Ti Rap Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Ti Rap. Here they are! All 2 of them:

Mi stai salutando?”. “Sì”. “Dopo mesi di mie lettere dove ho messo a nudo la mia anima la tua risposta si riduce a tre messaggi sul cellulare?”. “Sì”. “Mi sembra un rapporto sbilanciato il nostro”. “Il nostro non è un rapporto”. “E cos'è?”. Non risponde, così digito un altro messaggio. “Vuoi discettare in merito all'etimologia della parola rapporto? perché se vuoi una discussione in merito io ho un sacco di tempo, sono bloccata in questo letto”. “Non voglio una discussione. Però mi fa piacere leggere che utilizzi termini come discettare. Vuol dire che i soldi che impiego per la tua istruzione sono ben spesi”. “Non hai risposto alla mia prima domanda”. “E non intendo farlo. Riposati e guarisci. Attendo il tuo articolo la prossima settimana”. Ma tu pensa questo. Mi sta scaricando. Ma è folle se pensa che lo mollo adesso che ho ottenuto un cenno di riscontro. Anche se devo dire piuttosto scarno. “Posso scriverti su questo numero se ho voglia di parlare con te?”. “No”. “E se io lo facessi lo stesso?”. “Non ti risponderei”. “E cosa c'è di nuovo?”. “Hai intenzione di polemizzare ancora molto?”. “È l'unico modo che ho per avere un po' di attenzione da te”. “Non è vero. E tu lo sai”. “Mesi di lettere e non mi hai mai risposto”. “Le ho lette tutte”. “Ma io non potevo saperlo perché tu non mi hai mai scritto nemmeno una riga. Passi il fatto che non vuoi che ti conosca di persona. Oppure che non vuoi un mio ringraziamento. Ma almeno di conoscere il tuo nome di battesimo me lo potresti concedere”. “Mi hai assegnato tu un nome. Anche se è orribile”. “Non ti piace mister D.?”. “Sembra il nome di un rapper”. “E deduco non ti piaccia nemmeno il rap”. “No”. “Non canti?”. “No”. “Suoni?”. “No”. “Ma allora cosa fai?”. “Di solito lavoro. Quando non ho una ragazzina che mi risucchia in stupide e inutili polemiche via cellulare”. “Vuoi che riprendiamo in un altro momento la nostra importante conversazione?”. “No”. “Mi hai chiamato ragazzina. Deduco che tu sia vecchio e noioso”. “La signora Lippett non mi aveva avvisato che tu fossi una stalker”. “Se lo avesse fatto non si sarebbe mai liberata di me”.
Adele Ross (Un inaspettato benefattore)
Amore ti accade, non sei tu che decidi quando, o di chi. A un certo punto ti ritrovi innamorato e non puoi far altro che constatarlo: è accaduto. Ecco dunque perché Dante dice: Amor prese costui, Amor mi prese. Amore accidit. Amore è un accidens. Dante lo ribadirà nel XVIII del Purgatorio: innamorarsi di Bianca Maria non è né buono né cattivo, né giusto né sbagliato. Accade e basta. Ma non è tutto, questo non è che uno degli aspetti dell’inferno dell’eros. Un altro aspetto terribile d’Amore è contenuto proprio in quel verso misterioso, che nelle serenate rap scriviamo sulle metropolitane: Amor ch’a nullo amato amar perdona, che non significa, come ci dicono da secoli, che ogni amore è necessariamente corrisposto. Cosa significa, allora? Tutto l’arcano di questo verso misterioso è in quel verbo perdonare usato in modo così lontano dal significato moderno. Era un termine tecnico della giurisprudenza in latino, sinonimo dell’attuale condonare. Si condona la pena, si perdona la colpa. Al tempo di Dante si perdonava ancora la pena, e, attraverso l’uso ecclesiastico di abbuonare pene del purgatorio, il senso del verbo stava slittando pian piano verso l’uso corrente. Insomma, proviamo a sostituire il verbo perdonare con condonare, vediamo che succede: “Amore che non condona a nessun amato l’amare”. Ed eccoci all’improvviso di fronte a un Amore giudice, un giudice inflessibile, che non ci condona la pena d’amare chi ci ama. Noi potremo anche non ricambiare l’amore, questo è il punto, ma lui non ce ne esenta. Amore non condona, Amore non fa sconti di pena. Non dice, il verso, che l’amore implica necessariamente la reciprocità, ma che sempre la esige. Nel momento in cui si insedia dentro di noi senza chiederci il permesso e ci impone di amare qualcuno, al tempo stesso non condona l’amare all’amata, e pretende immancabilmente la reciprocità. Insomma, nel momento in cui, senza sapere perché, ci innamoriamo, aspiriamo a essere ricambiati, desideriamo solo che chi amiamo ci riami. Amore è terribile, Amore è scostumato, e questo verso così misterioso è il vero epicentro della tragedia, dell’inferno d’amore. Perché nemmeno Gianciotto può condonare l’amare all’amata. Se è lui l’assassino, si condanna a una pena peggiore. Il suo sarà un inferno di ghiaccio.
Francesco Fioretti (Il romanzo perduto di Dante)