“
A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'è una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran.
Non si capisce. È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave". Ci rimasi secco. Fran.
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Alessandro Baricco (Novecento. Un monologo)
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D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.
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Italo Calvino (Invisible Cities)
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Men saker och ting förändras när man dör - eftersom det i stort sett är det mest ensamma man kan göra, antar jag.
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Lauren Oliver (Before I Fall)
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Dune: ...That's disgraceful!
Sette: So's your face!
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Ashley Cope (Unsounded - Volume 1: The Zombie & The Brat)
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Englemos," sa sniff nonchalant. "Bare barnslig tøv." I hvert fall for alle som har sett i en stjernekikkert.
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Tove Jansson (Comet in Moominland (The Moomins, #2))
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Av - att vara till; att känna min syn försvagad av ett öga, min hörsel förslöad av ett öra, och min tanke, min luftiga ljusa tanke bunden i fettslyngors labyrinter. Du har ju sett en hjärna... vilka krokvägar, vilka krypvägar...
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August Strindberg (A Dream Play)
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Intendo dire”, disse Alice, “che uno non può fare a meno di crescere.”
“Uno forse non può”, disse Humpty Dumpty,
“ma due possono. Con un aiuto adeguato, avresti potuto fermarti a sette anni.
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Lewis Carroll (Alice in Wonderland)
“
Första gången jag såg dig, vid Guvernören, hade jag inte varit och sett på fåglarna vid gränsen på många år. Men det var dem du påminde mig om. Du hoppade upp och du skrek något, och ditt hår höll på att lossna ur hästsvansen, och du var så snabb..." Han skakar på huvudet. "Som en blixt, och sedan var du borta. Precis som en fågel.
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Lauren Oliver (Delirium (Delirium, #1))
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Hon hade tackat Gud för att han hade gett henne Tom Sherbourne: för att han hade låtit honom födas, för att han hade låtit honom överleva kriget, för att han hade låtit ödets vindar blåsa iland honom på hennes strand, och för att hon hade varit den första person som han hade sett när han kom iland.
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M.L. Stedman (The Light Between Oceans)
“
[...] a sette anni regalano il piccolo chimico a tuo fratello e a te mettono in braccio una bambola, e continua dieci anni dopo quando, troppo tardi, durante l’ultimo anno del liceo, faranno campagne per «avvicinare le ragazze» alle materie scientifiche, sottintendendo implicitamente che se ne siano allontanate da sole.
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Michela Murgia (Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più)
“
che significa che siamo liberi di prendere delle decisioni, se il nostro comportamento non fa che seguire le leggi della natura?
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Carlo Rovelli (Sette brevi lezioni di fisica)
“
Vi är allesammans fördömda", sa hon, "men somliga av oss har tagit av oss ögonbindlarna och sett att inget finns att se. Det är en slags frälsning.
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Flannery O'Connor (A Good Man Is Hard to Find and Other Stories)
“
La vita non è ingiusta. Tutti restiamo ammollo per nove mesi, e poi si lanciano i dadi. Ad alcuni viene sempre sette. Ad altri, purtroppo, viene il doppio uno. È così che va il mondo.
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Stephen King (Full Dark, No Stars)
“
Essere al mondo, per quello che ho potuto capire, è quando ti è affidata una persona e tu ne sei responsabile e allo stesso tempo tu sei affidato a quella persona ed essa è responsabile per te. Sette anni non furono pochi. Anche se fossero stati la metà o la metà ancora, non sarebbe stato poco. Non ci si può lamentare della brevità, non è giusto, ma della lunghezza si.
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Erri De Luca (Non ora, non qui)
“
Quando un bambino di sette anni, isolato e sempre solo, scopre che a meno di una giornata di cammino c’è un altro bambino della sua età, è capace di tutto per trovarlo. È la magia della calamita, che i bambini conoscono bene.
E anche gli innamorati.
”
”
Timothée de Fombelle (Toby Alone)
“
I smack into him as if shoved from behind. He doesn't budge, not an inch. Just holds my shoulders and waits. Maybe he's waiting for me to find my balance. Maybe he's waiting for me to gather my pride. I hope he's got all day.
I hear people passing on the boardwalk and imagine them staring. Best-case scenario, they think I know this guy, that we're hugging. Worst-case scenario, they saw me totter like an intoxicated walrus into this complete stranger because I was looking down for a place to park our beach stuff. Either way, he knows what happened. He knows why my cheek is plastered to his bare chest. And there is definite humiliation waiting when I get around to looking up at him.
Options skim through my head like a flip book.
Option One: Run away as fast as my dollar-store flip flops can take me. Thing is, tripping over them is partly responsible for my current dilemma. In fact, one of them is missing, probably caught in a crack of the boardwalk. I'm getting Cinderella didn't feel this foolish, but then again, Cinderella wasn't as clumsy as an intoxicated walrus.
Option two: Pretend I've fainted. Go limp and everything. Drool, even. But I know this won't work because my eyes flutter too much to fake it, and besides, people don't blush while unconscious.
Option Three: Pray for a lightning bolt. A deadly one that you feel in advance because the air gets all atingle and your skin crawls-or so the science books say. It might kill us both, but really, he should have been paying more attention to me when he saw that I wasn't paying attention at all.
For a shaved second, I think my prayers are answered because I go get tingly all over; goose bumps sprout everywhere, and my pulse feels like electricity. Then I realize, it's coming from my shoulders. From his hands.
Option Last: For the love of God, peel my cheek off his chest and apologize for the casual assault. Then hobble away on my one flip-flop before I faint. With my luck, the lightning would only maim me, and he would feel obligated to carry me somewhere anyway. Also, do it now.
I ease away from him and peer up. The fire on my cheeks has nothing to do with the fact that it's sweaty-eight degrees in the Florida sun and everything to do with the fact that I just tripped into the most attractive guy on the planet. Fan-flipping-tastic.
"Are-are you all right?" he says, incredulous. I think I can see the shape of my cheek indented on his chest.
I nod. "I'm fine. I'm used to it. Sorry." I shrug off his hands when he doesn't let go. The tingling stays behind, as if he left some of himself on me.
"Jeez, Emma, are you okay?" Chloe calls from behind. The calm fwopping of my best friend's sandals suggests she's not as concerned as she sounds. Track star that she is, she would already be at my side if she thought I was hurt. I groan and face her, not surprised that she's grinning wide as the equator. She holds out my flip-flop, which I try not to snatch from her hand.
"I'm fine. Everybody's fine," I say. I turn back to the guy, who seems to get more gorgeous by the second. "You're fine, right? No broken bones or anything?"
He blinks, gives a slight nod.
Chloe setts her surfboard against the rail of the boardwalk and extends her hand to him. He accepts it without taking his eyes off me. "I'm Chloe and this is Emma," she says. "We usually bring her helmet with us, but we left it back in the hotel room this time.
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Anna Banks (Of Poseidon (The Syrena Legacy, #1))
“
Mi vergognavo ad essere affascinato da quella storia e da quel criminale mostruoso, Jean-Claude Romand. A distanza di tempo, credo che ciò che avevo tanta paura di condividere con lui lo condivido, lo condividiamo lui e io, con la maggior parte della gente, anche se per fortuna la maggior parte della gente non arriva al punto di mentire per vent’anni e poi sterminare tutta la famiglia. Penso che anche le persone più sicure di sé percepiscano con angoscia lo scarto che esiste fra l’immagine di sé che bene o male cercano di dare agli altri e quella che hanno di loro stesse nei momenti d’insonnia, o di depressione, quando tutto vacilla e si prendono la testa fra le mani, sedute sulla tazza del cesso. In ciascuno di noi c’è una finestra spalancata sull’inferno; cerchiamo di starne alla larga il più possibile, e io, per una mia precisa scelta, ho passato a quella finestra, ipnotizzato, sette anni della mia vita.
”
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Emmanuel Carrère (Le Royaume)
“
Il diametro della bomba era di trenta centimetri e il diametro del suo raggio d'azione era di circa sette metri, con quattro morti e undici feriti... E non parliamo nemmeno del pianto degli orfani che si leva fino al trono di Dio e ben oltre, creando un creando un cerchio senza fine e senza Dio.
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Yehuda Amichai
“
Il mare è tutto. Copre i sette decimi del globo terrestre. Il suo respiro è puro e sano. È l'immenso deserto dove l'uomo non è mai solo, poiché sente fremere la vita accanto a sé. Il mare non è altro che il veicolo di un'esistenza soprannaturale e prodigiosa; non è che movimento e amore, è l'infinito vivente...
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Jules Verne (Twenty Thousand Leagues Under the Sea (Captain Nemo, #2))
“
Passavamo sulla terra leggeri come acqua, disse Antonio Setzu, come acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia fra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenta verso le paludi e il mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta.
A parte la follia di ucciderci l'un l'altro per motivi irrilevanti, eravamo felici. Le piante e le paludi erano fertili, i monti ricchi di pascolo e fonti. Il cibo non mancava neppure negli anni di carestia. Facevamo un vino colore del sangue, dolce al palato e portatore di sogni allegri. Nel settimo giorno del mese del vento che piega le querce incontravamo tutte le genti attorno alla fonte sacra e per sette giorni e sette notti mangiavamo, bevevamo, cantavamo e danzavamo in onore di Is. Cantare, suonare, danzare, coltivare, raccogliere, mungere, intagliare, fondere, uccidere, morire, cantare, suonare, danzare era la nostra vita. Eravamo felici, a parte la follia di ucciderci l'un l'altro per motivi irrilevanti.
(pag. 56)
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Sergio Atzeni (Passavamo sulla terra leggeri)
“
Mi domando: ma i genitori dei sette nani erano ubriachi quando hanno scelto quei nomi lì ai loro figli?
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Fabio Fazio (I grandi perché della vita)
“
Tänk, all skit jag läst och sett som infiltrerat mina tankar tills jag trodde att de var mina.
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Stina Wollter (Kring denna kropp)
“
I stort sett allt som är dåligt här i livet är en följd av dålig tajming, medan allt som är bra är en följd av bra tajming (s. 114).
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Gabrielle Zevin (The Storied Life of A.J. Fikry)
“
Erano sette ore che essi conversavano, e non s'erano detti nemmeno la settima parte delle cose che avevano da dirsi.
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Elsa Morante (History)
“
Jungeltelegrafen er stort sett som før, innrømmet fru Bantry.
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Agatha Christie (The Mirror Crack'd from Side to Side (Miss Marple, #9))
“
Jeg har ennå ikke sett verden, derfor er det så lett for meg å dømme den.
Men jeg prøver å lytte nå som du er borte, det håper jeg du vet. Jeg øver meg på å bli som deg.
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Roskva Koritzinsky (Jeg har ennå ikke sett verden)
“
Som vi på flera olika vis nu har sett så härrör alltid hävdandet av en identitet ur en kontrast eller en motsättning ...
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Kwame Anthony Appiah (Identitetsillusionen : Lögnerna som binder oss samman)
“
Gli uomini? Ne esistono, credo, sei o sette. Li ho visti qualche anno fa. Ma non si sa mai dove trovarli. Li conduce il vento. Non hanno radici, e questo causa loro molti problemi".
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Antoine de Saint-Exupéry (The Little Prince)
“
Chiedete a sette persone che cosa significa tutto ciò e otterrete sette risposte diverse. Allora cos'è Dio? Solo un altro nome per qualsiasi cosa ci faccia sentire speciali e protetti?
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Octavia E. Butler (Parable of the Sower (Earthseed, #1))
“
Okay. Ma prima che ti lasci andare, c'è una cosa che ti devo”.
Zach trasalì. “Mi devi cosa?”
David piazzò le mani sui due lati del viso di Zach, voltandolo verso il suo. “Restituirti un favore con sette anni di ritardo,” mormorò, e sfiorò l'angolo della bocca di Zach con la propria. Zach rimase pietrificato, avvertendo la morbida pressione delle labbra di David sulle sue
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Rowan Speedwell (Finding Zach (Finding Zach, #1))
“
Det er så lidt kærlighed i verden, at vi fremfor alt må elske den, som de andre har overset. Den det er et arbejde at elske, den vi inderst inde finder afskyelig, fordi han forhinder os i at have det behageligt. Den lidende, den forurettede, den åndeligt armodige, og det anonyme barn der hver morgen må sette sig på plads ved en skolepult, der stinker kvælende af mange generationers angst.
There is so little love in the world that we must above all love those that others have overlooked. The ones it's a chore to love, the ones we find deep down disgusting because they prevent us from feeling comfortable. The suffering, the aggrieved, the spiritually impoverished, and the anonymous child who every morning has to sit down at a school desk with the suffocating stench of many generations of fear.
Ansigtene
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Tove Ditlevsen
“
During their brief encounter in the music room, Cassandra had been too flustered to notice much about him. He'd been so very odd, jumping out like that and offering to marry a complete stranger. Also, she'd been absolutely mortified for him to have overheard her tearful disclosure two West, especially the part about having her dress altered.
But now it was impossible not to notice how very good-looking he was, tall and elegantly lean, with dark hair, a clear, fair complexion, and thick brows sett at a diabolical slant. If she were to judge his features individually- the long nose, the wide mouth, the narrow eyes, the sharply angled cheeks and jaw- she wouldn't have expected him to be this attractive. But somehow when it was all put together, his looks were striking and interesting in a way she'd remember far longer than conventional handsomeness.
”
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Lisa Kleypas (Chasing Cassandra (The Ravenels, #6))
“
Le equazioni della meccanica quantistica e le loro conseguenze vengono usate quotidianamente da fisici, ingegneri, chimici e biologi, nei campi più svariati. Sono utilissime per tutta la tecnologia contemporanea. Non ci sarebbero i transistor senza la meccanica quantistica. Eppure restano misteriose: non descrivono cosa succede a un sistema fisico, ma solo come un sistema fisico viene percepito da un altro sistema fisico. Che significa? Significa che la realtà essenziale di un sistema è indescrivibile? Significa solo che manca un pezzo alla storia? O significa, come a me sembra, che dobbiamo accettare l’idea che la realtà sia solo interazione?
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Carlo Rovelli (Sette brevi lezioni di fisica)
“
Tør jeg spørre hva som er så morsomt? spurte Alicia forsonlig, raseriet hadde tydeligvis kjølnet. Har du sett deg selv i det siste - eller tror du det bare er meg som ser ut som om jeg er dratt baklengs gjennom en hekk?
”
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Tamara McKinley (Windflowers)
“
Etter å ha gått på dans i forskjellige ungdomshus i nokre år og stort sett dansa åleine, fann eg ein gong ut, det må ha vore seint på kvelden, og einkvan må nok ha gitt meg tilstrekkeleg å drikke, at eg skulle be ei jente opp til dans.
”
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Jon Fosse (Prosa frå ein oppvekst)
“
L’opposto della depressione non è la felicità, ma la vitalità, e la mia vita, mentre scrivo, è pregna di vitalità anche quando è triste. Un giorno o l’altro, il prossimo anno, mi capiterà di svegliarmi nuovamente privo di senno: è improbabile che mi mantenga stabile per sempre. Nel frattempo, però, ho scoperto quella che si chiama anima, una parte di me che non avrei mai immaginato esistesse prima che, un giorno di sette anni fa, l’inferno mi facesse una visita inaspettata. È una scoperta preziosa.
”
”
Andrew Solomon (The Noonday Demon: An Atlas of Depression)
“
Barn tar allt de växer upp med för givet. Efter att ha sett dig träna A-laget kommer Alicia ta för givet att kvinnor gör sånt. När hon är gammal nog att spela i ett A-lag själv kommer det kanske inte finnas kvinnliga hockeytränare. Bara… hockeytränare.
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Fredrik Backman (Us Against You (Beartown, #2))
“
Jag ångrade så hårt att jag påmint honom om att mamma fanns. Det var ett misstag. Skulle inte hända igen. Jag ville inte höra mer, jag hade sett nog av sorg och längtan i hans kroppshållning, hade redan känt för mycket av den ruttna lukten av hans förfall.
”
”
Elin Cullhed (Gudarna)
“
San Siro è enorme. Io sono una donna…
San Siro è enorme, io sono una donna e faccio musica pop. San Siro è come riempire sette forum di Assago in una sera. Io sono una donna, faccio musica pop e non ho nessuna intenzione di prendermi un simile rischio. Mai.
”
”
Laura Pausini (Fai quello che sei. Io canto)
“
Adrian kom denna klara höst till socialisterna, dit varje ung individualist kommer, då han vill söka uttrycket för sin individualism, utan att finna det. Människan vill aristokrati. Den fattigaste arbetare älskar djupast sett endast lyxkvinnan, som bäst förkroppsligar hans kvinnoideal, står över hans förnuft och även över klasskampen, liksom skönheten står över allting. Men när den ensamme icke når dit han vill, då går individualisten till socialisterna och inordnar sig i kampen för den demokratiska idén." (Sid. 231)
”
”
Ivar Lo-Johansson (Kungsgatan)
“
Però quelli non erano I mostri che può immaginare un bambino di sette anni, con i tentacoli e la carne putrefatta: avevano un volto umano, uniformi inamidate e la croce uncinata sul petto. Mostri così ordinary che non capisci cosa sono davvero finchè non è troppo tardi.
”
”
Ransom Riggs (Miss Peregrine's Home for Peculiar Children (Miss Peregrine's Peculiar Children, #1))
“
Quanti anni era trascorsi dalla sua prima messa su quella stessa tavola posata su due casse? Cinque sei, sette? Come tenere il conto del tempo in un universo senza passato né futuro? In un mondo in cui la vita di tanti uomini è racchiusa nell'attimo di sopravvivenza presente.
”
”
Dominique Lapierre (The City of Joy)
“
Così funziona. Quel Dio dell'Antico Testamento non contraddice il mondo in cui sono le cose adesso, ma assomiglia parecchio a Zeus. Sembra un uomo potentissimo che gioca con i suoi giocattoli come fanno i miei fratelli minori con i loro soldatini. Bang, Bang! Sette giocattoli cadono morti.
”
”
Octavia E. Butler (Parable of the Sower (Earthseed, #1))
“
Hvor skulle jeg begynne å lete? Min identitetsbygging ble et lappeteppe, en mosaikk av ulike bruddstykker og biter som jeg omhyggelig forsøkte å sette sammen til en Jason Michael Bosak Diakité. Jeg var aldri amerikaner, aldri svensk, aldri hvit, men heller aldri svart. Jeg var ingenmannslandet i verden
”
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Jason Timbuktu Diakité (En droppe midnatt - En familjebiografi)
“
Sherlock Holmes prese il suo flacone dall'angolo della mensola del caminetto e la sua siringa ipodermica da un elegante astuccio di marocchino. Con le sue dita lunghe e nervose infilò l'ago sottile e arrotolò la manica sinistra della camicia. Per un po', osservò pensoso l'avambraccio muscoloso e il polso, costellati di innumerevoli segni di punture. Alla fine, infilò con gesto deciso la siringa, premette il pistone e si abbandonò nella poltrona di velluto con un lungo sospiro di soddisfazione.
[...]
«Cos'è oggi», gli chiesi, «morfina o cocaina?»
[...]
«Cocaina», rispose, «soluzione al sette per cento. Vuole provarla?»
”
”
Arthur Conan Doyle (The Sign of Four (Sherlock Holmes, #2))
“
Man reiser litt omkring, man flakker fra sted til sted og man har den skjebne å støte på mennesker igjen som man engang før har sett, møte dem plutselig, på uventede steder, så man av overraskelse ganske glemmer å ta hatten av og hilse.Dette treffer meg ofte, ja meget ofte. Det er det intet å gjøre ved (Dronningen av Saba)
”
”
Knut Hamsun (Siesta)
“
En dusj av sprit og spytt stod fra kjeften hans. «For akkurat denne er nemlig ei hore!» Han stirra på meg, vill i blikket. «Hore!» gjentok han da jeg ikke reagerte. Ikke at jeg ikke visste at det å kalle en kvinne hore er det internasjonalt anerkjente klarsignalet til å reise seg og sette en knyttneve i avsenderens tryne. Men jeg ble sittende.
”
”
Jo Nesbø (Midnight Sun (Blood on Snow, #2))
“
Poirot var og ble en urokkelig tilhenger av den kontinentale form for frokost. Han ble helt ute av seg over å se meg sette til livs egg og bacon, - så sa han iallfall. Derfor spiste han da også frokost bestående av kaffe og rundstykker, mens jeg hadde min frihet til å begynne dagen alene med engelskmannens tradisjonelle egg og bacon og marmelade.
”
”
Agatha Christie (Peril at End House (Hercule Poirot, #8))
“
Ricordo poco di quella notte.
”
”
Paolo Casarini (I Sette della Setta dei Sette Mari (Le Poderose Avventure di Steev il Pirata e Riqi il Bucaniere, #1))
“
I periodi di vacanza sono quelli in cui si studia meglio, perché non si è distratti dalla scuola.
”
”
Carlo Rovelli (Sette brevi lezioni di fisica)
“
«Sticazzi!» aggiunse Italo.
Rocco picchiò un pugno sul tavolo. «Allora, bisogna che qui al nord cominciate ad imparare l'uso esatto dei termini e delle locuzioni romane. Sticazzi si usa quando di una cosa non te ne frega niente. Per esempio: Lo sai che Saint-Vincent ha 4.000 abitanti? Sticazzi, puoi dire. Cioè, chissenefrega. Come lo usate voi, Italo, è sbagliato. Devi cercare un ago in un pagliaio? Allora devi dire: mecojoni! Mecojoni indica stupore, lo usi per dire: accidenti! Capisci la differenza Italo? Non puoi usare sticazzi per esprimere meraviglia, sorpresa. Sticazzi lo usi per dire chissenefrega. Ho vinto alla lotteria 40 milioni di euro? Mecojoni, devi dire! Se dici sticazzi significa: non me ne frega niente. Ecco. Ricominciamo. Deruta e D'Intino devono cercare tutti i trans di Aosta e provincia. Tu che devi dire?».
«Mei cojoni?».
«Me cojoni» lo corresse.
«Me cojoni».
«Bravo Italo. Invece che a Courmayeur c'è la funivia?».
«Sticazzi».
«Perfetto. Hai appena imparato l'articolo sette della costituzione romana che recita: uno sticazzi al momento giusto risolve mille problemi.
”
”
Antonio Manzini (Pulvis et umbra)
“
I et land der vi med en viss rett ble roset for medier med både høy etisk standard og tendens til folkeskikk, opplevde han stadig oftere journalister som så ut til å glemme at presseetikken også gjaldt under innsamling av informasjon, og ikke bare for formidlingen. Altfor ofte hadde han sett at rollen som samfunnets vaktbikkje hadde glidd over i en glefsende jakthund
”
”
Jørn Lier Horst (Nattmannen (William Wisting, #5))
“
Chiudete bene la porta. Io arrivo senza rumore, con le mani guantate di nero.
Non sono il tipo brutale. E neppure vorace e stupido.
Sulle mie tempie e sui polsi potreste ammirare il disegno delicato delle vene, se ne aveste l'occasione.
Ma io entro nelle vostre stanze soltanto a tarda notte, quando l'ultimo degli invitati è andato via, quando i vostri orrendi lampadari si sono spenti, quando dormono tutti.
Chiudete bene la porta. Io arrivo senza rumore, con le mani guantate di nero.
Vengo solo per alcuni istanti, ma sette sere su sette e in tutte le case senza eccezione.
Non sono il tipo brutale. E neppure vorace e stupido.
La mattina, quando vi svegliate, contate i vostri soldi, i gioielli, non mancherà niente.
Nient'altro che un giorno della vostra vita.
”
”
Ágota Kristóf (La vendetta)
“
Quando ti piace uno, diventi un po’ come lui.
È proprio vero: mi piaceva Uman ed ero diventata un po’ come lui. Però ero diventata anche un po’ come me stessa, o comunque come lo spirito libero che ero da piccola. Con Uman avevo riscoperto quella prima versione di me. Avevo dimenticato quanto mi piaceva quella «me».
Ma non puoi continuare ad avere sette, otto, nove, dieci anni per tutta la vita, giusto? E non puoi neppure scappare. Non per sempre, neppure per tanto tempo. Non quando hai quindici anni. Forse mai. Il mondo che Uman mi aveva mostrato era un mondo falso, adesso lo capisco. False speranze. False promesse. Non potevo traboccare di vita come lui, non potevo essere così intensa, così trasgressiva, così indifferente alla vita e alla morte.
D’accordo, per un po’ siamo stati felici insieme, ma quella felicità non portava da nessuna parte.
”
”
Martyn Bedford (Twenty Questions for Gloria)
“
A tanta gente non devi porgere la mano ma solo la zampa: e voglio che la tua zampa abbia anche artigli. Ma il peggior nemico che puoi incontrare sarai sempre tu per te stesso; tu stesso ti tenderai l'agguato in caverne e foreste. Solitario, tu vai per la via che porta a te stesso! E la tua via passa davanti a te stesso e ai tuoi sette demoni! Sarai eretico per te stesso e strega e indovino e buffone e dubitatore ed empio e malvagio.
”
”
Friedrich Nietzsche (Così parlò Zarathustra (Italian Edition))
“
Han så noe bevege seg i halvmørket, oppå vasken, et par følehorn som svingte frem og tilbake.
En kakerlakk. Den var på størrelse med en tommelfinger og hadde en oransje stripe på ryggen. Han
hadde aldri sett en slik før, men det var kanskje ikke så rart – han hadde lest at det fantes over tre
tusen forskjellige arter kakerlakker. Han hadde også lest at de gjemmer seg når de føler vibrasjonene
av noen som kommer, at for hver kakerlakk du oppdager, er det minst ti som har kommet seg unna.
Det betydde at de var overalt. Hvor mye veier en kakerlakk? Ti gram? Hvis det var over hundre av
dem gjemt i sprekker og bak bordplater, ville det si at det var over et kilo kakerlakk i rommet. Han
grøsset. Det var knapt noen trøst å vite at de var reddere enn ham. Av og til hadde han en følelse av at
alkoholen hadde begynt å gjøre mer for ham enn den gjorde mot ham. Han lukket øynene og prøvde
å ikke tenke.
”
”
Jo Nesbø (Cockroaches (Harry Hole, #2))
“
«Jeg hadde vel tenkt å stikke opp dit aleine,» sa Harry. «Og la meg som er så mørkeredd, vara att her?» «Du fikk med deg det jeg sa om lasersikte?» Harry satte en pekefinger mot pannen. «Jeg er fortsatt brennmerka etter Smestaddammen. Dette er mitt prosjekt, og du er på pappaperm.» «Du har sett sånne diskusjoner på film når dama maser på helten om å få bli med på noe farlig?» «Ja …» «Je pleier å spole forbi det fordi je veit hvem som vinner. Skal vi gå?»
”
”
Jo Nesbø (Knife (Harry Hole, #12))
“
Han säger: "Låt mig få visa dig."
Och sedan kysser vi varandra. Eller jag tror åtminstone att vi kysser varandra - jag har bara sett det göras ett par gånger, snabba pickanden med stängda munnar, på bröllop eller vid högtidliga tilldragelser. Men det här liknar ingenting jag någonsin har sett eller föreställt mig eller ens drömt. Det här är som musik eller dans, fast bättre än båda. Hans mun är aningen öppen så jag öppnar min också. Hans läppar är mjuka, samma mjuka tryck som den tyst envisa rösten i mitt huvud som upprepar ordet ja.
Värmen bara växer inom mig, vågor av ljus välver sig och bryts och får mig att känna mig som om jag sväver. Han trär fingrarna genom mitt hår, kupar handen om nacke och bakhuvud, rör den fjäderlätt över axlarna, och utan att tänka eller vilja det hittar mina händer till hans bröst, rör sig över hudens hetta, skulderbladens ben som liknar vingspetsar, käkens krökning, nätt och jämnt täckt av skäggstubb - allt så underligt och obekant, och överdådigt ljuvligt nytt. Mitt hjärta trummar så hårt att det värker i bröstet, men det är den goda sortens smärta, som känslan man får den första riktiga höstdagen när luften är frisk och klar och löven krullar sig i kanterna och vinden doftar svagt av rök - som slutet och början av något på en och samma gång. Jag kan svära på att jag känner hans hjärta dunka ett svar under min hand, ett omedelbart eko av mitt eget hjärta, som om våra kroppar talade med varandra.
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Lauren Oliver (Delirium (Delirium, #1))
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È una tranquilla notte di Regime. Le guerre sono tutte lontane. Oggi ci sono soltanto sette omicidi, tre per sbaglio di persona. L'inquinamento atmosferico è nei limiti della norma. C'è biossido per tutti. Invece non c'è felicità per tutti. Ognuno la porta via all'altro. Così dice un predicatore all'angolo della strada, uno dall'aria mite, di quelli che poi si ammazzano insieme a duecento discepoli. Ce n'è parecchi in città. Dai difensori dei diritti dei piccioni alla Liga Artica. Siamo una democrazia.
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Stefano Benni (Baol. Una tranquilla notte di regime)
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La forza che tiene incollati i quarks all’interno dei protoni e dei neutroni è generata da particelle che i fisici, con poco senso del ridicolo, chiamano «gluoni», dall’inglese glue, colla. In italiano si tradurrebbe «colloni», ma fortunatamente usano tutti il nome inglese.
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Carlo Rovelli (Sette brevi lezioni di fisica)
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The stretch of the Appian Way past the Catacombs of San Sebastiano is the least interesting and most crowded (even dangerous). Avoid it by taking the pedestrian and bike path (open daily except Wed), which begins just past the Catacombs of San Sebastiano, at the intersection with Via delle Sette Chiese. To reach the path, go through the arch at #126. The quiet path parallels the Appian Way and takes you directly to the Catacombs of San Callisto. On Wednesdays, when the gate is closed, you’ll have to stay straight on Via Appia Antica, being careful of traffic.
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Rick Steves (Rick Steves' Tour: Appian Way, Rome)
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Una volta ho letto che, in media, la maggior parte delle cellule del nostro corpo si rinnova ogni sette anni. E il fatto ancora più strabiliante è che gli strati più superficiali della pelle si rinnovano ogni due settimane. Se tutte le nostre cellule facessero altrettanto, saremmo immortali. Ma alcune di esse, come quelle cerebrali, non si rinnovano. Invecchiano e fanno invecchiare anche noi. Fra due settimane la mia pelle non serberà più alcun ricordo della mano di Olly sulla mia, ma il mio cervello sì. Possiamo avere l'immortalità o la memoria tattile. Una cosa esclude l'altra.
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Nicola Yoon
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Sul serio, Taff. Mi ami? Voglio dire, mi ami davvero? Non solo perché siamo cresciuti insieme o stronzate del genere. Ma amore, nel senso di amore vero?”
“Amore tipo 'ti-sposerei-se-solo-in-Colorado-fosse-legale', ecco che tipo di amore,” disse serio David. Si piegò in avanti e appoggiò la testa contro l'addome di Zach, passando le braccia attorno ai suoi fianchi e appoggiandole sul tavolo dietro di lui. “Sono innamorato di te da sette fottuti anni, Zach Tyler, da quando mi hai baciato, e non mi importa se hai delle cicatrici o i pidocchi o i nervi a fior di pelle, ti amo e voglio stare con te. Puoi scappare, nasconderti e fare finta di niente, se vuoi; non ti chiedo nulla. Ma voglio che tu sappia quello che provo. So che non sei ancora pronto per una relazione seria, e va bene. Posso aspettare.”
Zach passò le mani tra i capelli arruffati di David, giocando con le ciocche screziate. “Sei completamente matto, lo sai, Taff? Proprio non riesco a capire perché diavolo tu voglia qualcuno come me. Sono del tutto fuori di testa; credo che tu te ne sia accorto, dopo ieri notte. Ma, Gesù, quanto lo voglio. Lo voglio davvero. Sono solo un po' spaventato.”
“Lo so. Anch'io
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Rowan Speedwell (Finding Zach (Finding Zach, #1))
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E ricorda: è importante che sia l'uomo il più innamorato dei due."
"Perché, mamma?"
"Perchè, mia cara, il cuore di una donna è mutevole ed è capace di innamorarsi anche più di una volta. Gli uomini, invece, nonostante tendano a esternare meno i propri sentimenti, quando amano, lo fanno per sempre.
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Lucinda Riley (The Seven Sisters (The Seven Sisters, #1))
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Om ett slumpmässigt urval av en befolkning vaccineras för att förhindra spridning av en infektion krävs det närmalt sett att man vaccinerar mellan 80 och 100 procent av befolkningen. ... Ett effektivare sätt är att inrikta sig på naven i nätverket, det vill säga de personer som befinner sig i nätverkets centrum eller de som har flest kontakter. [...] I själva verket kan man uppnå samma nivå av skydd genom att vaccinera omkring 30 procent av alla människor om man vaccinerar dem med hjälp av den här metoden som genom att slumpmässigt vaccinera 99 procent av befolkningen om man gör ett slumpmässigt urval!
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Nicholas A. Christakis (Connected: The Surprising Power of Our Social Networks and How They Shape Our Lives)
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Nei bar in cui non si poteva nè leggere nè piangere.
Quando guardavi indietro sembrava poi tutto sacro. Quando a separarci prima c’era una parete e adesso ci sono due rampe di scale con un eco fortissimo che si ripetono le parole per due volte tutte intere ma i nostri silenzi infiniti. Sprechiamo ancora qualcosa ma assieme, non come i tuoi giri di quando cadevi sempre in scooter. Per immaginarla mi metto degli occhiali da sole anche se non ce n’è bisogno, per il colore della sua pelle che è più scuro. Per resuscitare in un altro bar alle sette di sera. Queste grandiose solitudini, e questi scavi archeologici per mettersi a scrivere sulle tastiere di pianoforti affittati che suonano da anni nei pianobar. Mi ricordi quel personaggio di Moebius che è vestito di un cielo stellato. Uscendo dalla metropolitana non riuscivo mai a capire in che punto sarei arrivato in superficie, in quale degli incroci. Vedevo solo questo rettangolo di cielo che difficilmente era colorato. Poi subito ti travolgevano se ti guardavi troppo attorno ma era bello lo stesso. Se dentro siamo fatti siamo fatti di minerali. E il nostro lato instabile è un cerchio. se l’ametista delle nostre iridi e il piombo delle nostre viscere si fondessero, sai che freddo amore mio d’inverno a mettersi a volare.
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Vasco Brondi
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Tidene forandrer seg, alt forandrer seg, bare ikke Notodden, for den er Norsk Hydros misforståelse.
Norsk Hydro har flyttet sin hovedproduksjon til Herøya, sitt hovedkontor til Oslo, er store ute i verden, og produserer gass på Karmøy og kraft i Glomfjord, og så å si intet på Rjukan, men Rjukan er ingen misforståelse, den er en del av den verden som forandrer seg.
Rjukan har hatt sin storhetstid, Notodden kun sin store misforståelse.
Men vi forlater aldri Notodden, vi tviholder på vår misforståelse. Vi nedlegger alt her, men ikke uten å sette inn noe i stedet. Det er min oppgave.
Opp gjennom årene har vi hatt vår største misforståelse i tankene, og aldri forlatt den.
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Dag Solstad (T. Singer)
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Abbiamo questo ritratto di famiglia, non quello appeso in corridoio, ma un altro in cui avrò sei o sette anni. Fu una giornata infernale. Muriel aveva appiccicato una gomma da masticare sul libro di David, io avevo il raffreddore e i miei non la piantarono di litigare finché non scattò il flash. Però, nell'immagine abbiamo tutti un'aria così...felice. Ricordo di averla guardata e di aver pensato che le foto erano una finzione. Così, senza contesto, ti illudono di essere il fotogramma di una vita, ma il fatto è che la vita è fluida, mica una sfilza di fermo immagini. Quindi le foto sono una messinscena. Il che è uno dei motivi per cui le amavo. Tutti credono che dicano la verità, invece sono solo una bugia molto convincente.
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Victoria E. Schwab (The Invisible Life of Addie LaRue)
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Invidio al tavolo le sue cicatrici, i segni lasciati dalle teglie roventi del pane. Invidio il suo placido senso del tempo e spero un giorno di poter dire: questo l'ho fatto cinque anni fa. Ho fatto questo segno, gli anelli si sono formati per una tazzina di caffè bagnata, questa era una bruciatura di sigaretta, questa una scala di tagli contro la venatura grezza del legno. Qui è dove mio figlio ha inciso le sue iniziali, quando ha compiuto sei anni, questo un punto segreto dietro la gamba del tavolo. Questo l'ho fatto in una giornata calda sette estati fa, con il coltello da carne. Ti ricordi? Ti ricordi l'estate che il fiume è rimasto a secco? Ti ricordi?
Invidio al tavolo il suo placido senso d'appartenenza. Come di chi è stato in un posto tanto a lungo, da farne parte.
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Joanne Harris (Chocolat (Chocolat, #1))
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Før dere skilles, klapper han deg på skulderen og sier navnet ditt, du er god på bunn, sier han, men i bunnen av deg finnes ingenting, du er bunnløs og det som skvulper der nede er i hvert fall ikke godt, og det har kanskje aldri funnes i deg, det gode, det har sittet i kjeften og i hendene men aldri slått dypere røtter, slik tenker du nå, før du vrenger tanken av deg; vekten av den er ikke til å bære.
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Roskva Koritzinsky (Jeg har ennå ikke sett verden)
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Nell’ultimo decennio le donne hanno infranto le strutture del potere; contemporaneamente i disturbi legati all’alimentazione sono cresciuti in maniera esponenziale, e la chirurgia estetica è diventata la specialità medica che si è sviluppata più rapidamente.1 Negli ultimi cinque anni le spese consumistiche sono raddoppiate, la pornografia è diventata la principale fonte di guadagno nell’ambito dei mass media,2 e trentatremila donne americane hanno fatto sapere ai ricercatori che preferirebbero perdere da cinque a sette chili piuttosto che raggiungere un qualsiasi altro obiettivo.3 C’è un numero sempre crescente di donne che hanno più denaro, più potere, più opportunità, più riconoscimenti legali; ma per come si giudicano dal punto di vista fisico, probabilmente stanno peggio delle loro nonne non ancora emancipate.
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Naomi Wolf (The Beauty Myth)
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«Non sta bene» sbottò il Capitano Gleran, esigendo la nostra piena attenzione con uno sguardo fermo. «Non starete bene.» Esitò, vibrando di rabbia. «Avete perso un compagno e, credetemi, vi posso capire. Ma la vita continua. Fate un lavoro in cui la vostra vita è a rischio ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette. C'è il cento per cento di probabilità di morire in una missione, è così per tutti. I soldati muoiono ogni giorno, ma voi non piangete per loro, non smettete di vivere. E così dev'essere anche questa volta. L'unica differenza è che la conoscevate, la persona che non c'è più, e avete un volto da ricordare. Molti, invece, vengono dimenticati. Nessuno piange la loro morte. Il vostro amico era fortunato e non è morto per colpa vostra. Succede. Sempre. Dovete accettarlo e andare avanti, se davvero volete salvare delle vite.»
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Chiara Cilli (L'ultima alba (La guerra degli Dei, #2))
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A sei anni i miei genitori mi raccontarono che dentro il mio cranio c’era una gemma piccola e scura, che imparava a essere me.
Microscopici ragni avevano tessuto una ragnatela dorata nel mio cervello, perché l’istruttore contenuto nella gemma potesse udire il sussurro dei miei pensieri. La gemma origliava i miei sensi e interpretava i messaggi chimici trasportati dalla circolazione sanguigna: la gemma vedeva, udiva, odorava, gustava e toccava il mondo esattamente come me, mentre l’istruttore monitorava i suoi pensieri e li confrontava con i miei. Ogni qualvolta questi pensieri erano sbagliati, l’istruttore, più veloce del pensiero, dava una risistemata alla gemma, facendo una piccola modifica qua e là, apportando i cambiamenti necessari per correggere i suoi pensieri.
Perché? Perché quando non avessi più potuto essere me, la gemma avrebbe potuto esserlo al posto mio.
Io pensai: “Se ciò che sento mi fa sentire strano e mi dà le vertigini, cosa deve provare la gemma?”. Esattamente la stessa cosa, riflettei; non sa di essere la gemma e anch’essa si domanda cosa può provare la gemma, rispondendosi poi:
“Esattamente la stessa cosa, non sa di essere la gemma, e anch’essa si domanda cosa può provare la gemma”.
E anch’essa si chiede...
(Ne ero certo, visto che io me lo domandavo.)
... anch’essa si interroga se è l’Io reale o se semplicemente è la gemma che sta imparando a essere me.
Divenuto un dodicenne pieno di superbia e di scherno, mi presi gioco di quelle preoccupazioni infantili. Tutti avevano la gemma, salvo i membri di oscure sette religiose, e sprecare tempo su una banalità simile mi appariva una perdita di tempo. La gemma era la gemma, un fatto universale della vita, una cosa comune come una cacca. Io e i miei amici vi costruivamo battute stupide, come facevamo con le cose del sesso, per provare a noi stessi quanto eravamo saputi in quel campo.
In realtà, però, non eravamo saputi e imperturbabili come pretendevamo di essere. Un giorno, mentre giocavamo nel parco chiacchierando del più e del meno, uno della banda, il suo nome l’ho dimenticato, ma lo ricordo come una persona troppo intelligente per il suo stesso bene, si mise a domandare a ciascuno di noi: — Chi sei tu? La gemma o l’essere umano?
Noi tutti rispondemmo indignati, senza esitare: — L’essere umano!
Quando tutti ebbero risposto, lui rise e affermò: — Bene, io no. Io sono la gemma. Siete degli stronzi perdenti e mangerete merda, perché voi tutti finirete spazzati via nel cesso cosmico, ma io, io vivrò per sempre.
Lo picchiammo fino a fargli colare il sangue dal naso.
Dal racconto Imparare a essere me.
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Greg Egan (Axiomatic)
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A quei tempi consumavo un'enorme quantità di gesso, per via di una carenza di calcio. La cosa mi causava un po' di febbre, ma non ne ho mai approfittato per trascurare la scuola, poiché – come dico sempre – amavo i professori e in special modo il professore (assai brillante) di lettere.
È per questo che, impietosito dal poveretto, dopo che i suoi allievi gli avevano assassinato una poesia, alle dodici e trenta precise, nel parco accanto alla scuola e con l'aiuto di una corda per saltare dimenticata lì da qualche bambina, ho messo fine ai suoi tormenti.
Il mio gesto umanitario fu ricompensato con sette anni di reclusione. Sia chiaro, non ho mai avuto di che pentirmene, tanto quei sette anni furono ricchi di insegnamenti di ogni genere, e tanto erano grandi il mio affetto per le guardie e la mia ammirazione per il direttore del carcere.
Ma questa è un'altra storia.
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Ágota Kristóf (La vendetta)
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Baldabiou era l’uomo che vent’anni prima era entrato in paese, aveva puntato diritto all’ufficio del sindaco, era entrato senza farsi annunciare, gli aveva appoggiato sulla scrivania una sciarpa di seta color tramonto, e gli aveva chiesto – Sapete cos’è questa? – Roba da donna. – Sbagliato. Roba da uomini: denaro. Il sindaco lo fece sbattere fuori. Lui costruì una filanda, giù al fiume, un capannone per l’allevamento di bachi, a ridosso del bosco, e una chiesetta dedicata a Sant’Agnese, all’incrocio della strada per Vivier. Assunse una trentina di lavoranti, fece arrivare dall’Italia una misteriosa macchina di legno, tutta ruote e ingranaggi, e non disse più nulla per sette mesi. Poi tornò dal sindaco, appoggiandogli sulla scrivania, ben ordinati, trentamila franchi in banconote di grosso taglio. – Sapete cosa sono questi? – Soldi. – Sbagliato. Sono la prova che voi siete un coglione.
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Alessandro Baricco (Silk)
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Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco
ciò che l'amore non capisce,
perdono
ciò che l'amore mai perdonerebbe.
Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi sui ogni atlante.
È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
"Non devo loro nulla" –
direbbe l'amore
sulla questione aperta.
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Wisława Szymborska
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Le cose non stanno andando come avrei voluto. Non stanno andando come io avevo programmato. Ma lo fanno mai? C’è mai qualcosa che veramente funzioni? E per di più questa cosa tra tutte le altre? Un giorno, appena quindicenne, decido all’improvviso di essere innamorato di un uomo che ha sette anni più di me. Pensavo ci fosse qualcosa tra noi. Lo pensavo anche se non sapevo darle un nome. E allora? Bear mi ha dato una possibilità di sfuggire alla mia stessa codardia e io l’ho abbracciata con il trasporto di un bambino incapace di prendere da solo le proprie decisioni, incapace di scegliere da solo il proprio futuro. Ed è dolore questo? Penso davvero che questo sia dolore? Sono sopravvissuto all’abbandono da parte di mia madre quando avevo cinque anni. Sono sopravvissuto alla morte della donna che ne aveva preso il posto quando ne avevo nove. Dopo tutto quello che mi è successo, dopo tutto quello che ho passato, deve essere questa la cosa che mi fa crollare? È questo ciò che mi metterà in ginocchio? Allora me lo merito. Me lo merito perché, se non riesco a sopravvivere a questo, allora non sarò capace di sopravvivere a niente.
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T.J. Klune (The Art of Breathing (Bear, Otter, and the Kid, #3))
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COBOL er i dag uten tvil verdens mest brukte høynivå programmeringsspråk. Det har vært i kontinuerlig bruk siden den første kompilatoren så dagens lys i 1960. En rekke versjoner av COBOL er blitt standardisert og internasjonalisert, først i 1968, senere i 1974 og i 1985. Som standardisert språk har COBOL klart vist sin verdi. Men på tross av dette har ettervirkningene fra utviklingen vært forholdsvis beskjedne, bortsett fra det IBM-utviklede generelle programmeringsspråket PL/1 som ble lansert i begynnelsen av 1970-årene.
Kanskje en av grunnene til en manglende bred videreføring av COBOLs gode prinsipper og strukturer er at få har sett det mulig å gå videre. En annen grunn er kanskje at mesteparten av COBOL-brukerne er nettopp brukere og ikke teknologer. Den store masse av brukerne er enten ikke i stand til eller interessert i å utvikle et nytt programmeringsspråk, så lenge de har ett som virker bra, og som dessuten har vist seg å være utrolig pålitelig. COBOL har derfor vært uten virkelig konkurranse i over førti år. Selv i dag skrives det flere applikasjonsprogrammer i COBOL enn i hvilket som helst annet høynivå programmeringsspråk, FORTRAN inklusivt.
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Per Asbjørn Holst (Datateknologiens utvikling)
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Io ero già tutto preso dalla porta e dalla brutta sensazione che mi aveva creato fin dal principio. Era una porta ad arco di fattura toscana, laccata di bianco, elegante e del tutto in sintonia con il colore smorto delle pareti esterne. Però l'idea generale conferiva la sensazione di una patina calata sulla casa in una giornata bigia di pioggia e mai più scivolata via. Il particolare che stonava di più con l'immagine tutto sommato omogenea del resto erano le due finestrelle di vetro smerigliato. Due quarti di cerchio, disposti l'uno accanto all'altro all'interno del semicerchio superiore della porta, con gli angoli a novanta gradi rivolti verso l'esterno. Sembravano i due occhi opachi di un catatonico.
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Fabrizio Valenza (La porta sbagliata (Le sette case, #1))
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That shifting, layered sensibility is also, in part, the world into which the King James Bible was born. The king’s instructions were perfectly explicit: they were to use ‘circumlocution’, in other words language in which meaning was to be ‘sett forth gorgeously’. There was no terror of richness in this. Richness, as King David had known when he decorated the temple for God, was one of the attributes of God. Majesty, honour and power were gorgeous in themselves and the Jacobean sense of the beautiful loved both pearls and diamonds, both openness and ceremony. Miles Smith referred in his Preface to ‘the Sun of righteousness, the Son of God’, and it was the beams of that sun which the King James Translators would bring to the people. But the sense of clarity and directness was sewn and fused to those other Jacobean virtues: a pattern of order and authority; the majestic substance, the ‘meat’ of the word of God; the great ceremonial atmosphere of its long, carefully organised, musical rhythms, a ceremony of the word; an atmosphere both godly and kingly; both rich and pure, both multiplicitous and plain. This Bible, in other words, would absorb the full aesthetics of the age. You only have to read the Translators at full flood, feeling behind them the sense of unstoppable divine authority, to hear the immense, gilded majesty of the translation. In describing God’s assembling of the armies of a vengeful justice, they reached their apogee:
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Adam Nicolson (God's Secretaries: The Making of the King James Bible)
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Derfor vil vi heller stille det mindre pretensiøse spørsmålet om hva menneskene i sin atferd selv stiller opp som mål og hensikt med livet, hva de krever av det, og hva de vil oppnå med det. Svaret her er neppe til å ta feil av. De streber etter lykken, de vil være og forbli lykkelige. Denne streben er tosidig med et positivt og et negativt mål; på den ene siden viker vi unna for ulyst og smerte, på den andre siden ønsker vi å oppleve sterke lystfølelser. I overensstemmelse med denne spalting i målsettingen streber menneskene i to retninger, alt etter som de søker å virkeliggjøre det ene eller det andre målet. Det er som man ser ganske enkelt lystprinsippets program som her settes opp som hensikten med livet. Allerede fra begynnelsen av behersker dette prinsippet det sjelelige apparats ytelser. Om prinsippets hensiktsmessighet kan de ikke være noen tvil, og likevel er dets program i strid med hele verden, med makrokosmos såvel som med mikrokosmos. Det er overhodet ikke gjennomførlig. Hele altets innretninger motarbeider det, og man føler seg fristet til å si: Den hensikt å gjøre mennesket «lykkelig», er ikke med i «skapelsesplanen». Hva man i engere forstand kaller lykke, skyldes den plutselige tilfredsstillelse av et lenge oppdemmet behov og er derfor i sin natur mulig kun rent episodisk. Enhver konstans, enhver vedvaren i en situasjon med utspring i lystprinsippet, gir bare et lunkent velvære. Vi er slik innrettet at vi bare kan nyte kontrasten intensivt, selve tilstanden blir svak i sammenligning. Våre muligheter til å oppleve lykke reduseres på den måten ved vår konstitusjon. Ulykken lar seg nok langt lettere erfare. Fra tre sider truer lidelsene oss: Fra vår egen kropp, som går mot forfall og oppløsning og som varselsignal ikke mangler smerte og angst, fra omverdenen, som kan rase mot oss med overmektige, ubønnhørlig ødeleggende krefter, og endelig fra forholdet til andre mennesker. Den lidelsen som kommer fra den siste kilden, føles muligens sterkere enn noen annen.
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Sigmund Freud
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Cos'altro posso fare per incoraggiarvi a far fronte alla vita? Ragazze, dovrei dirvi – e per favore ascoltatemi, perché comincia la perorazione – che a mio parere siete vergognosamente ignoranti. Non avete mai fatto scoperte di alcuna importanza. Non avete mai fatto tremare un impero, né condotto in battaglia un esercito. Non avete scritto i drammi di Shakespeare, e non avete mai impartito i benefici della civiltà ad una razza barbara. Come vi giustificate? È facile dire, indicando le strade, le piazze, le foreste del globo gremite di abitanti neri e bianchi e color caffè, tutti freneticamente indaffarati nell'industria, nel commercio, nell'amore: abbiamo avuto altro da fare. Senza la nostra attività nessuno avrebbe solcato questi mari, e queste terre fertili sarebbero state deserto. Abbiamo partorito e allevato e lavato e istruito, forse fino all'età di sei o sette anni, i milleseicentoventitré milioni di esseri umani che secondo le statistiche sono attualmente al mondo; e questa fatica, anche ammettendo che qualcuno ci abbia aiutate, richiede tempo. C'è del vero in quel che dite – non lo nego. Ma nello stesso tempo devo ricordarvi che fin dal 1866 esistevano in Inghilterra almeno due colleges femminili; che, a partire dal 1880, una donna sposata poteva, per legge, possedere i propri beni; e nel 1919 – cioè più di nove anni fa – le è stato concesso il voto? Devo anche ricordarvi che da ben dieci anni vi è stato aperto l'accesso a quasi tutte le professioni? Se riflettete su questi immensi privilegi e sul lungo tempo in cui sono stati goduti, e sul fatto che in questo momento devono esserci quasi duemila donne in grado di guadagnare più di cinquecento sterline l'anno, in un modo o nell'altro, ammetterete che la scusa di mancanza di opportunità, di preparazione, di incoraggiamento, di agio e di denaro non regge più. Inoltre gli economisti ci dicono che la signora Seton ha avuto troppi figli. Naturalmente dovete continuare a far figli, ma, così dicono, solo due o tre a testa, non dieci o dodici.
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Virginia Woolf (A Room of One's Own)
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Si indicava lo scanno dove sedevano gomito a gomito i sette rappresentanti dell'Haute Garonne, che invitati a pronunciarsi sul verdetto di condanna di Luigi XVI, avevano così proposto uno dopo l'altro: Mailhe, la morte. Delmas, la morte. Projean, la morte, Calès, la morte, Ayral, la morte, Julien, la morte. Desancy, la morte. Eco fatale che riempie in sé tutta la storia, dal giorno in cui fu instaurata la giustizia umana, eco sepolcrale tra le mura di tribunali. Si indicavano a dito gli uomini che avevano espresso il loro tragico giudizio, in tanta confusione; Paganel, che aveva detto: «Un re non può essere utile che con la sua morte. Dunque, a morte»; Millaud, il quale aveva gridato: «Se la morte non esistesse, oggi bisognerebbe inventarla»; il vecchio Raffron du Truillet, che aveva detto: «La morte, al più presto»; Goupilleau, il quale aveva urlato:«Subito al patibolo. Ogni lentezza aggrava la morte»; Sièyès, che aveva espresso con funerea concisione il suo voto: «La morte»; Thuriot, che si era opposto alla proposta di Buzot, tendente a proporre un appello al popolo: « È mai possibile?Le assemblee primarie? È mai credibile? Quarantamila tribunali, processo senza fine. La testa di Luigi XVI avrebbe tempo di incanutire, prima di cadere»; Augustin-Bon Robespierre, che, dopo il voto del fratello, aveva gridato: « Io non riconoscerei umanità che sgozzasse i popoli e perdonasse ai despoti. A morte! Chiedere un rinvio vuol dire appellarsi ai tiranni e non al popolo »; Foussedoire, sostituto di Bernardin de Saint-Pierre, il quale aveva sentenziato: «Sento tutto l'orrore di un'effusione di sangue, ma il sangue di un re non è sangue di creatura umana. A morte!»
Jean-Bon Saint-André che aveva detto: «La libertà dei popoli si identifica con la morte dei tiranni»;
Lavicomterie, assertore di questa formula: «Finchè un tiranno respira, la libertà soffoca. A morte!»; Chateauneuf-Randon, il quale aveva gridato: «Morte a Luigi l'ultimo!» Guyardin che vaeva espresso questo parere: «Deve essere giustiziato alla Barrière – Renversée!» volendo indicare la barriera del Trono; Tellier, il quale aveva detto: «Si deve fondere un cannone che abbia il calibro della testa di Luigi XVI, per combattere i nostri nemici».
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Victor Hugo (Ninety-Three)
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Elenco di titani. A destra una legione di pensatori, la Gironda; a sinistra un gruppo di atleti: la Montagna. Da un lato Brissot, che aveva avuto in consegna le chiavi della Bastiglia; Barbaroux, influenzatissimo dai Marsigliesi; Kéervélegan, che disponeva del battaglione di Brest accasermato al fabourg Saint-Marceau; Gensonné, che aveva consacrato una supremazia dei rappresentanti sui generali; il truce Gaudet, al quale la regina aveva mostrato alle Tulieries il delfino addormentato, il fatale Gaudet che baciò la fronte del fanciullo e fece mozzare la testa al padre; Salles, il chimerico delatore di collusioni della Montagna con l'Austria; Sillery, lo zoppo della destra come Couthon era lo storpio della sinistra; Lause-Duperret, che trattato da uomo scellerato da un giornalista, invitò a cena quest'ultimo affermando che, secondo lui, scellerato stava a significare semplicemente un uomo che pensava in modo differente; Rabaut-Saint-Étienne, che aveva iniziato il suo almanacco per il 1700 con le parole «La Rivoluzione è finita»; Quinette, che fu tra coloro che accelerarono la fine di Luigi XVI; il giansenista Camus, che stava redigendo la costituzione civile del clero, credeva ai miracoli del diacono Paris, e si prosternava ogni sera davanti a un Cristo alto sette piedi inchiodato al muro della sua stanza; Fauchet, un prete che con Camille Desmoulins aveva partecipato al 14 Luglio; Isnard, colpevole di aver asserito: «Parigi sarà distrutta», mentre Brunswick affermava: «Parigi sarà incendiata»; Jacob Dupont, il primo a professare: «Io sono ateo » ottenendo da Robespierre questa singolare risposta: «L'ateismo è aristocratico»; Lanjuinais, tenace, sagace, coraggioso bretone; Ducos, l'Eurialo di Boyer-Fonfrède, Rebecqui, il Pilade di Barbaroux, che presentò le dimissioni per il ritardo frapposto all'esecuzione di Robespierre; Richaud, ostile al permanere delle sezioni; Lasource, che aveva lanciato questo motto micidiale: «Guai alle nazioni che si mostrano riconoscenti» e che, ai piedi del patibolo, doveva contraddirsi con queste parole lanciate alla Montagna. «Noi moriamo perché il popolo sonnecchia, voi morirete quando si sveglierà» Biroteau, che fece decretare l'abolizione dell'inviolabilità, e fu così, l'incosciente fabbro della mannaia e carnefice di se stesso; Charles Villatte, che mise in pace la propria coscienza con questa protesta: «Non voterò mai sotto la minaccia di un coltello»; Luovet, autore di Fabulas, che finì come libraio in Palais-Royal avendo per cassiere Lodoiska; Mercier, autore dei Tableaux de Paris, il quale affermava: «Tutti i re hanno sentito sulla loro nuca il 21 gennaio»; Marec, che si preoccupava soltanto della «fazione degli antichi pregiudizi»il giornalista Carrà, che davanti al patibolo commentava: «Sono seccato di morire perché non potrò assistere al seguito»; Vigés che si vantava di essere granatiere del secondo battaglione di Mayenne-et-Loire, e che, alle minacce che gli venivano dalla tribuna del pubblico, urlava: «Io chiedo che al primo mormorio del pubblico, ognuno di noi esca di qui per marciare su Versailles, spada in pugno!»; Buzot, votato alla morte per fame;Valazé, votato al proprio pugnale; Condorcet, che doveva morire a Bourg-la-Reine, località ribattezzata Bourg Ėgalité, denunciato da un libro di Orazio che teneva in tasca; Pétion, adorato dalla folla nel 1792 e divorato dai lupi nel 1794, e altri venti ancora; Ponécoulant, Morbotz, Lidon, Saint-Martin, Dussaulx, traduttore di Giovenale e combattente nella campagna di Hannover, Boileau, Bertrand, Lesterp-Beuavais, Lesage, Gomaire, Gardien, Mainvielle, Duplantier, Lacaze, Antiboule, primo fra tutti, un Branave che veniva chiamato Vergniaud.
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Victor Hugo (Ninety-Three (Annotated & Illustrated))
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Duane: ...That's disgraceful!
Sette: So's your face!
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Ashely Cope
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Det er ulike typer eiendomsinvesteringer som nye investorer krever å sette pris på: Kommersiell fast eiendom, bolig, eiendomsmegling, eiendomsmegling, eiendomsmegling, REITs, boliglån og salg / leaseback-transaksjoner. Hver har sine egne fordeler og ulemper.
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erikeriksenno
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Og så held han på der borte, i fire og fem timar, den store mannen, som sett frå huset blir ein liten figur i det fjerne, mot austhimmelen. Han sår ei vending og nok ei vending og enda ei vending med såmaskinen.
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Edvard Hoem (Liv andre har levd)
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Mi mancherai moltissimo, ma chi ha le ali non è fatto per stare chiuso in gabbia, Se lo ami devi lasciarlo libero di voltare.
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Lucinda Riley (The Seven Sisters (The Seven Sisters, #1))
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A city is different things to us at different times - of the day, of the year, of our life. Many years have passed since I was in the backseat of the car, taken with the razzle-dazzle. Today, I'm more drawn to the neighborhood coffee shops, or modest old parks like Abingdon Square in Greenwich Village, where farmers come to sell cheese and eggs under the London Plane trees. I have a soft spot for the little urban island like McCarthy Square, with its birdhouses - some with simple peak roofs; others with multiple stories and decks, made of miniature wood logs, like ski chalets - that poke out from shrubs and evergreens. I like the quiet of the West Village in the morning, where sidewalk chalkboards outside restaurants and coffee shops promise caffeine and better days, and streets paved with setts - Jane, West 12th, Bethune, Bank - feed into Washington Street like streams emptying into a river.
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Stephanie Rosenbloom
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Han log blekt, som om han egentligen aldrig sett något le men hade läst en bok om hur man gjorde.
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Philip Reeve (Mortal Engines (Mortal Engines, #1))
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«Questa sera abbiamo raggiunto i sette milioni di voti per i nostri finalisti, Hannah Isaacs e i Wildcard. E il vincitore è...»
Corey non ce la faceva ad ascoltarlo, così fissò il buio, la mano di Toby nella sua e quella di Angel dall’altro lato, le dita intrecciate. Non riusciva a guardare né ad ascoltare, poteva solo rubare un po’ della salda tenacia del suo fidanzato.
Poi, proprio quando la pausa cominciava a diventare troppo, fu annunciato il vincitore.
«... i Wildcard!»
L’arena eruppe in un boato assordante. Carta dorata piovve su di loro dal soffitto, migliaia di piccole ali svolazzanti che li circondarono riflettendo le luci della ribalta. Corey sentì Scott urlare, Toby che rideva e DK che strillava «Sì!» a ripetizione. Il giovane strinse forte la mano di Angel e solo allora comprese che questo significava avere successo: era reale e Corey teneva per mano l’uomo con cui sarebbe rimasto per sempre.
Era perfetto.
Avevano tutta la vita davanti
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R.J. Scott (Boy Banned)
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The Tragedy of the Commons is averted by a suite of automatic setttings - moral emotions that motivate and stabilize cooperation within limited groups. But the Tragedy of Commonsense Morality arises because of automatic settings, because different tribes have different automatic settings, causing them to see the world through different moral lenses.
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Joshua D. Greene (Moral Tribes: Emotion, Reason, and the Gap Between Us and Them)
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[...] altre che, probabilmte e sfortunatamente, sono passate per questo mondo senza lasciare tracce che la mia gente potesse raccogliere."
Vin esitò. "E tu hai memorizzato tutte queste religioni?"
"Per quanto possibile" rispose Sazed. "Le loro preghiere, le loro credenze, le loro mitologie. Parecchie sono simili: rami o sette Luna dell'altra."
"Anche così, come puoi di ricordartele tutte?"
"Ho i miei... metodi."
"Ma a che scopo?"
Sazed si accigliò. "La risposta dovrebbe essere ovvia, ritengo. Le persone sono preziose, padrona Vin, e così le loro credenze. Dal tempo dell'Ascensione, mille anni fa, così tante fedi sono scomparse. [...] Se qualcuno non le ricorda, semplicemente scompariranno.
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Brandon Sanderson
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Vi gikk til arbeidet med hjertens lyst, for her vokste tomater i store mengder. Det var i oktober, og tomatene begynte å tørke inn. Jeg hadde ikke sett tomater på lang tid, og for meg var de røde og deilige. Vi spiste så mye vi orket. Smaken var himmels. For første gang under mitt fangeopphold kunne jeg spise meg tilnærmet mett.
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Robert Savosnick (Jeg ville ikke dø)
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Parigi. Nessuno ti assomiglia.
Dopo una settimana la pioggia aveva lasciato il posto a un pallido sole che faceva sperare nel tanto atteso arrivo della primavera.
Amélie si affacciò alla porta del laboratorio dove Gérard stava lavorando chino sul suo tavolo.
«Dimmi Amélie» disse lui senza alzare gli occhi dal gioiello che aveva davanti.
«Sono le sette, se per te va bene io andrei a casa» disse la ragazza.
«Aspetta» la fermò lui, facendole segno con la mano di avvicinarsi.
Poi si alzò dalla sedia e cominciò a srotolare le maniche della camicia candida.
Amélie si avvicinò per osservare, appoggiato al tavolo, un meraviglioso collier d’oro bianco.
Era una fascia larga e piatta, completamente liscia, sulla quale erano stati incastonati una serie di zaffiri alternati a piccoli diamanti che andavano a formare un disegno geometrico elegante e luminoso.
«È bellissima – sorrise lei senza toccarla – è per la cantante lirica che hai visto il mese scorso?».
Lui annuì allacciandosi i gemelli ai polsini della camicia.
«Mi fai un favore prima di uscire?» chiese poi.
Lei lo guardò accendere un paio di luci più intense, che solitamente teneva spente durante il lavoro al tavolo, prima di raccogliere con delicatezza il collier.
«Ho bisogno di vedere come sta indossato» disse avvicinandosi.
Lei sorrise sollevandosi i lunghi capelli sciolti con una mano mentre Gérard appoggiava la collana intorno al suo collo.
Le dita di lui sfiorarono la pelle morbida agganciando il fermo.
Inspirò il profumo della sua pelle tanto vicina, un profumo di vaniglia che riempì i sensi di lui.
«La cliente mi assomiglia?» chiese Amélie inclinando la testa da un lato.
Un gesto che evidenziò la luminosità dei suoi occhi che lo fissavano innocenti e cristallini.
«No» si limitò a dire l’uomo con la sensazione che l’aria diminuisse.
Nessuno ti assomiglia pensò.
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Carragh Sheridan
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Faktisk burde jeg ha skrevet til de andre 66 enkene også. Jeg burde ha sendt et standard kondolansebrev til hver og én: Kjære _____ Det er med stor beklagelse og et visst vemod jeg skriver for å opplyse Dem om at det var jeg som drepte Deres ektemann. Jeg er selvfølgelig klar over at intet kan erstatte Deres livs største kjærlighet, og uansett hvor dypt min beklagelse måtte stikke, kan den aldri bringe ham tilbake. Allikevel vil jeg be Dem om å forsøke å sette Dem inn i min situasjon. På det tidspunktet da deres ektemann ble henrettet, var jeg profesjonell leiemorder for en viss landsomfattende organisasjon. Drap var levebrødet mitt. Fra 2000 til 2006 drepte jeg 67 mennesker. Deres ektemann var én av mange.
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Hallgrímur Helgason (The Hitman's Guide to Housecleaning)
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Che creatura ripugnante, l'uomo", commentò.
"Perché?" chiesi.
"Beve il latte di altri animali", spiegò. "In effetti è l'apice del contronatura. Quando mai a un cavallo viene in mente di farsi allattare da una vacca?
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Halldór Laxness (Sette maghi)
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Dall'archivio magnetico del signor Alex D. Alla fine, l'equilibrio interiore non é da cercare. Forse ce l'abbiamo già, e più ci muoviamo o agitiamo o altro, e più ce ne alltonatniamo. Il fatto é che a parlare di equlibrio interiore mi sento un povero stronzo. Mi sembra uno di quei termini che si usano nelle sedute di psicoanalisi liberatoria collettiva o nei rifugi per donne violentate.
Okay. Tutto mi dice di essere forte, determinato negli scopi, capace di andare avanti nella Vita, ma se uno sente che é arrivato il momento di cambiare un pò rotta o anche solo il bisogno di fermarsi a ragionare sul serio per proprio conto? Voglio dire: e i cazzi di sette e mezzo in latino, per esempio, che da semplici strumenti sono diventati una specie di fine ultimo?... Insomma, a quanto ne so dovrei studiare per strappare un titolo di studio che a sua volta mi permetta di strappare un buon lavoro che a sua volta mi permetta di strappare abbastanza soldi per strappare una qualche cavolo di serenità tutta guerregiata e ferita e massacrata dagli sforzi inauditi per raggiungerla.
Cioè, uno dei fini ultimi é questa cavolo di serenità martoriata. Il ragionamento é così. Non ci vuole un genio. E allora, perché dovrei sacrificare i momenti di serenità che mi vengono incontro spontaneamente lungo la strada?
Perché dovrei buttarli in un pozzo, se fanno parte anche loro del fine a cui tendere? Se un pomeriggio posso andare a suonare o uscire con una ragazza che mi piace, perché cavolo devo starmene in casa a trascrivere le versioni dal traduttore o far finta di leggereil sunto di filosofia? La realtà é che mi trovo a sacrificare il me diciassettenne felice di oggi pomeriggio a un eventuale me stesso calvo e sovrappeso, cinquantenne soddisfatto, che apre la porta del garage col comando a distanza e dentro c'ha una bella macchina, una moglie che probabilmente gli fa le corna col commercialista e due figli gemelli con i capelli a caschetto identici in tutto ai bambini nazisti della kinders. Tutti dentro il garage, magari, no. Diciamo più o meno intorno. Cioè, circondato. Dovunque la domanda è: un orrore di queste proporzioni vale più del sole e del gelato di oggi pomeriggio? Più di qualunque ragazza? Più di Valentina che arriva sorridendo all'appuntamento con dieci minuti di ritardo e una maglietta blu con dentro quel ben di Dio sorprendente?
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Enrico Brizzi (Jack Frusciante Has Left the Band: A Love Story- with Rock 'n' Roll)
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Capita che sfiori la vita di qualcuno, ti innamori e decidi che la cosa più importante è toccarlo, viverlo, convivere le malinconie e le inquietudini, arrivare a riconoscersi nello sguardo dell’altro, sentire che non ne puoi più fare a meno… e cosa importa se per avere tutto questo devi aspettare cinquantatré anni sette mesi e undici giorni notti comprese?
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Gabriel García Márquez (Love in the Time of Cholera)
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Non vedo perché sprecare la fortunata circostanza biologica per cui il rapporto femmine e maschi, sul pianeta, è sette a uno! E non vedo perché investire su qualcuno, dal momento che l’amore trova sempre il modo di fregarci.
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Bianca Marconero (L'ultima notte al mondo)