Parole Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Parole. Here they are! All 100 of them:

La parole humaine est comme un chaudron fêlé où nous battons des mélodies à faire danser les ours, quand on voudrait attendrir les étoiles.
Gustave Flaubert (Madame Bovary)
Les paroles d'amour, qui sont toujours les mêmes, prennent le goût des lèvres dont elles sortent.
Guy de Maupassant (Bel-Ami)
Unforgiveness denies the victim the possibility of parole and leaves them stuck in the prison of what was, incarcerating them in their trauma and relinquishing the chance to escape beyond the pain.
T.D. Jakes
Hey Rose, welcome back. You still breaking hearts?" "Are you volunteering?" His grin widened." Let's hang out sometime and find out. If you ever get parole.
Richelle Mead (Vampire Academy (Vampire Academy, #1))
Tous les hommes sont semblables par les paroles,ce n'est que les actions qui les découvrent différents
Molière (L'avare)
Tears are shed in my heart like the rain on the town. (Il pleure dans mon coeur Comme il pleut sur la ville.)
Paul Verlaine (Romances sans paroles)
My definition of dictionary can’t be found in the dictionary. Dictionary—A linguistic prison, confining words to well-defined cells, with little chance of parole.
Jarod Kintz (How to construct a coffin with six karate chops)
J'ai reconnu le bonheur au bruit qu'il a fait en partant
Jacques Prévert (Paroles)
Here are fruits, flowers, leaves and branches, and here is my heart which beats only for you.
Paul Verlaine (Romances sans paroles)
On peut donner bien des choses à ceux que l'on aime. Des paroles, un repos, du plaisir. Tu m'as donné le plus précieux de tout : le manque. Il m'était impossible de me passer de toi, même quand je te voyais, tu me manquais encore.
Christian Bobin
Chuckling, I cried, “I’m sorry.” I pulled even harder and broke loose from his grip, but I fell backwards onto the floor. He slowly stalked towards me, his smile filled with desire and I pointed my hand at him. “Don’t. Behave!” “Don’t behave? I accept your terms of parole.” “That’s not what I meant!” But when my smile broke through, he knew I was lying.
Devon Ashley (Falling in Between (Falling, #1))
Paris at Night Trois allumettes une à une allumées dans la nuit La première pour voir ton visage tout entier La seconde pour voir tes yeux La dernière pour voir ta bouche Et l'obscurité tout entière pour me rappeler tout cela En te serrant dans mes bras
Jacques Prévert (Paroles)
Toutes les opinions ne se valent pas, et il ne faut pas confondre l'éloquence d'une parole avec la justesse d'une pensée.
Tzvetan Todorov (In Defence of the Enlightenment)
Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra – che già viviamo – e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi.
Cesare Pavese (Il mestiere di vivere: Diario 1935-1950)
“Don'’t worry."” Arriane stood next to Luce. “This place is like a reject revolving door. People come and go all the time because of some parole issue crazy parents whatever. Randy'’s off tonight. No one else gives a damn. If anyone gives you a second look— just give ’em a third one. Or send them over to me.”" She made a fist.
Lauren Kate (Torment (Fallen, #2))
Ariette III Il pleure dans mon coeur Comme il pleut sur la ville ; Quelle est cette langueur Qui pénètre mon coeur ? Ô bruit doux de la pluie Par terre et sur les toits ! Pour un coeur qui s'ennuie, Ô le chant de la pluie ! Il pleure sans raison Dans ce coeur qui s'écoeure. Quoi ! nulle trahison ? Ce deuil est sans raison. C'est bien la pire peine De ne savoir pourquoi Sans amour et sans haine Mon coeur a tant de peine !
Paul Verlaine (Romances sans paroles)
Sono convinto che chi non legge resta uno stupido. Anche se nella vita sa destreggiarsi, il fatto di non ingerire regolarmente parole scritte lo condanna ineluttabilmente all'ignoranza, indipendentemente dai suoi averi e dalle sue attività.
Edward Bunker (Education of a Felon)
Vorrei poter fermare il tempo e vivere così per sempre" Di solito questi riferimenti al suo imperituro amore nei miei confronti mi fanno sentire in colpa e a disagio. Ma mi sento così tranquilla e rilassata e al di là di qualsiasi preoccupazione per un futuro che comunque non avrò che mi lascio sfuggire due semplici parole: "Va bene" Sento il sorriso nella sua voce. "Allora sei d'accordo?" "Sono d'accordo" dico io.
Suzanne Collins (Catching Fire (The Hunger Games, #2))
Bisogna essere prudenti con i libri, perché le parole hanno il potere di cambiarci.
Cassandra Clare (The Infernal Devices: Clockwork Angel (The Infernal Devices: Manga, #1))
Non so perché ma quando pensavo a lei i miei pensieri non avevano mai il punto. Solo virgole. Erano una valanga di immagini e parole senza punteggiatura.
Fabio Volo (Il giorno in più)
Weekends are an employee’s parole.
Mokokoma Mokhonoana
Le parole cambiano proprio tanto a seconda delle bocche da cui escono, e dagli spazi in cui risuonano.
Zerocalcare (Kobane Calling)
Le anime hanno un loro particolar modo d'intendersi, d'entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali. Han bisogni lor proprii e le loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per inteso, quando veda l'impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto. E ogni qualvolta due che comunichino fra loro così, con le anime soltanto, si trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una repulsione violenta d'ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga. Allora, passata l'angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da lontano.
Luigi Pirandello (Il fu Mattia Pascal)
Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d'inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi (Survival in Auschwitz)
Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sè, sono vuote?...E voi le riempite del senso vostro, nel dirmele, e io nell'accoglierle, inevitabilmente, le riempio del senso mio. Abbiamo creduto d'intenderci, non ci siamo intesi affatto.
Luigi Pirandello (Uno, nessuno e centomila - Quaderni di Serafino Gubbio operatore)
Our prison population, in fact, is now the biggest in the history of human civilization. There are more people in the United States either on parole or in jail today (around 6 million total) than there ever were at any time in Stalin’s gulags. For what it’s worth, there are also more black men in jail right now than there were in slavery at its peak.
Matt Taibbi (The Divide: American Injustice in the Age of the Wealth Gap)
Ci sono parole come le conchiglie, semplici ma con il mare intero dentro.
Alessandro D'Avenia (Cose che nessuno sa)
Notre Père qui êtes aux cieux. Restez-y. Et nous nous resterons sur la terrre. Qui est quelquefois si jolie...
Jacques Prévert (Paroles)
Dits par l'autre tout à l'heure ils l'irritaient et l'écoeuraient. Car les paroles d'amour, qui sont toujours les mêmes, prennent les goût des lèvres dont elles sortent.
Guy de Maupassant (Bel-Ami)
Grazie a lui capisco perfettamente il reale significato di quelle parole: si aggredisce per primi per nascondere la paura di essere attaccati.
Daniele Mencarelli (Tutto chiede salvezza)
Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c'incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. [...] Quelle frasi sono il nostro latino, il vocabolario dei nostri giorni andati, sono come i geroglifici egiziani o degli assiro-babilonesi, la testimonianza d'un nucleo vitale che ha cessato di esistere, ma che sopravvive nei suoi testi, salvati dalla furia delle acque, dalla corrosione del tempo. Quelle frasi sono il fondamento della nostra unità familiare, che sussisterà finché saremo al mondo, ricreandosi e risuscitando nei punti più diversi della terra.
Natalia Ginzburg (Lessico famigliare)
Non chiamai Marion. Provai un senso di solitudine, in mancanza di parole migliori, ma in effetti è la parola giusta, una cosa a cui ho sempre cercato di oppormi e da cui sapevo come uscire, ma talvolta anche questo non bastava, e non la chiamai perché non volevo arrendermi, guardando la notte che scendeva.
Don DeLillo (Underworld)
We have failed to fully appreciate how deeply housing is implicated in the creation of poverty. Not everyone living in a distressed neighborhood is associated with gang members, parole officers, employers, social workers, or pastors. But nearly all of them have a landlord.
Matthew Desmond (Evicted: Poverty and Profit in the American City)
The process doesn’t end there. Stories are more than just images. As you continue in the tale, you get to know the characters, motivations and conflicts that make up the core of the story. This requires more parts of the brain. Some parts process emotion. Others infer the thoughts of others, letting us empathize with their experiences. Yet other parts package the experience into memories for future reflection
Livia Blackburne (Dalle parole al cervello)
For writers, handing a manuscript off to an editor is like walking into a parole hearing. You’ve done the time but wonder if it’s going to satisfy the judge.
Shandy L. Kurth
it's perfectly okay to paraphrase Nietzche: if you keep your focus, eventually your focus will keep you. Sometimes without parole.
Stephen King (Duma Key)
Le parole possono mentire. Bisogna saper guardare oltre.
Victoria Aveyard (Red Queen (Red Queen, #1))
Since I was a law student, I have been against the death penalty. It does not deter. It is severely discriminatory against minorities, especially since they're given no competent legal counsel defense in many cases. It's a system that has to be perfect. You cannot execute one innocent person. No system is perfect. And to top it off, for those of you who are interested in the economics it, it costs more to pursue a capital case toward execution than it does to have full life imprisonment without parole
Ralph Nader
Con te sarò nuovo. Ti dico queste parole nel periodo migliore della mia vita, nel periodo in cui sto bene, in cui ho capito tante cose. Nel periodo in cui mi sono finalmente ricongiunto con la mia gioia. In questo periodo la mia vita è piena, ho tante cose intorno a me che mi piacciono, che mi affascinano. Sto molto bene da solo, e la mia vita senza di te è meravigliosa. Lo so che detto così suona male, ma non fraintendermi, intendo dire che ti chiedo di stare con me non perché senza di te io sia infelice: sarei egoista, bisognoso e interessato alla mia sola felicità, e così tu saresti la mia salvezza. Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa, ma con te lo sarebbe ancora di più. Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l'alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare. Spero tu possa capire quello che cerco di dirti. Io sto bene da solo ma quando ti ho incontrato è come se in ogni parola che dico nella mia vita ci fosse una lettera del tuo nome, perché alla fine di ogni discorso compari sempre tu. Ho imparato ad amarmi. E visto che stando insieme a te ti donerò me stesso, cercherò di rendere il mio regalo più bello possibile ogni giorno. Mi costringerai ad essere attento. Degno dell'amore che provo per te. Da questo momento mi tolgo ogni armatura, ogni protezione... non sono solo innamorato di te, io ti amo. Per questo sono sicuro. Nell'amare ci può essere anche una fase di innamoramento, ma non sempre nell'innamoramento c'è vero amore. Io ti amo. Come non ho mai amato nessuno prima...
Fabio Volo (È una vita che ti aspetto)
Prima di sposarsi, Emma aveva creduto di essere innamorata, ma la felicità che avrebbe dovuto nascere da questo amore non esisteva, ed ella pensava ormai di essersi sbagliata. Cercava ora di capire cosa volessero dire realmente le parole felicità, passione, ebbrezza, che le erano sembrate così belle nei libri.
Gustave Flaubert (Madame Bovary)
Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!
Luigi Pirandello (Sei personaggi in cerca d'autore; Enrico IV)
Il demone o l'angelo caduto, chiamalo come vuoi, non riconosce sentimenti ed emozioni che non ha mai provato, perciò non può definirli, l'unica cosa che sa è che sta imparando a soffrire, soffrire per degli sguardi, soffrire per delle parole, soffrire per delle scelte che è costretto a fare. Ecco il quadro completo di Alexander Blackwood, angelo caduto, dall'ombra nera!
Katherine Keller
D'une complexion farouche et bavarde, ayant le désir de ne voir personne et le besoin de parler à quelqu'un, il se tirait d'affaire en se parlant à lui-même. Quiconque a vécu solitaire sait à quel point le monologue est dans la nature. La parole intérieure démange. Haranguer l'espace est un exutoire. Parler tout haut et tout seul, cela fait l'effet d'un dialogue avec le dieu qu'on a en soit.
Victor Hugo (The Man Who Laughs)
Accade che le affinità d'anima non giungano ai gesti e alle parole ma rimangano effuse come un magnetismo. Ѐ raro ma accade. Può darsi che sia vera soltanto la lontananza, vero l'oblio, vera la foglia secca più del fresco germoglio. Tanto e altro può darsi o dirsi. Comprendo la tua caparbia volontà di essere sempre assente perché solo così si manifesta la tua magia. Innumeri le astuzie che intendo. Insisto nel ricercarti nel fuscello e mai nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre nel vuoto: in quello che anche al trapano resiste. Era o non era la volontà dei numi che presidiano il tuo lontano focolare, strani multiformi multanimi animali domestici; fors'era così come mi pareva o non era. Ignoro se la mia inesistenza appaga il tuo destino, se la tua colma il mio che ne trabocca, se l'innocenza è una colpa oppure si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me, di te tutto conosco, tutto ignoro.
Eugenio Montale (Satura, 1962-1970: Poems (English and Italian Edition))
What's up with you?" "I'm grounded," I say, just to say something real. "I told Mum to fuck off." He whistles. "Why'd you tell her that? Any other 'off' leaves room for parole. 'Sod off,' 'shove off'—even 'sock off' is still pretty satisfying." "You've told your dad to sock off?" "Once. He said, 'What the fuck is "sock off"? Be a man and tell me to fuck off.'" "So did you tell him?" "No. Because that was the trap. There's never time out for good behavior with 'fuck off.
Cath Crowley (A Little Wanting Song)
Un soldato nemico non era mai solo - un essere umano di fronte a un altro - ma portava con sé una folla innumerevole di fantasmi, i fantasmi degli assenti e dei morti. Non ci si rivolgeva a un uomo ma a una moltitudine invisibile; così nessuna delle parole pronunciate era detta semplicemente e come tale ascoltata; si aveva sempre la strana sensazione che a parlare fosse soltanto una bocca, che parlava per tante altre, mute.
Irène Némirovsky (Suite Francaise)
Il y a des journées illuminées de petites choses, des riens du tout qui vous rendent incroyablement heureux ; un après-midi à chiner, un jouet qui surgit de l’enfance sur l’étal d’un brocanteur, une main qui s’attache à la votre, un appel que l’on attendait pas, une parole douce, vote enfant qui vous prend dans ses bras sans rien vous demander d’autre qu’un moment d’amour. Il y a des journées illuminées de petits moments de grâce, une odeur qui vous met l’âme en joie, un rayon de soleil qui entre par la fenêtre, le bruit de l’averse alors qu’on est encore au lit, les trottoirs enneigés ou l’arrivée du printemps et ses premiers bourgeons.
Marc Levy (Le premier jour)
Ma allora cos'è che ti conforta?" "La certezza della mia libertà interiore" disse lui dopo aver riflettuto "questo bene prezioso, inalterabile, e che dipende sola da me perdere o conservare. la convinzione che le passioni spinte al parossismo come capita come capita ora finiscono poi per placarsi. Che tutto ciò che ha un inizio avrà una fine. In poche parole, che le catastrofi passano e che bisogna cercare di non andarsene prima di loro, ecco tutto. Perciò, prima di tutto vivere: Primum vivere. Giorno per giorno. Resistere, attendere, sperare.
Irène Némirovsky
Era così bellissima vicina, le labbra appena aperte. Mi commuovono quelle di una donna, nude quando si accostano a baciare, si spogliano di tutto, dalle parole, in giù. “Chiudi questi benedetti occhi di pesce" “Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere” “Da dove ti spuntano questi complimenti, piccolo giovanotto?” “Che complimenti ? Dico quello che vedo".
Erri De Luca (I pesci non chiudono gli occhi)
Déjeuner du matin Il a mis le café Dans la tasse Il a mis le lait Dans la tasse de café Il a mis le sucre Dans le café au lait Avec la petite cuiller Il a tourné Il a bu le café au lait Et il a reposé la tasse Sans me parler Il a allumé Une cigarette Il a fait des ronds Avec la fumée Il a mis les cendres Dans le cendrier Sans me parler Sans me regarder Il s’est levé Il a mis Son chapeau sur sa tête Il a mis Son manteau de pluie Parce qu’il pleuvait Et il est parti Sous la pluie Sans une parole Sans me regarder Et moi j’ai pris Ma tête dans ma main Et j’ai pleuré
Jacques Prévert (Paroles)
Ta voix, tes yeux, tes mains, tes lèvres, Nos silences, nos paroles, La lumière qui s’en va, la lumière qui revient, Un seul sourire pour nous deux, Par besoin de savoir, j’ai vu la nuit créer le jour sans que nous changions d’apparence, Ô bien-aimé de tous et bien-aimé d’un seul, En silence ta bouche a promis d’être heureuse, De loin en loin, ni la haine, De proche en proche, ni l’amour, Par la caresse nous sortons de notre enfance, Je vois de mieux en mieux la forme humaine, Comme un dialogue amoureux, le cœur ne fait qu’une seule bouche Toutes les choses au hasard, tous les mots dits sans y penser, Les sentiments à la dérive, les hommes tournent dans la ville, Le regard, la parole et le fait que je t’aime, Tout est en mouvement, il suffit d’avancer pour vivre, D’aller droit devant soi vers tout ce que l’on aime, J’allais vers toi, j’allais sans fin vers la lumière, Si tu souris, c’est pour mieux m’envahir, Les rayons de tes bras entrouvraient le brouillard.
Paul Éluard
Ce n'est pas dur à deviner: toutes ces choses qui passent, que nous manquons d'un iota et qui sont ratées pour l'éternité...Toutes ces paroles que nous aurions dû dire, ces gestes que nous aurions dû faire, ces kairos fulgurants qui ont un jour surgi, qu'on n'a pas su saisir et qui se sont enfoncés pour toujours dans le néant...L'échec à un pouce près.
Muriel Barbery (The Elegance of the Hedgehog)
il étouffe - le monde se couche sur lui - et l’étouffe - il est prisonnier - coincé par ses promesses … on lui demande des comptes … En face de lui … une machine à compter - une machine à écrire des lettres d’amour - une machine à souffrir - le saisit … s’accroche à lui … Pierre dis-moi la vérité
Jacques Prévert (Paroles)
I sometimes think heaven is walking out into the sunshine with the day ahead of me and no idea what would happen. I'd probably spend most of it in the library, so I guess it don't matter if the sun shines or not.
Clare O'Donohue (Life Without Parole (Kate Conway Mysteries, #2))
Rimasero in silenzio mentre i loro occhi si cibavano gli uni degli altri, senza parole perché quelle tra loro erano inutili. L’alchimia che c’era stata sin dal loro primo incontro era qualcosa di indescrivibile che nessuno dei due aveva mai provato prima. Lui era lo Yang, il lato virile e potente dell’essenza che creavano insieme, e lei era lo Yin, la femminilità, la delicatezza che colmava le mancanze dell’altro. Solo insieme erano completi, lontani erano come un giocattolo rotto.
Eilan Moon (R.I.P. Requiescat In Pace (The R.I.P. Trilogy, #1))
Non tentarmi, il mio cuore è fragile Consumato, ferito. Batte A fatica per me, non può batter per due Scegli bene le parole tue Una sola e si potrebbe spezzare Non voglio più amare, ricordalo Troppo amore ho voluto sprecare Mi è caduto a terra, si è rotto Parla pure, ripara ed incolla Il mio fauno non corre, barcolla Prega le ninfe che gli stanno intorno: “Non scappate da me così in fretta” Ma le ninfe ridono e fuggono Ed è giusto. E’ la loro vendetta.
Stefano Benni (Di tutte le ricchezze)
Potevi pensare che era matto. Ma non era così semplice. Quando uno ti racconta con assoluta esattezza che odore c’è in Bertham Street, d’estate, quando ha appena smesso di piovere, non puoi pensare che è matto per la sola stupida ragione che in Bertham Street, lui, non c’è mai stato. Negli occhi di qualcuno, nelle parole di qualcuno, lui, quell’aria, l’aveva respirata davvero. A modo suo: ma davvero. Il mondo, magari, non l’aveva visto mai. Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l’anima. In questo era un genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli suon buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia… Tutta scritta, addosso. Lui leggeva, e con cura infinita, catalogava, sistemava, ordinava… Ogni giorno aggiungeva un piccolo pezzo a quella immensa mappa che stava disegnandosi nella testa, immensa, la mappa del mondo, del mondo intero, da un capo all’altro, città enormi e angoli di bar, lunghi fiumi, pozzanghere, aerei, leoni, una mappa meravigliosa.
Alessandro Baricco (Novecento. Un monologo)
Le strinsi l’avambraccio a mia volta, lo sguardo lontano dal suo. Era stata la mia allieva migliore, l’unica di cui fossi veramente fiero, anche se non gliel’avevo mai detto. Era stata quanto di più vicino a un’amica avessi mai avuto. E ora ci stavamo dicendo addio. Senza parole. Senza guardarci. Con una semplice, grande stretta.
Chiara Cilli (Per Sconfiggerti (Blood Bonds, #6))
Il dolore aveva un suo modo di scomporre il tempo. Pensavo al minuto successivo, all'ora successiva. Non c'era abbastanza spazio nella mia mente per mettere insieme tutti quei pezzi, per trovare le parole per riassumerla nella sua interezza. Ma la parte dell'"andare avanti", per quella le parole le avevo. 'Trova un modo per andare avanti' dissi. 'Non deve necessariamente essere buono, o nobile. Basta che sia un motivo.' Conoscevo il mio: c'era una fame dentro di me e c'era sempre stata. Una fame più forte del dolore, più forte dell'orrore. Continuava a mordere anche dopo che ogni altra cosa dentro di me si era arresa. E quando finalmente le diedi un nome, scoprii che era qualcosa di molto semplice: desiderio di vivere.
Veronica Roth (Carve the Mark (Carve the Mark, #1))
Basta. Non mi parlare più. Mi fai piangere. Le tue bellissime parole servono solo, riescono solo a farmi piangere. Sei cattivo. Mi parli così, questi argomenti li cerchi e li sviluppi solo per vedermi piangere. No, non sei cattivo. Ma sei triste. Peggio che triste, sei tetro. Almeno piangessi anche tu. Sei triste e brutto. E io non voglio diventare triste, come te. Io sono bella e allegra. Lo ero.
Beppe Fenoglio (Una questione privata)
Ombrosa non c’è più. Guardando il cielo sgombro, mi domando se è davvero esistita. Quel frastaglio di rami e foglie, biforcazioni, lobi, spiumii, minuto e senza fine, e il cielo a sprazzi irregolari e ritagli, forse c’era solo perché ci passasse mio fratello con suo leggero passo di codibugnolo, era un ricamo fatto di nulla che assomiglia a questo filo d’inchiostro, come l’ho lasciato correre per pagine e pagine, zeppo di cancellature, di rimandi, di sgorbi nervosi, di macchie, di lacune, che a momenti si sgrana in grossi acini chiari, a momenti si infittisce in segni minuscoli come semi puntiformi, ora si ritorce su se stesso, ora si biforca, ora collega grumi di frasi con contorni di foglie o di nuvole, e poi si intoppa, e poi ripiglia a attorcigliarsi, e corre e corre e si sdipana e avvolge un ultimo grappolo insensato di parole idee sogni ed è finito.
Italo Calvino (The Baron in the Trees)
Pensava a Simon, che stava andando in una casa che non sentiva più sua, alla disperazione della voce di Jace mentre le diceva Vorrei odiarti, e a Magnus, che non gli aveva detto la verità, ossia che Alec voleva tenerlo all'oscuro della loro relazione perché era ancora innamorato di lui. Pensò alla soddisfazione che avrebbe procurato a Magnus pronunciare quelle parole ad alta voce, confessare la verità, e al fatto che non le aveva pronunciate, lasciando che Alec continuasse a mentire e a fingere, perché era quello che Alec voleva, e Magnus teneva abbastanza a lui da concederglielo. Forse, tutto sommato, quello che aveva detto la Regina della Corte Seelie era vero: l'amore rende bugiardi
Cassandra Clare (City of Ashes (The Mortal Instruments, #2))
Some years ago I had a conversation with a man who thought that writing and editing fantasy books was a rather frivolous job for a grown woman like me. He wasn’t trying to be contentious, but he himself was a probation officer, working with troubled kids from the Indian reservation where he’d been raised. Day in, day out, he dealt in a concrete way with very concrete problems, well aware that his words and deeds could change young lives for good or ill. I argued that certain stories are also capable of changing lives, addressing some of the same problems and issues he confronted in his daily work: problems of poverty, violence, and alienation, issues of culture, race, gender, and class... “Stories aren’t real,” he told me shortly. “They don’t feed a kid left home in an empty house. Or keep an abusive relative at bay. Or prevent an unloved child from finding ‘family’ in the nearest gang.” Sometimes they do, I tried to argue. The right stories, read at the right time, can be as important as shelter or food. They can help us to escape calamity, and heal us in its aftermath. He frowned, dismissing this foolishness, but his wife was more conciliatory. “Write down the names of some books,” she said. “Maybe we’ll read them.” I wrote some titles on a scrap of paper, and the top three were by Charles de lint – for these are precisely the kind of tales that Charles tells better than anyone. The vital, necessary stories. The ones that can change and heal young lives. Stories that use the power of myth to speak truth to the human heart. Charles de Lint creates a magical world that’s not off in a distant Neverland but here and now and accessible, formed by the “magic” of friendship, art, community, and social activism. Although most of his books have not been published specifically for adolescents and young adults, nonetheless young readers find them and embrace them with particular passion. I’ve long lost count of the number of times I’ve heard people from troubled backgrounds say that books by Charles saved them in their youth, and kept them going. Recently I saw that parole officer again, and I asked after his work. “Gets harder every year,” he said. “Or maybe I’m just getting old.” He stopped me as I turned to go. “That writer? That Charles de Lint? My wife got me to read them books…. Sometimes I pass them to the kids.” “Do they like them?” I asked him curiously. “If I can get them to read, they do. I tell them: Stories are important.” And then he looked at me and smiled.
Terri Windling
More African American adults are under correctional control today—in prison or jail, on probation or parole—than were enslaved in 1850, a decade before the Civil War began.7 The mass incarceration of people of color is a big part of the reason that a black child born today is less likely to be raised by both parents than a black child born during slavery.8 The absence of black fathers from families across America is not simply a function of laziness, immaturity, or too much time watching Sports Center. Thousands of black men have disappeared into prisons and jails, locked away for drug crimes that are largely ignored when committed by whites.
Michelle Alexander (The New Jim Crow: Mass Incarceration in the Age of Colorblindness)
I lie in a bathtub of cold water, still sweating and singing love songs to myself. I put the gun to my head and cock it. I think of my Grandma and remember that old feeling of being so in love that nothing matters except seeing and being seen by her. I drop the gun to my chest. I'm so sad and I can't really see a way out of what I'm feeling but I'm leaning on memory for help. Faster. Slower. I think I want to hurt myself more than I'm already hurting. I'm not the smartest boy in the world by a long shot, but even in my funk I know that easy remedies like eating your way out of sad, or fucking your way out of sad, or lying your way out of sad, or slanging your way out of sad, or robbing your way out of sad, or gambling your way out of sad, or shooting your way out of sad, are just slower, more acceptable ways for desperate folks, and especially paroled black boys in our country, to kill ourselves and others close to us in America.
Kiese Laymon (How to Slowly Kill Yourself and Others in America)
Allora per la prima volta ci siamo accorti che la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo. In un attimo, con intuizione quasi profetica, la realtà ci si è rivelata: siamo arrivati al fondo. Più giù di così non si può andare: condizione umana più misera non c'è, e non è pensabile. Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga.
Primo Levi (If This Is A Man/The Truce: Hachette Essentials)
Scriveremo: «Noi mangiamo molte noci», e non: «Amiamo le noci», perché il verbo amare non è un verbo sicuro, manca di precisione e di obiettività. «Amare le noci» e «amare nostra Madre», non può voler dire la stessa cosa. La prima formula designa un gusto gradevole in bocca, e la seconda un sentimento. Le parole che definiscono i sentimenti sono molto vaghe, è meglio evitare il loro impiego e attenersi alla descrizione degli oggetti, degli esseri umani e di se stessi, vale a dire alla descrizione fedele dei fatti.
Ágota Kristóf (Le grand cahier)
Les enfants qui s'aiment s'embrassent debout Contre les portes de la nuit Et les passants qui passent les désignent du doigt Mais les enfants qui s'aiment Ne sont là pour personne Et c'est seulement leur ombre Qui tremble dans la nuit Excitant la rage des passants Leur rage, leur mépris, leurs rires et leur envie Les enfants qui s'aiment ne sont là pour personne Ils sont ailleurs bien plus loin que la nuit Bien plus haut que le jour Dans l'éblouissante clarté de leur premier amour
Jacques Prévert (Paroles)
The main lesson of thirty-five years of AI research is that the hard problems are easy and the easy problems are hard. . . . As the new generation of intelligent devices appears, it will be the stock analysts and petrochemical engineers and parole board members who are in danger of being replaced by machines. The gardeners, receptionists, and cooks are secure in their jobs for decades to come.
Erik Brynjolfsson (The Second Machine Age: Work, Progress, and Prosperity in a Time of Brilliant Technologies)
Ci sorridiamo. Ci sorridiamo un sacco e a lungo. È una fortuna che siamo da soli. Gli innamorati hanno bisogno di privacy per molte più ragioni di quanto si creda. Il sesso non è la più sconcia delle cose che non vanno fatte in pubblico. Ci sono gli sguardi e i sorrisi, le parole in codice, i giochi, le carezze a tempo perso: tutta roba che, a vederla da fuori, ottiene l’unico e immancabile risultato di farti sembrare un cretino. Gli innamorati hanno bisogno di stare soli per guardarsi come stiamo facendo in questo esatto momento io e il commissario e potersi concedere di essere ridicoli senza che nessuno gli rompa i coglioni.
Alice Basso (La scrittrice del mistero)
Since most law-abiding citizens had no contact with the parole system, it was not a priority with the state legislatures. And since most of the state's prisoners were either poor or black, and unable to use the system to their advantage, it was easy to hit them with harsh sentences and keep them locked up. But for an inmate with a few connections and some cash, the parole system was a marvelous labyrinth of contradictory laws that allowed the Parole Board to pass out favors.
John Grisham (The Last Juror)
Lotti contro la tua superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti alla gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze d'acciaio spesse quindici centimetri; offri alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l'affronti con larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta, e tuttavia non manchi mai di capirla male. Tanto varrebbe avere il cervello di un carro armato. La capisci male prima d'incontrarla, mentre pregusti il momento in cui l'incontrerai; la capisci male mentre sei con lei; e poi vai a casa, parli con qualcun altro dell'incontro, e scopri ancora una volta di aver travisato. Poiché la stessa cosa capita, in genere, anche ai tuoi interlocutori, tutta la faccenda è, veramente, una colossale illusione priva di fondamento, una sbalorditiva commedia degli equivoci. Eppure, come dobbiamo regolarci con questa storia, questa storia così importante, la storia degli altri, che si rivela priva del significato che secondo noi dovrebbe avere e che assume invece un significato grottesco, tanto siamo male attrezzati per discernere l'intimo lavorio e gli scopi invisibili degli altri? Devono, tutti, andarsene e chiudere la porta e vivere isolati come fanno gli scrittori solitari, in una cella insonorizzata, creando i loro personaggi con le parole e poi suggerendo che questi personaggi di parole siano più vicini alla realtà delle persone vere che ogni giorno noi mutiliamo con la nostra ignoranza? Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite… Beh, siete fortunati.
Philip Roth (American Pastoral)
With your sheet-metal memory of Cannery Row, and your magazine-husband who one day just had to go. And your gentleness now, which you just can't help but show - who among them do you think would employ you? Now you stand with your thief, you're on his parole, with your holy medallion which your fingertips fold. And your saintlike face and your ghostlike soul - oh, who among them do you think could destroy you?
Bob Dylan (Lyrics, 1962-1985)
A qui écris-tu? -A toi. En fait, je ne t'écris pas vraiment, j'écris ce que j'ai envie de faire avec toi... Il y avait des feuilles partout. Autour d'elle, à ses pieds, sur le lit. J'en ai pris une au hasard: "...Pique-niquer, faire la sieste au bord d'une rivière, manger des pêches, des crevettes, des croissants, du riz gluant, nager, danser, m'acheter des chaussures, de la lingerie, du parfum, lire le journal, lécher les vitrines, prendre le métro, surveiller l'heure, te pousser quand tu prends toute la place, étendre le linge, aller à l'Opéra, faire des barbecues, râler parce que tu as oublié le charbon, me laver les dents en même temps que toi, t'acheter des caleçons, tondre la pelouse, lire le journal par-dessus ton épaule, t'empêcher de manger trop de cacahuètes, visiter les caves de la Loire, et celles de la Hunter Valley, faire l'idiote, jacasser, cueillir des mûres, cuisiner, jardiner, te réveiller encore parce que tu ronfles, aller au zoo, aux puces, à Paris, à Londres, te chanter des chansons, arrêter de fumer, te demander de me couper les ongles, acheter de la vaisselle, des bêtises, des choses qui ne servent à rien, manger des glaces, regarder les gens, te battre aux échecs, écouter du jazz, du reggae, danser le mambo et le cha-cha-cha, m'ennuyer, faire des caprices, bouder, rire, t'entortiller autour de mon petit doigt, chercher une maison avec vue sur les vaches, remplir d'indécents Caddie, repeindre un plafond, coudre des rideaux, rester des heures à table à discuter avec des gens intéressants, te tenir par la barbichette, te couper les cheveux, enlever les mauvaises herbes, laver la voiture, voir la mer, t'appeler encore, te dire des mots crus, apprendre à tricoter, te tricoter une écharpe, défaire cette horreur, recueillir des chats, des chiens, des perroquets, des éléphants, louer des bicyclettes, ne pas s'en servir, rester dans un hamac, boire des margaritas à l'ombre, tricher, apprendre à me servir d'un fer à repasser, jeter le fer à repasser par la fenêtre, chanter sous la pluie, fuire les touristes, m'enivrer, te dire toute la vérité, me souvenir que toute vérité n'est pas bonne à dire, t'écouter, te donner la main, récupérer mon fer à repasser, écouter les paroles des chansons, mettre le réveil, oublier nos valises, m'arrêter de courir, descendre les poubelles, te demander si tu m'aimes toujours, discuter avec la voisine, te raconter mon enfance, faire des mouillettes, des étiquettes pour les pots de confiture..." Et ça continuais comme ça pendant des pages et des pages...
Anna Gavalda (Someone I Loved (Je l'aimais))
Le cancre Il dit non avec la tête Mais il dit oui avec le coeur Il dit oui à ce qu'il aime Il dit non au professeur Il est debout On le questionne Et tous les problèmes sont posés Soudain le fou rire le prend Et il efface tout Les chiffres et les mots Les dates et les noms Les phrases et les pièges Et malgré les menaces du maître Sous les huées des enfants prodiges Avec des craies de toutes les couleurs Sur le tableau noir du malheur Il dessine le visage du bonheur
Jacques Prévert (Paroles)
Ce fut le temps sous de clairs ciels, (Vous en souvenez-vous, Madame?) De baisers superficiels Et des sentiments à fleur d'âme. It was a time of cloudless skies, (My lady, do you recall?) Of kisses that brushed the surface And feelings that shook the soul.
Paul Verlaine (Fêtes galantes / Romances sans paroles / Poèmes saturniens)
Dialogo tra Levi Matteo e Satana (il mago Woland). "Se vieni da me, perché non mi hai salutato, ex pubblicano?", replico Woland severo. "Perché non voglio che tu stia in salute", rispose brusco il nuovo venuto. "Ma dovrai rassegnarti a questo", replicò Woland e un sorriso increspò la sua bocca, "sei appena apparso sul tetto e già hai fatto una sciocchezza e ti dirò quale: è il tuo tono. Hai pronunciato le parole come se non riconoscessi le tenebre e il male. Sii tanto cortese da riflettere su questa domanda: che cosa sarebbe il tuo bene se non ci fosse il male, e come apparirebbe la terra se non ci fossero le ombre? Le ombre nascono dagli oggetti e dalle persone. Ecco l'ombra della mia spada. Ma ci sono le ombre degli alberi e degli esseri viventi. Non vorrai per caso sbucciare tutto il globo terrestre buttando via tutti gli alberi e tutto ciò che è vivo per godere della tua fantasia della nuda luce? Sei uno sciocco." (Il maestro e Margherita)
Mikhail Bulgakov
Ci sono parole che hanno il potere di cambiare il mondo, capaci di consolarci e di asciugare le nostre lacrime. Parole che sono palle di fucile, come altre sono note di violino. Ci sono parole che possono sciogliere il ghiaccio che ci stringe il cuore, e poi si possono anche inviare in aiuto come squadre di soccorso quando i giorni sono avversi e noi forse non siamo nè vivi né morti. Ma le parole da sole non bastano e finiamo a perderci nelle lande desolate della vita se non abbiamo nient'altro che una penna cui aggrapparci.
Jón Kalman Stefánsson (Himnaríki og helvíti)
Le parole sono anche molto democratiche; pensano che una parola sia buona come un’altra; che le parole rozze valgano quanto quelle educate; che quelle incolte siano uguali a quelle colte, non esistono classi o titoli di merito nella loro società. E non amano essere sollevate in punta di penna ed esaminate una per una. Restano sempre unite in frasi, in paragrafi, e a volte per intere pagine di fila. Odiano essere utili; odiano dover far soldi; odiano andare in giro a tenere conferenze. In breve, odiano qualsiasi cosa che imponga loro un unico significato, o che le immobilizzi in un’unica posa, perché cambiare fa parte della loro natura.
Virginia Woolf
Il s’était tant de fois entendu dire ces choses, qu’elles n’avaient pour lui rien d’original. Emma ressemblait à toutes les maîtresses ; et le charme de la nouveauté, peu à peu tombant comme un vêtement, laissait voir à nu l’éternelle monotonie de la passion, qui a toujours les mêmes formes et le même langage. Il ne distinguait pas, cet homme si plein de pratique, la dissemblance des sentiments sous la parité des expressions. Parce que des lèvres libertines ou vénales lui avaient murmuré des phrases pareilles, il ne croyait que faiblement à la candeur de celles-là ; on en devait rabattre, pensait-il, les discours exagérés cachant les affections médiocres ; comme si la plénitude de l’âme ne débordait pas quelquefois par les métaphores les plus vides, puisque personne, jamais, ne peut donner l’exacte mesure de ses besoins, ni de ses conceptions, ni de ses douleurs, et que la parole humaine est comme un chaudron fêlé où nous battons des mélodies à faire danser les ours, quand on voudrait attendrir les étoiles.
Gustave Flaubert (Madame Bovary)
Offri al popolo gare che si possono vincere ricordando le parole di canzoni molto popolari, o il nome delle capitali dei vari Stati dell'Unione o la quantità di grano che lo Iowa ha prodotto l'anno passato. Riempi loro i crani di dati non combustibili, imbottiscili di "fatti" al punto che non si possano più muovere tanto son pieni, ma sicuri d'essere "veramente bene informati". Dopo di che avranno la certezza di pensare, la sensazione del movimento, quando in realtà sono fermi come un macigno. E saranno felici, perché fatti di questo genere sono sempre gli stessi.
Ray Bradbury (Fahrenheit 451)
He'd seen this babe before--her many counterparts, that is. He knew her kin, distant and near. All her mamas, sisters, aunts, cousins and what have you. And he knew the name was Lowdown with a capital L. He wasn't at all surprised to find her in a setup like this. Not after encountering her as a warden's sister-in-law, the assistant treasurer of a country bank, and a supervisor of paroles. This babe got around. She was the original square-plug-in-a-round-hole kid. But she never changed any. She had that good old Lowdown blood in her, and the right guy could bring it out.
Jim Thompson
Le regole per scrivere bene (adattate da Umberto Eco) 1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi. 2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario. 3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata. 4. Esprimiti siccome ti nutri. 5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc. 6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso. 7. Stai attento a non fare... indigestione di puntini di sospensione. 8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”. 9. Non generalizzare mai. 10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton. 11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.” 12. I paragoni sono come le frasi fatte. 13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito). 14. Solo gli stronzi usano parole volgari. 15. Sii sempre più o meno specifico. 16. L'iperbole è la più straordinaria delle tecniche espressive. 17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale. 18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente. 19. Metti, le virgole, al posto giusto. 20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile. 21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso e! tacòn del buso. 22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia. 23. C’è davvero bisogno di domande retoriche? 24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media. 25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia. 26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile. 27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi! 28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri. 29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili. 30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio. 31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo). 32. Cura puntiliosamente l’ortograffia. 33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni. 34. Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve. 35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione. 36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato. 37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni. 38. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario. 39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che. 40. Una frase compiuta deve avere.
Umberto Eco
J'ai dix-sept ans. Je ne sais pas que je n'aurai plus jamais dix-sept ans, je ne sais pas que la jeunesse, ça ne dure pas, que ça n'est qu'un instant, que ça disparaît et quand on s'en rend compte il est trop tard, c'est fini, elle s'est volatilisée, on l'a perdue, certains autour de moi le pressentent et le disent pourtant, les adultes le répètent, mais je ne les écoute pas, leurs paroles roulent sur moi, ne s'accrochent pas, de l'eau sur les plumes d'un canard, je suis un idiot, un idiot insouciant.
Philippe Besson (« Arrête avec tes mensonges »)
L’éternité ne fut jamais perdue. Ce qui nous a manqué Fut plutôt de savoir La traduire en journées, En ciels, en paysages, En paroles pour d’autres, En gestes vérifiables. Mais la garder pour nous N’était pas difficile Et les moments étaient présents Où nous paraissait clair Que nous étions l’éternité. Eternity never was lost. What we did not know was how to translate it into days, skies, landscapes, into words for others, authentic gestures. But holding on to it for ourselves, that was not difficult, and there were moments when it seemed clear to us we ourselves were eternity. Translation by Denise Levertov
Guillevic
Alcuni dicono che la vita è solo un insieme di sventure; in altre parole, che la vita è una sventura; ma se la vita è una sventura, la morte deve essere sicuramente il contrario, cioè una fortuna, dato che la morte è l'opposto della vita. Questa conclusione sembrerebbe inevitabile. Ma coloro che parlano così sono sicuramente malati o poveri, fossero in buona salute, avessero la borsa ben fornita, l'allegria in cuore, delle Cecilie, delle Marine e la speranza di altre cose ancor migliori, allora cambierebbero sicuramente parere. Io li considero una razza di pessimisti che si alligna solo tra i filosofi spiantati e i teologhi bricconi e atrabiliari. Se il piacere esiste e lo si può godere solo da vivi, la vita è una fortuna.
Giacomo Casanova (Memorie scritte da lui medesimo)
Elle se mordit la langue quand Thorn pressa sa bouche contre la sienne. Sur le moment, elle ne comprit plus rien. Elle sentit sa barbe lui piquer le menton, son odeur de désinfectant lui monter à la tête, mais la seule pensée qui la traversa, stupide et évidente, fut quenelle avait une botte plantée dans son tibia. Elle voulut se reculer; Thorn l’en empêcha. Il referma ses mains de part et d’autre de son visage, les doigts dans ses cheveux, prenant appui sur sa nuque avec une urgence qui les déséquilibra tous les deux. La bibliothèque déversa une pluie de documents sur eux. Quand Thorn s’écarte finalement, le souffle court, ce fut pour clouer un regard de fer dans ses lunettes. - je vous préviens. Les mots que vous m’avez dits, je ne vous laisserai pas revenir dessus. Sa voix était âpre, mais sous l’autorité des paroles il y avait comme une fêlure. Ophélie pouvait percevoir le pouls précipité des mains qu’il appuyait maladroitement sur ses joues. Elle devait reconnaître que son propre cœur jouait à la balançoire. Thorn était sans doute l’homme le plus déconcertant qu’elle avait jamais rencontré, mais il l’a faisait se sentir formidablement vivante. - je vous aime, répéta-y-elle d’un ton inflexible. C’est ce que j’aurais du vous répondre quand vous vouliez connaître la raison de ma présence à Babel c’est ce que j’en aurais du vous répondre chaque fois que vous vouliez savoir ce que j’en avais vraiment à vous dire. Bien sûr que je désire percer les mystères de Dieu et reprendre le contrôle de ma vie, mais... vous faites partie de ma vie, justement. Je vous ai traité d’égoïste et à aucun moment je ne me suis mise, moi, à votre place. Je vous demande pardon. 
Christelle Dabos (La Mémoire de Babel (La Passe-Miroir, #3))
Far from fading away, it appears that prisons are here to stay. And despite the unprecedented levels of incarceration in the African American community, the civil rights community is oddly quiet. One in three young African American men will serve time in prison if current trends continue, and in some cities more than half of all young adult black men are currently under correctional control - in prison or jail, on probation or parole. Yet mass incarceration tends to be categorized as a criminal justice issue as opposed to a racial justice or civil right issue (or crisis).
Michelle Alexander (The New Jim Crow: Mass Incarceration in the Age of Colorblindness)
Oh Barbara Quelle connerie la guerre Qu'es-tu devenue maintenant Sous cette pluie de fer De feu d'acier de sang Et celui qui te serrait dans ses bras Amoureusement Est-il mort disparu ou bien encore vivant Oh Barbara Il pleut sans cesse sur Brest Comme il pleuvait avant Mais ce n'est plus pareil et tout est abimé C'est une pluie de deuil terrible et désolée Ce n'est même plus l'orage De fer d'acier de sang Tout simplement des nuages Qui crèvent comme des chiens Des chiens qui disparaissent Au fil de l'eau sur Brest Et vont pourrir au loin Au loin très loin de Brest Dont il ne reste rien.
Jacques Prévert (Paroles)
Se sconsideratezza è l’avventurarsi disarmati nell’antro di un leone, sconsideratezza avventurarsi sull’Atlantico in una barca a remi, sconsideratezza fare la cicogna sulla cupola di St Paul, più sconsiderato ancora è tornarsene a casa sole in compagnia di un poeta. Un poeta è insieme Atlantico e leone. Se sfuggi alle zanne, soccombi ai flutti. Un uomo capace di distruggere le illusioni è al tempo stesso belva e onda. 
Virginia Woolf (Orlando)
Mi guardo bene dal tenermi in gola le parole: ho passato gran parte della mia vita a non dire le cose che volevo dire, e me ne sono pentito. La nostra natura ci impone di mandare messaggi subliminali, comunicare con i gesti, perché abbiamo paura di esporci per come siamo. Anche a noi stessi. Quando tutto sarà finito sono sicuro che mi verrà concesso un minuto per ripensare a tutte le volte che volevo urlare cosa sentivo, ma sono stato zitto per paura di non essere capito, e rimpiangerò gli obbiettivi che ho abbandonato perché il timore di fallire mi ha impedito di perseguirli. Questa vita è una puttana e probabilmente mi spezzerà il cuore, ma cazzo, sono innamorato. Va così, rhum e pera, perché ci sono dei momenti forti che ti lasciano l’amaro in bocca, e altri talmente belli da farti dimenticare quel retrogusto sgradevole che ha la vita
Charles Bukowski
Trina had filed a civil suit against the officer who raped her, and the jury awarded her a judgment of $62,000. The guard appealed, and the Court reversed the verdict because the correctional officer had not been permitted to tell the jury that Trina was in prison for murder. Consequently, Trina never received any financial aid or services from the state to compensate her for being violently raped by one of its “correctional” officers. In 2014, Trina turned fifty-two. She has been in prison for thirty-eight years. She is one of nearly five hundred people in Pennsylvania who have been condemned to mandatory life imprisonment without parole for crimes they were accused of committing when they were between the ages of thirteen and seventeen. It is the largest population of child offenders condemned to die in prison in any single jurisdiction in the world.
Bryan Stevenson (Just Mercy: A Story of Justice and Redemption)
You will not find Jesus in heaven, reclining on a cloud. He isn’t in church on Sunday morning, sitting in the pews. He isn’t locked away in the Vatican or held hostage by a denominational seminary. Rather, Jesus is sitting in the Emergency Room, an uninsured, undocumented immigrant needing healing. He is behind bars, so far from his parole date he can’t think that far into the future. He is homeless, evicted from his apartment, waiting in line at the shelter for a bed and a cup of soup. He is the poor child living in government housing with lice in his hair, the stripes of abuse on his body and a growl in his stomach. He is an old forgotten woman in a roach infested apartment who no one thinks of anymore. He is a refugee in Sudan, living in squalor. He is the abused and molested child who falsely feels responsible for the evil that is perpetrated against her. He is the young woman who hates herself for the decisions she has made, decisions that have imperiled her life, but did the best she could, torn between impossible choices. Jesus is anyone without power, ability or the means to help themselves, and he beckons us to come to him; not on a do-gooding crusade, but in solidarity and embrace.
Ronnie McBrayer (How Far Is Heaven?: Rediscovering the Kingdom of God in the Here and Now)
La mia vita mi spinge a immaginarmi come sarebbe stata la sua se le fosse toccato ciò che è toccato a me, che uso avrebbe fatto della mia fortuna. E la sua vita si affaccia di continuo nella mia, nelle parole che ho pronunciato, dentro le quali c'è spesso un'eco delle sue, in quel gesto determinato che è un riadattamento di un suo gesto, in quel mio di MENO che è tale per un suo di PIU', in quel mio di PIU' che è la forzatura di un suo di MENO senza contare ciò che non ha mai detto ma mi ha lasciato intuire, ciò che non sapevo e che poi ho letto nei suoi quaderni. Così il racconto dei fatti deve fare i conti con filtri, rimandi, verità parziali, mezze bugie: ne viene una estenuante misurazione del tempo passato tutta fondata sul metro incerto delle parole.
Elena Ferrante (The Story of a New Name (The Neapolitan Novels, #2))
Non faccio parte di quegli esaltati che sognano la realtà invece di vederla o che l'agghindano come un'amante lontana e appena intravista: la rivestono di mille qualità, mille parole non pronunciate, mille intenzioni inconfessate che concorrono alla loro felicità, mille silenzi che avranno una loro favorevole spiegazione. No, io non sono uno di questi amanti immaginari, fabbricatori di bellezza, artigiani di bontà, doratori dell'ideale, demiurghi della felicità. La realtà, io la conosco; peggio ancora, la sospetto. Mi attendo sempre che sia peggiore di quanto sembri, più violenta, più sinuosa, più torturata, ambigua, capziosa, vendicativa, interessata, egoista, tirchia, aggressiva, ingiusta, versatile, indifferente, vana; in una parola: più deludente. Di conseguenza io non abbandono la realtà, io la bracco, le resto attaccato al culo, faccio la posta a ogni sua debolezza e cattivo odore, la spremo sino a farne sprizzare il suo succo immondo. (da Il Vangelo secondo Pilato, pag. 101)
Éric-Emmanuel Schmitt (L'évangile selon Pilate)
«Merda…» Furono queste le sole parole che riuscirono a raggiungere le labbra di Dima e gli fuoriuscirono dalla bocca. La pelle di Irina era più bianca del solito, quasi trasparente, e i capelli erano luminosi e setosi come una nuvola di zucchero filato. Nonostante lei fosse avvolta di stracci e di sporcizia, per Dima quella che aveva di fronte non era una donna, ma una dea scesa tra i mortali per illuminare la sera e sostituire la luna nel firmamento notturno. Irina si fermò e rimase immobile senza pronunciare alcuna parola. In attesa. Era cosciente di mostrare molto più di quello che qualcuno avrebbe dovuto vedere, ma della complessità di quel momento la preoccupava solo che l’uomo che amava la guardasse con occhi differenti. Lo sguardo di disprezzo per chi è diverso. (brano inedito tratto da Teufel, il Diavolo in uscita a fine Marzo)
Eilan Moon (Teufel, il Diavolo)
Cos'è il kitsch? Prima di tutto, è un'idea dell'arte che implica una falsificazione dell'arte autentica, o come minimo la sua svalutazione sensazionalistica; ma è anche la negazione di tutto ciò che nell'esistenza umana risulta inaccettabile, nascosto dietro una facciata di sentimentalismo, bellezza fraudolenta e virtù posticcia. Il kitsch è, in poche parole, una menzogna narcisistica che nasconde la verità dell'orrore e della morte: così come il kitsch estetico è una menzogna estetica (un'arte che in realtà è una falsa arte) il kitsch storico è una menzogna storica (una storia che in realtà è una falsa storia). […] Così come l'ormai vecchia industria dell'intrattenimento ha bisogno di alimentarsi del kitsch estetico, che regala a chi lo consuma l'illusione di star godendo dell'arte autentica senza chiedergli in cambio nessuno degli sforzi che quel godimento richiede né costringerlo a esporsi a nessuna delle avventure intellettuali e a nessuno dei rischi morali che comporta, la nuova industria della memoria ha bisogno di alimentarsi del kitsch storico, che regala a chi lo consuma l'illusione di conoscere la storia reale risparmiandogli sforzi, ma soprattutto risparmiandogli le ironie e le contraddizioni e i disagi e le vergogne e le paure e le nausee e le vertigini e le delusioni che quella conoscenza procura.
Javier Cercas (El impostor)
«Mettiti il casco. È tardi!» le ordinò senza guardarla in viso mentre le porgeva il copricapo. Asia non disse una parola. Il sole era già scomparso ed era consapevole che con l’oscurità il Male avrebbe potuto fare capolino da un momento all’altro. Il cimitero del Wawel distava pochi minuti dal suo appartamento, ma lei conosceva bene il Venator e sapeva perché si spostava comunque in moto. Le sacche laterali della sua cavalcatura erano piene zeppe di armi, una vera e propria santa barbara sempre pronta all’uso. Mentre si issava con accuratezza dietro di lui cercò di trattenere il respiro. L’idea di sfiorare di nuovo, dopo quasi due anni, il suo corpo la faceva sentire come una bambina il primo giorno di scuola: tensione a mille, ansia, batticuore e la sensazione che di lì a poco sarebbe morta di infarto. Ma quel momento magico fu bruscamente distrutto, e le acide parole inzuppate nel veleno che uscirono dalle labbra di Bor la scaraventarono con una forza dolorosa nella realtà di quel pomeriggio. «Aggrappati alle manigliette laterali, non a me. E reggiti forte, non mi va di dovermi fermare a raccogliere i tuoi pezzetti.» Asia si sentì morire ma mai, per nessuna ragione al mondo, gli avrebbe dato soddisfazione. «Certo, non temere, non ti accorgerai nemmeno di me», disse a denti stretti mentre la bocca le si seccava per la delusione di essere stata respinta così in malo modo.
Eilan Moon
Penso che sia incredibile come cambia tutto quando incontri la persona che ami, incredibile quanto velocemente quel a persona ti possa bastare. Ti senti avvolto e riscaldato dal pensiero di lei, tutto diventa più leggero, anche se sei al lavoro e sono le quattro e venti del pomeriggio e fuori piove. Sei in macchina in autostrada, sei stanco, i vestiti ti stanno scomodi, ma pensi a lei e sorridi da solo, poi ti guardi nel o specchietto per vedere se sei abbastanza bel o per lei. Mandi messaggi e se non ti risponde subito è perché è in riunione o non ha sentito, certo non perché non ha voglia. È venerdì sera, la vedi e pensi che sei fortunato perché per due giorni è tutta tua. È tua a colazione, è tua dopo pranzo nel letto, mentre cerchi di vedere un film. Ti dice che martedì sera le va di cucinare per te e che ti aspetta a casa verso le nove, e tu al e otto e quarantacinque fai le scale di casa sua a due gradini al a volta, al egro e innamorato, perché hai voglia di baciarla e di sentire il suo odore. Quando entri in casa sua c’è già un buon profumo e non sai trovare le parole per dire a te stesso quanto sei felice, e quando sei solo in bagno ti guardi al o specchio e ti fai i complimenti per quanto lei è bela.
Fabio Volo (Le prime luci del mattino)
So che stai leggendo tardi questa poesia, prima di lasciare l' ufficio con l'abbagliante lampada gialla e la finestra nel buio nell'apatia di un fabbricato sbiadito nella quiete dopo l'ora di traffico. So che stai leggendo questa poesia in piedi nella libreria lontano dall'oceano in un giorno grigio di primavera, fiocchi sparsi di neve spinti attraverso enormi spazi di pianure intorno a te. So che stai leggendo questa poesia in una stanza dove tanto è accaduto che non puoi sopportare dove i vestiti giacciono sul letto in cumuli stagnanti e la valigia aperta parla di fughe ma non puoi ancora partire. So che stai leggendo questa poesia mentre il treno della metropolitana perde velocità e prima di salire le scale verso un nuovo tipo d'amore che la vita non ti ha mai concesso. So che stai leggendo questa poesia alla luce del televisore dove immagini mute saltano e scivolano mentre tu attendi le telenotizie sull'intifada. So che stai leggendo questa poesia in una sala d'attesa Di occhi che s'incontrano sì e no, d'identità con estranei. So che stai leggendo questa poesia sotto la luce al neon nel tedio e nella stanchezza dei giovani fuori gioco, che si mettono fuori gioco quando sono ancora troppo giovani. So che stai leggendo questa poesia con una vista non più buona, le spesse lenti ingigantiscono queste lettere oltre ogni significato però continui a leggere perché anche l'alfabeto è prezioso. So che stai leggendo questa poesia mentre vai e vieni accanto alla stufa scaldando il latte, sulla spalla un bambino che piange, un libro nella mano poiché la vita è breve e anche tu hai sete. So che stai leggendo questa poesia non scritta nella tua lingua indovinando alcune parole mentre altre continui a leggerle e voglio sapere quali siano queste parole. So che stai leggendo questa poesia mentre ascolti qualcosa, diviso fra rabbia e speranza ricominciando a fare di nuovo il lavoro che non puoi rifiutare. So che stai leggendo questa poesia perché non rimane nient'altro da leggere là dove sei atterrato, completamente nudo.
Adrienne Rich (An Atlas of the Difficult World)