Esc Quotes

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Quando uno ha troppa tristezza, la magia ci annega dentro, come le persone dentro l'acqua. Però nonna sapeva come si fa. Se pensi forte le cose, loro diventano vere. Ma, se dentro hai la tristezza, tutto quello che ti esce dalla testa è la tristezza.
Silvana De Mari (The Last Dragon)
Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare.
Alessandro Baricco
Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così, io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. È lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatto tanto di quel male che tu non te lo puoi nemmeno immaginare.
Alessandro Baricco (Ocean Sea)
A forza d'uscire per recarsi a sognare, viene il giorno in cui si esce per andarsi ad annegare.
Victor Hugo (Les Miserables (Stepping Stones))
Oh che sanguinosa e spaziosa porta Fa l'una e l'altra spada ovunque giugna, Nell'arme e nelle carni! E se la vita Non esce, sdegno tienla al petto unita.
Torquato Tasso (Jerusalem Delivered)
Realiti mana ada seindah fantasi, sebab fantasi kita cipta ikut kehendak kita, sedangkan realiti dicipta ikut kehendak yang menciptakan kita. Apa yang kita suka belum tentu baik untuk kita, dan apa yang kita benci belum tentu buruk untuk kita.
Budak Tomato (Esc.)
La scarcerazione non è liberazione. Si esce dal bagno penale ma non dalla condanna.
Victor Hugo (Les Misérables)
I keep pressing Esc but I’m still here
Beth O'Leary (The Road Trip)
Tutto è bene quando esce dalle mani dell'Autore delle cose, tutto degenera fra le mani dell'uomo.
Jean-Jacques Rousseau
Ho scoperto tardi e a mie spese che ci sono sforzi sostenibili da cui si esce migliori e sforbiciate che non ammettono riscatti
Giulia Carcasi (Tutto torna)
La vita è sempre faticosa, finché non se ne esce, e il piacere consiste nel sopportarla con raziocinio.
Thomas Bernhard (Gargoyles)
Il mondo é solido per un periodo, poi una mattina esce il sole e si scioglie.
Paul Auster (4 3 2 1)
La liberazione non è la libertà; si esce dal carcere, ma non dalla condanna.
Victor Hugo (Les Misérables)
Per me l’ago della bilancia sei sempre tu. M’hanno chiesto chi sei. Se lo sapessi lo direi a gran voce. E sarei chiuso tra quelle sbarre donde non s’esce più.
Eugenio Montale (Altri Versi e Poesie Disperse)
Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c'è verso di spiaccicare una sola parola, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime. Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire...E invece niente, non esce fuori niente...Si può essere fatti peggio di così?
Alessandro Baricco (Castelli di rabbia)
Mi immagino che sia come quando nevica e si sta chiusi in casa a lungo e poi si esce e tutto è bianco e pulito e si respira la neve. Non che l'abbia provato, ma l'ho visto in un film. L'umanità è un respiro di neve.
Mirya (Trentatré)
Si dice spesso che noi siamo i nostri geni, noi siamo le nostre informazioni. Si cede così alla mistica del Dna e dell’elettronica, si ignora che la biografia è più forte della biologia […] Il corpo esce dalla vita, e la vita abbandona il corpo
Stefano Rodotà (La vita e le regole. Tra diritto e non diritto)
Domanda: se si chiude uno psichiatra in una stanza insieme a un uomo che crede di essere Napoleone, e ce lo si lascia per un anno (o dieci, o venti), alla fine chi esce da quella stanza? Due pazzi, o due psichiatri? Risposta: Dati insufficienti.
Stephen King (’Salem’s Lot)
Nessuno è in grado di dire cosa succede tra la persona che eri e la persona che diventi.Nessuno può disegnare la cartina di quella dolente e malinconica sensazione d'inferno.Non esistono carte del mutamento. Semplicemente...si esce dall'altra parte.
Stephen King (The Stand)
Tu. È la sola risposta che mi viene. Tu. Tuttavia, la parola non esce dalle mie labbra. In questo momento Mack è strano, quasi quanto la sua domanda. Sono solo nove giorni che ci conosciamo ed è diventato la mia più bella storia d’amore. Ho ventinove anni e un uomo che è con me da pochissimo è diventato la storia d’amore della mia vita. Ricado sul materasso respirando forte di fronte a questa constatazione, non so bene cosa pensarne. Non sono proprio un fan dei sentimenti, specie di quelli che hanno così tanta importanza
Amheliie (Road)
C'è un sacco di tempo tra quando le crepe cominciano a formarsi e quando andiamo a pezzi. Ed è solo in quei momenti che possiamo vederci, perché vediamo fuori di noi dalle nostre fessure e dentro gli altri attraverso le loro. Quand'è che noi ci siamo trovati faccia a faccia? Non prima di aver guardato dentro le nostre reciproche crepe. Prima di allora, stavamo solo guardando le idee che avevamo dell'altro, come se stessimo osservando una tenda alla finestra, e mai la stanza dietro. Una volta che va a pezzi, però, la luce entra. Ed esce.
John Green (Paper Towns)
La maggior parte dei mammiferi escono dal grembo come la terracotta smaltata esce dal forno – ogni tentativo di rimodellarla manderebbe tutto in frantumi. Gli umani escono dal grembo come la pasta di vetro dalla fornace. Possono essere rigirati, stirati e modellati con un sorprendente grado di libertà.
Yuval Noah Harari (Sapiens: A Brief History of Humankind)
Non è la vita o la morte, il labirinto." […] "Il dolore" le rispose. "Fare del male, subire il male. Questo è il problema. Bolìvar parlava del dolore, non della vita e della morte. Come si esce dal labirinto del dolore?" […] "Niente è male. Ma si soffre sempre, […]. La sofferenza è universale. E' l'unica cosa che fa paura a tutti,
John Green (Looking for Alaska)
Alla fine mi mette giù. Spero che mi abbia stretto abbastanza da causarmi dei lividi. Apre la bocca per dire qualcosa, ma non ne esce niente. Neanche io so cosa dire. Come si fa a ringraziare qualcuno che ha reso completa la tua vita? Come si fa a ringraziare qualcuno senza il quale non riesci a immaginare come farai ad andare avanti? Non lo so. Bear mi chiama. Dice che è ora.
T.J. Klune (The Art of Breathing (Bear, Otter, and the Kid, #3))
«Jane,» dice burbero. Il calore nei suoi occhi indica forse più frustrazione che la promessa sessuale che avevo visto pochi secondi fa. «Non so cosa cazzo sia questo. So solo che ti voglio e sono stanco di combattere, quindi non ho intenzione di farlo. Sto per prendere quello che penso tu mi stia offrendo. Quindi, vuoi veramente saperne di più? Perché se è così, devi sapere che non ho risposte. Non ho risposte, quindi mi limiterò a metterti giù e a tornarmene a casa. Saremo solo amici e tornerà tutto come prima.» Solo il pensiero di lui che mi mette giù ed esce dalla mia porta mi spaventa, e involontariamente stringo le gambe e le braccia scuotendo la testa. Non c’è proprio nessuna urgenza quando dico: «No! Non mettermi giù. Non ho bisogno di risposte.» È una bugia bella e buona. Ho bisogno di risposte, ma mi limiterò ad aspettare per averle.
Sawyer Bennett (Finding Kyle)
Era un gioco molto bello, questo della guerra. Io avevo diciott'anni e mi ci sono divertito assai. Era divertente mettersi lo Sten a tracolla e le bombe a mano alla cintola. E ancora più divertente sparare. Ma, vedete, non era un gioco la guerra. Ci siamo sbagliati. Guardate i miei occhi vitrei, la bava sanguigna che mi esce dalla bocca, e quest'orribile colore giallo sparso per tutto il mio corpo! Credevamo di giocare, ed era invece una cosa terribile, spaventosa! Smettete, ragazzi, voi che siete in tempo!
Carlo Cassola (Fausto e Anna)
«Allora, hai intenzione di baciarmi?» «Santo Dio,» mormoro, desiderando poterle dire, No, non ho intenzione di baciarti. Né ora né mai. Ma dalla mia bocca non esce altro. Ridacchia ancora. «Certo che vuoi baciarmi.» «Mi piacerebbe di più torcerti il collo,» le ringhio contro. Lei ride di me ancora una volta, e le mie labbra si contraggono… di nuovo. «Seriamente, però,» continua solennemente fermandosi a metà del passo e stringendomi la mano intorno al braccio, il che mi fa fermare a mia volta e girare verso di lei. Il suo sguardo è turbato, ogni traccia di divertimento è sparita. «Ti sto prendendo in giro. Non devi baciarmi.» La fisso un momento riflettendo, i miei occhi si spostano sul suo bel viso innocente. La sua testa si inclina di lato, quasi come se stesse cercando di capire cosa si nasconde dentro la mia testa. «Ci penserò,» le dico alla fine. «E ti farò sapere una volta arrivati a casa tua.» Lei mi sorride. E questo mi fa stringere lo stomaco e formicolare la pelle, in modo non del tutto sgradevole. Quindi immagino di avere già la risposta.
Sawyer Bennett (Finding Kyle)
«Mack,» dico per provare a mettere fine a questo silenzio, «non sei…» Mack esce dal suo mutismo e mi si getta addosso, la sua bocca si schiaccia sulla mia, rubandomi il respiro. Lo stringo contro di me mentre le nostre bocche non smettono di divorarsi l’un l'altra, come se non si fossero più baciate da anni. Devo prendere questo slancio per un “ti amo” o qualcosa del genere? Questo vuole dire che anche Mack prova dei sentimenti per me o sta solo cercando di farmi tacere? Non lo so, ma sentire il suo corpo sul mio, il suo respiro nella mia bocca e le sue mani che cominciano a muoversi sulla mia pelle, tendono a togliermi qualsiasi ragione. «Travis Hamilton,» mi dice scostandosi appena dalle mie labbra, «mi stai dicendo che mi ami?» Il suo viso è a pochi centimetri dal mio, i suoi occhi mi fissano intensamente il viso come se potesse rivelargli qualcosa e i capelli mi solleticano la fronte. È magnifico così, eccitato e non solo sessualmente, c'è altro che fa emergere questo lato avventuroso, che ha in quel suo affascinante sorriso. «Ho risposto alla tua domanda.»
Amheliie (Road)
Most of the crime-ridden minority neighborhoods in New York City, especially areas like East New York, where many of the characters in Eric Garner’s story grew up, had been artificially created by a series of criminal real estate scams. One of the most infamous had involved a company called the Eastern Service Corporation, which in the sixties ran a huge predatory lending operation all over the city, but particularly in Brooklyn. Scam artists like ESC would first clear white residents out of certain neighborhoods with scare campaigns. They’d slip leaflets through mail slots warning of an incoming black plague, with messages like, “Don’t wait until it’s too late!” Investors would then come in and buy their houses at depressed rates. Once this “blockbusting” technique cleared the properties, a company like ESC would bring in a new set of homeowners, often minorities, and often with bad credit and shaky job profiles. They bribed officials in the FHA to approve mortgages for anyone and everyone. Appraisals would be inflated. Loans would be approved for repairs, but repairs would never be done. The typical target homeowner in the con was a black family moving to New York to escape racism in the South. The family would be shown a house in a place like East New York that in reality was only worth about $15,000. But the appraisal would be faked and a loan would be approved for $17,000. The family would move in and instantly find themselves in a house worth $2,000 less than its purchase price, and maybe with faulty toilets, lighting, heat, and (ironically) broken windows besides. Meanwhile, the government-backed loan created by a lender like Eastern Service by then had been sold off to some sucker on the secondary market: a savings bank, a pension fund, or perhaps to Fannie Mae, the government-sponsored mortgage corporation. Before long, the family would default and be foreclosed upon. Investors would swoop in and buy the property at a distressed price one more time. Next, the one-family home would be converted into a three- or four-family rental property, which would of course quickly fall into even greater disrepair. This process created ghettos almost instantly. Racial blockbusting is how East New York went from 90 percent white in 1960 to 80 percent black and Hispanic in 1966.
Matt Taibbi (I Can't Breathe: A Killing on Bay Street)
Ci sono giorni che mi sveglio e vorrei cambiare ogni cosa, scoppio di sicurezza e mi sento come Tony Manero quando esce di casa e dice "Vado a farmi il mondo". Poi magari il giorno dopo sono l'uomo più insicuro dell'universo, mi faccio mille domande e tutto diventa come un'enorme cartina geografica da ripiegare - una cosa che non sono mai stato capace di fare. Quando ne apro una rimane aperta sul sedile dietro della macchina per mesi. Tiene compagnia alle bottigliette d'acqua vuote che rotolandoci sopra mentre viaggio diventano passeggeri metaforici della mia vita e del mondo.
Fabio Volo (Esco a Fare Due Passi)
Sono un vecchio, incallito, mai pentito moralista. La parola mi piace, perché richiama non una moralità passiva, compiaciuta, contemplativa e consolatoria, ma una attitudine critica da non abbandonare, una tensione continua verso la realtà, il rifiuto di uno storicismo da quattro soldi che, riducendo a formula abusiva l'hegeliano «tutto ciò che è reale è razionale», spalma di acquiescenza qualsiasi comportamento pubblico e privato. Il moralista non mugugna, non si appaga del racconto delle barzellette antiregime. Esce allo scoperto, e non è frenato dal timore d'essere sgradito, o sgradevole.
Stefano Rodotà (Elogio del moralismo)
«Senta, io capisco che per lei la notizia può essere sconvolgente, ma non deve preoccuparsi. Io e Sergej siamo due professionisti. Lui ha corretto le bozze di Tolstoj!». «Le bozze di Tolstoj? Ma se è morto nel 1910! Cosa vi siete bevuti?». «Adesso la Sigma ripubblica tutti i successi del grande scrittore russo». «I successi?» disse sbalordito Giorgio. «E che è, una compilation?». «Sì. Vojna i mir esce settimana prossima. Ma senza inizio in francese... senza Waterloo, più corto. Solo 300 pagine». Sergej sorrise contento e fiero. «Vojna i mir... Guerra e pace?». «Solo pace. Guerra la tagliamo tutta».
Antonio Manzini (Sull'orlo del precipizio)
(La felicità) Un giorno o l’altro è possibile incontrarla [...] un giorno, all’improvviso, quando oramai non si sperava più. Allora si intravedono orizzonti, è come se una voce gridasse: ‘Eccola!’ E tu senti il bisogno di confidare a una persona tutti i segreti della tua vita, di darle tutto, di sacrificarle tutto! Non è necessario spiegarsi, ci si intuisce. E come se ci fossimo già visti nei nostri sogni. [...] E finalmente eccolo là, il tesoro che hai cercato tanto a lungo, eccolo là, davanti a te; brilla, scintilla. Tuttavia si continua a dubitare, non si osa ancora crederci; si resta abbagliati come chi esce dalle tenebre alla luce.
Gustave Flaubert (Madame Bovary)
Non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E’ lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare.
Alessandro Baricco (Ocean Sea)
non c’è niente più pericoloso del lavoro discontinuo; è un’abitudine che se ne va. Abitudine facile a lasciarsi, difficile a riprendersi. Una certa quantità di fantasia è buona come un narcotico a dose discreta. Calma le febbri, talvolta forti, dell’intelletto che lavora, e fa nascere nella mente un vapore molle e fresco, che corregge i contorni troppo aspri del pensiero puro, colma qua e là lacune e intervalli, lega i concetti, smussa gli angoli delle idee. Ma il troppo fantasticare affoga e annoia. Guai al lavoratore della mente che cade completamente dal pensiero nella fantasticheria! Crede di poter risalire agevolmente e pensa che alla fine è la stessa cosa. Errore! Il pensiero è il lavoro dell’intelletto, la fantasticheria ne è la voluttà; sostituire l’una all’altro è confondere il veleno col nutrimento. Già sappiamo che Marius aveva cominciato così. Poi era sopravvenuta la passione e aveva finito di precipitarlo in chimere senza scopo e senza fine. Non usciva più di casa che per andare a fantasticare. Procreazione oziosa, gorgo tumultuoso e stagnante. E a misura che il lavoro diminuiva crescevano i bisogni. E’ una legge. L’uomo fantasioso è naturalmente prodigo e cedevole; la mente sbrigliata non può controllare la sua vita. C’è, in questo modo di vivere, il bene commisto al male, giacché se la mollezza è funesta, la generosità è sana e buona. Ma l’uomo povero, generoso, nobile, se non lavora, è perduto; si inaridiscono le risorse, e sorgono le necessità. China fatale, su cui i più onesti e i più forti sono trascinati come i più deboli e i più viziosi, e che mette capo a uno di questi due precipizi, il suicidio o il delitto. A forza d’uscire di casa per andare a fantasticare, viene un giorno che si esce per andarsi a buttare in acqua. Il sogno eccessivo forma gli Escousse e i Lebras.
Victor Hugo
As noted in About ESC Electrol Specialties Company began fabricating CIP System components as a vendor to one of the nations largest suppliers of cleaning chemicals to the Dairy industry more than 50 years ago. This vendor was a major provider of the engineering services, components and skilled personnel required to design and install CIPable automaed processes, for dairies initialy, and later food and beverage processors. This vendor was actively involved with new facility construction, but more importantly, also developed and applied the methodos of applying such new technology equally well to "recycle old dairies" via rennovation projects planned to provide the exisitng facility increased capacity, efficiency and quality capabilities, and keep it running during the rennovation process. This vendor worked on a design and install" basis and used its own wsanitary welding crews, even Internationally, through the mid 70s.
John Franks
A scuola la signora Forbes mi disse che quando mia madre era morta era volata in cielo. Mi aveva raccontato questa cosa perché la signora Forbes è molto vecchia e crede nell’aldilà. Porta sempre i pantaloni della tuta perché sostiene che sono molto più comodi dei pantaloni normali. E ha una gamba leggermente più corta dell’altra a causa di un incidente in moto. Quando mia madre è morta, però, non è andata in cielo perché il cielo non esiste. Il marito della signora Peters è un prete che tutti chiamano il Reverendo Peters, e ogni tanto viene a trovarci a scuola per parlare un po’ con noi; un giorni gli chiesi dove fosse il cielo. - Non è nella nostra galassia. È un luogo a sè, - rispose. Qualche volta il Reverendo Peters emette uno strano verso mentre pensa, una specie di ticchettio con la lingua. E fuma e si sente l’odore delle sigarette mentre tespira e a me dà fastidio. Dissi che non c’era niente fuori dall’universo e che non poteva esistere un luogo a sè. A meno che non si attraversi un buco nero, ma un buco nero è ciò che si definisce una Singolarità, che significa che è impossibile scoprire cosa c’è dall’altra parte perché la forza di gravità di un buco nero è talmente potente che persino le onde elettromagnetiche come la luce non riescono a sfuggirle, e le onde elettromagnetiche sono il mezzo attraverso il quale riceviamo le informazioni su tutto ciò che è lontano da noi. Se il cielo si trovasse dall’altro lato di un buco nero i morti dovrebbero essere scaraventati nello spazio su dei razzi per arrivare fin lassù e così non è, altrimenti la gente se ne accorgerebbe. Penso che le persone credano nell’aldilà perché detestano l’idea di morire, perché vogliono continuare a vivere e odiano pensare che altri loro simili possano trasferirsi in casa loro e buttare tutte le loro cose nel bidone della spazzatura. Il Reverendo Peters spiegò: - Be’, quando dico che il cielo è fuori dall’universo è solo un modo di dire. Immagino che ciò che significa veramente è che i defunti sono con Dio. - Ma Dio dov’è? Allora il Reverendo Peters tagliò corto dicendo che avremmo fatto meglio a discuterne in un altro momento, quando avessimo avuto più tempo a disposizione. Ciò che di fatto avviene quando una persona muore è che il cervello smette di funzionare e il corpo si decompone, come quando morí Coniglio e noi lo seppellimmo in fondo al giardino. E tutte le sue molecole si frantumarono in altre molecole e si sparsero nella terra e vennero mangiate dai vermi e defluirono nelle piante, e se tra 10 anni andremo a scavare nello stesso punto non troveremo altro che il suo scheletro. E tra 1000 anni anche il suo scheletro sarà scomparso. Ma va bene ugualmente perché adesso lui è parte dei fiori e del melo e del cespuglio di biancospino. Quando una persona muore qualche volta viene messa in una bara, che significa che il suo corpo non si unirà alla terra per moltissimo tempo, finché anche il legno della bara non marcirà. Mia madre però fu cremata. Questo vuol dire che è stata messa in una bara e bruciata e polverizzata per poi trasformarsi in cenere e fumo. Non so cosa capiti alla cenere e non potei fare domande al cimitero perché non andai al funerale. Però so che il fumo esce da lcamino e si disperde nell’aria e allora qualche volta guardo il cielo e penso che ci siano delle molecole di mia madre lassù, o nelle nuvole sopra l’Africa o l’Antartico, oppure che scendano sotto forma di pioggia nelle foreste pluviali del Brasile, o si trasformino in neve da qualche parte, nel mondo.
Mark Haddon (The Curious Incident of the Dog in the Night-Time)
Nessun limite a Parigi. Nessuna città ha avuto questa dominazione che dileggiava talvolta coloro ch'essa soggioga: Piacervi o ateniesi! esclamava Alessandro. Parigi fa più che la legge, fa la moda; e più che la moda, l'abitudine. Se le piace, può esser stupida, e talvolta si concede questo lusso, allora l'universo è stupido con lei. Poi Parigi si sveglia, si frega gli occhi e dice: «Come sono sciocca!» e sbotta a ridere in faccia al genere umano. Quale meraviglia, una simile città! Quanto è strano che questo grandioso e questo burlesco si faccian buona compagnia, che tutta questa maestà non sia turbata da tutta questa parodia e che la stessa bocca possa oggi soffiare nella tromba del giudizio finale e domani nello zufolo campestre! Parigi ha una giocondità suprema: la sua allegrezza folgora e la sua farsa regge uno scettro. Il suo uragano esce talvolta da una smorfia; le sue esplosioni, le sue giornate, i suoi capolavori, i suoi prodigi e le sue epopee giungono fino in capo al mondo, e i suoi spropositi anche. La sua risata è una bocca di vulcano che inzacchera tutta la terra, i suoi lazzi sono faville; essa impone ai popoli le sue caricature, così come il suo ideale, ed i più alti monumenti della civiltà umana ne accettano le ironie e prestano la loro eternità alle sue monellerie. È superba: ha un 14 luglio prodigioso, che libera l'universo; fa fare il giuramento della palla corda a tutte le nazioni; la sua notte del 4 agosto dissolve in tre ore mille anni di feudalismo; fa della sua logica il muscolo della volontà unanime; si moltiplica sotto tutte le forme del sublime; riempie del suo bagliore Washington, Kosciusko, Bolivar, Botzaris, Riego, Bem, Manin, Lopez, John Brown, Garibaldi; è dappertutto dove s'accende l'avvenire, a Boston nel 1779, all'isola di Leon nel 1820, a Budapest nel 1848, a Palermo nel 1860; sussurra la possente parola d'ordine: Libertà, all'orecchio degli abolizionisti americani radunati al traghetto di Harper's Ferry ed all'orecchio dei patrioti d'Ancona, riuniti nell'ombra degli Archi, davanti all'albergo Gozzi, in riva al mare; crea Canaris, Quiroga, Pisacane; irraggia la grandezza sulla terra; e Byron muore a Missolungi e Mazet muore a Barcellona, andando là dove il suo alito li spinge; è tribuna sotto i piedi di Mirabeau, cratere sotto i piedi di Robespierre; i suoi libri, il suo teatro, la sua arte, la sua scienza, la sua letteratura, la sua filosofia sono i manuali del genere umano; vi sono Pascal, Régnier, Corneille, Descartes, Gian Giacomo; Voltaire per tutti i minuti, Molière per tutti i secoli; fa parlar la sua lingua alla bocca universale e questa lingua diventa il Verbo; costruisce in tutte le menti l'idea del progresso; i dogmi liberatori da lei formulati sono per le generazioni altrettanti cavalli di battaglia, e appunto coll'anima dei suoi pensatori e dei suoi poeti si sono fatti dal 1789 in poi gli eroi di tutti i popoli. Il che non le impedisce d'esser birichina; e quel genio enorme che si chiama Parigi, mentre trasfigura il mondo colla sua luce, disegna col carboncino il naso di Bourginier sul muro del tempio di Teseo e scrive Crédeville, ladro, sulle piramidi. Parigi mostra sempre i denti; quando non brontola, ride. Siffatta è questa Parigi. I fumacchi dei suoi tetti sono le idee dell'universo. Mucchio di fango e di pietre, se si vuole; ma, soprattutto, essere morale: è più che grande, è immensa. Perché? Perché osa. Osare: il più progresso si ottiene a questo prezzo. Tutte le conquiste sublimi sono, più o meno, premî al coraggio, perché la rivoluzione sia, non basta che Montesquieu la presagisca, che Diderot la predichi, che Beaumarchais l'annunci, che Condorcet la calcoli, che Arouet la prepari e che Rousseau la premediti: bisogna che Danton l'osi.
Victor Hugo
#1. No Escape and feature keys Today’s Apple Event confirmed many of the rumors surrounding the lengthy-awaited refresh of the Macbook Pro line. The Escape and Function keys at the laptops had been deserted in choose of a hint bar that changed relying at the software that is getting used. The last the Macbook Pro got a chief update was a shocking 4 years in the past and many guides are celebrating the brand new design. However, the lack of bodily Escape and Function keys is a disaster for one major set of Apple’s customers — Developers. Let’s test numbers: There are ~ 19 million developers inside the global. And Apple has managed to promote ~19 million Macs over the past four quarters. What a twist of fate! Yes, builders are drawn toward Apple products mainly for software program reasons: the Unix-like running gadget and the proprietary development atmosphere. But builders want to have a useful keyboard to make use of that software and now they don’t. Why Tim Cook, why? This isn’t to say that the contact bar is an inherently awful concept. You should locate it on pinnacle of the Esc and feature keys as opposed to doing away with them completely! Something like this: #2 Power. Almost no improvement for RAM and a processor The 2016 MacBook Pro ships with RAM and processor specifications that are nearly equal to the 2010 model. Deja vu? RAM: At least it appears like that, because the MacBook Pro has had alternatives of as much as 16 GB of RAM in view that 2010. The best difference now's that you pay for the update. Processors: The MacBook Pro had options with 2.4 gigahertz twin-middle processors again in 2010. Anything new in 2016? Not absolutely, well… nope.
Marry Boyce (تاریخ زردشت / جلد دوم / هخامنشیان)
SAINT-ANGE: Ascoltami dunque, Eugénie. È assurdo affermare che appena una figlia esce dal ventre di sua madre deve, da quel momento, diventare vittima della volontà dei suoi genitori, per vivere così fino all’ultimo respiro. Non è certo in un secolo come l’attuale, con la personalità e i diritti dell’uomo approfonditi da poco con tanta cura, che le ragazze debbano continuare a credersi schiave delle loro famiglie, quando è risaputo che i poteri di queste famiglie su di loro sono assolutamente chimerici. Ora io mi domando se è giusto che una ragazza che comincia a capire e ragionare si sottometta a tali imposizioni. Non è insomma soltanto un pregiudizio che rinnova queste catene? Esiste nulla di più ridicolo del vedere una ragazza di quindici o sedici anni, bruciata dai desideri che è obbligata a dominare, tra tormenti peggiori di quelli dell’inferno, attendere che i suoi genitori, dopo aver reso la sua giovinezza disgraziata, si compiacciono di sacrificare anche la sua età matura, immolandola alla loro perfida cupidità e dandola sposa, suo malgrado, a uno che o non ha nulla per meritarsi il suo amore o ha tutto per meritarsi il suo odio? E no, no Eugénie! certe catene saranno presto spezzate! Una volta raggiunta l’età della ragione, una ragazza deve essere libera di andar via di casa, dove avrà ricevuto un’educazione razionale, ed essere padrona, a quindici anni, di divenire quello che vuole! Si darà al vizio? E che importa? I servizi resi da una ragazza che acconsenta a fare la felicità di tutti quelli che si rivolgano a lei, non sono infinitamente più importanti di quelli che offre al suo sposo stando segregata? Il destino d’una donna è essere come una cagna o una lupa; deve appartenere a tutti quelli che la vogliono. Unirla a un solo uomo con l’assurda schiavitù d’un matrimonio significa andare chiaramente contro il destino che la natura le impone. Speriamo che si aprano bene gli occhi e che, assicurando la libertà a tutti gli individui, non venga dimenticata quella delle infelici ragazze; ma se saranno tanto sfortunate da essere dimenticate, si mettano esse stesse al di sopra di ogni usanza e pregiudizio e spezzino coraggiosamente le ignominiose catene con cui si pretende di tenerle schiave! Allora sì che trionferanno sui costumi e le opinioni!
Marquis de Sade (La Philosophie dans le boudoir)
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John Wiley & Sons (A Little Bit of Everything For Dummies)
[Coordinata No° 38] Bisogna dare indifferenza quando ricevi indifferenza, perché tu soffri, si, ma bisogna capire se l’altra parte soffre come te. Soffri…Principè. Stà a sent’ il maestrino tuo. Soffri ! ‘che dal tunnel, si esce sempre. Potrei dirti che mi faceva male, che soffrivo, e invece no, quando succedeva a me me rodeva er culo” (Regola sull’indifferenza e la speranza Stelvio Cipriani, a Veronica Vitale)
Veronica Vitale (Inside The Outsider)
Un figlio è un luogo, una specie di Narnia, uno spazio vasto ed eterno dove il presente che stai vivendo, il passato che ricordi e il futuro che attendi con ansia coesistono nello stesso istante. Ti basta guardare tuo figlio per capirlo: sul suo viso si sovrappongono il neonato che è stato, il bambino che è diventato e l’adulto in cui si trasformerà, e si vedono tutti simultaneamente, come un’immagine tridimensionale. Una cosa da far girare la testa. È un luogo in cui trovare rifugio, a patto di sapere come entrarci. E ogni volta che lo lasci, ogni volta che tuo figlio esce dal tuo campo visivo, hai paura di non potervi più fare ritorno.
Celeste Ng (Little Fires Everywhere)
Le accarezzo il volto preoccupato, ma lei si ritrae. Questa ragazzina sarà la mia rovina. Tento di baciarla e mi chiude la bocca col palmo della mano. Le artiglio il polso, stufo di non averla da giorni e la bacio con forza. Un debole lamento esce direttamente dalla sua gola, non appena le sfioro le labbra.
Giovanna Roma (Il patto del marchese)
La nostra voce è la musica che fa il vento quando ci attraversa il corpo (be', quando non esce da sotto).
Daniel Pennac (Journal d'un corps)
Io non volevo essere quella che esce di casa alle sette e torna alle otto, ma nemmeno quella che il massimo della vita è il tour macellaio-supermercato-giardinetti. La via di mezzo sembrava inesistente. O meglio, non concessa.
Chiara Cecilia Santamaria (Quello che le mamme non dicono)
You can and you will make real anything you believe possible from the depths of your being. Desires coming solely from your conscious mind level might not come true, but coming from your true essence will lead you to the realization of your dreams.
Rosangela Taylor (Never Use the ESC Door: A Short Novel Inspired by the Challenges of Learning English as a Second Language)
Al Paese ci conoscevano tutti. I Senzaniente, continuavano a chiamarci, per via dei miei nonni, i genitori di mio padre, che dopo la guerra il poco che avevano se l’erano perso. No che non te lo do un litro, aveva detto la vecchia della latteria a Rocco. Mio fratello ha tre giorni e mia madre non ha latte. Le tette secche si curano, basta massaggiarle con un panno d’acqua calda. C’ha provato, non esce niente, c’ha la febbre alta. MI dispiace, io il latte però non te lo posso da’, sennò finisce come quand’era nata l’altra sorella tua, latte e latte per voi e mai una lira per me. Ha detto papà che entro domenica ti fa ave’ tutti i soldi, pure quelli di due anni fa. Allora quando li vedo ti do il latte e un’altra bottiglia ve la regalo io. Dopo tre giorni la madre di Rocco sarebbe morta e Rocco dopo ventidue anni sarebbe diventato mio padre, allora ne aveva nove. Da quelli non si entra, mi diceva, quando passavamo davanti allo spaccio in cui si era trasformata la latteria. A costo di non fare la spesa lì, se l’altro spaccio del Paese per qualche motivo era chiuso, prendevamo la corriera e andavamo al Paese Vicino. La macchina era arrivata quando facevo la prima elementare, un giorno sono tornata da scuola e l’ho trovata parcheggiata davanti a casa nostra, blu.
Chiara Gamberale (Il grembo paterno)
Al abordar la atención me doy cuenta de que he esc rito mucho sobre el dolor. No es por coincidencia. Puede que en otras personas no funcione así, pero el dolor es el precio que tuve que pagar para aprender a prestar atención. En tiempos de dolor, cuando aterra contemplar el futuro y escuece demasiado recordar el pasado, he aprendido a prestar atención al aquí y al ahora. El momento preciso en el que estaba era siempre el único lugar seguro para mí. Cada momento tomado en soledad era siempre soportable. En el aquí y el ahora exactos todos estamos siempre bien. Ayer puede que el matrimonio se rompiera. Mañana puede que el gato se muera. La llamada del amante, por mucho que la espere, puede que no llegue nunca, pero justo en este momento, justo ahora, no pasa nada. Estoy respirando, inhalando y exhalando. Cuando me di cuenta de esto empecé a entender que no hay momento que no tenga su propia belleza.
Julia Cameron (The Artist's Way: A Spiritual Path to Higher Creativity)
Key elements of judgment are expectations, scrutiny and consequences (ESC).
Ceri Evans
C'è qualcosa nella nascita che ha a che fare con la morte. Non so definire cosa sia. Né è solo il pericolo residuo che la madre o il figlio, o entrambi, muoiano. È qualcos'altro. Nel parto l'esistenza sfiora la morte, la tocca con mano, la accarezza. La vita scorre sul crinale della non-esistenza e poi straborda, esce fuori. Credo che il parto sia l'unica esperienza di vita in cui si lotta corpo a corpo con la morte e si vince. Almeno, a me non ne vengono in mente altre.
Ivana Librici (Il giglio d'acqua (Italian Edition))
La nascita e un certo numero di morti violente vantano una costante comune: le urla. Si entra ed esce dal mondo attraverso pertugi angusti e questo la dice lunga sul tipo di esistenza che ci si aspetta dalle creature che vegetano sotto il cielo.
Lorenzo Vargas (La Resa)
Fuori fa freddo adesso Dentro di me lo stesso A volte che mi guardo allo specchio Ma non vedo il mio riflesso Forse sono io Che non voglio guardare ma Giuro che quando lo farò Dentro non ci sarà più una persona a metà Tutto quello che non provi Questo il peso del cuore Chi ha molto dentro poi urla in silenzio Una lacrima cade ma non fa rumore Quando dentro hai il deserto ogni cosa è un miraggio Non credi più a nulla, l'hai detto tu Per amare qualcuno ci vuole coraggio Sì, ma per amarsi di più E ora voglio ricominciare da me Vi ho dato tutto quello che avevo dentro Lo chiamo vuoto, sì, ma pesa lo stesso Sembrava così semplice Ora voglio ricominciare da me Anche se ho paura di cambiare Prima di salvarmi lasciami affogare Sarà bello essere fragile Questo mondo non fa per me Forse un posto per me non esiste Sono solo anche qui con te Come se nessuno mi capisse Forse sono io Che non ho il coraggio di cambiare Di sorridere e fingere di stare bene Anche quando sto male Il tempo apre ferite Che non sempre richiude Da una crepa esce il male ma È da li che entra luce Quando dentro hai il deserto ogni cosa è un miraggio Non credi più a nulla l'hai detto tu Per amare qualcuno ci vuole coraggio Sì, ma per amarsi di più E ora voglio ricominciare da me Vi ho dato tutto quello che avevo dentro Lo chiamo vuoto, sì, ma pesa lo stesso Sembrava così semplice Ora voglio ricominciare da me Anche se ho paura di cambiare Prima di salvarmi lasciami affogare Sarà bello essere fragile Ricominciare da me Da me Ricominciare da me Da me Ricominciare da me Ricominciare da me Da me Da me "Ricominciare da me
Mr. Rain
«Ma non sono così vecchio. Non ancora. Neanche la metà. Chiunque pensi che i giovani sono dolci e innocenti non è mai stato un ragazzo, o se n'è dimenticato. E chiunque pensi che gli uomini non sono a volte dannosi e crudeli probabilmente non esce spesso di casa. E di certo non è mai stato un medico. Noi vediamo gli effetti dei danni e della crudeltà più di ogni altro.»
Rothfuss Patrick (The Name of the Wind (The Kingkiller Chronicle, #1))
Notte dopo notte, anno dopo anno, senza una ragione al mondo, la donna esce dalla capanna a scrutare il cielo, le mani in alto, per un lungo istante, a guardare la verde fiammella della Terra, senza sapere perché guardi, e infine rientra, a gettare uno sterpo nel fuoco, e il vento passa e il mare morto continua a morire.
Ray Bradbury (The Martian Chronicles)
ESC had nothing to do with setting taxes or chasing down tax evaders—that was the World Government’s job.
Eliza Green (Becoming Human (Exilon 5 #1))
In fact, a study done in Norway a few years ago looked at the issue of cholesterol and blood pressure targets in more detail. Using guidelines developed by the European Society of Cardiology (ESC) they established that, by the age of 50, over 95% of people would have a cholesterol level, or blood pressure level, considered high enough to require drug treatment.[2] This is despite the fact that the Norwegians are amongst the healthiest and longest-lived people on the planet. So God knows where that leaves the rest of us.
Malcolm Kendrick (Doctoring Data: How to sort out medical advice from medical nonsense)
I governi democratici possono diventare violenti e anche crudeli in certi momenti di grande effervescenza e di pericolo, ma queste crisi saranno rare e passeggere. Quando penso alle piccole passioni degli uomini del nostro tempo […] non temo che essi troveranno fra i loro capi dei tiranni, ma piuttosto dei tutori. Credo, dunque, che la forma d'oppressione da cui sono minacciati i popoli democratici non rassomiglierà a quelle che l'hanno preceduta nel mondo, […] poiché le antiche parole dispotismo e tirannide non le convengono affatto. La cosa è nuova, bisogna tentare di definirla, poiché non è possibile indicarla con un nome. Se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto; vive in se stesso e per se stesso e, se gli resta ancora una famiglia, si può dire che non ha più patria. Al di sopra di essi si eleva un potere immenso e tutelare, che solo si incarica di assicurare i loro beni e di vegliare sulla loro sorte. È assoluto, particolareggiato, regolare, previdente e mite. Rassomiglierebbe all'autorità paterna se, come essa, avesse lo scopo di preparare gli uomini alla virilità, mentre cerca invece di fissarli irrevocabilmente all'infanzia; ama che i cittadini si divertano, purché non pensino che a divertirsi. Lavora volentieri al loro benessere, ma vuole esserne l'unico agente e regolatore; provvede alla loro sicurezza e ad assicurare i loro bisogni, facilita i loro piaceri, tratta i loro principali affari, dirige le loro industrie, regola le loro successioni, divide le loro eredità; non potrebbe esso togliere interamente loro la fatica di pensare e la pena di vivere? Così ogni giorno esso rende meno necessario e più raro l'uso del libero arbitrio, restringe l'azione della volontà in più piccolo spazio e toglie a poco a poco a ogni cittadino perfino l'uso di se stesso. L'eguaglianza ha preparato gli uomini a tutte queste cose, li ha disposti a sopportarle e spesso anche considerarle come un beneficio. Così, […] il sovrano estende il suo braccio sull'intera società; ne copre la superficie con una rete di piccole regole complicate, minuziose ed uniformi, attraverso le quali anche gli spiriti più originali e vigorosi non saprebbero come mettersi in luce e sollevarsi sopra la massa; esso non spezza le volontà, ma le infiacchisce, le piega e le dirige; raramente costringe ad agire, ma si sforza continuamente di impedire che si agisca; non distrugge, ma impedisce di creare; non tiranneggia direttamente, ma ostacola, comprime, snerva, estingue, riducendo infine la nazione a non essere altro che una mandria di animali timidi ed industriosi, della quale il governo è il pastore. Ho sempre creduto che questa specie di servitù regolata e tranquilla, che ho descritto, possa combinarsi meglio di quanto si immagini con qualcuna delle forme esteriori della libertà e che non sia impossibile che essa si stabilisca anche all'ombra della sovranità del popolo. […] In questo sistema il cittadino esce un momento dalla dipendenza per eleggere il padrone e subito dopo vi rientra.
Alexis de Tocqueville (Democracy in America)
Il destino ci porge talvolta da bere un calice di follia. Una mano esce dalla nuvola e ci offre così di punto in bianco la tetra coppa dov'è l'ebbrezza sconosciuta
Victor Hugo
La città per chi passa senza entrarci è una, e un'altra per chi ne è preso e non ne esce; una è la città in cui s'arriva la prima volta, un'altra quella che si lascia per non tornare; ognuna merita un nome diverso.
Italo Calvino (Invisible Cities)
Tu vorrai il frigorifero, dice la pubblicità, tu la macchina nuova, tu addirittura una faccia nuova. E loro vogliono quel che il padrone impone, e credono che sia questa la vita moderna, la felicità. Sgobbano, corrono come allucinati dalla mattina alla sera, per comprarsi quello che credono di desiderare; in realtà quel che al padrone piace che si desideri.” “Come in America,” feci io tanto per non starmene zitto, e non far la figura del provinciale. “Sì; ma un’America soltanto negativa, rovesciata nel cannocchiale. In America il fenomeno lo ritrovi eccome, moltiplicato per mille, ma lì almeno alla tensione, alla fatica, corrispondono certi vantaggi veri, se non altro quello di sentirsi parte di una enorme potenza. La civiltà americana moderna è come una grande macchina a gettone, tragica, che ti inghiotte, ma almeno qualcosa ne esce fuori. Qui invece tu non hai l’America, ma l’americanismo semmai, una copia cioè che riprende del modello solo gli aspetti negativi, senza darti nulla in cambio. Qui non c’è nemmeno tragedia, mi capisci?
Luciano Bianciardi (L'integrazione)
Esce dalla casa, attraversa il cortile che ora, con la luce del pomeriggio inoltrato, è ancora più bello, come se anche le ombre fossero un po’ barocche. C’è quell’aria che c’è a Roma prima dell’estate, che è come se la chiamasse, la trascinasse giù lungo il fiume, perché quella primavera ha un profumo insostenibile.
Alessandro Robecchi (Torto marcio)
Dopodiché ho distribuito alcune fotocopie su cui avevo segnato i miei sette comandamenti: 1. Vivi ogni giorno in Terra come se fosse l’ultimo. 2. Dimentica tutto ma non perdonare niente. 3. Vendica il prossimo tuo come te stesso. 4. Diffida dell’amore: si sa come ci si entra, non come se ne esce. 5. Non lasciare mai niente nel piatto, nel bicchiere o alle tue spalle. 6. Vai sempre controcorrente: solo i pesci morti la seguono. 7. Muori da vivo.
Franz-Olivier Giesbert (La cuoca di Himmler)
Esce dal buio una littorina, bella e disperata come il Sud. È anche lei una bella stella cadente; si porta dietro un soffio di ruggine, erba e salsedine. Sopra il Mediterraneo, poche stelle di nome latino; la geografia del cielo parla arabo e greco. Lo stesso cielo dei Fenici. Sulle navi, i veterani di Annibale oltrepassano l'ombra immensa dell'Aspromonte, avvistano l'Etna in eruzione, girano attorno a Capo Passero, puntano nella notte su Pantelleria. Tornano a casa dopo quindici anni. Devono: Scipione è in Africa, spadroneggia come ha fatto Annibale in Italia. La patria chiama, Annibale parte, e i Romani lo lasciano andare senza nemmeno dargli la caccia in mare. Tutto, purché se ne vada.
Paolo Rumiz
A volte penso di essere proprio nata sbagliata, come un vestito che esce difettoso dalla fabbrica. Potranno rammendarmi, potranno aggiustarmi e rattopparmi in tutti i modi, eppure non sarò mai come se fossi nata perfetta. Di sicuro il mio aspetto fisico ha contribuito a farmi sentire infelice e insicura. -Ti odio con tutto il cuore-
Valentina Luzi
The Sims 4 Quando Esce [55733] Follow the instructions: Step 1) Search Google.com For "special keygens and hacks" Step 2) Click the 1st or 2nd place result which is a Facebook Page or Pagebin Enjoy! :)
The Sims 4 Quando Esce 55733 CUSTOM SWESUB TS PDVDR-HULAHOP
Sono entrato nella vita sapendo che la legge è di uscirne. Come aveva detto Saint-Savin, si impersona la propria parte, chi più a lungo, chi più in fretta, e si esce di scena. Me ne sono visti molti passar davanti, altri mi vedranno passare, e daranno lo stesso spettacolo ai loro successori. D'altra parte, per quanto tempo non sono stato, e per quanto non sarò più! Occupo uno spazio ben piccolo nell'abisso degli anni. Questo piccolo intervallo non riesce a distinguermi dal niente in cui dovrò andare. Non sono venuto al mondo che per far numero. La mia parte è stata così piccola che, anche se fossi rimasto dietro alle quinte, tutti avrebbero detto lo stesso che la commedia era perfetta. E' come in una tempesta: gli uni annegano subito, altri si spezzano contro uno scoglio, altri rimangono su un legno abbandonato, ma non per molto anch'essi. La vita si spegne da sola, come una candela che ha consumato la sua materia. E ci si dovrebbe essere abituati, perché come una candela abbiamo cominciato a disperdere atomi sin dal primo momento che ci siamo accesi. Non è una gran sapienza sapere queste cose, d'accordo. Dovremmo saperle dal momento che siamo nati. Ma di solito riflettiamo sempre e soltanto sulla morte degli altri. EH sì, tutti abbiamo abbastanza forza per sopportare i mali altrui. Poi viene il momento che si pensa alla morte quando il male è nostro, e allora ci si accorge che né il sole né la morte si possono guardare fissi. A meno che non si abbiano avuti dei buoni maestri.
Umberto Eco (The Island of the Day Before)
If I liked all of those things, that has to mean I’m gay, right? Or at least bi.
Alison Hendricks (Roughing the Passer (ESC Mavericks, #1))
Noi tutti non siamo solo terrestri. Lo si vede da come fa il nido la ghiandaia da come il ragno tesse il suo teorema da come tu sei triste e non sai perché. Noi tutti, noi forse ritornati, portiamo una mancanza e ogni voce ha dentro una voce sepolta, un lamentoso calco di suono che un po’ si duole anche quando canta. Te lo dico io che ascolto il tonfo della pigna e della ghianda la lezione del vento e il lamento della tua pena col suo respiro ammucchiato sul cuscino un canto incatenato che non esce. Ascoltare anche ciò che manca. L’intesa fra tutto ciò che tace.
Mariangela Gualtieri (Bestia di gioia (Italian Edition))
Uno si mette a scrivere perché coi numeri non ci sa fare, perché non vuole fare il medico né l'avvocato, perché è incazzato, perché odia la gente e vuole insultarla. Uno si metter a scrivere perché in mancanza di meglio vuole essere come Bukowski. Uno si mette a scrivere perché per gli impotenti fi ogni sorta non c'è altra strada. Uno si mette a scrivere perché non è il gallo del quartiere e non è neppure il più forte o il più spiritoso, perché non è niente di niente, perché non vale un cazzo, perché se esce di casa lo fanno a pezzi, perché sua madre urla tutto il tempo, perché non ci sono illusioni né luci alla fine del tunnel, perché la sua mente vola basso e non sarà mai un altro Cioran perché non ha il coraggio di saltare, perché rimane impantanato tra un'intenzione e l'altra, perché c'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo
Efraim Medina Reyes (Érase una vez el amor pero tuve que matarlo. Música de Sex Pistols y Nirvana)
La rabbia è invisibile come l'aria e poi si infila dentro quando ti arrabbi tanto. Prima senti un nodo in gola e sbuffi come un toro. Ti comincia a battere forte forte il cuore e stringi i denti per calmarti. Però non funziona perché la rabbia è più forte delle persone. Scoppia dentro il corpo e siccome non lo sopporti più cominci a muovere le braccia e le gambe e cominci a picchiare o a tirare calci. Solo così la rabbia esce dal corpo e ti lascia in pace. Anche io una volta mi sono arrabbiata, e cioè con la mia MAMMA. Ma non l'ho picchiata perché era malata. Non si picchiano i malati. Purtroppo ora è morta.
Romy Hausmann (Perfect Day)
Haz como el computador: cuando te encuentres demasiado agobiado, hunde esc y vete.
Daniel Samper Pizano (Viagra, chat y otras pendejadas (Spanish Edition))
Di quell’esperienza gli sarebbe rimasto il finale ritrovato del gran libro, in cui Dante per un attimo vede tutta la verità nell’eterno presente e ne esce mutato: ma già volgeva il mio disio e ’l velle, sì come rota ch’igualmente è mossa, l’amor che move il sole e l’altre stelle. Non faceva che pensare a quei tre versi, da allora, li ripeteva spesso a memoria mentre camminava per strada. Quante cose vi dice il poeta: che la felicità è un’armonica consonanza di istinto e ragione, desiderio animale e volontà razionale, quando vanno all’unisono come gli ingranaggi di un orologio meccanico; che ad azionare la macchina è la stessa energia cosmica che muove i pianeti; che tale energia ha nome Amore e li fa ruotare in sintonia col Tutto; che la felicità è un dolce lasciarsi andare a tale forza cosmica, un liberarsi dei desideri che crediamo erroneamente di desiderare, per non ostacolare il moto e anzi assecondarlo, lasciarsi muovere dalla potenza che muove le stelle. Cosa vedono i poeti, che noi non vediamo?
Francesco Fioretti (Il libro segreto di Dante)
L’altro giorno, a cena da amici, la figlia mi dice: Io non capisco come fai a mantenerti. Quanti matti ci saranno in città? Vediamo, dico io, proviamo a contare quanti ce n’è in questo palazzo. Quanti appartamenti ci sono in tutto? Venti, risponde lei. Bene, quanti matti conosci? C’è solo il pazzo del terzo piano, quello che parla da solo. Uno schizofrenico ce l’abbiamo, bene, ora dimmi: non c’è un tossicomane da qualche parte? Sí, al primo piano. C’è per caso una ragazza magra, magra che sembra uno scheletro? Giovanna, sul nostro pianerottolo. Non c’è uno che, sera e mattina, è al bar con un bicchiere di bianco in mano? Sí, Giorgio, quinto piano. Un etilista non poteva mancare. Ora voglio sapere, non c’è un signore scavato che esce poco, non apre mai la porta, è silenziosissimo e non si spinge nemmeno sul poggiolo tutto sporco di cacche di piccione? Sí, Silvio, al terzo piano. Beccato il paranoico. Passiamo ai depressi. Hai mai sentito un vicino dire: non andiamo al mare, mia moglie sta a letto? Sí, ultimo piano. Una sola depressa? Facciamo finta che sia cosí. Chiudiamo con l’Alzheimer: non mi dire che in tutto il palazzo non c’è una vecchietta che straparla e butta oggetti dalla finestra? Per la verità, sono due. Vedi, se si curassero tutti, potrei mantenermi solo con questo palazzo.
Paolo Milone (L'arte di legare le persone)
La mia malattia ha anche questa caratteristica, quella di voler fare tutto da soli perché si ha l'impressione così di essere normali e di apparire tali agli altri. È la negazione della realtà. E difficile arrivare a prenderne coscienza, né del resto gli altri possono dubitare di un comportamento che può sembrare talvolta invidiabile. Il compiacimento che ne deriva diventa una trappola dalla quale si esce con estrema difficoltà. Solo qualche volta riesco con lucidità a capire che tutto quello che intraprendo non ha senso, che non so neanche più cosa significhi fare qualsiasi cosa con serenità e che sono preda di una vita delirante che non mi sta portando da nessuna parte. Ma non posso neanche soffermarmi su questa considerazione più di tanto, perché devo andare avanti a tutti i costi senza perdere una battuta di questa falsa esistenza che mi sono creata.
Fabiola De Clercq (Tutto il pane del mondo)
Hutton and the ESC advocated the elimination of ‘mental deficients,’ and of races other than ‘intelligent Anglo-Saxons.’”7 In 1927, the US Supreme Court ruled that the state of Virginia could sterilize those it thought unfit, particularly when the mother was “feeble-minded” and “promiscuous.”8 Ten years later, US Public Law 136 legalized all sterilization in Puerto Rico, even for “non-medical” reasons.9 In 1928, President Calvin Coolidge himself wrote, “We found the people of Porto Rico poor and distressed, without hope for the future, ignorant, poverty-stricken and diseased, not knowing what constitutes a free and democratic government.”10
Nelson A. Denis (War Against All Puerto Ricans: Revolution and Terror in America's Colony)
She constantly tries to be everything, and yet is, in fact, nothing.
Steve Hollyman (Esc & Ctrl)
Does this feel real? he asks. Or does it feel more like the stuff fiction is made of?
Steve Hollyman (Esc & Ctrl)
I told you, the future has already happened.
Steve Hollyman (Esc & Ctrl)
«Cosa stai facendo ancora qui? Vai da lui.» «Da lui?» «Da Leon, stupido,» sbotta. «Vuoi davvero che esca con questo stato d’animo, dopo aver litigato con te? Magari andando a consolarsi da Elliot?» Un brivido mi attraversa. «Non voglio che vada da Elliot.» Non voglio che vada da un altro ragazzo in generale. Leon è mio. E di nessun altro. «Allora vai da lui.» «Ma è arrabbiato.» «Oh sì, lo è. Raramente l’ho visto così.» «Questo non mi aiuta, Ruin.» «Dovrai abituarti al suo carattere scorbutico, scontroso e scostante se vorrai stare al suo fianco.» Le sue parole mi spiazzano. «Stare al suo fianco? Tu non dovresti… Come puoi dire una cosa del genere? Tu mi odi.» Un suono a metà tra lo stupito e l’incredulo gli esce di bocca. «Io non ti odio, Lucas. Certo, non sei neanche il mio migliore amico – né lo sarai mai – ma so riconoscere quando sbaglio, e probabilmente su di te mi sono sbagliato un po’ troppo. Se sei tu ciò che mio fratello vuole, chi sono io per intromettermi?» Mi lancia uno sguardo omicida. «Ma se gli farai del male ti giuro che ti spezzerò l’osso del collo con le mie stesse mani. Ha già sofferto troppo.» Rabbrividisco. La sua minaccia ha un non so ché di inquietante. Eppure, al tempo stesso, mi sembra la cosa più bella da sentire. Perché Ruin tiene davvero a suo fratello ed è pronto a fare qualsiasi cosa per il suo bene
Sara Coccimiglio (Come il giorno e la notte)
Non sono mai stato così ossessionato da un bacio prima d’ora, ma il mio cervello è come un disco rotto ultimamente. Inconsciamente, sento che mi sto avvicinando e, con mia sorpresa, anche Adam lo sta facendo. L’approccio da parte di entrambi è lento e misurato, come se temessimo di far paura all’altro. Il suo alito odora di cioccolata mentre si avvicina al mio viso e le mie mani iniziano a tremare. Invio una muta preghiera a qualunque divinità che mi venga in mente perché Adam torni in sé solo dopo aver avuto modo di baciarlo e sapere cosa si provi, almeno per un paio di secondi. Quando le sue labbra si poggiano finalmente sulle mie, è come se una scarica elettrica corresse per tutte le mie terminazioni nervose. Poi, emette un suono sommesso, apre le labbra e il cuore quasi mi esplode fuori dal petto. Il bacio è dolce e cauto, con la sua lingua che passa sulle mie labbra, cercando di entrare. Apro la bocca per lui senza esitazione, avvolgendogli le braccia attorno al collo, schiacciandomi su di lui. Sembra che la mia pelle sia l’unica in grado di contenermi, impedendomi di scoppiare in milioni di fasci di luce. Le sue mani scorrono con dolcezza sul mio corpo. Non nel modo rude e pretenzioso a cui sono abituato, ma con reverenza. Ogni suono ansimante che esce dalle sue labbra scava nel mio cuore per trovare dimora. Adam allontana le labbra dalle mie e gemo in protesta. Posa la sua fronte sulla mia, ed entrambi cerchiamo di riprendere fiato.
K.M. Neuhold (From Ashes (Heathens Ink #3))
Abbiamo un cuore ipertrofico, così grande che ci esce dal costato e deborda come un gozzo. E’ così pesante che ci tocca sostenerlo con le mani. E spesso le mani non ci bastano e ci vorrebbe una carriola. Ci fa andare in giro zoppicanti, il nostro cuore; zoppichiamo dalla parte sinistra, dalla sua parte, e temo che sarà così per tutta la vita, visto che non abbiamo ancora imparato a metterci una pezza, a farcene una ragione: non abbiamo saputo adattarci a un bastone, una stampella, un sostegno qualsiasi. Non ci siamo mai voluti curare. Quelli come noi non li troverai mai nei reparti di cardiologia e di ortopedia. Così malfermi e acciaccati come siamo, non per questo abbiamo intenzione di arrenderci alla nostra cardiopatia, alla nostra zoppità: lo vedi?
Maurizio Maggiani (È stata una vertigine)
You may very well not be aware of the sickness, but I guarantee you have got experienced it. The Builder’s Block psychological sickness has affected almost every Minecraft player at least once, which is quite typical. The illness is contagious, but in an odd manner; it is going to force anyone to give you the nausea publicly through a really uninformative and rushed forum thread. Humans are not susceptible to this as being a type of transmission, but, and sometimes are trying to help the victim by replying to the poorly created thread, frequently neglecting to achieve this. Happily, the nausea has perhaps not been proven deadly, nonetheless it is proven to mentally stress players which can be affected. Signs There's a obscure set of symptoms one might expect you'll feel. You might perhaps have Builder’s Block when you've got one thing such as the following: •​lack of ideas to help keep you busy in Minecraft •​The sudden disinterest of continuing a project in Minecraft •​Feeling bored •​The urge to hit one’s head against a nearby wall for a few ideas •​Uncontrollable urges to press [ESC] and [ALT]+[F4] The illness is famous to alter between players. It is extremely not likely that you will suffer from all of the aforementioned indications, and when you do have problems with them all at one period of time, please avoid calling any health-related doctor as it can cause undesired psychological treatment. Treatment Healing Builder’s Block is generally benign. First, attempt to ‘mine it off’. That is, mine for resources you may/may not want. If you are not willing to invest as much as 3 hours attempting to heal your illness, decide to try one of many following to get motivation: •​Bing: Look into random such things as your preferred video gaming level or let’s play person. •​Minecraft Forums: Search the forum for other people’s projects and prefer to assist them away. NEVER POST A THREAD; it'll oftimes be ignored or turn for the worst. •​Minecraft: Explore. See if something demands a structure or statue. That overhang is screaming at one to become a wonderful hanging city.
Feud Sigseed (Minecraft Base and City Building Guide: A Complete Handbook - Unofficial)
Ma eccola qui, la tua forma familiare, quel che è mio, il tuo, quel che è mio, quel che è tuo e mi inonda, eccola qui, che mi riempie le membra di abbandono, eccola qui, la tua tenerezza, che si ormeggia alle stesse radici, matura nella stessa carovana di frutti, ed esce dalla tua anima rotta sotto le mie dita come il succo del vino dal centro dell’uva.
Pablo Neruda (Poesie erotiche (Il fromboliere entusiasta))
Adesso non sono più nulla. Un corpo forse. Sì, quello ancora sì. Un corpo pieno di fessure. Tagli sul cuore, tagli nell’anima. Non è sangue che esce. È luce. Vita partorita dal buio.
Luca Giumento (Il dolore dei pesci (Italian Edition))
One week after the British announced the creation of the UNWCC in early October 1942, the Soviet Union convened its own war crimes panel, the ponderously titled Extraordinary State Commission for Establishing and Investigating the Crimes of the German Fascist Occupiers and Their Collaborators and the Damage Caused by Them to the Citizens, Kholkhozes, Social Organizations, State Enterprises and Institutions of the USSR—more simply, the Extraordinary State Commission (ESC).
Christopher Simpson (The Splendid Blond Beast: Money, Law, and Genocide in the Twentieth Century (Forbidden Bookshelf))
Mio zio Alex Vonnegut, un assicuratore che abitava al 5033 di North Pennsylvania Street, mi ha insegnato qualcosa di molto importante. Diceva che quando le cose stanno andando a gonfie vele bisogna rendersene conto. Parlava di occasioni molto semplici, non di grandi trionfi. Bere un bicchiere di limonata all'ombra di un albero, magari, o sentire il profumo di una panetteria, o andare a pesca, o sentire la musica che esce da una sala da concerti standosene fuori al buio, oppure, oserei dire, l'attimo dopo un bacio. Mi diceva che era importante, in quei momenti, dire ad alta voce: «Cosa c'è di più bello di questo?» Zio Alex, che è sepolto a Crown Hill insieme a James Whitcomb Riley, mia sorella e i miei genitori, i miei nonni, i miei bisnonni e John Dillinger, pensava che fosse uno spreco terribile essere felici e non rendersene conto. E io la penso come lui.
Kurt Vonnegut Jr. (If This Isn't Nice, What Is?: The Graduation Speeches and Other Words to Live By)
«E non sei deluso?» «Da cosa?» «Dalla mia inesperienza. Dal mio… non sapere cosa fare.» «Dovrei essere deluso per una cosa del genere?» Un suono incredulo gli esce di bocca mentre si solleva a sedere e mi afferra le mani. «Lucas, forse non hai capito bene come vanno queste cose. La tua inesperienza non è altro che benzina sul fuoco.» «Benzina sul fuoco?» Lui annuisce. «Sapere che non l’hai mai fatto, che sono il primo con il quale fai tutto questo, mi uccide. Ho così tanta voglia di insegnarti tutto quello che non sai che ogni giorno riuscire a trattenersi è un inferno.» Un calore innaturale mi invade il viso. Sono contento che non riesca a vedermi perché credo di non essere mai arrossito così tanto
Sara Coccimiglio (Come il giorno e la notte)
«Riportalo nella sua stanza» gli dice Amon. «E dì a Lavi di portargli qualcosa da mangiare e delle bende per curarlo. Non vogliamo certo che muoia d'infezione.» Senza degnarmi di una seconda occhiata, si gira per rientrare nel castello.«Perché mi fate questo?» gli grido dietro. O, perlomeno, ci provo, dato che mi esce solo un sussurro strozzato.Amon si ferma e si volta appena per guardarmi. Il suo viso è meraviglioso e dannato allo stesso tempo. Mi lancia un sorriso sornione che mi fa venire i brividi freddi. «Perché possiamo.»
Sara Coccimiglio (Il lato oscuro della Luna (Cremisi Vol. 1))
«Devi dimenticare la tua vita precedente. Adesso sei qui per noi» mormora, con la bocca premuta contro la mia pelle. «Per me» aggiunge togliendomi le coperte di dosso. «Non portiamo qui gli umani solo per il loro sangue.» Continua implacabile la sua discesa lungo il mio corpo, mi bacia l'ombelico. «Sei così caldo...»L'eccitazione mi sta facendo morire. «Shinobu...»«Smettila di ripetere il mio nome come un'implorazione.»«Ti prego...» Un singhiozzo mi esce dalle labbra prima che possa fermarlo. «Ti prego...» Non so nemmeno più per cosa lo sto pregando. Che continui, che si fermi. Non lo so.«Smettila di implorarmi» sibila.Spalanco gli occhi nel sentire il tremore nella sua voce. Abbasso lo sguardo e vedo i suoi canini allungati a un millimetro dalla pelle del mio stomaco. Ha gli occhi chiusi e il labbro inferiore gli sta tremando, come se si stesse trattenendo a forza.«Shinobu...» Il suo nome mi esce di bocca senza che me ne renda conto.Alza lo sguardo. Il cristallo dei suoi occhi è completamente sparito per lasciare il posto a un nero profondo e feroce. Non l'ho mai visto così. Mi fa paura eppure mi eccita al tempo stesso
Sara Coccimiglio (Il lato oscuro della Luna (Cremisi Vol. 1))
«Ho sempre l’impressione di abusare di te,» mormora, accarezzandomi la guancia con il pollice. «Della tua innocenza e della tua dolcezza. Ho sempre paura di fare qualcosa di sbagliato quando sono con te.» Una risata bassa gli esce di bocca. «È ridicolo, no? Questo desiderio di proteggerti e quello di approfittarmi della situazione si scontrano costantemente ogni volta che siamo insieme.» «Non si è mai approfittato di me, fino a ora.» «No?» «No. Altrimenti non avrei permesso che tutto questo accadesse. Ho ventuno anni, Leon, e come mi ha detto lei stesso non sono nato ieri.» Leon si lecca le labbra. Sembra soddisfatto della risposta che ha ottenuto da me. «Allora baciami tu,» mi ordina. «Così più tardi non potrò accusare me stesso di essermi approfittato di te.» Deglutisco. No, non è vero, non ci riesco. La mia gola non collabora. Prendo un profondo respiro e mi sollevo appoggiandomi a lui. Lo vedo socchiudere appena la bocca e non resisto, lasciando che la mia ci si appoggi sopra. Mi percorre un lungo brivido. Leon mi lascia fare, non si muove, si limita a farsi baciare. La situazione da una parte mi imbarazza e dall’altra mi eccita. Sento come se Leon fosse completamente nelle mie mani e la cosa mi dà una sensazione di potere indescrivibile.
Sara Coccimiglio (Come il giorno e la notte)
«Passerà presto» sussurra. «Resisti un altro po'.»Annuisco tra le lacrime e mi mordo con forza le labbra. Shinobu lecca il sangue che ne esce, poi mi solleva ancora di più i fianchi per facilitare le spinte. Si ritrae e pian piano ricomincia a spingere in avanti. Lo fa per due, tre, quattro volte, sempre pianissimo, cinque, sei, sette. Alla fine lo sento scivolare senza problemi fino in fondo e mi rendo conto che non fa male.«Non c'è più dolore» commenta, fermandosi.Annuisco anche se la sua non era una domanda e riesco anche a fare un piccolissimo sorriso. Un calore innaturale mi ha invaso e non se ne va. Anzi sta crescendo, è ovunque dentro di me, e la causa è Shinobu.Lui si lecca le labbra e sorride. Un sorriso pericoloso, mi fa accapponare la pelle, promette mille cose con un singolo movimento di labbra; senza distogliere gli occhi dai miei si ritrae fin quasi a uscire del tutto poi si spinge di nuovo tutto dentro, facendomi vedere le stelle.Oh, santissimo Dio Che le fiamme dell'inferno mi consumino, non mi importa. Ho vissuto per questo momento. Ho sopportato tutto quello che mi è successo nella vita per questi istanti.Infilo le mani nei capelli di Shinobu, sussurrandogli all'orecchio di non smettere di muoversi, in una preghiera infinita. Voglio donargli tutto, voglio che prenda tutto ciò che vuole da me.Mi chiedo cosa stia provando in questo momento, mentre affonda con forza dentro di me. Se è anche solo la metà di quello che sto provando io, non lo dimenticherà per parecchio tempo.Chiudo gli occhi mentre la sensazione di fluttuare nell'aria con la testa sempre più leggera si impadronisce di me. Sentirlo così forte dentro il mio corpo mi fa scoppiare a piangere. Ma non sono lacrime di dolore, sono lacrime di gioia.Pian piano perdo i contatti con la realtà, con quello che mi circonda. Lo sento mordermi e succhiare e ogni cosa pare andare finalmente al proprio posto.Tutto si confonde e resta un'unica certezza: sono felice
Sara Coccimiglio (Il lato oscuro della Luna (Cremisi Vol. 1))
I genitori di ragazzi come Armando devono vivere inseguiti da sguardi di pena e oppressi da quel giudizio affilato come una lama che dice 'Se avete un figlio tossico la colpa è anche un po' vostra', quel maledetto bisogno di riempire la casella 'altri da noi', per rassicurarci a ogni costo che a noi non potrà mai capitare. Eppure, nel momento in cui esce dal tuo grembo, tuo figlio tu lo fai 'venire al mondo': lo tieni tra le braccia, sei tutto ciò che ha, mangia e vive di te, ma un giorno, mentre lo allatti, ecco che guarda una farfallina che vola e la segue con gli occhi e sorride. E non è più tuo. Ti rendi conto che non lo è mai stato. Ti cresce di fronte e tu lo abbracci sempre, lo guardi sperando che non cada, che se cade non si faccia troppo male, ma sai che l'unica cosa che puoi fare è lasciarlo muovere e giocare e crescere, libero anche da te. Tenti ancora, con il tuo amore e le tue incazzature, di far sì che la tua esperienza possa farlo stare bene e che serva a qualcosa. A volte è così e a volte no. Perché è venuto al mondo, gli hai dato la vita ed è la sua vita. Tutti sbagliano, ognuno fa come può, con quel che ha e quando ci riesce. E a volte c'è una buona stella ad aiutare. A volte.
Sarah Savioli (Gli insospettabili)