Ed Hardy Quotes

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Love Kills Slowly
Don Ed Hardy
Si sdraiò sul suo giaciglio nel soggiorno e spense la luce. La notte entrò e vi prese il suo posto, noncurante e indifferente; quella stessa notte che si era già ingoiata la sua felicità e che ora stava distrattamente digerendosela; ed era pronta a ingoiare la felicità di migliaia d'altre persone, con la stessa noncuranza e impassibilità.
Thomas Hardy (Tess of the D’Urbervilles)
Vi era ben poco di terreno nel suo amore per Clare. In quella sublime realtà vedeva in lui tutta la bontà esistente, lui sapeva tutto quello che una guida, un filosofo, un amico doveva sapere: ogni linea che tratteggiava il suo viso e la sua figura era simbolo di perfezione e di mascolina bellezza; la sua anima era quella di un santo, la sua intelligenza quella di un profeta. La serietà dell'amore che provava per lui aumentava la sua dignità dandole la sensazione di portare un diadema. La superiorità del suo amore per lui, così lo vedeva, le faceva battere il cuore di devozione. Qualche volta lui coglieva i suoi grandi bellissimi insondabili occhi che lo guardavano dalle loro profondità, quasi contemplassero qualcosa d'immortale. Dimenticò il passato, lo calpestò e lo spense come si fa con un tizzone che cova sotto la cenere, pericoloso. Non aveva mai saputo che gli uomini potessero essere così disinteressati, cavalieri, protettivi nel proprio amore verso una donna, com'era lui. Angel Clare invece era ben lontano dall'essere come lei lo pensava, assolutamente lontano; tuttavia era più spirito che carne, aveva molto autocontrollo ed era alieno da volgarità. Non era un passionale, era più brillante che ardente, più vicino a uno Shelley che a un Byron, poteva amare disperatamente, ma di un amore fantasioso, spirituale, una complicata emozione che poteva gelosamente proteggere l'amata dal suo vero io. Tutto ciò sgomentava e incantava Tess, le cui fragili esperienze erano state sino a quel momento così sfortunate; e reagendo all'indignazione contro il sesso maschile si abbandonò ad una stima eccessiva di Clare.
Thomas Hardy (Tess of the D’Urbervilles)
Ma tale è la volpina astuzia della Natura che, fino a quel momento, l'amore per Angel le aveva bendato gli occhi, facendole dimenticare che da questo potevano risultare altre vite, condannate a quella sfortuna che aveva pianto solo per se stessa. Cosi non poté più opporsi ai suoi argomenti. Ma per la tendenza a combattere se stessi propria degli ipersensibili, una risposta si affacciò alla mente dello stesso Clare, che ne ebbe quasi paura. Si fondava sulla eccezionale natura di Tess, che avrebbe potuto usare come promettente argomento. Avrebbe per di più potuto aggiungere: "Su un altopiano dell'Australia, o in una pianura del Texas, chi vuoi che sappia o si interessi delle mie sventure? Chi vuoi che rimproveri me o te?" Ma lei, come la maggior parte delle donne, accettava quella momentanea dichiarazione come se fosse inevitabile. Forse aveva ragione. L'intuitivo cuore della donna conosce non soltanto la sua amarezza, ma anche quella del marito, ed anche se questi presunti rimproveri non fossero indirizzati a lui o ai suoi da estranei, avrebbero potuto raggiungere le sue orecchie partendo dalla sua stessa mente ipersensibile. Era il terzo giorno del loro distacco. Qualcuno potrebbe arrischiare lo strano paradosso che se fosse stato più sensuale, sarebbe stato il più nobile degli uomini. Non diciamo questo, ma l'amore di Clare era senza dubbio etereo all'eccesso, fantasioso sino all'inattuabilità. Per simili nature la presenza corporea è qualcosa di meno attraente dell'assenza corporea; quest'ultima crea una presenza ideale che convenientemente omette i difetti della reale. Tess si rese conto che la propria persona non perorava la sua causa con l'energia che s'era aspettata. Quella frase metaforica era vera: era un'altra donna, diversa da quella che aveva suscitato la sua passione.
Thomas Hardy (Tess of the D’Urbervilles)
L'unico esercizio fisico che Tess si concedeva a quell'epoca aveva luogo dopo il tramonto; solo allora, fuori nei boschi, le sembrava d'essere meno sola, sapeva come cogliere con precisione quell'attimo della sera, quando la luce e l'oscurità si compensano così equamente che le certezze del giorno e i dubbi della notte si neutralizzano, lasciando un'assoluta libertà mentale. È allora che il difficile impegno d'essere vivi si riduce al minimo. Non temeva le ombre, il suo unico pensiero sembrava quello di evitare l'umanità, o meglio, quella fredda sostanza in aumento chiamata mondo, che, così terribile nella massa, è così meschina, anzi penosa, nelle sue unità. Il suo incedere silenzioso su queste colline e valli solitarie si accordava perfettamente con l'elemento in mezzo a cui si muoveva. La sua figurina flessuosa e furtiva diveniva parte insostituibile della scena. A volte una stravagante fantasia la portava a rendere più intensi i processi della natura intorno a lei, fino a che sembravano partecipare alla sua stessa storia, anzi erano una parte della sua storia, perché il mondo è soltanto un fenomeno psicologico e tutto quello che sembra, in realtà esiste. Il vento improvviso e la brezza di mezzanotte, gemendo tra i germogli strettamente avviluppati e attraverso la corteccia dei ramoscelli invernali, erano forme di un amaro rimprovero. Un giorno piovoso era espressione di inconsolabile dolore per la sua debolezza da parte di un vago essere etico che lei non riusciva a classificare con precisione né come il Dio della sua fanciullezza, né come alcun altro essere. Ma questo essere circondata da elementi caratterizzati, basati su frammenti di convenzione, popolati da fantasmi e da voci avverse, era una triste ed errata creazione della fantasia di Tess: una nube di folletti maligni che la terrorizzava senza ragione. Erano loro, non lei, ad essere esclusi dall'armonia del mondo reale. Camminando tra gli uccelli addormentati nelle siepi, osservando i conigli saltare leggeri nelle conigliere illuminate dalla luna, o fermandosi sotto a un ramo carico di fagiani, Tess si sentiva come un'immagine della Colpa introdottasi nel rifugio dell'Innocenza. Voleva fare una distinzione dove non esisteva nessuna differenza. Si sentiva in antagonismo quando invece c'era un accordo perfetto. Aveva violato una legge sociale universalmente accettata, una legge sconosciuta al mondo che la circondava e dove supponeva di rappresentare una così grande anomalia.
Thomas Hardy (Tess of the d'Urbervilles)
They wore the uniform of the desert bro. Think frat boy who never went to college. Jersey Shore without the water. Farmer’s tans made by the sun instead of a cancer machine. Ed Hardy shirts and backward baseball caps. Oakley sunglasses, even at night. Goatees or shaped three-day growth. Essentially they all looked like middle relief pitchers on vacation. The kind of guys that thought they looked like MMA fighters, but really looked like assholes.
Johnny Shaw (Plaster City (A Jimmy Veeder Fiasco, #2))
Kicks from Ed Hardy,
J.R. Ward (Lover Enshrined (Black Dagger Brotherhood, #6))