkal. Hiábavaló, mert a démon csak egy esetben fékezhető meg, ha valaki felismeri és megnevezi. Minden művészetnek saját külön tudása van arról, hogy a sötétség hatalmait miként kötözze meg. Elűzni azokat csak a nyelv tudja.
Béla Hamvas
C’erano ancora parole non dette tra di loro, ma Colin impiegò un paio di secondi per tirarle fuori. «Non riesco a credere di aver trovato qualcuno che mi desideri fino a questo punto. Mi sembra perfetto.» Anche Taron lo baciò, rassicurato che potessero finalmente comunicare senza che ci fossero menzogne tra di loro. Non avrebbe più dovuto sospettare che Colin stesse fingendo, e Colin non avrebbe più dovuto temere per la propria vita. Le cose tra di loro stavano cambiando per prendere una nuova rotta. Taron aveva provato in tutti i modi a evitare un legame così forte con qualcuno, ma, in quel momento, non aveva dubbi che fosse la cosa giusta. Avrebbe fatto in modo che la loro relazione funzionasse, e avrebbe protetto Colin a tutti i costi.
K.A. Merikan (Wrong Way Home)
La mia vita è un gran casino. Il punk, gli amori folli, l'alcol a fiumi, la roba. Non riesco ad uscirne, a liberarmi dei miei demoni interiori, come se il mondo volesse accanirsi su di me. È una scusa, naturalmente, sono soltanto io a farmi del male, ad auto infliggermi nuova sofferenza credendo di uscire dall'incubo di quella precedente.
Alessandro Ebuli (Incastri distanti)