Msa Quotes

«Devi condividere con me tutto ciò che provi» mi sussurra nell’orecchio. «Rabbia, paura, incertezza.» Mi incornicia il viso con le mani e mi trapassa con gli occhi risoluti. «Se ti allontani da me, non posso starti accanto e combattere con te.»

«Ti dirò questo» mi aggredisce. «Esci pure da quella porta. Vattene. Va’ da lui. Torna a soffrire. Io non verrò a cercarti. Non ti inseguirò. Vuoi scappare da me? Fallo. Ma sappi che è inutile. Tempo una settimana, e tu tornerai da me. Perché tu mi ami. Perché io ti amo. E perché io» mi prende il viso tra le mani «sono il tuo futuro.»

Come siamo finiti a farci tanto male? A volerci così male? Com’è possibile che due persone si consumino in questo modo? Non lo so, ma il rancore che nutro in questo momento non mi rende forte: mi rende così debole. Chi è il colpevole di tutto ciò? Esiste davvero un colpevole?

«Non sarai mai un corpo da usare per placare il mio desiderio, Cristina. Non ti tratterò mai come tale, né ti considererò mai così. Perciò no, non lascerò che la lussuria prenda il sopravvento sui sentimenti e mi trasformi in un animale che vuole solo accoppiarsi con la sua femmina. Meriti più di questo, e io ho intenzione di essere il meglio per te.»

«Ma il mio amore per te, Matt, va oltre ogni mia immaginazione. Più tu mi consumi, più io ti consumo, è vero. Ma ti amo» sorrido. «E se amarti vuol dire cadere a pezzi, allora i miei cocci sono tuoi. Io sono tua.»

Mi massaggio la nuca tesa e mi risiedo sul bordo del letto, dando le spalle a Federico. «Tu mi hai fatto diventare un mostro» lo biasimo tutto d’un fiato. Mi giro a guardarlo da sopra la spalla. «Te ne rendi conto, sì?»

Sono la sola che può riuscirci. Perché è sempre stato tutto nelle mie mani.

«Non gridare, Cristina» mi ingiunge Stefano con sguardo quasi diabolico. Uno sguardo che mi manda in visibilio.

«Davvero credi di meritare l’amore di qualcuno?» continua a sputarmi contro con disgusto.

«Fossi in lei non ci scommetterei, sceicco. Io vinco sempre.»

«Posso anche amarti con tutta l’anima» dico rauca «ma lui è la mia vita.» Mi sollevo sui gomiti, poi sulle braccia, gli occhi incatenati a quelli roventi di Matt. «Sceglierò sempre lui.»

«Ci ho provato, Cristina» dice a bruciapelo, una nota incerta nel tono provato. «Volevo davvero renderti felice. Ci ho provato con tutto me stesso. Ti ho dato tutto me stesso, ma in fondo sapevo che non sarebbe mai stato abbastanza per te. Io non sono abbastanza» conclude sottovoce.

Quando il mio cuore trabocca dei suoi ricordi, mi tiro indietro per sussurrare: «Ti amo, Stefano». Gli pianto i palmi sul petto, percependo il suo cuore battere all’impazzata anche attraverso la stoffa del lupetto nero. Levo lo sguardo nel suo e mi calo sul volto un’espressione severa che lo fa irrigidire. «Non seguirmi.»

«Sarà…» Mia madre si alza per sparecchiare. «Ma il fatto che torni a essere quella che eri prima dell’incidente anche solo parlando di questo Stefano e di quello che avete fatto insieme, io l’ho notato perfettamente, figlia mia.»

Mi fissa tanto intensamente che mi tremano le gambe. «Non puoi dirmi di no, Cris.»

A genuine smile is your best fashion accessory and the most important thing you can wear.

«Penserò a te, Cris, perché tu penserai a me ogni minuto, ogni secondo.» Prende il mio ciondolo con due dita e bacia il rubino. «Sarò sempre con te, non dimenticarlo.»

«Va tutto bene. Non escludermi, non chiuderti in te stessa. Sai che troverò comunque la strada per arrivare a te» mi sorride strafottente, ma anche così dolce.

M’incenerisce con un’occhiata penetrante. «Non mi sono intrufolato qui come un fottuto ladro. Ho la chiave.»

«E io non sono più l’uomo che si fidava ciecamente dell’amico che considerava un fratello.»

«Dillo, ora» mi ingiunge. Inarco la schiena per sentirlo tutto quanto, gridando. «Tua» ansimo. «Mia» ringhia lui.

«Sai, splendore» dico passandogli le dita tra i capelli soffici «potrei anche essere impazzita per te.»

«Non vuoi parlare con me, quindi devo trovare una strada alternativa per venire da te e riportarti a casa.»

Lui si fa serio, intenso… maledettamente intenso. «Sto stringendo la mano della donna che amo: non ho paura di niente.»

Mi sposto i capelli dietro la spalla e sollevo il mento con convinzione. «Niente regole.»

«E io devo capire che non posso chiamarti mia» mormora torvo «perché sei ancora sua.»

«Allora, predatrice, qual è la tua scelta?»

«Ora puoi gridare, Cristina.»

«Ora non riguarda più solo me e te.» Mi preme le labbra umide sulla guancia. «Ora voglio far soffrire anche lei.»

«Non sono mai andato via, tigre.»

Chiudendo gli occhi, mi sgancio il ciondolo e ammetto: «Lui possiede la mia anima». Gli prendo la mano e giro il palmo all’insù per dargli la collana. «Ma tu possiedi il mio cuore.»

«Stai andando in un luogo in cui io non posso seguirti, tigre» mormora con una voce tale da farmi quasi scoppiare a piangere. «Se tu fai questa cosa» aggiunge greve «per noi è finita.»

Il mio sguardo si perde nel vuoto, la mia voce si spegne. «Non sono riuscita a evitarlo» ammetto. «Non sono riuscita a impedirgli di avvicinarsi. Matt riesco a tenerlo lontano. Stefano no.»

Matt resta a fissarmi dall’alto, l’espressione impenetrabile. «Goditi pure la tua settimana con Stef, ragazza tremenda. Sarà l’ultima cosa che ti concederò prima di reclamarti a tutto l’universo.»

Gabriella mi ghermisce per un braccio prima che possa andarmene. «Lo sei» ringhia. «Ho visto fin dove si spinge la tua sete di potere, ma con lui perderai, Cristina. E non sto parlando di una sfida. Perderai te stessa.»

«Due schiaffi in due giorni, Cris» commenta con fare canzonatorio, pulendosi una goccia di sangue inesistente all’angolo della bocca mentre riduce drasticamente i centimetri che ci separano. «Stai cercando di dirmi qualcosa?»

Gemo e mi irrigidisco di lussuria quando i suoi occhi saettano nei miei. «Anche tu dovresti tornare a casa e optare per una camicia e un paio di jeans» ansimo, la gola d’improvviso secca. «Lo stile da James Bond non ti si addice molto.»

Stefano non mi presta la minima attenzione. Adesso sono solo lui e Matt. «L’hai sentita. Se sei certo che quello che prova per te sia più forte di tutto, lasciala andare e risolvi i tuoi problemi per conto tuo. Smettila di servirti di lei, e forse lei smetterà di servirsi di te.»

Shkodra ne zheg E zhegu jeten edh’ e shafite e krejt qyteti disi kolomendet; heshtin pirajkat, heshtin avlimendet, e n’at heshti mbretnon e bardha drite. Vec ndonje cikrik pusi tur kersite degjohet hove-hive e’ i hap qi endet vetmimtar n’zheg,msa flejn’ njerzit e sendet, edhe kadalkadal vjen tu’u avite. Oh, shqetija fmijnore,n’moshe’ t’prarueme ! Nana na vente, n’zheg ne fmijjt,me fjete per t’i dhan me gjum’ t’on’, pak pushim shpis… Por na sa ndiejshem ngjat at hap, n’te shtrueme s’na zente vendi vend: rrijshim t’paqete, pse at hap e ndiqte britma e hallvaxhis!

«Quando ti ho vista per la prima volta ho avuto l’immediata certezza di essere legato a te in qualche modo» mormora Stefano, in tono deciso. «È vero che sapevo che tipo di ragazza fossi. Ed è vero che la tua natura predatrice mi ha attirato come una calamita. Ma quando ti ho baciata…» «Hai visto me».

«Io non sono come Matt, Cristina» seguita Stefano con veemenza. «Credi che mi sia indifferente che tu sia andata a letto con lui, dopo che avevi passato ore tra le mie braccia? Mi fa infuriare, Cristina, infuriare. Vorrei andare da lui e pestarlo a sangue per come ti tratta, come se fossi una sua proprietà. Ma non posso. Non posso perché se colpisco lui, colpisco te.»

«Prometto» inizia «di non dare mai niente per scontato. Prometto di cercare di proteggerti sempre, e se non me lo permetterai mai, di rimanere al tuo fianco e combattere con te. Prometto di rendere memorabile ogni tua giornata e di amarti come meriti, come ho sempre voluto fare dal primo istante. Ma soprattutto, prometto di farti sorridere in ogni minuto della nostra vita insieme.»

Scuoto la testa e guardo altrove per nascondere l’insorgere delle lacrime. La musica si affievolisce ancor più. Matt mi avvolge completamente con il braccio e mi stringe forte a sé. Gli appoggio il mento sulla spalla, cingendolo con altrettanta veemenza, quasi… … quasi gli stia assicurando che non lo lascerò andare. Perdonami. Vorrei urlare contro il cielo e soccombere. Le labbra di Matt sono morbide e calde sul mio orecchio. «Non lasciarmi andare, Cris.»

Early-onset dysphagia in PD is atypical and usually alerts the clinician to an alternate diagnosis such as PSP or MSA.

Never lose hope. When the Sun goes down, the Moon comes up.

«Allora mi sono sbagliato» mi dice duro. «Non sei il tipo di ragazza che credevo di aver inquadrato. Non sei ciò che cerco.»

Piego le labbra in un sorriso sensuale. «Va bene, Occhi di Ghiaccio, ti do una seconda chance.»

«Sono dipendente da te, Matt» mormoro citando la canzone, lambendogli le labbra con le mie.

Matt si stacca da me, ansimante, e fa una breve risata che mi fa cedere le ginocchia. «Oh, sì» sussurra. Mi passa due dita sulla guancia, poi sul labbro inferiore, contemplandomi. «Sono dipendente da te, Cris.»

«E quanto sei pentito di avermi baciata?» Il suo sorriso sbilenco mi fa sfregare i polpacci per l’eccitazione che mi procura.

«Lo rifarei all’infinito.»

«Ci andremo, Cris» mi sussurra mentre riprendiamo a camminare. Si china e mi sfiora l’orecchio con il naso. «Se mi dirai di sì.»

«Oh, Cris» sibila. «Sono affamato di te da quando eravamo in quella maledetta camera.»

«Be’» replico con amarezza «tu mi stai uccidendo da quando ci siamo incontrati, Matt.»

Matt mi trapassa con lo sguardo, ma lo sostengo, e la sua espressione si addolcisce appena. «Sei decisamente una a cui piace dare ordini, Cristina.» Sulle sue labbra aleggia un vezzo di divertimento.

«Non farmi aspettare» aggiunge, e mi sfiora con un dito il polso.

Mi irrigidisco ma cerco di mantenere lo stesso tono seducente e perverso: «Sei con un’avvenente donna e ti ho interrotto proprio sul più bello? Non potrei mai perdonarmelo».

Sorride sardonico, annientandomi. «Colpito e affondato.»

«Non sono andata via da te, Matt, ma dalla tua offerta di lavoro.» Deglutisco nel vederlo irrigidirsi e svio lo sguardo, a disagio. «Non andrei mai via da te» soggiungo tanto sottovoce che non mi meraviglierei se non mi avesse sentito.

Gli riservo quel vezzo perverso all’angolo della bocca che lo fa quasi ringhiare di piacere. «Voglio che mi provi, Matt.»

«Solo un bacio. Solo una volta» mormora.

Faccio spallucce in modo molto sensuale. «Dipende da te, Occhi di Ghiaccio» sussurro. «Prevedi di baciarmi ancora?»

«Cris» mi dice «quel tuo sguardo da tenebrosa cacciatrice è il motivo principale per cui ti ho scelta. Quindi, sì.» Finisce il suo drink e incrocia le dita sul bancone, scoccandomi un’occhiata lasciva. «Direi che mi eccita parecchio.»

Alzo le spalle. «Sei tu che mi hai portata a cena per convincermi a accettare la tua proposta di lavoro, Matt. Convincimi, allora.» Lo scruto altezzosa e maliziosa. «Hai detto di avere un piano…»

«Per il potere, Cristina» fa con tono solenne e maledettamente seducente. «Tu lo faresti per il potere, e io posso dartene quanto vuoi. Devi solo dire sì.»

Matt muove la bocca sul mio orecchio. «Scendi la scalinata. Fai scorrere le dita sul corrimano come se la stessi passando sul suo petto. Incatenala a te con lo sguardo. Prendi ciò che vuoi. È tuo. Tutto ciò che desideri.»

Decido di difendermi dal suo assalto passivo – ma devastante – abbagliandolo con un sorriso smagliante. «Sto per baciarti, Matt» mormoro.

Rebecca arriccia il naso per ricacciare indietro la commozione. «Questo è vero. Ma non sorrideva più così, finché non ha incontrato te. E non penso proprio di sbagliarmi quando ti dico che sei diversa vicino a lui.» Sistema il tovagliolo che ha sulle cosce accanto al piatto e mi punta addosso gli occhi chiari. «Mi è capitato di osservarvi insieme. C’è una specie di energia che vi gravita attorno. A un osservatore distratto sembrate due migliori amici, ma una vecchia volpe come me coglie l’impercettibile quanto infiammata scia di attrazione che vi attira l’una verso l’altro.»

Tenendomi gli occhi nei suoi, lui si china sulla mia bocca per minacciarmi: «Più tu mi farai male, più io ne farò a te, sappilo».

«Mi ami così tanto che ti terrorizza.» Matt mi sbatte in faccia la verità senza mezzi termini. «E sei convinta che scegliendo Stefano sarai felice, sana e salva da emozioni che rischiano di distruggerti. Sai una cosa? Forse è così. Magari sarai davvero felice.» Rilascia il respiro, chiudendo gli occhi per un istante per poi tornare a guardarmi con dolcezza mista a un luccichio sinistro. «Ma non sarò io, Cris. Non sarà questo.»

Not lightly should you transport aluminum trays of oily Pakistani food in the back of your mother’s car. This is one of many lessons I learned as part of the Muslim Students Association (MSA) in university. Through tragically not reflected in catering, a glorious diversity has generally characterized attendance at MSA events across the varied campuses of North America’s colleges and universities: the second-generation children of Hyderabadi physicians suffering toward medical school themselves, well-heeled scions of Syrian engineers from the Midwest on break from serial brunching, African-American Muslims bemused by immigrant angst, occasional pompously coiffed upper-crust Pakistanis expiating sins incurred while clubbing and the odd Saudi exchange student committed to bringing order to this religious soup.

Smiling reduces blood pressure by lowering the stress-inducing hormones, such as adrenaline and cortisol. As my mother, who is now in her eighties, navigates the challenges of aging, her mantra has become, “Keep moving and keep smiling.” She has observed the rapid decline of her friends who haven’t. She is striving to stay strong, happy, and vital; her desire to smile is helping her to live a healthier, more satisfying, and longer life.

Research has shown that smiling releases endorphins—the happy hormones that shift your physiology for improved well-being. When you smile and your eyes crinkle, your body releases chemicals that change the chemistry of your brain, lifting spirits, and reducing pain. Even when it is hard to smile and you are forcing it, positive changes take place in your physiology.

As the saying goes, "Smile and the world smiles with you, cry and you cry alone.” Smiling is a universal symbol of happiness that transcends language and communication challenges.

A smile is one of the most powerful and important body language cues we share with others—and as such a heartfelt emotion, it's impossible to express its effect on others in words.

No matter your age, a smile makes you look and feel better. People spend billions of dollars every year to get pumped, pulled, tucked, and tweaked in hopes of being more beautiful. But there is nothing like a genuine smile to transform your appearance and provide an instant facelift.

A friend recently shared that even if he is in a rough mood, when someone smiles at him it enhances his kindness and encourages him to project a better attitude.

I attended a symposium to hear Shilagh Mirgain, Ph.D. speak on Mindful Leadership. Throughout her program, I made sure to make eye contact and smile to support, affirm, and engage with her presentation. When audience members do this for me, it adds an extra punch of dynamic energy that enriches my presentations and improves my performance.

One of the speaking programs I deliver is entitled, "Service with a Smile . . . How to Create a Sensational Customer Experience." Smiling is at the heart of my teaching because when employees smile while delivering service, it tells the guest/client/customer . . . You matter. You are important. We are glad you are here. We appreciate your business.

When you see people smiling, does it give you a sense of connection with them? The law of reciprocity illustrates it is hard to not smile back when someone smiles at you.

«No, piccola, sono solo un uomo che sta patendo le pene dell’inferno a causa tua.» Con il pollice traccia rapidi cerchi intorno al clitoride, portandomi sempre più vicina al limite. «Ti ho dato tutto ciò che volevi. Sono come tu mi vuoi. E ancora non ti basta? Fin dove si spinge la tua sete di potere, eh, Cris?»

«E tu hai una vaga idea di quanto mi fai male, quando dici che io non ti amo?» non mi trattengo dal controbattere, il tono un po’ ostile.

«E tu ami lui» aggiunge dopo quella che mi pare un’eternità. «Ti deve importare.»

«Mi porterà da te, Cristina.»

La collera gli scende sul volto, come il sipario cala sulla scena. «Sei tu, Cris!» mi aggredisce. «La tua faccia, i tuoi occhi, la tua bocca, il tuo corpo, la tua imprudenza, la tua cupidigia, la tua malizia.» Inspira violentemente dal naso, un cipiglio iroso gli aggrotta la fronte. «Tutto di te mi rende così. Tu…» Sospira arrendevole. «Tu mi fai impazzire.»

«Stefano ha un gran cuore: non spezzarglielo.»

«E tu» dice mentre abbassa la cerniera del mio giubbino e fa scorrere un dito lungo la scollatura a V della maglia «sei una tentazione irresistibile.»

«Credo che tu me l’abbia fottuto alla grande, Cris» esclama e si avventa sulle mie labbra con indomita passione.

Perché io ti voglio, Matt.

«Sì» esclama, e non riesco a fare a meno di immaginare il suo largo e disarmante sorriso. «Cazzo, Cris, ho anche ammesso di essermi fatto fottere il cervello da te! Non ti facevo così insicura, ragazza tremenda.»

Sei sveglia, finalmente! Dormito bene? Spero di sì, visto che io non ho chiuso occhio per colpa tua. Scommetto che non ti sei nemmeno degnata di riaccendere il cellulare. Be’, appena lo farai, sappi che ti ritroverai sommersa da una valanga di SMS che ti avvisano che ho chiamato più o meno ogni cinque minuti per tutta la notte. Comunque, sto andando in ufficio. Non c’è bisogno che rispondi a questo messaggio. Volevo solo farti sapere che mi hai fatto passare le pene dell’inferno, stanotte, e che ho intenzione di vendicarmi. Ti chiamerò io per darti istruzioni riguardo a stasera. A dopo.

«Sono una favola, invece.» Mi cinge con entrambe le braccia e mi attira a sé, premendomi la considerevole erezione contro il ventre e strappandomi un mugolio di apprezzamento. «E tu sei una Bond girl tremendamente desiderabile.»

«Matt, ti prego!» esclamo esasperata. «È già abbastanza difficile accompagnarti a questo evento e sapere che da domani la mia vita tornerà a essere quella di sempre.» Mi volto a guardare fuori dal finestrino, tenendo a bada la voce e le lacrime. «Che tu non ne farai più parte» mormoro.

«Tu sei la mia regina, Cris.»

Matt si stacca e mi penetra con lo sguardo fino a farmi sussultare il cuore. Fino a farmi trasalire l’anima. «Non ho nessuna intenzione di rinunciare a te, Cris. La mia offerta di lavoro non ha più alcuna importanza.» Fa un mesto sorriso. «Ora come ora, non potrei sopportare che qualcun altro si avvicini a te.»

«Ho la sensazione che il tuo appetito coincida con il mio, Occhi di Ghiaccio» rimbecco maliziosa. «Perciò perché non inverti la rotta e andiamo a distruggere la tua camera da letto?»

Lo guardo affascinata. «Hai corso un bel rischio a farmi entrare con te, mio bel cavaliere dalla scintillante armatura.»

«Ho già preso una parte di quello che voglio da te, piccola.» Mi prende la mano nella sua e si porta le mie dita alla bocca, accarezzandole con le labbra vellutate. «E credimi, hai un sapore così buono che in questo momento vorrei solo affondare la lingua nella tua bocca e respirare i tuoi gemiti mentre ti tocco.»

«Ti consiglio vivamente di toglierle le mani di dosso, prima che ti faccia allontanare e incriminare per aver molestato la mia ragazza» interviene una voce maschile risoluta e seducente.

«I tempi sono cambiati, Matt. Non sono più il ragazzino che conoscevi.»