Italiano Amore Quotes

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Un día la besé en francés. Ella se limitó a bostezar en sueco. Yo la odié un poco en inglés y le hice un además obsceno en italiano. Ella fue al baño y dio un portazo en ruso. Cuando salió, yo le guiñé un ojo en chino y ella me sacó la lengua en sánscrito. Acabamos haciendo el amor en esperanto.
Fernando del Paso (Palinuro de México)
Era incredibile come il semplice gesto di cercare qualcuno svelasse quanto si conosceva di quella persona. Volevo trovarlo, volevo che capisse che io c'ero. Trovarlo era il mio: 'volevo vederti ballare' , era il mio sapere cosa stesse leggendo, il mio augurio di buon compleanno. E forse lui non sapeva neanche cosa significasse per me interessarmi così a qualcuno, ma per una volta volevo essere io a tenere lui al sicuro, dietro una tenda, e danzare con i suoi fantasmi.
Rossana Soldano (Come anima mai)
Era triste per quello che era successo a Kostos. E da qualche parte era triste perché gente come Bee e Kostos, che avevano perso tutto, erano ancora aperti all’amore, e lei che non aveva perso nulla non lo era.
Ann Brashares (The Sisterhood of the Traveling Pants (Sisterhood, #1))
Pensava a Simon, che stava andando in una casa che non sentiva più sua, alla disperazione della voce di Jace mentre le diceva Vorrei odiarti, e a Magnus, che non gli aveva detto la verità, ossia che Alec voleva tenerlo all'oscuro della loro relazione perché era ancora innamorato di lui. Pensò alla soddisfazione che avrebbe procurato a Magnus pronunciare quelle parole ad alta voce, confessare la verità, e al fatto che non le aveva pronunciate, lasciando che Alec continuasse a mentire e a fingere, perché era quello che Alec voleva, e Magnus teneva abbastanza a lui da concederglielo. Forse, tutto sommato, quello che aveva detto la Regina della Corte Seelie era vero: l'amore rende bugiardi
Cassandra Clare (City of Ashes (The Mortal Instruments, #2))
Quanto a Emma, non si chiedeva se lo amasse. Ella credeva che l'amore dovesse arrivare all'improvviso, con fragori e folgori; uragano dei cieli che cade sulla vita, la sconvolge, strappa via le volontà come foglie, e trascina all'abisso il cuore intero. Ella non sapeva che sulle terrazze delle case la pioggia forma laghetti quando le grondaie sono ingorgate, e avrebbe continuato a credersi al sicuro, quando a un tratto scoprì una crepa nel muro.
Gustave Flaubert (Madame Bovary)
Hai trovato la risposta là fuori? Conosci la vera definizione di amore, adesso?" "No" "Certo che no, Scott, perchè alla fine l'amore è come la fede, si può non capire fino in fondo, ma per essere vera ci devi credere
Anyta Sunday (Noticed Me Yet?)
Asciugandosi le mani, osservò il suo riflesso nello specchio del bagno e si stupì di quello che vide... il suo volto felice. E capì che il motivo del suo cambiamento d'amore era in cucina a preparare il chili. Gli piaceva avere Alex per casa.
K.C. Wells (Il Professore (Colpi di Fulmine #1))
Qui non posso non pensare a Thomas Bernhard, il grande scrittore austriaco, che non ha mai smesso di criticare e fustigare – con odio e amore, e anche con humor, – il suo paese, la sua epoca, la società in cui viveva. È morto il 12 febbraio 1989. Per lui non ci sono stati lutti nazionali o internazionali, non ci sono state false lacrime, neanche lacrime vere, forse. Solo i suoi lettori appassionati, tra i quali mi annovero, si sono resi conto dell’immensa perdita per la letteratura: Thomas Bernhard, ormai, non scriverà più. Peggio ancora: ha proibito di pubblicare i manoscritti che ha lasciato dietro di sé. È l’ultimo «no» alla società da parte del geniale autore del libro intitolato Ja. Questo libro è qui, davanti a me, sul tavolo, insieme a Cemento, Il soccombente, L’imitatore di voci, A colpi d’ascia e altro. L’ho prestato a diversi amici dicendo che non avevo mai riso tanto leggendo un libro. Me l’hanno restituito senza essere riusciti a leggerlo fino in fondo, tanto questa lettura sembrava loro «demoralizzante» e «insostenibile». Quanto all’aspetto «comico» del testo, proprio non riuscivano a vederlo. È vero che il suo contenuto è terribile, perché questo «ja» è un «sì» alla morte, e perciò un no alla vita. Tuttavia, che lo voglia o no, Thomas Bernhard vivrà eternamente per servire d’esempio a tutti coloro che pretendono di essere degli scrittori.
Ágota Kristóf
È umana. Parla ma non la sento. Rotola lungo i fianchi del mio sentimento, precipita dalle altezze infinite del per sempre, capitombola dalle mie mani, frana e si infrange sul nuovo senso di me. Mi ribello al suo non-amore. La verità giace nel posto buio delle paure e dei bisogni. Lei non la conosce e io non la saprò. È ora di andare. Ha smesso di piovere. Ha smesso di parlare. Ha smesso di rollare. Ha smesso di fumare. Ci abbracciamo quando va via, ci teniamo strette. È un lungo abbraccio del quale non so il perchè
Agata Baronello (#ioquestamelasposo)
Colpo di fulmine. El rayo, como los italianos lo llaman. Cuando el amor golpea a alguien como un relámpago, potente y tan intenso que no se puede negar
J.M. Darhower (Sempre (Sempre, #1))
Santa santa non sono mai stata... Ma all'inferno no, per favore, ché la dannazione eterna non credo mi si addica.
Lucrezia Monti (La Principessa e l'Orso)
L'amor matris, genitivo, soggettivo e accusativo, è probabilmente l'unica cosa vera della vita. La paternità può essere una finzione legale.
James Joyce (Ulisse (Italian Edition))
Las representaciones del amor mencionan la escasez al mostrar la abundancia. Celebrar mediante una imagen la vida puede ser, en ocasiones, la mejorar manera de recordar su pérdida. Cada lienzo desde el que un niño sonríe recuerda a los niños que apenas amanecieron; cada fotografía de un niño feliz oscurece el rastro de quienes perdieron todos sus juguetes; los niños que corren sucios y alegres en las películas del nerorrealismo italiano o en los clásicos del Hollywood de los años cuarenta son el contrapunto de una infancia enterrada en el lodo y la sangre de los invisibles.
Ricardo Menéndez Salmón (Medusa)
La nostra disperata ricerca di emozioni ha fatto arrabbiare gli dèi. Li abbiamo irritati con la nostra piccolezza e la nostra superbia. L'amore è ingestibile. Ingovernabile. Irripetibile. Indicibile. Più esclusivo di un IPhone e, al contrario di un'app, impossibile da programmare. Nasce con chi vuole, impossibile da programmare. Nasce con chi vuole, vive dove vuole, e cammina su strade sconosciute ai più.
Agata Baronello (#ioquestamelasposo)
Ma quando si chinò un po’ oltre il davanzale, riconobbe un altro paio di gomiti appoggiati alla finestra più lontana del secondo piano. Erano i gomiti grinzosi di Bapi. Era seduto alla finestra a contemplare le due lune, proprio come lei. Lena sorrise, fuori e dentro di sé. Aveva imparato almeno una cosa, a Santorini. Lei non era come i genitori e neppure come la sorella, ma come il nonno: orgogliosa, silenziosa, timida. Per fortuna sua, Bapi aveva trovato il coraggio almeno una volta nella vita di rischiare in amore con una persona che sapeva come dare amore. Lena pregò di fronte alle due lune di trovare lo stesso coraggio
Ann Brashares (The Sisterhood of the Traveling Pants (Sisterhood, #1))
Diranno che l’ho tradito, che ho ridotto il suo prezzo a trenta sicli d’argento. Diranno che sono avaro, che ho tradito il mio maestro. Non sanno che sono morto di crepacuore. Per il rammarico… Per amore. Se non conoscono me, non conoscevano neanche lui. Quanto ci ha sconvolti con la sua compassione, con la sua riluttanza a salvare un’intera nazione, ma con il desiderio di salvare le singole persone. Lo definivano un folle, un bugiardo. Ma ora so che era il volto di Dio, che non ci salva dai romani… Ma da noi stessi Sono il lebbroso, l’indemoniato. Io, paralizzato dalla paura, ero cieco. La prostituta, il cadavere nella tomba. Io, sono tutto questo. Io, che l’ho rinnegato e l’ho consegnato ai nemici. Io, che muoio per lui. Il mio nome sarà per sempre sinonimo di “traditore”. Ma egli amava i suoi nemici. Egli mi amava.
Tosca Lee (L'uomo che tradì Gesù)
Rapito sopra di lei giacevo, labbra piene pienamente aperte, la baciai sulla bocca. Gnam. Con delicatezza mi passò nella bocca il dolcetto al cumino caldo e masticato. Molliccia poltiglia la sua bocca aveva biascicato agrodolce con saliva. Gioia: la mangiai: gioia.
James Joyce (Ulisse (Italian Edition))
Tu, tu che non vuoi ch'io mi renda conto della tua posizione, e hai la vanità di mantenere a me la mia; tu che, conservandomi il lusso nel quale vivevo, conservi la distanza morale che ci separa; tu, infine, che non giudichi il mio affetto abbastanza disinteressato per dividere con me quello che possiedi, e basterebbe a vivere insieme felici, mentre preferisci rovinarti, schiavo di un pregiudizio ridicolo. E credi tu davvero ch'io possa paragonare una carrozza e alcuni gioielli col tuo amore? E che il mio bene consista in vanità che accontentano quando non si ha amore per nulla, ma diventano subito meschine quando si ama? Tu pagherai i miei debiti, impegnerai il tuo patrimonio e insomma mi manterrai! Quanto potrà durare tutto ciò? Due o tre mesi, e sarà troppo tardi allora vivere come ti propongo, perché allora tu dovrai accettare tutto da me, ciò che un gentiluomo non può fare. Oggi invece, con i tuoi otto o diecimila franchi di rendita, possiamo vivere. Io venderò il mio superfluo, e da questa sola vendita ricaverò duemila franchi di reddito. Affitteremo un bell'appartamento per tutti e due. L'estate andremo in campagna, non in una casa con questa, ma in una casetta che basti a due persone. Tu sei indipendente, io libera, e siamo giovani: in nome di Dio, Armando, non ricacciarmi nella vita che fui costretta a condurre un giorno.
Alexandre Dumas fils (La Dame aux Camélias)
Con un coltello, un coltellino, in un giorno di festa, tra le due e le tre, si uccisero i due uomini dell'amore. Con un coltello, un coltellino che lo contiene una mano, ma che penetra sottile fra le carni stupite, e si ferma nel punto dove impigliata trema l'oscura radice del grido.
Federico García Lorca
«fragilità d’un paese dove le due grandi parti sociali, gli imprenditori e i salariati dell’industria, non considerano lo Stato come cosa propria, ma come cosa estranea, dispensatore di servizi, di favori o di “stangate” … Gli imprenditori italiani non hanno mai considerato lo Stato come un’organizzazione sociale di cui essi fossero direttamente responsabili, sia pure assieme agli altri gruppi sociali che compongono la comunità».
Bruno Vespa (C'eravamo tanto amati. Amore, politica, riti e miti. Una storia del costume italiano)
Si può essere amanti e nemici allo stesso tempo, sai? Noi lo siamo stati... un uomo e una donna si separano dopo un lungo abbraccio e vedono cos'hanno fatto l'uno all'altra. Forse non riesco a perdonare Oswald per il male che io stessa gli ho fatto. Forse è questo. Quando si hanno dei bambini, il sentimento muta in modo naturale. Ma quando tutto resta così personale... prima o poi qualcosa viene meno. Si perde tutto, con l'età, anche la forza di amare.
Willa Cather (My Mortal Enemy)
Non amava né il giardino né la villa. Era arduo sopportare la presenza del suocero. Era il più "presente" degli esseri. Se anche tentava di infiammare l'immaginazione ripetendo: «Questa casa un giorno sarà mia», non riusciva a entusiasmarsi. «Sì, è bel tempo, pensava con distacco, la villa ha dello stile... le rose... Simone... sì... Ma tutto ciò cosa giova a me, alla mia più intima natura?... Del resto, quando per un'ora vedo lo stesso orizzonte penso alla morte. Il disgusto tipico di ogni uomo che non si accontenta di vivere, che talvolta pensa alla propria vita... Sono stanco del successo, sono stanco dei processi brillanti, degli affari fortunati o sfortunati, delle relazioni utili, stanco anche troppo della presidenza del collegio forense. Soprattutto, pensava, sono stanco del matrimonio, e si ricordava dell'inverno passato, che si riaffacciava alla memoria come un lungo e cupo stato di collera, interrotto da schiarite di appassionata concordia, sempre più rare queste ultime, sempre più frequenti i diverbi... Perché?... Ah! certi matrimoni, certe donne erano così... Certe unioni sembrano generare nell'anima un dolore sordo, proprio come quello del basto che percuote il fianco delle bestie appaiate... Sospirò: «Non chiedo grandi cose, eppure... Che mi lasci partire per due mesi, è tutto ciò che desidero. Quando tornerò sarò dolce come un agnello... Ero forse fatto per il matrimonio? Per non importa quale matrimonio? No, sono ingiusto... Questo non è un matrimonio qualunque... L'ho amata... Lei m'ispira ancora una specie di nervoso affetto... La disgrazia è che si comincia ad amare una persona con tutto ciò che l'attornia... (quando l'ho amata tutto ciò che mi faceva pensare a lei mi era caro: la città in cui l'ho conosciuta; l'italiano che parlavano attorno a me...). Quando si finisce di amare, ci si slega anche da tutto. Così, questa villa, suo padre, perfino la bambina e questo cielo, tutto mi sfinisce e mi irrita...».
Irène Némirovsky (Un amore in pericolo)
Con la fantasia, Bridget tornò mille volte a quel primo bacio appassionato, rendendolo sempre più perfetto. Ma non andò oltre. Per molte ore, dopo avere lasciato Eric, rimase sveglia nel sacco a pelo. Tremava. Aveva gli occhi pieni di lacrime. Ecco che cominciavano a scendere. Lacrime di tristezza, di disagio, d’amore. Erano il genere di lacrime che le venivano quando si sentiva troppo colma: aveva bisogno di fare un po’ di spazio. Guardò il cielo. Era più grande, quella notte. Quella notte i suoi pensieri si avventuravano negli spazi infiniti e, come diceva Diana, non trovavano alcun ostacolo su cui rimbalzare per tornare indietro. Andavano avanti e avanti, finché nulla sembrava più reale. Neppure il pensiero. Bridget si era stretta a Eric, piena di desiderio, insicura, spavalda e impaurita. C’era una tempesta nel suo corpo, e quando era diventata troppo violenta, lei era andata via. Si era lasciata levitare fino alle fronde delle palme. Lo aveva già fatto altre volte. Avrebbe lasciato affondare la nave senza il capitano. Quello che era successo con Eric era insondabile, indescrivibile. Ora tutto questo era lì con lei, incerto, desideroso di qualcuno che se ne prendesse cura: ma Bridget non sapeva come. Richiamò indietro i propri pensieri, raccogliendoli ad anello come il filo di un aquilone. Si arrotolò il sacco a pelo sotto il braccio e tornò furtiva alla baracca. Si distese sul letto. Quella notte non avrebbe concesso ai suoi pensieri di avventurarsi oltre le travi sbiadite del soffitto
Ann Brashares (The Sisterhood of the Traveling Pants (Sisterhood, #1))
Presi l'abitudine di andare a passeggiare spesso intorno alla tenuta dei Driscoll, specie in primavera, per osservare le suore che vagavano beate tra gli alberi in fiore - dove Myra un tempo dava le sue feste, con la banda che suonava per lei. Mi sembrava che quel luogo fosse rimasto vittima di un incantesimo, come il castello della Bella Addormentata; steso tra quei fiori come un bel cadavere, era caduto in un sonno profondo, da quella notte d'inverno in cui l'Amore era uscito dal cancello per sfidare il Destino. Da allora soltanto canti, orazioni e disciplina - e il tintinnio delle campane, che pareva chiamare le sorelle in eterna preghiera.
Willa Cather (My Mortal Enemy)
Todas las naciones eran diferentes. Los rusos no tenían rivales en el sufrimiento, los ingleses en su reserva, los norteamericanos en su amor por la vida, los italianos en su amor por Cristo y los franceses en sus esperanzas de amor. Por lo tanto, cuando hicieron el vestido para Tatiana, lo hicieron cargado de promesas. Lo hicieron como si quisieran decirle: Póntelo, cherie, y con este vestido tú también serás amada como nosotros amamos; póntelo y el amor será tuyo. Así que Tatiana nunca desesperaba con su vestido blanco con las rosas rojas. Si lo hubiesen hecho los norteamericanos, estaría feliz. Si lo hubiesen hecho los italianos, hubiese comenzado a rezar, si lo hubiesen hecho los británicos, cuadraría los hombros, pero como lo habían hecho los franceses, nunca perdía las esperanzas.
Paullina Simons (The Bronze Horseman (The Bronze Horseman, #1))
Meravigliosa fu in realtà la mia vita, pensava, meravigliose vie ha seguito. Ragazzo, non ho avuto a che fare se non con dei e sacrifici. Giovane, non ho avuto a che fare se non con ascesi, meditazione e contemplazione, sempre in cerca di Brahma, sempre intento a venerare l'eterno nello Atman. Ma quando fui giovanotto mi riunii ai penitenti, vissi nella foresta, soffersi il caldo e il gelo, appresi a sopportare la fame, appresi a far morire il mio corpo. Meravigliosa mi giunse allora la rivelazione attraverso la dottrina del grande Buddha, e sentii la conoscenza dell'unità del mondo circolare in me come il mio stesso sangue. Ma anche da Buddha e dalla grande conoscenza mi dovetti staccare. Me n'andai, e appresi da Kamala la gioia d'amore, appresi da Kamaswami il commercio, accumulai denaro, dissipai denaro, appresi ad amare il mio stomaco, a lusingare i miei sensi. Molti anni dovetti impiegare per perdere lo spirito, disapprendere il pensiero, dimenticare l'unità. Non è forse come se lentamente e per grandi traviamenti io mi fossi rifatto, d'uomo, bambino, di saggio che ero, un uomo puerile? Eppure è stata buona questa via, e l'usignolo non è ancor morto nel mio petto. Ma che via fu questa! Son dovuto passare attraverso tanta sciocchezza, tanta bruttura, tanto errore, tanto disgusto e delusione e dolore, solo per ridiventare bambino e poter ricominciare da capo. Ma è stato giusto, il mio cuore lo approva, gli occhi miei ne ridono. Ho dovuto provare la disperazione, ho dovuto abbassarmi fino al più stolto di tutti i pensieri, al pensiero del suicidio, per poter rivivere la grazia, per riapprendere l'Om, per poter di nuovo dormire tranquillo e risvegliarmi sereno. Ho dovuto essere un pazzo, per sentire di nuovo l'Atman. Ho dovuto peccare per poter rivivere. Dove può ancora condurmi il mio cammino? Stolto è questo cammino, va strisciando obliquamente, forse va in cerchio. Ma vada come vuole, io son contento di seguirlo.
Hermann Hesse (Siddhartha)
Saudades Sinto saudades de tudo que marcou a minha vida. Quando vejo retratos, quando sinto cheiros, quando escuto uma voz, quando me lembro do passado, eu sinto saudades... Sinto saudades de amigos que nunca mais vi, de pessoas com quem não mais falei ou cruzei... Sinto saudades da minha infância, do meu primeiro amor, do meu segundo, do terceiro, do penúltimo e daqueles que ainda vou ter, se Deus quiser... Sinto saudades do presente, que não aproveitei de todo, lembrando do passado e apostando no futuro... Sinto saudades do futuro, que se idealizado, provavelmente não será do jeito que eu penso que vai ser... Sinto saudades de quem me deixou e de quem eu deixei! De quem disse que viria e nem apareceu; de quem apareceu correndo, sem me conhecer direito, de quem nunca vou ter a oportunidade de conhecer. Sinto saudades dos que se foram e de quem não me despedi direito! Daqueles que não tiveram como me dizer adeus; de gente que passou na calçada contrária da minha vida e que só enxerguei de vislumbre! Sinto saudades de coisas que tive e de outras que não tive mas quis muito ter! Sinto saudades de coisas que nem sei se existiram. Sinto saudades de coisas sérias, de coisas hilariantes, de casos, de experiências... Sinto saudades do cachorrinho que eu tive um dia e que me amava fielmente, como só os cães são capazes de fazer! Sinto saudades dos livros que li e que me fizeram viajar! Sinto saudades dos discos que ouvi e que me fizeram sonhar, Sinto saudades das coisas que vivi e das que deixei passar, sem curtir na totalidade. Quantas vezes tenho vontade de encontrar não sei o que... não sei onde... para resgatar alguma coisa que nem sei o que é e nem onde perdi... Vejo o mundo girando e penso que poderia estar sentindo saudades Em japonês, em russo, em italiano, em inglês... mas que minha saudade, por eu ter nascido no Brasil, só fala português, embora, lá no fundo, possa ser poliglota. Aliás, dizem que costuma-se usar sempre a língua pátria, espontaneamente quando estamos desesperados... para contar dinheiro... fazer amor... declarar sentimentos fortes... seja lá em que lugar do mundo estejamos. Eu acredito que um simples "I miss you" ou seja lá como possamos traduzir saudade em outra língua, nunca terá a mesma força e significado da nossa palavrinha. Talvez não exprima corretamente a imensa falta que sentimos de coisas ou pessoas queridas. E é por isso que eu tenho mais saudades... Porque encontrei uma palavra para usar todas as vezes em que sinto este aperto no peito, meio nostálgico, meio gostoso, mas que funciona melhor do que um sinal vital quando se quer falar de vida e de sentimentos. Ela é a prova inequívoca de que somos sensíveis! De que amamos muito o que tivemos e lamentamos as coisas boas que perdemos ao longo da nossa existência...
Wagner Luiz Marques (COLETÂNEA DE HISTÓRIAS: PARA A CONSCIÊNCIA E O SUCESSO INTERNO DE CADA PESSOA)
E in quel momento le loro mani s'incontrarono e si strinsero, ma essi non lo sapevano. E continuavano ad attendere qualcosa. Poi a un tratto parve loro che sopra le creste dei monti lontani s'innalzasse un'altra imponente montagna di tenebre, giganteggiando come un'ombra che volesse inondare il mondo, puntellata di bagliori; poi un tremito percorse la terra e le mura della Città vibrarono. Un rumore simile a un sospiro si levò dalle campagne circostanti, e i loro cuori ricominciarono improvvisamente a battere. "Mi ricorda Númenor", disse Faramir, e si stupì di udirsi parlare. "Númenor?", ripeté Éowyn. "Sì", disse Faramir, "la terra dell'Ovesturia che s'inabissò, e la grande ombra oscura che sommerse tutte le terre verdi e le colline e che avanzava, oscurità inesorabile. La sogno sovente". "Allora credi che l'Oscurità stia arrivando?", disse Éowyn. "L'Oscurità Inesorabile?". E improvvisamente si strinse a lui. "No", disse Faramir guardandola in viso. "Era soltanto un'immagine. Non so che cosa stia accadendo. Ragionando a mente lucida direi che una grande catastrofe è avvenuta, e che ci troviamo alla fine dei giorni. Ma il cuore mi smentisce, e le mie membra sono leggere, e sono invaso da una speranza e da una gioia che la ragione non può negare. Éowyn, Éowyn, Bianca Dama di Rohan, in questa ora io non credo che alcuna oscurità possa durare!". E, chinatosi, le baciò la fronte. E rimasero così sulle mura di Gondor, mentre un grande vento si levava e soffiava fra i loro capelli, biondi e corvini, mescolandoli nell'aria. E l'Ombra scomparve, e il Sole fu svelato, e la luce crebbe; e le acque dell'Anduin brillarono come argento, e in tutte le case della Città gli uomini cantavano, spinti da una gioia inspiegabile che traboccava dai loro cuori.
J.R.R. Tolkien (The Lord of the Rings)
perché solo quando ti siedi, ti fermi e osservi può nascere la creatività»,
Bruno Vespa (C'eravamo tanto amati. Amore, politica, riti e miti. Una storia del costume italiano)
Tuttavia, nella impenetrabile solitudine della decrepitezza dispose di una tale chiaroveggenza per esaminare perfino i più insignificanti avvenimenti della famiglia, che per la prima volta vide con chiarezza le verità che le sue occupazioni di altri tempi le avevano impedito di vedere. Verso l'epoca nella quale preparavano l'entrata in seminario di José Arcadio, era già riuscita a fare una ricapitolazione infinitesimale della vita domestica a partire dalla fondazione di Macondo, e a cambiare radicalmente l'opinione che aveva sempre avuto dei suoi discendenti. Si rese conto che il colonnello Aureliano Buendía non aveva perso il suo affetto per la famiglia a causa della durezza della guerra, come lei credeva, ma che in realtà egli non aveva mai voluto bene a nessuno, nemmeno a sua moglie Remedios o alle innumerevoli donne di una notte che erano passate per la sua vita, e tanto meno ai suoi figli. Intuì che egli non aveva fatto tante guerre per idealismo, come tutti credevano, né aveva rinunciato per stanchezza alla vittoria imminente, come tutti credevano, ma che aveva vinto e perso per lo stesso motivo, per pura e peccaminosa superbia. Arrivò alla conclusione che quel figlio, per il quale lei avrebbe dato la vita, era semplicemente un uomo interdetto all'amore.
Gabriel García Márquez (One Hundred Years of Solitude)
Leggere in un'altra lingua implica uno stato perpetuo di crescita, di possibilità. So che il mio lavoro, da apprendista, non finirà mai. Quando ci se sente innamorati, si vuole vivere per sempre. Si vagheggia che l'emozione, l'entusiasmo che si prova, duri. Leggere in italiano mi provoca una brama simile. Non voglio morire perchè la mia morte significherebbe la fine della mia scoperta della lingua. Perchè ogni giorni ci sarà una nuova parola da imparare. Così il vero amore può rappresentare l'eternità.
Jhumpa Lahiri (In Other Words)
Os merecéis una felicidad duradera. La dicha de un amor como el que ahora sentís suele ser efímera, difícil de atrapar entre los dedos.
Artha Moreton (Las lágrimas de Mona Lisa: Una novela histórica ambientada en el Renacimiento italiano, que aborda la violencia doméstica. (Spanish Edition))
Ci divoreranno, Andrej Romanovič. Noi russi, gli ucraini, i popoli del sud; nessuno di noi conosce come si vive fuori dal comunismo, nessuno. Pensi a cosa c'era qui prima del 1917, ci pensi: c'era lo zar. Nessuno di noi, neanche tra i nostri avi, ha mai saputo che cosa sia un mondo dove manca l'organizzazione, la disciplina, l'uguaglianza, l'amore reciproco! Nessuno" Senza il Cremlino, senza la grande e benevola guida di Mosca ogni russo è uno sbandato, un uomo solo e perso. la storia, se Michail Sergeevič salirà alla segreteria generale, ci annienterà
Andrea Tarabbia (Il giardino delle mosche)
[...] Sul comodino, fra i medicinali, c’era il suo romanzo preferito, Piccolo mondo antico. «Ti devo parlare». «Ti stanchi, forse non è il caso…» «Lo decido io se è il caso. Sono io quella che se ne sta andando, e non voglio finire all’inferno. Ci sono cose di cui sono pentita, sì mio Signore che ascolti dall’alto dei cieli, sono sinceramente pentita, l’ho detto anche a don Bruno… Dicevo… Ci sono cose che devi sapere, finché non mi sarò confessata con te avrò sempre questo peso con me». «Ma io non sono un prete, non devi confessarmi proprio niente». «Sì invece, perché ti ho ingannato, ti ho fatto vivere nell’errore». Qualsiasi cosa stesse per dirmi, sentivo che era molto peggio dell’errore. «Non voglio sapere niente, ti perdono al buio». «Invece mi ascolterai, povero imbecille, ascolterai tutto». E ascoltai. Non mi aveva mai amato, mi aveva sposato solo per i miei soldi. Durante il nostro fidanzamento mi aveva tradito con cinque uomini; dopo le nozze non li aveva più contati. Aveva tenuto a precisare che pressoché tutti scopavano meglio di me, e che con me non ricordava orgasmo che non fosse simulato. Anselmo, il mio Anselmuccio, non era figlio mio ma del suo maestro di salsa e merengue, l’aitante Lucio. Matilde invece era figlia del commendator Ferrarini. Capivo Lucio, ma Ferrarini… Quando le chiesi perché rispose che proprio il fatto che fosse brutto e grasso le dava il gusto dello sfregio. Continuai ad ascoltare guardandole le spalle. Le mie promozioni, la mia nomina a sovrintendente non dipendevano dal mio merito: per solleticare la vanità di essere la moglie di un uomo importante era stata a letto con tutti quelli che avevano il potere di decidere. Anche la mia vittoria al torneo di scacchi di Neuchâtel non valeva nulla: la notte prima della finale aveva accettato di farsi sodomizzare dal campione russo perché facesse in modo di perdere: capisco adesso quella sciagurata spinta di pedone in b6… «Perché hai voluto parlare? Perché? Adesso la mia vita è rovinata…» «E non pensi alla mia, di vita? A quella eterna? Io voglio andare in paradiso, fra gli angeli… Il Signore lo sa, che dovevo dirti tutto, ora è contento della sua pecorella… È anche scritto, Egli si rallegra più di un malvagio pentito che di cento giusti… E rimetti a noi i nostri debiti… È cosa buona e giusta… Osanna nell’alto dei cieli… Accoglimi o Signore, è cosa giusta… Sì, vedo già la tua luce…» Più del dolore per quanto avevo saputo mi prostrava il disgusto per quella religione, la religione di Don Rodrigo morente e di Priebke, povero vecchiettino… Il mio eroe rimaneva Don Giovanni, quando dice di no al convitato di pietra, no che non mi pento… Presi dal comodino Piccolo mondo antico, lo sfogliai avanti e indietro. Sospirai. «Vedi cara, il fatto è che anch’io ti devo confessare un segreto». Mosse leggermente la spalla sinistra, come se stesse cercando di girarsi verso di me, ma si trattenne. «E il segreto è che io intrattengo certi rapporti con certi esseri spaventosi, esseri che tu non esiteresti a definire diabolici… Ma se oltre a Fogazzaro tu avessi letto anche Tolkien sapresti che esistono demoni molto più antichi del diavolo, demoni che vengono molto prima dell’umanità, prima di Dio e prima del nostro universo…» Si sentirono i primi colpi, lontanissimi. E già l’acqua nel bicchiere aveva incominciato a tremare. «Cosa sono questi colpi?» «Ne sta venendo uno per te, l’ho chiamato io». «Ma chi è?» «Un demone del mondo antico, come quello che trascina Gandalf nell’abisso». Ora i colpi erano boati, e facevano tremare le pareti. «Perché vedi, amore mio, il mondo antico non è piccolo. È grandissimo».
Michele Mari (Fantasmagonia)
Dante se enfrenta al mismísimo Dios en persona, expresa un sentimiento fácilmente comprensible para cualquiera que hable el italiano actual. Dante describe a Dios no sólo como una visión cegadora de luz celestial, sino ante todo como Pamor che move il solé e Valtre stelle... «El amor que mueve el sol y las demás estrellas».
Anonymous
Portanto, é necessário que cada qual lisonjeie e adule a si mesmo, fazendo a si mesmo uma boa coleção de elogios, em lugar de ambicionar os de outrem. Finalmente, a felicidade consiste, sobretudo, em se querer ser o que se é. Ora, só o divino amor próprio pode conceder tamanho bem. Em virtude do amor próprio, cada qual está contente com seu aspecto, com seu talento, com sua família, com seu emprego, com sua profissão, com seu país, de forma que nem os irlandeses desejariam ser italianos, nem os trácios atenienses, nem os citas habitantes das ilhas Fortunadas. Oh surpreendente providência da natureza! Em meio a uma infinita variedade de coisas, ela soube pôr tudo no mesmo nível. E, se não se mostrou avara na concessão de dons aos seus filhos, mais pródiga se revelou ainda ao conceder-lhes o amor próprio. Que direi dos seus dons? É uma pergunta tola. Com efeito, não será o amor próprio o maior de todos os bens?
Erasmus (Elogio da Loucura)
In tribunale il valore del diario di Isabella rimase dubbio. Come ogni altro libro dello stesso genere, oltre che di ricordi era fatto anche di aspettative: era provvisorio e instabile, si situava al confine tra pensiero e azione, desiderio e realtà. Ma, come cruda testimonianza emotiva, era un’opera che lasciava attoniti, che poteva destare entusiasmo o allarme. Il diario diede ai suoi lettori vittoriani un’immagine del futuro, come offre a noi un’immagine del nostro mondo plasmato sul passato. Sicuramente non ci dice ciò che accadde nella vita di Isabella, ma ci dice ciò che lei desiderava. Il diario dipingeva un ritratto delle libertà a cui le donne avrebbero potuto aspirare, se avessero rinunciato a credere in Dio e nel matrimonio: il diritto ad avere delle proprietà e del denaro, a ottenere la custodia dei figli, a sperimentare dal punto di vista sessuale ed intellettuale. Accennava anche al dolore e alla confusione che queste libertà avrebbero generato. Nel decennio in cui la Chiesa rinunciò al proprio controllo sul matrimonio e Darwin gettò nel dubbio più profondo le origini spirituali dell’umanità, quel diario era un segno dei tumulti che si sarebbero verificati. In una pagina senza data Isabella si rivolgeva esplicitamente a un futuro lettore. «Una settimana del nuovo anno se n’è già andata, - esordiva. – Ah! Se avessi la speranza dell’altra vita di cui parla mia madre (oggi lei e mio fratello mi hanno scritto delle lettere affettuose), e che il signor B. ci ha sollecitato a conquistarci, sarei allegra e felice. Ma, ahimé!, non ce l’ho, e non potrò mai ottenerla; e per quanto riguarda questa vita, la mia anima è invasa e lacerata dalla rabbia, dalla sensualità, dall’impotenza e dalla disperazione, che mi riempiono di rimorso e di cattivi presentimenti». «Lettore, -scrisse – tu vedi la mia anima più nascosta. Devi disprezzarmi e odiarmi. Ti soffermi anche a provare pietà? No; perché quando leggerai queste pagine, la vita di colei che “era troppo flessibile per la virtù; troppo virtuosa per diventare una cattiva fiera e trionfante” sarà finita». Era una citazione imprecisa dall’opera teatrale The Fatal Falsehood (1779) di Hannah More, in cui un giovane conte italiano – un «miscuglio di aspetti strani e contraddittori» – si innamora perdutamente di una donna promessa al suo migliore amico. Quando Edward Lane lesse il diario, fu questo passaggio in particolare a suscitare la sua rabbia e il suo disprezzo: «Si rivolge al Lettore! – scrisse a Combe – Ma chi è il Lettore? Allora quel prezioso diario è stato scritto per essere pubblicato, o, almeno, era destinato a un erede della sua famiglia? In entrambi i casi, io affermo che è completa follia – e se anche non ci fossero ulteriori pagine, in questo guazzabuglio farraginoso, a confermare la mia ipotesi, a mio parere questa sarebbe già sufficiente». Eppure il richiamo di Isabella a un lettore immaginario può, al contrario, fornire la spiegazione più limpida del perché avesse tenuto il diario. Almeno una parte di lei voleva essere ascoltata. Coltivava la speranza che qualcuno, leggendo quelle parole dopo la sua morte, avrebbe esitato prima di condannarla; che un giorno la sua storia potesse essere accolta con compassione e perfino amore. In assenza di un aldilà spirituale, noi eravamo l’unico futuro che aveva. «Buona notte, - concludeva, con una triste benedizione: - Possa tu essere più felice!».
Kate Summerscale (Mrs. Robinson's Disgrace: The Private Diary of a Victorian Lady)
Terence Hill “Come Eastwood non mollo mai” L’attore torna in tv con “A un passo dal cielo” “Niente jeep ma il cavallo per amore della natura” L’attore Terence Hill confessa di scegliere sempre ruoli che gli appartengono anche a rischio di sembrare sempre uguale 673 parole Terence Hill ha una voce da ragazzo, percorsa da una vaga incertezza, anche quando dice cose di cui è profondamente convinto. Sarà per via di questa curiosa intonazione, ma anche, naturalmente, per la trasparenza dello sguardo blu, che la sua carriera, iniziata in un modo, esplosa in un altro, interrotta e poi ripresa in tv, con enorme successo di pubblico, prosegue a gonfie vele e promette ancora numerosi, fortunati, sviluppi. Da domani rivedremo l’attore su Raiuno, per dieci serate, in Un passo dal cielo 3, mentre a maggio inizieranno le riprese della nuova serie di Don Matteo: «Scelgo sempre personaggi adatti a me, dopo Don Matteo mi sono arrivate tante proposte, ho accettato questa, in cui vesto i panni di una guardia forestale, perchè il progetto mi ha entusiasmato, riguarda un tema a me vicino e cioè la passione per la natura». A cavallo o in bicicletta, Terence Hill (nome vero Massimo Girotti, nato a Venezia nel 1939), è sempre riuscito ad attraversare la barriera dello schermo, toccando le corde più profonde di diverse generazioni di pubblico. Da quelle cresciute con la serie di Trinità a quelle che lo ricordano, biondo e prestante, accanto a Lucilla Morlacchi nel Gattopardo di Visconti, da quelle che ormai lo considerano una specie di sacerdote in borghese, capace di risolvere ogni tipo di problema esistenziale, a quelle che conoscono il percorso difficile della sua vita personale, segnata da un lutto terribile come la perdita di un figlio. La sua esistenza d’attore è legata a personaggi longevi. Non ha mai desiderato cambiare, rompere, fare ruoli diversi? «Capisco che certe mie scelte possano apparire monotone, mi hanno chiesto spesso “perchè non fai un’altra cosa?, ma per me conta altro, soprattutto come mi sento...Per esempio con Eriprando Visconti ho girato Il vero e il falso in cui facevo l’avvocato, non mi sono trovato bene, e infatti tutto il film non funzionava...». Invece con Bud Spencer, nei film di Trinità, si è trovato benissimo. «Sa perchè ho scelto di continuare a farli? Una volta ho incontrato una mamma che aveva con sè due bambini di 7 e 5 anni, mi chiese di recitare ancora in tanti film così, dove poteva portare i suoi figli, aveva le lacrime agli occhi, non l’ho mai dimenticata». Oggi ritornerebbe a fare «Trinità»? «Sarebbe fuori luogo, i tempi sono cambiati, la gioia di “Trinità” era lo specchio degli Anni Settanta, c’era un seme di innocenza che adesso non c’è più». Sia Don Matteo, sia il Capo della forestale di «Un passo dal cielo», sono personaggi risolutivi, arrivano e sciolgono i nodi... «Sì, e questo è il motivo principale per cui piacciono tanto. Sono figure epiche, che offrono soluzioni ai guai e che, nel caos generale della vita di tutti, mettono ordine, appaiono rassicuranti. Sa che in Un passo dal cielo sarei dovuto andare in jeep? Sono io che ho voluto il cavallo, molto più adatto a sottolineare il rapporto con la natura». Da tanti anni interpreta un sacerdote, quanto conta per lei la religiosità? «Ho un buon rapporto con la fede, e mi sembra che Don Matteo la trasmetta nella maniera giusta, senza retorica, senza dare lezioncine, senza fare la predica». Possiamo dire che «Don Matteo» è un po’ un prete in stile Bergoglio? «Anzi, direi che Bergoglio ha imitato Don Matteo... Scherzo, Don Matteo riflette la mia passione per i libri di Carlo Carretto, grande cattolico italiano, lui aveva la stessa semplicità che troviamo oggi in Papa Francesco». Ha un sogno nel cassetto, un modello da raggiungere? «Io ho solo buona volontà, cerco di fare bene le cose, il mio modello è Clint Eastwood, ha 10 anni più di me e continua imperterrito ad andare av
Anonymous
Io le spiegai che l'amore non esisteva, che era un'invenzione di un italiano chiamato Petrarca e dei trovatori provenzali. Che quanto la gente credeva un cristallino fiotto dell'emozione, una pura effusione del sentimento era il desiderio istintivo dei gatti in calore celato dietro le belle parole e i miti della letteratura.
Mario Vargas Llosa (Aunt Julia and the Scriptwriter)
[...]De Sica fece appello a tutto il suo mestiere di attore brillante e patetico per mostrarsi disinvolto. Ancora qualche convenevole e sarebbe scattato in piedi chiedendo al generale di dirgli che cosa volesse da lui. Finalmente Maltzer gli porse una lettera senza aggiungere nulla. De Sica riuscì soltanto a leggere la firma di Goebbels, il ministro della propaganda del Terzo Reich. Sorridendo come se quella lettera fosse un indovinello difficile chiese al generale di illustrargliene il contenuto, dal momento che egli, purtroppo, e lo disse assai bene quel "purtroppo", non conosceva la meravigliosa lingua di Goethe. Disse la battuta così bene che si sentì su un palcoscenico, di fronte al pubblico. Bastò ad animarlo e a sentirsi addirittura fuori pericolo. Maltzer con il suo italiano inamidato gli spiegò che Goebbels in persona gli chiedeva di trasferirsi a Venezia per partecipare alla rinascita del cinema italiano e fascista. "Ma che cosa gliene frega, poi, ai tedeschi del cinema italiano?" avrebbe voluto rispondere, ma era una battuta che avrebbe rovinato il crescente drammatico della scena. "Conoscendo i suoi sentimenti patriottici e il suo prestigio di artista, il ministro è sicuro di poter contare ciecamente su di lei... Quando intende partire, herr De Sica?" concluse Maltzer. De Sica assunse un'espressione addolorata, allargò le braccia in un gesto di disappunto, come a dire che il destino era crudele con lui e con il cinema fascista. "Non posso... e sono mortificato di non poter accettare questa straordinaria offerta che mi viene da un uomo di riconosciuta cultura" e si interruppe per un attimo, come a chiedere perdono agli amici per quel riconoscimento servile "ma purtroppo ho firmato proprio la settimana scorsa un contratto con il Vaticano per dirigere un film di argomento religioso... Comincio a girare a giorni...". "Il Vaticano?!... Il Vaticano produce film?!" Maltzer era rosso di indignazione, ma l'espressione esprimeva anche la sua impotenza. "Proprio così... Sa... è uno stato estero... e ha la sua cinematografia nazionale..." Ora De Sica gli dava dentro, come se avvertisse che il pubblico invisibile fosse già pronto all'applauso. "Ma voi non siete un prete!" ribatté Maltzer "Anzi... un adultero... un peccatore!" "E chi non pecca?... Del resto né voi, né noi siamo in guerra con la Santa Sede...." "E la pellicola?... Chi vi darà la pellicola?... Tutta la pellicola esistente a Roma è stata sequestrata... Ha una fabbrica di pellicola il Vaticano?" "No... ma ha la pellicola!" "Chi gliel'ha data?" il tono di voce del generale saliva parola per parola eppure faceva sempre meno paura. "Non saprei... dovete chiederlo al cardinal segretario di Stato... o addirittura al Santo Padre..." "Non vi chiedete chi dovrà rilasciare i permessi per le riprese? Io!" "Gireremo nei territori vaticani" rispose De Sica con un sorriso che voleva essere di scusa, ma che gli riuscì male: troppo evidente era l'ironia trionfante che lasciò trapelare. Maltzer tacque. Fra tutte le possibili scuse, pretesti che si aspettava di sentire, non aveva pensato di trovarsi di fronte a uno scritturato dalla cinematografia vaticana. Tambureggiava le dita sul tavolo. "Se ne vada, commediante!" disse fra i denti il generale. "Penserò io a spedirla in Germania appena sarà finito questo film del papa!" De Sica raccolse il cappello, si alzò, ebbe la forza di dire: "Non sono un commediante... sono un artista... un uomo...". Indietreggiò verso la porta. Era felice, ma non poteva mostrarlo, scese le scale una a una, lentamente, gustando il suo trionfo a ogni gradino. Appena all'aperto, avviandosi verso il Bristol, canticchiò la canzone che aveva contribuito alla sua celebrità, quell'indimenticabile Parlami d'amore Mariù.
Ugo Pirro (Celluloide)
Le contaré algo que se dice en Grecia y que quizá usted ignora”, dijo: “Aquí pensamos que cada idioma está hecho para algo: el inglés, para los negocios. “A cup of tea?”, preguntan siempre antes de sentarse a discutir e intentar robarte. El alemán es un idioma de guerra, parece que caen divisiones enteras sobre ti cuando les escuchas. Los franceses han creado su lengua para el amor, y ¡ay de aquella mujer que abre sus oídos delante de un francés!, porque al momento tendrá que abrir las piernas. Si quieres hablar de filosofía, aquí está nuestra lengua griega, y no hay otra, por más que se empeñen ingleses y alemanes en meter sus verbos. Los italianos han creado su idioma para cantar a toda hora, y logran mujeres por el canto, que es la mejor manera de enamorar. Pero cuando un español habla…, ¡ah, España!, cuando ustedes los españoles hablan, oímos a los ángeles cantar. Su lengua está creada para conversar con Dios. Toda mujer que conoce a un español aspira al matrimonio”.
Javier Reverte (Corazón de Ulises: Un viaje griego)
È stata una giornata fantastica, ma alla fine siamo rimasti tutti sorpresi da un incredibile tramonto. È il tramonto più affascinante di sempre. "Rio ed io eravamo seduti e ci siamo fermati un attimo a godercela, ammirando i colori che c'erano nel cielo: era come guardare un quadro vivente". ​ “Questa è la storia di Martine e Rio. Il loro amore per i vecchi tempi - come le fedi nuziali che Rio teneva segretamente in una vecchia busta sigillata con lo stemma della sua famiglia o la collezione di cappelli di paglia vintage di Martine - ci ha semplicemente lasciato senza fiato. Ecco qua abbigliamento taglie comode, l'Italia, come una vecchia signora incantevole e misteriosa, che si mostra davanti a noi in tutta la sua preziosa e grande bellezza. “Semplicemente il posto migliore per una storia d'amore senza tempo: abbiamo suggerito a Martine e Rio di intraprendere la loro intima fuga nelle lussureggianti terre della Val D'Orcia. Una giornata lenta e serena per entrambi per godersi l'atmosfera di un matrimonio italiano. I colori più romantici e intangibili, un vento estivo caldo e gentile, creavano vibrazioni perfette e nostalgiche insieme. I nostri cuori si sono disperatamente innamorati del loro amore e delle loro azioni reciproche.
gillneit
Nos enamoramos, en realidad, de la imagen del amor que tenemos en la cabeza, proyectando ahí los libros leídos, el cine que hemos visto. Incluyendo nuestros sueños, deseos, tristezas y alegrías…
Arturo Pérez-Reverte (El italiano)
Amore è libertà di essere e lasciar essere.
Mario Maruffi
Tu solo, Carlo, non hai ripudiato l'anima mia. Dall'amore tuo solo così generoso e costante presi il coraggio di guardare dentro di me e dire:"Non son poi tanto spregevole se un tal cuore continua ad amarmi.
Ippolito Nievo (Le confessioni d'un Italiano)
...realizzo che sono sola. Vestita come per il veglione di Capodanno, in mezzo a gente che non conosco e che sembra arrivare direttamente dal Far West, in una sala enorme nella quale, in un angolo, si trova niente meno che un toro meccanico.
Lucrezia Monti (Vendetta sottobanco)
... io mi sentiva il cuore molto molle e tenero, e alla cena osservando gli atti e i discorsi della Signora, mi piacquero assai, e mi ammollirono sempre più; e insomma, la Signora mi premeva molto... Diario del primo amore
Giacomo Leopardi
Sono certo di averla già vista da qualche parte - dice lui, con tutta la tranquillità del mondo - Non come si incrocia una commessa o la cameriera al bar, qualcosa di più profondo... Noi due abbiamo mai scopato, ballato la rumba, fatto ginnastica orizzontale, trombato, collaudato il materasso?" chiede, snocciolando una sequenza di sinonimi davvero notevole.
Lucrezia Monti (Vendetta sottobanco)
Raggiunto il successo, si guardarono indietro e capirono che ogni loro fallimento era stato necessario per il conseguimento dei loro obiettivi. Ogni errore aveva insegnato loro qualcosa.
John Gray (Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere: Istruzioni per l'uso)
Perché non mi ascolti quando parlo?è un manuale per le relazioni affettive degli anni Novanta. Rivela come uomini e donne siano diversi in ogni aspetto della vita. Non solo i due sessi comunicano in modo diverso, ma pensano, sentono, percepiscono, reagiscono, amano, provano bisogno e giudicano secondo diverse modalità. Sembra quasi che provengano da pianeti diversi, perché parlano lingue diverse e diverse sono le loro necessità. Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere
John Gray (Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere: Istruzioni per l'uso)
Si resta insieme per lealtà e senso del dovere, oppure per il timore di dover ricominciare tutto da capo.
John Gray (Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere: Istruzioni per l'uso)
Tra le coppie che sono state capaci di mantenere vivo l'amore fino al matrimonio, solo il cinquanta per cento rimane unito.
John Gray (Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere: Istruzioni per l'uso)
Jace sorrise malinconico, e disse, in italiano: ‘‘L’amor che move il sole e l’altre stelle.’’ ‘‘È latino?’’ ‘‘Italiano. È un verso di Dante.’’ rispose. Lei sfilò la mano dalla sua, gli passò la punta delle dita sulle labbra e lui rabbrividì. ‘‘Io non so l’italiano’’ disse Clary con un filo di voce. ‘‘Significa che l’amore è la forza più potente al mondo, capace di fare qualsiasi cosa.
Cassandra Clare (City of Fallen Angels (The Mortal Instruments, #4))
Il trauma italiano del contatto tra l’«arcaicità» pluralistica e il livellamento industriale ha forse un solo precedente: la Germania prima di Hitler. Anche qui i valori delle diverse culture particolaristiche sono stati distrutti dalla violenta omologazione dell’industrializzazione: con la conseguente formazione di quelle enormi masse, non più antiche (contadine, artigiane) e non ancora moderne (borghesi), che hanno costituito il selvaggio, aberrante, imponderabile corpo delle truppe naziste. In Italia sta succedendo qualcosa di simile: e con ancora maggiore violenza, poiché l’industrializzazione degli anni settanta costituisce una «mutazione» decisiva anche rispetto a quella tedesca di cinquant’anni fa. Non siamo più di fronte, come tutti ormai sanno, a «tempi nuovi», ma a una nuova epoca della storia umana: di quella storia umana le cui scadenze sono millenaristiche. Era impossibile che gli italiani reagissero peggio di così a tale trauma storico. Essi sono divenuti in pochi anni (specie nel centro-sud) un popolo degenerato, ridicolo, mostruoso, criminale. Basta soltanto uscire per strada per capirlo. Ma, naturalmente, per capire i cambiamenti della gente, bisogna amarla. Io, purtroppo, questa gente italiana, l’avevo amata: sia al di fuori degli schemi del potere (anzi, in opposizione disperata ad essi), sia al di fuori degli schemi populistici e umanitari. Si trattava di un amore reale, radicato nel mio modo di essere. Ho visto dunque «coi miei sensi» il comportamento coatto del potere dei consumi ricreare e deformare la coscienza del popolo italiano, fino a una irreversibile degradazione. Cosa che non era accaduta durante il fascismo fascista, periodo in cui il comportamento era completamente dissociato dalla coscienza. Vanamente il potere «totalitario» iterava e reiterava le sue imposizioni comportamentistiche: la coscienza non ne era implicata. I «modelli» fascisti non erano che maschere, da mettere e levare. Quando il fascismo fascista è caduto, tutto è tornato come prima.
Pier Paolo Pasolini (Scritti corsari)
Quando ci si sente innamorati, si vuole vivere per sempre. Si vagheggia che l’emozione, l’entusiasmo che si prova, duri. Leggere in italiano mi provoca una brama simile. Non voglio morire perché la mia morte significherebbe la fine della mia scoperta della lingua. Perché ogni giorno ci sarà una nuova parola da imparare. Così il vero amore può rappresentare l’eternità.
Jhumpa Lahiri (In Other Words)
Ricordi quando ti ho detto” le disse con la voce più dolce che lei gli avesse mai sentito “che non sapevo se ci fosse un Dio oppure no, ma che in entrambi i casi eravamo completamente abbandonati a noi stessi? Ancora non conosco la risposta, ma sapevo che c’era una cosa chiamata fede, e che io non meritavo di averla. E poi sei arrivata tu, tu che hai cambiato tutto quello in cui credevo. Hai presente quel verso di Dante che ti avevo detto al parco? L’amor che move il sole e l’altre stelle?” Lei lo guardò incurvando appena gli angoli della bocca. “Continuo a non capire l’italiano.” “È l’ultimo verso del Paradiso. Ma già volegeva il mio disio e ‘l velle, / sì come rota ch’igualmente è mossa, / l’amor che move il sole e l’altre stelle. Dante, credo, stava cercando di spiegare la fede in termini di amore invincibile. Forse sarò blasfemo, ma è così che penso al mio amore per te. Sei entrata nella mia vita e all’improvviso ho avuto una verità a cui aggrapparmi: io amavo te, tu amavi me.” Anche se in apparenza Jace la stava guardando, il suo sguardo era distante, come fisso su un punto lontano. “poi iniziai ad avere quei sogni” proseguì. “E pensai che magari mi sbagliavo. Che non ti meritavo, non ero degno di una felicità così perfetta. Voglio dire, chi è che se la merita? E dopo stasera…” “Basta.” Lei gli stava ancora stringendo la camicia. Allentò la presa, distendendogli le mani sul petto. Sentiva il cuore di lui che le correva sotto le dita; le guance gli erano diventate rosse, e non solo per il freddo. “Jace. Mentre succedeva tutto quello che è successo stasera, io una cosa la sapevo: non eri tu quello che mi stava facendo del male. Non eri tu che mi stavi facendo quelle cose. Io credo, nella maniera più assoluta e incontrovertibile, che tu sia buono. E questo non cambierà mai.” Jace inspirò profondamente, tremando. “Non so nemmeno come cercare di meritarmi tutto questo.” “Non devi farlo. Io ho abbastanza fede in te per entrambi.” disse Clary.
Cassandra Clare (City of Fallen Angels (The Mortal Instruments, #4))
Ogni giorno milioni di individui sono alla ricerca di un compagno con cui dividere l'esperienza di un sentimento speciale. Ogni anno milioni di coppie si uniscono per amore e finiscono poi col separarsi quando l'amore finisce. Tra le coppie che sono state capaci di mantenere vivo l'amore fino al matrimonio, solo il cinquanta per cento rimane unito. Di queste è probabile che un altro cinquanta per cento non abbia trovato nella vita in comune tutta la soddisfazione prevista. Si resta insieme per lealtà e senso del dovere, oppure per il timore di dover ricominciare tutto da capo.
John Gray (Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere: Istruzioni per l'uso)
Ah, allora è così che succede. Quella faccenda dell'uscire dal proprio corpo, intendo. Mi sento sollevare in alto, ma non poi tanto. E non è che mi veda fluttuare sospesa sopra il mio corpo. No. Sento solo caldo sul lato destro, dalla spalla fino alla coscia. Il che è strano. Non mi risulta che in paradiso ci si possa andare solo per metà. Forse la mia vita è talmente incasinata che persino il Padreterno deve prendersi un po' di tempo per capire che deve farci, con me.
Lucrezia Monti (La Principessa e l'Orso)