Dottore Quotes

We've searched our database for all the quotes and captions related to Dottore. Here they are! All 84 of them:

The writer Umberto Eco belongs to that small class of scholars who are encyclopedic, insightful, and nondull. He is the owner of a large personal library (containing thirty thousand books), and separates visitors into two categories: those who react with “Wow! Signore, professore dottore Eco, what a library you have ! How many of these books have you read?” and the others - a very small minority - who get the point that a private library is not an ego-boosting appendage but a research tool. Read books are far less valuable than unread ones. The library should contain as much of what you don’t know as your financial means, mortgage rates and the currently tight real-estate market allows you to put there. You will accumulate more knowledge and more books as you grow older, and the growing number of unread books on the shelves will look at you menancingly. Indeed, the more you know, the larger the rows of unread books. Let us call this collection of unread books an antilibrary.
Nassim Nicholas Taleb (The Black Swan: The Impact of the Highly Improbable)
Madonna Maria, Dottore, please tell me some lies." "I am not Pinocchio. The truth will make us free. We overcome by looking it in the eyes.
Louis de Bernières (Captain Corelli's Mandolin filmscript)
Sì, è possibile trapiantare l'ipofisi di uno Spinoza o di qualche altro povero diavolo e fabbricare da un cane un essere intelligentissimo. Ma perché farlo? Me lo dica lei, per favore: perché fabbricare artificialmente gli Spinoza quando una qualunque donnetta è capace di sfornarne uno quando vuole. Madame Lomonosov ha messo al mondo a Cholmogory quel suo celeberrimo figlio. Dottore, è la stessa umanità che ci pensa e, grazie all'evoluzione, genera ostinatamente, ogni anno, dalla gentaglia più triviale, decine di geni eminenti, abbellendo il globo terrestre.
Mikhail Bulgakov (Heart of a Dog)
Il dottor Hoenikker soleva dire che qualunque scienziato non fosse in grado di spiegare quello che stava facendo a un bambino di otto anni, era un ciarlatano.
Kurt Vonnegut Jr. (Cat’s Cradle)
«Mi piaceva abbastanza il dottor Fields» disse all'improvviso «Ma mi piaci anche tu» Diede una pacca sulla mano di Isaac che era sul mio braccio «Non mi dà fastidio se i ragazzi amano i ragazzi. Se hai abbastanza fortuna da trovare qualcuno che ti ama, non devi lasciartelo scappare»
N.R. Walker (Blind Faith (Blind Faith, #1))
Mi dica, dottore, a cosa serve avere determinate facoltà se non c’è modo di impiegarle? Il delitto è banale, la vita è banale, e soltanto le qualità banali hanno ormai una funzione sulla terra".
Arthur Conan Doyle (The Sign of Four (Sherlock Holmes, #2))
Dottor Spielvogel, questa è la mia vita, la mia unica vita, e la sto vivendo da protagonista di una barzelletta ebraica! Io sono il figlio in una barzelletta ebraica… solo che non è affatto una barzelletta!
Philip Roth (Portnoy’s Complaint)
To my lovely starling, Maybe there are magical words that will make you understand, but if so, I do not know them. Words are your domain. I've always been better with pictures. I fear you think I am a monster. It's true I've disrupted many graves. The way I see it, the dead are dead. If, after their death, we can learn things from the about the human form - things that will increase the sum of human knowledge and the possibilities of art - what harm is that? After death, new life, new beauty. How can that be wrong? My friends and I have made use of some of the bodies as models. some we sell to surgeons who study them with the hopes of learning something about the frail mechanisms of the human body. I don't know exactly what Dottor de Gradi does in his workshop on the Rialto, and I was as surprised as you were to stumble on it. He couldn't - he wouldn't tell me if your friend's body ended up there. But he did assure me all of his work is focused solely on extending human life. I won't lie. I did it for the money as well. Don Loredan is holding a private exhibition in his palazzo tomorrow. The entry fee was quite steep but two of my paintings were accepted. This could be the beginning for me. I could find my own patrons. I could be more than just a peasant. Tommaso's assistant. So yes; a little for money. But mostly I did for the art. I don't expect these words to change how you feel. I simply want you not to see me as a monster. I don't want to be a monster. Not anymore. Not after meeting you. I know that we disrupted you dear friend's body, and for that I am deeply regretful. But if we had not done so, if I had not lingered in the San Domenico churchyard after standing guard for my friends, you and I might never have met. Meeting you is one thing I will never regret. I hope you like the painting. Consider tit a wedding gift. How stupid of me to let my heart go. It was a lovely fantasy while it lasted, though, wasn't it? Yours, Falco
Fiona Paul (Venom (Secrets of the Eternal Rose, #1))
Ci chiamano usurpatori, loro, che hanno usurpato ogni speranza per ciascuna generazione a venire, loro che tutto prendono senza nulla chiedere. Noi che abbiamo avuto l’ardire di strappar loro un pezzetto di terra per viverci in pace, loro che la terra la vogliono tutta per farci la guerra. Ci chiamano usurpatori, senza ricordare che i primi usurpatori sono loro, loro che hanno commesso il peccato maggiore, quel peccato che noi cerchiamo di accomodare. Loro hanno strappato la terra alla terra, l’hanno imbrigliata nelle cartine geografiche, stampata sugli stivali e sulle borse, hanno ucciso per mangiare e mangiato per uccidere, senza rispettare nulla che non fosse la loro fame di cibo e di morte. Noi non chiediamo niente, se non di vivere la vita che vogliamo, la vita che lassù non ci permettevano, perché non c’era abbastanza spazio per tutti. Entro il 2015 servivano settantamila dottori, tutti gli altri non servivano a niente. Un tempo, signori, non si era liberi, e si faceva quello che ti dicevano di fare. Adesso si è liberi, così dicono, ma quello che ti dicono lo devi fare lo stesso. Perché se non fai il dottore, allora fai la fame. Se non sei ingegnere, non lavori. Se non t’iscrivi nel ramo dell’industria, uno stipendio poi chi te lo dà. E sbranarsi e sventolare bandiere e strillare come scimmie per un boccone di pensione, quando sei troppo vecchio per gustartela, perché gli anni migliori della tua vita li hai passati a lavorare per loro. Vuoi fare l’insegnante – perché non prendi Farmacia? Vuoi essere archeologo – ma cercati un lavoretto buono. Vuoi scrivere – tanto, se non sei famoso, non ti pubblicano. E soffocare soffocare soffocare le ambizioni perché l’ambizione è peccato e non porta pane, l’ambizione è tempo perso, braccia sottratte alla produzione. E sempre un livore un livore nel petto a fare quel che è giusto fare, ma non quello che si vuol fare. Siamo morti in partenza perché volare basso ci uccide.
Chiara Pagliochini (Canto per ingannare l'attesa)
- Se non fossi innamorato pazzo di Evan, giuro che ci proverei con te, dottore. Vorrei dirti anch’io qualcosa di bello, ma… non voglio illuderti, non sarebbe giusto. Hale è la persona più sbagliata del mondo per cercare di iniziare qualcosa, ma non possiamo scegliere di chi innamorarci e, se vuoi allontanarti qualche giorno, credo che ti aiuterà a schiariti le idee… ti posso chiamare dal gabinetto se mi viene un attacco di panico? - scoppiarono a ridere entrambi e, dopo essersi sciolti dall’abbraccio, Brian si allontanò
Andrea Grady (Hale (Italian Edition))
il dottore era andato via con l’espressione di chi è gravido di pensieri dolorosi e inestricabili; la faccia che avrebbe avuto Hegel un attimo dopo che gli avessero rubato l’auto.
Marco Malvaldi (La carta più alta)
La giovinezza è un’età senza coraggio — replicò il dottore; — e i problemi appaiono più neri di quel che sono. Io, benché vecchio, non dispero mai.
Robert Louis Stevenson
Questi romanzieri conoscono un milione di trucchi. Prendete il dottor Goebbels; è così che ha cominciato, scrivendo narrativa.
Philip K. Dick (La svastica sul sole)
Di norma una bugia serve a nascondere una verità, magari qualcosa di vergognoso, ma reale. La sua non nascondeva nulla. Sotto il falso dottor Romand non c’era un vero Jean-Claude Romand.
Emmanuel Carrère (The Adversary: A True Story of Monstrous Deception)
Jekyll provava per Hyde un interesse superiore a quello che i padri provano per i figli, mentre Hyde provava un'indifferenza nei suoi confronti più forte di quella che i figli provano per i padri.
Robert Louis Stevenson (Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde - Il trafugatore di salme - Un capitolo sui sogni)
Non capiscono cos'è l'amore", rispose Adalana, "cosa vuol dire essere tenuti stretti e avere qualcuno a cui importa di te. Ho rubato io quel tempo. Sentivo l'alcol e le pillole di Ragen. Oh, fa male parlarne..." "Sì, ma dobbiamo parlarne", disse il dottor George, "ci aiuta a capire". "Sono stata io. E' un po' troppo tardi adesso per dire che mi dispiace, vero? Ho rovinato la vita dei ragazzi... Ma loro proprio non capivano..." "Non capivano che cosa?" chiese la Turner. "Cos'è l'amore. Il bisogno di amore. Essere tenuti stretti da qualcuno. Semplicemente sentirsi caldi e protetti. Non so cosa mi ha spinto a farlo
Daniel Keyes (The Minds of Billy Milligan)
La gelosia non conosceva la sua casa: in più di trent'anni di pace coniugale, il dottor Urbino si era spesso vantato in pubblico, e fino ad allora ne era stato certo, di essere come i fiammiferi svedesi, che si accendono solo sulla loro scatola.
Gabriel García Márquez (Love in the Time of Cholera)
Il dottor Saunders era incline a filosofare: il pregio della vita, diceva, non sta nei momenti dii eccitazione ma nei placidi intervalli in cui lo spirito umano, serenamente, tranquillo, non turbato dal ricordo delle emozioni, guarda se stesso con il distacco del Buddha contemplante il proprio ombelico.
W. Somerset Maugham (The Narrow Corner)
Sono pazzo, pensai,. Sono pazzo e sto avendo un'allucinazione terribilmente credibile, nel letto di qualche ospedale psichiatrico. Forse un dottore scriverà di me su qualche rivista scientifica. Dopo "L'uomo che scambio sua moglie per un cappello", ecco "L'uomo che credeva di essere nel 1958". - Jake Epping
Stephen King (11/22/63)
Conoscono un milione di trucchi, questi romanzieri. Prendiamo il dottor Goebbels; è così che ha cominciato, scrivendo romanzi. Fanno appello ai desideri più inconfessati che si nascondono in ognuno di noi, per quanto in superficie si possa apparire rispettabili. Sì, gli scrittori conoscono gli uomini, sanno quanto siano indegni, governati dai loro testicoli, spinti dalla loro vigliaccheria, pronti a vendersi a qualsiasi causa per ingordigia... tutto quello che devono fare è battere il tamburo, e questa è la loro risposta. E naturalmente, questi romanzieri, se la ridono di nascosto, vedendo l'effetto che ottengono.
Philip K. Dick (The Man in the High Castle)
A nessuno importerà quali individui siano stati modificati per costruire un romanzo. Lo so, c’è sempre un certo tipo di lettore che si sentirà in dovere di chiedere: Ma che cosa è successo veramente? La risposta è semplice: gli amanti sopravvivono, felici. Finché resterà anche una sola copia, un unico dattiloscritto della mia stesura finale, la mia Arabella dall'animo sincero e il suo principe-dottore sopravviveranno per amarsi. Il problema in questi cinquantanove anni è stato un altro: come può una scrittrice espiare le proprie colpe quando il suo potere assoluto di decidere dei destini altrui la rende simile a Dio? Non esiste nessuno, nessuna entità superiore a cui possa fare appello, per riconciliarsi, per ottenere il perdono. Non c’è nulla al di fuori di lei. È la sua fantasia a sancire i limiti e i termini della storia. Non c’è espiazione per Dio, né per il romanziere, nemmeno se fossero atei. È sempre stato un compito impossibile, ed è proprio questo il punto. Si risolve tutto nel tentativo. [...] Mi piace pensare che non sia debolezza né desiderio di fuga, ma un ultimo gesto di cortesia, una presa di posizione contro la dimenticanza e l'angoscia, permettere ai miei amanti di sopravvivere e vederli riuniti alla fine. Ho regalato loro la felicità, ma non sono stata tanto opportunista da consentire che mi perdonassero, non proprio, non ancora.
Ian McEwan (Atonement)
È interessante notare che non c'è nessuna differenza sostanziale tra ciò che volevano dalla letteratura i fascisti occidentali e ciò che vogliono i bolscevichi. Mi si permetta di citare:《La personalità dell'artidta dovrebbe svilupparsi liberamente e senza restrizione. C'è però una cosa che noi chiediamo: un riconoscimento del nostro credo》. Parlava così uno dei capi nazisti, il dottor Rosenberg, ministro della Cultura nella Germania hitleriana. Un'altra citazione:《Ogni artista ha il diritto di creare liberamente; ma noi comunisti dobbiamo guidarlo secondo un piano》. Parlava così Lenin. Sono entrambe citazioni testuali, e la loro somiglianza sarebbe assai divertente se la cosa non fosse così triste.
Vladimir Nabokov
Lei era la figlia del dottor Frank Buford, un proprietario della zona, per il quale la medicina costituiva soltanto una professione, mentre la vera passione restava la terra, cosicché era rimasto povero. Invece la passione di zio Jack per le colture si era limitata alle cassette di fori che aveva sulla finestra a Nashville, e così era potuto diventare ricco.
Harper Lee (To Kill a Mockingbird)
A quel bel discorso, Candido, l’essere il più dolce della natura, benchè avesse ammazzato tre uomini, due de’ quali erano preti, non fece parola, ma annojato del dottore e della società, il giorno appresso con una canna in mano, se ne fuggì, senza saper dove, cercando in luogo ov’ei non s’annojasse, e dove gli uomini non fossero uomini, come nel buon paese d’Eldorado. Candido
Voltaire (Candide)
Gideon mi lasciò, si alzò e si avvicinò a Mr Whitman. «Dovrò ammanettarlo» disse con un sospiro. «E poi bisogna fasciare la ferita del dottor White.» «Sì, e poi dobbiamo liberare gli altri dalla stanza del cronografo»aggiunsi. «Ma prima sarà meglio mettersi d'accordo sulla storia da raccontare.» «E prima ancora devo assolutamente baciarti» concluse Gideon abbracciandomi di nuovo.
Kerstin Gier
Seduto nella stanza 217 della Scatola, Brady fissa la videata iniziale di Pesca nello stagno. Ha lo sguardo vigile e consapevole. È l'espressione che nasconde a tutti tranne che a Felix Babineau. Ormai il primario riveste una minima importanza. Quasi non esiste. È diventato il Dottor Zeta. "Scapelli, spostiamoci in cucina", ordina Brady. La donna cerca di resistergli, ma inutilmente.
Stephen King (End of Watch (Bill Hodges Trilogy, #3))
Avevamo, poi, due formidabili alleati: il rum e il clima. Per quanto riguarda il primo, pur essendo lontani quasi un miglio, potevamo sentirli urlare a squarciagola e cantare fino a notte fonda; per quanto riguarda il secondo, il dottore si giocava la parrucca che, accampati nella palude, e privi com'erano di medicine, nel giro di una settimana la metà di essi si sarebbero ritrovati stesi.
Robert Louis Stevenson
Ma l'amore che Hyde prova nei confronti della vita è stupendo; dirò di più: ogniqualvolta io, che solo a pensarlo mi sento venir meno e sento il sangue farsi ghiaccio, ricordo l'abiezione e la passione che lo lega alla vita, quando mi rendo conto di quanto tema il potere che io ho di recidere quel suo legame a essa attraverso il suicidio, sento, nel profondo del mio cuore, di avere pietà per lui.
Robert Louis Stevenson (Lo strano caso del dottore Jekyll e del signor Hyde - Il trafugatore di salme - Un capitolo sui sogni)
- Adesso vuoi anche psicanalizzarmi? Che cosa vuoi da me, dottore? - il suo tono si fece minaccioso, il suo viso era così vicino che riusciva a vedere delle minuscole pagliuzze verdi nei suoi occhi dorati. - Che tu mi dica perché sei così pieno di rabbia e di rancore, perché sembri odiare tutto e tutti. Perché, con una fidanzata bella e dolce come la tua, e tutte le belle ragazze che ti stanno addosso, devi buttarti via con…- Fu zittito dalle labbra di Hale, un bacio improvviso, rabbioso, le labbra che premevano con forza contro la sua bocca chiusa; era un bacio di punizione. Il suo profumo, così buono, così intenso, gli riempì le narici, sentì una contrazione alla bocca dello stomaco e quando Hale lo schiacciò con il suo corpo, si accorse della reazione improvvisa del proprio corpo e andò nel panico più totale. Le labbra di Hale cercavano di farsi strada, risolute e decise, ma Brian non aveva nessuna intenzione di cedere, e lo spinse via quasi con violenza. Rimasero ad osservarsi col fiato corto, studiandosi a vicenda, cercando di capire cosa ci fosse negli occhi dell’altro. - Visto che avevo ragione io, dottore? Sei un bugiardo - quelle parole sussurrate gli mozzarono il respiro
Andrea Grady (Hale (Italian Edition))
E’ difficile parlare dell’importanza di un eroe immaginario. Ma gli eroi sono importanti. Gli eroi ci dicono qualcosa di noi stessi. I libri di storia ci dicono cosa siamo soliti essere, i documentari ci dicono chi siamo ora, ma gli eroi ci dicono chi vogliamo essere. E molti dei nostri eroi mi deprimono. Quando hanno creato questo particolare eroe, non gli hanno dato una pistola, gli hanno dato un cacciavite per sistemare le cose. Non gli hanno dato un carro armato o una nave da guerra o un X-Wing, gli hanno dato una cabina telefonica per poterlo chiamare in caso di pericolo. E non gli hanno dato un superpotere o delle orecchie a punta o un raggio laser, gli hanno dato un cuore in più. Gli hanno dato due cuori. E questa è una cosa straordinaria. Non ci sarà mai un tempo in cui non avremo bisogno di un eroe come il Dottore.
Steven Moffat
«Crescendo senza un padre e con una madre inaffidabile, presumo che ci siano stati molti momenti nella sua infanzia in cui ha dovuto farsi da genitore» disse il dottor Sherman, convinto. «Non ha avuto altra scelta che prendersi cura, non solo di se stessa, ma certe volte anche di sua madre. In assenza di una figura maschile, è stata lei “l’uomo di casa”, si fa per dire. Quindi è perfettamente comprensibile che desideri un’identità maschile.» Sam si sentì come se avesse portato l’automobile in officina e il meccanico ne parlasse come di un cavallo. «Mi dispiace, ma non credo che sia sulla strada giusta» disse Sam. «Sono un transessuale perché mi identifico in un sesso diverso da quello del mio corpo. Non ha nulla a che fare con la mancanza di una figura paterna nella mia vita.» «Sì, capisco che pensi di essere transessuale, ma la mia opinione professionale è che lei soffra di una confusione di identità...» «Non sono affatto confuso» ribatté Sam. «È qualcosa con cui lotto e che ho tenuto nascosto da quando ero bambino. Non credo che lei capisca quanto sia stato difficile venire qui e raccontare tutto a uno sconosciuto. Sono venuto per ricevere consiglio su cosa fare e come dirlo ai miei cari, non per farmi trattare come se fossi pazzo»
Chris Colfer (Stranger Than Fanfiction)
Mi è sempre sembrato strano", disse il Dottore. "Le cose che ammiriamo negli uomini, la bontà, la generosità, la franchezza, l'onestà, la saggezza e la sensibilità, sono in noi elementi che portano alla rovina. E le caratteristiche che detestiamo, la furberia, la cupidigia, l'avarizia, la meschinità, l'egoismo, portano al successo. E mentre gli uomini ammirano le prime di queste qualità, amano il risultato delle seconde.
John Steinbeck
Sa infatti che si deve ridere delle cose delle quali si è feriti soltanto per mantenere l'equilibrio, impedire che il mondo ti renda pazzo furioso. Sa che esiste un aspetto doloroso; sa che il pollice mi duole, che la sua amichetta ha un seno illividito e che il dottore sta perdendo gli occhiali, ma non vuole consentire alla sofferenza di cancellare l'umorismo, non più di quanto consenta all'umorismo di cancellare la sofferenza.
Ken Kesey (Ken Kesey's One Flew over the Cuckoo's Nest (Barron's Book Notes))
«Ti vedono interpretare quella parte da così tanto tempo e si dimenticano che è solo un ruolo in uno spettacolo. Così, ogni volta che viene loro ricordato che non è reale, lo prendono come un tradimento o un attacco a una cosa che amano.» «Esatto» disse Cash. «La gente diventa dipendente dal mondo di fantasia che le offri, e si rivolta contro di te appena accenni a rompere l’illusione. Sai, se fossi una rockstar nessuno parlerebbe di me. L’unico motivo per cui faccio così scalpore è che il mio comportamento è diverso da quello del dottor Bumfuzzle. Capisci?» «Assolutamente» disse Sam a bassa voce. «La gente si aspetta troppo e poi ti critica quando le sue aspettative non vengono soddisfatte. È colpa tua, perché non sei la persona che vogliono che tu sia. Sei tu quello strano. Sei tu il mostro. In realtà, tutto quello che stai cercando di essere... è te stesso.» Non riusciva a capire se fosse il whisky o la conversazione, ma Sam stava provando emozioni sempre più forti. Volse lo sguardo alle luci della città per nascondere gli occhi lucidi. Cash era sorpreso che Sam capisse così bene la situazione. «Esatto» disse. «È sempre stata questa la cosa più difficile da gestire nel mio lavoro a Wiz Kids. Non c’è niente di peggio che accorgersi che tutti ti credono diverso da quello che sei. Ti fa sentire solo, è frustrante, e più doloroso di quanto si possa..»
Chris Colfer (Stranger Than Fanfiction)
Sono stato in posti caldi come la pece, dove i compagni mi stramazzavano intorno per la febbre gialla e il terremoto faceva sollevare la maledetta terraferma, che sembrava il mare: che ne sa il dottore di paesi così? E ho vissuto di rum, ti dico. È stato per me cibo e bevanda, pane, moglie e marito; e se adesso non posso avere il mio rum sono come un povero relitto arenato sottovento e il mio sangue ricadrà su di te, Jim, e su quello zuccone del dottore.
Robert Louis Stevenson (Treasure Island)
Non ricorda più l'ultima volta che è riuscita a dormire per sei ore piene, sei ore ininterrotte senza svegliarsi da un brutto sogno o scoprire che i suoi occhi si erano aperti all'alba, e sa che questi problemi di sonno sono un brutto segno, un avviso inequivocabile del fatto che l'aspettano guai, ma malgrado quello che continua a ripeterle sua madre, non vuole tornare ai farmaci. Prendere una di quelle pillole è come inghiottire una piccola dose di morte. Quando inizi con quella roba, i tuoi giorni vengono trasformati in un regime stordente di smemoratezza e confusione, e non c'è momento in cui senti la testa imbottita di batuffoli di cotone e brandelli di carta. Ellen non vuole chiudere la sua vita per sopravvivere alla sua vita. Vuole che i suoi sensi siano svegli, formulare pensieri che non svaniscano nel mentre le si presentano, sentirsi viva in tutti i modi in cui un tempo si sentiva viva. Ora non sono in programma collassi. Non può permettersi altri cedimenti, ma malgrado gli sforzi di tenersi salda nel qui e ora, la pressione si è nuovamente accumulata in lei, ricomincia a sentire fitte del vecchio panico, il nodo nella gola, il sangue che le scorre troppo in fretta nelle vene, il cuore contratto e il polso frenetico. Paura senza oggetto, come gliel'ha descritta una volta il dottor Burnham. No, dice ora fra sé: paura di morire senza aver vissuto.
Paul Auster (Sunset Park)
«Eppure dev’esserci una correlazione. Lo scienziato che gioca col destino dei draghi, e i draghi che si organizzano in segreto per fondare un nuovo regno. Sta accadendo tutto nello stesso momento, vedete? Se i draghi sono sempre esistiti, allora perché è solo oggi, in quest’epoca, che hanno deciso di muoversi? Forse perché è adesso che si sentono davvero minacciati.» «Quando si tratta del dottor Brandi, la minaccia si estende anche a noi.» Disse Eleonora. «Hai ragione, Ale. I draghi sono coloro che potrebbero salvarci.»
Valentina Bellettini (Eleinda² - La formula dell'immortalità)
Loro pensano che io sia ancora un bambino. Pensano che se faranno abbastanza attenzione, nulla mi farà mai del male. Ma non sono più un bambino. Potrò anche essere ritardato, ma non sono giovane. Non voglio che David mi protegga. Quello che voglio… Non sono ancora sicuro di cosa voglia da lui, ma di certo non questo. Ma lui lo vuole. Lui lo vuole. E mi sento al sicuro con lui, e questo non va bene”. “Perché dici così?” “Perché nessuno è mai davvero al sicuro. Nessuno ha il diritto di sentirsi al sicuro, perché chiunque può perdere tutto, in qualsiasi momento. David mi fa sentire al sicuro, e questo fa sì che non mi senta più al sicuro.” Zach scattò dalla sua poltrona e prese a camminare per la stanza. “Lo so, è stupido. Ma non voglio sentirmi così. Non posso più permettermi di sentirmi così. Se abbasso la guardia, cosa succederà quando non sarò più al sicuro? Non sarò pronto. Non sarò preparato.” “Sarai vulnerabile,” disse il dottor Barrett. “Esatto! E non posso permettermelo. Non posso.” “Zach, essere vulnerabile fa parte dell'essere umani.” “Allora non voglio essere umano
Rowan Speedwell (Finding Zach (Finding Zach, #1))
Una volta ho letto, non ricordo più dove, che agli oggetti antichi può legarsi una maledizione, uno scongiuro, un incantesimo, i quali poi vanno a colpire chi si mette in casa e custodisce simili chincaglierie. Sai forse che cosa inneschi, quando richiami con un fischio un cane randagio che ti viene incontro durante una passeggiata serale? Per compassione lo porti al caldo, nella tua stanza, ed ecco che, all'improvviso, dal suo pelo nero fa capolino il diavolo. Io, pronipote di John Dee, sto forse vivendo ciò che accadde un tempo al dottor Faust?
Gustav Meyrink (Angel of the West Window)
«Più persone aggiungi, più la felicità si fa una cosa parziale. Essere felici diventa più complicato se aggiungi persone, perché non basta più che le cose vadano bene a te soltanto, serve assolutamente vadano bene anche a loro» aveva confidato una volta al dottor Fujita. «Certo, allargando la portata dei nostri affetti, la statistica ci dà sempre meno ragione. Completamente felici non lo si potrà essere più» aveva risposto il medico con un sorriso, mentre gli prendeva il battito. «Sempre che anche prima, da soli, fosse possibile essere completamente felici.»
Laura Imai Messina (ラウラ・今井・メッシーナ)
Gli venne una voglia matta di rivedere la ragazza, ma stabilì che, prima, avrebbe dovuto fare qualcosa che giustificasse la stima che la ragazza gli aveva dimostrato. Era un debito da pagare, insomma. Come succede a me quando qualcuno mi chiama "dottore" e io mi dico sempre: "Bisogna che mi decida a prendere questa stramaledetta laurea!". È inutile tentar d'andare controccorrente: quando hai sgobbato trent'anni per farti un nome, la gente ti premia dandoti il titolo più generico e meno meritato che ci possa essere e, allora, bisogna cercare di adeguarsi. Se Pancho Villa resuscitasse e venisse a fare un giro in Italia, la gente gli direbbe: <>.
Giovannino Guareschi (Baffo racconta)
Nella vita di ognuno esistono momenti - quando la porta sbattuta all'improvviso e senza alcun visibile motivo di colpo si riapre, quando lo spioncino chiuso un attimo fa viene di nuovo aperto, quando un brusco <> che sembrava irrevocabile si muta in <> -, momenti in cui il mondo intorno a noi si trasfigura, e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuovo sangue. E' stata concessa una proroga a qualcosa di ineluttabile, definitivo; il verdetto del giudice, del dottore, del console, è stato riviato. Una voce ci avverte che non tutto è perduto. E con gambe tremanti e lacrime di gratitudine passiamo nel locale adiacente, dove ci pregano di <> prima di spedirci nel baratro.
Nina Berberova (Il giunco mormorante)
Ehi!” sbotta lui. “Non puoi continuare a darmi il tormento solo perché non sapevo cosa fosse una diga dentale! Neanche tu lo sapevi.” “Mi hai detto che secondo te era una specie di filo interdentale sexy che la gente usava per scene di bondage nel sadomaso! Per un anno intero, dopo quella spiegazione, non sono riuscito a essere serio col dottor Kao perché me lo immaginavo sempre come una specie di eccentrico Dominatore.” E non mi aveva per niente aiutato il fatto che l’uomo in questione avesse almeno quattrocento anni e mi avesse estratto i denti del giudizio subito dopo; ero assolutamente certo di aver partecipato a qualche scena innominabile mentre dormivo sotto anestesia. “Forse lo è sul serio,” dice Otter con aria speculativa. “Ce lo vedrei bene vestito tutto di pelle.” Lo fissiamo sconcertati.
T.J. Klune (The Art of Breathing (Bear, Otter, and the Kid, #3))
La macchina parte con il conto alla rovescia, da tre. La prima foto la improvvisiamo. Arthur avvicina la testa alla mia ed entrambi sorridiamo, supersemplice. Per la seconda foto Arthur tira fuori la lingua ed emette un “Aaaaaah” come se un dottore gli stesse esaminando la bocca. Io faccio un occhiolino esagerato. Per la terza foto Arthur si volta verso di me. A me batte forte il cuore perché sembra mi voglia baciare, ma a me ancora non viene. Lo so che è molto bello aver ritrovato il ragazzo che ho incontrato all’ufficio postale, ma per quanto lui sia affascinante, non posso costringermi a baciarlo prima di sentirmi pronto. Prima di desiderarlo. Ci fissiamo e quando scatta l’ultimo flash ci stiamo sorridendo. Usciamo dalla cabina e prendiamo una copia ciascuno da conservare. Stiamo davvero molto bene insieme
Becky Albertalli (What If It's Us (What If It's Us, #1))
Voglio farle una domanda, disse il dottor Cardoso, lei conosce i médecins-philosophes? No, ammise Pereira, non li conosco, chi sono? I principali sono Théodule Ribot e Pierre Janet, disse il dottor Cardoso, è sui loro testi che ho studiato a Parigi, sono medici e psicologi, ma anche filosofi, sostengono una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sè, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perchè noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone. Il dottor Cardoso fece una piccola pausa e poi continuò: quella che viene chiamata la norma, o il nostro essere, o la normalità, è solo un risultato, non una premessa, e dipende dal controllo di un io egemone che si è imposto sulla confederazione delle nostre anime; nel caso che sorga un altro io, più forte e più potente, codesto io spodesta l'io egemone e ne prende il posto, passando a dirigere la coorte delle anime, meglio la confederazione, e la preminenza si mantiene fino a quando non viene spodestato a sua volta da un altro io egemone, per un attacco diretto o per una paziente erosione. Forse, concluse il dottor Cardoso, dopo una paziente erosione c'è un io egemone che sta prendendo la testa della confederazione delle sue anime, dottor Pereira, e lei non può farci nulla, può solo eventualmente assecondarlo. Il dottor Cardoso finì di mangiare la sua macedonia e si asciugò la bocca con il tovagliolo. E dunque cosa mi resterebbe da fare?, chiese Pereira. Nulla, rispose il dottor Cardoso, semplicemente aspettare, forse c'è un io egemone che in lei, dopo una lenta erosione, dopo tutti questi anni passati nel giornalismo a fare la cronaca nera credendo che la letteratura fosse la cosa più importante del mondo, forse c'è un io egemone che sta prendendo la guida della confederazione delle sue anime, lei lo lasci venire alla superficie, tanto non può fare diversamente, non ci riuscirebbe e entrerebbe in conflitto con se stesso, e se vuole pentirsi della sua vita si penta pure, e anche se ha voglia di raccontarlo a un sacerdote glielo racconti, insomma, dottor Pereira, se lei comincia a pensare che quei ragazzi hanno ragione e che la sua vita finora è stata inutile, lo pensi pure, forse da ora in avanti la sua vita non le sembrerà più inutile, si lasci guidare dal suo nuovo io egemone e non compensi il suo tormento con il cibo e con le limonate piene di zucchero.
Antonio Tabucchi (Sostiene Pereira)
Non mi piace fare troppe domande, ti fanno pensare al giorno del giudizio universale. Porre una domanda è come mettere in moto una pietra: te ne stai tranquillo e beato sulla sommità di un colle e la pietra comincia a rotolare trascinando con sé altri detriti, e tutto ad un tratto un buon vecchietto, l'ultima persona al mondo cui avresti pensato, si busca un colpo sulla zucca mentre vanga il suo orticello e così la sua famiglia è costretta a cambiar nome [...]
Robert Louis Stevenson (Lo strano caso del dottore Jekyll e del signor Hyde - Il trafugatore di salme - Un capitolo sui sogni)
Ticchettio d'ingranaggi. Rumore di pistoni. Sbuffi di vapore. Boyle. Rufus Leddy Boyle, lo scienziato pazzo. Henry sentì crescere dentro di sé la paura, come albume d'uovo montato a neve. In che mani era finito? Tentò ancora di muoversi, ma invano. L'ombra dell'uomo che aveva appena parlato gli coprì il viso. «So che potete sentirmi, lord Demison. Sono il colonnello Comask». Pausa. Anche l'uomo chiamato “dottor Boyle” entrò nel campo visivo di Henry. Poi il colonnello proseguì: «Avete servito egregiamente la corona, ma date le circostanze, credo che sia opportuno congedarvi. Non c'è urgenza di recuperare i documenti. E, almeno per il momento, la vostra missione è compiuta». Fece un saluto militare. «Ci rivedremo a Londra». Salutò il dottore e se ne andò. Henry era ancora impossibilitato a muoversi. Vide il dottor Boyle farsi più vicino e togliersi gli occhialini di protezione. Gli lesse negli occhi una strana mescolanza di orgoglio e compassione. «Bentornato tra i civili, lord Demison», disse l'uomo con insolita dolcezza. «E benvenuto nella vostra nuova vita».
Monica Serra (Evaporismi)
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende, prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona. Amor condusse noi ad una morte. Caina attende chi a vita ci spense". Queste parole da lor ci fuor porte. [...] Poi mi rivolsi a loro e parla’ io, e cominciai: "Francesca, i tuoi martìri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri, a che e come concedette amore che conosceste i dubbiosi disiri?". E quella a me: "Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice ne la miseria; e ciò sa 'l tuo dottore. Ma s’a conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto, dirò come colui che piange e dice. Noi leggiavamo un giorno per diletto di Lancialotto come amor lo strinse; soli eravamo e sanza alcun sospetto. Per più fïate li occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso; ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disïato riso esser basciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi basciò tutto tremante. Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse: quel giorno più non vi leggemmo avante".
Dante Alighieri
FAUST: Ah, Faust, hai solo un'ora di vita, poi sarai dannato per sempre. Fermatevi sfere del cielo che eternamente ruotate, che il tempo finisca e mezzanotte non venga mai. Occhio lieto della natura, sorgi, sorgi di nuovo e fai un giorno eterno, o fai che un'ora duri un anno, un mese, una settimana, un giorno, che Faust possa pentirsi e salvare l'anima. "O lente lente currite noctis equi". Le stelle ruotano, il tempo corre, l'orologio suonerà, verrà il demonio e Faust sarà dannato. Salirò fino a Dio! Chi mi trascina in basso? Guarda, il sangue di Cristo allaga il firmamento e una sola goccia mi salverebbe, metà d'una goccia. Ah, mio Cristo, non uncinarmi il cuore se nomino Cristo. Lo dirò di nuovo. Risparmiami, Lucifero. Dov'è? E' scomparso. Vedo Dio che stende il braccio e china la fronte minacciosa Montagne e colline, venite, franatemi addosso, nascondetemi all'ira terribile di Dio. No, no? Allora mi getto a capofitto nella terra: apriti, terra. No, non mi dà riparo. Stelle che regnavate alla mia nascita e che mi avete dato morte e inferno, risucchiatevi Faust come una nebbia nelle viscere di quelle nubi incinte, affinché, quando vomitate in aria, il corpo cada dalle bocche fumose ma l'anima salga al cielo. (L'orologio suona) Ah, mezz'ora è passata. Presto passerà tutta. Dio, se non vuoi avere pietà di quest'anima almeno per amore di Cristo il cui sangue mi ha riscattato, assegna un termine alla mia pena incessante: che Faust resti all'inferno mille anni, centomila, e alla fine sia salvato. Ma non c'è fine alle anime dannate. Perché non sei una creatura senz'anima? Perché la tua dev'essere immortale? Metempsicosi di Pitagora, fossi vera, l'anima mi lascerebbe, sarei mutato in una bestia bruta. Felici le bestie che morendo cedono l'anima agli elementi, ma la mia vivrà torturata in eterno. Maledetti i genitori che mi fecero! No, Faust, maledici te stesso, maledici Lucifero che ti ha privato del cielo. (L'orologio suona mezzanotte). Suona, suona! Corpo, trasformati in aria, o Lucifero ti porterà all'inferno. Anima, mùtati in piccole gocce d'acqua e cadi nell'oceano, nessuno ti trovi. (Tuono, ed entrano i diavoli) Mio Dio, mio Dio, non guardarmi così feroce! Serpi e vipere, lasciatemi vivere ancora un poco. Inferno orribile, non aprirti. Non venire, Lucifero. Brucerò i miei libri. Ah, Mefistofele. (Escono con Faust. [Escono in alto Lucifero e i diavoli]) Christopher Marlowe, La tragica storia del Dottor Faust [Atto V, Scena II]
Christopher Marlowe (Dr. Faustus)
45 I giorni trascorsi in attesa dei risultati dell'esame erano stati un inferno. Evelyn aveva vissuto in una specie di nebbia, pregando e stipulando patti con un Dio nel quale non era neppure sicura di credere. Aveva promesso che se i risultati fossero stati negativi non si sarebbe lamentata mai più di nulla. Avrebbe trascorso il resto della sua esistenza a rallegrarsi di essere viva, a compiere buone azioni per i poveri, e sarebbe andata in chiesa ogni giorno. Ma il giorno dopo aver scoperto di essere sana e per nulla in punto di morte, come già aveva immaginato, era tornata quella di sempre. Solo che adesso, dopo quello spavento, era convinta che ogni dolore denunciasse l'insorgenza di un tumore: se fosse andata dal dottore a farsi visitare, non solo avrebbe scoperto di essere incurabilmente malata, ma sarebbe stata sottoposta a un'auscultazione al petto con uno stetoscopio e il medico l'avrebbe fatta ricoverare in ospedale per un'operazione a cuore aperto prima che lei potesse sfuggirgli. Insomma, viveva con un piede nella fossa. Quando si guardava il palmo della mano, le sembrava persino che la linea della vita diventasse ogni giorno più corta. Sapeva che non avrebbe retto un'altra volta all'attesa dei risultati di un esame e aveva deciso che preferiva non sapere se era malata e morire così, sui due piedi, possibilmente fulminata da un colpo. Quella mattina, mentre andavano alla casa di riposo, si rese conto che la sua vita stava diventando insopportabile. Ogni mattina mentiva a se stessa con il solo scopo di arrivare a sera.
Fannie Flagg (Fried Green Tomatoes at the Whistle Stop Cafe)
Taron tornò con uno zaino e dei vestiti. Li lanciò su di lui e poi indicò la borsa. “Acqua e cibo.” Si piegò su di lui e tirò il collare così forte che Colin ebbe paura di prendere la scossa. Tuttavia, sentì uno scatto, e l’anello di metallo cadde dal suo collo. Taron lo lanciò sul prato senza nemmeno controllare dove fosse finito. I suoi occhi erano arrossati quando disse: “Voglio che tu sparisca. Non mi interessa se chiamerai la polizia. Sono sempre stato tranquillo qui, e poi sei arrivato tu. Hai rovinato tutto. Vai. Sei libero. Vai da un cazzo di dottore. Non mi interessa.” Colin lo fissò, ancora incredulo, ma non osò chiedere. Si sentì quasi troppo nudo senza il collare, e sotto lo sguardo accusatorio di Taron si sentì piccolo e insignificante, come un granello di polvere. Non disse niente, e osservò con espressione sconvolta Taron sbattere la porta e lasciarlo da solo. Il collare non c’era più. Era libero
K.A. Merikan (Wrong Way Home)
«Un omo dovrebbe campare quanto è di giusto. Novant'anni sono assà, troppi. E addiventano ancora chiussà quanno che uno è obbligato a ripigliare le cose in mano doppo che pinsàva d'essersene sbarazzato. E la facenna di Japichinu mi ha consumatu, dottore. Non dormu per la prioccupazione. È macari malatu di petto. Io ci dissi: consegnati ai carrabbinera, almeno ti curano, Ma Japichinu è picciotto, tistardu come tutti i picciotti. Comunque, io ho dovuto ripinsàri a pigliari la famiglia in manu. Ed è difficili, difficili assà. Pirchì intantu lu tempu è andato avanti, e gli òmini si sono cangiati. Non capisci cchiù come la pensano, non capisci quello che gli sta passando per la testa. Un tempu, tantu pi fari un esempiu, su una data facenna complicata ci si ragiunava. Macari a longo, macari pi jorna e jorna, macari fino alle mali parole, alla sciarriatina, ma si ragiunava. Ora la genti non voli cchiù ragiunari, non voli pèrdiri tempu». «E allora che fa?». «Spara, dottore mio, spara. E a sparari semu tutti bravi, macari u cchiù fissa di la comitiva. Se lei, putacaso, ora comu ora scoccia il revorbaro che tiene nella sacchetta...». «Non ce l'ho, non cammino armato». «Daveru?!». Lo sbalordimento di don Balduccio era sincero. «Dottore mio, 'mprudenza è! Con tanti sdilinquenti ca ci sono in giro...». «Lo so. Ma non mi piacciono le armi». «Manco a mia piacevano. Ripigliamo il discorso. Se lei mi punta un revorbaro contro e mi dice: "Balduccio, inginocchiati", non ci sono santi. Essendo io disarmato, mi devo inginocchiari. È ragionato? Ma questo non significa che lei è un omo d'onore, significa solo che lei è, mi pirdonasse, uno strunzo con un revorbaro in mano». «E invece come agisce un omo d'onore?». «Non come agisce, dottore, ma come agiva. Lei viene da mia disarmato e mi parla, m'espone la quistione, mi spiega le cosi a favori e le cosi contro, e se iu in prima non sugnu d'accordu, u jornu appressu torna e ragiunamu, ragiunamu fino a quannu iu mi fazzu convintu ca l'unica è di mettermi in ginocchiu comu voli lei, nell'interessi miu e di tutti». Fulmineo, nel ricordo del commissario s'illuminò un brano della manzoniana Colonna Infame, quando un disgraziato è portato al punto di dover pronunziare la frase «ditemi cosa volete che io dica» o qualcosa di simile. Ma non aveva gana di mettersi a discutere di Manzoni con don Balduccio. «Mi risulta però che macari a quei tempi beati che lei mi sta contando si usava ammazzare la gente che non voleva mettersi in ginocchio». «Certo!» fece con vivacità il vecchio. «Certo! Ma ammazzare un omo pirchì si era refutato d'obbediri, lo sapi lei che significava?». «No». «Significava una battaglia persa, significava che il coraggio di quell'omo non ci aveva lasciato altra strata. Mi spiegai?».
Andrea Camilleri (Excursion to Tindari (Inspector Montalbano, #5))
Io...voglio essere come gli altri" risposi. Lui scosse la testa. "Non sono un dottore. E nemmeno un mago. Questo lo sai." "Sì. Però... voglio il rispetto" spiegai. "Voglio che gli altri non vedano il gattino che sono fuori, ma la tigre che sono dentro. Voglio essere rispettato." Kenwa annuì. "Questo lo possiamo fare. Ma ricorda, Shotaro, che la tigre e il gattino dovranno imparare a convivere, o la belva ti divorerà piano piano dall'interno, portandoti all'infelicità.
Cotini Maria Giulia
Invece è una bella cosa, andare in giro con i taccuini. Ve lo dico.Che quando ti viene a visitare la frase, tu devi essere pronto a riceverla. Io per scrivere tengo dei quaderni, come faceva Cechov. Anche lui teneva quaderni, per scriverci le frasi. Quando usava una frase in una delle sue opere, la cancellava dal quaderno con dei tratti di penna.Li hanno anche pubblicati, i quaderni del dottor Cechov: tutte le frasi che erano andate a visitarlo, e che lui non ha mai usato nelle sue opere. Io li ho letti. Mi ricordo una frase: Sono stata felice una sola volta, sotto un ombrellino.
Paolo Nori (Bassotuba non c'è)
A volte penso che il dottore giusto saprebbe aprirmi il petto e trovarla lì, mia sorella, incastonata dentro di me, come un viso su un medaglione
Karen Russell (Sleep Donation)
È questo il viso che mosse mille navi e che diede fuoco alle alte torri d'Ilio? Fammi immortale con un bacio, Elena! Dottor Faust
Christopher Marlowe (Doctor Faustus)
Un'intera vita dedicata alla medicina aveva insegnato al dottor Soldevila che la malattia più difficile da curare è l'abitudine
Carlos Ruiz Zafón (El laberinto de los espíritus (El cementerio de los libros olvidados, #4))
Sanità e cura dell’uomo Nell’uomo di oggi è sentito molto il compito, per cui, per esempio, nella sanità c’è uno sviluppo di applicazione, di impegno scientifico grandissimo per uno scopo, quello di riuscire a vincere le malattie. Laddove è impossibile vincere le malattie, non ci si cura più dell’uomo, lo si sbatte a casa. Invece, lo scopo della sanità, cioè lo sguardo attento al bisogno fisico dell’uomo, è una cura di lui, una cura della persona: se la persona può essere guarita, Dio sia lodato; se deve morire, a maggior ragione ho questa cura, perché c’è una cosa sotto, l’amore a questa persona. La scientificità a cui si riconduce la medicina oggi non è un amore maggiore all’uomo, ma una soddisfazione maggiore dell’uomo carico di pretesa e di supponenza. È la volontà violenta con cui l’uomo vuol possedere e dominare le cose: che non ci sia niente che lo fermi nella sua potenza. Invece la morte arriverà sempre. Allora, laddove la morte diventa una prospettiva vicina e immediata, tutti se ne lavano le mani, la società se ne lava le mani e declassa l’attenzione a chi ne ha bisogno per essere aiutato ad arrivare fino alla morte, la declassa in assistenza sociale. I medici, gli scienziati, i ricercatori sono una cosa; l’assistentato sociale, invece, è considerato "di seconda mano". Così, per esempio, la fisioterapia da nessuna parte è fatta assurgere a ricerca scientifica, perché la fisioterapia è per chi non può essere guarito totalmente. Invece, nel Medioevo, dove si aveva la passione per l’uomo e la cura dell’uomo, ci si applicava con tutta l’intensità possibile sia a quelli che potevano guarire sia a quelli che dovevano morire, e mai l’attenzione scientifica alla realtà è stata così acuta, pur nei limiti grandissimi in cui si era (perché mille anni di storia sono mille anni di storia: il tempo ha un significato, no?), come è documentato bene in san Tommaso d’Aquino o in tutta la vita degli ospedali del Medioevo. Lo dice bene il libro di Martindale sui santi, che rileggerete il mese venturo.8 Tant’è vero che già nel Medioevo avevano scoperto i raggi infrarossi e il dottor Finsen ha avuto il premio Nobel, all’inizio del ventesimo secolo, perché ha scoperto i raggi infrarossi che nel Medioevo erano già conosciuti.9 Avrebbero dovuto dare il premio Nobel a tutto il Medioevo! In questo senso dico che la parola compito è secondaria rispetto alla parola destino. La parola destino ti fa essere lì come Marcellino pane e vino che guardava il crocifisso. Per questo dico che gli occhi di Marcellino pane e vino sono la morale cattolica: uno sguardo pieno di meraviglia, di soggezione e di attaccamento senza eccezione, senza termine. Beh, insomma, la parola compito è già più delimitata e riguarda già qualche cosa di più particolare, e non può essere affrontata se non c’è l’amore al destino.
Luigi Giussani (Dal temperamento un metodo - Quasi Tischreden - Volume 6 (Italian Edition))
18 luglio del ’42, quattro del pomeriggio. Il dottor Korczak invita tutti all’orfanotrofio per la recita annuale. Non importa se la casa è cambiata altre due volte ed è sempre più misera. A Varsavia, intorno a lui, si muore per la fame e per le epidemie e sotto i colpi, ma si farà ugualmente lo spettacolo poiché così ha deciso il vecchio pazzo. È una favola triste, e molti piangono tra il pubblico, e qualcuno gli domanda perché mai abbia scelto questa favola di Tagore in cui un bambino aspetta fino alla morte la liberazione. «Perché? Perché gli allievi si preparino e accolgano con animo sereno l’Angelo della morte, quando viene».
Gilberto Forti (Il piccolo almanacco di Radetzky)
Santoliquido: – Ah, Furlan, per sicurezza le farò mettere un agente in borghese di guardia a casa sua, mi dicono che ci vive anche sua madre. Drago: – Basta che mia madre non si accorga di nulla. Santoliquido: – Potrebbe spaventarsi, capisco. Drago: – No, dottore, potrebbe spaventare l’agente, non la conosce.
Flavio Santi (L'estate non perdona)
«Eniwetok e il luna park». Può sembrare strana l'accoppiata fra il luogo dove fu fatto il primo test della bomba H, nelle isole Marshall, e la fiera dei divertimenti di Parigi, così amata dai surrealisti. Ma l'interminabile serie di telegiornali dedicati alle esplosioni nucleari che vedemmo negli anni sessanta (una vera e propria istigazione all'immaginazione psicotica che autorizzava qualsiasi cosa) aveva davvero un'aria carnevalesca. Stanley Kubrick colse perfettamente questa caratteristica dei media nel finale del suo Dottor Stranamore. Mi immagino questi pazienti fare ogni sforzo, a imitazione di Warhol, nel mescolare Freud e Liz Taylor, rifugiandosi immancabilmente a casa ai primi segni di crollo nervoso del proprio dottore. Originariamente la dedica di La mostra delle atrocità avrebbe dovuto essere «Ai pazzi». A loro devo tutto.
J.G. Ballard
La medicina è la più diffusa malattia ereditaria.
Daniel Pennac (La lunga notte del dottor Galvan)
Tenzij u iets beters weet, dottore, stel ik voor dat we dit verderfelijke moeras optillen en als een natte doek over het centrum van de stad leggen.' 'Geheel en al wat ook ikzelve vind!' zei de geleerde. Matt was bijna hysterisch van vermoeidheid. Strak plan,' zei hij. 'Doen we even. Koud kunstje.
Mary Hoffman (City of Secrets (Stravaganza, #4))
L'immagine di Dracula è particolarmente calzante per la trasfusione di sangue. Sono su un letto di ospedale, riempito goccia a goccia del sangue di un altro. Avrei preferito filarmela durante la notte, dopo aver dissanguato tre infermiere, ma il vampirismo ha perso fascino da quando è stato legalizzato.
Daniel Pennac (La lunga notte del dottor Galvan)
E di me cosa resterebbe?, chiese Pereira, io sono quello che sono, con i miei ricordi, con la mia vita trascorsa, le memorie di Coimbra e di mia moglie, una vita passata a fare il cronista in un grande giornale, di me cosa resterebbe? L'elaborazione del lutto, disse il dottor Cardoso[...] lei ha bisogno di elaborare un lutto, ha bisogno di dire addio alla sua vita passata, ha bisogno di vivere nel presente, un uomo non può vivere come lei, dottor Pereira, pensando solo al passato [...] se lei continua così diventerà una sorta di feticisti dei ricordi [...]
Antonio Tabucchi;
Uscire dalla pelle del dottor Romand significava ritrovarsi senza pelle. Più che nudo: scorticato.
Emmanuel Carrère (The Adversary: A True Story of Monstrous Deception)
Di fobia sociale, invece, non ho mai sofferto, nonostante la timidezza. Oggi mi intrattengo sempre piú spesso con chi non conosco, la vita mi ha obbligato a vincere questa debolezza, mi ha spinto con forza, quasi costretto, in tal senso. Costretto a fare piú che a riflettere, a muovermi di pancia e non con la ragione. L’esperienza quindi dovrebbe insegnarmi che se ti forzi ad affrontare ciò che temi, alla fine la vinci, che è un po’ il concetto del dottor Cavalli: guarda in faccia le tue paure finché non ti faranno piú paura. Dovrei perciò prendere un aereo al giorno, andare a vivere in una casa piena di blatte e ragni, semmai iscrivermi alla Napoli-Capri, cosí da nuotare in mare aperto, e forse nel giro di qualche anno potrei ambire a diventare finalmente un uomo perfetto, una persona senza punti deboli. Possibile? Non credo. Non esistono persone senza punti deboli. Forse riuscirei a vincere la paura di volare, potrei anche arrivare a dormire in una stanza piena di ragnatele (in realtà una volta ho dormito da solo in una stanza di un B&b nella quale c’era un grosso ragno, nascosto però dietro a un armadio), potrei tentare di combattere la mia ipocondria ogni giorno e un domani forse non provare piú questo fottuto terrore, ma quale sarebbe il dazio da pagare? Quanto sforzo, quanto dolore, quanta paura comporterebbe sfidare in campo aperto le mie fobie? E questo sforzo, questa paura, non provocherebbero altra paura? Non posso affrontare tutto, semplicemente perché non ci riesco, sono umano, con tutto ciò che questo vuol dire. A proposito di accettazione. Mi piacerebbe essere piú equilibrato, ma so di trovarmi sotto quella coperta sempre troppo corta: se tiro da un lato, resto scoperto dall’altro. Qualcuno parla di ipersensibilità dell’amigdala, la sede del cervello a forma di mandorla che gestisce le emozioni e in particolare la paura. Se hai la sfiga di avere questa zona ipersensibile, sei costretto a fotterti dalla paura costantemente: l’amigdala in questi casi, al pari del neurone inibitore ubriaco(ricordate?), sta sempre sul chi va là, inviandoti di continuo scariche di adrenalina con lo scopo di farti reagire prontamente a una situazione di pericolo. L’unica cosa che ottiene, però, è mandarti fuori di zucca, perché in verità ti trovi sul divano e stai guardando la tv, e il solo pericolo incombente è che ti possa venire un crampo alla pancia per via della cioccolata di cui ti sei abbuffato nel tentativo di vincere l’angoscia persistente che ti fa sentire l’irrefrenabile voglia di scappare a gambe levate, come se ai tuoi piedi stesse strisciando un boa constrictor. E pensare che un tempo avevamo solo questa parte di cervello, eravamo guidati solo da istinto ed emozioni, il sistema limbico (adibito alle funzioni psichiche, all’emotività) dominava il cervello già nei rettili di un tempo. Solo milioni di anni dopo il cervello pensante si è evoluto da questi centri emozionali. Per quel che mi riguarda, cerco di fregare l’amigdala con «l’evitamento», mi costruisco degli appigli per tirare avanti alla buona e sentire meno la paura, tento di distrarmi, ecco, in attesa che, chissà, un domani qualcuno mi aiuti a imboccare la strada giusta, mi apra gli occhi e mi infonda il coraggio per guardare in faccia ciò che non ho avuto il coraggio di guardare fino a oggi. Aspetto che sia la vita ancora una volta a darmi lo scossone e a spingermi verso nuove strade nelle quali la paura non mi farà piú da compagna quotidiana. Nel frattempo, mi impegnerò in ciò che mi fa stare bene e continuerò ad aspettare un refolo di sole per andare sul lungomare con la mia famiglia. La felicità dalle mie parti: un venticello fresco che sa di primavera, una pizza fumante, il mare là dietro, una birra ghiacciata, mia moglie e mio figlio.
Lorenzo Marone (Inventario di un cuore in allarme)
Il dottor Eichkatz doveva la fortuna di cui godeva il suo ufficio a un particolare talento nel rispettare e disprezzare nello stesso tempo le leggi e le disposizioni che si frapponevano al frenetico attivismo dei suoi clienti. Da un lato le apprezzava perché quelle leggi, pensate da cervelli umani, tradivano fin troppo chiaramente la loro origine in ciò che avevano di fragile e imperfetto; dall’altro le disprezzava perché si circondavano di un’aureola di infallibilità. Non si lasciava mai indurre a violare le leggi, poiché sapeva che di fronte a una mente duttile esse perdevano la loro immutabilità e il loro rigore: stritolavano l’ingenuo che le trasgrediva, ma davano via libera all’astuto che ad esse tributava il dovuto omaggio.
Leo Perutz (Little Apple)
Naturalmente io non sono un ingenuo e scuso il dottore di vedere nella vita stessa una manifestazione di malattia. La vita somiglia un poco alla malattia come procede per crisi e lisi ed ha i giornalieri miglioramenti e peggioramenti. A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure. Sarebbe come voler turare i buchi che abbiamo nel corpo credendoli delle ferite. Morremmo strangolati non appena curati.
Italo Svevo (La coscienza di Zeno / Senilità)
It's the Lord who is kind, Dottore. We merely do His service.
Donna Leon (Dressed for Death (Commissario Brunetti, #3))
È il 20 marzo. Questa mattina in ospedale si presenta un team di medici cinesi che ha affrontato la prima fase dell’emergenza a Wuhan. [...] Lu Ming, è a capo della delegazione. Vuole sapere: «Come organizzate i vostri turni di lavoro?». Gli rispondo che ogni turno è di sette o otto ore. È sorpreso: «I nostri turni sono di quattordici giorni. Restiamo due settimane in ospedale, lavoriamo e dormiamo lì. Poi per altri quattordici giorni rimaniamo chiusi in casa, in quarantena.
Raffaele Bruno (Un medico: La storia del dottore che ha curato il paziente 1 (Italian Edition))
Un sogno?.... e che le fa un sogno?.... È uno smarrimento dell'anima....il fantasma di un momento...." "Non so, dottore: badi....forse è dimenticare, è risolversi! È rifiutare le scleròtiche figurazioni della dialettica, le cose vedute secondo forza...." "Secondo forza? .... Che forza?...." "La forza sistematrice del carattere.... questa gloriosa lampada a petrolio che ci fuma di dentro,.... e fa il filo, e ci fa neri di bugie, di dentro,.... di bugie meritorie, grasse, bugiardosissime.... e ha la buona opinione per sé, per sé sola.... Ma sognare è fiume profondo, che precipita a una lontana sorgiva, ripùllula nel mattino di verità.
Carlo Emilio Gadda (La cognizione del dolore)
- Ho la testa piccola e denti aguzzi, il mio davanti è snello, ma dietro termino con un gran culone obeso. Sa perchè? - Perchè? - La mia testa è la ragione, la ratio, il cogito, con gli aguzzi denti dell'argomentazione filosofica. Pensare e ripensare mi consuma, mi leviga e la mia testa è affusolata, niente grasso superfluo di luoghi comuni e pigre spiegazioni. Poi però ci sono il cuore, lo stomaco e la pancia. E loro non capiscono la filosofia della parte davanti, si espandono e si allargano in beata assenza di razionalità. Sa cosa faccio quando esco dal letargo? - No, dottor Meles. - Desidero, professore, desidero. Desidero mangiare, divorare, strippare, ingollare, dopo mesi di astinenza. Desidero mele, tuberi, lucertole, bacche, serpi, anche lumache con il guscio se le trovo. Istinto, biologia aggressiva, irrazionale brama, ecco cosa mi guida. Ha un bel pensare la testa, la ragione non conta più nulla. E lei ora desidera. E' uscito dal letargo della sua rassegnata solitudine, ha scoperto la fame del suo cuore, sa che la mela è proibita, ma desidera. Non avrai più pace, né dieta. Non c'è filosofo che possa venirle aiuto, nessun libro, nessuna saggezza. Soffrirà, il suo cuore, lo stomaco e le viscere andranno in subbuglio, il mio istinto di Homo erectus potrà essere temprato, ma non ha vinto. La mela è caduta dall'albero del destino. si prepari.
Stefano Benni (Di tutte le ricchezze)
Il dottor Loachamìn odiava il Governo. Odiava tutti i governi dal primo all'ultimo. Figlio illegittimo di un emigrante iberico, aveva ereditato dal padre una tremenda rabbia contro tutto quello che sapeva di autorità, ma i motivi di quell'odio si erano smarriti in qualche baldoria giovanile, e i suoi sproloqui di anarchico si erano trasformati in una specie di verruca morale, che lo rendeva simpatico.
Luis Sepúlveda (The Old Man Who Read Love Stories)
Quando ero piccolo, mia nonna diceva che la vita può cambiare in una frazione di secondo, senza poterlo prevedere. Questa è la terza volta che vivo l’essenza di quella frase sulla mia pelle. La prima è stata a quattordici anni, quando i miei genitori hanno scoperto che ero gay e mi hanno buttato fuori casa. La seconda è stata quando Adam ha avuto l’intenzione di dare una possibilità a un fattone senza casa per un tirocinio da tatuatore, basandosi soltanto sul mio quaderno dei disegni. La terza è stata quando il dottore mi ha detto che potrei non avere più il pieno utilizzo della mia mano destra. Niente più tatuaggi, niente più arte. Chi sono senza la mia arte? Ero un tossicodipendente e un perdente prima di diventare un artista dei tatuaggi. Quindi chi sono adesso?
K.M. Neuhold (Rescue Me (Heathens Ink #1))
«Davvero? Come ti senti adesso?» Era una domanda trabocchetto e lo psicologo in lui sapeva che la risposta che aveva sulla punta della lingua era proprio quella che l’altro si aspettava. Rispose comunque. «Mi sento bene. Non mi sento affatto malato.» «E questo è il problema.» Sasha lanciò la bottiglietta d’acqua vuota nel bidone della spazzatura e recuperò la bicicletta. «Sai di essere malato solo perché te l’ha detto un dottore...»
Garrett Leigh (Bones (Blue Boy, #2))
«Preferisco essere passivo. Mi piace essere scopato forte. Non so.» Denver si morse il labbro. Gli piaceva il sesso violento, era sempre stato così. Fantasticava di essere scopato con forza, magari anche essere usato, ma Cody lo aveva ferito in più di un’occasione, e lui stava ancora cercando di affrontare quello che gli era successo. Come poteva ammettere che gli piacesse il sesso violento dopo quello che Cody gli aveva fatto? Non aveva alcun senso. Era andato su tutte le furie quando Cody lo aveva stuprato, scopandolo senza usare del lubrificante. Uno stupro. Era la prima volta che la vedeva in quel modo. Fino a quel momento, lo aveva sempre considerato del sesso violento, ma non lo era mai stato, giusto? Il sesso violento significava che fossero entrambi consenzienti, e di sicuro lui non aveva acconsentito a quello che gli aveva fatto Cody. Cazzo, aveva continuato a supplicarlo, a pregarlo di smettere. Gli aveva fatto un male cane, e dopo aveva sanguinato… il dottore in seguito gli aveva spiegato che aveva provocato la rottura di un piccolo vaso sanguigno e che era stato fortunato che non ci fossero stati ulteriori danni. Non si era trattato di sesso violento. Era stato uno stupro. «Cody mi ha violentato,» disse. Le braccia di Judah divennero rigide prima di rilassarsi. Denver sapeva che, in quel momento, non poteva accadergli niente. Era da anni che non si sentiva così al sicuro
Nora Phoenix (The Time of My Life)
I flagelli, invero, sono una cosa comune ma si crede difficilmente ai flagelli quando ti piombano sulla testa. Nel mondo ci sono state, in egual numero, pestilenze e guerre, tuttavia pestilenze e guerre colgono gli uomini impreparati. Il dottor Rieux era impreparato come lo erano i nostri concittadini; e in tal modo vanno intese le sue esitazioni. In tal modo va inteso anche come egli sia stato diviso tra l'inquietudine e la speranza. Quando scoppia una guerra la gente dice "Non durerà, è una cosa troppo stupida". E non vi è dubbio che una guerra sia davvero una cosa troppo stupida ma questo non le impedisce di durare….I nostri concittadini erano al riguardo come tutti quanti, pensavano a se stessi. In altre parole erano degli umanisti: non credevano ai flagelli. Il flagello non è commisurato all'uomo, ci si dice quindi che il flagello è irreale, è un brutto sogno che passerà. Ma non passa sempre, e di cattivo sogno in cattivo sogno,sono gli uomini che passano, e gli umanisti in primo luogo, in quanto non hanno preso le loro precauzioni. I nostri concittadini non erano più colpevoli di altri, dimenticavano di essere modesti, ecco tutto, e pensavano che tutto era ancora possibile per loro, il che supponeva impossibili i flagelli. Continuavano a concludere affari e preparare viaggi, avevano delle opinioni. Come avrebbero pensato alla peste che sopprime il futuro, i mutamenti di luogo e le discussioni? Essi si credevano liberi ma nessuno sarà mai libero fin tanto che ci saranno i flagelli" - La Peste
Albert Camus
C’erano il reverendo Jethro Furber, una fiamma che anneriva, e la signora Valient Hatstat, con chiazze di anelli sulle dita e una piccola cicatrice biancasimile a un’incrostazione di bianco d’uovo rimastale appiccicata a un angolo della bocca; c’era il dottor Truxton Orcutt dai denti marci e dalla barba macchiata di succo di tabacco, che sembrava una casa dalle grondaie arrugginite; c’erano la signora Rosa Knox, morbida come un divano e loquace come una fontana, con il suo ridacchiare intermittente che le faceva tremolare i seni, e anche Israbestis Tott, al tempo stesso accattone, organetto a manovella, tazza, catena, scimmia. e c’era la signora Gladys Chamlay, quel rametto scorticato, con il naso simile al becco di un uccello della giungla, i denti come quelli di un animale. e la signorina Samantha Tott, così alta da essere convinta di dover chinare la testa sotto il sole.
William H. Gass
Prima di essere dimesso viene visitato da un dottore umano, non da qualche genere di robot paramedico, un tipo sbrigativo e cordiale. Lì per lì, quello imbastisce una piccola conferenza sulle microscopiche nano-macchine che scorrono nelle vene di Aldous, sui benefici alla salute che comportano, compreso un considerevole allungamento della vita.
Claudio Cordella (Restituzione)
FALLAS, IL PROCURATORE DI STATO Io, che brandivo il flagello, che spaccavo le bilance, che percuotevo con fruste e spade; io, che odiavo i contravventori della legge; io, il legalista, inesorabile e amaro, che spinsi i giurati a impiccare quel pazzo di Barry Holden, divenni come uno ucciso da una luce troppo abbagliante, e mi svegliai in faccia a una Verità dalla fronte sanguigna; forcipi d'acciaio maneggiati malamente da un dottore contro la testa del mio bimbo che nasceva lo resero idiota. Per curarlo e accudirlo mi diedi a libri di scienza. Ecco come il mondo di coloro che hanno mente malata divenne il mio compito e tutto il mio mondo. Povero ragazzo distrutto! Tu fosti, alla fine, il vasaio, ed io, in tutti i miei atti di carità, il vaso sotto le tue mani.
Edgar Lee Masters (Spoon River Anthology)
«Chiedo una guerra contro il governo della repubblica di Smeraldo», disse, «che ostacola insolentemente l’egemonia dei nostri salami e dei nostri prosciutti su tutti i mercati dell’universo.» «Chi è quel deputato?», chiese il dottor Obnubile. «È un salumiere.» «Ci sono obiezioni?» chiese il presidente. «Metto la proposta ai voti.» La guerra contro la repubblica di Smeraldo fu votata per alzata di mano a grande maggioranza. «Come?», esclamò Obnubile rivolto all’interprete. «Hanno approvato una guerra con tanta rapidità e indifferenza?» «Oh! È una guerra di poca importanza che costerà solo otto milioni di dollari.» «Ma le perdite...» «Le perdite sono comprese negli otto milioni di dollari.» Allora il dottor Obnubile si prese la testa fra le mani e pensò amaramente: «Visto che la ricchezza e la civiltà sono fonti di guerre, non meno della povertà e della barbarie, visto che la follia e la cattiveria degli uomini sono inguaribili, rimane solo una buona azione da compiere. Il saggio ammucchierà tanta dinamite quanto basta a far saltare in aria questo pianeta. Quando volerà in pezzi nello spazio, un miglioramento impercettibile si sarà verificato nell’universo e sarà concessa una soddisfazione alla coscienza universale, che d’altra parte non esiste».
Anatole France (Penguin Island)
Allora forse il Dottore e la Signora si sono resi conto che non avrebbero mai potuto amarla per ciò che era, che non sarebbero riusciti a provare quell’orgoglio che ti consente di amare l’eccezione anziché perdersi nello sconforto che ti porta a detestare l’indecifrabile, l’inammissibile, e hanno agito nel solo modo possibile dal loro punto di vista, il punto di vista dell’incomprensione: hanno provato a curare l’incurabile, a guarire una malattia laddove malattia non c’era, come chi si ostinasse a somministrare farmaci per sedare la sete. E la mia Tilde era assetata come chi vagabonda giorno e notte in un vasto deserto senza ritrovare il cammino per casa.
Gian Marco Griffi (Ferrovie del Messico)
Appena ti stabilisci in un posto fisso, non dimenticare di trovarti un orologiaio. - Un dottore vorrai dire! - No, no, per carità! Per i tuoi problemi, non rivolgerti mai a un dottore. Non capirebbe niente. Per regolare il tuo cuore, devi trovare un orologiaio.
Mathias Malzieu (La Mécanique du cœur)