“
You're no longer where you were, but you are everywhere that I am.
”
”
Valérie Perrin (Cambiare l'acqua ai fiori)
“
Al cielo non chiedo altro che una casa piena di libri e un giardino pieno di fiori
”
”
Confucius
“
We think that death is an absence, when in fact it's a secret presence.
”
”
Valérie Perrin (Cambiare l'acqua ai fiori)
“
As I go to bed, I think how awful it would be to die in the middle of reading a good novel.
”
”
Valérie Perrin (Cambiare l'acqua ai fiori)
“
I giardini dei morti sbocciavano di notte, fasci di fiori imbalsamati dal gelo sotto una luna immobile nella sua corte di nuvole inginocchiate alla base del cielo, sul tratto di un orizzonte di croci e mausolei che disegnavano di marmo e ombra il profilo di un silenzio interminabile.
”
”
Virginia De Winter (L'Ordine della spada (Black Friars, #1))
“
Ci sono fiori che crescono anche sotto la neve, nelle crepe delle rovine, nelle grotte e nei deserti, e dove nessun uomo li vedrà mai.
”
”
Stefano Benni (Di tutte le ricchezze)
“
Oggi che t'aspettavo
non sei venuta.
E la tua assenza so quel che mi dice
e la tua assenza che tumultuava
nel vuoto che hai lasciato
come una stella.
Dice che non vuoi amarmi.
Quale un estivo temporale
s'annuncia e poi s'allontana,
così, ti sei negata alla mia sete.
L'amore sul nascere,
ha di questi improvvisi pentimenti.
Silenziosamente
ci samo intesi.
Amore, amore, come sempre
vorrei coprirti di fiori e d'insulti.
”
”
Vincenzo Cardarelli
“
- Io non sono un tipo da cuori e fiori, non ho niente di romantico, ho gusti molto particolari. Dovresti stare alla larga da me.
Ma in te, in te c’è qualcosa, per cui non riesco a starti lontano. Immagino che tu lo abbia capito.
- Allora non farlo.
”
”
E.L. James (Fifty Shades of Grey (Fifty Shades, #1))
“
Ma ci pensi, che follia? Come se l'amore si potesse promettere, il tutto con l'aggravante dell'infinito.
”
”
Donato Carrisi (La donna dei fiori di carta)
“
«È evidente che lei conosce solo un modo per amare le cose: ci si butta a capofitto, le vede tutte rose e fiori. Come una ragazzina, appunto.»
”
”
Mirya (Di carne e di carta)
“
Non rimanete a piangere intorno alla bara, non sono lì dento, non sto dormendo, sono un migliaio di venti che soffiano.
”
”
Valérie Perrin (Cambiare l'acqua ai fiori)
“
Come fu che le loro labbra s'incontrarono? Come avviene che l'uccello canta, che la neve si scioglie, che la rosa sboccia, che maggio dà i suoi fiori, che l'alba imbianca dietro gli alberi neri le cime frementi delle colline? Un bacio, e fu tutto.
”
”
Victor Hugo (Les Misérables)
“
Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre.
”
”
Italo Calvino (Marcovaldo)
“
ormai Armani vende di tutto: c’è un Armani-libri, un Armani-mobili, un Armani-fiori e perfino un Armani-dolci. I libri sembrano fiori, i dolci hanno il sapore degli sgabelli e i fiori si potrebbero indossare.
”
”
Walter Siti (Resistere non serve a niente)
“
Fermati, tu che leggi, e medita per un momento sulla lunga catena di bronzo o d'oro, di spine o di fiori, che mai ti avrebbe soggiogato se in un solo memorabile giorno non si fosse formato e chiuso il primo anello.
”
”
Charles Dickens (Great Expectations)
“
Per tutti quegli anni aveva vissuto con un pazzo, ma come avrebbe potuto capirlo? La sua pazzia era un mare sotterraneo. Sopra di esso c'era uno strato di roccia, e sopra questo uno di terra su cui crescevano fiori.
”
”
Stephen King (Full Dark, No Stars)
“
Fu quella una data memorabile per me, poiché portò a molti mutamenti in me stesso. Avviene la medesima cosa in ogni esistenza. Immaginate un dato giorno distaccato da tutti gli altri, e pensate come avrebbe potuto esserne differente tutto il corso. Fermati, tu che leggi, e rifletti per un istante sulla lunga catena di ferro od oro, di spini o fiori, che non ti avrebbe mai avvinto, se non si fosse formato il primo anello in quell'unica, memorabile giornata.
”
”
Charles Dickens (Great Expectations)
“
I long for the day I no longer long for him.
”
”
Franki Fiori (Down to the Bone)
“
Oui, Violette, le passé est le poison du maintenant. Ressasser, c'est mourir un peu.
”
”
Valérie Perrin (Cambiare l'acqua ai fiori)
“
«Forse loro vedono il mondo meglio di noi» disse, in un sussurro. «Vedono l’inferno che abbiamo sotto i piedi, mentre noi contempliamo i fiori che crescono sul terreno. Il loro passato li ha privati di un filtro che a noi invece è stato concesso.»
”
”
Ilaria Tuti (Fiori sopra l'inferno)
“
Elle, you have a pure heart. You possess love and compassion for your friends and for people you have never met. You have made a huge difference in the lives of fifteen widows and their children. Those children will now grow up safely and be able to provide opportunities for their own children and grandchildren someday. In the end, you will have made a difference in thousands of lives. That is no small feat.
”
”
Peggy M. McAloon (Elle Burton and the Reflective Portals (Lessons from Fiori, #1))
“
I lean across to take your hand, and you exclaim, looking at the rose, ‘It’s wilted … already, it’s wilted …’ I say that’s what it is. Tristezza dei fiori. The sadness of flowers. You look at me, and cannot take your eyes away from mine. You repeat the words. The sadness of flowers.
”
”
Janice Pariat (The Nine-Chambered Heart)
“
In Rome on the Campo dei Fiori
Baskets of olives and lemons,
Cobbles spattered with wine
And the wreckage of flowers.
Vendors cover the trestles
With rose-pink fish;
Armfuls of dark grapes
Heaped on peach-down.
On this same square
They burned Giordano Bruno.
Henchmen kindled the pyre
Close-pressed by the mob.
Before the flames had died
The taverns were full again,
Baskets of olives and lemons
Again on the vendors' shoulders.
I thought of the Campo dei Fiori
In Warsaw by the sky-carousel
One clear spring evening
To the strains of a carnival tune.
The bright melody drowned
The salvos from the ghetto wall,
And couples were flying
High in the cloudless sky.
At times wind from the burning
Would drift dark kites along
And riders on the carousel
Caught petals in midair.
That same hot wind
Blew open the skirts of the girls
And the crowds were laughing
On that beautiful Warsaw Sunday.
Someone will read as moral
That the people of Rome or Warsaw
Haggle, laugh, make love
As they pass by martyrs' pyres.
Someone else will read
Of the passing of things human,
Of the oblivion
Born before the flames have died.
But that day I thought only
Of the loneliness of the dying,
Of how, when Giordano
Climbed to his burning
There were no words
In any human tongue
To be left for mankind,
Mankind who live on.
Already they were back at their wine
Or peddled their white starfish,
Baskets of olives and lemons
They had shouldered to the fair,
And he already distanced
As if centuries had passed
While they paused just a moment
For his flying in the fire.
Those dying here, the lonely
Forgotten by the world,
Our tongue becomes for them
The language of an ancient planet.
Until, when all is legend
And many years have passed,
On a great Campo dei Fiori
Rage will kindle at a poet's word.
”
”
Czesław Miłosz
“
La mia forza d'emozione diventava pura, alata, e s'alzava con le albe e coi tramonti, coi pensieri nobili e coi versi dei poeti. Erano tuffi nel sole, scalate a vette sublimi di ghiaccio, raccolte di fiori ideali; attimi di fresca carezza di vento primaverile che ci uguaglia alle fronde novelle, ci fa come esse fremere del semplice piacere della vita.
”
”
Sibilla Aleramo
“
Attention: intelligence is illuminating, stupidity is blinding.
”
”
Fulvio Fiori
“
The salmon swims against the current simply because he wants to be like the others.
”
”
Fulvio Fiori (Umorismo Zen)
“
Ciò che nuoce gravemente alla salute dei benpensanti è soprattutto la libertà degli altri.
”
”
Donato Carrisi (La donna dei fiori di carta)
“
Le fiamme lambirono gli stami, dissolsero gli stili e divorarono gli stigmi.
”
”
Veronica De Simone (I fiori di Yggdrasill)
“
Giuro davanti a Dio che non toccherò mai più né i fiori, né le piante, né le lucertole.
”
”
Alberto Moravia (Il conformista)
“
Sarebbe stato meglio il ricordo dei fiori di ciliegio, perché sarebbe durato tutto l'anno
”
”
Isabel Allende (The Japanese Lover)
“
Dietro tutte le cose squisite che esistono, c'è sempre qualcosa di tragico: il mondo deve essere in travaglio perché possa sbocciare il più umile dei fiori.
”
”
Oscar Wilde (The Picture of Dorian Gray)
“
Vedono l’inferno che abbiamo sotto i piedi, mentre noi contempliamo i fiori che crescono sul terreno.
”
”
Ilaria Tuti (Fiori sopra l'inferno)
“
Nel vuoto lasciato dal crollo delle illusioni, avevo visto sorgere come un edificio il sogno e poi cespugli carnosi di fiori selvaggi annidarsi fulgidi nelle crepe delle loro rovine.
”
”
Anna Marchesini (Il terrazzino dei gerani timidi)
“
Si dice che le donne siano creature delicate, come fiori, come uova, come qulsiasi cosa che possa essere schiacciata in un momento di negligenza. Se mai ci avevo creduto, non era più così.
”
”
Madeline Miller (Circe)
“
Bello era il mondo a considerarlo così: senza indagine, così semplicemente, in una disposizione di spirito infantile. Belli la luna e gli astri, belli il ruscello e le sue sponde, il bosco e la roccia, la capra e il maggiolino, fiori e farfalle. Bello e piacevole andar così per il mondo e sentirsi cosi bambino, così risvegliato, così aperto all'immediatezza delle cose, così fiducioso.
”
”
Hermann Hesse (Siddhartha)
“
Era successo davvero, alla fine. Un dominio equo eppure emotivo, giusto eppure impulsivo come solo la natura sa essere. Da quel giorno, la morte profumava di fiori. La Primavera era regina Infera.
”
”
Giulia Calligola (The Judgment of Persephone)
“
Sempre,sempre le strade vanno avanti,
su rocce e sotto piante, a costeggiare
antri che di ogni luce son mancanti,
lungo ruscelli che non vanno al mare,
sopra la neve che d'inverno cade,
in mezzo ai fiori felici dell'estate,
sopra la pietra e prati di rugiade
sotto montagne di lune inondate.
Sempre,sempre le strade vanno avanti
sotto le nubi e la volta stellata,
ma i piedi incerti,nel cammino erranti
volgono infine alla dimora amata.
Gli occhi che han visto spade e fiamme ardenti
ed in sale di pietra orrori ignoti,
guardano infine i pascoli ridenti
e gli alberi ed i colli tanto noti
”
”
J.R.R. Tolkien
“
To make the distinction unmistakably clear: Civilization is the vital force in human history; culture is that inert mass of institutions and organizations which accumulate around and tend to drag down the advance of life; Civilization is Giordano Bruno facing death by fire; culture is the Cardinal Bellarmino, after ten years of inquisition, sending Bruno to the stake in the Campo di Fiori...
”
”
Edward Abbey
“
Fu, per me, un giorno memorabile, gravido di profondi cambiamenti nella mia vita. Ma succede così per qualunque vita. Immaginate di eliminarne un certo giorno, e pensate un po' come il suo corso sarebbe stato diverso! Fermati, tu che leggi, e pensa per un attimo alla lunga catena di ferro o d'oro, di spine o di fiori, che mai ti avrebbe legato se, in un solo memorabile giorno, non se ne fosse costruito il primo anello.
”
”
Charles Dickens (Great Expectations)
“
«Cambierò.» Sam quasi non riuscì a sentirlo, tanto era bassa la sua voce. «Mi comporterò meglio. Te lo prometto.»
A Sam si strinse il cuore. Era quello il ragazzo che le piaceva, che l'aveva baciata fra le farfalle, che l'aveva protetta in una casa stregata.
Gli si avvicinò, prendendo la mano di Mason fra le sue. Regolò il getto d'acqua per i fiori e si allontanò di un passo, sfiorando con la punta delle dita la pelle di Mason.
«Ti prego »
”
”
Susan Moretto (Anormale)
“
Vivere, in certi casi, può significare una progressiva rinuncia ai desideri dell'inizio. Per sopravvivere, Lucia rinuncia ai primi sogni, come un albero senz'acqua lascia cadere i fiori, poco a poco. Prende esempio dall'albero.
”
”
Maria Grazia Calandrone (Dove non mi hai portata. Mia madre, un caso di cronaca)
“
Bisognerebbe saper attendere, raccogliere, per una vita intera e possibilmente lunga, senso e dolcezza, e poi, proprio alla fine, si potrebbero forse scrivere dieci righe valide. Perché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si acquistano precocemente), sono esperienze. Per scrivere un verso bisogna vedere molte città, uomini e cose, bisogna conoscere gli animali, bisogna capire il volo degli uccelli e comprendere il gesto con cui i piccoli fiori si aprono al mattino. Bisogna saper ripensare a itinerari in regioni sconosciute, a incontri inaspettati e congedi previsti da tempo, a giorni dell'infanzia ancora indecifrati, ai genitori che eravamo costretti a ferire quando portavano una gioia e non la comprendevamo (era una gioia per qualcun altro), a malattie infantili che cominciavano in modo così strano con tante profonde e grevi trasformazioni, a giorni in stanze silenziose e raccolte e a mattine sul mare, al mare sopratutto, a mari, a notti di viaggio che passavano con un alto fruscio e volavano assieme alle stelle - e ancora non è sufficiente poter pensare a tutto questo. Bisogna avere ricordi di molte notti d'amore, nessuna uguale all'altra, di grida di partorienti e di lievi, bianche puerpere addormentate che si rimarginano. Ma bisogna anche essere stati accanto ad agonizzanti, bisogna essere rimasti vicino ai morti nella stanza con la finestra aperta e i rumori intermittenti. E non basta ancora avere ricordi. Bisogna saperli dimenticare, quando sono troppi, e avere la grande pazienza di attendere che ritornino. Perché i ricordi in sé ancora non sono. Solo quando diventano sangue in noi, sguardo e gesto, anonimi e non più distinguibili da noi stessi, soltanto allora può accadere che in un momento eccezionale si levi dal loro centro e sgorghi la prima parola di un verso.
”
”
Rainer Maria Rilke (The Notebooks of Malte Laurids Brigge)
“
Più cose sai di qualcuno, più lo capisci. Se ci pensi bene, la paura è una sorta di contenitore vuoto che ognuno riempie a modo suo. Ma se questo contenitore è già pieno di cose belle, non resta molto posto per le cose negative.
”
”
Cristina Caboni (Il giardino dei fiori segreti)
“
Felice chiunque può con ala vigorosa
slanciarsi verso terre luminose e serene,
chi sente i suoi pensieri come allodole in viaggio
nel cielo del mattino in libertà volare,
chi plana sulla vita e così può ascoltare
delle tacite cose e dei fiori il linguaggio.
”
”
Charles Baudelaire
“
Non è un fallimento, si dice. Non è un fallimento essere in queste stanze, nella tua pelle, a tagliare i gambi dei fiori. Non è un fallimento, ma ti chiede qualcosa: ti chiede uno sforzo; semplicemente essere, ed essere grata; essere felice (terribile parola).
”
”
Michael Cunningham (The Hours)
“
Il principio della letteratura consiste nel controllare la morte e nell'usarla segretamente come forza motrice da utilizzare in false costruzioni, mentre la vita viene sempre tenuta in riserva, immagazzinata, miscelata opportunamente con la morte, irrorata di conservanti e dilapidata nei capolavori letterari che posseggono una lugubre vita eterna. O piuttosto sarebbe preferibile dire che l'arte «marziale» è morire insieme ai fiori, la «letteratura» è coltivare fiori imperituri. E i fiori che non appassiscono mai sono fiori artificiali.
Così l' «unione della letteratura e dell'arte marziale» consiste nel riunire fiori che appassiscono a fiori imperituri, nel fare coesistere in se stessi le due esigenze più contrastanti dell'umanità, e quindi i sogni di realizzazione di quei desideri.
”
”
Yukio Mishima (Sun & Steel)
“
Morto che parla
Personaggi:
IL MORTO
I PARENTI E GLI AMICI DEL MORTO
La scena rappresenta una camera ardente. Il morto è steso sul letto, fra le candele e i fiori; intorno, i famigliari e gli amici singhiozzano, strillano, si disperano, si danno le pugna nel capo, si strappano i capelli, si torcono le braccia, camminano avanti e indietro imprecando e minacciando di fare qualche pazzia.
IL MORTO
tra sé, intravedendo la scena attraverso lo spiraglio delle palpebre non ben chiuse: Quante esagerazioni! Ma allora che dovrei fare io?
(Sipario)
”
”
Achille Campanile (Ottantasette tragedie in due battute)
“
«Heu, miserande puer, si qua fata aspera rumpas,
tu Marcellus eris. Manibus date lilia plenis,
purpureos spargam flores...»
«O giovane degno di pietà, se solo tu potessi rompere il tuo fato crudele,
tu sarai Marcello. Versate gigli a piene mani,
che io sparga fiori purpurei...»
”
”
Virgil (The Aeneid)
“
Era stano, pensò, come ci si appoggi alle cose quando si è soli, alle cose inanimate; alberi, ruscelli, fiori; come si senta che ti esprimono; che si mutano in te; che ti conoscono, che in un certo senso sono te; e si sente così una irrazionale tenerezza (guardò la lunga luce immobile) come per sé stessi.
”
”
Virginia Woolf (Al faro)
“
Oare nu e limpede, pentru toti in afara de mine, ca ma sfarsesc ? Si nu e vorba decat de saptamani, de zile ― poate chiar acum mor. A fost lumina si-acum e intuneric. Am fost aici si-acum plec acolo! Unde ?" Il trecura fiori, respiratia i se opri. Nu auzea decat bataile inimii. "N-am sa mai exist ― si-atunci ce-o sa fie? N-o sa fie nimic. Unde am sa fiu cand n-am sa mai exist? Cum? Chiar moartea? Nu, nu vreau!" Se ridica din pat, vru sa aprinda lumanarea, bajbai cu mainile tremuratoare, scapa lumanarea si sfesnicul pe jos si cazu din nou in pat, pe perna. "De ce ? Totuna e, isi spuse, privind cu ochii deschisi in intuneric. Moartea. Da, moartea. Si nimeni din ei nu stie si nici nu vrea sa stie, si nu le e mila. Ei canta! (auzea ca din departare, de dupa usa, glasuri si refrene.) Lor le e totuna, dar si ei o sa moara. Natangii! Eu mai devreme, ei mai tarziu; dar si ei o sa pateasca la fel. Acum se veselesc. Dobitocii!
”
”
Leo Tolstoy (The Death of Ivan Ilych)
“
Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, entro l'ombra e l'anima.
T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T'amo senza sapere come, né quando né da dove,
t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
così ti amo perché non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
”
”
Pablo Neruda (100 Love Sonnets)
“
The ideal moments for thinking are the intervals between one thought and another.
”
”
Fulvio Fiori (Riflessioni trasparenti)
“
There are few exceptional people, no normal ones.
”
”
Fulvio Fiori (Umorismo Zen)
“
The fundamental question is: will there be life before death?
”
”
Fulvio Fiori (Riflessioni trasparenti)
“
Every woman has at least a man who loves her. Every man has at least a woman who hates him.
”
”
Fulvio Fiori
“
You don’t become a man by taking your father's place, but by becoming father in another place.
”
”
Fulvio Fiori
“
U svakoj stvari postoji neka skrivena lepota. Pa i u onim najužasnijim.
”
”
Donato Carrisi (La donna dei fiori di carta)
Valérie Perrin (Cambiare l'acqua ai fiori)
“
Una mattina, al suo risveglio, ella vide sulla finestra due vasi pieni di fiori. Uno era un bellissimo vaso di cristallo molto lucente, ma incrinato. Aveva perso l'acqua con cui era stato riempito, ed i fiori che conteneva erano appassiti. L'altro era un vaso di grès, rozzo e comune, ma che aveva conservato tutta l'acqua, e i cui fiori erano rimasti freschi e vermigli.
”
”
Victor Hugo (The Hunchback of Notre-Dame)
“
Ci sono fiori che crescono lontanissimo su un pianeta che chiameranno Cefalo, e fioriscono una volta ogni secolo, quando la stella vivente e il suo buco nero binario entrano in congiunzione. Voglio fare per te un mazzo di quei fiori, raccolti in ottocentomila anni, così potrai inalare in un solo respiro tutta la nostra storia, tutte le ere che abbiamo modellato insieme.
”
”
Amal El-Mohtar (This Is How You Lose the Time War)
“
In pigri giardini, molti fiori come te gli dèi innamorati sono soliti baciare d'un bacio che assomiglia al miele; e poi li buttano via, sciupati, e li calpestano, mentre emanano il profumo loro. [...] E chi non vorrebbe gustare la dolcezza del miele sfiorando labbra, o calpestar coi piedi il morbido, fresco tessuto dei pallidi fiori, alleggerendo, come gli dèi, le ore che si trascinano?
”
”
J.R.R. Tolkien (Beren und Luthien (German Edition))
“
Su Internet avevo visto vecchi rossetti Yardley – lo stick ormai ridotto a un impasto ceroso sbriciolato – in vendita per quasi cento dollari. In modo che le donne di una certa età potessero sentirlo di nuovo, quell’odore chimico di fiori. Ecco quanto ci tenevano le persone, a sapere che la loro vita era accaduta davvero, che ciò che erano state un tempo esisteva ancora da qualche parte dentro di loro.
”
”
Emma Cline (The Girls)
“
Non dicono mai che un uomo di cinquantacinque anni può morire per non essere stato amato, per non essere stato sentito, per aver ricevuto troppi conti da pagare, per aver fatto troppi debiti con le banche, per aver visto i figli crescere e poi andarsene senza neanche salutare, per una vita di rimproveri e musi lunghi in cui la sigarettina o la cannetta per sciogliere il nodo allo stomaco ci stavano proprio bene.
”
”
Valérie Perrin (Cambiare l'acqua ai fiori)
“
Marie, amica e coinquilina di Isabelle all'università. Al mattino la parte superiore del suo corpo si trasforma in voce per poi ricomporsi dentro un vestito a fiori. Siede nel patio insieme a tutti gli altri e si muove con leggerezza lunare, come se sempre avesse abitato il porticato, il glicine fiorito, le rose antiche, la colazione che si prolunga in giardino mentre in cucina già prende forma il pranzo.
(Arianna Fiore)
”
”
Various (L'ordine sostituito)
“
În unele zile era foarte fericită fără să știe de ce. Era fericită să trăiască, să respire; întreaga ei făptură părea să se îngemăneze cu lumina soarelui, culorile, miresmele și căldura luxuriantă a uneia dintre acele zile desăvârșite din Sud. Atunci îi plăcea să hoinărească de una singură prin locuri ciudate și necunoscute. Descoperi astfel o sumedenie de unghere ațipind în soare, făcute anume pentru reverie. Și se simțea bine visând singură și ferită de ochi străini.
În alte zile era nefericită fără să știe de ce, zile în care îi era indiferent dacă era veselă sau tristă, dacă trăia sau dacă murea; când viața îi apărea ca o hărmălaie grotescă, iar oamenii ca niște viermi zbătându-se orbește întru ineluctabila lor nimicire. În asemenea zile nu putea să lucreze și nici să plăsmuiască închipuiri care să-i provoace fiori în inimă și să-i înfierbânte sângele.
”
”
Kate Chopin (The Awakening)
“
A piegarci non sono le circostanze o una forza esterna, la sconfitta ci colpisce dall'interno(...) Sono completamente senza energia. Proprio davanti a me qualcosa sta finendo, qualcosa che non vorrei che finisse, e io non riesco nemmeno a ribellarmi, nemmeno a soffrirne. Anche se quella fine mi sembra terribile. Ma vorrei pensarci un'altra volta, con calma, in un posto più allegro, pieno di luce e fiori. Solo che forse sarà troppo tardi.
”
”
Banana Yoshimoto (Kitchen)
“
Nessuna ironia mi suona più vuota in questo mondo di quando mi si dice di «coltivare» la felicità. Che cosa significa un consiglio simile? La felicità non è una patata, che si pianta nell’umidità e si aiuta a crescere concimandola. La felicità è una gloria che splende su di noi da lontano, dal cielo. È una rugiada divina che l’anima, in certe mattine estive, sente cadere goccia a goccia su di sé, giù dai fiori amaranto e dai frutti dorati del Paradiso.
”
”
Charlotte Brontë (Villette)
“
Quello fu per me un giorno memorabile perché da allora molte cose mutarono nella mia vita. Ma così accade a tutti gli esseri umani. Cercate col pensiero di eliminare un dato giorno speciale della vostra vita e pensate a come diverso potrebbe essere stato il suo corso! Fermati, tu che leggi, e medita per un momento sulla lunga catena di bronzo o d'oro, di spine o di fiori, che mai ti avrebbe soggiogato se in un solo memorabile giorno non si fosse formato e chiuso il primo anello.
”
”
Charles Dickens (Great Expectations)
“
E gli occhi. Io non so dire il colore degli occhi di Lenore Beadsman; non posso guardarli; per me quegli occhi sono il sole.
Sono blu. Le sue labbra sono carnose e rosse e tendono al rorido e più che chiedere pare pretandano, in quel loro broncio di seta liquida, d'esser baciate. Io le bacio spesso, lo ammetto, inutile negarlo, ne sono un baciatore, e un bacio con Lenore è, se mi è concesso indugiare un po' su questo tema, non tanto un bacio quanto una dislocazione, è rimozione e poi brusca assunzione di essenza dall'io alle labbra, sicchè è non tanto il contatto di due corpi umani per fare le solite cose a colpi di labbra quanto due insiemi di labbra in reciproca cova e in comunione di specie sin dagli albori dell'era post-Scarsdale, forti di condizione ontologica autonoma sancita dalla suddetta comunione, che trascinano dietro e sotto di sè, mentre si uniscono e diventano una cosa sola, due ormai completamente superflui corpi terreni appesi al bacio come spossati cambi di fiori sursbocciati ovvero come mute ormai inservibili. Un bacio con Lenore è una sequenza in cui io pattino con scarpe imburrate sull'umida pista del suo labbro inferiore, protetto dalle intemperie grazie all'aggetto madido e tiepido di quello superiore, per infine riparare tra labbro e gengiva e rimboccarmi il labbro sin sul naso come un bimbo la coperta e da lì scrutare con occhi lustri e ostili il mondo esterno di Lenore, del quale non voglio più far parte.
”
”
David Foster Wallace (The Broom of the System)
“
— ¡Ella llora, insensata, porque ella ha vivido!
¡Y porque vive! Pero, lo que ella deplora
Sobre todo, lo que la hace temblar hasta las rodillas,
Es que mañana, ¡ah! ¡tendrá que vivir todavía!
¡Mañana, pasado mañana y siempre! — ¡Como nosotros!
”
”
Charles Baudelaire (I fiori del male. La Fanfarlo e Il giovane incantatore)
“
Se i miei affreschi di Detroit verranno distrutti, ne proverò un profondo dolore, perché ho messo in loro un anno della mia vita e il meglio del mio talento. Ma domani sarò impegnato a crearne altri, perché non sono semplicemente un "artista", ma piuttosto un uomo che realizza la sua funzione biologica di produrre dei dipinti, come un albero produce fiori e frutti e non si preoccupa di perdere quello che ha fatto ogni anno, perché sa che la prossima stagione ricomincerà a fiorire e a portare frutti.
”
”
Diego Rivera (Diego et Frida)
“
Prvi sam vrt zzgojio u dobi od devet godina. Jedan kvadratni metar pun cvijeća. Majka me naučila sijati, zalijevati, žeti. Već sam tada znao da ću to uvijek raditi. A ona mi je znala reći: "Ne sudi dan po onome što ubereš, već po sjemenju koje posiješ".
”
”
Valérie Perrin (Cambiare l'acqua ai fiori)
“
L'arte trova la propria perfezione in se stessa e non al di fuori. Non può essere giudicata alla stregua di un criterio esterno di simiglianza. Essa è un velo piuttosto che uno specchio. Ha fiori che nessuna foresta conosce, uccelli che nessuna selva alberga. Crea e distrugge i mondi e può tirare la luna giù dal cielo con un filo di scarlatto. Sono sue le "forme più vere che il vero", suoi i grandi archetipi dei quali le cose esistenti non ci sembrano che copie imperfette. Per essa la natura non ha leggi, non ha uniformità. L'arte può operare miracoli a volontà, e quando chiama i mostri dalle profondità, essi vengono. Può far fiorire il mandorlo d'inverno e coprire di neve le messi mature. A un suo comando la brina posa il dito argenteo sulle labbra ardenti del giugno, ed i leoni alati escono cauti dalle tane delle colline della Lidia, le driadi spiano dalla macchia quando essa passa, e i bruni fauni sorridono stranamente quando essa si avvicina. E' adorata da deità dalla faccia di falco, e i centauri galoppano al suo fianco.
”
”
Oscar Wilde (Aforismi)
“
Tom disse a se stesso che il mondo non era poi così desolato, in fin dei conti. Senza rendersene conto, aveva scoperto una grande legge delle azioni umane, vale a dire che per indurre un uomo o un ragazzo a bramare qualcosa, è necessario soltanto far sì che quella cosa sia difficile da ottenere. Se fosse stato un grande e savio filosofo, come l'autore del presente libro, si sarebbe reso conto, a questo punto, che il lavoro consiste in qualsiasi cosa una persona è costretta a fare, mentre il divertimento consiste in qualsiasi cosa una persona non è costretta a fare. E ciò lo aiuterebbe a capire perché fare fiori artificiali o sorvegliare un mulino è un lavoro mentre lanciare grosse palle contro birilli o scalare il Monte Bianco è soltanto divertimento. Vi sono ricchi gentiluomini, in Inghilterra, che guidano carrozze con tiri a quattro, per trenta o quaranta chilometri al giorno, in estate, perché un simile privilegio costa loro parecchi quattrini; ma, se venisse offerto loro un compenso per questa fatica, ciò la tramuterebbe in lavoro, e in tal caso darebbero le dimissioni.
”
”
Mark Twain (The Adventures of Tom Sawyer)
“
E imparai, con umiltà e fatica, ma imparai quello che dovevo fare, e che sarebbe stato ovvio per un bambino: la vita non è altro che un susseguirsi di tante piccole vite, vissute un giorno alla volta. Si dovrebbe trascorrere ogni giorno cercando la bellezza nei fiori e nella poesia e parlando con gli animali. E nulla può essere migliore di un giorno colmo di sogni e di tramonti e di brezze leggere. Imparai soprattutto che la vita è sedere su una panchina sulla riva di un fiume antico, con la mia mano posata sul suo ginocchio e a volte, nei momenti più dolci, innamorarmi di nuovo.
”
”
Nicholas Sparks (The Notebook (The Notebook, #1))
“
Quel giorno avevo una sensazione struggente, come di un lutto anticipato. Ciò che avevo di più caro era stato schiacciato come un prato di fiori di campo, raso al suolo per fare posto a un giardino ben curato. Neppure quando studiavo negli Stati Uniti avevo mai provato nulla del genere. In tutti quegli anni mi ero tenuta saldamente aggrappata alla certezza che la mia casa, il mio paese mi appartanevano, e potevo tornarci ogni volta che volevo. E fu solo quando infine vi feci ritorno che compresi il vero significato dell'esilio. Camminando per quelle strade che amavo e ricordavo con tanto affetto, era come se stessi calpestando i miei ricordi.
”
”
Azar Nafisi (Reading Lolita in Tehran: A Memoir in Books)
“
Presi l'abitudine di andare a passeggiare spesso intorno alla tenuta dei Driscoll, specie in primavera, per osservare le suore che vagavano beate tra gli alberi in fiore - dove Myra un tempo dava le sue feste, con la banda che suonava per lei. Mi sembrava che quel luogo fosse rimasto vittima di un incantesimo, come il castello della Bella Addormentata; steso tra quei fiori come un bel cadavere, era caduto in un sonno profondo, da quella notte d'inverno in cui l'Amore era uscito dal cancello per sfidare il Destino. Da allora soltanto canti, orazioni e disciplina - e il tintinnio delle campane, che pareva chiamare le sorelle in eterna preghiera.
”
”
Willa Cather (My Mortal Enemy)
“
Poi", continuò Marguerite, "tu eri l'unica persona davanti alla quale avevo subito intuito che potevo pensare e parlare liberamente. Tutti coloro che stanno intorno alle donne come me analizzano tutto quello che diciamo, cercano di trarre delle conclusioni dalle nostre azioni più insignificanti. Per natura, non abbiamo amici. Abbiamo amanti egoisti, che dilapidano il patrimonio non certo per noi, come dicono, ma per la loro vanità.
Per questi amanti, dobbiamo essere gaie quando sono allegri, in buona salute quando vogliono cenare, scettiche come loro. Ci è proibito avere un cuore, per non essere beffate e perdere il nostro credito.
Noi non ci apparteniamo più. Non siamo più esseri umani, ma cose. Siamo le prime nel loro amor proprio, le ultime nella loro stima. Abbiamo amiche, ma sempre del genere di Prudence, ex mantenute, che hanno conservato il gusto dello scialo senza poterselo permettere, data l'età. Allora diventano le nostre amiche, o meglio, le nostre commensali. La loro amicizia arriva fino al servilismo, mai fino al disinteresse. Mai ci daranno un consiglio, se non venale. A loro poco importa se abbiamo dieci amanti, purché ci ricavino qualche vestito, o un braccialetto, e possano ogni tanto passeggiare nella nostra carrozza o andare al teatro nel nostro palco. Prendono i mazzi di fiori che abbiamo ricevuto il giorno prima, e si fanno prestare i nostri scialle di cachemire. Non ci fanno mai il minimo piacere senza farselo pagare il doppio di quello che vale. L'hai visto tu stesso, la sera in cui Prudence mi ha portato i seimila franchi che l'avevo pregata di chiedere da parte mia al duca: se n'è fatta prestare cinquecento che non mi restituirà mai, o che mi pagherà in cappelli che resteranno eternamente nelle loro scatole.
Noi non possiamo avere, o meglio io non potevo avere che una gioia, triste come sono talvolta, sofferente come sono sempre: trovare un uomo abbastanza superiore da non chiedermi conto della mia vita, ed essere l'amante dei miei sentimenti molto più che del mio corpo. Un uomo così l'avevo trovato nel duce, ma il duca è vecchio, e la vecchiaia non protegge né consola. Avevo creduto di poter accettare la vita che mi offriva, ma che vuoi? morivo di noia, e per finire con l'uccidersi è meglio gettarsi in un incendio che asfissiarsi col carbone.
Allora ho incontrato te, giovane, ardente, felice, e ho cercato di fare di te l'amante che avevo invocato nella mia rumorosa solitudine. Ciò che amavo in te non era l'uomo che eri, ma quello che dovevi essere. Tu non accetti questo ruolo, lo respingi come indegno di te, sei un amante volgare; fai come gli altri: pagami, e non ne parliamo più.
”
”
Alexandre Dumas fils (La Dame aux Camélias)
“
Quindi, ora vede perché i libri sono odiati e temuti? Perché mostrano i pori sulla faccia della vita. La gente adattata vuole facce simili a lune di cera, senza pori e senza peli, dunque senza espressione. Viviamo in un'epoca in cui i fiori cercano di vivere a spese di altri fiori, invece di crescere grazie alla pioggia e alla terra grassa.
[...]
In fondo, quando avevamo tutti i libri di cui c'era bisogno, continuavamo a cercare la scogliera più alta da cui buttarci. Adesso abbiamo un gran bisogno di ossigeno, ci serve la conoscenza, e forse fra mille anni ci metteremo a cercare qualche sasso un po' più piccolo da cui buttarci giù. I libri servono a ricordarci quanto siamo stupidi, e somari.
”
”
Ray Bradbury (Fahrenheit 451)
“
«Mi hai preso le patatine fritte?» Abe protestò dentro di sé. Quando usciva da solo, era così perso nei suoi pensieri che dimenticava metà delle faccende che doveva sbrigare. Era colpa sua, così decise di soffrire in silenzio e cedere a Sid le sue.«Sì. Sto cercando di diminuire i carboidrati, ma il piatto completo era più conveniente, quindi sono nel mio contenitore,» mentì e versò le patatine su un piatto rimasto dal loro ultimo pasto. Sid scoppiò a ridere e si lanciò sulle patatine. «Tu? Stai diminuendo i carboidrati? Mangi almeno dieci lecca-lecca al giorno.» Abe si lamentò, succhiando la caramella che gli spuntava dalla bocca come prova di un crimine che voleva nascondere. «Esatto. Devo cercare di non abusarne proprio nei cibi di cui posso fare a meno,» disse e si sedette a gambe incrociate sul letto per mangiare il piatto con carne e insalata. Avrebbe tanto voluto anche le patatine. Sid tornò a sedersi sul letto e appoggiò i piedi sullo sgabello. Anche se non faceva altro che ingozzarsi di patatine, da quando Abe lo aveva conosciuto, sembrava dimagrito. Con i suoi tatuaggi e la cresta, sembrava fuori posto seduto sulla coperta decorata con dei fiori sgargianti. «Lo sperma non contiene carboidrati.» Per un attimo, Abe pensò di aver sentito male. «Eh?» «Non devi limitarti su quello,» proseguì Sid, come se fosse la cosa più normale da dire mentre immergeva una patatina nel ketchup
”
”
K.A. Merikan (Manic Pixie Dream Boy (The Underdogs, #1))
“
Io, quel lusso, non potevo permettermelo, perché se avessi versato anche una sola lacrima, Raphael sarebbe defluito da me come il sangue che sgorga da una ferita, una ferita che, tolta la spina, poi cominci a guarire.
No, io non volevo guarire. Io volevo tenermelo dentro quel fratello che non avevo saputo proteggere, che non avevo potuto strappare via dalla morte, come lui aveva fatto con me. Quel fratello che non aveva una tomba né fiori; che non avrebbe avuto un posto, nel mondo, dove chi lo aveva amato potesse ricordarlo, piangere per lui. Così non le sprecavo, quelle lacrime. Le custodivo come custodivo il dolore che avevo dentro, l'unico sentimento che sembrava darmi ancora la capacità di definirmi umano.
”
”
Francesca Diotallevi (Dentro soffia il vento)
“
What silliness that we must consider the proper order of milk and tea when pouring a cup."
Callie swallowed back a laugh. "I suppose you do not place much stock in such ceremony in Venice?"
"No. It is liquid. It is warm. It is not coffee. Why worry?" Juliana's smile flashed, showing a dimple in her cheek.
"Why indeed?" Callie said, wondering, fleetingly, if Juliana's brothers had such an endearing trait.
"Do not be concerned," Juliana held up a hand dramatically. "I shall endeavor to remember tea first, milk second. I should hate to cause another war between Britain and the Continent."
Callie laughed, accepting a cup of perfectly poured tea from the younger woman. "I am certain that Parliament will thank you for your diplomacy.
”
”
Sarah MacLean (Nine Rules to Break When Romancing a Rake (Love By Numbers, #1))
“
Ella stava diritta, innanzi ai balaustri, con le mani posate su la pietra, con la testa alzata, più pallida di quando, nella mattina memorabile, camminava sotto i fiori. Le lacrime le empivano gli occhi socchiusi, le rilucevano tra i cigli; e sogguardando innanzi a sè, ella vedeva il cielo farsi roseo, a traverso il velo del pianto.
Era, nel cielo, una pioggia di rose, come quando nella sera d’ottobre il sole moriva dietro il colle di Rovigliano accendendo gli stagni per la pineta di Vicomile. “Rose rose rose piovevano da per tutto, lente, spesse, molli, a simiglianza d’una nevata in un’aurora.„ La Villa Medici, eternamente verde e senza fiori, riceveva su le cime delle sue rigide mura arboree i molli petali innumerevoli caduti dai giardini celesti.
”
”
Gabriele d'Annunzio
“
To cap off your Trastevere stroll with one more sight, consider visiting Villa Farnesina, a Renaissance villa decorated by Raphael . To get there, face the Church of Santa Maria in Trastevere and leave the piazza by walking along the right side of the church, following Via della Paglia to Piazza di S. Egidio. Exit the piazza near the church and you’ll be on Via della Scala. Follow through the Porta Settimiana, where it changes names to Via della Lungara. On your right, you’ll pass John Cabot University. Look for a white arch that reads Accademia dei Lincei. The villa is through this gate at #230. If you’re in the mood to extend this walk, head to the river, cross the pedestrian bridge, Ponte Sisto, and make your way to Campo de’ Fiori, where the Heart of Rome Walk begins.
”
”
Rick Steves (Rick Steves' Walk: Trastevere, Rome)
“
Fiori? Sì, fiori, dal momento che non si fidava del proprio gusto in fatto di gioielli; fiori a profusione, rose, orchidee, per festeggiare quello che era, chiamiamo pure le cose col loro nome, un avvenimento: quel sentimento ch’egli aveva provato per lei quando, a tavola, era corso il nome di Peter Walsh; quel sentimento del quale non parlavano mai; per anni non ne avevano parlato; cosa che, egli pensava prendendo le rose bianche e rosse (un gran fascio avvolto in carta velina), è il più grave errore che si possa commettere al mondo. Giunge il momento in cui è troppo tardi per parlarne; si è troppo timidi per farne parola, pensava Richard intascando gli spiccioli del resto; e si avviò con l’enorme mazzo stretto al petto verso Westminster, per dire chiaro e tondo a Clarissa (ne pensasse pure ciò che voleva) porgendole i fiori: Ti amo.
”
”
Virginia Woolf (Mrs. Dalloway)
“
Era proprio per questo motivo che ero felice all'idea che non dovevo fare niente di strepitoso. L'unica cosa che mi era concessa era prendermi cura, riempiendolo di fiori, del piccolo vaso che portavo dentro di me. Di certo non potevo credere di cambiare il mondo con le mie idee. Dovevo solo essere me stessa, una persona in grado di godersi la vita. Un essere che può esporsi al sole senza provare vergogna, una che riesce a sentire le parole degli spiriti che vivono sotto le rocce o all'ombra degli alberi. L'unica cosa che dovevo fare era arrivare alla morte opo aver trascorso una vita a contemplare le cose belle del creato, tenendomi alla larga da ciò che mi avrebbe costretta a distogliere lo sguardo.
Una cosa che non era impossibile. Dopo tutto, gli esseri umani sono stati concepiti per vivere così, ed è per questo che sono venuti su questo mondo.
”
”
Banana Yoshimoto (Il coperchio del mare)
“
«Io ti ascoltavo sempre, anche se a volte sembravo distratta. Mi piaceva venire in giro con te e imparare le proprietà delle erbe. Anche se non ero una brava allieva, tu non hai mai perso la pazienza. [...] Se mi confondevo, mi sorridevi e mi chiedevi di riprovarci. Se sbagliavo di nuovo, mi prendevi in braccio, ci sedevamo lì e mi rispiegavi tutto. Mi dicevi: "Non limitarti a guardare la foresta, ascoltala con tutti i sensi"».
”
”
Veronica De Simone (I fiori di Yggdrasill)
“
A scuola la signora Forbes mi disse che quando mia madre era morta era volata in cielo. Mi aveva raccontato questa cosa perché la signora Forbes è molto vecchia e crede nell’aldilà. Porta sempre i pantaloni della tuta perché sostiene che sono molto più comodi dei pantaloni normali. E ha una gamba leggermente più corta dell’altra a causa di un incidente in moto.
Quando mia madre è morta, però, non è andata in cielo perché il cielo non esiste.
Il marito della signora Peters è un prete che tutti chiamano il Reverendo Peters, e ogni tanto viene a trovarci a scuola per parlare un po’ con noi; un giorni gli chiesi dove fosse il cielo. - Non è nella nostra galassia. È un luogo a sè, - rispose.
Qualche volta il Reverendo Peters emette uno strano verso mentre pensa, una specie di ticchettio con la lingua. E fuma e si sente l’odore delle sigarette mentre tespira e a me dà fastidio.
Dissi che non c’era niente fuori dall’universo e che non poteva esistere un luogo a sè. A meno che non si attraversi un buco nero, ma un buco nero è ciò che si definisce una Singolarità, che significa che è impossibile scoprire cosa c’è dall’altra parte perché la forza di gravità di un buco nero è talmente potente che persino le onde elettromagnetiche come la luce non riescono a sfuggirle, e le onde elettromagnetiche sono il mezzo attraverso il quale riceviamo le informazioni su tutto ciò che è lontano da noi. Se il cielo si trovasse dall’altro lato di un buco nero i morti dovrebbero essere scaraventati nello spazio su dei razzi per arrivare fin lassù e così non è, altrimenti la gente se ne accorgerebbe.
Penso che le persone credano nell’aldilà perché detestano l’idea di morire, perché vogliono continuare a vivere e odiano pensare che altri loro simili possano trasferirsi in casa loro e buttare tutte le loro cose nel bidone della spazzatura.
Il Reverendo Peters spiegò: - Be’, quando dico che il cielo è fuori dall’universo è solo un modo di dire. Immagino che ciò che significa veramente è che i defunti sono con Dio.
- Ma Dio dov’è?
Allora il Reverendo Peters tagliò corto dicendo che avremmo fatto meglio a discuterne in un altro momento, quando avessimo avuto più tempo a disposizione.
Ciò che di fatto avviene quando una persona muore è che il cervello smette di funzionare e il corpo si decompone, come quando morí Coniglio e noi lo seppellimmo in fondo al giardino. E tutte le sue molecole si frantumarono in altre molecole e si sparsero nella terra e vennero mangiate dai vermi e defluirono nelle piante, e se tra 10 anni andremo a scavare nello stesso punto non troveremo altro che il suo scheletro. E tra 1000 anni anche il suo scheletro sarà scomparso. Ma va bene ugualmente perché adesso lui è parte dei fiori e del melo e del cespuglio di biancospino.
Quando una persona muore qualche volta viene messa in una bara, che significa che il suo corpo non si unirà alla terra per moltissimo tempo, finché anche il legno della bara non marcirà.
Mia madre però fu cremata. Questo vuol dire che è stata messa in una bara e bruciata e polverizzata per poi trasformarsi in cenere e fumo. Non so cosa capiti alla cenere e non potei fare domande al cimitero perché non andai al funerale. Però so che il fumo esce da lcamino e si disperde nell’aria e allora qualche volta guardo il cielo e penso che ci siano delle molecole di mia madre lassù, o nelle nuvole sopra l’Africa o l’Antartico, oppure che scendano sotto forma di pioggia nelle foreste pluviali del Brasile, o si trasformino in neve da qualche parte, nel mondo.
”
”
Mark Haddon (The Curious Incident of the Dog in the Night-Time)
“
Ho dipinto tante di queste ninfee, cambiando sempre punto d'osservazione, modificandole a seconda delle stagioni dell'anno e adattandole ai diversi effetti di luce che il mutar delle stagioni crea. E, naturalmente, l'effetto cambia costantemente, non soltanto da una stagione all'altra, ma anche da un minuto all'altro, poiché i fiori acquatici sono ben lungi da essere l'intero spettacolo, in realtà sono solo il suo accompagnamento. L'elemento base è lo specchio d'acqua il cui aspetto muta ogni istante per come brandelli di cielo vi si riflettono conferendogli vita e movimento. Cogliere l'attimo fuggente, o almeno la sensazione che lascia è già sufficientemente difficile quando il gioco di luce e colore si concentra su un punto fisso, ma l'acqua, essendo un soggetto così mobile e in continuo mutamento è un vero problema. Un uomo può dedicare l'intera vita a un'opera simile.
”
”
Claude Monet
“
A parte che noi non lo avevamo scelto a tavolino, ma c'eravamo sempre misteriosamente cercati. In qualche modo, c'eravamo scelti su quel tram. C'era sempre stata fra noi una sorta di tacita alleanza. Sul tram, sin dal principio, fra tutte le persone io vedevo e notavo solo lei. Lei e tutto ciò che faceva, anche i più piccoli gesti. Le altre persone erano solo maschere per me, lei l'unico viso. Forse il segreto è che basta aprirsi un attimo. Come quei muri che si vedono per strada: da una piccola crepa spunta una piantina. Ero diventato come quel muro. Da una mia piccola apertura era nata una piantina di emozione e di curiosità. Era come se le altre donne, le altre storie fossero state come bei mazzi colorati di fiori che porti a casa e metti nel vaso. Gli cambi l'acqua tutti i giorno, ma pian piano appassiscono e lentamente muoiono. Michela invece era una piantina che cresceva.
”
”
Fabio Volo (Il giorno in più)
“
Few people put more thought into the tiny details than the team behind the ever-expanding Roscioli empire, one of the nerve centers of the cucina romana moderna, found just a few steps from the Campo de' Fiori. Sitting at a small table inside the Ristorante Salumeria Roscioli, a hybrid space that functions as a deli counter in the front and a full-service restaurant in the back, general manager Valerio Capriotti tells me with conviction that Italian food is flourishing- advancing in ways it hasn't in years, if ever, thanks in large part to the efforts of small producers who put their lives into raising rare breeds of pig, growing heirloom varietals of wheat, and milking pampered dairy cows and sheep to create the types of ingredients that drive restaurants like Roscioli forward. "Modern Italian cuisine isn't about technique," he tells me, "it's about ingredients. We know more now than we ever did about how things are made and what they do when we cook and eat them.
”
”
Matt Goulding (Pasta, Pane, Vino: Deep Travels Through Italy's Food Culture (Roads & Kingdoms Presents))
“
Upravo u tome je lepota. Kada je pričao svoje priče, Guzman se kretao po krajnje nesigurnoj granici. Nikada se nije znalo gde se završava istina i započinje legenda. Trebalo je češljati rečenicu po rečenicu, reč po reč, pa da se iskopa prihvatljiva priča, ali na koncu nimalo uzbudljiva. Ili pak da se sve prihvati đuture, onako kako je rečeno. Možemo da se zadovoljimo time da budemo sumnjičavi posmatrači, koji iz čistog ponosa ne priznaju da su očarani. Ili da se prepustimo priči srcem deteta, uđemo u nju i postanemo njen deo.
”
”
Donato Carrisi (La donna dei fiori di carta)
“
La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall'involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche che dall'ultimo modello d'apparecchio.
Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti di Leonia d'ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo i tubi di dentifricio schiacciati, lampadine fulminate, giornali, contenitori, materiali d'imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose di ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l'opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l'espellere, l'allontanare da sé, il mondarsi d'una ricorrente impurit à. Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti dell'esistenza di ieri è circondato d'un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare.
Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori dalla città, certo; ma ogni anno la città s'espande, e gli immondezzai devono arrestrare più lontano; l'imponenza del gettito aumenta e le cataste s'inalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. Aggiungi che più l'arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi materiali, più la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermantazioni e combustioni. E' una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia, la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne.
Il risultato è questo: che più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d'ieri che s'ammucchiano sulle spazzature dell'altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri.
Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell'estremo crinale, immondezzai d'altre città, che anch'esse respingono lontano da sé le montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta. I confini tra le città estranee e nemiche sono bastioni infetti in cui i detriti dell'una e dell'altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si mescolano.
Più ne cresce l'altezza, più incombe il pericolo delle frane: basta che un barattolo, un vecchio pneumatico, un fiasco spagliato rotoli dalla parte di Leonia e una valanga di scarpe spaiate, calendari d'anni trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato con quello delle altre città limitrofe, finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ogni traccia della metropoli sempre vestita a nuovo. Già dalle città vicine sono pronti coi rulli compressori per spianare il suolo, estendersi nel nuovo territorio, ingrandire se stesse, allontanare i nuovi immondezzai.
”
”
Italo Calvino (Invisible Cities)
“
Capii che gli avvenimenti della vita sono sempre improvvisi. Ora come un tempo... Anche conoscendoli in anticipo, non riusciamo a prepararci spiritualmente, prima che gli eventi si realizzino. Dopo tutto, non possiamo far altro che rimanere sconvolti e soffrire nel momento in cui li proviamo sulla nostra pelle. E solo allora ci accorgiamo di cosa abbiamo perduto. Ma come altro potremmo vivere? Noi esseri umani non siamo in grado di prepararci spiritualmente a una situazione finché, a un certo punto, non ci capita, e dopo non possiamo fare altro che abituarsi un po' alla volta, impiegando tanto tempo... E' per questo che lo credo davvero, fermamente. Quando pensi di voler incontrare qualcuno, lo devi incontrare. Quando ti piace qualcuno, glielo devi dire. Quando sbocciano i fiori, facciamo festa. Quando ci innamoriamo, lasciamoci travolgere. Quando siamo allegri, condividiamo la nostra gioia. Nei momenti felici, stringiamo forte quella felicità e godiamocela al cento per cento. Probabilmente è tutto quello che noi esseri umani possiamo fare. Perciò, quando incontriamo una persona che ci è cara, mangiamo con lei, viviamo con lei, godiamoci i momenti insieme.
”
”
Noriko Morishita (Every Day a Good Day: Fifteen lessons I learned about happiness from Japanese tea culture)
“
Sembra che nel libro “La mia religione”, Tolstoj insinui che si sarà accanto ad una violenta rivoluzione una rivoluzione intima e segreta nell'intimo delle persone, da cui verrà fuori una nuova religione o piuttosto qualcosa di completamente nuovo che non avrà un nome definito e pure avrà lo stesso effetto, di consolare e di rendere la vita possibile, il che spettava in altri tempi alla religione cristiana. [...] Come ci si arriverà? Sarebbe straordinario poterlo già predire; ma è certo preferibile avere simili intuizioni che vedere nell'avvenire nient'altro che catastrofi; anche se queste, tuttavia, potranno abbattersi come terribili fulmini sul mondo moderno e sulla civiltà, traverso una rivoluzione, una guerra o la bancarotta degli stati in disfacimento. Se studiamo l'arte giapponese, ci troviamo di fronte a persone incontestabilmente sagge, amanti della filosofia e intelligenti, le quali trascorrono il loro tempo non a calcolare la distanza dalla terra alla luna, né a definire la politica di Bismark, ma a compiere studi su di un sol filo di erba. Ma questo filo di erba li porta poi a disegnare tutte le piante e quindi le stagioni, le grandi linee del paesaggio, gli animali e infine la figura umana. Così trascorre la sua vita l'artista giapponese e la vita gli sembra troppo breve per riuscire a fare tutto. Quel che ci insegnano questi giapponesi tanto semplici e che vivono nella natura come se essi fossero dei fiori, ha molto di una vera religione. E non si potrebbe, mi sembra, studiare l'arte giapponese senza diventare molto più gai e più felici. Occorre rifarci alla natura a dispetto della nostra educazione e del nostro lavoro impostato in un mondo di convenzioni.
”
”
Vincent van Gogh (Dear Theo)
“
Èdouard si accontentò delle sue ricerche, andò a pranzare, tornò a casa, confrontò l'appartamento che avrebbe preso con quello che stava per lasciare, vide che non guadagnava altro che un cambiamento ed ebbe i rimpianti che vengono quando si lascia la propria abitazione da scapolo, per piccola e scomoda che sia. Si rammenta tutto quello che è successo da quando è stata abitata, le passate emozioni quotidiane che ha visto nascere e morire, come fiori mattutini, sbocciati fra quattro mura, di cui resta solo quel profumo chiamato ricordo. Allora si rimpiange tutto, perfino la musica insipida del pianoforte della vicina, maledetto pianoforte che si ritrova in tutte le case in cui si è vissuto e che miagola da mattina a sera i suoi arpeggi eterni e mai appresi; si rimpiange perfino il portiere che alla sera vi consegnava il candeliere e la chiave, e qualche volta una lettera desiderata, tanto desiderata che si benediceva la mano che la consegnava quanto quella che l'aveva scritta.
Poi giunge la viglia del trasloco. Quella sera, col pretesto dei bauli da fare, si rientra presto, talvolta con un amico che viene ad aiutare, ma più spesso da soli, si aprono gli armadi, i mobili; si scompiglia tutto, si toccano quaranta cose senza prenderne nessuna, non si sa da dove cominciare; poi, di colpo, in un cassetto dimenticato, si ritrova una lettera altrettanto dimenticata. Poi un'altra, poi un'altra ancora; ci si accomoda sul bordo del letto e si intraprende la lettura del proprio passato, inframmezzata da questi muti monologhi: <>.
E la serata passa non si sa come, senza nulla di fatto, evocando soavi ombre di donne, che senza dubbio, nel momento preciso in cui ci si ricorda di loro, stanno dicendo ad altri le parole deliziose e menzognere che vi dicevano tempo fa.
Il giorno dopo, quando ci si alza e non restano che due ore per traslocare, tutto è ancora più disordinato del giorno prima.
”
”
Alexandre Dumas (Un'amazzone)
“
Qui giace Francis Turner
Su Mary, non stare lì impalata, appoggia quei fiori e siediti. [...] Mi hanno assegnato un bel posto, non trovi? [...] Passo le giornate a seguire tutto il viavai che c’è là fuori, non mi pare neanche di essere morto. Dai su, Mary, non fare così. Asciugati, da brava. Tu non potevi saperlo. Nessuno può pensare di uccidere qualcuno con un bacio. Sei stata spontanea e nient’altro. Ti sei sentita di farlo e, così, all’improvviso, dopo che tutte le cose lasciavano credere che non l’avresti mai fatto, mi hai baciato. Non hai usato un coltello, né una pistola. Non avevi una capsula di cianuro nascosta in bocca. Hai semplicemente appoggiato piano le tue labbra sulle mie. Devi smetterla di fartene una colpa. Io non ti avevo detto nulla, forse avrei dovuto ma ho preferito rischiare. Ho passato tutta la vita a controllarmi, con te ho voluto rischiare. Non avevo incontrato niente fino a quel momento che lo meritasse più della signorina Mary Iggins e non mi pento di averlo fatto. Tutta la mia infanzia se n'è andata con me seduto in tribuna che la guardavo sfilare. [...] Capisci, Mary, per tutta la vita, giorno dopo giorno —un giorno dopo l'altro, uno dopo l'altro e dopo l'altro e dopo l'altro e dopo ancora uno e ancora uno e ancora uno...— io sono rimasto a guardare. I miei genitori mi hanno spiegato subito come stavano le cose. Niente palla avvelenata, niente nascondino, niente capanna sull'albero, niente grandi emozioni. Un'esistenza protetta da spettatore, questo mi toccava e io questo ho preso. Fino a che ti ho conosciuta. [...] Voglio dire, sì, fare quella cosa lì mi mancava moltissimo, però mi pareva di immaginare abbastanza bene come sarebbe stato. Il finale almeno, lo conoscevo anche io: un piacere che ti svuota, un crollo di tensione dalle ginocchia alle radici dei capelli. L'inizio invece, il momento del vero inizio, quando le mani sono ancora al loro posto e i vestiti anche, quando le bocche parlano solo come azione diversiva intanto che gli occhi scrutano i pensieri dell'altro, ecco insomma, il momento, l'attimo che precede il primo bacio, lo desideravo come la rivelazione di uno stato superiore di conoscenza, che in fondo spettava anche a me, in quanto essere umano. Dopo il bacio vengono un sacco di altri bei momenti, ma sono —così pensavo— una conseguenza abbastanza automatica del primo esaltante contatto da cui sono scaturiti. Finire a letto dopo che ci si è baciati dev'essere splendido ma non è certo sorprendente, mai almeno quanto l'attimo in cui l'altro, un individuo in tutto e per tutto sconosciuto fino a un secondo prima, accetta di schiudere le labbra mentre ti avvicini. Il bacio, baciare la donna che desideravo, era ciò che più avrebbe messo a rischio la mia vita, ma era anche la scommessa più emozionante. Io l'avevo fatta con te, Mary. E avevo perso. [...] Di nuovo il silenzio della sera prima. E tu che ti avvicini centimetro dopo centimetro, tenendo gli occhi nei miei, sollevando il mento verso un luogo che, contro ogni aspettativa, contro ogni più libera immaginazione, sembrava essere proprio la mia bocca. Che gioia immensa, l'attimo dell'intenzione tradita. Lo stavi facendo, lo stavi proprio facendo. La gente non si era ancora accorta di niente, e neanche tu. Non potevi aver sentito il colpo. Un solo tum. E poi tutto fermo, non un battito, non un rumore, tutto già finito dentro di me, mentre il nostro amore cominciava. No, niente cianuro, ma il sapore delle tue labbra, della tua saliva, è stato un'arma forse ancora più potente. È così, Mary. Piangi pure se vuoi, ma il mio cuore è esploso per colpa tua, il mio cuore è esploso grazie a te. Vedo perfettamente la tua bocca ancora schiusa mentre cado, l'interno lucido, buio, gli occhi di una donna che, senza saperlo, ha appena messo la morte sulle labbra di un uomo. Qui, sulla collinetta di Spoon River, di amori letali ne sentirai raccontare. Ma il nostro, Mary —forse era questo che volevi sentirmi dire— è stato davvero unico.
”
”
Mauro Covacich
“
A ogni passo del suo cammino Siddharta imparava qualcosa di nuovo, poiché il mondo era trasformato e il suo cuore ammaliato. Vedeva il sole sorgere sopra i monti boscosi e tramontare oltre le lontane spiagge popolate di palme. Di notte vedeva ordinarsi in cielo le stelle, e la falce della luna galleggiare come una nave nell'azzurro. Vedeva alberi, stelle, animali, nuvole, arcobaleni, rocce, erbe, fiori, ruscelli e fiumi; vedeva la rugiada luccicare nei cespugli al mattino, alti monti azzurri e diafani nella lontananza; gli uccelli cantavano e le api ronzavano, il vento vibrava argentino nelle risaie. Tutto questo era sempre esistito nei suoi mille aspetti variopinti, sempre erano sorti il sole e la luna, sempre avevano scrosciato i torrenti e ronzato le api, ma nel passato tutto ciò non era stato per Siddharta che un velo effimero e menzognero calato davanti ai suoi occhi, considerato con diffidenza e destinato a essere trapassato e dissolto dal pensiero, poiché non era realtà: la realtà era al di là delle cose visibili. Ma ora il suo occhio liberato s'indugiava al di qua, vedeva e riconosceva le cose visibili, cercava la sua patria in questo mondo, non cercava la " Realtà ", né aspirava ad alcun al di là. Bello era il mondo a considerarlo così: senza indagine, così semplicemente, in una disposizione di spirito infantile. Belli la luna e gli astri, belli il ruscello e le sue sponde, il bosco e la roccia, la capra e il maggiolino, fiori e farfalle. Bello e piacevole andar così per il mondo e sentirsi cosi bambino, così risvegliato, così aperto all'immediatezza delle cose, così fiducioso. Diverso era ora l'ardore del sole sulla pelle, diversamente fredda l'acqua dei ruscelli e dei pozzi, altro le zucche e le banane. Brevi erano i giorni, brevi le notti, ogni ora volava via rapida come vela sul mare, e sotto la vela una barca carica di tesori, piena di gioia. Siddharta vedeva un popolo di scimmie agitarsi su tra i rami nell'alta volta del bosco e ne udiva lo strepito selvaggio e ingordo. Siddharta vedeva un montone inseguire una pecora e congiungersi con lei. Tra le canne di una palude vedeva il luccio cacciare affannato verso sera: davanti a lui i pesciolini sciamavano a frotte rapidamente, guizzando e balenando fuor d'acqua impauriti; un'incalzante e appassionata energia si sprigionava dai cerchi precipitosi che l'impetuoso cacciatore tracciava nell'acqua. Tutto ciò era sempre stato, ed egli non l'aveva mai visto: non vi aveva partecipato. Ma ora sì, vi partecipava e vi apparteneva. Luce e ombra attraversavano la sua vista, le stelle e la luna gli attraversavano il cuore.
”
”
Hermann Hesse (Siddhartha)
“
Poiché il mondo è così pieno di morte e d'orrore, io cerco continuamente di confortare il mio cuore e di cogliere i bei fiori che sbocciano in mezzo a questo inferno. Trovo piacere e dimentico per un'ora l'orrore. Ma non per questo esso cessa d'esistere."
"Hai detto molto bene. Dunque tu ti trovi nel mondo circondato di morte e d'orrore e per sfuggire ad esso cerchi il piacere. Ma il piacere non dura e ti rilascia poi nel deserto."
"Si, proprio così."
"Così avvenne alla maggior parte degli uomini, ma pochi lo sentono con la tua forza e con la tua veemenza, e pochi hanno il bisogno di rendersi conto di questi sentimenti... oltre a questo, non hai sperimentato qualche altra via?"
"Oh sì, certo. Ho provato la via dell'arte."
"Ma quale fu per il frutto, il significato dell'arte?"
"Fu il superamento della caducità. Vidi che della farsa e della danza macabra della vita umana qualcosa rimaneva e durava: le opere d'arte. Certo anch'esse un giorno o l'altro passano, bruciano o si rovinano o vengono distrutte. Ma ad ogni modo durano parecchie generazioni e formano al di là del momento un quieto regno d'immagini e di cose sacre. Collaborare a questo mi pare un bene e un conforto, poiché è quasi rendere eterno ciò ch'è transitorio."
"Questo mi piace molto, Boccadoro... Io credo però che con la tua definizione tu non hai esaurito ciò che vi è di meraviglioso nell'arte. Credo che l'arte non consista solo nello strappare alla morte e portare a più lunga durata, con la pietra, col legno e coi colori, qualcosa che esiste ma è mortale."
"Hai ragione", esclamò Boccadoro con fervore, "non avrei creduto che tu conoscessi l'arte così a fondo! L'immagine originaria di una buona opera d'arte non è una figura reale, viva, quantunque questa possa esserne l'occasione determinante' L'immagine originaria non è carne e sangue, è spirituale. È un'immagine che ha la sua dimora nell'anima dell'artista."
"Molto prima che una figura artistica diventi visibile e acquisti realtà, essa esiste come immagine nell'anima dell'artista! Questa immagine dunque, questa immagine originaria è esattamente ciò che gli antichi filosofi chiamano 'idea'".
"Ebbene, .. ammetti che fra la confusione e i dolori di quel campo di battaglia che è la vita, in questa danza macabra senza fine e senza senso dell'esistenza corporea, esiste lo spirito creatore. .. Questo spirito in te non è quello di un pensatore, è quello di un artista. Ma è spirito, ed esso ti mostrerà la via per uscire dal torbido garbuglio della vita dei sensi, dalla eterna alternativa fra piacere e disperazione."
In quel momento parve a Boccadoro che la sua vita avesse acquistato un senso, come se egli la guardasse dall'alto e ne vedesse chiaramente le tre grandi tappe: la dipendenza da Narciso, la liberazione - il periodo della vita libera e vagabonda - e il ritorno, il riposo, l'inizio della maturità e del raccolto. ... Ma egli aveva trovato finalmente con Narciso il rapporto che gli conveniva, non più di dipendenza, ma di libertà e di reciprocità. Poteva ormai essere ospite di quello superiore senza umiltà poiché l'altro aveva riconosciuto in lui il suo pari, il creatore.
”
”
Hermann Hesse (Narcissus and Goldmund)
“
Variante. Tu sei un autore, non sai ancora quanto grande, colei che amavi ti ha tradito, la vita per te non ha più senso e un giorno, per dimenticare, fai un viaggio sul Titanic e naufraghi nei mari del sud, ti raccoglie (unico superstite) una piroga di indigeni e passi lunghi anni ignorato da tutti, su di un'isola abitata solo da papuasi, con le ragazze che ti cantano canzoni di intenso languore, agitando i seni appena coperti dalla collana di fiori di pua. Cominci ad abituarti, ti chiamano Jim, come fanno coi bianchi, una ragazza dalla pelle ambrata ti si introduce una sera nella capanna e ti dice: "Io tua, io con te." In fondo è bello, la sera, stare sdraiato sulla veranda a guardare la Croce del Sud mentre lei ti accarezza la fronte.
Vivi secondo il ciclo delle albe e dei tramonti, e non sai d'altro. Un giorno arriva una barca a motore con degli olandesi, apprendi che sono passati dieci anni, potresti andare via con loro, ma esiti, preferisci scambiare noci di cocco con derrate, prometti che potresti occuparti della raccolta della canapa, gli indigeni lavorano per te, tu cominci a navigare da isolotto a isolotto, sei diventato per tutti Jim della Canapa. Un avventuriero portoghese rovinato dall'alcool viene a lavorare con te e si redime, tutti parlano ormai di te in quei mari della Sonda, dai consigli al marajà di Brunei per una campagna contro i dajaki del fiume, riesci a riattivare un vecchio cannone dei tempi di Tippo Sahib, caricato a chiodaglia, alleni una squadra di malesi devoti, coi denti anneriti dal betel in uno scontro presso la Barriera Corallina il vecchio Sampan, i denti anneriti dal betel, ti fa scudo col proprio corpo - Sono contento di morire per te, Jim della Canapa. - Vecchio, vecchio Sampan, amico mio.
Ormai sei famoso in tutto l'arcipelago tra Sumatra e Port-au-Prince, tratti con gli inglesi, alla capitaneria del di Darwin sei registrato come Kurtz, e ormai sei Kurtz per tutti - Jim della Canapa per gli indigeni. Ma una sera, mentre la ragazza ti accarezza sulla veranda e la Croce del Sud sfavilla come non mai, ahi quanto, diversa dall'Orsa, tu capisci: vorresti tornare. Solo per poco, per vedere che cosa sia rimasto di te, laggiù.
Prendi la barca a motore, raggiungi Manila, di là un aereo a elica ti porta a Bali. Poi Samoa, Isole dell'Ammiragliato, Singapore, Tananarive, Timbuctu, Aleppo, Samarcanda, Bassora, Malta e sei a casa.
Sono passati diciott'anni, la vita ti ha segnato, il viso è abbronzato dagli alisei, sei più vecchio, forse più bello. Ed ecco che appena arrivato scopri che le librerie ostentano tutti i tuoi libri, in riedizioni critiche, c'è il tuo nome sul frontone della vecchia scuola dove hai imparato a leggere e a scrivere. Sei il Grande Poeta Scomparso, la coscienza della generazione. Fanciulle romantiche si uccidono sulla tua tomba vuota.
E poi incontro te, amore, con tante rughe intorno agli occhi, e il volto ancora bello che si strugge di ricordo, e tenero rimorso. Quasi ti ho sfiorata sul marciapiede, sono là a due passi, e tu mi hai guardato come guardi tutti, cercando un altro oltre la loro ombra. Potrei parlare, cancellare il tempo. Ma a che scopo? Non ho già avuto quello che volevo? Io sono Dio, la stessa solitudine, la stessa vanagloria, la stessa disperazione per non essere una delle mie creature come tutti. Tutti che vivono nella mia luce e io che vivo nello scintillio insopportabile della mia tenebra.
”
”
Umberto Eco (Foucault’s Pendulum)