Tank Dell Quotes

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Failure is nothing more than a prelude to success—and a poetic one at that.
Michael Parrish DuDell (Shark Tank Jump Start Your Business: How to Launch and Grow a Business from Concept to Cash)
For most entrepreneurs the road is long and challenging. In fact, a good rule of thumb is to estimate how much time and energy you think you’ll need to invest in your new venture and then double that number. Still interested?
Michael Parrish DuDell (Shark Tank Jump Start Your Business: How to Launch and Grow a Business from Concept to Cash)
Entrepreneurs are the only people who will work eighty hours a week to avoid working forty.
Michael Parrish DuDell (Shark Tank Jump Start Your Business: How to Launch and Grow a Business from Concept to Cash)
Being a good leader today is not about how obsessively you can control, but how abundantly you can empower.
Michael Parrish DuDell (Shark Tank Jump Start Your Business: How to Launch and Grow a Business from Concept to Cash)
«Abbiamo anche una casa in Oregon. A dire il vero appartiene a Tank, ma è anche nostra.» Quella rivelazione attirò la sua attenzione e si mise sul grembo di Boar. «Di che posto si tratta? Un’oasi gay dove organizzate sempre orge?» Boar lo strinse come se non avesse aspettato altro. Profumava ancora della cioccolata calda che aveva bevuto quella mattina, e Clover chiuse gli occhi per qualche secondo, per ascoltare il fruscio delle foglie attorno a loro e il respiro di Boar. Quella storia era troppo bella per essere vera. Tuttavia, non voleva altro che accogliere quel sogno dove tutti vivevano in pace e non avevano bisogno di niente. «Una casa fuori città. Abbastanza vicina ai locali e ai negozi, ma lontana a sufficienza da permetterci di avere lo spazio di cui abbiamo bisogno. È… grande e moderna. Ti piacerebbe,» disse, accarezzandogli una coscia. «Un giorno potrei farvi visita. Mi piace viaggiare. Ho una lista di musei insoliti che vorrei vedere.» «Allora hai bisogno di un autista,» rispose, abbracciandolo, mentre i loro milkshake si scioglievano. Tuttavia, andava bene. Quel gesto era abbastanza affettuoso da soddisfare i suoi desideri. «Mi piace vedere posti nuovi.»
K.A. Merikan (Their Bounty (Four Mercenaries, #1))
Dato che era incapace di comunicare i suoi bisogni e i suoi sentimenti, soffrì in silenzio per ore, nella speranza che forse qualcuno, un giorno, capisse che cosa fare con lui. Nonostante la tensione sessuale ogni volta che erano vicini, Drake non si era mai dimostrato molto amichevole, ma Clover era riuscito a ferire Boar, farsi nemico Pyro e a rifiutare Tank, tutto in una volta. Si era cacciato lui in quel casino Non importava che ci fosse di mezzo il suo culo perché, un giorno, nemmeno tanto lontano, quegli uomini avrebbero deciso che non ne valesse più la pena. Ne era certo Chi voleva prendere in giro? Era un albino e un twink di prim’ordine, ma il suo aspetto non sarebbe stato una novità per sempre. Anche se era solamente quello che interessava ai mercenari, nessuno voleva occuparsi di un intralcio ogni giorno. Era un peccato che sentisse già la mancanza delle braccia muscolose di Tank, della sicurezza che non conosceva limiti, di ciò che gli offriva. Quando era con Tank, lui sapeva quale fosse il suo ruolo nel mondo. Gli dava la stabilità che nessun ragazzo gli aveva mai regalato. Tuttavia, Tank non era il suo ragazzo. Era impossibile tornare a come stavano prima le cose, dopo il suo comportamento, quindi era bloccato in quel letto, a mezzanotte passata, tormentato dal senso di colpa per il modo in cui aveva trattato Boar, arrabbiato per l’odio con cui Pyro lo aveva scopato, e imbarazzato per aver mentito a Tank, che era sempre stato dalla sua parte, mentre la parola “puttana” continuava a riecheggiare nella sua testa, anche se non aveva mai venduto il suo corpo per denaro, nemmeno nei momenti più difficili Era uno spreco di spazio. Non c’era da meravigliarsi che Jerry avesse voluto sbarazzarsi di lui. Un ragazzino piagnucoloso. Non abbastanza bravo come ladro. Adatto soltanto per scopare. Se Tank e gli altri non fossero stati così carini con lui, non sarebbe stata così dura accettare la loro rabbia e il loro rifiuto. Trattenne un altro singhiozzo, ma il bisogno di conforto divenne un vuoto al centro del suo petto, così si spostò sul materasso fino a nascondere il viso tra le scapole di Tank. La pelle era sudata per il caldo, ma profumata, e così accogliente che desiderò morire soffocato in quel modo.
K.A. Merikan (Their Bounty (Four Mercenaries, #1))
«Mi dispiace,» sussurrò Clover, senza riuscire ad allontanarsi. La sua vita sarebbe stata molto diversa se avesse conosciuto prima un uomo come Tank. Non avrebbe dovuto vivere come un gatto randagio, perché avrebbe avuto qualcuno a prendersi cura di lui. Era così sbagliato fantasticare su un mondo in cui non fosse costretto a diffidare di chiunque e a lottare con le unghie e con i denti per guadagnare un dollaro Lo abbracciò più forte che poté, e nascose il viso contro il suo collo, anche se sapeva che l’uomo avrebbe potuto respingerlo. «Non mi sopporto.» Quelle parole dovevano aver svegliato del tutto Tank, perché si schiarì la gola e fece girare entrambi affinché si stendessero sul fianco. Clover desiderava tanto strofinare ancora il viso su quella pelle che profumava di sapone. «Di che cosa stai parlando?» chiese Tank, appoggiandosi su una mano, mentre lo osservava. Quella domanda lo portò dall’essere agitato a uno stato di disperazione in un solo battito. Ormai aveva messo da parte ogni residuo di dignità. «Ho rovinato tutto. Ti prego, non cacciarmi.» Singhiozzò, incapace di trattenere le emozioni che ribollivano dentro di lui. Si era ridotto a supplicare dopo aver mostrato di essere un tipo orgoglioso. Era davvero patetico. Tank sospirò e appoggiò una delle sue mani enormi sul suo braccio. «Devo ammettere che l’atmosfera è un po’ tesa. Non credo che chiederti di essere sincero sia troppo.» Clover espirò e si infilò sotto al braccio di Tank, nella speranza che non lo respingesse. Di solito si sentiva minacciato dalla presenza di uomini molto più imponenti di lui, ma la personalità ragionevole di Tank lo spingeva a fidarsi di lui come non gli era mai successo con nessun altro
K.A. Merikan (Their Bounty (Four Mercenaries, #1))
«Ti ho desiderato dal momento in cui ti ho visto,» sussurrò Tank, proprio prima di mordergli il collo. Clover restò a bocca aperta, euforico per quella confessione. Si sentì al settimo cielo. Tank non era il genere di uomo che parlava a sproposito. Diceva qualcosa solamente quando ci credeva sul serio. Gli massaggiò le spalle ampie, sconvolto dall’emozione travolgente nella voce dell’amante mentre l’eccitazione tra di loro cresceva sempre di più, come un’onda pronta a colpire la costa. Non si trattava di uno scambio. La passione tra di loro era genuina, e lui aveva smesso di fingere che fosse vero il contrario. Se Tank era sincero con lui, allora aveva intenzione di accogliere tutto ciò che quel ragazzone era disposto a dargli. Gli massaggiò i muscoli imponenti delle braccia e disse: «Potresti schiacciarmi, ma so che non lo farai mai.» Gemette quando sentì le molle arrugginite del materasso sotto di loro. «Adoro che tu sia così grosso. Mi fa sentire protetto.» «Oppure schiacciato da un macigno,» rispose Tank con voce roca, spingendo lentamente i fianchi. «Voglio venire su di te per impregnarti del mio profumo fino a domani sera.»
K.A. Merikan (Their Bounty (Four Mercenaries, #1))
Clover non si era mai sentito così rilassato come in quel momento, seduto sul grembo di Tank, infischiandosene della sua nudità, del comportamento da stronzo di Drake e delle persone che lo fissavano. Tank gli massaggiò la schiena e, fregandosene di quello che pensavano gli altri, Clover si sentì fiero di essere il loro giocattolino. Pieno di sperma e lividi sul braccio, dove Pyro lo aveva stretto con forza, amava essere il loro bene più prezioso, e non era imbarazzato di mostrare il suo corpo. In quel momento, era anche disposto a tatuarsi i loro nomi
K.A. Merikan (Their Bounty (Four Mercenaries, #1))
Quando Boar si avvicinò, Clover capì che non avrebbe più abbandonato quel letto se non lo avesse fatto subito, cosa che avrebbe portato Tank all’esasperazione, costringendolo ad andare a prenderlo. Per quanto allettante, non voleva far aspettare il suo Paparino. Boar scosse il capo quando Clover si allontanò per mettere i piedi giù dal letto. «Pyro non è mai stato un amante delle regole. È sempre andato alla ricerca della diversità,» disse, osservandolo con un sorrisino. «Difficile dire che cosa veda in me,» scherzò, perché Boar non era un tipo insicuro. Se lo era stato in passato, Pyro era di sicuro riuscito a cambiarlo con il suo amore. Pyro accarezzò la testa di Boar senza però staccare gli occhi da lui, come una sorta di laser. «E tu sei… non riesco a smettere di guardarti.» Clover rimise gli occhiali e sogghignò, crogiolandosi nel calore di quella venerazione che continuava a sconvolgerlo ogni volta che realizzava di trovarsi in viaggio con quei ragazzi da un mese. Sembrava che fosse trascorso più tempo. Non sapeva se dipendesse dall’intensità del loro legame o dal fatto che fossero perfetti insieme, ma si era abituato a quell’affetto inaspettato come una ciambella nell’olio sfrigolante. In passato, aveva sempre mal sopportato il suo albinismo, ma aveva cambiato atteggiamento negli ultimi anni. A volte era ancora insicuro, come quando un uomo gli diceva che non era il suo tipo «Non sono strani. Sono solo insoliti. Suppongo che sia terribile che tu non veda senza gli occhiali, ma capita spesso.» Pyro deglutì, spingendolo a guardare verso di lui. Il mercenario sorrise e mostrò i denti. «Credo che siano bellissimi; come il resto di te, Clo.» Il cuore di Clover cominciò a palpitare, e si avvicinò per un bacio così sincero da lasciarlo senza fiato. A volte, Pyro sapeva essere davvero sporcaccione ma anche altrettanto dolce. Un uomo a cui piacevano gli estremi. Non c’era da meravigliarsi che le faccende domestiche e un’uniforme fossero state una prigione per lui. «Grazie.» Boar gli baciò la testa e gli ridiede il pettine. «Tutto fatto.» Per un istante, nessuno si mosse, creando un adorabile ritratto di famiglia allo specchio, con Boar che lo abbracciava da dietro e Pyro che lo fissava con affetto. Tuttavia, mancava una persona. La stessa che di sicuro voleva sapere perché non avessero dormito insieme la notte precedente
K.A. Merikan (Their Bounty (Four Mercenaries, #1))
«Ti prego, non permettere che mi prendano,» lo supplicò Clover, quando trovò la forza di parlare. Anche se inizialmente aveva sperato di riportarlo da Tank per dimostrargli di aver sempre avuto ragione, in quel momento si ritrovò in difficoltà, non sapendo che farne del ragazzo. «Mi dispiace davvero tanto, Drake. Non sono forte come te. Ho bisogno di aiuto.» Nonostante il rancore nei confronti di Clover, non riuscì a rimproverarlo ancora. Aveva confessato il suo segreto per dimostrare qualcosa, ma la verità restò sospesa, lasciando una crepa nella sua armatura, consapevole che non sarebbe più stato invincibile contro quel ragazzo. «Ma non puoi essere debole e sfruttare il sesso. Non puoi dipendere dagli altri. Affrontiamo delle situazioni di merda, e non possiamo sempre permetterci di badare a qualcuno,» mormorò Drake, colpito dalla realizzazione che, nonostante la rabbia e la poca fiducia nei confronti di Clover, desiderava salvarlo con tutto se stesso. Non voleva che affrontasse quello che aveva patito lui. Erano dei sentimenti contrastanti che non sapeva come interpretare
K.A. Merikan (Their Bounty (Four Mercenaries, #1))
«Posso imparare, se mi concederai un’occasione. Io… voglio restare. Con te. Con tutti voi. Siete gli unici in grado di proteggermi.» Clover lo guardò dritto negli occhi, le labbra tremanti. «Per favore, non costringetemi ad andare via. Non ho mai conosciuto dei ragazzi come voi. Siete sempre pronti a guardarvi le spalle.» Drake prese un respiro profondo, perso per un momento in quello sguardo ammaliante. «Che cosa saresti disposto a imparare? Uccideresti se necessario?» chiese, anche se la barriera che aveva costruito con tanta attenzione cominciava già a cedere. Era quello che aveva cercato di evitare… avvicinarsi troppo fino a cadere vittima dell’incantesimo di Clover, ma ormai erano così vicini da potersi toccare e quegli occhi pieni di lacrime stavano guardando proprio lui, attirandolo con la promessa che Clover era disposto a imparare il necessario, che non voleva concedere il suo corpo solamente in cambio di protezione. «Non voglio diventare un assassino,» sussurrò Clover, versando un’ultima lacrima. «Ma voglio essere pronto. Sono stanco di essere debole. Non sarò mai come Tank, ma forse posso sfruttare il mio corpo, anche se minuto. Non mi va di avere sempre paura ma… ho bisogno di una guida.»
K.A. Merikan (Their Bounty (Four Mercenaries, #1))
«Ho promesso di proteggerti, e farò di tutto per prestare fede alla mia parola.» Clover sentì delle scintille esplodere nella sua testa, quando Tank si avvicinò sfiorandolo con le dita ancora coperte dal lattice, e gli succhiò il labbro inferiore, provocando una sensazione così intensa da farlo gemere «Adesso fai parte della nostra squadra, ragazzo, e capisco che tu voglia imparare,» disse Tank, sfiorandogli le labbra con le sue. «Ma non credere nemmeno per un momento che questo cambi le cose. Sei ancora nostro. Sei il mio ragazzo, fine della storia. Ti tratterò sempre diversamente dagli altri, anche se credo che potrai diventare più forte. Ma avrò sempre un occhio di riguardo per te.» Clover accettò le sue parole con un altro bacio. Avere una relazione complicata con quattro uomini non sarebbe mai stata una passeggiata, ma ricevette il messaggio di Tank forte e chiaro. Era il più giovane. Era un compagno in un senso romantico in maniera diversa dagli altri. Aveva senso che Tank lo trattasse diversamente. In un certo qual modo, era piacevole piuttosto che una seccatura. Gli sorrise, nonostante il bruciore alla spalla. Era la prima volta che si sentiva davvero parte di qualcuno. «Grazie, Paparino. Sei tutto quello che un ragazzo potrebbe sognare.» Tank sbuffò. «Sei davvero uno stronzetto a volte. Non capisco mai se dici sul serio o se sei sarcastico..»
K.A. Merikan (Their Bounty (Four Mercenaries, #1))
La sera dell’incarico misterioso, sfumature rosso lampone colorarono il tramonto e, anche se Pyro aveva continuato a scherzare sul nuovo ruolo che aveva lui nel gruppo, l’umore generale era rimasto cupo tutto il giorno. Anche Drake, che aveva concordato che lui dovesse gettarsi nella mischia, sembrava teso in maniera insolita, quindi Clover aveva deciso di alleggerire l’atmosfera. Eppure, seduto accanto a Tank sui sedili anteriori del loro furgoncino, cominciò ad agitarsi. Sebbene avesse imparato a sparare contro una sagoma, non gli era mai piaciuto uccidere o fare del male agli altri. Tuttavia, la pistola al suo fianco significava che era in grado di farlo. Aveva il potere e quello cambiò il modo in cui guardò il mondo che lo circondava. Se era abbastanza veloce e in grado di schivare i colpi, con un’arma a distanza poteva sconfiggere persone molto più grosse di lui. Sarebbe andata bene. Era il suo primo lavoro, quindi i ragazzi gli avrebbero guardato le spalle Diede un bacio a Tank su una guancia nel tentativo di placare la tensione nata tra di loro dopo la lotta di qualche giorno prima. L’atteggiamento di Tank esprimeva quanto ci tenesse ma, anche se Clover sapeva che il suo uomo lo faceva per il suo bene, aveva bisogno di fargli capire che non poteva restare per sempre in una bolla come un ragazzo premio. Sebbene amasse la protezione del suo Paparino, era un uomo in grado di prendere delle decisioni importanti. Non poteva restare per sempre ai margini della loro piccola famiglia. Era meglio per tutti che Tank lo capisse al più presto
K.A. Merikan (Their Obsession (Four Mercenaries #2))
O'Dell led the way back: he was an actor, Lucas realized, rolling slowly down the restaurant like a German tank, nodding into some booths, pointedly ignoring others, the rolled copy of the Wall Street Journal whacking his leg.
John Sandford (Silent Prey (Lucas Davenport, #4))