Jess And Nick Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Jess And Nick. Here they are! All 24 of them:

The fuck?” he said. “The fuck?” said Jess. “The fuck what?” “It's an American abbreviation,” said Martin. “ «The fuck?» means «What the fuck?» In America, they’re so busy that they don’t have time to say the «what».
Nick Hornby (A Long Way Down)
Jess thought for a moment. 'You know those films where people fight up the top of the Empire State Building or up a mountain or whatever? And there's always that bit when the baddie slips off and the hero tries to save him, but, like, the sleeve of this jacket tears off and goes over and you hear him all the way down. Aaaaaaaaagh. That's what I want to do.' 'You want to watch me plunge to my doom.' 'I'd like to know that I've made the effort. I want to show people the torn sleeve.
Nick Hornby (A Long Way Down)
I had forgotten that Jess felt about long words the way that racists feel about black people: she hated them, and wanted to send them back from where they came from.
Nick Hornby (A Long Way Down)
Other people cared a lot about what Jesse thought of them, but Seiji couldn’t picture Nicholas caring. Everyone liked Jesse better than Seiji, but Nicholas wouldn’t. Not even if, for some reason, Nicholas got to know Jesse and Jesse actually tried to be charming. Even then, Seiji was sure, though he didn’t have much basis for the certainty, that Nicholas would still like him better.
Sarah Rees Brennan (Striking Distance (Fence, #1))
I told her that Nick had changed the locks on the house and cancelled all my cards. ‘He’s done what?! You’re kidding me.’ Her voice hit the high notes. ‘Utter shit, utter, utter shit. Mind you, it doesn’t surprise me for one second. That’s why I just caved in when he wanted me to leave. I knew he’d play dirty if I fought him.
Jess Ryder (The Ex-Wife)
But two years on, replaying the moment in my head and knowing what I now knew, I realised I’d seen the truth that day. Nick hadn’t wanted a family, not one that included me, anyway. He’d just wanted a baby.
Jess Ryder (The Ex-Wife)
«Ecco il problema, Nicky, vero?» «Cosa?» «A te non importa. Non ti è mai importato.»«Di cosa diavolo stai parlando?» «Quando voi ragazzi decideste di cogliere al volo l’occasione per buttare fuori a calci Jess dalla band, avete mai tenuto conto di come potevo sentirmi io al riguardo?» «Dio, sei così gay. Perché diamine avrebbe mai dovuto riguardarti la cosa? Ok, è stato uno schifo, ma vabbè. È così che funziona.» «Mi riguardava perché ero innamorato di lui, testa di cazzo. Lo ero, lo sono, lo sono da anni…» la voce di Shane si affievolì.Nick si bloccò. «Tu eri innamorato di… Jesse?» «Sì. E la faccia che stai facendo in questo momento è il motivo per cui non te l’ho mai detto. Voi ragazzi avete mandato tutto a puttane quando lo avete fatto fare a me.»
Piper Vaughn (Moonlight Becomes You (Lucky Moon, #1))
So there’s a video deep in the depths of YouTube of the three of us lip-syncing to the Jonas Brothers and pretending to play guitars and drums in Hailey’s bedroom. She decided she was Joe, I was Nick, and Maya was Kevin. I really wanted to be Joe – I secretly loved him the most, but Hailey said she should have him, so I let her. I let her have her way a lot. Still do. That’s part of being Williamson Starr, I guess. “I so have to find that video,” Jess says. “Nooo,” Hailey goes, sliding off the tabletop. “It must never be found.” She sits across from us. “Never. Ne-ver. If I remembered that account’s password, I’d delete it.” “Ooh, what was the account’s name?” Jess asks. “JoBro Lover or something? Wait, no, JoBro Lova. Everybody liked to misspell shit in middle school.
Angie Thomas (The Hate U Give six-chapter sample)
«Dicevo sul serio. Non voglio nessun altro, Jess, solo te.» «Anch’io non voglio nessun altro. Solo te.» Shane gli infilò le dita tra i capelli. Gli tirò indietro la testa e lo baciò di nuovo con dolcezza, lentamente e teneramente. «Voglio dirlo ai ragazzi,» sussurrò Shane contro le labbra di Jesse. Non era la prima volta che lo diceva. «Voglio stare con te per davvero, Jess, alla luce del sole. Non dovremmo nasconderci.» Jesse chiuse gli occhi. Anche lui lo voleva. Era solo nervoso per ciò che avrebbero pensato Nick e Dre, per ciò che avrebbero pensato i loro genitori. Per quanto lo desiderasse, uscire allo scoperto, esserne orgoglioso e dire a tutti che Shane era suo, non era pronto per fare quell’ultimo passo. Il solo pensiero lo spaventava troppo. «Dammi tempo, okay? Ho… ho bisogno di un altro po’ di tempo.» Sentì Shane annuire. «Okay. Ma lo faremo presto, Jess. Sono stanco di fingere.» «Lo so. Te lo prometto, Shane. Presto.» Si addormentò con il ritmo del battito di Shane nell’orecchio. Avevano tutta la vita, Shane aveva detto così prima. Desideravano entrambi la stessa cosa. Qualche altra settimana non avrebbe fatto male a nessuno
Piper Vaughn (Moonlight Becomes You (Lucky Moon, #1))
That lying..." Jesse turned the key in the ignition before exploding. "Destroying papers that don't belong to him and acting as though he was doing his sister a favor." "And having a good laugh at our expense." Zane swore under his breath. "With that smile in place,he completely transformed himself from Scrooge to jovial Old Saint Nick." Wyatt grew thoughtful. "You have to admit that he made a smart move.We'll never know how many pages of Nathaniel's journal or how many of Coot's notes and maps were in those boxes." Jesse drove the truck along the main street. "Now what?" Wyatt shrugged. "Ledge won this round. We'll just have to come up with another way to entice him back into the ring." Zane stared at the sunlight glinting off the peaks of Treasure Chest in the distance. "Maybe he's already won the fight and we just don't know it.
R.C. Ryan (Montana Destiny)
I walk with purpose through the halls and see a well-dressed, intimidating man in his sixties, alone. I’m nervous about talking to him, so I hover near him and he keeps walking past me. Finally, I decide to bite the bullet. I jump out of the corner at him like a nightmare. ‘Hi, I’m Jess,’ I say. ‘Where do you live?’ Suddenly, hearing my voice aloud, I’m aware this is both a basic thing to say and also – depending on how you hear it – a terrifying thing to say. It turns out that Malcolm lives in a beautiful quiet square that I run by most days. Disclose something about yourself, I hear Nick’s voice in my ear. Ask him what you really want to know. ‘I peek into the windows of those houses nearly every day,’ I say. ‘With the massive kitchens that extend into courtyards and the amazing gardens at the back. I pretend to live these sometimes. I’ve always wanted to know, is that the best place to live in the entire world?’ ‘It is,’ he says. He walks away. No one said this would be easy.
Jessica Pan (Sorry I'm Late, I Didn't Want to Come: An Introvert's Year of Living Dangerously)
Nick allungò una gamba e con le dita del piede ne afferrò uno. Dopo averlo buttato sul pavimento, appoggiò il piede sulla coscia di Luka e lo fece strisciare verso parti che stavano sviluppando un interesse incredibile. Per un istante, il nutrizionista sentì un brivido nella pancia, ma poi intimò a se stesso di piantarla. Allontanò da sé il piede e si mise a sedere dritto. «Okay, signor Ventura, ho una domanda per lei.» Nick fece un ghigno. «Sì, il mio piede era proprio sul tuo pacco.» Luka rise. «Non era quella la mia domanda. Voglio dire, tuo fratello è dichiarato apertamente, mentre sulle riviste, beh, tu sembri decimo dan di cintura nera nel correre dietro alle gonnelle. So che flirtavi con me quando eri in clinica, però non sei etero?» «Se fossi assolutamente etero, avrei anche potuto flirtare, ma avrei fatto quel che ho appena fatto?» «Puoi semplicemente rispondere sì o no?» Nick sospirò. «Sono bi, credo» «Allora ti piacciono veramente i ragazzi? Non fa solo parte del tuo personaggio?» «Sì, certo, perché no?» Nick alzò le spalle indifferente, e la cosa sorprese Luka. «Non capisco il senso di essere in un modo o nell’altro, a meno che tu non lo sia davvero davvero. Ci si perde tutto il divertimento.» «Come mai tutte quelle battute sui gay, allora?» «Non so. Penso di prendermi gioco di tutto.» Vero. «Assomigli a tuo fratello più di quanto pensassi.» «Non sono come Shane.» La reazione di Nick fu immediata. Un’altra sorpresa, dopo che aveva risposto con aria indifferente alle altre domande. «Perché è gay?» «No. Perché è lo zerbino di Jesse! È fottutamente imbarazzante.» Nick si accigliò. «Le relazioni non sono poi così male, sai? Dovresti provarci, prima o poi.» Luka lo toccò leggermente con il piede avvolto dal calzino. Nick si alzò in piedi. «E allora perché tu non ne hai una?» Si tolse la coperta di dosso, gettandola sul costoso ma freddo divano in pelle. «Sono stanco.» «Vuoi che dorma qui? O c’è una stanza per gli ospiti?» I suoi occhi, sprezzanti e contrariati, si spalancarono. Provò a nasconderlo, ma aveva chiaramente paura a rimanere da solo. Luka non sapeva se dovesse dirlo esplicitamente o lasciar perdere, ma poi Nick rispose a quella sua domanda
Piper Vaughn (The Luckiest (Lucky Moon, #2))
«Nicky, tu vuoi sempre fare le cose di fretta. È uno dei tuoi problemi.» Shane sospirò piano. «Non che io abbia molto diritto di parlare; hai visto com’era finita con Jesse, la scorsa estate. Ma, cavoli, stavo per rovinare tutto per averlo pressato troppo, sai? A volte, devi lasciare che le cose seguano il loro corso naturale. Fa’ semplicemente capire a questo ragazzo che ti piace, che non ti interessa solo scopare e, se è destino, avrai di più.» Shane fece una pausa e sbuffò un’altra risatina. «Accidenti, non posso credere di essere proprio io a dirtelo… ma sii semplicemente quel fantastico ragazzo che so puoi essere.» Nick annuì, ma poi si rese conto che Shane non poteva vederlo. Si accorse, anche, che l’auto si era fermata di fronte a una schiera di residenze cittadine, mentre era distratto. Il nervosismo di cui si era scordato durante la conversazione con Shane, riaffiorò immediatamente. Nick ingoiò il nodo in gola. Poteva vedere le luci brillare dalle finestre dell’appartamento del piano interrato dell’ultima unità, e sapeva benissimo che Luka e Jeana lo stavano aspettando dentro. Adesso o mai più. «Nicky?» chiamò la voce di Shane nel suo orecchio. Nick sobbalzò dalla sorpresa e strinse un po’ di più il telefono. «Sì, sono ancora qui. Ascolta, Shaney, grazie. Scusami per averti svegliato.» «No problem. Puoi chiamarmi in qualsiasi momento, lo sai.» «Grazie. ‘Notte.» «’Notte,» rispose Shane. «Oh, e Nicky?» «Sì?» «Buona fortuna.»
Piper Vaughn (The Luckiest (Lucky Moon, #2))
«L’ha scattata mia mamma dopo il nostro primo grande evento. Uno che si è svolto in una vera e propria location per concerti, e non in uno squallido bar.» Jesse allungò la mano e toccò lievemente la cornice. «Il posto era minuscolo, e nessuno sapeva chi fossimo, ma, Dio, fu così divertente.» Luka annuì. Avrebbe potuto capire tantissimo dall’enorme sorriso che ognuno di loro sfoggiava, in quella fotografia. «Wow.» Luka si schiarì di nuovo la gola. «Il modo in cui ti guarda…» «Già.» Luka riuscì a percepire amore nella voce di Jesse. «Alcuni anni dopo aver scattato questa foto, mia mamma mi disse che fu proprio quella sera che capì come stavano le cose tra me e Shane.» «Vorrei che qualcuno, un giorno, mi guardasse allo stesso modo.» Luka deglutì il nodo in gola. «Nick lo fa già.» Luka sbarrò gli occhi dalla sorpresa, e voltò il viso di lato a guardare Jesse. «Come?» «Non te ne sei accorto?» Jesse sorrise con dolcezza. «Sicuramente non ha la minima idea di farlo, ma ti guarda come se non vedesse nient’altro. È pazzo di te. Si vede.» Luka si morse il labbro e cercò di ignorare le farfalle nello stomaco
Piper Vaughn (The Luckiest (Lucky Moon, #2))
Luck was too good just to fade into nothing. Jesse wouldn’t allow it. But no matter what, big or small, world tours or holidays at home in Chicago, he, Shane, Nick, and Dre were a team. They were going to do it all, together
Piper Vaughn (More than Moonlight (Lucky Moon, #0.5))
Here are four examples of Lead Magnets I use: A checklist that can be used to properly perform something I explained in a video. A template for determining, say, a business’s profit margin. An advanced guide that goes further into the details of a subject of one of my videos. A unique book that provides substantial value but is offered for free. For me, it is 11 Side Hustle Ideas to Make $500/Day from Your Phone. The appropriate opt-in incentive depends on your content. Here are other types of examples: A DIY carpenter could offer plans to make a corner table. A marketing YouTuber could offer scripts of what to say on sales phone calls. A landscaping expert might offer recommendations for which kinds of grass to use around the United States. YouTuber Nick True at Mapped Out Money, who makes video tutorials that teach the best practices for using the personal budgeting software YNAB, found that he gets the highest sign-up rates when he offers a checklist that relates to the video. His followers really like having a resource that they can use to put his advice into practice. Jess Dante of Love and London runs a YouTube channel helping viewers plan their trips to London by suggesting lesser-known restaurants and stores to visit. Her superstar opt-in incentive is a free London 101 Guide with everything a first-time visitor needs to know. It’s been downloaded more than 45,000 times. Where you make your call to action will also have an impact on your success building your email list. You can make your call to action in a variety of places or ways inside your videos. One of the best ways is to give a short, relevant tease of the bonus or resource you’re offering within the YouTube video and tell people where they can learn more. CHALLENGE Create a Lead Magnet. It’s time to create your first Lead Magnet using the process we’ve just outlined above. You can use your piece of content from the previous chapter as a base or start something new. Don’t spend more than two hours on the first iteration. If you want to turn it into a big thing later on, great. But start SMALL. Go to MillionDollarWeekend.com to get Lead Magnet templates! (See what I did there?)
Noah Kagan (Million Dollar Weekend: The Surprisingly Simple Way to Launch a 7-Figure Business in 48 Hours)
No one's stopping you," said Jess. "But you've got to make it more interesting. That's why why we drift off and talk about biscuits.
Nick Hornby (A Long Way Down)
Sentimentally, he thought of Jess. Irrationally, he despaired of having her. But this was not a question of pursuit. Raj would laugh at him, and Nick would look askance. His fantasies were nurturing, not predatory. If he could have Jess, he would feed her. Laughable, antique, confusingly paternal, he longed to nourish her with clementines, and pears in season, fresh whole-wheat bread and butter, wild strawberries, comte cheese, fresh figs and oily Marcona almonds, tender yellow beets. He would sear red meat, if she would let him, and grill spring lamb. Cut the thorns off artichokes and dip the leaves in fresh aioli, poach her fish- thick Dover sole in wine and shallots- julienne potatoes, and roast a whole chicken with lemon slices under the skin. He would serve a salad of heirloom tomatoes and fresh mozzarella and just-picked basil. Serve her and watch her savor dinner, pour for her, and watch her drink. That would be enough for him. To find her plums in season, and perfect nectarines, velvet apricots, dark succulent duck. To bring her all these things and watch her eat.
Allegra Goodman (The Cookbook Collector)
«Sto cazzeggiando al parco. Non voglio tornare a casa. È così vuota da quando sono fuori. Lì si sta bene solo quando c’è lui.» Nick si sentiva bene solo quando Luka era con lui, indipendentemente da dove si trovasse. «È solo perché non sei da solo quando lui è lì, o perché sei con… Luka? Si chiama così?» «Sì, Luka. Ed è per lui. Non voglio nessun altro vicino. Non ho più visto nessuno, Shaney. Nessuno. Voglio solo stare con lui, tipo sempre. Ho bisogno che lui torni da me.» Sapeva di dare l’idea di essere disperato, ma era troppo tardi per preoccuparsene. «Wow. Finalmente, il mio fratellino si unisce a tutti noi nella terra dei sentimenti.» Aveva percepito il sorriso nella voce di Shane. «Amico, devi andare a sistemare le cose. Digli che ti dispiace. Sii convincente. Non aspettare troppo, come ha fatto quello stupido di tuo fratello.» Nick aveva sorriso tristemente. «Si è risolto tutto alla fine, no?» «Sì, ma quel periodo è stato una tortura. Non tornerei mai indietro.» In quel momento, Nick immaginò suo fratello che si allungava per toccare i capelli di Jesse, o poggiava una mano sul suo petto: un promemoria del fatto che stavano insieme e non erano più soli. Un altro pezzetto di dolore lo aveva colto alla sprovvista. «Quindi vado a chiedere scusa. Me la cavo con così poco?» Non si era mai scusato con nessuno, in vita sua. Assolutamente per nulla. «Sì. E cerca di non essere… troppo te stesso, okay?» Nick aveva sbuffato.
Piper Vaughn (The Luckiest (Lucky Moon, #2))
Luka amava anche solo stare così, pelle contro pelle, avvolto dal suo profumo. Il saliscendi del suo petto, il battito del suo cuore, il ritmo del suo respiro… lo confortavano talmente tanto da riuscire a malapena a dormire nelle rare notti che passavano lontano l’uno dall’altro. Forse quello era qualcosa che non sarebbe più capitato molto spesso. Forse mai più. Dopo aver conosciuto Shane e Jesse, Luka riusciva benissimo a immaginare se stesso e Nick in quel modo qualche anno più avanti. Proprietario di una casa con il prato attorno per i loro bimbi pelosi, invitare amici per grigliate all’aperto e serate film, costruire una vita insieme. Luka riusciva a immaginarla – lui e Nick e Steph e Snowy. Una famiglia. Felice. Innamorata. Desiderava tutto quello. Ed era piuttosto sicuro che, pronto o meno a dire ti amo, lo desiderasse anche Nick
Piper Vaughn (The Luckiest (Lucky Moon, #2))
Sospirò e fece scorrere le dita lungo la colonna vertebrale del ragazzo. Più cose imparava sulla sua infanzia, e più il suo modo di comportarsi aveva un senso. Il padre stesso di Luka era morto quando aveva tredici anni, però lui ricordava un uomo buono e gentile, uno che lo aveva portato al parco a giocare e che gli aveva insegnato a nuotare e a ballare. E anche se di tanto in tanto lo irritava dandogli consigli non richiesti riguardo alla sua vita sentimentale, la mamma di Luka era una delle persone più gentili e generose del mondo. Non riusciva nemmeno a immaginare che avrebbe potuto fare quello che aveva fatto la madre di Nick. Neanche lontanamente. Luka si sentiva male al solo pensiero di quanto fosse stata diversa la loro infanzia. Nick aveva passato un inferno con la sua famiglia. Sia lui che suo fratello. Luka non era sorpreso che la paura di perdere Shane lo avesse condotto lungo la strada che alla fine lo aveva portato a Glenwood. Desiderò con tutto il suo cuore che niente di tutto quello fosse mai successo, che Nick non fosse stato cresciuto da genitori a cui, in realtà, non gliene fregava un cazzo dei loro figli. Desiderò poterlo abbracciare e proteggerlo per sempre. Ma era troppo tardi per quello. Nick e Shane non erano più ragazzini. Shane adesso aveva Jesse, ed era felice. E Nick… Nick aveva Luka, anima e corpo.
Piper Vaughn (The Luckiest (Lucky Moon, #2))
I had wanted to kill myself not because I hated living, but because I loved it. And the truth of the matter is, I think, that a lot of people wo think about killing themselves fell the same way - I think that's how Maureen and Jess and Martin feel. They love life, but it's all fucked up for them, and that's why I met them, and that's why we're all still around. We were up on the roof because we couldn't find a way back into life, and being shut out of it like that… It just fucking destroys you, man. So it's like an act of despair, not an act of nihilism.
Nick Hornby (A Long Way Down)
Seiji was direly embarrassed by Nicholas’s presence, not to mention his appearance. He hadn’t wished to see Jesse again. If forced to, he would have preferred to see him while winning Olympic gold. Failing that, Seiji would’ve preferred to see Jesse literally anywhere other than here. In the middle of the woods, in a state of undress, with a companion who had apparently been raised by wolves and then abandoned by the pack for being too scruffy. There was… another consideration, besides embarrassment. Sometimes there were people who were obviously not on the winning side, and never would be. Bad at fencing or at words or at life in some crucial way Jesse could always ascertain. Occasionally, Jesse would casually amuse himself at some unfortunate soul’s expense. Seiji wouldn’t laugh because he never actually understood the jokes or why they were funny, but he didn’t care much. It was simply Jesse’s way. Now he recalled with unwelcome vividness how those people’s cheeks would bear sudden swift streaks of red, as though slashed. Or they might slink off with a curious look of defeat, as if a lunch table were a fencing match. Some of them, Seiji had noticed, never came back again. Seiji didn’t want to see Jesse do that to Nicholas. Not Nicholas.
Sarah Rees Brennan (Striking Distance (Fence, #1))
Tell me—or anyone else—something thatis personal to you, Coach had said. Seiji couldn’t talk to just anyone, but Nicholas had said they were friends. “I was… Jesse’s mirror,” said Seiji slowly. “I reflected his—glow, his glories and his victories. I used to think it was an honor. We were similar, I told myself, in all the ways that really mattered.” Jesse was left-handed like Nicholas, so facing him sometimes felt like looking into a mirror. Like seeing yourself through the glass, a better, golden self in a different world. A self who fenced just as well but didn’t have to work as hard for it. A Seiji who did everything in life with the same skill as he fenced. “You’re not a mirror,” said Nicholas. “You’re real.” “It’s a metaphor, Nicholas.” Nicholas shrugged. “You’re still not a mirror. Mirrors break. You never do.” Seiji thought of his moment of defeat against Jesse. The moment that Aiden had seen, and taunted Seiji with, making Seiji lose again. Seiji had trained his whole life to be strong, but somehow, he was still weak. Jesse had taken his sword, and Seiji hadn’t been able to stop him. The bitterness of that defeat sent Seiji to Kings Row. Always keep moving toward your target, his dad’s voice said, but somehow Seiji had ended up getting his target wrong. He’d moved toward loss and pain he still didn’t entirely understand. “I lost,” confessed Seiji. “Badly.” “Doesn’t make you a loser,” said Nicholas, having another lapse where he didn’t understand what words—let alone metaphors—meant. “You didn’t burst into tears and give up fencing. And you didn’t follow Jesse to Exton like a little lamb, the way he was expecting. You came to Kings Row, and you came to fence. You came to fight.” This view of the matter was so shocking that Seiji said something he’d thought he would never say to Nicholas Cox. “I suppose…,” said Seiji, “… you’re right.” Nicholas’s gaze remained fixed on the floor. “Being rivals shouldn’t be about being someone’s mirror. Both of you get to be real. Neither of you has to break.” “Sometimes you’re insightful, Nicholas,” said Seiji. Nicholas looked pleased before Seiji added: “I think it’s mainly by accident.” At that point, Nicholas rolled his eyes and stepped into his side of the room, yanking the curtain closed between them.
Sarah Rees Brennan (Striking Distance (Fence, #1))