Del Piero Quotes

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le regole vanno rispettate e fatte rispettare, proprio nell’interesse di tutti. Altrimenti viene a mancare quel contesto civile del vivere insieme, dove debbono esistere diritti ma anche doveri.
Piero Angela (A cosa serve la politica?)
I prodotti"alternativi" proposti da pratiche come l'omeopatia non hanno mai superato i classici controlli; hanno semplicemente superato la prova di non tossicità, come avviene per tutti i prodotti alimentari, dalla pasta alle caramelle. Queste cose bisognerebbe insegnarle a scuola, perché sono alla base del metodo scientifico.
Piero Angela (Il mio Lungo Viaggio: 90 anni di Storie Vissute)
MAIN CHARACTERS Cesare Borgia (c. 1475–1507). Italian warrior, illegitimate son of Pope Alexander VI, subject of Machiavelli’s The Prince, Leonardo employer. Donato Bramante (1444–1514). Architect, friend of Leonardo in Milan, worked on Milan Cathedral, Pavia Cathedral, and St. Peter’s in the Vatican. Caterina Lippi (c. 1436–1493). Orphaned peasant girl from near Vinci, mother of Leonardo; later married Antonio di Piero del Vaccha, known as Accattabriga. Charles d’Amboise (1473–1511). French governor of Milan from 1503 to 1511, Leonardo patron.
Walter Isaacson (Leonardo da Vinci)
La canzone che vive solo tre volte La prima sigaretta è la più dolce la seconda è amara come un amore la terza ti brucia le dita e la vita ed è l'ultima, l'ultima, l'ultima È allora che senti il mondo che gira la danza lenta dell'aria che brucia il suono del cuore che batte, ribatte ti scuote di colpi di gioia, ti stringe Il primo amore è anche l'unico Il secondo è il ricordo del primo Il terzo è solo una dolce amicizia ed è l'ultimo, l'ultima, l'ultima È allora che senti il mondo che gira la danza lenta dell'aria che brucia il suono del cuore che batte, ribatte ti scuote di colpi di gioia, ti stringe sempre più veloce, più forte, più grande finché il battito è uno solo e continuo La prima morte è la più gelida La seconda è tiepida e dolce La terza è il fuoco che volevi ed è l'ultima, l'ultima, l'ultima È allora che senti il mondo che gira la danza lenta dell'aria che brucia il suono del cuore che batte, ribatte ti scuote di colpi di gioia, ti stringe sempre più veloce, più forte, più grande finché il battito è uno solo e continuo La prima vita è la più sbagliata La seconda ripeti gli stessi errori La terza sai come andrà a finire ed è l'ultima, l'ultima, l'ultima È allora che senti il mondo che gira la danza lenta dell'aria che brucia il suono del cuore che batte, ribatte ti scuote di colpi di gioia, ti stringe sempre più veloce, più forte, più grande finché il battito è uno solo e continuo una pioggia bruciante e gelida infine sulla fronte che scotta di febbre La prima canzone vola nel cielo La seconda affonda nella terra profonda La terza è un grido, una supplica al vento ed è l'ultima, l'ultima, l'ultima La prima canzone vola nel cielo La seconda affonda nella terra profonda La terza è un grido, una supplica al vento ed è l'ultima, l'ultima, l'ultima ed è l'ultima, forse non più l'ultima? Piero Omeda (testo) e Sandro Saccocci (musica)
Piero Omeda (testo) e Sandro Saccocci (musica)
Contare i sassi perdendo il conto è il senso della nostra vita: l'algebra dei nostri spostamenti. Seguire percorsi perdendo il senso è la circonvoluzione, l'evolversi: la logica dei nostri istanti. Ma. No. Non c'è simmetria nei nostri atti. Mai il caso dei passi ci sorprenderà di sale. La nostra macchina del tempo. Avanti. Mai indietro la macchina di carne. Indietro non si torna. Indietro non si torna. Non c'è rimedio: la morte è un'asimmetria inguaribile. Enorme il ticchettio dell'Orologio ma ma il nostro tempo ha la stretta, il vortice l'acqua di sale di un'onda che ci copre. Rifà ed incava il viso, come sabbia ci porta via la carne.
Piero Olmeda (Of Time and Goats)
Senza conservatori e senza rivoluzionari, l'Italia è diventata la patria naturale del costume demagogico.
Piero Gobetti
Cominciò a dire “Chi?...Che cosa?”, ma la risposta fu un rantolo prolungato, seguito da una serie di conati, mentre il corpo che teneva tra le braccia tremava in modo incontrollabile. Piano piano cominciò a notare il soprabito sporco di un colore indefinibile, i piedi nudi, i capelli raggrumati in configurazioni improbabili. Allora, con estremo sforzo, con le due mani a metà tra le guance ed il collo provò a sollevare lentamente il viso di questo corpo. Vide due immensi occhi gialli, persi nel nulla, secchi, la pupilla nera dilatata all'impossibile. Le guance scavate con le ossa del cranio che premevano sulla pelle rinsecchita dove le rughe si diramavano dagli occhi e dalle labbra come le crepe di un deserto. E ancora disse e continuò a ripetere: “Chi sei? Cosa vuoi? Perché?” Ma infine la risposta che non voleva accettare si fece strada nel caos. No, non era possibile. No, non era un mostro venuto dallo spazio, né l'incubo di qualcun altro, ma semplicemente era suo figlio.
Piero Olmeda
Dopo che V. pronunciò le ultime parole, la percezione del mondo di B. ruotò su se stessa. Le loro ombre si tramutarono in due corpi di carne viva che si affrontavano in due dimensioni sulle piastrelle livide della terrazza. L'immagine di lei che aveva davanti si trasformò invece in un'ombra dai contorni netti, anzi piuttosto una falla, un buco a forma di donna nello spazio-tempo che lasciava trapelare il nulla assoluto che stava al di là. La mano di B. si alzò come se possedesse una volontà propria e indipendente, nera si confondeva con l'assenza di lei, così fece anche l'altra mano, si portò lentamente all'altezza dove prima stavano gli occhi e sentì, senza vederlo, che le punte delle dita si stavano sfiorando nel buio. La scintilla della coscienza di B. ardeva di una fiamma nera, incontrollabile, silenziosa, che bruciava lo sbocciare di un fiore ai limiti dell'alba, il palpitare di un cuore caldo sotto la mano, il bacio umido di una notte d'estasi, senza fumo e cenere, lasciando solo un vuoto privo di alcun ricordo. La morte scese, dolce come la primavera dell'infanzia, un lieve accenno di sorriso a un angolo della bocca, timida, pietosa come mai era stata una madre, lo strinse a sé calda come zucchero, gli sussurrò parole inudibili dietro l'orecchio che lo fecero rabbrividire come mai un'amante aveva mai fatto. Lo strinse così forte che diventò lui stesso, B. ricambiò la stretta così disperatamente che divenne lei stessa, il due diventò uno, l'amore impossibile diventò vero, ed amaro come il frutto delizioso della conoscenza. Le mani che non poteva vedere, le sue mani, si avvicinarono in una lenta danza, si strinsero una contro l'altra sempre più forte, per afferrare l'ineffabile, stringere l'amore prima che scappasse via, cogliere quell'attimo che non sarebbe mai più ritornato, la verità nella sua inconcepibile bellezza che palpitava viva tra le dita come carne viva, urlo, sudore, liscia pelle, calore bruciante, ruotare della terra nel nero assoluto del cosmo. Fu un attimo, e la percezione del mondo ruotò nuovamente su se stessa, ritornando là dove doveva stare. B. guardò le sue mani che tremavano sospese nell'aria e poi abbassò lo sguardo verso terra e lì, la vide, abbandonata sulla superficie fredda, un corpo gelido ed immobile che non respirava più, il torace che non si alzava né si abbassava, gli occhi fissi ed immobili che non lo vedevano più, una bambola di una bellezza indescrivibile abbandonata da lui stesso e dal mondo.
Piero Olmeda (Fata Morgana)
The map of Florence, a bird’s-eye view from the north, shows the city embraced by a diamond-shaped circuit of walls and split in half by the River Arno, spanned by its four bridges. Many of Florence’s churches and various other monuments are shown inside the walls, all identified by inscriptions helpfully added by a scribe in reddish ink. The artist, Piero del Massaio, even included the copper ball that in 1471 Andrea del Verrocchio added to the lantern at the top of Brunelleschi’s dome. The map also shows, on the south side of the Arno, between the Ponte Rubaconte and the Ponte Vecchio, a handsome private home. The reddish ink clearly identifies the occupant: Domus Vespasiani—the house, that is, of Vespasiano. The inclusion of Vespasiano’s home in Via de’ Bardi indicates his friendship with Duke Alfonso, who must have appreciated this little in-joke, and who may have been a visitor to Vespasiano’s house during his stay in Florence. It also gives proof of Vespasiano’s eminence: his house, like that of Niccolò Niccoli many years earlier, had become one of the sights of Florence.
Ross King (The Bookseller of Florence: The Story of the Manuscripts That Illuminated the Renaissance)
Non ho mai chiesto favori e, quindi, nessuno ne ha mai chiesti a me. Il mio telefono non squilla, come si dice. Con la mia barchetta ho sempre cercato di andare avanti, malgrado i venti sfavorevoli e le correnti contrarie.
Piero Angela (La meraviglia del tutto: Conversazione con Massimo Polidoro (Italian Edition))
Sin dai primi anni di questo secolo, Okakura Kakuzo aveva compreso come un rapporto alienato nei confronti del mondo naturale sia causa di drammi e tragedie per l’essere umano e l’ambiente in cui vive. Quando affronta il rapporto che il vero Maestro del Tè deve avere con la natura, l’ambiente e tutti gli esseri viventi che vi abitano, egli parla la stessa attualissima lingua dei movimenti ecologisti che ai giorni nostri cercano di porre rimedio alla sistematica distruzione di questo pianeta.
Piero Verni (The Book of Tea)
Lo Zen è l’oceano, l’aria, la montagna. Il tuono e il fulmine sono Zen, così come lo sono il caldo dell’estate e il freddo dell’inverno; ma soprattutto Zen è l’uomo. Con lo sviluppo dello Zen il misticismo ha smesso di essere mistico, perché lo Zen si rivela nella vita banale e priva di avvenimenti straordinari del semplice uomo della strada, riconoscendo il fatto del vivere in mezzo alla vita mentre è vissuto.
Piero Verni (The Book of Tea)
Ricordi napoleonici. Memorie e itinerari dei francesi nel veronese (1796-1814) Giovanni Masciola, Arnaldo Liberati Rapsodia estetica J. François Lyotard QUID + Crescere con la testa e con il cuore. Ispirato agli insegnamenti di tre grandi maestri Nicola Tomba La storia di Don Giovanni raccontata da Alessandro Baricco Agostino Nobile Pavel Florenskij. Libertà e simbolo Ivan Menara Patafisica e cibernetica. Silvio Ceccato nei dintorni dell’una e dell’altra Fabio Tumazzo, Marco Maiocchi Me gusta malasana 1&2 (2 DVD) La storia di Don Giovanni raccontata da Alessandro Baricco. Ediz. illustrata Alessandro Baricco, A. M. Nacar La bottega del suono. Mario Bertoncini. Maestri e allievi Chiara Mallozzi, Daniela Tortora L' invenzione di Maria Maddalena Pierre-Emmanuel Dauzart Inferno. Lectura Dantis Bononiensis Emilio Pasquini Il diritto nell'età dell'informazione. Il riposizionamento tecnologico degli ordinamenti giuridici tra complessità sociale, lotta per il potere e tutela dei diritti Ugo Pagallo Guida ai palazzi di Trento. Viaggio romantico tra gli edifici storici della città Piera Fiorito Grandi mappe di città. oltre 70 capolavori che riflettono le aspirazioni e la storia dell'uomo. Ediz. illustrata Gli accampamenti napoleonici del regno italico Alfredo Ardenghi Fa sol la si... Perché? Giampiero Boneschi Dioniso a cielo aperto Marcel Detienne, Maria Garin Chescune colur mulez. Ricettario anglo-normanno per la preparazione dei colori Che cosa sia la bellezza non so Aa vv Cartografie di un visionario Pietro Civitareale Capire il colore. Fotografia, grafica, stampa Marco Olivotto, Dan Margulis Adius - Piero Ciampi Ed Altre Storie (Dvd+Cd) con Documentario (DVD)
libri non presenti su goodreads
Temer si dee di sole quelle cose c'hanno potenza di fare altrui male; de l'altre no, ché non son paurose.
Dante Alighieri (La Divina Commedia. Inferno. Paradiso. Con note e cenni introduttivi del Prof. Raffaello Fornaciari riveduti dal Prof. Piero Scazzoso e con le illustrazioni di Aligi Sassu.)
Siamo figli del Sole. Gli influssi delle stelle e dei pianeti esistono soltanto nelle interessante chiacchiere degli astrologi, ma certamente il Sole ha, su ogni uomo, su ogni animale, su ogni pianeta, potere di vita e di morte. Siamo immersi nel bagno della sua influenza.
Piero Bianucci (Il Sole, la stella dell'uomo. Origine, futuro, enigmi.)
Questa è una storia che come tutte le storie non ha inizio. E questa è una storia che come tutte le storie ha una fine. Facile sarebbe e più veloce balzare alla conclusione immediatamente e tralasciare tutta l’intricata ragnatela degli eventi, magari pensando che nella fine c’è tutto il senso di ogni cosa. Che la fine si svela come un fiore a lungo trattenuto dal gridare. Ma non è così. Nella fine non c’è nulla di niente al di là del punto. Così il fantasticare oltre o sul suo significato è solo una fantasia che l’alba del mondo ci ha regalato come una dolce favola per bambini. Invece è con mano tremante che le dita battono sui tasti alla ricerca di un inizio. Ma già solo il primo tentativo ci vede persi in biforcazioni, rivoli e diramazioni successive in un labirinto inestricabile tale da far esitare la mente di fronte al trionfo del possibile. Perché di questo si tratta: l’inizio non c’è se non come la sorgente di un Nilo della mente.
Piero Olmeda (La prima di tutte le donne - parte prima)
Essere nomade per spirito, per lavoro, per scelta, significa sentirsi a casa in ogni parte del mondo. Perché il mondo è la casa di tutte le case.
Piero Pelù (Spacca l'infinito. Il romanzo di una vita)
The drawn out death of an intense love that's destined to disappear, second by second, piece by piece, until it's nothing but one-way affection. And if there's only fondness from one side, the whole thing becomes a bit pointless.
Andrea Pirlo (I Think Therefore I Play)
Questa "spartizione" del clima provocò nelle due zone adattamenti diversi, sempre secondo Coppens: nella foresta si svilupparono pian piano quelle forme che ancora oggi conosciamo (scimpanzé e gorilla), mentre nella zona arida di savana, in Africa orientale, emersero le prime forme di ominidi.
Pero Angela, Alberto Angela
Las virtudes que más se honran en los magistrados , la imparcialidad, la resistencia a todas las seducciones del sentimiento, y esa serena indiferencia casi sacerdotal que purifica y recompone bajo la rígida fórmula de la ley los casos más turbios de la vida, no brillarían tanto si a su lado, dándoles mayor realce, no pudieran afirmarse en contraste las opuestas virtudes de los abogados, que son la pasión de la lucha generosa por lo justo, la rebelión contra toda supercheria, y la tendencia a ablandar bajo la llama del sentimiento el duro metal de las leyes para formarlas mejor sobre la viva realidad humana.
Piero Calamandrei (Elogio dei giudici scritto da un avvocato)
Ví en cierta ocasión en el campo a un muchacho que había arrancado las larguísimas antenas a uno de esos coleópteros que los entemólogos llaman cerambícidos longuicornios, y después lo había colocado al borde del camino, para observar, con la despiadada curiosidad de los chiquillos, como se las arreglan el insecto así mutilado. Privado de sus órganos de exploración y orientación, el coleóptero movíase desesperadamente con sus patas, tambaleándose y girando alrededor de si mismo; y cada momento iba a chocar contra una hierba, y bastaba aquel leve choque de una pajita para hacerlo caer . Este cuadro me viene a la memoria cuando pienso en la forma en que quedaría el proceso si, como algunos desean, se suprimieran los abogados, esas sensibilísimas antenas de la justicia.
Piero Calamandrei (Elogio dei giudici scritto da un avvocato)
La noble pasión del abogado debe ser siempre consciente y razonable; tener tan dominados los nervios, que sepa responder a la ofensa con una sonrisa amable y dar las gracias con una correcta inclinación al presidente autoritario que le priva del uso de la palabra. Está perfectamente demostrado ya que la vociferación no es indicio de energía, y que la repentina violencia no es indicio de verdadero valor: perder la cabeza durante el debate representa casi siempre hacer que el cliente pierda la causa.
Piero Calamandrei (Elogio dei giudici scritto da un avvocato)