Delle Donne Quotes

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Lentamente compresi come nulla fosse più importante del porre fine alla violenza nei confronti delle donne, che in verità la dissacrazione delle donne rivelava il fallimento degli esseri umani nell'onorare e proteggere la vita
V (formerly Eve Ensler)
Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanerci secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro.
Alessandro Baricco
Benvenuta nel mondo delle donne con gli ormoni non ancora mummificati.
Mirya (Di carne e di carta)
Cominciavo a intuire che la storia narrata era la storia delle donne e degli uomini che hanno vissuto prima di noi nell'isola dei danzatori, madri e padri forse a noi simili per dolcezza e sorrisi o per la follia che non sappiamo dove nasca. (pag. 85)
Sergio Atzeni (Passavamo sulla terra leggeri)
Ma chi può lusingarsi di essere compreso? Moriamo tutti incompresi. È il detto delle donne e quello degli scrittori.
Honoré de Balzac (Ferragus, chef des Dévorants)
Per tutti questi secoli le donne hano avuto la funzione di specchi, dal potere magico e delizioso di riflettere raddoppiata la figura dell'uomo. [...]Perciò Napoleone e Mussolini insistono tanto enfaticamente sull'inferiorità delle donne, perché se esse non fossero inferiori cesserebbero di ingrandire loro. Questo serve in parte a spiegare la necessità che gli uomini spesso sentono delle donne. E serve a spiegare come li fa sentire inquieti la critica femminile; come a lei sia impossibile dir loro che il libro è brutto o il quadro difettoso, o cose del genere, senza provocare assai più dolore e suscitare assai più rabbia di quanta potrebbe suscitarne un uomo con la stessa critica. Perché se la donna comincia a dire la verità, la figura nello specchio rimpicciolisce; l'uomo diventa meno adatto alla vita.
Virginia Woolf (A Room of One’s Own)
È estenuante la bellezza delle donne, la bellezza dell’altro, la bellezza degli amati, di cui niente ci può nauseare ed è sempre l’equilibrio tra il vivere e il perdere, da una parte, e il memorizzare senza gustarlo pienamente, dall’altra
Pierre Bisiou (Enculée)
Avete idea di quanti libri si scrivono sulle donne in un anno? Avete idea di quanti sono scritti da uomini? Sapete di essere l'animale forse più discusso dell'universo?
Virginia Woolf (A Room of One’s Own)
«Siamo caduti perché avevamo amato qualcuno che non era Lui. Siamo caduti per esserci abbandonati all'amore, al desiderio delle donne umane. Volevamo solo la felicità, quella stessa felicità che avevamo visto guardando gli esseri umani dall'alto dei cieli.»
Diletta Brizzi (Elements Tales)
Gli ricordò che i deboli non sarebbero mai entrati nel regno dell'amore, che è un regno inclemente e meschino, e che le donne si concedono solo agli uomini dall'animo risoluto, perché infondono loro la sicurezza che tanto bramano per affrontare la vita.
Gabriel García Márquez (Love in the Time of Cholera)
Lo spettacolo è certo strano, pensavo. La storia dell'opposizione degli uomini all'emancipazione delle donne è forse più interessante della storia stessa di quella emancipazione
Virginia Woolf (A Room of One’s Own)
Gli uomini bramano sempre di essere il primo amore della donna; è questo un effetto della loro sciocca vanità. Le donne hanno un istinto più sottile. Esse desiderano essere l'ultimo romanzo dell'uomo.
Oscar Wilde (Aforismi)
Fa male vedere uomini e donne impegnati in una folle corsa verso la terra promessa del guadagno, dove tutto ciò che li circonda – la natura, gli oggetti, gli altri esseri umani – non suscita alcun interesse.
Nuccio Ordine (L'utilità dell'inutile: Manifesto)
Se pure tutti i capi di stato del mondo fossero donne ciò non significherebbe affatto la fine dell'impegno per una società giusta. La società sarà davvero giusta quando le condizioni per raggiungere ciò che si desidera saranno le stesse per tutti, quando il trattamento equo sarà diffuso a tutti i livelli, in qualunque ambiente lavorativo
Maura Gancitano (Liberati della brava bambina. Otto storie per fiorire)
Possiamo ridurre le spese? Ritieni che ci sia qualche cosa di cui si possa fare a meno?". E, a onor del vero, Elizabeth, con l'ardore improvviso delle donne, si era messa seriamente a pensare a cosa sarebbe stato possibile fare, ed aveva suggerito di tagliare qualche inutile oblazione benefica e di evitare l'acquisto di nuovi arredi per il salotto. Successivamente, a queste due proposte, aveva aggiunto la felice trovata di non comprare il regalo che tutti gli anni portavano ad Anne tornando da Londra.
Jane Austen (Persuasion)
«Il primo a cadere fu Sytry, allora noto come Sartrael, ora principe della lussuria. E' stato lui a farci innamorare delle donne umane, è stato lui a farmi innamorare di te. E pensare che lo stesso Michele e un angelo suo sottoposto, Anael, lo sbeffeggiavano dicendoci che dovevamo ripudiarlo per ciò che aveva fatto. Gli stolti erano loro che non avevano per niente capito che era proprio grazie a lui che noi avevamo avuto il privilegio di conoscere l'amore e la passione. E' per lui che abbiamo combattuto»
Diletta Brizzi (Elements Tales)
— Ma voi donne, possibile che siete sempre attratte dalle menomazioni ? Insomma, uno si fa un mazzo tanto così per sembrare promettente, affidabile, convinto delle cose che dice; studia, lavora, fa carriera, va in palestra, si veste alla moda, si rovina la vita insomma, e poi che cosa gli confidate quando decidete di dargliela? «Non mi piacciono gli uomini belli»; «La tua pancia mi dà sicurezza»; «Le tue gaffes sono adorabili»... E che palle. Almeno ditelo prima.
Diego De Silva (Non avevo capito niente)
La maggior parte delle donne avrebbero preso per oro colato le sue parole e gli darebbero quello che ha appena chiesto. Ma io non sono la maggior parte delle donne e sono sicura che Kyle lo abbia capito. So che pensa di aver bisogno di spazio, probabilmente per proteggere se stesso e me allo stesso tempo. Io la vedo diversamente, però. Vedo un uomo che vuole qualcosa per se stesso, ma ha troppo paura di prenderselo. Ha paura del fallimento. Così raddrizzo le spalle, la determinazione forgia la mia spina dorsale in acciaio e giuro a me stessa che abbatterò le mura che ha appena eretto attorno a sé, costi quel che costi.
Sawyer Bennett (Finding Kyle)
Presa da uno strano impulso, a lei del tutto ignoto, la giovane si avvicinò alla porta a vetri, la aprì e osservò l’uomo di spalle, accompagnato dalle due donne, che si allontanava per la via. Joseph non poteva vedere lo sguardo che lo seguiva silenzioso,ma sorrise ugualmente, come se lo avesse avvertito su di sé.
Patrisha Mar (I Protettori dell'Oracolo - Buio (I Protettori, #1))
«… non era facile conoscere uomini liberi in quegli anni, perché i maschi adulti erano due milioni in meno delle femmine. “Donne in eccedenza”, così venivano chiamate quelle rimaste nubili a causa della guerra e che difficilmente si sarebbero sposate, una minaccia, anzi una vera tragedia per una società fondata sul matrimonio. I giornalisti avevano coniato quell’etichetta, che equivaleva quasi a un marchio d’infamia per chi la portava.» Citazione scelta da Sabrina Colombo
Tracy Chevalier (A Single Thread)
Che cosa comporta, di preciso, essere un uomo, uno vero? Repressione delle emozioni. Mettere a tacere la propria sensibilità. Vergognarsi della propria delicatezza, della propria vulnerabilità. Lasciare l'infanzia brutalmente, e definitivamente: gli uomini-bambini non hanno una buona reputazione. Essere angosciati per le dimensioni del proprio cazzo. Saper far godere le donne senza che queste sappiano o vogliano dare indicazioni su come fare. Non mostrare la propria debolezza. Imbavagliare la propria sensualità. Indossare abiti di colori spenti, portare sempre le stesse scarpe goffe, non giocare con i propri capelli, non portare troppi anelli, braccialetti eccetera, non truccarsi. Dover fare il primo passo, sempre. Non avere alcuna cultura sessuale per migliorare il proprio orgasmo. Non saper chiedere aiuto. Dover essere coraggiosi, anche senza averne la minima voglia. Valorizzare la forza qualunque sia il proprio carattere. Dar prova di aggressività. Avere un accesso limitato alla paternità. Riuscire socialmente, per pagarsi le donne migliori. Temere la propria omosessualità perché un uomo, uno vero, non deve essere penetrato. Non giocare con le bambole da piccoli, accontentarsi delle automobiline e di orribili armi di plastica. Non prendersi troppa cura del proprio corpo. Essere sottomessi alla brutalità di altri uomini, senza lamentarsi. Sapersi difendere, anche se si è dolci. Non essere in contatto con la propria femminilità, simmetricamente alle donne che rinunciano alla loro virilità, non in funzione dei bisogni di una situazione o di un carattere, ma in funzione di quello che il corpo collettivo richiede. Affinché, sempre, le donne facciano i figli per la guerra, e gli uomini accettino di andare a farsi ammazzare per salvare gli interessi di tre o quattro cretini che non vedono al di là del loro naso.
Virginie Despentes
L’amore aveva lastricato questa famiglia di cadaveri sui quali sgambettava un numero esponenziale di marmocchi, e tutte queste donne erano pronte a ricominciare da zero, con il cuore puro, a incantarsi per l’improvviso rossore sulle guance incavate di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell’amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi..
Daniel Pennac
Anche le donne conoscono l'amore che non si lascia amare, e anche tra noi ci sono delle eccezioni alla regola, alcune ostinate per cui il sogno è più reale della realtà che si presenta ai loro occhi.
Franz Hessel (Gli errori degli amanti)
Sono furbe e giocano d'astuzia solo le donne più o meno limitate. Mancando loro l'intelligenza pura e semplice, muovono le leve della vita spicciola, quotidiana, per mezzo dell'astuzia, e intrecciano come un merletto la loro politica domestica, senza accorgersi di come si dispongano attorno a loro le linee principali della vita, senza capire a cosa tendano e dove s'incontreranno. L'astuzia è una moneta spicciola con cui non si compra molto. Come di spiccioli si può vivere un'ora o due, così l'astuzia può servire a dissimulare qualcosa, ingannare, alterare qua e là, ma non basta per abbracciare l'orizzonte lontano, per dominare dall'inizio alla fine un grande, importante avvenimento. L'astuzia è miope: vede bene solo quel che ha sotto il naso, ma non vede lontano, e perciò finisce spesso per cadere nella trappola che aveva teso agli altri.
Ivan Goncharov (Oblomov)
La schiavitù era la radice di tutte le lotte. Infatti si diceva che le fabbriche rendessero schiave le mani dei bambini, e che la gravidanza rendesse schiavo il corpo delle donne, e che il rum rendesse schiava l'anima degli uomini. In quel momento capii, da quel turbinio di idee, che quella guerra segreta veniva condotta contro qualcosa di più dei Padroni della Virginia, che noi intendevamo non solo migliorare il mondo, ma rifarlo da capo.
Ta-Nehisi Coates (The Water Dancer)
Il paese dove vivevo era fottuto, tutto il mondo era fottuto. C’erano solo delle strutture che lottavano le une contro le altre per succhiare ciò che restava del midollo del mondo. Tutta la vita era sotto la cappa della morte. Uomini e donne perpetuavano la menzogna dell’amore. Andavano in giro inalberando i vessilli dei loro volti morti. Sbadigliavano esageratamente, per strada, guardare dentro le loro bocche spalancate era come affacciarsi a una latrina piena di merda morta
Antonio Moresco (Gli incendiati)
Lo sguardo delle donne assomiglia a certi congegni tranquilli in apparenza ma formidabili. Vi si passa vicino tutti i giorni pacificamente e impunemente, senza dubitare di nulla. Viene il momento in cui ci si dimentica anche che quella cosa è là. Si va, si viene, si sogna, si parla, si ride. A un tratto ci si sente presi! E' finita. Il congegno vi ha preso, lo sguardo vi ha catturato. Vi ha preso, non importa dove, né come, per una parte qualsiasi del vostro pensiero, per una distrazione. Un concatenamento di forze misteriose si impadronisce di voi. Vi dibattete invano. Non ci sono più soccorsi umani possibili. Cadete di ingranaggio in ingranaggio, di angoscia in angoscia, di tortura in tortura, voi, il vostro spirito, le vostre fortune, il vostro avvenire, l'anima vostra; e, a seconda che siate in potere di una creatura cattiva o di un nobile cuore, non uscirete da quella spaventosa macchina che sfigurato dalla vergogna o trasfigurato dalla passione.
Victor Hugo (Les Misérables)
Era comunque una forma di rapporto esigente. Altri oggetti di adorazione si contentavano quell’adorazione; uomini, donne, Dio, tutti permettevano che si adorassero prostrati in ginocchio; ma quella forma, fosse anche soltanto l’alone di un paralume bianco contro un tavolo di vimini, incitava a un combattimento perpetuo, sfidava a una lotta in cui si era costretti ad avere la peggio. Sempre (era nella sua natura, o nel suo sesso, non sapeva quale delle due) prima di scambiare la fluidità della vita con la concentrazione della pittura ella aveva qualche momento di nudità in cui pareva un’anima mai nata, un’anima spogliata del corpo, esitante su qualche pinnacolo ventoso ed esposta senza protezione a tutti i soffi di dubbio.
Virginia Woolf
Che cos'è l'Ottocento? Un'epoca nella quale la donna era sacra, e si poteva comprare una ragazza di tredici anni per poche sterline, o pochi scellini se la si voleva soltanto per un'ora o due. Nella quale si costruirono più chiese che in tutta la precedente storia del paese, e a Londra una casa su sessanta era un bordello (la proporzione moderne sarebbe pressappoco una su seimila). Nella quale la santità del matrimonio (e della castità prematrimoniale) era esaltata da ogni pulpito, in tutti gli editoriali e nei pubblici comizi, e grandi personaggi pubblici - dal futuro re in giù - conducevano una vita assolutamente scandalosa. Nella quale venne gradatamente umanizzato il sistema penale, e la flagellazione era talmente diffusa che un francese cercò seriamente di dimostrare che il marchese De Sade doveva essere d'origine inglese. Nella quale il corpo femminile era più che mai celato agli occhi indiscreti, e i meriti degli scultori erano valutati in base alla loro capacità di scolpire donne nude. Nella quale non esiste un romanzo, una commedia o una poesia di un certo livello letterario che si spinga oltre la sessualità di un bacio [...], mentre la popolazione di opere pornografiche raggiungeva un livello mai superato. Nella quale non si nominavano mai le funzioni escretorie, e le condizioni igieniche erano ancora talmente primitive [...] che dovevano esserci poche case e poche strade che non le ricordassero in continuazione. Nella quale si sosteneva all'unanimità che le donne non hanno orgasmo, e si insegnava a ogni prostituta come simularlo. Nella quale ci furono progressi enormi in tutti gli altri settori dell'attività umana, e soltanto tirannide nel più personale e fondamentale
John Fowles (The French Lieutenant’s Woman)
La facoltà maschile di disporre sessualmente delle donne è il fondamento del patriarcato. Se un uomo cisgender non riesce a portare a letto una donna cisgender, non può metterla incinta; se non è sicuro della monogamia di quella donna, non può essere certo che il bambino sia suo. [...] La sessualità femminile può esistere solo con il permesso maschile e in risposta al bisogno maschile; in realtà il desiderio femminile è così intrinsecamente sovversivo che sarebbe meglio far finta che non esista.
Jude Ellison S. Doyle (Dead Blondes and Bad Mothers)
«Non credo di aver mai aperto un libro in vita mia che non avesse da dire la sua sull'incostanza delle donne. Ma forse voi obietterete che sono stati scritti tutti da uomini». «Forse lo farò. Sì, sì, vi prego, niente riferimenti agli esempi nei libri. Gli uomini hanno avuto su di noi ogni vantaggio nel narrare la loro storia. L'istruzione è stata sempre appannaggio loro a un livello tanto più alto; la penna è stata nelle loro mani. Non sono disposta ad ammettere che i libri possano provare alcunché».
Jane Austen (Persuasion)
Le donne che leggono libri sono pericolose sanno parlare e sanno ascoltare sanno usare bene le mani indicano la strada giusta così come seguono le frasi belle sui libri sanno sottolineare le parole curiose e sanno sottolineare la vita le occasioni gli amori e le cazzate evidenziano le cose importanti e fanno la piega là dove son rimaste una piega che durerà poco perché presto ritorneranno le donne che leggono libri fanno paura hanno la borsetta più pesante delle altre non hanno solo il rossetto lo specchio il mascara e il burrocacao no, loro hanno anche un libro pieno di punti di riferimento pieno di somiglianze e ricordi pieno di bussole che non le faranno mai perdere le donne che leggono libri sono pericolose perché sono forti sanno quello che vogliono e sanno dove stanno andando sanno sfogliare le persone si baciano appena l’indice e girano le pagine della loro vita come se al mondo non ci fosse niente di più facile è solo per questo che scrivo libri perché faccio il tifo per le donne pericolose.
Gio Evan (Ormai tra noi è tutto infinito)
Sottolineai tantissime frasi con forza, segnai punti esclamativi, freghi verticali. Sputare su Hegel. Sputare sulla cultura degli uomini, sputare su Marx, su Engels, su Lenin. E sul materialismo storico. E su Freud. E sulla psicoanalisi e l’invidia del pene. E sul matrimonio, sulla famiglia. E sul nazismo, sullo stalinismo, sul terrorismo. E sulla guerra. E sulla lotta di classe. E sulla dittatura del proletariato. E sul socialismo. E sul comunismo. E sulla trappola dell’uguaglianza. E su tutte le manifestazioni della cultura patriarcale. E su tutte le sue forme organizzative. Opporsi alla dispersione delle intelligenze femminili. Deculturalizzarsi. Disacculturarsi a partire dalla maternità, non dare figli a nessuno. Sbarazzarsi della dialettica servo-padrone. Strapparsi dal cervello l’inferiorità. Restituirsi a se stesse. Non avere antitesi. Muoversi su un altro piano in nome della propria differenza. L’università non libera le donne ma perfeziona la loro repressione. Contro la saggezza. Mentre i maschi si danno a imprese spaziali, la vita per le femmine su questo pianeta deve ancora cominciare. La donna è l’altra faccia della terra. La donna è il Soggetto Imprevisto. Liberarsi dalla sottomissione, qui, ora, in questo presente. L’autrice di quelle pagine si chiamava Carla Lonzi.
Elena Ferrante (Storia di chi fugge e di chi resta)
Le stagioni si agognano l’un l’altra, come uomini e donne, in modo da essere guarite dai loro eccessi. La primavera, se si protrae per più di una settimana oltre il suo tempo naturale, comincia a patire l’assenza dell’estate che ponga fine ai giorni della promessa perpetua. L’estate dal suo canto comincia ben presto a invocare qualcosa che plachi la sua calura e il più ubere degli autunni alla lunga si stanca della sua generosità e reclama una rapida, aspra gelata che lo sterilizzi. Persino l’inverno, la più dura delle stagioni, la più implacabile, sogna all’apparire di febbraio la fiamma che presto lo scioglierà. Ogni cosa si stanca con il tempo e comincia a cercare un suo contrario che la salvi da se stessa. Così agosto cedette il posto a settembre e pochi se ne lamentarono.
Clive Barker (The Hellbound Heart)
Non mi sorprese come venivo ritratta: la maga altezzosaannichilita di fronte alla spada dell'eroe, inginocchiata a supplicare pietà. Le donne umiliate mi sembrano il passatempo preferito dei poeti. Quasi non possa esistere storia senza che noi strisciamo o piangiamo.
Madeline Miller (Circe)
A quel tempo aveva i capelli grigi. Non se li tingeva. Perché fingere, diceva, che bisogno ne ho? Non voglio un uomo. A che servono tranne che per quei dieci secondi che corrispondono a mezzo figlio? Un uomo è semplicemente la strategia di una donna per fare altre donne.
Margaret Atwood (Il racconto dell'Ancella)
E io, per la prima volta in vita mia, non mi sono accontentato di ascoltare; le ho rivelato che prima di lei c'era stato il deserto, che avevo ormai accettato l'idea di essere condannato a vivere senza amore, al di fuori di quello per le donne immaginarie che mi creavo ogni notte per poi cercarne di simili per strada. Nei negozi. Nei giardini dell'università. Le ho raccontato della mia collezione di donne immaginarie con la dovuta autoironia, nel tentativo di creare l'impressione che appartenessero al passato, proprio mentre covavo il dubbio che lei stessa fosse immaginaria, e che alla fine della nostra cavalcata mi attendesse una caduta niente affatto immaginaria. Arrivavo addirittura a desiderarla un pochino, quella caduta. Quei secondi immediatamente successivi alla caduta in cui tutto è improvvisamente silenzio.
Eshkol Nevo (World Cup Wishes)
È una delle grandi difficoltà della vita d’indovinare ciò che una donna vuole. Ascoltarne le parole non serve, perché tutto un discorso può essere annullato da uno sguardo e neppure questo sa dirigerci quando ci si trova con lei, per suo volere, in una comoda buia stanzuccia.
Italo Svevo (La coscienza di Zeno / Senilità)
Affinché sia inattaccabile, il patriarcato deve essere rappresentato come necessario. Se gli uomini cominciassero a partorire o le donne a donare sperma, l'attuale stato delle cose apparirebbe per ciò che realmente è: artificiale e del tutto ingiusto. Il tentativo di separare biologia e identità ha rivelato su quali bugie si fonda il discorso patriarcale, e ha scoperto la sua vulnerabilità, per proteggere la quale ha fatto ciò che fa normalmente per contenere la possibilità d'azione delle donne cis: mettere a tacere con la violenza ogni manifestazione di vita fuori dalla norma.
Jude Ellison S. Doyle (Dead Blondes and Bad Mothers)
Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi dal potere magico e delizioso di riflettere raddoppiata la figura dell’uomo. (…) Qualunque possa essere il loro uso nelle civiltà civilizzate, gli specchi sono indispensabili per ogni azione violenta ed eroica. Ecco perché Napoleone e Mussolini sostengono con tanta veemenza l’inferiorità delle donne, perché se queste non fossero inferiori, gli uomini cesserebbero di ingrandirsi. Questo serve a spiegare in parte, il bisogno che tanto spesso gli uomini sentono delle donne. E serve a spiegare la misura del loro disagio se colpiti dalla critica femminile; l’impossibilità per la donna di dire questo libro è brutto, questo dipinto manca di personalità, o qualunque altra cosa, senza suscitare molto più dolore e molta più rabbia di un uomo che esprimesse le stesse critiche. Perchè se lei comincia a dire la verità, la figura nello specchio si rimpicciolisce; viene eliminata la sua idoneità alla vita. Come potrà continuare a giudicare, civilizzare gli indigeni, emanare leggi, scrivere libri,vestirsi a festa e sproloquiare ai banchetti, se non riesce a vedersi a colazione e a cena almeno il doppio di quanto è realmente?
Virginia Woolf (A Room of One’s Own)
Molte sono le cose dalle quali io avrei potuto trarre del bene, e invece non ho saputo approfittarne, è vero” rispose il nipote. “E il Natale è una di quelle. Ma sono sicuro di aver sempre pensato al Natale, quando si avvicina, come a un giorno felice (a parte la venerazione dovuta alla sua sacra origine anche se di ciò si può non tener conto), un giorno di allegria, di bontà, di gentilezza, di indulgenza, di carità, l’unico momento nel lungo corso dell'anno nel quale uomini e donne sembrano disposti ad aprire liberamente il proprio cuore, disposti a pensare ai loro inferiori non come a creature di un’altra specie destinate a un altro cammino, ma come a compagni di viaggio, del medesimo viaggio verso la morte. E perciò, zio, benché non abbia mai portato una briciola d’oro o di argento nelle mie tasche, credo che il Natale mi abbia sempre fatto del bene, e sempre me ne farà; dico dunque: Sia benedetto!”.
Charles Dickens (Canto di Natale)
Pensavo di aver superato quelle cose. Pensavo di essere orgogliosa di me stessa. Ma quelle donne, per la maggior parte del tutto sconosciute, erano riuscite a farmi sentire di nuovo l'insicura perdente che mi sentivo al liceo. Improvvisamente mi sentivo un'intrusa al tavolo delle ragazze più popolari della scuola. Perchè mi importava così tanto di quello che dicevano gli altri, di quello che pensavano gli altri? Perchè la mia autostima dipendeva così tanto dall'opinione di persone che nemmeno conoscevo? (…) Come poteva qualcuno che non conoscevo nemmeno, o qualcuno che non vedevo da dieci anni, avere così tanto potere su di me?
Melissa Senate (See Jane Date)
Ognuno faceva quel che poteva, che si trattasse si risollevare una lapide o di provare a convincere uomini e donne del Ventunesimo secolo che c'erano degli autentici mostri, in questo mondo, e che il loro massimo vantaggio risiedeva proprio nel rifiuto, da parte delle persone razionali, di credere alla loro esistenza.
Stephen King (The Outsider)
Anche se non era la cosa giusta per l'occasione, è partito una specie di piccolo fuoco d'artificio fra la mia pancia e la mia fica. E ho cominciato a desiderare di ritrovarmi sola da qualche parte con questa prof biondo miele. Di immergermi nel suo odore e nella sua dolcezza, non vedo l'ora di ficcarmi di nuovo in un casino colossale.
Rossana Campo (Il posto delle donne)
L’oppressione delle donne è un fatto al quale la società è talmente abituata che, perfino coloro tra noi che la condannano nel suo insieme, in nome di principi democratici astratti, ne danno per scontati molti aspetti. Io stessa, avendo piú o meno interpretato il ruolo di donna-alibi, ho ritenuto a lungo che certi inconvenienti inerenti alla condizione femminile si dovessero semplicemente trascurare o sormontare, che non c’era bisogno di combatterli. Ciò che la nuova generazione di donne in rivolta mi ha fatto capire è che in questa faciloneria c’era complicità. In effetti, accettare tra i due sessi la minima disuguaglianza significa essere d’accordo sulla Disuguaglianza.
Simone de Beauvoir (Quando tutte le donne del mondo...)
Una volta hai osservato che certe parole erano considerate più importanti di altre semplicemente perché erano state scritte. Argomentavi che, per difetto, le parole degli uomini istruiti erano più importanti delle parole delle classi non istruite, tra le quali rientravano le donne. Continua su questa strada, mia cara Esme: prendi in considerazione le parole che noi usiamo e registriamo. Una volta che la questione del suffragio politico delle donne sarà stata risolta, bisognerà affrontare disuguaglianze meno evidenti. Senza rendertene conto, tu stai già lavorando per questa causa. Come diceva il nonno, sarà una partita lunga. Gioca in una posizione in cui sei brava e lascia che gli altri giochino nella loro.
Pip Williams (The Dictionary of Lost Words)
Tornai a Parigi, e scrissi questa storia esattamente come mi era stata raccontata. Essa ha soltanto un merito, che probabilmente le sarà contestato: quello di esser vera. Non traggo da questo racconto la conclusione che tutte le donne come Marguerite sono capaci di fare quello che ha fatto lei: me ne guardo bene. Ma sono venuto a sapere che una di loro aveva provato, nella sua vita, un grande amore, che ne aveva sofferto e ne era morta. Ho raccontato al lettore quello che avevo saputo. Era un dovere. Non sono l'apostolo del vizio, ma mi farò l'eco della nobile infelicità dovunque la sentirò supplicare. La storia di Marguerite è un'eccezione, lo ripeto; se fosse stata una storia come tutte le altre non sarebbe valsa la pena di scriverla.
Alexandre Dumas fils (La signora delle camelie)
Su Anarres non c’è nulla di bello, fuorché le facce. Le altre facce, gli uomini e le donne. Noi abbiamo solo quello, soltanto gli altri. Qui voi guardate i gioielli, là guardate gli occhi. E negli occhi vedete lo splendore, lo splendore dello spirito umano. Perché i nostri uomini e donne sono liberi… non possedendo nulla, sono liberi. E voi, i possessori, siete posseduti.
Ursula K. Le Guin (I Reietti dell'altro pianeta)
Per la prima volta nella sua vita, Alba sentì il bisogno di essere bella e rimpianse che nessuna delle splendide donne della sua famiglia le avesse lasciato in eredità i suoi attributi [...] Quando Miguel indovinò la sua inquietudine, la portò per mano fino al grande specchio veneziano che ornava un angolo della camera segreta; tolse la polvere dal vetro incrinato e poi accese tutte le candele che aveva e gliele mise intorno. Lei si ammirò nei mille frammenti dello specchio. La sua pelle, illuminata dalle candele, aveva il colore irreale delle figure di cera. Miguel cominciò ad accarezzarla e lei vide trasformarsi il suo volto nel caleidoscopio dello specchio e convenne infine che lei era la più bella dell'universo, perché aveva potuto vedersi con gli occhi con cui la vedeva Miguel.
Isabel Allende
-Che cos'è un essere umano? - Mi scusi? - Hai detto che hai studiato gli uomini, no? Hai scoperto qual è il valore di un uomo? - Gli esseri umani sono indefinibili - Non darti delle arie. Il valore di un uomo sta nell'apparenza. Al diavolo la convinzione che un uomo vada giudicato per il suo animo o la sua personalità. Gli uomini vengono definiti tali dall'aspetto del loro corpo, col quale possono osservare, sentire, odorare, toccare, gustare e avere contatti con gli altri; siamo uomini grazie proprio a questa carne a forma di uomo capace di comandare il nostro spirito. Mentiamo perché abbiamo la gola, feriamo gli altri perché abbiamo il corpo e ci facciamo osservare perché abbiamo gli occhi. Proprio perché possediamo una forma, ci facciamo tormentare da un brufolo di pochi millimetri, ci innervosiamo per un'irregolarità del corpo di pochi centimetri e ci facciamo prendere dal panico per aver perso un solo dente anteriore. Occhi più grandi di qualche millimetro attirano molti sguardi, mentre un naso più grande di qualche millimetro li distoglie. Donne più sottili di qualche centimetro vengono osservate e uomini più bassi di qualche centimetro non riescono a farsi notare. Senza corpo gli uomini non soffrirebbero" (Nakoshi Susumu)
Hideo Yamamoto (Homunculus 5)
Bisogna stare attenti a un aspetto particolare del "riso di superiorità". Se non lo si tiene d'occhio, esso può assumere una funzione conservatrice, allearsi al conformismo più piatto e più bieco. Sta qui l'origine di un certo "comico" reazionario che si ride del nuovo, dell'insolito, dell'uomo che vuol volare come gli uccelli, delle donne che vogliono far politica, di chi non pensa come gli altri, non parla come gli altri, come vogliono le tradizioni e i regolamenti... Perché quel riso abbia una funziona positiva, bisogna che la sua freccia colpisca piuttosto le idee vecchie, la paura di cambiare, il bigottismo della norma. I "personaggi sbagliati" del tipo anticonformista, nelle nostre storie, devono avere successo. La loro "disobbedienza" alla natura, o alla norma, deve essere premiata. Il mondo, sono i disobbedienti che lo mandano avanti!
Gianni Rodari (The Grammar of Fantasy: An Introduction to the Art of Inventing Stories)
Eccola dunque col pensiero laggiù. Le par d’essere ancora fanciulla, arrampicata sul belvedere del prete, in una sera di maggio. Una grande luna di rame sorge dal mare, e tutto il mondo pare d’oro e di perla. La fisarmonica riempie coi suoi gridi lamentosi il cortile illuminato da un fuoco d’alaterni il cui chiarore rossastro fa spiccare sul grigio del muro la figura svelta e bruna del suonatore, i visi violacei delle donne e dei ragazzi che ballano il ballo sardo. Le ombre si muovono fantastiche sull’erba calpestata e sui muri della chiesa; brillano i bottoni d’oro, i galloni argentei dei costumi, i tasti della fisarmonica: il resto si perde nella penombra perlacea della notte lunare. Noemi ricordava di non aver mai preso parte diretta alla festa, mentre le sorelle maggiori ridevano e si divertivano, e Lia accovacciata come una lepre in un angolo erboso del cortile forse fin da quel tempo meditava la fuga. La festa durava nove giorni di cui gli ultimi tre diventavano un ballo tondo continuo accompagnato da suoni e canti: Noemi stava sempre sul belvedere, tra gli avanzi del banchetto; intorno a lei scintillavano le bottiglie vuote, i piatti rotti, qualche mela d’un verde ghiacciato, un vassoio e un cucchiaino dimenticati; anche le stelle oscillavano sopra il cortile come scosse dal ritmo della danza. No, ella non ballava, non rideva, ma le bastava veder la gente a divertirsi perché sperava di poter anche lei prender parte alla festa della vita. Ma gli anni eran passati e la festa della vita s’era svolta lontana dal paesetto, e per poterne prender parte sua sorella Lia era fuggita di casa… Lei, Noemi, era rimasta sul balcone cadente della vecchia dimora come un tempo sul belvedere del prete.
Grazia Deledda (Reeds in the Wind)
Da settembre il villaggio non era più abituato a sentire passi, risate, voci giovanili; era stordito, sopraffatto dal rumore crescente che saliva da quella marea di uniformi verdi, da quell'odore di corpi sani, di carne giovane, e soprattutto dai suoni di quella lingua straniera. I tedeschi invadevano le case, i negozi, i caffè. I loro stivali risuonavano sui pavimenti rossi delle cucine. Chiedevano da mangiare, da bere. Passando accarezzavano i bambini. Gesticolavano, cantavano, ridevano alle donne. La loro aria felice, la loro ebbrezza da conquistatori, quella febbre, quella follia, quell'entusiasmo misto a una sorta di stupore, come se loro stessi non riuscissero a credere a quanto stava accadendo, tutto questo produceva una tale tensione, era così eccitante che i vinti erano portati a dimenticare per qualche attimo il proprio dolore e il proprio rancore.
Irène Némirovsky (Suite Française)
Supponiamo, ad esempio, che gli uomini venissero rappresentati in letteratura solo in qualità di amanti delle donne e non fossero mai amici di altri uomini, o soldati, pensatori, sognatori; quanti pochi ruoli potrebbero venir assegnati loro nelle opere di Shakespeare; e come soffrirebbe la letteratura! Ci rimarrebbe forse buona parte del ruolo di Otello; e gran parte di quello di Antonio; ma niente Cesare, niente Bruto, né Amleto, né Lear, né Jacques – la letteratura ne risulterebbe incredibilmente impoverita, come in effetti è stata incalcolabilmente impoverita da tutte quelle porte che sono state chiuse per le donne. Fatte sposare contro la loro volontà, rinchiuse in una stanza, costrette a una sola occupazione, come avrebbe potuto mai un drammaturgo fare un ritratto della vita di queste donne che fosse completo o interessante o veritiero? L’amore era l’unico interprete possibile.
Virginia Woolf (A Room of One's Own / Three Guineas)
Secondo le accuse, le “streghe” erano donne che avevano rapporti con il diavolo, si dedicavano a riti satanici e si abbandonavano a folli orge. In realtà si trattava di donne esperte in medicina naturale, per lo più contadine che conoscevano le proprietà curative delle erbe, usate ancora oggi. Ma queste donne, accrescendo le loro conoscenze e capacità di aiutare la gente, che le apprezzava, si affrancavano dalla dipendenza da Dio e dalla Chiesa.
Giuliana Sgrena (Dio odia le donne)
Succede che ciò che non viene nominato tende ad essere meno visibile agli occhi delle persone. In questo senso, chiamare le donne che fanno un certo lavoro con un sostantivo femminile non è un semplice capriccio, ma il riconoscimento della loro esistenza [...] le questioni linguistiche non sono mai velleitarie, perché attraverso la lingua esprimiamo il nostro pensiero, la nostra essenza stessa di esseri umani, ciò che siamo e ciò che vogliamo essere
Vera Gheno (Femminili singolari: Il femminismo è nelle parole)
Prima ancora del suo primo disastroso matrimonio, si ricordava d’aver seguito con ardore le ribellioni dell’Irlanda, e le cause di divorzio di donne che cercavano di liberarsi da uomini che odiavano. Avevano un bel da dire i parroci che la libertà spirituale e corporale son cose affatto diverse! Perniciosa dottrina, quella! Il corpo e l’anima non si possono separare in tal modo. La libera volontà costituisce la forza di ogni legame, e non la sua debolezza.
John Galsworthy (In Chancery (The Forsyte Chronicles, #2))
Cos'è l'amore? Ognuno ha una risposta diversa a questa domanda. Questo demone ha tormentato un numero infinito di uomini valorosi e di donne virtuose e capaci. Basandomi sulle storie d'amore del nonno, sugli amori tempestosi di mio padre e sul pallido deserto delle mie esperienze, ho desunto alcune costanti valide per le tre generazioni della mia famiglia. La prima fase, quella dell'amore ardente, è fatta di dolore lacerante, dal cuore trafitto gocciola un liquido simile alla resina di pino; il sangue versato per le pene d'amore sgorga dallo stomaco, attraversa gli intestini e viene espulso dal corpo sotto forma di feci nere come la pece. La seconda fase, quella dell'amore crudele, è la fase della critica impietosa; gli innamorati adorano scorticarsi vivi sul piano fisico, psicologico, spirituale e materiale; adorano strapparsi a vicenda le vene, i muscoli, gli organi e infine il cuore nero o rosso, e gettarlo in faccia all'altro, facendo sì che i due cuori si scontrino e vadano in pezzi. La terza fase, o dell'amore di ghiaccio, è caratterizzata da lunghi silenzi. La freddezza trasforma gli amanti in ghiaccioli. E' per questo che quelli che amano veramente hanno il viso bianco come brina e una temperatura corporea di venticinque gradi. Battono i denti senza riuscire a parlare, non perché non lo vogliano ma perché hanno disimparato, e agli altri danno l'impressione di esser muti.
Mo Yan (Red Sorghum)
Dice: «Ho bisogno di te, Pat Peoples; ho un bisogno maledetto di te», poi si mette a piangere e le sue lacrime mi scendono calde sulla pelle mentre mi bacia il collo dolcemente, tirando su col naso. È strano che mi dica una cosa simile, così lontana dal solito «ti amo» delle donne, eppure forse più vera. Provo una bella sensazione mentre la abbraccio, e ricordo ciò che mi ha detto mia madre tempo fa, quando cercavo di liberarmi di Tiffany invitandola alla tavola calda. «Tu hai bisogno di amici, Pat. Tutti ne hanno bisogno». E poi ricordo che Tiffany mi ha mentito per molte settimane; ricordo quella storia tremenda che mi ha raccontato Ronnie su come è stata licenziata, e ciò che mi ha confessato lei nella sua ultima lettera; ricordo quanto è stata stramba la nostra amicizia, ma poi ricordo che nessuno, a parte lei, potrebbe mai avvicinarsi a capire cosa provo ad aver perso Nikki per sempre. Ricordo che il periodo di lontananza è finalmente finito e che, se Nikki se n’è andata definitivamente, ho pur sempre fra le braccia una donna che ha sofferto molto, e ha un bisogno disperato di sentirsi di nuovo bella. Fra le mie braccia c’è una donna che mi ha regalato l’Atlante delle nuvole per l’osservazione del cielo, una donna che conosce tutti i miei segreti, una donna che sa quanto è incasinata la mia mente, quante pillole devo prendere, e tuttavia si lascia abbracciare da me. In tutto questo c’è qualcosa di onesto, e non riesco a immaginarmi nessun’altra donna coricata insieme a me nel bel mezzo di un campo da calcio congelato – in piena tormenta, addirittura – a sperare che accada l’impossibile: che una nuvola si liberi da un nembostrato. Nikki questo non l’avrebbe mai fatto, per me, neppure nei suoi giorni migliori. Perciò stringo un po’ di più Tiffany, la bacio fra le sopracciglia perfettamente depilate e dopo un profondo respiro dico: «Credo di aver bisogno anch’io di te».
Matthew Quick (The Silver Linings Playbook)
Non amava né il giardino né la villa. Era arduo sopportare la presenza del suocero. Era il più "presente" degli esseri. Se anche tentava di infiammare l'immaginazione ripetendo: «Questa casa un giorno sarà mia», non riusciva a entusiasmarsi. «Sì, è bel tempo, pensava con distacco, la villa ha dello stile... le rose... Simone... sì... Ma tutto ciò cosa giova a me, alla mia più intima natura?... Del resto, quando per un'ora vedo lo stesso orizzonte penso alla morte. Il disgusto tipico di ogni uomo che non si accontenta di vivere, che talvolta pensa alla propria vita... Sono stanco del successo, sono stanco dei processi brillanti, degli affari fortunati o sfortunati, delle relazioni utili, stanco anche troppo della presidenza del collegio forense. Soprattutto, pensava, sono stanco del matrimonio, e si ricordava dell'inverno passato, che si riaffacciava alla memoria come un lungo e cupo stato di collera, interrotto da schiarite di appassionata concordia, sempre più rare queste ultime, sempre più frequenti i diverbi... Perché?... Ah! certi matrimoni, certe donne erano così... Certe unioni sembrano generare nell'anima un dolore sordo, proprio come quello del basto che percuote il fianco delle bestie appaiate... Sospirò: «Non chiedo grandi cose, eppure... Che mi lasci partire per due mesi, è tutto ciò che desidero. Quando tornerò sarò dolce come un agnello... Ero forse fatto per il matrimonio? Per non importa quale matrimonio? No, sono ingiusto... Questo non è un matrimonio qualunque... L'ho amata... Lei m'ispira ancora una specie di nervoso affetto... La disgrazia è che si comincia ad amare una persona con tutto ciò che l'attornia... (quando l'ho amata tutto ciò che mi faceva pensare a lei mi era caro: la città in cui l'ho conosciuta; l'italiano che parlavano attorno a me...). Quando si finisce di amare, ci si slega anche da tutto. Così, questa villa, suo padre, perfino la bambina e questo cielo, tutto mi sfinisce e mi irrita...».
Irène Némirovsky (Un amore in pericolo)
Nel momento in cui l'anima è ancora tanto giovane da concepire la melanconia, le speranze lontane, e sa trovare nella donna più che una donna, la maggiore felicità che possa capitare ad un uomo non è forse quella di amare tanto da provare più gioia a toccare un guanto bianco, a sfiorare una chioma, ad ascoltare una frase, a gettare uno sguardo, di quando di quanta non ne dia a un amante felice più completo possesso? Perciò, gl'innamorati respinti, le donne brutte, gl'infelici, gli amanti ignorati, i timidi, sono i soli a conoscere quali tesori racchiuda la voce della persona amata. Traendo la fonte e il principio dall'anima stessa, le vibrazioni dell'aria carica di fuoco fanno comunicare i cuori così violentemente, vi portano così lucidamente il pensiero, e sanno così poco mentire, che una sola inflessione vale spesso più di un discorso concluso. Quale incanto prodiga al cuore di un poeta di timbro armonioso in una dolce voce! Quante idee vi risveglia! Quale freschezza vi spande! Prima di essere confessato dallo sguardo, l'amore è già nella voce.
Honoré de Balzac (Ferragus, chef des Dévorants)
Resta strano e quasi inesplicabile il fatto che nella città di Atene, dove le donne erano tenute in reclusione quasi orientale, come odalische o serve, il teatro abbia ugualmente prodotto figure come Clitemnestra e Cassandra, Atossa e Antigone, Fedra e Medea, e tutte le altre eroine che dominano i drammi del "misogino" Euripide. Ma il paradosso di questo mondo, in cui nella vita reale una donna rispettabile non poteva quasi farsi vedere sola per strada, e tuttavia sulla scena, la donna uguaglia e supera l'uomo, non è stato mai spiegato in modo soddisfacente. Nella tragedia moderna esiste lo stesso prodominio. Ad ogni modo, una scorsa all'opera di Shakespeare (e anche a quella di Webster, ma non di Marlowe o Jonson) basta a dimostrare che questo preodominio, questa iniziativa delle donne, persiste da Rosalind a Lady Macbeth. E' così anche in Racine; se delle sue tragedia portano il nome dell'eroina; e quale dei suoi personaggi maschili possiamo contrapporre ad Ermione e ad Andromaca, a Berenice e a Rossana, a Fedra e ad Atalia? Così di nuovo con Ibsen, quale uomo possiamo paragonare a Solveig e Nora, Hedda e Hilda Wangel e Rebecca West?
F.L. Lucas (Greek Tragedy and Comedy)
Sartre è ideologicamente un creatore, io no; costretto da questo a delle scelte politiche, lui ne ha approfondito le cause piú di quanto a me non interessasse farlo: avrei tradito la mia libertà se avessi rifiutato di riconoscere questa sua superiorità; mi sarei ostinata nell’atteggiamento di sfida e di malafede frutto della lotta dei sessi, che è proprio il contrario dell’onestà intellettuale. Ho salvaguardato la mia indipendenza perché non ho mai scaricato su Sartre le mie responsabilità; non ho aderito a nessuna idea, non ho preso nessuna risoluzione senza averla prima criticata e fatta mia.
Simone de Beauvoir (Quando tutte le donne del mondo...)
In Occidente sono sempre stati gli uomini bianchi a raccontare le nostre storie, a scrivere le nostre leggi, ad attribuire i nostri significati, ad avere il dominio sulle arti e sulle accademie e, quando essere rappresentata è stata un'esperienza femminile, di solito è stato un uomo a renderne conto. Le donne vengono definite dall'esterno per come appaiono agli uomini, e non dall'interno come soggetti pensanti e senzienti. Non sono esseri simili e neanche una tipologia differente o qualitativamente peggiore di persone, sono semplicemente l'opposto dell'uomo, e quindi, l'opposto dell'essere umano.
Jude Ellison S. Doyle (Dead Blondes and Bad Mothers)
Avviene una cosa strana: fino a diciannove anni e piú, le ragazze, ora, seguono gli stessi studi dei fratelli, leggono gli stessi libri, s'interessano del mondo, di politica. Acquisiscono l'amore del rischio, dell'avventura. E poi, di colpo, il loro slancio si arresta. A volte la famiglia non intende spendere per gli studi di una figlia quanto avrebbe speso per quelli d'un figlio. A volte la ragazza si spaventa un po', pensa: mi considereranno una di quelle intellettuali aggressive, non troverò marito. Ci sono quelle che dicono: lavorerò per due-tre anni, poi mi sposerò... Finiscono, insomma, nella mediocrità?
Simone de Beauvoir (Quando tutte le donne del mondo...)
Non posso più ascoltare in silenzio. Devo parlarle usando i mezzi a disposizione che ho in questo momento. Lei strazia la mia anima. Provo a un tempo agonia e speranza. Non mi dica che è troppo tardi, che quei preziosi sentimenti son per sempre svaniti. Mi offro nuovamente a lei col cuore che è suo ancor più di quando lo ha quasi spezzato otto anni e mezzo fa. Non osi più dire che gli uomini dimenticano prima delle donne, che l'amore di un uomo muore più rapidamente. Ho amato solo lei. Posso essere stato ingiusto, debole, schiavo di risentimenti, ma mai incostante. Lei sola mi ha indotto a venire a Bath. Penso solo a lei, per lei sola faccio progetti per l'avvenire. Non se n'è accorta? È possibile che non abbia compreso i miei desideri? Non avrei atteso neppure questi dieci giorni se solo avessi potuto leggere nei suoi sentimenti, come lei, penso abbia visto in fondo ai miei. Quasi non riesco a scrivere. Ogni istante sento qualcosa che mi soggioga. Lei abbassa la voce, ma io so distinguerne toni che altri non saprebbero cogliere. Creatura troppo buona, troppo eccelsa! Lei ci rende davvero giustizia. Lei crede veramente che gli uomini possano provare vero amore ed essere costanti. Mi creda, in me questi sentimenti sono i più fervidi, i più incrollabili.
Jane Austen (Persuasion)
Poi", continuò Marguerite, "tu eri l'unica persona davanti alla quale avevo subito intuito che potevo pensare e parlare liberamente. Tutti coloro che stanno intorno alle donne come me analizzano tutto quello che diciamo, cercano di trarre delle conclusioni dalle nostre azioni più insignificanti. Per natura, non abbiamo amici. Abbiamo amanti egoisti, che dilapidano il patrimonio non certo per noi, come dicono, ma per la loro vanità. Per questi amanti, dobbiamo essere gaie quando sono allegri, in buona salute quando vogliono cenare, scettiche come loro. Ci è proibito avere un cuore, per non essere beffate e perdere il nostro credito. Noi non ci apparteniamo più. Non siamo più esseri umani, ma cose. Siamo le prime nel loro amor proprio, le ultime nella loro stima. Abbiamo amiche, ma sempre del genere di Prudence, ex mantenute, che hanno conservato il gusto dello scialo senza poterselo permettere, data l'età. Allora diventano le nostre amiche, o meglio, le nostre commensali. La loro amicizia arriva fino al servilismo, mai fino al disinteresse. Mai ci daranno un consiglio, se non venale. A loro poco importa se abbiamo dieci amanti, purché ci ricavino qualche vestito, o un braccialetto, e possano ogni tanto passeggiare nella nostra carrozza o andare al teatro nel nostro palco. Prendono i mazzi di fiori che abbiamo ricevuto il giorno prima, e si fanno prestare i nostri scialle di cachemire. Non ci fanno mai il minimo piacere senza farselo pagare il doppio di quello che vale. L'hai visto tu stesso, la sera in cui Prudence mi ha portato i seimila franchi che l'avevo pregata di chiedere da parte mia al duca: se n'è fatta prestare cinquecento che non mi restituirà mai, o che mi pagherà in cappelli che resteranno eternamente nelle loro scatole. Noi non possiamo avere, o meglio io non potevo avere che una gioia, triste come sono talvolta, sofferente come sono sempre: trovare un uomo abbastanza superiore da non chiedermi conto della mia vita, ed essere l'amante dei miei sentimenti molto più che del mio corpo. Un uomo così l'avevo trovato nel duce, ma il duca è vecchio, e la vecchiaia non protegge né consola. Avevo creduto di poter accettare la vita che mi offriva, ma che vuoi? morivo di noia, e per finire con l'uccidersi è meglio gettarsi in un incendio che asfissiarsi col carbone. Allora ho incontrato te, giovane, ardente, felice, e ho cercato di fare di te l'amante che avevo invocato nella mia rumorosa solitudine. Ciò che amavo in te non era l'uomo che eri, ma quello che dovevi essere. Tu non accetti questo ruolo, lo respingi come indegno di te, sei un amante volgare; fai come gli altri: pagami, e non ne parliamo più.
Alexandre Dumas fils (La Dame aux Camélias)
A settembre succedono giorni di cielo sceso in terra. Si abbassa il ponte levatoio del suo castello in aria e giù per una scala azzurra il cielo si appoggia per un poco al suolo. A dieci anni potevo vedere i gradini squadrati, da poterli risalire cogli occhi. Oggi mi contento di averli visti e di credere che ci sono ancora. Settembre è il mese delle nozze tra la superficie terrestre e lo spazio di sopra acceso dalla luce. Sulle terrazze gradinate a viti i pescatori fanno i contadini e raccolgono i grappoli nei cesti fatti dalle donne. Prima ancora di spremerli, il giorno di vendemmia ubriaca gli scalzi tra i filari al sole e lo sciame delle vespe assetate.
Erri De Luca (I pesci non chiudono gli occhi)
Sempre e dovunque la lotta per l'emancipazione delle donne è legata alla lotta per il progressismo in generale. E direi, inversamente, che non è possibile l'emancipazione femminile, non potrebbe esserci un vero e proprio cambiamento della condizione femminile senza una trasformazione delle strutture economiche. Non voglio dire che il socialismo sia una condizione sufficiente perché la donna sia veramente pari all'uomo. In nessuno dei paesi che conosco è stata realizzata questa uguaglianza. Nell'Urss, in Polonia, lo status della donna è nettamente inferiore a quello dell'uomo. Non ci sono donne grandi dirigenti politici, grandi amministratori, grandi funzionari statali, si possono a malapena citare due o tre eccezioni. Eppure nell'Urss lavora il 95 per cento delle donne. Non hanno posti di primissimo piano, ma hanno comunque conseguito un genere di dignità, di partecipazione alla vita pubblica, di rapporto con se stesse che non ho incontrato in altri paesi. Anche se il socialismo non è una condizione sufficiente, è certamente una condizione necessaria. Le donne lavoreranno tutte il giorno in cui ci sarà lavoro per tutti, in cui ci sarà bisogno del loro lavoro: non prima di allora. Ma ci sarà bisogno di questo lavoro, ci sarà bisogno del pieno impiego delle forze umane soltanto il giorno in cui si assisterà a una ristrutturazione completa del mondo della produzione.
Simone de Beauvoir (Quando tutte le donne del mondo...)
Nessuna delle due era mai stata con una donna, eppure eccoci qua, disse Sidney, una docente universitaria e una maestra di terza elementare, una donna di oltre quarant'anni e un'altra di venticinque e passa, un'ebrea di New York e una metodista di Sandusky, Ohio, travolte dal più grande amore della loro vita. L'assurdo, continuo Sydney, era che non aveva mai considerato le donne, era sempre andata matta per i maschi e anche adesso che conviveva con una donna da quasi tre anni non si considerava una lesbica, era semplicemente una persona innamorata di un'altra persona, e siccome l'altra persona era bella e fascinosa e unica al mondo, cosa cambiava se era innamorata di un uomo o di una donna?
Paul Auster
Il colonnello Aureliano Buendía promosse trentadue sollevazioni armate e le perse tutte. Ebbe diciassette figli maschi da diciassette donne diverse, che furono sterminati uno dopo l’altro in una sola notte, prima che il maggiore compisse trentacinque anni. Sfuggì a quattordici attentati, a settantatré imboscate e a un plotone di esecuzione, Sopravvisse a una dose di stricnina nel caffè che sarebbe bastata a ammazzare un cavallo. Respinse l’Ordine del Merito che gli conferì il presidente della repubblica. Giunse a essere comandante generale delle forze rivoluzionarie, con giurisdizione e comando da una frontiera all’altra, e fu l’uomo più temuto dal governo, ma non permise mai che lo fotografassero.
Gabriel García Márquez (One Hundred Years of Solitude)
Pensai a tutte le parole che avevo raccolto da Mabel, da Lizzie e da altre donne: donne che sventravano il pesce o tagliavano i tessuti o pulivano i bagni pubblici femminili di Magdalen Street. Esprimevano le proprie opinioni usando parole adatte a loro e si dimostravano deferenti mentre io le trascrivevo sulle schede. Per me queste schede erano preziose e le nascondevo nel baule per proteggerle. Ma da che cosa? [...] Il mio Dizionario delle parole perdute non era diverso dell’inferriata nella Ladies’ Gallery della Camera dei Comuni: nascondeva ciò che si sarebbe dovuto vedere e azzittiva ciò che si sarebbe dovuto udire. Dopo la scomparsa mia e di Mabel, il baule non sarebbe stato altro che una bara.
Pip Williams (The Dictionary of Lost Words)
«E come i vecchi seduti intorno alla piazzetta di fronte al memoriale del Piave, parleremo di due giovani che avevano trovato tanta felicità per qualche settimana e avevano passato il resto delle loro vite a intingere batuffoli di cotone in quella ciotola di felicità, temendo che finisse, senza osare berne più di un ditale e solo in occasione degli anniversari di rito.» Ma questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta, avrei voluto dirgli. Quei due non possono disfarla, né riscriverla, né far finta di non averla vissuta, nemmeno riviverla; è lì, bloccata, come un’apparizione di lucciole in un campo d’estate verso sera, e continua a ripetere a ognuno di loro: Avresti potuto avere questo, invece. Ma tornare indietro è falso. Andare avanti è falso. Far finta di niente è falso. Cercare di rimediare a tutte queste falsità è a sua volta falso. La loro vita è come un’eco distorta sepolta per sempre in un santuario di Mitra. Silenzio. «Dio, come ci invidiavano quelli seduti di fronte a noi, a cena, la prima sera a Roma» disse. «Ci fissavano tutti a bocca aperta, giovani, vecchi, uomini, donne – ogni singolo individuo al nostro tavolo – perché eravamo tanto felici.» «E tornando a quella sera, quando saremo vecchi, parleremo ancora di questi giovani come se fossero due sconosciuti che abbiamo incontrato sul treno, che ammiriamo e vorremmo aiutare. E ci verrà da chiamarla invidia, perché chiamarlo rimpianto ci spezzerebbe il cuore.»
André Aciman (Call Me By Your Name (Call Me By Your Name, #1))
L'inquietudine era nella mia natura; e qualche volta mi agitava fino alla sofferenza. Allora il mio unico sollievo era di camminare su e giù per il corridoio del terzo piano, rifugiarmi nella sua solitudine, abbandonare il mio spirito alle splendide visioni che mi sovrastavano, lasciare il mio cuore vibrare di un'esaltazione che lo turbava sì, ma lo dilatava; e soprattutto aprire l'orecchio a una voce inesistente, una voce creata dalla mia immaginazione e che non mi dava pace, alimentata dalla vita, dal fuoco e dalle sensazioni a cui aspiriamo, e che nella mia esistenza allora non avevo. Inutile dire agli uomini di essere contenti della tranquillità. Quel che essi desiderano è l'azione, e se non la troveranno, la creeranno. Milioni di esseri sono condannati a un destino più pacifico del mio, e milioni si ribellano contro la loro sorte. Nessuno sa quanti ribelli, oltre i ribelli politici, popolano la terra. In genere si crede che le donne siano molto quiete. Le donne invece provano gli stessi sentimenti degli uomini. Hanno bisogno di esercitare le loro facoltà, e di provare le loro capacità come i loro fratelli; soffrono come gli uomini dei freni e dell'inattività, e fa parte della mentalità ristretta dei loro compagni più fortunati il dire che si devono limitare a cucinare e a far la calza, a suonare il piano e a far ricami. E' stupido condannarle o schernirle, se cercano di fare di più o imparare di più di quello che è solito al loro sesso.
Charlotte Brontë
...una fila di donne nude, dalle carni bianche, come appare la pelle quando viene spogliata dei vestiti, d'inverno. Una nudità così non l'ho mai veduta. Una nudità che, nel suo rivelarsi ultimo, arreso, si fa lieve, trasparente e muta. Le teste sono incassate nelle spalle, i petti incurvati in avanti, le mani a coprire i sessi. Sono i dannati che si avviano, senza ribellarsi, verso l'estrema condanna, pur sapendo di essere innocenti. C'è un marchio che li inchioda al loro destino di martiri. Sono colpevoli di vivere, di essere se stessi. Anche se non hanno ascoltato il serpente, se non hanno morsicato la mela della tentazione, sono lì a subire l'umiliazione del rifiuto divino. Per sempre, dicono, quei corpi curvi, per sempre. Ma perchè?
Dacia Maraini (Il treno dell'ultima notte)
tu n'es peut être pas son premier,son dernier ou son unique. Elle a aimé avant,elle pourra aimer à nouveau. Mais si elle t'aimes maintenant qu'est ce qui importe? Elle n'est pas parfaite,toi non plus.Et vous ne serez peut être jamais parfaits ensembles,mais si elle peut te faire rire,réfléchir deux fois et qu'elle admet qu'elle est humaine et qu'elle fait des erreurs. Accroche toi à elle et donne lui tout ce que tu as à donner.Elle peut ne pas penser à toi chaque seconde de sa journée. Mais elle te donnera un part d'elle qu'elle sait que tu pourrais briser son coeur. Donc ne la blesse pas,ne l'analyse pas et n'attend pas d'elle plus que ce qu'elle peut t'offrir. Souris quand elle te rend heureux,fais lui savoir quand elle te déçoit,et qu'elle te manque quand elle n'est pas là.
Abir Berrahal
Concluderò perciò dicendovi che a mio avviso il femminismo è tutt'altro che superato, e che bisogna anzi mantenerlo vivo; opporvisi, negarlo, non significa superare qualcosa, significa regredire. Penso che il femminismo sia una causa comune per l'uomo e per la donna, e che gli uomini riusciranno a vivere in un mondo più equo, meglio organizzato, un mondo più valido, soltanto quando le donne avranno uno status più equo e più valido; la conquista dell'uguaglianza tra i sessi li riguarda entrambi. D'altra parte, le donne non devono limitarsi a rivendicazioni specifiche. Bisogna che ne allarghino la portata, e che lottino anche a fianco degli uomini per un cambiamento generale della società, perché riusciranno a fare trionfare la propria causa solamente aiutando il progresso dell'umanità tutta intera.
Simone de Beauvoir (Quando tutte le donne del mondo...)
Voisine Je peux rester des après-midi entiers à regarder cette fille, caché derrière mon rideau. Je me demande ce qu'elle peut écrire sur son ordinateur. A quoi elle pense quand elle regarde par la fenêtre. Je me demande ce qu'elle mange, ce qu'elle utilise comme dentifrice, ce qu'elle écoute comme musique. Un jour, je l'ai vue danser toute seule. Je me demande si elle a des frères et sœurs, si elle met la radio quand elle se lève le matin, si elle préfère l'Espagne ou l'Italie, si elle garde son mouchoir en boule dans sa main quand elle pleure et si elle aime Thomas Bernhard. Je me demande comment elle dort et comment elle jouit. Je me demande comment est son corps de près. Je me demande si elle s'épile ou si au contraire elle a une grosse toison. Je me demande si elle lit des livres en anglais. Je me demande ce qui la fait rire, ce qui la met hors d'elle, ce qui la touche et si elle a du goût. Qu'est-ce qu'elle peut bien en penser, cette fille, de la hausse du baril de pétrole et des Farc, et que dans trente ans il n'y aura sans doute plus de gorilles dans les montagnes du Rwanda ? Je me demande à quoi elle pense quand je la vois fumer sur son canapé, et ce qu'elle fume comme cigarettes. Est-ce que ça lui pèse d'être seule ? Est-ce qu'elle a un homme dans sa vie ? Et si c'est le cas, pourquoi c'est elle qui va toujours chez lui ? Pourquoi il n'y a jamais d'homme chez elle ? Je me demande comment elle se voit dans vingt ans. Je me demande quel sens elle donne à sa vie. Qu'est-ce qu'elle pense de sa vie quand elle est comme ça, toute seule, chez elle ? Si ça se trouve, elle n'a aucun intérêt, cette fille.
David Thomas (La Patience des buffles sous la pluie)
MIRANDOLINA (sola): Uh, che mai ha detto! L'eccellentissimo signor Marchese Arsura mi sposerebbe? Eppure, se mi volesse sposare, vi sarebbe una piccola difficoltà. Io non lo vorrei. Mi piace l'arrosto, e del fumo non so che farne. Se avessi sposati tutti quelli che hanno detto volermi, oh, avrei pure tanti mariti! Quanti arrivano a questa locanda, tutti di me s'innamorano, tutti mi fanno i cascamorti; e tanti e tanti mi esibiscono di sposarmi a dirittura. E questo signor Cavaliere, rustico come un orso, mi tratta sì bruscamente? Questi è il primo forestiere capitato alla mia locanda, il quale non abbia avuto piacere di trattare con me. Non dico che tutti in un salto s'abbiano a innamorare: ma disprezzarmi così? è una cosa che mi muove la bile terribilmente. É nemico delle donne? Non le può vedere? Povero pazzo! Non avrà ancora trovato quella che sappia fare. Ma la troverà. La troverà. E chi sa che non l'abbia trovata? Con questi per l'appunto mi ci metto di picca. Quei che mi corrono dietro, presto presto mi annoiano. La nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne. A maritarmi non ci penso nemmeno; non ho bisogno di nessuno; vivo onestamente, e godo la mia libertà. Tratto con tutti, ma non m'innamoro mai di nessuno. Voglio burlarmi di tante caricature di amanti spasimati; e voglio usar tutta l'arte per vincere, abbattere e conquassare quei cuori barbari e duri che son nemici di noi, che siamo la miglior cosa che abbia prodotto al mondo la bella madre natura.
Carlo Goldoni (La Locandiera (Classic Reprint))
Nell’ultimo decennio le donne hanno infranto le strutture del potere; contemporaneamente i disturbi legati all’alimentazione sono cresciuti in maniera esponenziale, e la chirurgia estetica è diventata la specialità medica che si è sviluppata più rapidamente.1 Negli ultimi cinque anni le spese consumistiche sono raddoppiate, la pornografia è diventata la principale fonte di guadagno nell’ambito dei mass media,2 e trentatremila donne americane hanno fatto sapere ai ricercatori che preferirebbero perdere da cinque a sette chili piuttosto che raggiungere un qualsiasi altro obiettivo.3 C’è un numero sempre crescente di donne che hanno più denaro, più potere, più opportunità, più riconoscimenti legali; ma per come si giudicano dal punto di vista fisico, probabilmente stanno peggio delle loro nonne non ancora emancipate.
Naomi Wolf (The Beauty Myth)
Si era detto cose ciniche sul conto di lei, ma nessun uomo può essere sempre cinico e nello stesso tempo vivere, e così le ritrattò. L'errore che aveva commesso nell'esprimerle era sorto dal fatto che si era lasciato influenzare da principi generali trascurando il caso particolare. Ma ragionare in questo modo diventa qualche volta un esercizio stantio; innamorati e mariti ne hanno fatto esperienza anche prima d'oggi. Clare era stato duro verso di lei, senza dubbio. Gli uomini sono troppo spesso duri con le donne che amano o che hanno amato, e le donne con gli uomini. E tuttavia queste crudeltà sono la quintessenza della tenerezza se le paragoniamo alla crudeltà universale da cui nascono; la crudeltà della posizione in rapporto al temperamento; dei mezzi in rapporto al fine, dell'oggi rispetto a ieri e del futuro rispetto all'oggi.
Thomas Hardy (Tess of the D'Urbervilles (Chinese Edition))
V'erano anche gli indulgenti: Gentil, il quale aveva detto: «Voto per la reclusione. Creare un Carlo I vuol dire creare un Cromwell»; Bancal, che si era pronunciato: «Voto per l'esilio, vorrei vedere il più grande dei re dell'universo condannato a scegliersi un mestiere qualsiasi per campare»; Albouys che aveva sostenuto: «Il bando! Questo spettro vivente se ne vada errando da un trono all'altro!»; Zangiaconi, che si era espresso in questo modo: «La detenzione. Teniamo il Capeto nelle nostre mani, ci servirà di minaccia»; Chaillon avreva gridato: «Che viva. Io non voglio un morto che Roma tramuterà in un santo». Mentre uno dopo l'altro questi giudizi erano pronunciati da voci intransigenti e passavano alla storia, nelle tribune, donne scollacciate seguivano la votazione tenendo in mano un elenco e segnando con un colpo di spillo ogni voto.
Victor Hugo (Ninety-Three)
C'è invece una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c'è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch'io possa dire «Ecco cos'ero prima di nascere». Non so se vengo dalla collina o dalla valle, dai boschi o da una casa di balconi. La ragazza che mi ha lasciato sugli scalini del duomo di Alba, magari non veniva neanche dalla campagna, magari era la figlia dei padroni di un palazzo, oppure mi ci hanno portato in un cavagno da vendemmia due povere donne da Monticello, da Neive o perché no da Cravanzana. Chi può dire di che carne sono fatto? Ho girato abbastanza il mondo da sapere che tutte le carni sono buone e si equivalgono, ma è per questo che uno si stanca e cerca di mettere radici, di farsi terra e paese, perché la sua carne valga e duri qualcosa di più che un comune giro di stagione.
Cesare Pavese (The Moon and the Bonfire)
Quelli che lo circondavano, la sua famiglia, gli amici, accendevano in lui un sentimento di vergogna e di furore. Li aveva visti sulla strada, quelli e i loro simili, ricordava le macchine piene di ufficiali che scappavano con le loro belle valigie gialle e le loro donne truccate, i funzionari che abbandonavano le loro sedi, i politici che, presi dal panico, seminavano lungo la strada carte e documenti segreti, le ragazze che, dopo aver piagnucolato come dovuto nel giorno dell'armistizio, ora si consolavano con i tedeschi. "E dire che nessuno lo saprà, che ci sarà intorno a tutto questo un tale intrigo di menzogne che ne faranno un'altra pagina gloriosa della Storia di Francia. Si daranno da fare per snidare atti di abnegazione, di eroismo. Buon Dio! Con quello che ho visto io! Porte chiuse a cui si bussava invano per avere un bicchiere d'acqua, e quegli sfollati che saccheggiavano le case; ovunque, dall'alto al basso, confusione, viltà, vanità, ignoranza! Ah! Siamo proprio un bel popolo!
Irène Némirovsky (Suite francese)
Il Ka-Be è il Lager a meno del disagio fisico. Perciò, chi ancora ha seme di coscienza, vi riprende coscienza; perciò, nelle lunghissime giornate vuote, vi si parla di altro che di fame e di lavoro, e ci accade di considerare che cosa ci hanno fatti diventare, quanto ci è stato tolto, che cosa è questa vita. In questo Ka-Be, parentesi di relativa pace, abbiamo imparato che la nostra personalità è fragile, è molto più in pericolo che non la nostra vita; e i savi antichi, invece di ammonirci «Ricordati che devi morire», meglio avrebbero fatto a ricordarci questo maggior pericolo che ci minaccia. Se dall'interno dei Lager un messaggio avesse potuto trapelare agli uomini liberi, sarebbe stato questo: fate di non subire nelle vostre case ciò che a noi viene inflitto qui. Quando si lavora, si soffre e non si ha tempo di pensare: le nostre case sono meno di un ricordo. Ma qui il tempo è per noi: da cuccetta a cuccetta, nonostante il divieto, ci scambiamo visite, e parliamo e parliamo. La baracca di legno, stipata di umanità dolente, è piena di parole, di ricordi e di un altro dolore. «Heimweh» si chiama in tedesco questo dolore; è una bella parola, vuol dire «dolore della casa». Sappiamo donde veniamo: i ricordi del mondo di fuori popolano i nostri sonni e le nostre veglie, ci accorgiamo con stupore che nulla abbiamo dimenticato, ogni memoria evocata ci sorge davanti dolorosamente nitida. Ma dove andiamo non sappiamo. Potremo forse sopravvivere alle malattie e sfuggire alle scelte, forse anche resistere al lavoro e alla fame che ci consumano: e dopo? Qui, lontani momentaneamente dalle bestemmie e dai colpi, possiamo rientrare in noi stessi e meditare, e allora diventa chiaro che non ritorneremo. Noi abbiamo viaggiato fin qui nei vagoni piombati; noi abbiamo visto partire verso il niente le nostre donne e i nostri bambini; noi fatti schiavi abbiamo marciato cento volte avanti e indietro alla fatica muta, spenti nell'anima prima che dalla morte anonima. Noi non ritorneremo. Nessuno deve uscire di qui, che potrebbe portare al mondo, insieme col segno impresso nella carne, la mala novella di quanto, ad Auschwitz, è bastato animo all'uomo di fare dell'uomo.
Primo Levi (Survival in Auschwitz)
Non fare tante riforme e tanti decreti; e se li fai procura che siano giusti, e soprattutto che si osservino e si eseguiscano; perché le riforme che si trascurano egli è come se non si promulgassero, e fanno giudicare che il principe, il quale ebbe senno ed lungimiranza nel prescriverle, manchi poi di energia nel farle eseguire. [...] Ricordati, non sempre rigoroso o sempre indulgente, ma eleggi il mezzo fra quegli due estremi: che in ciò consiste la perfezione della saggezza. Visita le carceri, i mercati, e sino le beccherie e i macelli; che la presenza del governatore in siffatti luoghi è di estrema importanza: e così tu conforterai i prigioni che attendono di essere restituiti alla libertà, e porrai in sesto le stadere e i pesi, evitando le frodi, ed incutendo il terrore nei rivenditori delle piazze e nei macellai. Non ti mostrare (se anco lo fossi, benché non credo), amico né di robe, né di donne, né della ghiottoneria; perché come il popolo, o chi ha da trattar teco, conosce la piega a cui inchini, si studierà di far in te entrare la corruzione, e tanto ti assalirà, che ne andrai trascinato ad irreparabile perdizione.
Miguel de Cervantes Saavedra (Don Quijote de la Mancha)
Quando il connubio tra uomini, donne e macchine sarà completo, questo genere di letteratura diventerà obsoleto perché allora ci comprenderemo troppo bene. Abiteremo una comunità di intelligenze a cui avremo accesso immediato. La connessione avrà raggiunto livelli tali che i grumi isolati di soggettività si dissolveranno in un oceano di pensieri, di cui internet, per come la conosciamo, non è che la rudimentale anticipazione. Arrivando a poter dimorare nella mente gli uni degli altri, perderemo la capacità di mentire. I nostri racconti cesseranno di essere interminabili cronache di malintesi. La letteratura perderà la propria malsana fonte di nutrimento. E l'haiku, nella sua lapidaria, immobile e tersa percezione e celebrazione delle cose per quello che sono, rimarrà l'unica forma imprescindibile. Sono sicuro che faremo tesoro della letteratura del passato, per quanto possa inorridirci. Ci guarderemo indietro, meravigliandoci della bravura con cui individui di tempi remoti hanno saputo descrivere i loro difetti, di come hanno ideato geniali favole non senza speranza, a partire dai loro conflitti, dalle loro mostruose inadeguatezze e dalla reciproca incomprensione.
Ian McEwan (Machines like Me)
Ho conosciuto anche, per mia fortuna, alcuni dei migliori uomini che la società ha dato alla mia generazione. Averli conosciuti mi rende orgoglioso. Alcuni sono morti, altri girano per il mondo, anonimi come sono sempre stati, senza sapere che furono per me, in alcuni momenti, esempio di qualcosa. Conoscerli non è stato un mio merito, ma se la mia vita non fosse stata quello che è stata, se non avessi fatto alcune scelte, essi non avrebbero attraversato la mia. Anche se non ho imparato tutto quello che avrebbero potuto insegnarmi, sapere che quegli uomini e quelle donne esistono, aver conosciuto la loro generosità, il loro talento, la loro forza e la loro capacità di resistenza mi fornisce una percezione dell’essere umano che altrimenti non avrei acquisito. In essi ho ammirato il coraggio e il talento, la capacità di resistenza al dolore e alle avversità. Ho ammirato la solidarietà primitiva di dare, anche nelle peggiori circostanze, quel poco che si ha a che ne ha bisogno senza neppure chiedergli il nome. Ho ammirato la forza per ricominciare la vita quando il cammino più facile era la morte. Le due cose che più ammiro e rispetto sono il coraggio e il talento. Ho conosciuto persone che avevano molto di entrambe.
Carlos Liscano (Lo scrittore e l'altro)
L’editore mandò cento copie del volume, per tutto compenso dell’opera: il valore non superava quello dell’olio e del vino rubati in cantina; e il grosso pacco piombò in casa come un bolide sconquassatore. La madre ne fu atterrita, la sera gli girò attorno con la diffidenza spaventata di un cane che vede un animale sconosciuto: per fortuna Cosima ricordò che un suo cugino in terzo grado aveva una bottega di barbiere e spacciava giornali e riviste. Era un intellettuale anche lui, a modo suo, perché mandava la corrispondenza locale al Giornale del capoluogo: e la proposta di Cosima, di spacciare qualche copia del romanzo fu da lui accolta con disinteresse completo. Ma per la scrittrice fu un disastro morale completo: non solo le zie inacidite, e i benpensanti del paese, e le donne che non sapevano leggere ma considerano i romanzi come libri proibiti, tutti si rivoltarono contro la fanciulla: fu un rogo di malignità, di supposizioni scandalose, di profezie libertine: la voce del Battista che, dalla prigione opaca della sua selvaggia castità urlava contro Erodiade era meno inesorabile. Lo stesso Andrea era scontento: non così aveva sognato la gloria della sorella: della sorella che si vedeva minacciata dal pericolo di non trovare marito.
Grazia Deledda (Cosima)
Le premier empereur est appelé l'Empereur du Ciel. Il a déterminé l'ordre du temps qu'il a divisé en dix troncs célestes et douze branches terrestres, le tout formant un cycle. Cet empereur vécut dix-huit mille ans. Le second empereur est l'Empereur de la Terre ; il vécut aussi dix-huit mille ans : on lui attribue la division du mois en trente jours. Le troisième empereur est l'Empereur des Hommes. Sous son règne apparaissent les premières ébauches de la vie sociale. Il partage son territoire en neuf parties, et à chacune d'elles il donne pour chef un des membres de sa famille. L'histoire célèbre pour la première fois les beautés de la nature et la douceur du climat. Ce règne eut quarante-cinq mille cinq cents ans de durée. Pendant ces trois règnes qui embrassent une période de quatre-vingt-un mille ans, il n'est question ni de l'habitation, ni du vêtement. L'histoire nous dit que les hommes vivaient dans des cavernes, sans crainte des animaux, et la notion de la pudeur n'existait pas parmi eux. A la suite de quels événements cet état de choses se transforma-t-il ? L'histoire n'en dit mot. Mais on remarquera les noms des trois premiers empereurs qui comprennent trois termes, le ciel, la terre, les hommes, gradation qui conduit à l'hypothèse d'une décadence progressive dans l'état de l'humanité.
Tcheng-Ki-Tong (Les Chinois peints par eux-mêmes)
Aveva dell’amicizia, come del resto di parecchi altri sentimenti, un ideale che in questo caso non le sembrava - ma anche in altri casi non le era sembrato - che la presente amicizia esprimesse a pieno. Ma sovente rammentava a se stessa che esistono ragioni essenziali per cui gli ideali non riescono mai a concretizzarsi. Negl’ideali bisogna credere senza vederli; è questione di fede, non di esperienza. Tuttavia l’esperienza può fornircene imitazioni molto attendibili ed è saggio far loro buon viso. Il fatto è che in complesso Isabel non aveva mai incontrato un personaggio più simpatico e interessante di Madame Merle; non aveva mai conosciuto una persona che fosse priva come lei di quel difetto che forma l’ostacolo principale all’amicizia: quel riprodurre i lati più tediosi, stantii e troppo conosciuti del proprio carattere. La ragazza non aveva mai spalancato così le porte della sua confidenza; alla sua amabile ascoltatrice diceva cose che non aveva ancora mai detto ad alcuno. Talvolta si allarmava del suo candore: era come se avesse dato ad una persona quasi sconosciuta la chiave del suo cofanetto di gioielli. Queste gemme spirituali erano gli unici gioielli di qualche grandezza che Isabel possedeva, ragione di più per custodirli con ogni cura. Ma poi, sempre le tornava in mente che non ci si deve rammaricare per un generoso errore, e che se Madame Merle non aveva i pregi che essa le attribuiva, tanto peggio per Madame Merle. Non c’era dubbio che avesse grandi pregi: era attraente, simpatica, intelligente, colta. Più che questo (perché Isabel non aveva avuto la sfortuna di attraversare la vita senza incontrare numerose persone del suo sesso delle quali non si poteva onestamente dire di meno), era una donna rara, superiore, straordinaria. C’è tanta gente amabile nel mondo, e Madame Merle era lungi dall’avere un carattere volgarmente allegro, dal fare la spiritosa senza requie. Sapeva come si fa a pensare, dote rara nelle donne; e aveva pensato con molto costrutto. Naturalmente, sapeva anche come si fa a provare sentimenti: Isabel non avrebbe potuto passare una settimana con lei senza acquistarne la certezza. Questa era proprio la grande dote di Madame Merle, il suo dono più perfetto. La vita aveva lasciato il suo segno su di lei; ella ne aveva sentito tutta la forza, e faceva parte del godimento che dava la sua compagnia il fatto che, quando la ragazza parlava di ciò che si compiaceva di chiamare questioni serie, questa signora la comprendeva con facilità e subito. Le emozioni, questo è vero, oramai per lei appartenevano quasi alla storia; ella non faceva un segreto del fatto che la fonte della passione, per essere stata spillata con discreta violenza in un certo periodo, non scorreva più liberamente come un tempo. Per di più si proponeva, e insieme si aspettava, di diventare insensibile; ammetteva tranquillamente di essere stata un po’ pazza un giorno, ed ora ostentava di essere perfettamente savia.
Henry James (The Portrait of a Lady)
Ho bevuto fino a impazzire, mi sono stordita con le droghe a sedici anni, sono sgattaiolata fuori con uomini adulti per andare all’ultimo spettacolo del Fillmore East, ho vissuto nuda nelle comuni e ho rubato. Ho scritto la mia tesi sul suicidio nella poesia contemporanea americana lavorando come barista mentre mi facevo scopare sul tavolo da biliardo nel retro. Sono stata un’assistente in una clinica per schizofrenici a Chelsea e capogruppo in un centro d’accoglienza per senzatetto sulla Trentesima. Ho seguito le tracce di Giovanna d’Arco in Francia, preso un treno per Roma a mezzanotte e indossato tacchi a spillo per una lesbica italiana feticista della pelle. Ho preso acidi per tre giorni sul treno da Montréal a Vancouver, dove ho passato una notte con un famoso musicista jazz musulmano che mi ha sedotto con il suo sassofono e le sue invocazioni predicatorie. Ho trovato il modo di entrare in campi di accoglienza per vittime di stupro in Bosnia, ho indossato il burqa nell’Afghanistan dei talebani, ho guidato caricata a caffè attraverso le strade minate del Kosovo. Dovevo vedere, sapere, toccare, trovare l’orecchio. Forse stavo inscenando la mia cattiveria, o cercando la mia bontà, o avvicinandomi alla disumanità più profonda per provare a capire come sopravvivere al peggio di cui siamo capaci. Poi sono andata in Congo, ed è là che tutto è andato in frantumi. Là, dove, in un solo colpo, i peggiori atti di crudeltà incontravano la più pura gentilezza. Ero arrivata fin là.
V (formerly Eve Ensler) (Nel corpo del mondo. La mia malattia e il dolore delle donne che ho incontrato)
Essere amato da una fanciulla casta, rivelarle per primo lo strano mistero dell'amore, è certamente una grande gioia, ma è anche la cosa più usuale del mondo. Impadronirsi di un cuore che non è abituato agli assalti è come entrare in una città aperta, senza presidi. L'educazione, il senso del dovere e della famiglia, sono validissime sentinelle, ma non c'è sentinella abbastanza vigile che non possa essere ingannata da una fanciulla di sedici anni, alla quale, attraverso la voce dell'uomo amato, la natura dà quei primi consigli d'amore tanto più ardenti in quanto apparentemente puri. Più la fanciulla crede al bene, più facilmente si abbandona, se non all'amante, almeno all'amore, perché, essendo senza diffidenza, è senza forza, e farsi amare da lei è un trionfo che ogni uomo di venticinque anni può ottenere tutte le volte che vuole. [...] Ma essere amato da una cortigiana è una vittoria molto più difficile. In loro, il corpo ha logorato l'anima, i sensi hanno guastato il cuore, la sregolatezza inaridito i sentimenti. Le parole che diciamo loro, le conoscono da tempo, il nostro comportamento è cosa già nota, lo stesso amore che ispirano, l'hanno più volte venduto. Amano per mestiere, e non per trasporto. Sono difese meglio dai loro calcoli che una vergine dalla madre o dal convento: così hanno inventato la parola capriccio per quegli amori non venali che si concedono ogni tanto come riposo, come scusa o come consolazione; simili a quegli usurai che depredano mille persone, e che credono di riscattarsi prestando una volta venti franchi a un povero diavolo che muore di fame, senza interessi e senza ricevuta. Poi, quando Dio permette l'amore a una cortigiana quest'amore, che inizialmente sembra un perdono, diventa quasi sempre, per lei, un castigo. Non c'è assoluzione senza penitenza. Quando una creatura, che ha da rimproverarsi un intero passato, si sente improvvisamente presa da un amore profondo, sincero, irresistibile, di cui non si sarebbe mai creduta capace; quando confessa questo amore, come la domina l'uomo amato! Come si sente forte del crudele diritto di dirle "Non fate per amore più di quello che avete fatto per denaro". Allora non sanno più che prova dare. Un bambino, racconta la favola, dopo essersi divertito un pezzo a gridare in un campo "Aiuto!" per infastidire i contadini, un bel giorno fu divorato da un orso, senza che coloro, che tante volte aveva ingannato, credessero vere le sue grida. Accade la stessa cosa a quelle infelici donne, quando amano seriamente. Hanno mentito tante volte, che nessuno le crede più, e sono, in preda ai loro rimorsi, divorate dall'amore. Da ciò derivano le grandi abnegazioni, gli austeri ritiri, di cui alcune hanno dato l'esempio. Ma quando l'uomo che ispira quell'amore redentore ha l'anima abbastanza generosa per accettarlo dimenticando il passato, quando vi si abbandona, insomma quando ama, com'è amato! Esaurisce d'un tratto tutte le possibilità terrene di emozioni, e, dopo quell'amore, il suo cuore sarà chiuso a ogni altro.
Alexandre Dumas fils (La Dame aux Camélias)
Allora, nel crepuscolo della guerra mondiale, aveva capito che se le piazze socialiste del Diciannovesimo secolo erano state animate dalla speranza, quelle piccoloborghesi del Ventesimo sarebbero state sopraffatte dalla paura. Contrapponendosi ai palazzi del potere nelle piazze, i militanti socialisti avevano ma-nifestato le loro esigenze misconosciute, le loro aspettative disattese, esprimendo una vigorosa richiesta affinché le loro speranze nel progresso, nel miglioramento delle condizioni di vita, nell’emancipazione dagli ostacoli o dalle catene che lo impedivano, venissero finalmente esaudite. Erano state, insomma, piazze turbolente, certamente scontente, ma, in ultima istanza, fiduciose, e anche gioiose. Dai loro canti e proteste sprigionava ancora una fervente preghiera rivolta all’avvenire: Dio del futuro, fa’ che la vita di mio figlio sia migliore della mia. Ma con il nuovo secolo la speranza sarebbe stata soppiantata dalla paura. E con essa dalla delusione, lo sconforto, lo smarrimento, il senso di sconfitta, di esser stati traditi, di declassamento, fino all’astio, al rancore, alla rabbia vendicativa. A un tratto, in piazza non c’erano più solo uomini e donne che invocavano le trasformazioni storiche e politiche ma anche coloro che le temevano, a cominciare proprio da quella rivoluzione socialista in cui si era a lungo sperato. Dopo la Grande guerra, milioni d’italiani avevano smesso di sperare nel mutamento e iniziato a sentirsene minacciati. Il canto delle piazze si era strozzato in urlo. Un urlo che non supplicava più il futuro perché finalmente giungesse a riscattare il presente ma gli intimava di rimanere increato. Non più una preghiera ma uno scongiuro.
Antonio Scurati (M. L'uomo della provvidenza)
Una recente statistica diceva che le donne forniscono 45 miliardi di ore di lavoro domestico contro i 43 miliardi di ore di lavoro salariato. Il volume del lavoro domestico supera dunque di gran lunga il lavoro salariato. Se la società dovesse pagare quel lavoro è evidente che ciò aumenterebbe enormemente tutte le sue spese. È un grandissimo vantaggio per la società avere donne che fanno questo enorme lavoro per niente. Come ottenere allora che la donna faccia questo lavoro? Bisogna condizionarla. Dato che è difficile convincerla che essa ha la vocazione di lavare i patti, si è trovato qualcosa di meglio. Si esalta la maternità, perché la maternità offre il modo di tenere la donna in casa e di farle fare le faccende domestiche. Invece di dire alla bambina di due, tre o quattro anni: «Sei destinata a lavare i piatti» le si dice «Sei destinata ad essere madre»; le regalano bambole, si esalta la maternità, in modo che quando diventa una ragazza non pensa ad altro, pensa soltanto a sposarsi e ad avere bambini. La si è convinta che non sarà una donna completa se non avrà bambini. Quando una donna non ha figli, si dice: «Non è una vera donna», ma quando un uomo non ha figli non si dice: «Non è un vero uomo». Bisogna dunque che la donna sia asservita alla maternità. Se almeno avesse la libertà di essere madre quando vuole, nella misura in cui lo vuole, pianificando le nascite dei figli, avrebbe molta piú libertà in tutti i campi. Potrebbe rivaleggiare con l’uomo sul piano professionale, non sarebbe per tutta la vita inchiodata in casa; e cosí si porrebbe il problema di perché non debba essere l’uomo a lavare i piatti. Per evitare che ciò avvenga, bisogna dunque imporre la maternità alla donna e imporgliela suo malgrado. Per questa ragione da quando esiste la possibilità di controllare le nascite, non si è mai cercato di facilitarne la messa in pratica, al punto che in Francia attualmente c’è solo il 7 per cento di donne che si servono di metodi anticoncezionali. È anche per questo che il governo, in questo momento, sta ritirando tutte le sovvenzioni alla Pianificazione familiare, la sola organizzazione che si è occupata di informare le donne. Il governo, tuttavia, riconosce di non avere alcuna soluzione di ricambio; ed è una cosa molto grave. Non solo si sopprime la Pianificazione familiare e le si tolgono le possibilità di agire, ma non si prevede niente al suo posto. Si impedisce dunque alle donne di difendersi dal concepimento quando non lo desiderano. E cosí rimangono incinte loro malgrado. Non resta allora altro che procurarsi l’aborto, e cosí fanno un milione di donne francesi ogni anno, malgrado questa legge che di fatto non impedisce niente e che quindi non ha alcun senso. Ogni tanto si dà ad essa un’apparenza di esistenza, accusando qualche donna, sempre scelta tra le piú diseredate, perché non si è mai vista la moglie di un magistrato, di un ministro o di un grande industriale seduta al posto in cui stanno le accusate di oggi. Eppure si può essere sicuri che ci sono altrettanti aborti in quegli ambienti come negli altri. La legge opprime tutte le donne, anche quelle che sono privilegiate. Nella mia vita ho visto arrivare a casa mia in lacrime non solo operaie o impiegate, ma donne borghesi che avevano denaro; una volta ho perfino aiutato la moglie di un grande direttore di banca. Nonostante tutto, le donne sono isolate; anche col denaro, non si hanno sempre gli indirizzi che occorrono e non si sa a chi rivolgersi. Come dicevo in principio, si è inculcato nell’animo delle donne un tale senso di colpa, che l’aborto diviene per loro qualcosa di traumatizzante, mentre non lo sarebbe affatto se avvenisse in condizioni legali.
Simone de Beauvoir (Quando tutte le donne del mondo...)
Èdouard si accontentò delle sue ricerche, andò a pranzare, tornò a casa, confrontò l'appartamento che avrebbe preso con quello che stava per lasciare, vide che non guadagnava altro che un cambiamento ed ebbe i rimpianti che vengono quando si lascia la propria abitazione da scapolo, per piccola e scomoda che sia. Si rammenta tutto quello che è successo da quando è stata abitata, le passate emozioni quotidiane che ha visto nascere e morire, come fiori mattutini, sbocciati fra quattro mura, di cui resta solo quel profumo chiamato ricordo. Allora si rimpiange tutto, perfino la musica insipida del pianoforte della vicina, maledetto pianoforte che si ritrova in tutte le case in cui si è vissuto e che miagola da mattina a sera i suoi arpeggi eterni e mai appresi; si rimpiange perfino il portiere che alla sera vi consegnava il candeliere e la chiave, e qualche volta una lettera desiderata, tanto desiderata che si benediceva la mano che la consegnava quanto quella che l'aveva scritta. Poi giunge la viglia del trasloco. Quella sera, col pretesto dei bauli da fare, si rientra presto, talvolta con un amico che viene ad aiutare, ma più spesso da soli, si aprono gli armadi, i mobili; si scompiglia tutto, si toccano quaranta cose senza prenderne nessuna, non si sa da dove cominciare; poi, di colpo, in un cassetto dimenticato, si ritrova una lettera altrettanto dimenticata. Poi un'altra, poi un'altra ancora; ci si accomoda sul bordo del letto e si intraprende la lettura del proprio passato, inframmezzata da questi muti monologhi: <>. E la serata passa non si sa come, senza nulla di fatto, evocando soavi ombre di donne, che senza dubbio, nel momento preciso in cui ci si ricorda di loro, stanno dicendo ad altri le parole deliziose e menzognere che vi dicevano tempo fa. Il giorno dopo, quando ci si alza e non restano che due ore per traslocare, tutto è ancora più disordinato del giorno prima.
Alexandre Dumas (Un'amazzone)
Alcune caratteristiche dell'ondata rivoluzionaria - in primo luogo gli aspetti di sincronia e concatenazione tra i processi - hanno motivato e in parte giustificano il confronto con alcuni precedenti come il 1848, il 1968 o il 1989, che hanno coinvolto e scosso diverse aree regionali o continentali - e per certi versi sovra-continentali. Tuttavia una delle tesi principali di questa opera è che il valore della rivoluzione della gente comune cui abbiamo assistito - e, per quanto ci riguarda, intensamente vissuto - risieda come in tutte le rivoluzioni autentiche innanzitutto nell'aver messo al centro alcune fondamentali questioni umane e nel come e quanto esse abbiano iniziato a cercare e suggerire risposte all'insegna della vivibilità, in un'ottica possibilmente aggregante e complessivamente migliorativa per tutte e tutti. Questi processi sono preziosi per chi cerca la liberazione e l'autoemancipazione, mentre sono stati ritenuti pericolosi dagli oppressori di tutto il mondo per il principio di rivoluzione umana che hanno incarnato, soprattutto in Egitto e in Siria, in termini diversi nell'enigmatico quanto importante Yemen. In ciò si trovano delle differenze significative rispetto alle rivoluzioni del Novecento, in cui spesso sin dall'inizio sono prevalse le logiche politiche, politico-religiose e/o politico-militari. Questi processi presentano tratti nuovi e di grande valore in cui abbiamo rintracciato un filo conduttore che ce ne ha fatto formulare un'idea sintetica e un'analisi, nonché trarre insegnamenti utili alla ricerca di un bene comune in chiave universale. Al principio e al centro ci sono le persone e le personalità - non gli Stati e i partiti -, le donne e gli uomini coinvolti di tutte le età e generazioni, ciò che hanno sentito, pensato ed espresso operando ancora prima che facendo: le persone e le idee, di cui valutare il valore e le contraddizioni, i meriti e i deficit.
Mamadou Ly (Dall'Egitto alla Siria. Il principio di una Rivoluzione Umana e i suoi antefatti)
Donne non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l’aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell’uomo; è l’insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna. Ma cos'e' la donna? E' semplicissimo – dice chi ama le formule semplici: è una matrice, un’ovaia; è una femmina: ciò basta a definirla. In bocca all’uomo, la parola “femmina” suona come un insulto; eppure l’uomo non si vergogna della propria animalità, anzi è orgoglioso se si dice di lui: “E’ un maschio!” Ora la donna è sempre stata, se non la schiava, la suddita dell’uomo; i due sessi non si sono mai divisi il mondo in parti uguali e ancora oggi, nonostante che la condizione della donna si sia evoluta, la donna è gravemente handicappata. Economicamente gli uomini e le donne costituiscono quasi due caste (due gabbie salariali si direbbe oggi); a parità di condizioni i primi hanno situazioni più favorevoli, salari più elevati, maggiori probabilità di riuscita. Nulla di nuovo si dice quando si afferma che gli uomini occupano nell’industria, nella politica, nell’economia, un numero assai più grande di posti e detengono le cariche più importanti. L’uomo può pensarsi senza la donna: lei non può pensarsi senza l’uomo. Lei è soltanto ciò che l’uomo decide che sia; così viene qualificata “il sesso”, intendendo che la donna appare essenzialmente al maschio un essere sessuato: la donna per lui è sesso, dunque lo è in senso assoluto. La donna si determina e si differenzia in relazione all’uomo, non l’uomo in relazione a lei; è l’inessenziale di fronte all’essenziale. L'uomo è definito come un essere umano e una donna come una femmina - ogni volta che si comporta come un essere umano si dice che imiti il ​​maschio. Le donne vivono disperse in mezzo agli uomini, legate ad alcuni uomini – padre o marito – più strettamente che alle altre donne; e ciò per i vincoli creati dalla casa, dal lavoro, dagli interessi economici, dalla condizione sociale. C’è una strana malafede nel conciliare il disprezzo per le donne con il rispetto di cui si circondano le madri. È un paradosso criminale negare alla donna ogni attività pubblica, precluderle la carriera maschile, proclamare la sua incapacità in tutti i campi, e affidarle l’impresa più delicata e più grave: la formazione di un essere umano. Finché la famiglia e il mito della famiglia e il mito della maternità e l'istinto materno non saranno soppressi, le donne saranno oppresse.
Simone de Beauvoir (Le deuxième sexe, I)
Simone de Beauvoir che scrive la leggenda di Sartre, scolpendo la statua del grand'uomo, sacrificando tutta la verità alla mitologia, fornisce la versione parigina e quindi francese, e quindi europea, e quindi mondiale, della vicenda. Ne “La forza delle cose, scrive: “Di fronte a un vasto pubblico egli (Camus) dichiarò: “amo la Giustizia, ma prima di essa difenderò mia madre” il che significava mettersi dalla parte dei pieds-noirs. Il peggio era che al tempo stesso dava a intendere che si manteneva al di sopra della mischia, avvallando così quanti desideravano ocncilaire questa guerra e i suoi metodi con l'umanesimo borghese.” È lo stesso libro in cui la liberazione di Sartre dallo stalag nell'aprile del 1941, dovuta probabilmente a un intervento del filo nazista Drieu la Rochelle, si trasforma in un'evasione; in cui la partecipazione di Sartre alla rivista collaborazionista Comoedia durante la guerra viene presentata come un errore commesso una sola volta nel 1941, (mentre sappiamo che in realtà ancora nel settembre del 1943 il filosofo entra a far parte di una giunta organizzata dal giornale e il 5 febbraio del 1944 scrive l'elogio funebre di quel Giradoux che aveva celebrato le virtù del Reich nazista), e varie altre verità sulla Resistenza della famosa coppia. Camus paga per la rettitudine, per l'integrità, per la correttezza delle proprie battaglie, paga per l'onestà, per la passione nei confronti della verità, paga per aver partecipato alla Resistenza quando molti avevano resistito così poco, paga per i propri successi, per le vendite formidabili dei propri libri, paga per il talento e paga, ovviamente, per il Nobel, paga per il fatto di non essere corruttibile, di non aver bisogno di mentire quando si è trattato di tracciare la retta via, paga per la giovinezza, la bellezza, il successo con le donne, paga per la vita filosofica che suona come un rimprovero di fronte all'esistenza di tanti falsari, paga per la fedeltà all'infanzia passata in mezzo alla gente umile, paga per non aver tradito e venduto niente, paga per essere entrato con effrazione, lui figlio di povera gente, nel mono bene di Saint-Germain-des-Prés, paga per aver scelto la Giustizia, la libertà e il popolo in un universo di intellettuali affascinati dalla violenza, dalla ferocia e dalle idee, paga per essere un autodidatta riuscito, paga per aver scritto lui, figlio di un'analfabeta, libri che non avrebbe mai dovuto scrivere perché riservati all' élite, paga perché a fare da legge, sono il risentimento, l'invidia, l'astio e la gelosia.
Michel Onfray
Anche Isabel era sconvolta, ma non colpita quanto si sarebbe immaginata. Ciò che sentiva non era una grande responsabilità, una grande difficoltà di scelta; le appariva chiaro che nella questione non c’era stato da scegliere. Non poteva sposare Lord Warburton; questa idea non poteva andar d’accordo con nessuno degli illuminati pregiudizi a favore della libera esplorazione della vita che ella aveva finora professati o che era attualmente capace di professare. Doveva scrivergli questo, doveva convincerlo, ed era un compito relativamente facile. Ma ciò che la turbava, nel senso che la riempiva di meraviglia, era proprio il fatto che le costasse così poco rifiutare una magnifica «occasione». Quali che ne fossero i limiti, Lord Warburton le aveva offerto una grande possibilità; la situazione poteva avere i suoi lati negativi, poteva contenere elementi oppressivi, elementi meschini, poteva addirittura dimostrarsi nient’altro che un farmaco a base di stupefacenti, ma lei non faceva ingiuria al suo sesso ritenendo cosa certa che, su venti donne, diciannove vi si sarebbero adattate senza un lamento. Perché dunque non doveva imporsi irresistibilmente anche a lei? Chi era, che cosa era lei, per ritenersi superiore? Che modo di vedere la vita, che progetti per la sua sorte, che concetto della felicità aveva lei, tali che pretendevano di essere più vasti di queste vaste, di queste favolose prospettive? Se non avesse fatto una cosa come questa, allora avrebbe dovuto fare grandi cose, avrebbe dovuto fare qualcosa di più grande. La povera Isabel trovava modo di ricordare ogni tanto a se stessa che non doveva essere troppo orgogliosa, e non c’era niente di più sincero della sua preghiera di essere immune da tale pericolo: l’isolamento e la solitudine dell’orgoglio assumevano nella sua mente l’orrore di un luogo deserto. Se era stato l’orgoglio ad impedirle di accettare Lord Warburton, tale bêtise era singolarmente fuori luogo; ed era tanto cosciente che egli le piaceva, da giungere a dire a se stessa che si trattava proprio della delicatezza, e della fine intesa, di una comunione di spiriti. Le piaceva troppo per sposarlo, ecco la verità; qualcosa le diceva che c’era un punto debole nella brillante logica della proposta - così come la vedeva lui - anche se non riusciva a metterci sopra nemmeno la piccolissima punta del suo dito; e infliggere ad un uomo che offriva tanto una moglie con tali tendenze critiche, sarebbe stata un’azione particolarmente disonesta. Gli aveva promesso di pensare alla sua proposta, e mentre, dopo che egli l’aveva lasciata, se ne tornava, sperduta nella meditazione, alla panchina dove lui l’aveva trovata, poteva sembrare che stesse mantenendo la promessa. Ma non era così; ella si domandava se non era per caso una creatura fredda, dura, vanitosa, e, mentre infine si alzava e si dirigeva piuttosto svelta verso casa, sentiva, come aveva detto prima al suo amico, davvero terrore di se stessa.
Henry James (The Portrait of a Lady)