“
Câţiva centimetri, câţiva ani, câteva mii de lei in plus, câteva cărţi citite în plus, mă rog, lucruri de felul ăsta despart oamenii...
”
”
Mircea Cărtărescu (Nostalgia)
“
Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s'era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così.
”
”
Italo Calvino (The Baron in the Trees)
“
Lei had recently discovered how to change the display, like the Times Square JumboTron,so now the banner read: Merry Christmas! All your presents belong to Leo!
”
”
Rick Riordan (The Demigod Diaries (The Heroes of Olympus))
“
Leis go brown, tectonic plates shift, deep currents move, islands vanish, rooms get forgotten.
”
”
Joan Didion (The Year of Magical Thinking)
“
Scese, evitando di guardarla a lungo, come si fa col sole; ma vedeva lei, come si vede il sole, anche senza guardare.
”
”
Leo Tolstoy
“
Lei era speranza… She was hope. La mia luce… my light.
”
”
Tillie Cole (Sweet Hope (Sweet Home, #3; Carillo Boys, #2))
“
Alla fine sono passati due anni, ma ancora la cerco e ci penso. Cosa mi manca di lei? Mi manca soprattutto il futuro. Nel senso che mi mancano tutte le cose che ancora non so e che vorrei scoprire con lei. Mi manca tutto ciò che avremmo potuto vivere insieme.
”
”
Fabio Volo (Il tempo che vorrei)
“
Un istante dopo una risata bassa, fresca come aria nel buio della notte, la colpì facendola trasalire.
- Le ha quasi staccato una mano e lei si mostra indifferente – commentò una voce profonda alle sue spalle – Ma non mi sarei aspettato nulla di meno da Eloise Weiss: per ottenerla, quella mano, bisogna strappargliela.
”
”
Virginia De Winter (L'Ordine della spada (Black Friars, #1))
“
The cult of Mao and the cult of Lei Feng were two faces of the same coin: one was the cult of personality; the other, its essential corollary, was the cult of impersonality
”
”
Jung Chang (Wild Swans: Three Daughters of China)
“
Signora, il suo amore era talmente ardente che avrei potuto ricambiarlo solo facendo di lei mia moglie o la mia amante. Io non accettai ma, per il grande amore che mi portava, le offrii mille lire sterline di rendita all'anno per lei e per i suoi eredi se avesse sposato un cavaliere di suo gradimento. Signora, non mi piace essere obbligato ad amare; l'amore deve nascere dal cuore, non dalla costrizione.
”
”
Thomas Malory (Storia di re Artù e dei suoi cavalieri)
“
São os espíritos superficiais que mais crêem nos êxitos retumbantes, nas fórmulas fáceis para vencer, pois isso lhes lisonjeia a incapacidade e a fraqueza de vontade.Os lances engenhosos, em que se torce a moral para obter um mais rápido efeito, conseguem grande público.Mas a vida, cujas leis são infinitamente mais sóbrias, mais puras que as dos homens, não as aceita
”
”
Agustina Bessa-Luís (A Sibila)
“
Non so perché ma quando pensavo a lei i miei pensieri non avevano mai il punto. Solo virgole. Erano una valanga di immagini e parole senza punteggiatura.
”
”
Fabio Volo (Il giorno in più)
“
Se não aparecerem mulheres, importam-se, que é em Portugal para tudo o recurso natural. Aqui importa-se tudo. Leis, ideias, filosofias, teorias, assuntos, estéticas, ciências, estilos, indústrias, modas, maneiras, pilhérias, tudo nos vem em caixotes pelo paquete. A civilização custa-nos caríssima, com os direitos de alfândega:e é tudo em segunda mão, não foi feita para nós, fica-nos curta nas mangas...
”
”
Eça de Queirós (Os Maias)
“
Ho perduto la donna che ho amato senza lottare, senza credere in me e in lei. Poco importa quello che ho imparato dopo, non conta quanto io sia cambiato, allora commisi questo delitto, il delitto di lasciarla sola.
”
”
Stefano Benni (Di tutte le ricchezze)
“
It's not all gone. She loved someone before and so did I. The Society and the Rising and the world are all still out there, pressing against us. But Lei holds them away. She's made enough space for two people to stand up together, whether or not any Society or Rising says that they can. She's done it before. The amazing thing is that she's not afraid to do it again. When we fall in love the first time, we don't know anything. We risk a lot less than we do if we choose to love again.
There is something extraordinary about the first time falling.
But if feels even better to find myself standing on solid ground, with someone holding on to me, pulling me back, and know that I'm doing the same for her.
”
”
Ally Condie (Reached (Matched, #3))
“
I never needed the Society," she says, "to Match me."
(-Lei)
”
”
Ally Condie (Reached (Matched, #3))
“
Lei mi stava soggiogando.
Con i suoi occhi.
Con il suo corpo.
Con il suo odore.
”
”
Chiara Cilli (Per Addestrarti (Blood Bonds, #4))
“
«Pensavo ai peccati».
Una risata impalpabile si agitò nelle ombre gettate dalle lanterne a olio sulle pietre lucide della strada.
«Qual è il tuo, allora? Paura, oppure orgoglio?»
Lei sentì suo malgrado una risata premerle le labbra. «La vanità», ammise in tono quasi allegro.
”
”
Virginia De Winter (L'Ordine della spada (Black Friars, #1))
“
Sentivo che mi leggeva dentro, e io avrei voluto essere più uomo con lei. Avrei voluto essere quell'abbraccio in cui desiderava perdersi. Protetta e libera di lasciarsi andare, perché tanto c'ero io a prendermi cura di lei, a difenderla dal freddo e dal male.
”
”
Fabio Volo (Il giorno in più)
“
Volevo che tu imparassi una cosa da lei: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta si vince.
”
”
Harper Lee (To Kill a Mockingbird)
“
La caligine si era diradata e Bor avvertì una morsa al cuore. Avrebbe preferito che la nebbia gli avesse impedito di vederla piangere. Non sopportava le sue lacrime, lo facevano sentire debole perché il cuore lacrimava sangue quando lei soffriva.
”
”
Eilan Moon (R.I.P. Requiescat In Pace (The R.I.P. Trilogy, #1))
“
(...) a pior filosofia é a do choramingas que se deita à margem do rio para o fim de lastimar o curso incessante das águas. O ofício delas é não parar nunca; acomoda-te com a lei, e trata de aproveitá-la.
”
”
Machado de Assis
“
E poi è successo e da quel momento niente è stato più lo stesso.
Non sarebbe dovuto accadere.
Non con lei.
E ora sono suo, irrimediabilmente suo.
”
”
A.S. Kelly (Tre minuti solo per me (Tre minuti di me, #2))
“
I keep my promises, Lei. Whatever they might cost me.
”
”
Natasha Ngan (Girls of Paper and Fire (Girls of Paper and Fire, #1))
“
Percepii una stretta decisa alla mano.
Mi irrigidii.
Avevo intrecciato le dita a quelle di Aleksandra.
Lei non si era ribellata.
Non era indietreggiata il più lontano possibile.
Era ancora alle mie spalle.
Con me.
”
”
Chiara Cilli (Distruggimi (Blood Bonds, #2))
“
Quel che aveva capito, con certezza assoluta, era che vivere senza di lui sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento le cose avrebbero avuto ogni volta un’ombra, per lei, un’ombra in più, perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio.
”
”
Alessandro Baricco (Tre volte all'alba)
“
Ma l'uomo che sono oggi" continuò Mike, smettendo di sfiorarle l'orlo del vestito, sulle ginocchia, e rialzando lo sguardo su di lei, "non potrebbe amare nessun'altra come ama te. Neanche lei.
”
”
Monica Lombardi (Gambler)
“
...quando perdi qualcuno e questo qualcuno ti manca, tu soffri perché la persona assente si è trasformata in un essere immaginario: irreale. Ma il tuo desiderio di lei non è immaginario. Così è a quello che devi aggrapparti: al desiderio. Perché è reale.
”
”
Jonathan Coe (The House of Sleep)
“
Lei è l'amore...Quando lo trovi, da qualunque parti arrivi, accettalo come un dono e tienilo ben stretto...ha la capacità di farti sentire pieno di energia senza lasciarti la possibilità di capire quanto te ne stia in realtà togliendo.
”
”
Giorgio Faletti (Niente di vero tranne gli occhi)
“
Vuole credere lei che sarei orgoglioso e felice di possedere un amico tra gli uomini? Ma fino ad ora ho avuto amici solo tra demoni, farfarelli, mostri oscuri e fantasmi afasiaci, vale a dire: tra letterati.
”
”
Thomas Mann (Tonio Kröger)
“
Tutto in me mi gridò di ucciderla.
All'istante.
Atrocemente.
Tutto in lei mi sfidò a farlo.
”
”
Chiara Cilli (Distruggimi (Blood Bonds, #2))
“
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
”
”
Giacomo Leopardi
“
Era lei.La musica della sua allegria era balsamo e acido, gli scorticava la pelle scoprendo superfici di sé che non avrebbe immaginato. Averla così vicina - dieci passi e milioni di pensieri - bastava a smarrire
”
”
Virginia De Winter (L'Ordine della chiave (Black Friars, #0.5))
“
Per lei, vedo, la bellezza non ha niente a che fare con la verità."
"La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede il sole o la luna; ma se si butta giù non c'è più né sole né luna, c'è la verità.
”
”
Leonardo Sciascia (The Day of the Owl)
“
La bellezza per lei, come per tutti quelli che hanno molto sentito, non risiedeva nelle cose ma in ciò che esse simboleggiavano
”
”
Thomas Hardy (Tess of the D’Urbervilles)
“
Lei era la porta che avevo avuto il coraggio di aprire e che non riuscivo più a richiudere.
”
”
Fabio Volo (Il giorno in più)
“
E chi se non lui poteva sapere meglio di chiunque che lei avrebbe continuato a sorridere anche se davvero le avessero staccato una parte del corpo, un braccio, una mano, un pezzo di carne da dentro il petto.
La sua voce proveniva da dietro le sue spalle, nella perfetta raffigurazione del colpo sferrato alla schiena.
A tradimento
”
”
Virginia De Winter (L'Ordine della spada (Black Friars, #1))
“
Mia sorella. Come un fiore improbabile, cresciuto su un piccolo grumo di terra attaccato alla roccia. Da lei ho appreso la resistenza. Ora ci somigliamo meno nei tratti, ma é lo stesso il senso che troviamo in questo essere gettate nel mondo. Nella complicitá ci siamo salvate.
”
”
Donatella Di Pietrantonio (L'Arminuta)
“
Il giorno in cui una donna che vi passa davanti sprigiona luce camminando, siete perduto, amate. Non vi rimane da far altro che una cosa: pensare a lei così intensamente da costringerla a pensare a voi.
”
”
Victor Hugo (Les Misérables)
“
«Non c'è onore nell'uccidere un abominio come te, Henri». Mi raschiò la barba con le unghie, raccapricciandomi a tal punto che mi tirai indietro. Ma lei riportò il mio volto a un nonnulla dal suo, tenendomi fermo per il mento. «La tua vita non ha valore, se non per chi ha il tuo stesso sangue».
”
”
Chiara Cilli (Uccidimi (Blood Bonds, #3))
“
Lei si riscosse e fece per superarlo. Allora, di riflesso, Axel abbassò il braccio bloccandole la strada senza smettere di guardarla.
-Scappa-, sussurrò lui. -Ma tornerai da me, non ti permetterò mai di andare via-.
”
”
Virginia De Winter (L'Ordine della chiave (Black Friars, #0.5))
“
«Ogni scrittore, come lei sa, mette una parte di sé in ciascun personaggio. È sbagliato pensare che io sia il protagonista [...]. Sono ognuno di loro e nessuno di loro. Li ho messi sulla carta e ora vivono di vita propria, e quel poco per cui mi somigliavano è un'illusione, perché, una volta che io gli abbia dato la vita, faranno quel che gli pare. [...]»
”
”
Chiara Santoianni (Missione a Manhattan)
“
Deus é capaz de criar partículas de matéria de diversos tamanhos e formas...e talvez de diferentes densidades e forças e, portanto, de variar as leis da natureza e fazer mundos de diversos tipos em várias partes do universo. Pelo menos não vejo contradição alguma em tudo isso.
”
”
Isaac Newton
“
Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare.
”
”
Alessandro Baricco
“
... dove trovare il tempo per leggere?
grave problema.
che non esiste.
nel momento in cui mi pongo il problema del tempo per leggere, vuol dire che quel che manca è la voglia. poiché, a ben vedere, nessuno ha mai tempo per leggere. né i piccoli, né gli adolescenti, né i grandi. la vita è un perenne ostacolo alla lettura.
"leggere? vorrei tanto, ma il lavoro, i bambini, la casa, non ho più tempo..."
"come la invidio, lei, che ha tempo per leggere!"
e perché questa donna, che lavora, fa la spesa, si occupa dei bambini, guida la macchina, ama tre uomini, frequenta il dentista, trasloca la settimana prossima, trova il tempo per leggere, e quel casto scapolo che vive di rendita, no?
il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (come il tempo per scrivere, d'altronde, o il tempo per amare.)
rubato a cosa?
diciamo, al dovere di vivere.
[...]
il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.
”
”
Daniel Pennac
“
Improvvisamente lei si sentì fragile come un bicchiere. Cristallo spesso e tenace, poteva cadere al suolo senza riportare alcun danno oppure sbeccarsi in un angolo restando comunque intero. C’era però un punto, un punto preciso che, se avesse colpito il suolo, lo avrebbe fatto esplodere in mille frammenti, tanto da rendere impossibile riconoscere che forma avesse avuto in origine. Frantumata, sgretolata.
”
”
Virginia De Winter (L'Ordine della spada (Black Friars, #1))
“
Un personaggio, signore, può sempre domandare a un uomo chi è. Perché un personaggio ha veramente una vita sua, segnata di caratteri suoi, per cui è sempre «qualcuno». Mentre un uomo – non dico lei, adesso – un uomo così in genere, può non essere «nessuno».
”
”
Luigi Pirandello (Six Characters in Search of an Author)
“
Le lacrime erano brucianti e affilate come rasoi. Gli incubi, la sua unica compagnia, le ricordavano che era ancora viva.
Sofia si dibatteva per riemergere dal sonno, per sottrarsi a esso, mentre l’urlo di terrore le restava conficcato in gola come una spina o a volte le sfuggiva dalle labbra, trattenuto eppur potente, così acuto da risvegliare i morti della sanguinosa guerra del passato, un passato ancora vivo e vicino. Rammentava quando la madre la portava da bambina in chiesa ad accendere la candelina a Gesù Bambino. Quei ricordi così lontani erano velati da una sottile foschia, essi erano la materia dei sogni quando ci si sveglia: inconsistenti, vaghi, fluidi e come acqua scivolavano via da lei, troppo velocemente per permetterle di ancorarsi a loro. (La grande Purga di Eilan Moon)
”
”
Eilan Moon
“
Una sera ho visto il cartone animato di "Alice Nel Paese Delle Meraviglie". A un certo punto del film lei diventava grande e la testa usciva dal tetto della casa e le braccia dalle finestre. Di fronte a quella scena, ho preso coscienza che era ciò che stavo provando io. La mia casa era diventata troppo piccola per me, sentivo che non ci stavo più dentro. Dovevo andarmene, seguire anch'io il Bianconiglio.
”
”
Fabio Volo (Il tempo che vorrei)
“
Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così, io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No.
Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. È lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatto tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare.
”
”
Alessandro Baricco (Ocean Sea)
“
I never needed the Society to Match me.
”
”
Ally Condie (Reached (Matched, #3))
“
Everything has to do with everything else—you know that by now. So begin at the beginning, and it will lead to the end.
”
”
Toby Neal (Blood Orchids (Lei Crime, #1))
“
Rimasero in silenzio mentre i loro occhi si cibavano gli uni degli altri, senza parole perché quelle tra loro erano inutili. L’alchimia che c’era stata sin dal loro primo incontro era qualcosa di indescrivibile che nessuno dei due aveva mai provato prima. Lui era lo Yang, il lato virile e potente dell’essenza che creavano insieme, e lei era lo Yin, la femminilità, la delicatezza che colmava le mancanze dell’altro. Solo insieme erano completi, lontani erano come un giocattolo rotto.
”
”
Eilan Moon (R.I.P. Requiescat In Pace (The R.I.P. Trilogy, #1))
“
E este lugar que era mundo, agora, vazio oco quer ser mundo ainda. E, realmente, tudo se mantém suspenso. Tudo quer e tenta ser igual. Todos parecem acreditar. Sem ti, as pessoas ainda vão para onde iam, ainda seguem as mesmas linhas invisíveis. Mas eu sei, pai. Perderam-se as leis contigo. Perdeu-se a ordem que trazias. Pai
”
”
José Luís Peixoto (Morreste-me)
“
Tu, così abituata a spostarti un attimo prima del tocco delle mani di qualcuno, tu così brava ad andar via un attimo prima dell'arrivo, tu desiderata più di ogni cosa ma ferma laggiù, fra le cose che non ho.
”
”
Massimo Bisotti (La luna blu. Il percorso inverso dei sogni)
“
Era abbastanza bella, ma molto comune. Il tipo di ragazza che in un serial televisivo fa la parte dell'amica della protagonista, quella che va a bere qualcosa con lei al bar, e le chiede: «Cosa ti succede? Non mi sembri molto in forma di questi tempi.» Fa solo una breve apparizione e appena scompare dallo schermo nessuno si ricorda più che faccia avesse.
”
”
Haruki Murakami (Hard-Boiled Wonderland and the End of the World)
“
A metà di una strada lo vide, la camicia candida e il mantello gettato sulle spalle; aveva perso la feluca e i capelli erano scompigliati. Senza staccare gli occhi da lei guardava la folla di braccia e mani tese per abbracciarlo o semplicemente toccarlo.
L'istante successivo non esisteva più alcuna strada o persona, non esisteva distanza, soltanto l'affondare il viso nei pizzi morbidi sul suo petto e le dita di una mano sul suo braccio, mentre quelle dell'altra sfioravano, incredule, la chiave d'oro appesa al suo collo. Poi la mano di Axel fu sulla sua schiena e l'altra si posò al lato del viso per costringerla con gentile fermezza a sollevarlo verso il suo.
«I miei privilegi, signora, non avete possibilità di negarmeli oggi.»
Il suo respirò la baciò ancora prima delle sue labbra.
”
”
Virginia De Winter (L'Ordine della spada (Black Friars, #1))
“
La disperazione non si era mai abbattuta con tanto furore su un essere umano. La sinistra verità bruciò con l’impeto di un lampo negli occhi della paralitica e s’insediò in lei con la ferocia senza scampo della folgore. Se avesse potuto alzarsi in piedi, vomitare l’orrore che l’afferrava alla gola, maledire gli assassini del figlio, avrebbe sofferto di meno. Invece, dopo aver ascoltato, dopo aver compreso, era condannata a rimanere immobile, chiusa nel silenzio, a custodire quel dolore scoppiante: non aveva scampo.
”
”
Émile Zola (Thérèse Raquin)
“
Certos escritores se desculpam de não haverem forjado coisas excelentes por falta de liberdade -- talvez ingênuo recurso de justificar inépcia ou preguiça. Liberdade completa ninguém desfruta: começamos oprimidos pela sintaxe e acabamos às voltas com a Delegacia de Ordem Política e Social, mas, nos estreitos limites a que nos coagem a gramática e a lei, ainda nos podemos mexer
”
”
Graciliano Ramos (Memórias do Cárcere - Volume I)
“
Privatize-se tudo, privatize-se o mar e o céu, privatize-se a água e o ar, privatize-se a justiça e a lei, privatize-se a nuvem que passa, privatize-se o sonho, sobretudo se for diurno e de olhos abertos. E finalmente, para florão e remate de tanto privatizar, privatizem-se os Estados, entregue-se por uma vez a exploração deles a empresas privadas, mediante concurso internacional. Aí se encontra a salvação do mundo... e, já agora, privatize-se também a puta que os pariu a todos."
José Saramago, in Cadernos de Lanzarote - Diário III, pag. 148
”
”
José Saramago
“
Lotti contro la tua superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti alla gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze d'acciaio spesse quindici centimetri; offri alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l'affronti con larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta, e tuttavia non manchi mai di capirla male. Tanto varrebbe avere il cervello di un carro armato. La capisci male prima d'incontrarla, mentre pregusti il momento in cui l'incontrerai; la capisci male mentre sei con lei; e poi vai a casa, parli con qualcun altro dell'incontro, e scopri ancora una volta di aver travisato. Poiché la stessa cosa capita, in genere, anche ai tuoi interlocutori, tutta la faccenda è, veramente, una colossale illusione priva di fondamento, una sbalorditiva commedia degli equivoci. Eppure, come dobbiamo regolarci con questa storia, questa storia così importante, la storia degli altri, che si rivela priva del significato che secondo noi dovrebbe avere e che assume invece un significato grottesco, tanto siamo male attrezzati per discernere l'intimo lavorio e gli scopi invisibili degli altri? Devono, tutti, andarsene e chiudere la porta e vivere isolati come fanno gli scrittori solitari, in una cella insonorizzata, creando i loro personaggi con le parole e poi suggerendo che questi personaggi di parole siano più vicini alla realtà delle persone vere che ogni giorno noi mutiliamo con la nostra ignoranza? Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite… Beh, siete fortunati.
”
”
Philip Roth (American Pastoral)
“
Quando non stai più con la persona con cui vorresti stare, il pensiero di lei ti entra nella testa nei momenti più impensati. All'improvviso vieni assediato da ricordi e immagini. Succede ogni volta che il presente sembra passare nella tua vita senza degnarti nemmeno di uno sguardo, e allora finisce che vivere negli angoli e nelle pieghe di giorni passati è più bello di ciò che stai vivendo.
”
”
Fabio Volo (Il tempo che vorrei)
“
Sì, è possibile trapiantare l'ipofisi di uno Spinoza o di qualche altro povero diavolo e fabbricare da un cane un essere intelligentissimo. Ma perché farlo? Me lo dica lei, per favore: perché fabbricare artificialmente gli Spinoza quando una qualunque donnetta è capace di sfornarne uno quando vuole. Madame Lomonosov ha messo al mondo a Cholmogory quel suo celeberrimo figlio. Dottore, è la stessa umanità che ci pensa e, grazie all'evoluzione, genera ostinatamente, ogni anno, dalla gentaglia più triviale, decine di geni eminenti, abbellendo il globo terrestre.
”
”
Mikhail Bulgakov (Heart of a Dog)
“
Mentre cominciavano a camminare, si piegò verso di lei, sfiorandole i capelli con le labbra. “Hai il suo odore addosso”.
Eloise nascose l’imbarazzo con uno sbuffo poco elegante. “Vorrei ben vedere, visto che si è tanto impegnato a lasciarmelo, sapendo che sarei stata con te. Prima o poi mi stancherò di queste sciocchezze, vi avverto”.
"Cose da uomini, ragazzina umana".
"Cose da idioti" precisò lei. "Umani o meno".
”
”
Virginia De Winter
“
un'eco di malinconia, sfuggita al suo controllo, perdersi nella miriade di pezzi che componevano il mosaico.«Eloise è tutta la mia vita».Non aveva avuto l'intenzione di dire nulla, in realtà non stava nemmeno pensando direttamente a lei.«Era appena nata e già insistevo per poterla prendere in braccio. Volevo sempre tenerla io, passavo ore a guardarla. Tanto che alla fine la prima volta che ha aperto gli occhi l'avevo in grembo e ha visto me. Tutti nella mia famiglia avevano gli occhi chiari mentre i suoi erano scurissimi. Mi innamorai all'istante», rise dolcemente. «Avevo tre anni e da allora non ho mai pensato nemmeno per un momento che potesse esserci un'altra.
”
”
Virginia De Winter (L'Ordine della spada (Black Friars, #1))
“
Orfeo: Io cercavo, piangendo, non più lei ma me stesso. Un destino, se vuoi. Mi ascoltavo. [...] Il mio destino non tradisce. Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo. [...] Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti... Non vale la pena. [...] E voi godetela la festa. Tutto è lecito a chi non sa ancora. È necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno. L'origine del mio destino è finita nell'Ade, finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte.
Bacca: E che vuol dire che un destino non tradisce?
Orfeo: Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; più profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza. nessun dio può toccarlo.
”
”
Cesare Pavese
“
«Stai scherzando?» Il colore degli occhi di lui si vedeva anche al buio. «Per te è uno scherzo, Emma? Non capisci?» La voce gli si ridusse a un sibilo. «Io non vivo se tu muori!»
Gli scrutò il viso. «Jules, mi dispiace un sacco, Jules…»
La parete che di solito nascondeva la verità dentro agli occhi di lui si era sgretolata; adesso Emma vedeva il panico, vedeva la disperazione, il sollievo che aveva perforato le sue difese.
Continuava a tenerle il polso. Non capì se fosse stata lei ad avvicinarsi per prima a lui o viceversa. Forse lo avevano fatto insieme. Si scontrarono come due stelle in collisione. E un secondo dopo lui la stava baciando.
Jules. Julian. Che la baciava.
”
”
Cassandra Clare (Lady Midnight (The Dark Artifices, #1))
“
Diventare. Era un verbo che mi aveva sempre ossessionata, ma me ne accorsi per la prima volta solo in quella circostanza. Io volevo diventare, anche se non avevo mai saputo cosa. Ed ero diventata, questo era certo, ma senza un oggetto, senza una vera passione, senza un’ambizione determinata. Ero voluta diventare qualcosa – ecco il punto – solo perché temevo che Lila diventasse chissà chi e io restassi indietro. Il mio diventare era diventare dentro la sua scia. Dovevo ricominciare a diventare, ma per me, da adulta, fuori di lei.
”
”
Elena Ferrante (Storia di chi fugge e di chi resta)
“
Perché ella voleva partire? Perché ella voleva spezzare l'incanto? I loro destini ormai non erano legati per sempre?
Egli aveva bisogno di lei per vivere, degli occhi, della voce, del pensiero di lei... egli era tutto penetrato da quell'amore, aveva tutto il sangue alterato come da un veleno, senza rimedio.
Perché ella voleva fuggire? Egli si sarebbe avviticchiato a lei, l'avrebbe prima soffocata sul suo petto.
No, non poteva essere... Mai! Mai!
”
”
Gabriele d'Annunzio (The Child Of Pleasure)
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Per tutti questi secoli le donne hano avuto la funzione di specchi, dal potere magico e delizioso di riflettere raddoppiata la figura dell'uomo. [...]Perciò Napoleone e Mussolini insistono tanto enfaticamente sull'inferiorità delle donne, perché se esse non fossero inferiori cesserebbero di ingrandire loro. Questo serve in parte a spiegare la necessità che gli uomini spesso sentono delle donne. E serve a spiegare come li fa sentire inquieti la critica femminile; come a lei sia impossibile dir loro che il libro è brutto o il quadro difettoso, o cose del genere, senza provocare assai più dolore e suscitare assai più rabbia di quanta potrebbe suscitarne un uomo con la stessa critica. Perché se la donna comincia a dire la verità, la figura nello specchio rimpicciolisce; l'uomo diventa meno adatto alla vita.
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Virginia Woolf (A Room of One’s Own)
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Strisciando fuori dal nascondiglio dov’era rimasto -completamente inosservato- si piazzò alle spalle del suo obbiettivo; la giovane non si accorse di nulla.
E come avrebbe potuto.
«Buh».
Era stato più forte di lui, soppresse un sorriso quando lei si voltò emettendo un gridolino strozzato. Gli occhi sbarrati dal terrore, quel tipo di terrore che ti mangia dentro e non ti dà scampo. Con il suo sguardo predatorio assorbì quello spaventato della ragazza, cibandosene.
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Anya M. Silver (Pure Revenge (Lethal Men, #1))
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Facevo due tre passi nel corridoio e mi raggiungeva la temuta voce: "Dino". Tornavo indietro. "Ci sei a colazione?" "Sì." "E a pranzo?"
"E a pranzo?" Dio mio, quanto innocente e grande e nello stesso tempo piccolo desiderio c'era nella domanda. Non chiedeva, non pretendeva, domandava soltanto un'informazione.
Ma io avevo appuntamenti cretini, avevo ragazze che non mi volevano bene e in fondo se ne fregavano altamente di me, e l'idea di tornare alle otto e mezzo nella casa triste, avvelenata dalla vecchiaia e dalla malattia, già contaminata dalla morte, mi repelleva addirittura, perché non si deve avere il coraggio di confessare queste orribili cose quando sono vere? "Non so" allora rispondevo "telefonerò". E io sapevo che avrei telefonato di no. E lei subito capiva che io avrei telefonato di no e nel suo "Ciao" c'era uno sconforto grandissimo. Ma io ero il figlio, egoista come sanno esserlo soltanto i figli.
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Dino Buzzati (La boutique del mistero)
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Quando svoltai l'angolo, mi fermai di colpo. Ci avrei scommesso una settimana di stipendio che quel che stavo vedendo non poteva essere vero. Il nostro turbolento, esasperato cane stava adagiato tra le ginocchia di Jenny, il grosso testone posato placidamente sul suo grembo. La coda gli penzolava piatta tra le zampe, la prima volta che non lo vedevo agitarla quando stava toccando uno di noi. Gli occhi erano alzati verso di lei, e guaiva sommessamente. Jenny gli accarezzò la testa diverse volte e poi, senza preavviso, affondò la faccia nel folto del suo collo e cominciò a singhiozzare. Forte, in modo incontrollato.
Restarono così a lungo, con Marley immobile come una statua, Jenny che lo stringeva a sè come un enorme bambolotto. Io mi tenevo in disparte, sentendomi un po' come un intruso che interferiva in quel momento privato, non sapendo esattamente che cosa fare. E poi, senza alzare la faccia, Jenny mosse un braccio verso di me, e io li raggiunsi sul divano e me la strinsi contro. Restammo lì noi tre, nel nostro abbraccio di condiviso dolore.
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John Grogan (Io & Marley)
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La cosa più bella che può capitare a uno scrittore, a qualcuno che passa la sua vita a raccontare, è sentirsi raccontare. E quando scopri qualcuno che ti assomiglia veramente (ce ne sono) ti accorgi di quanto la persona su cui ti eri incastrata era sbagliata per te, e tu sbagliata per lui, e di quanto forse lei invece sia giusta, e quasi spero che ce la farà, che ce la faranno, perché è quello che conta, diventare un plurale – finché siamo io e te, come eravamo io e te, non cambia mai niente - e poi magari nessuno di noi si incontrerà mai, continueremo a essere soli in quel modo che soli non siamo, coi nostri fantasmi d’orgoglio e dolore, la nostra paura, un manipolo di sogni che a volte sono forti e hanno il potere di distorcere la trama del mondo e altre volte ci gravano addosso perché quella forza non la troviamo, vogliamo possiamo, ed è il mondo che distorce la trama di noi – io, te, lui, lei… così simili nel nostro essere – diversamente - alla deriva.
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Sara Zelda Mazzini (Cronache dalla fine del mondo)
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E mentre lo Stato e mentre la società e mentre la massa fanno di tutto per eliminare il pensiero, dice Oehler, noi ci opponiamo a questi sviluppi con tutti i mezzi a nostra disposizione, anche se noi stessi per la maggior parte del tempo crediamo all’insensatezza del pensiero, perché sappiamo che il pensiero è piena insensatezza, ma perché – d’altra parte – sappiamo con altrettanta precisione che noi senza l’insensatezza del pensiero non siamo, ovvero non siamo nulla. [...] Di tanto in tanto, però, non possiamo fare a meno, dice Oehler, di adeguarci all’errore, di abbandonarci all’errore e cioè a tutti gli errori in generale e di non essere in assoluto in nient’altro che nell’errore. Infatti, a guardar con esattezza, dice Oehler, tutto è errore, come Lei sa. [...] L’esistenza è errore, dice Oehler.
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Thomas Bernhard
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Ogni atomo della sua carne mi è caro come la mia propria; l'amerei malata, l'amerei infelice.
Il suo animo è il mio tesoro e anche se si smarrisse continuerebbe ad esserlo. Se delirasse, le mie braccia la tratterrebbero, e non una camicia di forza; una sua stretta, anche se inconsapevole e feroce, mi alletterebbe e anche se lei mi si avventasse addosso furibonda come ha fatto stamane quella donna, l'accoglierei con un abbraccio energico sì, ma non meno tenero.
E quando fosse calma, non avrebbe altro guardiano, altra infermiera che me; saprei vegliarla con infinita tenerezza, anche se lei non potesse ricompensarmi con nessun sorriso e non mi stancherei di guardarla negli occhi anche se più non mi riconoscessero.
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Charlotte Brontë (Jane Eyre)
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Ha 38 anni Bartleboom, lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare le cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno ormai da anni, prende la penna in mano e le scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi se non a lei?
Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle in grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle: "ti aspettavo!"
Lei aprirà la scatola e lentamente quando vorrà leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu, si prenderà gli anni, i giorni gli istanti, che quell'uomo prima ancora di conoscerla le aveva regalato.
O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell'uomo: "tu sei matto!"... e per sempre lo amerà!
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Alessandro Baricco (Ocean Sea)
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«Lascia che si avvicini con i suoi tempi, nel modo che preferisce. Studia ogni sua minima reazione a ogni tuo gesto. Lascia che tenti di carpire i tuoi pensieri». Mi si fermò di fronte, osservandomi con intensità. «Guardalo». Mi chiuse la mano a coppa sotto il mento per sollevare il mio viso verso il suo. «Con questi occhi. Fagli credere di essere in grado di vederlo. Spingilo a provare dei sentimenti per te». Le sue dita affondarono con forza nelle mie guance, mentre ringhiava: «E fa’ sì che lo strangolino fino a ridurlo in cenere».
Proprio quando pensavo che la mia mandibola si sarebbe sbriciolata sotto la sua morsa, lei la allentò gradualmente, trasformandola in una carezza carica di significato.
«Danza per me, Ekaterina», mi comandò, in tono saturo di lussuria. «Come non hai mai fatto prima».
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Chiara Cilli (Non Toccarmi (Blood Bonds, #7))
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«André», sussurrò trasecolata. Mi fissò come ipnotizzata, gli occhi traboccanti di gioia e speranza. «Sapevo che saresti venuto». Mi passò le mani sul torace, come per accertarsi che fossi reale. «Sapevo che stavi solo aspettando l’occasione giusta». Mi uccise vederla sorridermi. «Sei qui per me».
Mi imposi di tramutarmi in puro, indistruttibile ghiaccio. Di annullare qualsiasi sentimento e creare il vuoto assoluto. Di osservarla dall’alto in basso con tanta inflessibilità da stroncare la sua felicità.
Non importava scoprire che mi aveva aspettato, inutilmente. Non importava che ora fosse davanti a me, contro di me, dentro di me con quel suo sguardo magnetico.
Non potevo permettere che tutto si ripetesse.
Non potevo permettermi di essere di nuovo umano.
Per lei, con lei.
«No, Nadyia», dissi in tono lugubre. «Non sono qui per te».
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Chiara Cilli (Per Combatterti (Blood Bonds, #5))
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Se lui avesse potuto dire il suo nome ancora una volta, a voce così bassa da poterla sentire invece che ascoltarla.Se lo avesse fatto, così piano da non permettere alla veglia di ricordarle perché quel suono non poteva più renderla felice.Se solo non avesse mai smesso di piovere.Eloise, sei sveglia?Sì, e non voglio.Sotto la mano il cuscino era fresco e morbido, negli spazi tra le sue dita se ne insinuavano altre, calde e dure perché abituate a riempire di lusinghe l'elsa di una spada, non solo la pelle di una donna. Prendeva la sua una mano fatta per accarezzare e per uccidere.Una mano che l'aveva accarezzata, e poi uccisa.«Axel».Forse c'era stato uno scatto di esultanza profonda, perché ridestandosi aveva pronunciato per prima cosa il suo nome.Qualcosa che aveva a che fare col possesso e il riconoscimento.Qualcosa di così profondo che, se non si fosse opposta, avrebbe finito per precipitarvi dentro.Qualcosa che tra loro due era sempre esistito.L'aveva accarezzata.A quanto le avevano raccontato, lui era stata la prima cosa del mondo su cui aveva aperto gli occhi. Un fagottino di neonata, avvolta tra le braccia di un bambinetto di tre anni appena, che sollevava di colpo le palpebre incontrando per la prima volta due occhi blu pieni di amore e trionfo fissi su di lei.E poi uccisa.Una cicatrice che si risvegliava pulsando, lo spettro di dolore di un arto amputato, che esisteva solo nel ricordo dei nervi e bruciava, bruciava come fuoco.Lui era sete, tanta da accettare di annegare pur di riuscire a bere.«Axel».«Sono qui».
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Virginia De Winter (L'Ordine della spada (Black Friars, #1))
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Alzò lo sguardo verso il cielo: un ricamo di foglie di quercia che risaltava in negativo. Allargò le braccia, come in croce.
Rimase lì per un bel po’, qualche ora, non avrebbe saputo dire quanto. Avrebbe voluto pregare, ma si sentì in colpa perché lo faceva solo quando aveva bisogno. E non era nemmeno sicura di voler attirare su di sé l’attenzione di Dio: lei, la ragazza-che-prega-solo-quando-ha-bisogno-di-qualcosa. Magari lo avrebbe irritato. Forse avrebbe dovuto trattenersi, e pregare quando fosse riuscita a farlo solo per il desiderio di pregare, in modo che Lui la riprendesse in simpatia. Ma Dio (scusa, Dio), chi mai si ricorda di pregare quando le cose filano a gonfie vele? La gente buona, ecco chi si ricorda. E lei non era così
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Ann Brashares (The Sisterhood of the Traveling Pants (Sisterhood, #1))
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Oggi come oggi il professor Guidoberto parla e scrive correntemente in duecentoquattordici lingue e dialetti della Terra, imparati, si sa, soltanto nei momenti di ozio. La sua barba è diventata grigia, e sotto il suo cappello non è rimasta che una ciocca striminzita. Ogni mattina egli corre al Museo e si immerge nel suo studio prediletto. Per lui il "cippo" è il cuore di Perugia, anzi, dell'Umbria, anzi, dell'Universo.
Quando qualcuno ammira la sua cultura linguistica e si profonde in lodi al suo cospetto, Guidoberto fa un cenno seccato con la mano e risponde: - Non dica sciocchezze; sono ignorante quanto lei. Lo sa che in trent'anni non sono riuscito a imparare l'etrusco?
Quello che non si sa ancora è sempre più importante di quello che si sa.
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Gianni Rodari (Il libro degli errori)
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È il petto di un'altra persona a spalleggiarci, ci sentiamo realmente spalleggiati solo quando abbiamo qualcuno dietro, lo dice la parola stessa, alle nostre spalle, come in inglese, to back, qualcuno che magari non vediamo e che ci copre le spalle col petto che è sul punto di sfiorarci e che alla fine sempre ci sfiora, e a volte, addirittura, questo qualcuno ci mette una mano sulla spalla con la quale ci tranquillizza e al tempo stesso ci sottomette. In questo modo dormono o credono di dormire gran parte delle coppie, dopo la buonanotte i due si girano dallo stesso lato, di modo che uno dà le spalle all'altro per tutto il tempo e si sente spalleggiato da lui o da lei, e quando nel pieno della notte si sveglia di soprassalto per un incubo o non riesce a prender sonno, soffre per la febbre o si crede solo e abbandonato al buio, non deve far altro che voltarsi e vedere, di fronte a sé, il volto di colui che lo protegge, che si lascerà baciare quel che si può baciare in un volto (naso, occhi e bocca; mento, fronte e guance, tutto il volto) o che magari, mezzo addormentato, gli metterà una mano sulla spalla per tranquillizzarlo, o per sottometterlo, o forse per aggrapparsi. (da Un cuore così bianco, pag. 72)
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Javier Marías (A Heart So White)
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«Chi ti ha ferita?» mi domandò, esigente.
Non mi azzardai nemmeno a immaginare quello che mi avrebbe fatto se le avessi mentito. Dovevo dirle la verità. Mettere in pericolo la vita di André non doveva importarmi, maledizione, non doveva.
Perché lui aveva ridotto la mia a tutto questo.
Una lacrima mi scivolò lungo la tempia. «Lui», alitai.
La Regina rivolse il volto al soffitto con un sospiro grave e poi mi sospinse leggermente lontano da sé. «Qual è la prima regola, André?» disse, la voce stentorea.
Lo sentii inspirare forte dal naso, ma non ebbi la forza per guardarlo. «La sua merce deve rimanere inalterata.»
Lei abbassò gli occhi su di lui. «Esattamente.»
Un istante dopo gli incise il collo con l’unghia, nello stesso punto in cui André mi aveva tagliata.
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Chiara Cilli (Per Addestrarti (Blood Bonds, #4))
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Durga wore a simple sea-green dress and a lei of lotus flowers. . . “Take this,” it has no special power except that the blooms will not fade, but it will serve a purpose on your voyage. I want you to learn the lesson of the lotus. This flower springs forth from muddy waters. It raises its delicate petals to the sun and perfumes the world while, at the same time, its roots cling to the elemental muck, the very essence of the mortal experience. Without that soil, the flower would wither and die.” She placed the lei over my neck. “Dig down and grow strong roots, my daughter, for you will stretch forth, break out of the waters and find peace on the calm surface at last. You will discover that if you hadn’t stretched, you would have drowned in the deep, never to blossom or share your gift with others.
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Colleen Houck (Tiger's Quest (The Tiger Saga, #2))
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Sunt un om viu.
Nimic din ce-i omenesc nu mi-e străin.
Abia am timp să mă mir că exist, dar
mă bucur totdeauna că sunt.
Nu mă realizez deplin niciodată,
pentru că
am o idee din ce în ce mai bună
despre viaţă.
Mă cutremură diferenţa dintre mine
şi firul ierbii,
dintre mine şi lei,
dintre mine şi insulele de lumină
ale stelelor.
Dintre mine şi numere,
bunăoară între mine şi 2, între mine şi 3.
Am şi-un defect un păcat:
iau în serios iarba,
iau în serios leii,
mişcările aproape perfecte ale cerului.
Şi-o rană întâmplătoare la mână
mă face să văd prin ea,
ca printr-un ochean,
durerile lumii, războaiele.
Dintr-o astfel de întâmplare
mi s-a tras marea înţelegere
pe care-o am pentru Ulise - şi
bărbatului cu chip ursuz, Dante Alighieri.
Cu greu mi-aş putea imagina
un pământ pustiu, rotindu-se
în jurul soarelui...
(Poate şi fiindcă există pe lume
astfel de versuri.)
Îmi olace să râd, deşi
râd rar, având mereu câte o treabă,
ori călătorind cu o plută, la nesfârşit,
pe oceanul oval al fantaziei.
E un spectacol de neuitat acela
de-a şti,
de-a descoperi
harta universului în expansiune,
în timp ce-ţi priveşti
o fotografie din copilărie!
E un trup al tău vechi,
pe care l-ai rătăcit
şi nici măcar un anunţ, dat
cu litere groase,
nu-ţi pferă vreo şansă
să-l mai regăseşti.
Îmi desfac papirusul vieţii
plin de hieroglife,
şi ceea ce pot comunica
acum, aici,
după o descifrare anevoioasă,
dar nu lipăsită de satisfacţii,
e un poem închinat păcii,
ce are, pe scurt, următorul cuprins:
Nu vreau,
când îmi ridic tâmpla din perne,
să se lungească-n urma mea pe paturi
moartea,
şi-n fiece cuvânt ţâşnind spre mine,
peşti putrezi să-mi arunce, ca-ntr-un râu
oprit.
Nici după fiecare pas,
în golul dinapoia mea rămas,
nu vreau
să urce moartea-n sus, asemeni
unei coloane de mercur,
bolţi de infern proptind deasupra-mi...
Dar curcubeul negru-al ei, de alge,
de-ar bate-n tinereţia mea s-ar sparge.
E o fertilitate nemaipomenită
în pământ şi-n pietre şi în schelării,
magnetic, timpul, clipită cu clipită,
gândurile mi le-nalţă
ca pe nişte trupuri vii.
E o fertilitate nemaipomenită
în pământ şi-n pietre şi în schelării.
Umbra de mi-aş ţine-o doar o clipă pironită,
s-ar şi umple de ferigi, de bălării!
Doar chipul tău prelung iubito,
lasă-l aşa cum este, răzimat
între două bătăi ale inimii mele,
ca între Tigru
şi Eufrat.
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Nichita Stănescu
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Tenente colonnello Abbati: – Io mi difendo bevendo. Altrimenti, sarei già al manicomio. Contro le scelleratezze del mondo, un uomo onesto si difende bevendo. È da oltre un anno che io faccio la guerra, un po’ su tutti i fronti, e finora non ho visto in faccia un solo austriaco. Eppure ci uccidiamo a vicenda, tutti i giorni. Uccidersi senza conoscersi, senza neppure vedersi! È orribile! È per questo che ci ubriachiamo tutti, da una parte e dall’altra. Ha mai ucciso nessuno lei? Lei, personalmente, con le sue mani? […] Io, nessuno. Già, non ho visto nessuno. Eppure se tutti, di comune accordo, lealmente, cessassimo di bere, forse la guerra finirebbe. Ma, se bevono gli altri, bevo anch’io. Veda, io ho una lunga esperienza, non è l’artiglieria che ci tiene in piedi, noi di fanteria. Anzi, il contrario. La nostra artiglieria ci mette spesso a terra, tirandoci addosso. […] Abolisca l’artiglieria, d’ambo le parti, la guerra continua. Ma provi ad abolire il vino e i liquori. Provi un po’. Si provi. […] Nessuno di noi si muoverà più. L’anima del combattente di questa guerra è l’alcool. Il primo motore è l’alcool. Perciò i soldati, nella loro infinita sapienza, lo chiamano benzina.
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Emilio Lussu (Un Anno sull'Altipiano)
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Io so cosa vuol dire essere felice nella vita e la bontà dell'esistenza, il gusto dell'ora che passa e delle cose che si hanno intorno, pur senza muoversi, la bontà di amarle, le cose, fumando, e una donna in esse. Conosco la gioia di un pomeriggio d'estate a leggere un libro d'avventure cannibalesche seminudo in una chaiselongue davanti a una casa di collina che guardi il mare. E molte altre gioie insieme; di stare in un giardino in agguato e ascoltare che il vento muove le foglie appena (le più alte) di un albero; o in una sabbia sentirsi screpolate e crollare infinita esistenza di sabbia; o nel mondo popolato di galli levarsi prima dell'alba e nuotare, solo in tutta l'acqua del mondo, presso a una spiaggia rosa. E io non so cosa passa sul mio volto in quelle mie felicità, quando sento che si sta così bene a vivere: non so se una dolcezza assonnata o piuttosto sorriso. Ma quanto desiderio d'avere cose! Non soltanto mare o soltanto sole e non soltanto una donna e il cuore di lei sotto le labbra. Terre anche! Isole! Ecco: io posso trovarmi nella mia calma, al sicuro, nella mia stanza dove la finestra è rimasta tutta la notte spalancata e d'improvviso svegliarmi al rumore del primo tram mattutino; è nulla un tram: un carrozzone che rotola, ma il mondo è deserto attorno e in quell'aria creata appena, tutto è diverso da ieri, ignoto a me, e una nuova terra m'assale.
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Elio Vittorini
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“Anni fa era il più bel lago di Whistle stop. D’estate ci venivamo a nuotare e pescare e ci si poteva anche fare un giro in barca, volendo.” Idgie scosse tristemente la testa. “Sapesse quanto mi manca!”
Smokey guardò il prato.
“Come mai non c’è più? Si è prosciugato?”
Lei accese una sigaretta e glie la porse. “Peggio. Un novembre, un enorme stormo di anatre, almeno una
quarantina, andarono a posarsi proprio in mezzo al lago e nel pomeriggio, mentre nuotavano tranquillamente, successe quella cosa strana. La temperatura scese di colpo e l’acqua si ghiacciò. Divenne solida come pietra nel giro di tre secondi. Uno, due, tre. Così”
Smokey la guardò stralunato. “Dice sul serio?”
“Certo!”
“Le anatre saranno morte.”
E’ questo il punto. Non morirono, ma volarono via e portarono con sé il lago. E adesso il nostro lago sarà da qualche parte in Gerogia…”
Lui si girò a guadarla e, quando capì che stava scherzando, raggrinzì gli occhi celesti e cominciò a ridere così forte che gli venne da tossire e lei dovette dargli una botta sulla schiena.
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Fannie Flagg (Fried Green Tomatoes at the Whistle Stop Cafe)
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Una sola offesa si deve completamente eliminare per conservare nell'amicizia l'utilità e la fiducia: infatti gli amici spesso si devono ammonire e rimproverare e questo deve essere accettato amichevolmente quando viene fatto con affetto. Ma, non so come, è vero quello che dice il mio amico nell'"Andria": "L'adulazione genera amici, la verità odio". Dannosa è la verità, se da lei nasce l'odio che è il veleno dell'amicizia, ma l'adulazione è molto più dannosa perché, essendo indulgente con gli errori, lascia che l'amico precipiti in rovina; grandissima è la colpa di chi disprezza la verità ed è spinto all'inganno dall'adulazione. [...] Non c'è più da sperare salvezza per chi abbia le orecchie tanto chiuse alla verità da non poter sentire il vero da un amico. [...] Ed è assurdo proprio questo, che quelli che vengono rimproverati non provano quel dispiacere che dovrebbero provare, ma provano proprio quello che non dovrebbero; infatti non si dolgono di aver sbagliato, sopportano di malanimo di essere rimproverati mentre sarebbe stato necessario il contrario, cioé addolorarsi delle colpe e godere della correzione.
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Marcus Tullius Cicero (L'amicizia)
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Alzò una mano e l’accostò al suo viso, chiedendogli tacitamente il permesso. Lui irrigidì le spalle e rimase immobile, nello sguardo aveva la stessa sfida e la stessa supplica.
Gli toccò il livido a lato dello zigomo, piano, con la punta di un dito e lui serrò le palpebre cosicché temette di avergli fatto male ed esitò a un soffio dalla sua pelle.
Gabriel aprì gli occhi incontrando i suoi e allora lei sentì la mano muoversi per volontà propria, posarsi con delicatezza sulla sua guancia, le dita sfiorargli i capelli morbidi dietro l’orecchio.
Aveva l’altra mano stretta a pugno talmente forte che le giunture le dolevano, il cuore sembrava sul punto di schiantarsi da un momento all'altro.
Gabriel con un sospirò distolse il capo, gli occhi di nuovo chiusi, un’esitazione nella piega delle labbra che lo rese, per un momento, molto vulnerabile.
«Per favore», le disse, turbato. «Allontanati».
Sophia si posò una mano sulla bocca per reprimere una parola disperata e si ritrasse.
«Perdonami, non sarei dovuta venire».
Lui si alzò. «Perché sei qui? Se non è per compiacerti del tuo potere o per goderti le percosse dei tuoi amici, perché sei venuta?»
Sophia scosse il capo. «Ho detto che mi dispiace».
Chinò il capo, ma lui le posò sue dita sotto il mento e la indusse a guardarlo di nuovo.
«È così, Sophia?», sussurrò. «Sei rimasta impigliata nella tua stessa rete?»
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Virginia De Winter (L'ordine della penna (Black Friars, #2))
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La Lotería, con su reparto semanal de enormes premios, era el único acontecimiento público al que los proles prestaban verdadera atención. Era probable que hubiese millones de proles para quienes la Lotería fuese la razón principal, si no la única, para seguir con vida. Era su deleite, su locura, su analgésico, su estimulante intelectual. En lo que se refería a la Lotería, hasta quienes apenas sabían leer y escribir eran capaces de llevar a cabo intrincados cálculos y sorprendentes logros memorísticos. Había toda una tribu de individuos que se ganaban la vida vendiendo sistemas, predicciones y amuletos de la suerte. Winston no tenía nada que ver con la Lotería, que se gestionaba desde el Ministerio de la Abundancia, pero sabía (como cualquier otro miembro del Partido) que los premios eran casi todos imaginarios. Solo se pagaban pequeñas sumas y los ganadores de los premios gordos en realidad no existían. En ausencia de verdadera comunicación entre una parte de Oceanía y otra, no resultaba difícil amañarlo.
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George Orwell (1984)
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«Mettiti il casco. È tardi!» le ordinò senza guardarla in viso mentre le porgeva il copricapo.
Asia non disse una parola. Il sole era già scomparso ed era consapevole che con l’oscurità il Male avrebbe potuto fare capolino da un momento all’altro. Il cimitero del Wawel distava pochi minuti dal suo appartamento, ma lei conosceva bene il Venator e sapeva perché si spostava comunque in moto. Le sacche laterali della sua cavalcatura erano piene zeppe di armi, una vera e propria santa barbara sempre pronta all’uso.
Mentre si issava con accuratezza dietro di lui cercò di trattenere il respiro. L’idea di sfiorare di nuovo, dopo quasi due anni, il suo corpo la faceva sentire come una bambina il primo giorno di scuola: tensione a mille, ansia, batticuore e la sensazione che di lì a poco sarebbe morta di infarto. Ma quel momento magico fu bruscamente distrutto, e le acide parole inzuppate nel veleno che uscirono dalle labbra di Bor la scaraventarono con una forza dolorosa nella realtà di quel pomeriggio.
«Aggrappati alle manigliette laterali, non a me. E reggiti forte, non mi va di dovermi fermare a raccogliere i tuoi pezzetti.»
Asia si sentì morire ma mai, per nessuna ragione al mondo, gli avrebbe dato soddisfazione.
«Certo, non temere, non ti accorgerai nemmeno di me», disse a denti stretti mentre la bocca le si seccava per la delusione di essere stata respinta così in malo modo.
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Eilan Moon
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Ehi..Ehi..mi senti? Dì qualcosa" disse Midori, la testa ancora sepolta nel mio petto.
"che cosa?"
"quello che vuoi, purchè sia qualcosa che mi faccia sentire meglio."
"sei molto carina."
"Midori" suggerì lei "mettici anche il nome."
"sei molto carina, Midori" corressi.
"molto quanto?"
"tanto da far crollare le montagne e prosciugare i mari."
Lei sollevò la testa e mi guardò. - "sai che le espressioni che usi tu sono assolutamente uniche?" disse.
"solo tu mi capisci davvero" dissi ridendo.
"dimmi qualcosa di ancora più carino."
"Mi piaci tanto, Midori."
"Tanto quanto?"
"tanto quanto un orso in primavera."
"un orso in primavera?" chiese lei sollevando di nuovo la testa "come sarebbe un orso in primavera?".
"un orso in primavera.. allora, tu stai passeggiando da sola per i campi quando ad un tratto vedi arrivare nella tua direzione un orso adorabile dalla pelliccia vellutata e dagli occhi simpatici, che ti fa: 'senta signorina, non le andrebbe di rotolarsi un po' con me sull'erba?'. Tu e l'orsetto vi abbracciate e giocate a rotolare giù lungo il pendio tutto ricoperto di trifogli per ore e ore. Carino, no?"
"Carinissimo"
"Ecco, tu mi piaci tanto così.
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Haruki Murakami
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Penso che sia incredibile come cambia tutto quando incontri la persona che ami, incredibile quanto velocemente quel a persona ti possa bastare. Ti senti avvolto e riscaldato dal pensiero di lei, tutto diventa più leggero, anche se sei al lavoro e sono le quattro e venti del pomeriggio e fuori piove.
Sei in macchina in autostrada, sei stanco, i vestiti ti stanno scomodi, ma pensi a lei e sorridi da solo, poi ti guardi nel o specchietto per vedere se sei abbastanza bel o per lei. Mandi messaggi e se non ti risponde subito è perché è in riunione o non ha sentito, certo non perché non ha voglia. È venerdì sera, la vedi e pensi che sei fortunato perché per due giorni è tutta tua. È tua a colazione, è tua dopo pranzo nel letto, mentre cerchi di vedere un film. Ti dice che martedì sera le va di cucinare per te e che ti aspetta a casa verso le nove, e tu al e otto e quarantacinque fai le scale di casa sua a due gradini al a volta, al egro e innamorato, perché hai voglia di baciarla e di sentire il suo odore.
Quando entri in casa sua c’è già un buon profumo e non sai trovare le parole per dire a te stesso
quanto sei felice, e quando sei solo in bagno ti guardi al o specchio e ti fai i complimenti per quanto lei è bela.
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Fabio Volo (Le prime luci del mattino)
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Ha detto: “Tre cose che non devi fare nella vita, Enait jan, per nessun motivo. La prima è usare le droghe. Ce ne sono che hanno un odore e un sapore buono e i sussurrano alle orecchie che sapranno farti stare meglio di come potrai mai stare senza di loro. Ma tu non devi credergli. Lo prometti?”
“Promesso”
“La seconda è usare le armi. Anche se qualcuno ti tratterà male, o ti insulterà, promettimi che la tua mano non si stringerà mai attorno a un coltello, a una pietra e neppure intorno a un mestolo di legno per il qhorma palaw, se qul mestolo di legno serve a ferire un uomo. Lo prometti?”
“Promesso”
“La terza è rubare. Ciò che è tuo ti appartiene, ciò che non è tuo no. I soldi che ti servono li guadagnerai lavorando, anche se il lavoro sarà faticoso. E non trufferai mai nessuno. Enait jan, vero? Sarai ospitale e tollerante con tutti. Promettimi che lo farai”
“Promesso”
Poi ha alzato lo sguardo in direzione della finestra, e ha cominciato a parlare di sogni senza smettere di solleticarmi il collo. Di sogni come la luna, alla cui luce è possibile mangiare, la sera. E di desideri, che un desiderio bisogna sempre averlo davanti agli occhi, come un asino una carota. Che se un desiderio, qualunque sia, lo si tiene in alto, a una spanna dalla fronte, allora di vivere varrà sempre la pena.
Quando mi sono addormentato, lei stava ancora parlando.
La mattina dopo è partita.
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Fabio Geda (Nel mare ci sono i coccodrilli: Storia vera di Enaiatollah Akbari)
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Bor era appostato davanti all’entrata di casa, indossava il suo cappotto e un cappellino di lana. Le braccia erano incrociate sul petto e tutto di lui sembrava essere impaziente.
«L’appuntamento con la tua amica è alle dieci, muoviti dai!» esordì.
Asia non rispose e rimase a fissarlo per un tempo indefinito. Era sbigottita.
«E tu che ne sai?», chiese non appena si riprese dallo stupore.
«Tua madre stamattina presto è rientrata. Ti ha lasciato qualcosa da mangiare in cucina.» Cambiò discorso. Non guardava la ragazza mentre parlava, teneva lo sguardo fisso sulle braccia di Asia accartocciate in modo irrequieto.
«Non ho fame. È tua abitudine origliare le conversazioni altrui?» insistette lei con caparbietà.
Solo allora il Venator alzò gli occhi e catturò con il suo sguardo intenso la mente di lei. «Non origlio, sono entrato in camera tua mentre lo dicevi. Semplice. Se non devi mangiare allora copriti e andiamo.»
«Per quale assurda ragione dovresti venire con me?»
«Anche io voglio vedere come sta Nowak.»
Asia non osò ribattere. Afferrò con un moto di stizza il suo piumino e uscì seguendo il Venator. La nebbia copriva il fiume Vistola e rendeva tutto ovattato e silenzioso, nonostante non fosse più mattino presto.
Bor le porse il casco e si sedette sulla sua cavalcatura.
«L’ospedale dista dieci minuti a piedi, non vengo con te in moto. Voglio fare una passeggiata» rifiutò la proposta.
«Come vuoi» rispose secco lui intanto che scendeva e iniziava a camminarle davanti.
Asia rimase ferma per un istante e poi con una rapida corsa lo raggiunse posizionandosi al suo fianco.
«Guarda che la mia passeggiata doveva essere solitaria», affermò.
«Saprò essere invisibile e silenzioso.»
Cosa diavolo vuole questo cavernicolo da me? si domandò lei, mentre manteneva il passo svelto di Bor.
(brano tratto da R.I.P. Requiescat In Pace di Eilan Moon)
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Eilan Moon (R.I.P. Requiescat In Pace (The R.I.P. Trilogy, #1))
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Tante volte era rimasto in ammirazione di fronte a un paesaggio, a un monumento, a una piazza, a uno scorcio di strada, a un giardino, a un interno di chiesa, a una rupe, a un viottolo, a un deserto. Solo adesso, finalmente, si rendeva conto del segreto.
Un segreto molto semplice: l'amore. Tutto ciò che ci affascina nel mondo inanimato, i boschi, le pianure, i fiumi, le montagne, i mari, le valli, le steppe, di più, di più, le città, i palazzi, le pietre, di più, il cielo, i tramonti, le tempeste, di più, la neve, di più, la notte, le stelle, il vento, tutte queste cose, di per sé vuote e indifferenti, si caricano di significato umano perché, senza che noi lo sospettiamo, contengono un presentimento d'amore.
Quanto era stato stupido a non essersene mai accorto finora. Che interesse avrebbe una scogliera, una foresta, un rudere se non vi fosse implicata una attesa? E attesa di che se non di lei, della creatura che ci potrebbe fare felici? Che senso avrebbe la valle romantica tutta rupi e scorci misteriosi se il pensiero non potesse condurci lei in una passeggiata del tramonto tra flebili richiami di uccelli? Che senso la muraglia degli antichi faraoni se nell'ombra dello speco non potessimo fantasticare di un incontro? E l'angolo del borgo fiammingo che ci potrebbe importare o il caffè del 'boulevard' o il 'suk' di Damasco se non si potesse supporre che anche lei un giorno vi passerà, impigliandovi un lembo di vita? E l'erma cappelletta al bivio col suo lumino, perché avrebbe tanto patos se non vi fosse nascosta un'allusione? E a che cosa allusione se non a lei, alla creatura che ci potrebbe fare felici?
[...]
Le torri antiche, le nuvole, le cateratte, le enigmatiche tombe, il singhiozzo della risacca sullo scoglio, il piegarsi dei rami alla tempesta, la solitudine dei greti nel pomeriggio, tutto è un'indicazione precisa a lei, la donna nostra che ci incenerirà. Ogni cosa del mondo congiurando con le altre cose del mondo in complotto sapientissimo per promuovere la perpetuazione della specie.
Era una intuizione così bella e geniale che in altre circostanze egli ne avrebbe avuto soddisfazione. Ma, proprio per la sua esattezza, oggi a lui procurava solamente dolore. L'espressione degli alberi fuggenti corrispondeva infatti alla condizione del suo amore; il quale era stolto e disperato. Egli correva in direzione di lei benché sapesse che laggiù lo aspettavano soltanto nuovi affanni, umiliazioni e lacrime. Ma lui correva a perdifiato ugualmente, il piede premuto con tutta la forza sul pedale, per la paura di perdere un minuto.
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Dino Buzzati (Un amore)
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MOTHER—
Mother—
You lounge on a cloud
Surrounded by God in His absence.
Mother—
I dream
You are always returning.
I wake and wait
For your steps in the hall.
Mother—
Mornings, I hear you puttering.
At night, you mutter and hum over the laundry.
The earth is still warm from you.
I see your needlework in the grasses that sway.
When you were alive, I worried your hair gray.
You cried like a little girl wanting her way.
Mother—
Losing you, my life has grown brittle.
The air has lost all its give.
Nothing surrounds me.
My hands have never been so greedy
For the warmth of your body,
Or my eyes more restless,
Scouring the crowd for your face in the sea.
God is real. The earth perceives us. Ghosts
Roam among the living, bargaining for an hour as flesh.
Mother—
You are a green leaf
Swept from the tree by unseasonable winds
To wander the heavens like a star.
I pray for a day each year when we might collide.
In still water I search for your eyes.
Mother—
How could you have lived once and not forever?
How have we not gone everywhere together?
Mother—
I see you on your cloud,
A shadow above this impossible city.
I hurl my voice at the sky—Mother!
And what answers back is the absence of everything
That isn’t you.
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Yi Lei (My Name Will Grow Wide Like a Tree: Selected Poems)
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- Sim, é talvez tudo uma ilusão... E a Cidade a maior ilusão!
Tão facilmente vitorioso redobrei de facúndia. Certamente, meu Príncipe, uma ilusão! E a mais amarga, porque o Homem pensa ter na Cidade a base de toda a sua grandeza e só nela tem a fonte de toda a sua miséria. (...) Na Cidade perdeu ele a força e beleza harmoniosa do corpo, e se tornou esse ser ressequido e escanifrado ou obeso e afogado em unto, de ossos moles como trapos, de nervos trémulos como arames, com cangalhas, com chinós, com dentaduras de chumbo, sem sangue, sem febra, sem viço, torto, corcunda - esse ser em que Deus, espantado, mal pode reconhecer o seu esbelto e rijo e nobre Adão! Na Cidade findou a sua liberdade moral: cada manhã ela lhe impõe uma necessidade, e cada necessidade o arremessa para uma dependência: pobre e subalterno, a sua vida é um constante solicitar, adular, vergar, rastejar, aturar; e rico e superior como um Jacinto, a Sociedade logo o enreda em tradições, preceitos, etiquetas, cerimónias, praxes, ritos, serviços mais disciplinares que os de um cárcere ou de um quartel... A sua tranquilidade (bem tão alto que Deus com ela recompensa os santos ) onde está, meu Jacinto? Sumida para sempre, nessa batalha desesperada pelo pão, ou pela fama, ou pelo poder, ou pelo gozo, ou pela fugidia rodela de ouro! Alegria como a haverá na Cidade para esses milhões de seres que tumultuam na arquejante ocupação de desejar - e que, nunca fartando o desejo, incessantemente padecem de desilusão, desesperança ou derrota? Os sentimentos mais genuinamente humanos logo na Cidade se desumanizam! Vê, meu Jacinto! São como luzes que o áspero vento do viver social não deixa arder com serenidade e limpidez; e aqui abala e faz tremer; e além brutamente apaga; e adiante obriga a flamejar com desnaturada violência. As amizades nunca passam de alianças que o interesse, na hora inquieta da defesa ou na hora sôfrega do assalto, ata apressadamente com um cordel apressado, e que estalam ao menor embate da rivalidade ou do orgulho. E o Amor, na Cidade, meu gentil Jacinto? Considera esses vastos armazéns com espelhos, onde a nobre carne de Eva se vende, tarifada ao arratel, como a de vaca! Contempla esse velho Deus do Himeneu, que circula trazendo em vez do ondeante facho da Paixão a apertada carteira do Dote! Espreita essa turba que foge dos largos caminhos assoalhados em que os Faunos amam as Ninfas na boa lei natural, e busca tristemente os recantos lôbregos de Sodoma ou de Lesbos!... Mas o que a cidade mais deteriora no homem é a Inteligência, porque ou lha arregimenta dentro da banalidade ou lha empurra para a extravagância. Nesta densa e pairante camada de Idéias e Fórmulas que constitui a atmosfera mental das Cidades, o homem que a respira, nela envolto, só pensa todos os pensamentos já pensados, só exprime todas as expressões já exprimidas: - ou então, para se destacar na pardacenta e chata rotina e trepar ao frágil andaime da gloríola, inventa num gemente esforço, inchando o crânio, uma novidade disforme que espante e que detenha a multidão como um monstrengo numa feira. Todos, intelectualmente, são carneiros, trilhando o mesmo trilho, balando o mesmo balido, com o focinho pendido para a poeira onde pisam, em fila, as pegadas pisadas; - e alguns são macacos, saltando no topo de mastros vistosos, com esgares e cabriolas. Assim, meu Jacinto, na Cidade, nesta criação tão antinatural onde o solo é de pau e feltro e alcatrão, e o carvão tapa o céu, e a gente vive acamada nos prédios como o paninho nas lojas, e a claridade vem pelos canos, e as mentiras se murmuram através de arames - o homem aparece como uma criatura anti-humana, sem beleza, sem força, sem liberdade, sem riso, sem sentimento, e trazendo em si um espírito que é passivo como um escravo ou impudente como um Histrião... E aqui tem o belo Jacinto o que é a bela Cidade!
(...)
-Sim, com efeito, a Cidade... É talvez uma ilusão perversa!
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Eça de Queirós (A Cidade e as Serras)