L Seneca Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to L Seneca. Here they are! All 31 of them:

Il maggiore ostacolo al vivere è l’attesa, che dipende dal domani e consuma l’oggi.
Seneca (On the Shortness of Life: Life Is Long if You Know How to Use It (Penguin Great Ideas))
L’assalto delle avversità non smuove lo spirito dell’uomo forte: egli rimane impassibile e qualsiasi cosa accada l’assimila a sé, perché è più potente di tutte le cose esterne.
Seneca (La Provvidenza)
La mauvaise habitude de se régler sur l’opinion d’autrui est si profondément enracinée, que le plus naturel de tous les sentiments, la douleur, a aussi son affectation
Seneca
Puisque le destin n’est que la succession des causes enchaînées l’une à l’autre, Dieu est la première de toutes les causes, d’où les autres découlent
Seneca
At its core, Stoicism, like the sturdy oak tree, stands firm amidst the torrential downpour of life’s distractions. It teaches us that while we may not command the winds to change, we possess the power to adjust our sails, to guide our minds through the tumultuous sea of life’s happenings.
Kevin L. Michel (The Power of the Present: A Stoic's Guide to Unyielding Focus)
LETTERA 26 TI GIUDICHERÀ LA MORTE Apparirà ciò che hai fatto nella vita solo quando esalerai l'ultimo respiro.
Seneca
Potrei citarti molti ai quali non mancarono gli amici, ma mancò l'amicizia: ciò non può accadere quando gli animi sono uniti da un concorde desiderio di bene.
Seneca (Lettere a Lucilio)
Il castigo deve guardare al futuro, non al passato: si punisce, infatti, non perché mossi dall'ira, ma per far sì che l'errore non si ripeta.
Seneca (On Anger)
Să nu învidiezi pe nimeni până nu-l vezi cum moare.
Seneca
Nessuna spesa è più nobile di quella che si fa per l'acquisto dei libri, ma nessuna spesa è meno giudiziosa di quella fatta per l'acquisto di troppi libri. A che serve una enorme quantità di volumi, dei quali, nella brevità della vita, si abbia appena il tempo di leggerne i titoli. Meglio leggere e rileggere pochi autori eccellenti che leggicchiarne migliaia.
Seneca (La pace dell'animo)
LETTERA 28 È L'ANIMO CHE DEVI CAMBIARE, NON IL CIELO SOTTO CUI VIVI Prima esercita la funzione di accusatore, poi quella di giudice; e in ultimo quella di avvocato difensore. All'occorrenza, sappi anche infliggerti una condanna.
Seneca
- Talvez um poeta - talvez um louco. - Muito bem! adivinhaste. Só erraste não dizendo que talvez ambas as coisas a um tempo. Seneca o disse - a poesia é a insânia. Talvez o gênio seja uma alucinação, e o entusiasmo precise da embriaguez para escrever o hino sanguinário e fervoroso de Rouget de l’Isle, ou para, na criação do painel medonho do Cristo morto de Holbein, estudar a corrupção no cadáver. Na vida misteriosa de Dante, nas orgias de Marlowe, no peregrinar de Byron havia uma sombra da doença de Hamlet: quem sabe?
Álvares de Azevedo (Noite na Taverna)
Celui qui a vu couler son sang, dont les dents ont craqué sous le ceste, qui, renversé, a supporté le poids de l'adversaire étendu sur lui, que l'on a pu abattre sans abattre son courage, qui à chaque chute s'est relevé plus opiniâtre, celui-là descend plein d'espoir dans l'arène.
Seneca (Sénèque : Oeuvres complètes illustrées (31 titres annotés et complétés) (French Edition))
LETTERA 24 COME SI DEVE AFFRONTARE LA MORTE Come non vuota la clessidra l'ultima goccia, ma tutte quelle che sono già cadute, così, l'ultima ora in cui cessiamo di esistere, non produce, da sola, la morte, ma la compie; allora noi giungiamo al termine, ma da tempo vi siamo avviati.
Seneca
Il maggior ostacolo alla vita è proprio l'attesa: fa dipendere tutto dal domani e, intanto, sciupa l'oggi. Tu vorresti organizzare quanto è nelle mani del destino, e ti lasci sfuggire ciò che è già nelle tue. A quale scopo? A cosa vorresti arrivare? Tutto quanto deve ancora venire è incerto: vivi il tuo presente.
Seneca
Tu vuoi sapere che cosa penso degli studi liberali: non stimo, non considero un bene studi che sfociano in un guadagno. Sono arti venali, utili se esercitano la mente, ma non la occupano del tutto. Bisogna dedicarvisi finché l'animo non è in grado di trattare una materia più impegnativa; sono il nostro tirocinio, non il nostro lavoro.
Seneca (Letters from a Stoic)
NUTRICE: dove corri,figlia, lontano dalla tua casa? Fermati, calmati, frena la tua furia. Come una menade, che, alla cieca, gà invasata da dio, si lancia e porta i suoi passi sulla cima del Pindo nevoso o sui gioghi di Nisa, così Medea corre qua e là con gesti selvaggi, mostrando in volto i segni di un furore delirante. Il suo viso è in fiamme, il respiro affannoso, grida, il pianto le sgorga dagli occhi, di colpo si mette a ridere. è in preda ad ogni emozione. Esita, minaccia, avvampa, si lamenta, singhiozza. Dove si volgerà l’empito del suo cuore? Dove spingerà le sue minacce? Dove andrà ad infrangersi questo vortice? Il suo furore trabocca. No, non è da poco, non è comune il delitto che medita tra sé. Supererà se stessa, Medea. Li conosco, io, i segni del suo antico furore. Qualcosa di inaudito sta sopra di noi, qualcosa di grande, selvaggio, empio: lo leggo nel suo volto delirante. O déi. fate che la mia paura sia vana. MEDEA: Vuoi sapere, povera te, sin dove può spingersi l’odio? Sin dove l’amore
Seneca (Medea)
LETTERA 1 L'USO DEL TEMPO E l'uomo è tanto stolto che, quando acquista beni di nessun valore, e in ogni caso compensabili, accetta che gli vengano messi in conto; ma nessuno, che abbia cagionato perdita di tempo agli altri, pensa di essere debitore di qualcosa, mentre è questo l'unico bene che l'uomo non può restituire, neppure con tutta la sua buona volontà.
Seneca (Lettere a Lucilio)
LETTERA 9 IL SAGGIO SENTE PROFONDAMENTE GLI AFFETTI UMANI L'ansia e l'impegno nel lavoro procurano per se stessi un grande diletto. Non ne prova una simile chi ha terminato di dare l'ultima mano all'opera sua: ora si gode il frutto della sua arte: quando dipingeva si godeva la sua stessa arte. I figli già grandicelli ci sono più utili, ma quando erano ancora fanciulli ci davano gioie più pure.
Seneca (Lettere a Lucilio)
Ma se giudichi amico qualcuno di cui non ti fidi come di te stesso, sbagli tremendamente e non hai l'esatta nozione del valore di un'amicizia autentica. Prendi pure ogni tua decisione insieme con l'amico, ma prima decidi sui tuoi rapporti con lui: una volta sorta l'amicizia, bisogna avere fiducia, e, prima di stringerla, è necessaria una valutazione precisa. Confondono i doveri dell'amicizia, invertendo i termini, quelli che contro gli insegnamenti di Teofrasto giudicano dopo avere manifestato il proprio affetto, e cessano di dimostrarlo dopo aver giudicato. Rifletti a lungo, se devi accogliere qualcuno nella tua amicizia. Quando avrai deciso in tal senso, accettalo di tutto cuore, parla con lui francamente come a te stesso. Osserva dunque la seguente regola di vita: non ci sia alcuna cosa che confidi a te stesso, la quale tu non possa confidare persino al tuo nemico; ma poiché si producono circostanze che è consuetudine tenere segrete, rendi partecipe di ogni tua preoccupazione, di tutti i tuoi pensieri chi ti è amico. Credendo nella sua fedeltà, lo renderai fedele. Certuni, infatti, hanno insegnato le vie dell'inganno, temendo di essere ingannati; altri hanno avvalorato, con i loro sospetti, il diritto di compor tarsi in modo negativo. Perché mai dovrei trattenere qualche parola in presenza del mio amico?
Seneca (Letters from a Stoic (Complete) (Deluxe Library Edition))
Mais rien ne servirait de s’être mis à l’abri de tous les motifs personnels de tristesse, si parfois la misanthropie s’emparait de votre âme, en voyant le crime partout heureux, la candeur si rare, l’innocence si peu connue, la bonne foi si négligée quand elle est sans profit, les gains et les prodigalités de la débauche également odieux ; enfin, l’ambition si effrénée que, se méconnaissant elle-même, elle cherche son éclat dans la bassesse. Alors une sombre nuit environne notre âme, et dans cet anéantissement des vertus impossibles à trouver chez les autres, et nuisibles à celui qui les a, elle se remplit de doute et d’obscurité. Pour nous détourner de ces idées, faisons en sorte que les vices des hommes ne nous paraissent pas odieux, mais ridicules ; et sachons imiter Démocrite plutôt qu’Héraclite. Le premier ne se montrait jamais en public sans pleurer ; le second, sans rire. L’un, dans tout ce que font les hommes, ne voyait que misère ; le second, qu’ineptie. Il faut donc attacher peu d’importance à toutes choses, et ne nous passionner pour aucune. Il est plus conforme à l’humanité de se moquer des choses de la vie que d’en gémir. Ajoutez que mieux vaut pour le genre humain s’en moquer, que se lamenter à son sujet.
Seneca
If I knew just a little Seneca, I could learn the words for jackass, simpleton, bully, idiot, and fool. Gideon and Rising Hawk and even Polly know how to talk it. I don’t know what I was thinking all these months.” Runs Faster looked back at Livy, who was following her doggedly up the trail. The little one was talkative this evening. Being angry with Rising Hawk had set something free. It was very funny. Livy returned the look. “I know you can’t understand me, but those are all good English words that describe your brother,” she said. “Rising Hawk—is—a—f-o-o-l.” Runs Faster pointed behind Livy. Despite their protests, Rising Hawk was following them up the mountainside, from a safe distance. “Full,” she said, to Livy’s delight.
Betsy Urban (Waiting for Deliverance)
Why do you linger?' he means. 'Why are you idle? If you don't grasp it first, it flees.' And even if you do grasp it, it will still flee. So you must match time's swiftness as though from a rapid stream that will not always flow.
Seneca (L. Annaei Senecae)
Drunkenness is nothing but voluntary madness
Seneca (L. Annaei Senecae)
Come insegna Seneca ammaestrando i suoi discepoli, l'ozio senza le lettere è la morte e la tomba dell'uomo mentre ancora vive; così, per la ragione opposta, ne deduciamo che la frequentazione delle lettere e dei libri è per l'uomo la vita.
Richard de Bury (The Love of Books: The Philobiblon of Richard de Bury)
Think about what I said, Kat. You have nothing to prove.” “I don’t?” “No,” I said, and I’d say it a thousand times. But I knew screaming it from the top of Seneca Rocks wasn’t going to change how she felt.
Jennifer L. Armentrout (Opal (Lux, #3))
Non est ad astra mollis e terris via
Seneca (L. Annaei Senecae)
A reading list that Jefferson first drafted in 1771, five years before he wrote the Declaration, provided an answer. Jefferson sent the list to his friend Robert Skipwith, who had asked for books to include in a private library, and revised it over the years. Under the category of “religion,” Jefferson’s reading list includes Cicero’s Tusculan Disputations, as well as a top ten list of other works of classical and Enlightenment moral philosophy:11 Locke’s Conduct of the Understanding in the Search of Truth. Xenophon’s memoirs of Socrates, translated by Sarah Fielding. Epictetus, translated by Elizabeth Carter. Marcus Aurelius, translated by Collins. Seneca, translated by Roger L’Estrange. Cicero’s Offices, by Guthrie. Cicero’s Tusculan questions. Ld.
Jeffrey Rosen (The Pursuit of Happiness: How Classical Writers on Virtue Inspired the Lives of the Founders and Defined America)
Mark Twain and H. L. Mencken, used to recommend Seneca, Marcus Aurelius, and Epictetus to aspiring writers who wrote to him, saying they’d teach them “how to be a worthy guest at the table of the gods.
Ryan Holiday (The Obstacle Is the Way: The Timeless Art of Turning Trials into Triumph)
Yet four more years would pass before rock oil began to flow in volume in Pennsylvania. Once the Silliman report established that petroleum had value as an illuminant, the problem remained how to extract enough from the Oil Creek site to make the venture profitable. In the meantime, the company went through several more reorganizations as the New Haven investors contrived to cut the New York men out of the deal. In 1858 a new entity, the Seneca Oil Company of New Haven, Connecticut, swallowed up the Pennsylvania Rock Oil Company.44 Banker James Townsend and his fellow New Haven investors took control, brought in a new associate, a local man named Edwin L. Drake, and elected him president. It was Drake, improbably, who would find a way to release petroleum from its stone detention underground.
Richard Rhodes (Energy: A Human History)
Non avevo voglia di aprirmi fino in fondo, gli avrei dovuto spiegare che di rassegnazione nelle mie parole non ce n’era, parlerei piú di accettazione, che significa prendere atto della realtà senza star lí a sprecare energie vitali. La distinzione è sottile, ma importante: la rassegnazione è una resa, l’accettazione è un punto di partenza. La prima ci obbliga a rinunciare a modificare le cose, a trasformare le situazioni, accettare invece ci dà la possibilità di spostare l’attenzione su altro, di restare vivi e ripartire, cercando di modellarci sul presente, di assecondare con i nostri movimenti gli attacchi della vita, come il judoka, che sa che contrastare aggredendo spesso porta solo a un dispendio di forze. Io, caro padre, accetto, non mi rassegno. Accetto di non poter cambiare alcuni aspetti di me e della mia vita, o di poterli cambiare solo grazie a enormi sacrifici. Accetto di non poter contrastare fino in fondo le mie paure, le fobie, le debolezze. Accetto quei muri grigi e la porticina laterale. Accetto di essere ipocondriaco. Non mi rassegno a dover morire, questo no, ma accetto di non poter fare nulla per contrastare questo. In fondo si tratta di accogliere l’idea che dalle cellule alle stelle tutto muore, e che un domani anche la mia fine servirà, grazie alle morti di ciascuno di noi la vita avrà lo spazio per rigenerarsi, ed evolvere. La caduta dell’albero permette alla luce di raggiungere nuovamente il terreno sottostante, cosí da far nascere un nuovo tronco. Gli atomi di cui sono composto, che forse un tempo sono appartenuti a un dinosauro, a un faraone, a Buddha, chissà, questi stessi atomi che provengono da una stella esplosa lontano, in altre galassie, dopo la mia morte rimarranno qui e torneranno in circolo, finiranno in milioni di altri organismi, senza mai fine. Si tratta forse di curvare quella che crediamo essere una linea retta fino ad avere un cerchio: non nascita, vita, morte, ma nascita, vita, morte, nascita, vita, morte, nascita, vita, morte… nascita. «La vita è solo un breve periodo di tempo in cui sei vivo». Lo disse quel genio di Philip Roth. Solo un breve periodo di tempo in cui siamo vivi. È una parentesi, in fondo, la nostra vita, e dico questo non perché voglia fare il pesante, il pessimista e il menagramo, no. Ho scherzato fino a ora e continuerò a farlo, tenterò di tenere a bada l’ansia con l’ironia e quella leggerezza che ad alcuni dà fastidio e altri non riconoscono. Ma non voglio parlare di me, desidero disquisire di vita, e di come la spendiamo. Perciò cito le parole di Roth e parlo di piccola parentesi, perché credo che il primario compito di ognuno sia rendere degna la propria esistenza, combattere con tutte le forze affinché sia tale, per non sentire di avere sprecato l’unica grande occasione che ci è stata data. Abbiamo il dovere di riempire questa parentesi di piú cose possibili, di piú cose meravigliose possibili. Dobbiamo approfittare del tempo, anzi approfittare del fatto che il tempo è poco, per lasciare un segno del nostro passaggio terreno. Lo diceva il giovane Seneca a soli venti anni: «La vita che ci è data è lunga a sufficienza per compiere grandissime imprese, purché sia spesa bene». Lo cantava anche Omero nell’Iliade: «Come stirpi di foglie, cosí le stirpi degli uomini; | le foglie, alcune ne getta il vento a terra, altre la selva | fiorente le nutre al tempo di primavera; | cosí le stirpi degli uomini: nasce una, l’altra dilegua». E chissà che un giorno non ci ritroveremo a volare liberi nell’aria per poi posarci sulla spalla di un nostro caro, come le farfalle monarca del Messico. «Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla», è una meravigliosa frase taoista. Ecco, questo paragrafo, questo piccolo pensiero, caro padre, è il mio atto di fede, il mio tentativo. Esisto, e un domani sarò esistito, come disse pure Margherita Hack. «Qualcuno si ricorderà di me. E se cosí non fosse, non importa».
Lorenzo Marone (Inventario di un cuore in allarme)