Ipocrita Quotes

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Dovevi comportati bene con il prossimo, anche con i leccapiedi. E se: a) Credevi che Gesù fosse il Figlio di Dio b) Credevi che fosse venuto a salvarti dal peccato c) Riconoscevi la presenza dello Spirito Santo dentro di te (tornavi bambino, diceva lui) d) Non bestemmiavi contro il suddetto Spirito (vedi c) Allora: e) Avresti vissuto in eterno f) In un posto fichissimo g) Probabilmente in paradiso Se invece h) Peccavi (e/o) i) Ti comportavi da ipocrita (e/o) j) Davi più importanza alle cose che alle persone (e/o) k) Non facevi quanto elencato ai punti a, b, c, d Eri semplicemente l) fottuto
Christopher Moore (Lamb: The Gospel According to Biff, Christ’s Childhood Pal)
Asta era generația care începuse să gândească după potop. N-avea tradiții sau amintiri care s-o lege de vechea lume dispărută. Era o generație născută fără cordon ombilical... Și totuși avea dreptate în felul ei. Trebuie să-ți retezi cordonul ombilical, să renegi și ultima verigă care te leagă de inutilele concepții despre onoare și ipocrita bună-cuviință a vechii lumi. Onoare înseamnă să slujești fără orgoliu, fără să te cruți, până la ultima consecință.
Arthur Koestler (Darkness at Noon)
Che cosa avevano in comune quel corpo, l'uso che non poteva fare l'amore, i suoi inevitabili scopi, e il destino di un altro corpo di donna, votato a delicati rapimenti, dotato i una genialità da predone, di un'appassionata implacabilità, di una pedagogia ipocrita e incantatrice? "Nascondeva con difficoltà un dolore che non riusciva a comprendere. Che cosa aveva dunque conquistato, la notte scorsa, nell'ombra profumata, tra quelle braccia ansiose di farlo uomo e vittorioso? Il diritto di soffrire? Il diritto di mancare per debolezza davanti a una fanciulla innocente e pura? Il diritto di tremare se non si sa perchè, dinanzi alla delicata vita delle bestie e al sangue fuggito dalle sue sorgenti? "Ah, la luce sorda e rossastra di una camera sconosciuta! Ah, quella buia felicità, quella morte raggiunta per gradi, e poi la vita, recuperata a lenti colpi d'ala..." "Quelle piccole orecchie arrossate risuonavano ancora di un grido sommesso, soffocato come quello di un essere che venga sgozzato? Qulle braccia, ricche di muscoli appena visibili, l'avevano portato, leggero, confuso, da questo mondo in un altro mondo; quella bocca avara di parole, s'era chinaa per trasmetter e per mormorare, indistinto, un canto che nasceva debole eco, dalle profondità in cui la vita è una convulsione terribile...Ella sapeva tutto...
Colette Gauthier-Villars
Devo sostenerla. Fuggite, o sensi miei, e subentri in me lo spirito di qualche prostituta! Voltarsi la mia voce guerriera che teneva coro ai tamburi, in un falsetto simile a un eunuco o a quelle vergini voci che fanno addormentare i bimbi! Sorrisi da ipocrita accamparsi sulle mie guance, e lacrime da scolaretti invadere le pupille dei miei occhi! Una lingua da pezzente muoversi in mezzo alle mie labbra, e le ginocchia mie ferrate, le quali solo s’inchinavano sulla mia staffa, piegarsi come chi abbia ricevuto un’elemosina! Non lo farò, per non scordarmi di onorare la mia stessa verità e per non insegnare con l’azione del mio corpo alla mia mente una viltà quanto mai inestricabile. (Atto III, scena II)
William Shakespeare (Coriolanus)
Amami perché l’amore non esiste e io ho provato tutto ciò che esiste. Ma la mia ultrabis-ultratriste-nonna non amava Yankel, almeno nel senso semplice e impossibile della parola. In effetti, sapeva ben poco di lui. E lui poco sapeva di lei. Ciascuno conosceva intimamente nell’altro aspetti di se stesso, ma l’altro no. Avrebbe mai potuto immaginare, Yankel, cosa sognasse Brod? E Brod, avrebbe potuto indovinare, se gliene fosse importato, dove andava Yankel di notte? Erano estranei come mia nonna e me. Ma... Ma ognuno era la cosa più prossima a un degno oggetto d’amore che potesse trovare l’altro. Così se lo profondevano a vicenda, per intero. Lui si sbucciava un ginocchio e diceva: Sono caduto anch’io. Brod si versava l’acqua sulle mutande perché Yankel non si sentisse solo. Lui le diede quella pallina. Lei la portò. E quando Yankel disse che sarebbe morto per Brod, di certo era sincero: ma ciò per cui sarebbe morto non era esattamente Brod, bensì il suo amore per lei. E quando lei diceva: Papà, sei il mio amore, non era né ingenua né ipocrita, ma al contrario: era abbastanza saggia e sincera da mentire. Si scambiavano a vicenda la grande bugia salvatrice – che il nostro amore per le cose sia più grande del nostro amore per il nostro amore per le cose – recitando di buon grado le parti che scrivevano per sé, creando di buon grado le finzioni necessarie alla vita, e credendoci." ― da "Ogni cosa è illuminata
Jonathan Safran Foer (Everything is Illuminated)
Noi non interferiamo mai con la morte. Non si può.» «Perché no?» «Perché è sempre lì. A prescindere da cosa fai, da che tipo di vita conduci, buona o cattiva o da qualche parte nel mezzo, la morte ti sta sempre aspettando. Si inizia a morire nell’istante in cui si nasce.» Wallace fece un sospiro stanco. «Non puoi non sapere quanto suona triste.» «Certo che lo so» rispose Mei. «Perché è la verità. Preferiresti che ti raccontassi bugie?» «No. Solo… allora qual è il punto? Di tutto questo? Di tutto? Se niente di ciò che facciamo ha importanza, perché dovremmo impegnarci?» Stava entrando in una spirale senza vie d’uscita, ne era consapevole. Una spirale d’angoscia. Aveva la pelle gelida, ma non per l’aria della sera. Serrò i denti per impedire che sbattessero. «Perché è la tua vita» intervenne Nelson, comparendogli accanto. «È nelle tue mani. No, non sempre è giusta. No, non sempre va bene. Può bruciare, lacerarti, a volte infierire al punto da renderti irriconoscibile. Certe persone combattono. Altre… non ci riescono, anche se non credo che bisognerebbe biasimarle per questo. Arrendersi è facile. Tirarsi su molto meno. Ma dobbiamo credere che se ci riusciamo, potremo fare un alto passo. Potremo…» «Andare avanti?» ribatté Wallace. «Perché tu non l’hai fatto. Tu sei ancora qui, quindi smettila di propinarmi queste stronzate. Puoi dire quello che ti pare, ma sei ipocrita come pochi.» «E questa è la differenza tra noi due» disse Nelson. «Io non ho mai negato di esserlo.
T.J. Klune (Under the Whispering Door)
Ricordava perfettamente il primo segno che di questa delusione egli le aveva dato: era stato simile al campanello che annunciava l'alzarsi del sipario sul dramma della loro vita. Egli le aveva detto un giorno che aveva troppe idee e che doveva liberarsene. Le aveva detto questo già prima del loro matrimonio; ma allora ella non ci aveva fatto caso: più tardi soltanto le era tornato in mente. Questa volta ella avrebbe dovuto farci caso perché gliel'aveva ripetuto chiaramente. Le parole non erano state per nulla superficiali; ma quando ella le aveva considerate alla luce di una esperienza che si era fatta più profonda, le erano apparse portentose. Questo egli aveva voluto dire:gli sarebbe piaciuto che ella non avesse nulla di suo, tranne la graziosa apparenza. Ella aveva sempre saputo di aver troppe idee: ne aveva anche più di quelle che egli avesse supposto, di più di quel ch'ella gli avesse espresso quando egli le aveva domandato di sposarlo. Sì, in fondo era stata ipocrita; ma Osmond le era piaciuto talmente! Aveva troppe idee per se stessa, ma non era forse questa la ragione per cuio uno si sposava? Per dividere le sue idee con un altro? Uno non poteva estirparle le idee, quantunque senza dubbio potesse sopprimerle, aver cura di non enunciarle. Non era stata questa, però, l'obbiezione che egli faceva alle sue opinioni: questo non sarebbe stato nulla. Ella non aveva opinioni, nessuna opinione che non sarebbe stata impaziente di sacrificare alla gioia di sentirsi amata per questo. Quello che egli aveva inteso, quando le aveva parlato così, era stato tutto: il suo carattere, il suo modo di sentire, il suo modo di vedere.
Henry James (The Portrait of a Lady)
Charlotte sbatté il foglio sulla sua scrivania, con un'esclamazione di rabbia. ''Aloysius Starkweather è il più cocciuto, ipocrita, ostinato, degenerato...'' Si interruppe, sforzandosi visibilmente di tenere a bada la collera. Tessa non le aveva mai visto serrare la bocca in una linea così dura. ''Vuoi un dizionario dei sinonimi?'' chiese Will.
Cassandra Clare (Clockwork Prince (The Infernal Devices, #2))
L'agnostico è definibile come colui che, posto davanti ad un test a crocette, segna tutte le risposte: una persona che dice "si" a tutti, per non contrariare nessuno - e questa non è affatto una posizione scientifica, ma morale: anche lui è un credente, della specie "ipocrita".
Michelle Dedee
Tradizionalmente, i Prescrittivisti tendono a essere conservatori politici e i Descrittivisti tendono a essere liberali. Ma in realtà ad avere più influenza sulle norme dell’inglese pubblico è una forma austera e rigorosa di Prescrittivismo liberale. Mi riferisco all’Inglese politicamente corretto (Ipc), secondo le cui convenzioni i poveri diventano “economicamente svantaggiati” e le persone in sedia a rotelle “diversamente abili”. Sebbene sia comune fare battute sull’Ipc, sappiate che le varie pre- e proscrizioni dell’Inglese politicamente corretto sono prese molto sul serio dai college e dalle aziende […] L’opinione personale di questo recensore è che l’Ipc prescrittivista non è solo sciocco ma è ideologicamente confuso e dannoso alla sua stessa causa. Ed ecco la mia argomentazione. L’uso di una lingua è sempre politico, ma lo è in modo complesso. Rispetto, per esempio, al cambiamento politico, le convenzioni dell’uso possono funzionare in due modi: da un lato possono essere un riflesso del cambiamento politico e dall’altro possono essere uno strumento del cambiamento politico. La cosa importante è che queste due funzioni sono ben distinte e tali devono restare. Confonderle dà luogo alla bizzarra convinzione che l’America smetta di essere élitaria o ingiusta per il semplice fatto che gli americani smettono di usare un certo vocabolario che è storicamente associato all’élitarismo e all’ingiustizia. Questa è la pecca fondamentale dell’Ipc – che la modalità espressiva di una società produca i suoi atteggiamenti piuttosto che essere un prodotto di tali atteggiamenti – e naturalmente non è altro che l’inverso dell’illusione dello Snob conservatore secondo cui il cambiamento sociale può essere ritardato limitando il mutamento nell’uso standard della lingua. L’Inglese politicamente corretto ha in sé un’ironia ancora più macroscopica. E cioè sebbene l’Ipc abbia la pretesa di essere il dialetto della riforma progressista, di fatto è – nella sua sostituzione orwelliana degli eufemismi dell’eguaglianza sociale al posto dell’effettiva uguaglianza sociale – molto più di aiuto ai conservatori e allo status quo di quanto non siano mai state le tradizionali prescrizioni Snob […] in altre parole, l’Ipc agisce come una forma di censura, e la censura è sempre al servizio dello status quo. Nella pratica, dubito fortemente che un uomo con quattro figli piccoli e uno stipendio di dodicimila dollari l’anno si senta più forte o meno bistrattato da una società che ha la premura di chiamarlo “economicamente svantaggiato” invece che “povero”. Anzi, se fossi in lui, probabilmente mi sentirei offeso dal termine Ipc – non solo perché è paternalista (cosa che comunque è) ma perché è ipocrita e teso al vantaggio di chi lo pronuncia in un modo che di solito la gente trattata con paternalismo capta al volo. L’ipocrisia di base riguardo a espressioni come “economicamente svantaggiato” e “diversamente abile” è che i sostenitori dell’Ipc credono che i beneficiari della compassione e della generosità di questi termini siano i poveri e la gente in sedia a rotelle, e trascurano di nuovo una cosa che tutti sanno ma che nessuno cita mai – e cioè che parte del motivo per cui qualsiasi parlate usa un certo vocabolario è sempre il desiderio di comunicare qualcosa su se stesso. L’Ipc ha la funzione primaria di segnalare e congratulare certe virtù nel parlante – scrupoloso egualitarismo, preoccupazione per la dignità di tutti, sofisticatezza riguardo alle implicazioni politiche della lingua – e di conseguenza serve gli interessi egoistici del Pc molto più di quanto serva qualsiasi persona o gruppo da esso ribattezzato.
David Foster Wallace (Consider the Lobster and Other Essays)
L'Onu è un baraccone di piccole virtù. Chi lo magnifica come una mirabile entità salvifica è un illuso e probabilmente un ipocrita.
Giovanni Sartori
Perché portare un oggetto a casa, promettergli una vita, una storia, e poi lasciarlo intatto e inutilizzato per giorni, anni, decenni? Spostarlo da una stanza all'altra, da un pensiero all'altro, farlo invecchiare e svalutarlo senza godertelo, e infine spingerlo nel cestino di una moribonda ancora più ipocrita di te che pur sapendo di essere in fin di vita, guarda un po', fa acquisti. Io, senza dubbio, stavo dalla parte delle cose, e non delle persone di quel mercatino.
Tatiana Țîbuleac (El verano en que mi madre tuvo los ojos verdes)
Sono le undici e nessuno ha chiamato, perché non mi chiama? È mezzogiorno, ancora niente. Non è altro che un essere insensibile che pensa solo a se stesso. Continuo a fissare il telefono. Sono le due del pomeriggio e non mi importa se mi chiama o no. Sono una stupida a stare qui ad aspettare che lui si degni di chiamare, non vale questi miei sforzi. Speravo che dopo ieri sera qualcosa si fosse mosso, ma ormai, mi sono rassegnata, certe cose non cambiano mai. Driiiin O mio Dio! Il telefono sta squillando. Ok, ritiro tutto ciò che ho pensato o detto prima di questo momento. Sono un’ipocrita, lo so.
Mariachiara Cabrini (Imprinting Love)
Aveti o problema cu partea murdara din mine? Dar , stati un pic, voi sunteti imaculati? Eu am o problema cu partea ipocrita din voi.
Gondos Ana-Maria
Un grande romanzo acuisce le vostre percezioni, vi fa sentire la complessità della vita e degli individui, e vi difende dall'ipocrita certezza della validità delle vostre opinioni, nella morale a compartimenti stagni.
Azar Nafisi (Reading Lolita in Tehran: A Memoir in Books)