Ti Harris Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Ti Harris. Here they are! All 59 of them:

A black cat crossed my path, and I stopped to dance around it widdershins and to sing the rhyme, Ou va-ti mistigri? Passe sans faire de mai ici.
Joanne Harris (Chocolat (Chocolat, #1))
La vigilia di Natale, Harry andò a letto pregustando le leccornie e i divertimenti dell'indomani, ma senza aspettarsi nessun regalo. Ma al suo risveglio, il mattino seguente di buon'ora, la prima cosa che vide ai piedi del suo letto fu un un mucchio di pacchetti. "Buon natale" gli fece Ron ancora assonnato, mentre Harry si buttava giù dal letto e si infilava la vestaglia. "Anche a te" gli rispose "Ma... Hai visto che roba? Ho ricevuto dei regali!" "E che cosa ti aspettavi, un mazzo di rape?" disse Ron.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Sorcerer's Stone (Harry Potter, #1))
Si tu mamá es una bruja, ¿en qué te convierte eso a ti? ¿En Harry Potter?
Kendare Blake (Anna Dressed in Blood (Anna, #1))
Refuse to give up, your mistakes don't define you They don't dictate where you're headed, they remind you
T.I. Harris
Ma è commovente, Severus» osservò Silente, serio.«Ti sei affezionato al ragazzo, dopotutto?» «A lui?» Urlò Piton «Expecto Patronum!» Dalla punta della sua bacchetta affiorò la cerva d'argento: atterrò sul pavimento dell'ufficio, fece un balzo e si tuffò fuori dalla finestra. Silente la guardò volar via e quando il suo bagliore argenteo svanì si rivolse a Piton, con gli occhi pieni di lacrime. «Dopo tutto questo tempo?» «Sempre» rispose Piton.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Deathly Hallows (Harry Potter, #7))
„Víš, Ingrid, co dělá s mozkem nedostatek spánku?“ „Norský stát ti zaplatil šest let studia, abys to věděl ty, Ståle, takže pokud bych to měla vědět i já, připadalo by mi to jako mrhání státními prostředky.“ Ståle vždycky pociťoval směs podráždění a údivu nad Ingridinou schopností být takhle brzy poránu kognitivně na výši.
Jo Nesbø (Police (Harry Hole, #10))
life is a game of numbers we can't change them you have no patrol over these numbers the only patrol we have is how we follow them you tell wether or not you want to be wat you want.
T.I. Harris
No sabes cuánto has estado corriendo, lo mucho que has estado trabajando y lo agotada que estás, hasta que alguien se para detrás de ti y te dice: "Tranquila, ahora puedes caerte. Yo te sostengo". Así que me caí. Y Harry me sostuvo.
Taylor Jenkins Reid (The Seven Husbands of Evelyn Hugo)
No sabes cuánto has estado corriendo, lo mucho que has estado trabajando y lo agotada que estás, hasta que alguien se para detrás de ti y te dice: «Tranquila, ahora puedes caerte. Yo te sostengo». Así que me caí. Y Harry me sostuvo. You don't realize for how long you've been running, how hard you've been working and how broken you really are, until someone stands behind you and says: "Don't worry, you can rest. I've got you." And so I fell. And Harry caught me.
Taylor Jenkins Reid
No sabes cuánto has estado corriendo, lo mucho que has estado trabajando y lo agotada que estás, hasta que alguien se para detrás de ti y te dice: "Tranquila, ahora puedes caerte. Yo te sostengo." Así que me caí. Y Harry me sostuvo.
Taylor Jenkins Reid (The Seven Husbands of Evelyn Hugo)
E,in zilele noastre un om de afaceri are tensiune cu carul, mai cu seama intr-un comert cu medicamente cu bucata, cind n-ai cum sa stii,dimineata, la deschidere,daca vreun ticnit de hippy n-o sa dea peste tine si n-o sa-ti arda un glont.
Harry Kemelman (Miercuri pe rabin la prins ploaia)
«Lascia perdere, Harry» lo esortò George. «Papà è dovuto andare ad Azkaban una volta, ti ricordi, Fred? E ha detto che è il posto peggiore in cui sia mai stato. È tornato che era tutto un tremito... è come se portassero via la felicità, i Dissennatori. Quasi tutti i prigionieri impazziscono là dentro».
J.K. Rowling (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban (Harry Potter, #3))
Cosa si può fare," disse, "se si dedica la vita a smascherare i criminali, e a poco a poco ci si accorge che i veri criminali sono quelli per cui si lavora? Cosa si può fare quando tutti ti dicono di non preoccuparti perché tanto non ci puoi fare niente ed è successo molto tempo fa?" Adesso Charlie lo guardava in un modo diverso. "Immagino che si perda la ragione." "Oppure può succedere di peggio. La si può trovare.
Robert Harris
-¿Has bebido, Harry? —¿Quieres oírlo? —Tu abuelo bebía. Yo lo quería mucho. Borracho o sobrio. No hay mucha gente que pueda decir lo mismo de un padre borracho. No, no quiero oírlo. —Ya. —Y lo mismo puedo decir de ti. Te quiero. Siempre. Borracho o sobrio. Ni siquiera ha sido difícil. Aunque eras muy combativo. Te enfrentabas a la mayoría, incluido tú mismo. Pero quererte es lo más fácil que he hecho en la vida, Harry.
Jo Nesbø (The Leopard (Harry Hole, #8))
Había una vez, Una vez, cuando fuistes mía. Me acuerdo de cielos, Reflejada en tus ojos. Me pregunto dónde te encuentras? Me pregunto si Piensas en mí? Había una vez En tus sueños más distantes? Por una vez, el mundo era nuevo. Nuestros cuerpos se sentía el rocío de la mañana, Que da la bienvenida al nuevo día. Y no nos podíamos separar. Me pregunto si a ti te importa? Me pregunto si ay aún recuerdo de mi? Había una vez, En tus sueños más distantes? Y cuando suena Enrique... Y cuando las palabras son Conmovido por el dolor... Cuando suena la música, Oigo el sonido. Tuvia que seguirlo, Había una vez. Una vez bajo las estrellas, El universo era de nosotros. El amor era todo lo que yo sabía Y todo lo que sabía eras tu. Me pregunto si usted sabe? Me pregunto si te piensas en eso? Había una vez En tus sueños más distantes? Había una vez En tus sueños más distantes, que te recuerdas de mi?
José N. Harris
Han så noe bevege seg i halvmørket, oppå vasken, et par følehorn som svingte frem og tilbake. En kakerlakk. Den var på størrelse med en tommelfinger og hadde en oransje stripe på ryggen. Han hadde aldri sett en slik før, men det var kanskje ikke så rart – han hadde lest at det fantes over tre tusen forskjellige arter kakerlakker. Han hadde også lest at de gjemmer seg når de føler vibrasjonene av noen som kommer, at for hver kakerlakk du oppdager, er det minst ti som har kommet seg unna. Det betydde at de var overalt. Hvor mye veier en kakerlakk? Ti gram? Hvis det var over hundre av dem gjemt i sprekker og bak bordplater, ville det si at det var over et kilo kakerlakk i rommet. Han grøsset. Det var knapt noen trøst å vite at de var reddere enn ham. Av og til hadde han en følelse av at alkoholen hadde begynt å gjøre mer for ham enn den gjorde mot ham. Han lukket øynene og prøvde å ikke tenke.
Jo Nesbø (Cockroaches (Harry Hole, #2))
«La prima volta che ti ho visto mi ricordavi un po’ me. Niente mamma e papà, e credevi che a Hogwarts non ti ci saresti mica ritrovato, ti ricordi? Non eri sicuro di essere all’altezza... e adesso guardati, Harry! Campione della scuola!» Fissò un attimo Harry e poi disse, in tono molto serio: «Lo sai cosa mi piacerebbe, Harry? Mi piacerebbe se vinci, davvero. Fagli vedere, a quelli, che uno non deve essere purosangue per farcela. Non bisogna vergognarsi di quello che sei. Fagli vedere che è Silente che ha ragione, a prendere tutti, basta che sanno fare le magie.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Goblet of Fire (Harry Potter, #4))
Recuerdo cada varita que he vendido, Harry Potter. Cada una de las varitas. Y resulta que la cola de fénix de donde salió la pluma que está en tu varita dio otra pluma, sólo una más. Y realmente es muy curioso que estuvieras destinado a esa varita, cuando fue su hermana la que te hizo esa cicatriz. Harry tragó, sin poder hablar. —Sí, veintiocho centímetros. Ajá. Realmente curioso cómo suceden estas cosas. La varita escoge al mago, recuérdalo… Creo que debemos esperar grandes cosas de ti, Harry Potter… Después de todo, El-que-no-debe-ser-nombrado hizo grandes cosas… Terribles, sí, pero grandiosas.
J.K. Rowling
Neville abbassò la testa. La professoressa McGonagall lo scrutò attraverso gli occhiali quadrati. «Perché vuoi continuare con Trasfigurazione, comunque? Non ho mai avuto l’impressione che ti piacesse particolarmente». Neville, afflitto, borbottò qualcosa tipo ‘è mia nonna che vuole’. «Bene» sbuffò la professoressa McGonagall. «È venuto il momento che tua nonna impari a essere fiera del nipote che ha, e non di quello che si aspetta... soprattutto dopo quanto è successo al Ministero». Neville arrossì e sbatté le palpebre, confuso: la professoressa McGonagall non gli aveva mai fatto un complimento.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Half-Blood Prince (Harry Potter, #6))
Invidio al tavolo le sue cicatrici, i segni lasciati dalle teglie roventi del pane. Invidio il suo placido senso del tempo e spero un giorno di poter dire: questo l'ho fatto cinque anni fa. Ho fatto questo segno, gli anelli si sono formati per una tazzina di caffè bagnata, questa era una bruciatura di sigaretta, questa una scala di tagli contro la venatura grezza del legno. Qui è dove mio figlio ha inciso le sue iniziali, quando ha compiuto sei anni, questo un punto segreto dietro la gamba del tavolo. Questo l'ho fatto in una giornata calda sette estati fa, con il coltello da carne. Ti ricordi? Ti ricordi l'estate che il fiume è rimasto a secco? Ti ricordi? Invidio al tavolo il suo placido senso d'appartenenza. Come di chi è stato in un posto tanto a lungo, da farne parte.
Joanne Harris (Chocolat (Chocolat, #1))
Mi aspettavo che la solita ondata di ripugnanza per me stesso mi assalisse da un momento all'altro: tutta la mia libidine era spenta e non mi trastullavo mai con le puttane dopo averle usate... capitava di rado che volessi rivederle di nuovo. Ma questa era diversa. Per la prima volta in vita mia, provavo tenerezza per una donna, per questa ragazza, qualcosa che non avevo provato neppure con Effie. Soprattutto non con Effie. Qualcosa dentro di me voleva assaggiarla, conoscerla: come se l'atto in sé che avevamo compiuto non fosse stato nulla... niente era stato rivelato, niente si era guastato. Mi resi conto con improvvisa, esilarante chiarezza che questo era il Mistero. Questa ragazza, questa tenerezza. [...] Le toccai il collo, il braccio, la curva tesa della coscia. "Marta..." [...] "Marta." "Si?" "Ti amo." Nel buio, il suo bacio fu dolce.
Joanne Harris (Sleep, Pale Sister)
Quero hoje dizer-te uma coisa, algo que já sei há bastante tempo, e que também tu já sabes, mas talvez ainda não o tenhas dito a ti mesmo. Dir-te-ei agora aquilo que sei a respeito de mim, de ti e do nosso destino. Tu, Harry, foste um artista e um pensador, uma pessoa repleta de alegria e fé, sempre no encalço do grandioso e do eterno, nunca satisfeito com o formoso e o pequeno. Porém, quanto mais a vida te fez despertar e te devolveu a ti mesmo, tanto maior se tornou a tua miséria, mais profundamente te viste mergulhado no sofrimento, na inquietação e no desespero, até ao pescoço, e tudo aquilo que outrora consideraste, amaste e veneraste como belo e sagrado, toda a fé que em tempos tiveste nos seres humanos e no nosso elevado destino foi incapaz de te ajudar, tornou-se inútil e estilhaçou-se. A tua fé deixou de conseguir ter ar para respirar. E a asfixia é uma dura forma de morrer. Não é assim, Harry? É esse o teu destino?
Hermann Hesse (Steppenwolf)
Sto leggendo questo libro e volevo condividere questa citazione con te. "«Non capisco... che cosa è successo?» chiese Harry, asciugandosi il sudore. «Be’... quella cosa... il Dissennatore... era lì in piedi che si guardava intorno... cioè, credo, non l’ho visto in faccia, e tu... tu...» «Credevo che ti prendesse un colpo» disse Ron, ancora spaventato. «Sei diventato tutto rigido e sei caduto dal sedile e hai cominciato a muoverti strano...» «E il professor Lupin ti ha scavalcato, è andato verso il Dissennatore, ha tirato fuori la bacchetta» disse Hermione, «e poi ha detto: ‘Nessuno di noi tiene nascosto Sirius Black sotto il mantello. Vai via’. Ma il Dissennatore non si è mosso, e così Lupin ha mormorato qualcosa e dalla sua bacchetta è uscita una cosa d’argento diretta contro quell’essere, e poi è volata via...» «È stato orribile» esclamò Neville con voce più alta del solito. «Hai sentito che freddo quando è entrato?» «Io mi sentivo strano» disse Ron stringendosi nelle spalle. «Come se non potessi mai più essere felice...» Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, J.K. Rowling
J.K. Rowling (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban (Harry Potter, #3))
«Ho qualcosa da discutere con voi due» disse Hagrid, sedendosi tra loro con aria insolitamente seria. «Cosa?» chiese Harry. «Hermione» disse Hagrid. «Perché?» disse Ron. «Perché non sta bene, ecco perché. È venuta qui a trovarmi tante volte da Natale. Si sente sola. Prima non ci parlavate, con lei, per via della Firebolt, adesso non ci parlate perché il suo gatto...» «...ha mangiato Crosta!» lo interruppe Ron furioso. «Perché il suo gatto ha fatto come fanno tutti i gatti» continuò Hagrid ostinato. «Ha pianto tante volte, sapete. È un brutto momento per lei. Troppi impegni, se volete saperlo, con tutto il lavoro che sta cercando di fare. Ma ha trovato lo stesso il tempo di aiutarmi con il caso di Fierobecco, sapete... ha trovato della roba davvero buona... credo che lui ha qualche possibilità adesso...» «Hagrid, avremmo dovuto aiutarti anche noi... scusa...» esordì Harry imbarazzato. «Non ti rimprovero mica!» disse Hagrid, respingendo le scuse di Harry. «Con tutto quello che c’hai avuto per la testa, ti ho visto che ti allenavi a Quidditch a tutte le ore del giorno e della notte... ma ve lo devo dire, credevo che a voi due vi importava di più della vostra amica che di una scopa o di un topo. Ecco». Harry e Ron si guardarono, entrambi a disagio. «Era davvero sconvolta, poverina, quando Black ti ha aggredito, Ron. Lei sì che ha il cuore al posto giusto, lei, e voi due che non ci parlate nemmeno...» «Se solo si sbarazzasse di quel gatto, io le parlerei ancora!» disse Ron arrabbiato, «ma lo difende sempre! È un criminale, e lei non vuole nemmeno sentirselo dire!» «Ah, be’, la gente a volte è un po’ stupida quando ci parli dei suoi animali» disse Hagrid saggiamente. Alle sue spalle, Fierobecco sputò qualche osso di furetto sul cuscino.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban (Harry Potter, #3))
Hedwig bajó revoloteando, se le posó en el hombro y alargó una pata. —No te puedo enviar a ti —le explicó Harry, buscando entre las lechuzas del colegio—. Tengo que utilizar una de éstas. Hedwig ululó muy fuerte y echó a volar tan repentinamente que las garras le hicieron un rasguño en el hombro. No dejó de darle la espalda mientras Harry le ataba la carta a una lechuza grande. Cuando ésta partió, Harry se acercó a Hedwig para acariciarla, pero ella chasqueó el pico con furia y revoloteó hacia el techo, donde Harry no podía alcanzarla. —Primero Ron y ahora tú —le dijo enfadado—. Y yo no tengo la culpa.
Anonymous
Para ti Hogwarts es el mejor sitio del mundo, traumatizado por su primo salvado por Hogwarts me lo se de memoria papá.... El pobre huerfano que nos salvó a todos. Así que en nombre de la comunidad mágica declaro lo agradecidos que estamos por tu heroísmo
Jack Thorne (Harry Potter and the Cursed Child: Parts One and Two (Harry Potter, #8))
«Ehilà, reginetta di bellezza, sei pronta?» la voce di Rhage lo raggiunse in bagno. «O hai in mente di depilarti le sopracciglia?» Qhuinn diede una rapida controllata alle basette con la mano. A posto. «Vaffanculo, Hollywood», strillò al di sopra del getto d'acqua. Chiuse il rubinetto e uscì dalla doccia, asciugandosi mentre tornava in camera da letto. Ritto accanto a un Tohr tutto sorridente, Rhage teneva le braccia dietro la schiena. «Bel modo di parlare al tuo cazzo di stilista.» Qhuinn li guardò torvo. «Se lì dietro avete un tessuto hawaiano vi uccido.» Rhage guardò Tohr, sogghignando. Quando l'altro fratello annuì, Hollywood tirò fuori quello che nascondeva dietro il corpo mastodontico. Qhuinn rimase impietrito. «Un momento… quello è uno…» «Smoking, credo che si chiami così», lo interruppe Rhage. «S–M–O–K–I–N–G.» «È della tua taglia», disse Tohr. «E Butch dice che lo stilista è il migliore su piazza.» «Ha lo stesso nome di un'automobile», bofonchiò Rhage. «Non ci si crede… uno tutto pieno di sé, con la puzza sotto il naso…» «Ehi, avete visto anche voi Honey Boo Boo?» chiese Lassiter, piombando nella stanza. «Woooow, bello smoking…» «Solo perché insisti ad accendere la tele su quell'orrore di reality nella sala del biliardo.» Hollywood si voltò proprio mentre V entrava dietro l'angelo. «Qhuinn non sapeva nemmeno cos'era, Vishous.» «Lo smoking?» V si accese una delle sue sigarette rollate a mano. «Per forza. È un vero maschio.» «Allora vuol dire che Butch è una ragazza», fece notare Rhage. «Perché l'ha comprato lui.» «Ehi, quanta gente, siamo già nel pieno della festa», esclamò Trez, sopraggiungendo insieme ad iAm. «Oh, bello smoking. Non è un Tom Ford?» «Non era un Dick Chrysler?», scherzò Rhage. «O un Harry GM… no, aspetta, questa suona come una battutaccia…» «Meglio che ti vesti, Raperonzolo.» V controllò l'orologio. «Non abbiamo molto tempo.» «Questo sì che è un signor smoking», sentenziò Phury, spalancando la porta insieme a Z. «Ne ho uno identico.» «Fritz ha già acceso le candele», annunciò Rehv alle spalle dei gemelli. «Ehi, bello smoking. Ne ho uno identico.» «Anch'io», ribadì Phury. «Il taglio è fantastico, vero?» «Le spalle, giusto? Tom Ford è il migliore…» Un pandemonio. Totale. Assoluto. Osservando la scena, con tutti quei vampiri che parlavano uno sopra l'altro, dandosi il cinque e scambiandosi pacche sul sedere, Qhuinn rimase per un attimo senza fiato. Poi abbassò gli occhi sull'anello che gli aveva regalato Blay. Avere una famiglia era… proprio, incredibilmente meraviglioso. «Grazie», disse piano. Tutti si bloccarono di colpo, voltandosi verso di lui e guardandolo, immobili, in perfetto silenzio. Fu Z a prendere la parola, con gli occhi gialli che brillavano. «Mettiti il vestito della festa. Ci vediamo giù di sotto, playboy.» Le pacche sulle spalle si sprecarono via via che tutti, uscendo, lo salutavano. Poi Qhuinn rimase da solo con il suo smoking. «Coraggio, diamoci una mossa», disse all'abito.
J.R. Ward (Lover at Last (Black Dagger Brotherhood, #11))
¡Dios mío! ¿Es Harry Potter? Encantado de conocerte. Ron nos ha hablado mucho de ti...
J.K. Rowling
Quella era una fine d’anno speciale, dopotutto, e le speranze e i timori per il futuro di ognuno sembravano affiorare in quei pochi minuti che precedevano l’arrivo del nuovo secolo. Tenendosi per mano, gli ospiti si disposero a cerchio, pronti a intonare le dolci note di Auld Lang Syne, I bei tempi andati, come voleva un’antica tradizione britannica diffusasi anche nel Nuovo Mondo. Le spalle all’ingresso del salone, come gli altri emozionata e incerta per il domani, Camille prese posto tra i Campbell. «Sarà un fantastico secolo il 1900, Camille, e tu lo percorrerai a testa alta, mia cara» le disse Agnes sorridendole. «Due minuti, signori, due minuti!» urlò il giudice Harris. Le voci si alzarono festose, per poi morire di nuovo. Il grande cerchio era ora immobile, in silenziosa attesa. Anche i camerieri avevano interrotto il loro lavoro e l’orchestra taceva. «Trenta secondi al nuovo secolo!» «Venti secondi!» Camille all’improvviso sentì la testa girarle e il cuore battere impetuoso contro il petto: Mr Campbell, alla sua destra, aveva lasciato che un’altra mano, più forte e più grande, stringesse la sua. Non capiva di chi fosse quella mano, perché Agnes sorridesse, perché tutti, in quel cerchio festoso, la guardassero. O meglio, lo capiva perfettamente ma temeva che se si fosse girata, se avesse guardato l’uomo che aveva preso il posto di Mr Campbell nel cerchio, quel sogno si sarebbe interrotto. «Cinque secondi al nuovo secolo!» sentenziò il giudice Harris. «Quattro, tre, due, uno! Buon anno!» esclamarono tutti, all’unisono. L’orchestra intonò le prime battute di Auld Lang Syne e gli ospiti incominciarono a cantare. Camille si girò con lentezza infinita verso l’uomo che stringeva con forza e dolcezza e speranza la sua mano. L’uomo che la stava guardando sorridente, felice come un ragazzino. Era fradicio e aveva gli occhi lucidi. E cantava. Camille non disse nulla e si unì al coro, mentre lacrime di gioia le scivolavano sul viso. *** Quando la musica terminò il cerchio non si ruppe subito. Tutti rimasero immobili a osservare la scena che si svolgeva davanti a loro. Frank Raleigh, il solito anticonformista, gocciolante e vestito come un mandriano, se ne stava in ginocchio davanti a Miss Brontee con in mano un solitario dalle notevoli dimensioni. Nessuno ebbe dubbi su cosa le stesse chiedendo. Miss Brontee lo fissava a bocca aperta, gli occhi tondi di sorpresa, il petto che si alzava e si abbassava troppo in fretta, il volto pallido. «Allora, Miss Brontee, dite di sì a quel poveretto prima che si prenda una polmonite!» esclamò burbera un’anziana signora, rompendo la tensione di quel momento. Tutti scoppiarono a ridere. «Sì, Miss Brontee, ditegli di sì. Almeno metterà la testa a posto!» «Ti prego, Camille, dimmi di sì» implorò Frank in un sussurro. Camille deglutì, si guardò intorno come per chiedere consiglio ai presenti, incontrò lo sguardo di Agnes e di Mr Campbell, che insieme assentirono. Poi guardò Raleigh e semplicemente rispose: «Sì!» La sala esplose in una girandola di congratulazioni, poi altro champagne fu stappato e i brindisi al nuovo secolo e ai promessi sposi si rincorsero. Mr Raleigh, indifferente al centinaio di persone che li stava fissando, si era intanto rialzato e tenendo Miss Brontee stretta tra le braccia le mormorava parole che tutti i presenti avrebbero voluto udire ma che giunsero solo al cuore di Camille.
Viviana Giorgi (Un amore di fine secolo)
A me sembri in perfetta salute, Potter, quindi mi scuserai se non ti dispenso dai compiti oggi. Ti assicuro che se dovessi morire non sei tenuto a consegnarli.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban (Harry Potter, #3))
Tu padre vive en ti, Harry, y se manifiesta más claramente cuando lo necesitas.
J.K. Rowling (Harry Potter y el prisionero de Azkaban (Spanish Edition))
Piton scrutò per un attimo Silente, e incisi nei suoi duri linamenti c'erano disgusto e odio. «Severus... ti prego...» Piton levò la bacchetta e la puntò contro Silente. «Avada Kedavra!»
J.K. Rowling (Harry Potter and the Half-Blood Prince (Harry Potter, #6))
Sono Remus John Lupin, lupo mannaro, noto anche come Lunastorta, uno dei quattro creatori della Mappa del Malandrino, marito di Ninfadora, detta Tonks, e ti ho insegnato come evocare un Patronus, Harry, che ha la forma di un cervo,
J.K. Rowling (Harry Potter and the Deathly Hallows (Harry Potter, #7))
Creo que debemos esperar grandes cosas de ti, Harry Potter... Después de todo. El-que-no-debe-ser-nombrado hizo grandes cosas... Terribles, sí, pero grandiosas.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Sorcerer's Stone (Harry Potter, #1))
«Severus Piton, professore di questa scuola, ti ordina di rivelare le informazioni che nascondi!» disse Piton, e colpi di nuovo la mappa con la bacchetta. Come se una mano invisibile vi scrivesse, alcune parole apparvero sulla liscia superficie della mappa: «Il signor Lunastorta porge i suoi ossequi al professor Piton e lo prega di tenere il suo naso mostruosamente lungo lontano dagli affari altrui». Piton s'irrigidì. Harry fissò il messaggio, ammutolito. Ma la mappa non si fermò lì. Sotto la prima frase ne apparve un'altra: «Il signor Ramoso è d'accordo con il signor Lunastorta, e ci tiene ad aggiungere che il professor Piton è un brutto idiota». Sarebbe stato molto divertente se la situazione non fosse stata cosi seria. E c'era dell'altro… «Il signor Felpato vorrebbe sottolineare il suo stupore per il fatto che un tale imbecille sia diventato professore». Harry chiuse gli occhi orripilato. Quando li riaprì, la mappa concluse: «Il signor Codaliscia augura buona giornata al professor Piton, e gli dà un consiglio: lavati i capelli, sporcaccione».
J.K. Rowling (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban Ravenclaw Edition)
«Potter non ha la minima possbilità di diventare Auror!». Anche la professoressa McGranitt si alzò, e nel suo caso l'effetto fu molto più impressionante: torreggiava sopra la professoressa Umbridge. «Potter» annunciò in tono squillante, «ti aiuterò a diventare Auror, fosse l'ultima cosa che faccio! Dovessi addestrarti di notte, mi assicurerò che tu raggiunga i voti richiesti!»
J.K. Rowling (Harry Potter and the Order of the Phoenix (Harry Potter, #5))
El yo observante no piensa. Es esa parte de ti encargada de la concentración, la atención y la consciencia. Aunque puede observar o prestar atención a tus pensamientos, no puede producirlos.
Russ Harris (La trampa de la felicidad: Libérate de la ansiedad. Empieza a vivir (No Ficción) (Spanish Edition))
Si él no hubiera matado a tu padre, ¿habría hecho surgir en ti un furioso deseo de venganza? ¡Claro que no! Y si no hubiera obligado a tu madre a morir por ti, ¿te habría conferido una protección mágica que él no podría vencer? ¡Pues claro que no! ¿Acaso no lo entiendes? ¡El propio Voldemort creó a su peor enemigo, como hacen los tiranos!
J.K. Rowling (Harry Potter and the Half-Blood Prince (Harry Potter, #6))
«Ti devo una spiegazione, Harry» riprese Silente. «La spiegazione degli errori di un vecchio. Perchè ora capisco che il mio comportamento nei tuoi confronti ha tutti i segni delle debolezze dell'età. I giovani non possono sapere quello che i vecchi pensano e provano. Ma i vecchi sono colpevoli, se dimenticano che cosa significa essere giovani... e ultimamente sembra che io l'abbia dimenticato...»
J.K. Rowling (Harry Potter and the Order of the Phoenix (Harry Potter, #5))
Silente aprì gli occhi. Piton era sconvolto. - L'hai tenuto in vita perché possa morire al momento giusto? - Non esserne stupito Severus. Quanti uomini e donne hai visto morire? - Di recente, solo quelli che non sono riuscito a salvare - rispose Piton. Si alzò. - Tu mi hai usato [...] Ho fatto la spia per te, ho mentito per te, ho corso rischi mortali per te. Credevo che servisse a proteggere il figlio di Lily Potter. Adesso mi dici che l'hai allevato come una bestia da macello… - Ma è commovente, Severus - osservò Silente, serio. - Ti sei affezionato al ragazzo, dopotutto? - A lui? - Urlò Piton - Expecto Patronum! Dalla punta della sua bacchetta affiorò la cerva d'argento: atterrò sul pavimento dell'ufficio, fece un balzo e si tuffò fuori dalla finestra. Silente la guardò volar via e quando il suo bagliore argenteo svanì si rivolse a Piton, con gli occhi pieni di lacrime. - Dopo tutto questo tempo? - Sempre - rispose Piton.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Deathly Hallows (Harry Potter, #7))
¿Y qué hay de la idea de que es «egoísta»? Bueno, si alguna vez has volado en avión, sabrás lo que dice el personal de cabina sobre las máscaras de oxígeno: ponte la tuya antes de ayudar a los demás a ponérsela. Con la autocompasión pasa lo mismo: si cuidas mejor de ti, podrás cuidar mejor de los demás.
Russ Harris (La trampa de la felicidad: Libérate de la ansiedad. Empieza a vivir (No Ficción) (Spanish Edition))
Soy ese ser invisible. Soy tú y soy yo. Un eco imprevisible. A veces voy detrás, a veces delante. Siempre junto a ti, tu compañía constante.
John Tiffany (Harry Potter y el legado maldito: El guión oficial de la producción original del West End (Spanish Edition))
Non essere scioccata. Non si può scrivere bene se non si è capaci di alzare i toni e di cogliere gli aspetti più disgustosi della vita. O addirittura di esaltarli. Quello che ti sto dicendo - senza ombra di dubbio o possessività - è che faresti bene a tenerti alla larga dai professori Harris, e da lei in particolare" (Holly)
Stephen King
Trabajar duro es importante, pero hay algo que importa más: creer en ti mismo
J.K. Rowling (Harry Potter and the Order of the Phoenix (Harry Potter, #5))
«Quindi... dopo questa lampante e ignobile scorrettezza...» «Jordan!» ringhiò la professoressa McGranitt. «Voglio dire, dopo questo fallo palese e schifoso...» «Jordan, ti avverto...» «E va bene. Flitt per poco non ammazza il Cercatore del Grifondoro, il che naturalmente può succedere a chinque, [...]
J.K. Rowling (Harry Potter and the Sorcerer's Stone (Harry Potter, #1))
Non che sia importante, ma è la prima volta che la mia trasformazione non viene accolta da un applauso" [...] "Ci scusi, professoressa, abbiamo appena avuto la prima ora di Divinazione, e stavamo leggendo le foglie di tè..." "Ah, certo" esclamò la professoressa McGonagall accigliata. "Non c'è bisogno di aggiungere altro, signorina Granger. Ditemi, chi di voi morirà quest'anno?" [...] "io" disse Harry alla fine. [...] [...] "A me sembri in perfetta salute, Potter, quindi mi scuserai se non ti dispenso dai compiti oggi. Ti assicuro che se dovessi morire non sei tenuto a consegnarli".
J.K. Rowling (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban (Harry Potter, #3))
«Questo non è Alastor Moody» rispose piano Silente. «Tu non hai mai conosciuto Alastor Moody. Il vero Alastor Moody non ti avrebbe allontanato da me dopo ciò che è successo stanotte. Nel momento in cui ti ha portato via, ho capito... e vi ho seguiti».
J.K. Rowling (Harry Potter and the Goblet of Fire (Harry Potter, #4))
no te preocupes por mí: cuida de ti mismo.
J.K. Rowling (Harry Potter y el cáliz de fuego (Harry Potter, #4))
¿Crees que puede ser para ti algo así como un sustituto del padre?
J.K. Rowling (Harry Potter y el cáliz de fuego (Harry Potter, #4))
«Dobby si compra presto un golfino, Harry Potter!» disse tutto felice, indicando il petto nudo. «Sai che cosa ti dico, Dobby?» disse Ron, che sembrava aver preso in gran simpatia l’elfo. «Ti regalerò quello che la mia mamma mi farà per Natale. Me ne regala sempre uno. Ti piace il bordeaux, vero?» Dobby ne fu felicissimo. «Forse dovremo rimpicciolirlo un po’ per fartelo andar bene» gli disse Ron, «ma starà a meraviglia con il tuo copriteiera».
J.K. Rowling (Harry Potter and the Goblet of Fire (Harry Potter, #4))
Harry prese la lettera. Era indirizzata a lui. Strappò la busta ed esclamò: «È di Sirius!» «Cosa?» chiesero Ron e Hermione eccitati. «Leggila ad alta voce!» Caro Harry, spero che questa lettera ti venga recapitata prima che tu arrivi dai tuoi zii. Non so se sono abituati alla posta via gufo. Io e Fierobecco siamo in clandestinità. Non ti dirò dove, nel caso che questo messaggio finisca nelle mani sbagliate. Ho qualche dubbio sull’affidabilità del gufo, ma è il migliore che ho trovato, e sembrava impaziente di affrontare la missione. Credo che i Dissennatori mi stiano ancora cercando, ma non hanno alcuna speranza di trovarmi qui dove sono. Sto progettando di farmi vedere al più presto da alcuni Babbani, molto lontano da Hogwarts, di modo che venga tolta la sorveglianza al castello. C’è una cosa che non sono riuscito a dirti nel nostro unico breve incontro. Sono stato io a mandarti la Firebolt... «Ah!» esclamò Hermione trionfante. «Visto? Te l’avevo detto che era lui!» «Sì, ma non l’aveva affatturata, vero?» disse Ron. «Ahia!» Il gufetto, che ora tubava allegramente nella sua mano, gli aveva beccato un dito in quello che a suo parere era un gesto di affetto. Grattastinchi ha portato l’ordine all’Ufficio Gufi per conto mio. Ho usato il tuo nome, ma ho dato disposizione di prelevare il denaro dal sotterraneo numero 711 della Gringott, il mio. Prendila come dono del tuo padrino per tutti i tuoi tredici compleanni. Voglio anche chiederti scusa per lo spavento che temo di averti fatto prendere quella notte dell’anno scorso, quando te ne sei andato dalla casa dei tuoi zii. Speravo solo di poterti vedere per un attimo prima di intraprendere il viaggio verso nord, ma credo di averti fatto paura. Accludo un’altra cosa per te, una cosa che credo renderà più piacevole il tuo prossimo anno a Hogwarts. Se hai bisogno di me, manda un messaggio. Il tuo gufo mi troverà. Ti scriverò presto. Sirius Harry guardò con ansia dentro la busta. C’era un altro foglio di pergamena. Lo lesse in fretta e all’improvviso si sentì caldo e soddisfatto come se avesse inghiottito una bottiglia di Burrobirra bollente in un sol sorso. Io, Sirius Black, padrino e tutore di Harry Potter, con la presente gli concedo il permesso di visitare Hogsmeade nei finesettimana. «A Silente basterà!» disse Harry allegramente. Guardò di nuovo la lettera di Sirius. «Aspettate! C’è un poscritto...» Ho pensato che il tuo amico Ron potrebbe essere felice di tenersi questo gufo, visto che per colpa mia non ha più un topo.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban (Harry Potter, #3))
Anni ne son passati più di mille: all’epoca in cui io fui cucito quattro maghi facevano faville e i loro nomi hai certo già sentito. Da landa incolta, Grifondoro fiero; da strette forre, onesto, Corvonero; da ampie valli Tassofrasso, il mite; l’astuto Serpeverde da marcite. Un sogno li teneva uniti e stretti, un desiderio, una speranza sola: formare ed educar nuovi maghetti. Per questo a Hogwarts fecero una scuola. Tra quattro Case Hogwarts fu divisa, cioè una per ognuno dei maestri, e tale divisione fu decisa perché ciascun seguisse i propri estri. Amava assai il coraggio, Grifondoro: per lo scolaro audace era il suo alloro. Di Corvonero fu l’intelligenza da subito virtù di preferenza. Tassofrasso considerava degno delle lodi più calde il duro impegno. L’ambizione piaceva a Serpeverde che sempre amò chi vince, e mai chi perde. Quale allievo mandare a quale Casa non fu giammai un problema, finché vissero. «Ma chi sceglier saprà» un dì si dissero, «quando morti sarem, tabula rasa?» Trovò la soluzione Grifondoro: dal capo tolse me, il suo cappello; perché potessi scegliere per loro mi donarono un poco di cervello. Non sbaglio mai e dunque adesso vieni: fino alle orecchie càlcami, aderente; do un’occhiata dentro alla tua mente e ti dico la Casa a cui appartieni!
J.K. Rowling (Harry Potter and the Goblet of Fire (Harry Potter, #4))
Altri due cavalli uscirono silenziosi dal bosco; uno passò molto vicino a Parvati, che rabbrividì e si strinse contro l’albero, dicendo: «Mi pare di aver sentito qualcosa, dev’essere vicino a me!» «Non ti preoccupare, non ti fa niente» disse paziente Hagrid. «Adesso, chi mi sa dire perché certi li vedono e certi no?» Hermione alzò la mano. «Dài, dillo» la invitò Hagrid raggiante. «Possono vedere i Thestral» rispose Hermione, «solo le persone che hanno visto la morte».
J.K. Rowling (Harry Potter and the Order of the Phoenix (Harry Potter, #5))
[...]lasciando la mente libera di indugiare, sempre più depressa, sulla scena vista nel Pensatoio. Il ricordo gli rodeva le viscere. Era sempre stato così sicuro che i suoi genitori fossero persone meravigliose da non aver mai avuto difficoltà a ignorare le calunnie di Piton sul carattere del padre. Hagrid e Sirius non gli avevano sempre detto che tipo eccezionale era? (Già, be’... guarda che tipo era Sirius, lo punzecchiò una voce interiore... altrettanto antipatico, no?) D’accordo, una volta aveva sentito la professoressa McGonagall dire che da studenti suo padre e Sirius avevano combinato un sacco di guai, però da come ne parlava sembravano più dei precursori dei gemelli Weasley, e Harry non riusciva a immaginarsi Fred e George che mettevano qualcuno a testa in giù tanto per divertirsi, a meno di non detestarlo... Malfoy, forse, o qualcuno che proprio se lo meritava... Si sforzò di convincersi che Piton se l’era meritato, ma Lily non aveva forse chiesto: «Che cosa ti ha fatto?» E James aveva risposto: «È più il fatto che esiste, non so se mi spiego». James aveva dato inizio a tutto solo perché Sirius si annoiava. Rammentò quando, in Grimmauld Place, Lupin aveva detto che Silente lo aveva nominato prefetto nella speranza che riuscisse a tenere sotto controllo James e Sirius... ma da quanto aveva visto nel Pensatoio, Lupin era rimasto lì a guardare... Però Lily era intervenuta, rifletté; sua madre era stata corretta. Eppure il ricordo della sua espressione mentre litigava con James lo disturbava quanto tutto il resto: era chiaro che provava solo disgusto per lui, e Harry non riusciva a capire perché alla fine l’avesse sposato. Un paio di volte si chiese perfino se James l’avesse costretta... Per quasi cinque anni, il pensiero di suo padre era stato per lui una fonte di conforto e d’ispirazione. Se qualcuno gli diceva che assomigliava al padre, si sentiva avvampare di orgoglio. E ora... ora quello stesso pensiero lo rendeva infelice.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Order of the Phoenix (Harry Potter, #5))
Cornamenta volvió a galopar anoche [...] Así que anoche viste realmente a tu padre...Lo encontraste dentro de ti mismo.
J.K. Rowling (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban (Harry Potter, #3))
«I Dissennatori sono le creature più disgustose della terra. Infestano i luoghi più cupi e sporchi, esultano nella decadenza e nella disperazione, svuotano di pace, speranza e felicità l’aria che li circonda. Perfino i Babbani avvertono la loro presenza, anche se non li vedono. Se ti avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel ricordo ti verrà succhiato via. Se appena può, il Dissennatore si nutrirà di te abbastanza a lungo da farti diventare simile a lui... malvagio e senz’anima. Non ti rimarranno altro che le peggiori esperienze della tua vita. E le cose peggiori che sono successe a te, Harry, bastano a far precipitare chiunque da una scopa. Non hai niente di cui vergognarti».
J.K. Rowling (Harry Potter and the Prisoner of Azkaban (Harry Potter, #3))
Spinning fidget toy with cigar stand functionality. Fully machined finish body, removable screw caps for service and changing material types. Ceramic hybrid bearings. Footprint 50mm x 30mm x 9mm body. 11.7mm at grips Weight: Ti with SS Grips 45g Over 3 min spin times achieved consistently.
Brayden C. Harris (Fidget Spinner: Trick Book: Ultimate Book of Fidget Spinner Tricks, Tips and Hacks)
«Draco, fallo o spostati. Uno di noi...» strillò la donna, ma in quel preciso istante la porta si spalancò ancora una volta e apparve Piton, la bacchetta in pugno. Guardò la scena, da Silente accasciato contro il muro ai quattro Mangiamorte, a Malfoy. «Abbiamo un problema, Piton» disse il goffo Amycus, senza distogliere da Silente lo sguardo e la bacchetta. «Il ragazzo non sembra in grado...» Ma qualcun altro aveva pronunciato il nome di Piton, con dolcezza. «Severus...» Quel suono atterrì Harry più di ogni altra cosa che aveva vissuto quella sera. Per la prima volta, Silente supplicava. Piton non rispose. Avanzò e spinse rudemente Malfoy di lato. I tre Mangiamorte si ritrassero senza una parola. Perfino il lupo mannaro era intimorito. Piton scrutò per un attimo Silente, e incisi nei suoi duri lineamenti c’erano disgusto e odio. «Severus... ti prego...» Piton levò la bacchetta e la puntò contro Silente. «Avada Kedavra!»
J.K. Rowling (Harry Potter and the Half-Blood Prince (Harry Potter, #6))
«Non ti capisco, Kreacher» disse infine. «Voldemort ha cercato di ucciderti, Regulus è morto per lottare contro di lui, ma tu sei stato contento lo stesso di tradire Sirius e consegnarlo a Voldemort? Sei andato da Narcissa e Bellatrix e hai passato informazioni a Voldemort attraverso di loro...» «Harry, Kreacher non ragiona così» intervenne Hermione, asciugandosi gli occhi col dorso della mano. «È uno schiavo; gli elfi domestici sono abituati a subire un trattamento sgarbato, perfino violento; ciò che gli ha fatto Voldemort non era poi fuori dal normale. Che cosa sono le guerre magiche per un elfo come Kreacher? Lui è fedele a chi lo tratta con gentilezza, come la signora Black e Regulus, quindi li ha serviti volentieri e ha imparato a ripetere come un pappagallo tutte le loro convinzioni. Lo so che cosa stai per dire» aggiunse, quando Harry fece per protestare, «che Regulus aveva cambiato idea... ma non si direbbe che l’abbia spiegato a Kreacher, no? Io credo di sapere perché: la sua famiglia e Kreacher erano più al sicuro se si attenevano alla vecchia storia dei Purosangue. Regulus stava cercando di proteggerli tutti». «Sirius...» «Sirius è stato tremendo con Kreacher, Harry, e non serve a niente fare quella faccia, sai che è vero. Kreacher era rimasto solo da tanto tempo quando Sirius venne a vivere in questa casa, e probabilmente aveva bisogno di un po’ di affetto. Sono sicura che ‘la signorina Cissy’ e ‘la signorina Bella’ sono state assolutamente deliziose con Kreacher quando è ricomparso, quindi lui è stato gentile e ha raccontato loro tutto quello che volevano sapere. Ho sempre detto che i maghi alla fine pagano per come trattano i loro elfi domestici. Be’, è successo a Voldemort... e anche a Sirius». Harry non seppe ribattere. Guardando Kreacher che singhiozzava sul pavimento, gli vennero in mente le parole di Silente, poche ore dopo la morte di Sirius: ‘Io temo che Sirius non abbia mai visto Kreacher come una creatura dotata di sentimenti profondi quanto quelli di un essere umano...
J.K. Rowling (Harry Potter and the Deathly Hallows (Harry Potter, #7))