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Il pretesco si insinua dappertutto, specie nel suo contrario, il classico mangiapreti comunista alla (don) Peppone più prete dei preti che mangia – a parole – finché i don Camillo non gli danno un’ostia bella sostanziosa da mettersi sotto i denti. A me potrebbero offrire anche il soglio pontificio e lo accetterei, ma so solo io perché.
Posso scendere a patti con un cattolico di Destra, ovvio che con una mano egli lavi quell’altra, sono entrambe mani e entrambe uguali per lui, uno specchio non se la prende col suo riflesso, ma non voglio avere niente a che fare con un cattolico di Sinistra: il primo so dove può arrivare e me lo aspetto – quindi mi dà la possibilità sia di abbassare la testa e adeguarmi sia di mettermi ai ripari sia di prepararmi a contrattaccare –, il secondo no, è un vero pozzo di San Patrizio di occulta e sorprendente malignità , poiché è mancino e destrorso allo stesso tempo ma la sua destra non sa mai cosa fa la sua sinistra. Se anche lui lo sapesse, figurati se lo viene a dire a te o se, una volta che te l’ha detto, se ne ricorda e non fa il contrario. Va dove tira il vento, e il vento non tira mai a Sinistra a meno che uno non si sfiati soffiandogli dietro con tutti i suoi polmoni perché non prenda una brutta piega: la solita.
Il cattolico di Sinistra, incommensurabilmente infido, voltagabbana per vocazione incerta tra vinti e vincitori, soprattutto se i vincitori non sono stati ancora decisi, è spergiuro di ogni principio libertario ventilato finché non viene eletto e assurge a un qualche potere.
Fedele all’idea nel tempo in mancanza di fatti e traditore all’occasione in presenza di cose: sinistro sempre.
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